ROLANDO DEI ROSSI

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Sala delle Gesta Rossiane della Rocca dei Rossi di San Secondo Parmense, due episodi si riferiscono alle imprese di Rolando

Last Updated on 2024/01/22

ROLANDO DEI ROSSI  Signore di Parma, Lucca, Berceto, Pontremoli, Fidenza, Brescello, Felino, Belforte.

Fratello di Andrea dei Rossi, Pietro dei Rossi e Marsilio dei Rossi; nipote di Marsilio da Carrara, suocero di Arrigo Castracani, cognato  di Ugolino Lupo.

  • 1345 (maggio)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1314
Lug.Emilia

A Borgo San Donnino (Fidenza) è ferito ad una mano da un colpo di roncola che gli viene inferto da un abitante della città. Deve abbandonare la località con i suoi famigliari;  si rafforza in Santa Maria di Soragna.

1317
Lug.EmiliaPrende parte alla congiura che provoca la cacciata di Giberto da Correggio da Parma.
1322
Sett.RossiSan VitaleEmilia

Fronteggia Giovanni Quirico di San Vitale e l’abate di San Zeno in trattative con bolognesi e fiorentini per riportare Parma nell’area guelfa.  Obbliga costoro a fortificarsi nelle loro case di San Michele del Canale e ne vince la resistenza.

……………EmiliaSi avvicina al partito guelfo. Aumenta l’influenza dei Rossi in Parma.
……………..Reggio EmiliaVerona MantovaCapitano di guerraEmilia

E’ eletto a Reggio Emilia capitano del popolo e capitano di guerra per contrastare gli scaligeri ed i Bonacolsi signori di Mantova.

1323
Gen.EmiliaA Piacenza, per incontrarvi il legato pontificio, il cardinale Bertrando del Poggetto.
Lug.EmiliaA Fiorenzuola d’Arda a seguito della fuga da quel carcere di numerosi aderenti della fazione ghibellina.
1324
PrimaveraChiesaMilanoEmiliaAssedia Fidenza.
1325
Giu.Capitano g.leEmilia

Esce da Parma e si reca a Piacenza per un consiglio di guerra con il cardinale del Poggetto; viene nominato capitano generale e gli sono date le insegne del comando. Gli è riconosciuto uno stipendio giornaliero di 30 fiorini, 20 a carico dei pontifici e 10 dei parmensi. Lascia la città con 3000 cavalli e 10000 fanti per muovere ancora contro Fidenza. Condotte le truppe a Fiorenzuola d’Arda, supera l’Ongina, espugna il castello di Parola (dato alle fiamme) ai danni di Manfredino Pallavicini; assedia infine Fidenza. Colloca il suo campo prima alla Chiusa e poi verso la chiesa di San Lazzaro dove fa costruire una bastia in legno. Le azioni proseguono in modo fiacco: nel campo per distrarre i soldati vi sono anche 200 meretrici.

……………..Emilia

Le truppe di Rolando dei Rossi razziano bestiame nei dintorni e si appropriano di qualsiasi cosa che venga loro a tiro; foraggio, paglia, panni di lino e di lana, masserizie varie, tutto è condotto al campo per esservi venduto. Vi sono anche numerosi piccoli scontri con gli avversari: a causa delle continue piogge Rolando dei Rossi rifornisce di truppe la bastia di San Lazzaro e rientra a Parma.  A fine novembre accoglie con tutti gli onori in Parma il cardinale del Poggetto.

1326
Sett.EmiliaConvoca un consiglio generale nel Palazzo Vecchio di Parma. Con il fratello Marsilio fa in modo che la città di dia in signoria ai pontifici.
Sett.Emilia

Convoca un consiglio generale nel Palazzo Vecchio di Parma;  con il fratello Marsilio fa in modo che la città si dia in signoria ai pontifici.

1327
Feb.EmiliaRicopre per due mesi l’incarico di rettore di Bologna.
1328
Lug. ago.RossiChiesaEmilia

Si ribella ai pontifici;  si impadronisce di Parma con l’aiuto dei Manfredi e dei da Fogliano. Il suo ritorno tra i ghibellini è suggellato ad agosto dal matrimonio di una figlia con un figlio naturale di Cangrande della Scala. Accompagna la congiunta a Verona.

Sett.ToscanaGli abitanti di Pontremoli si sollevano ai danni del genero Arrigo Castracani ed assediano quest’ultimo nel castello Piagnaro. Nel contempo gli offrono la signoria della città. Rolando dei Rossi si interpone ed induce il genero alla resa dietro l’offerta di 1000 fiorini. Nomina il fratello Galvano governatore e suo luogotenente in Pontremoli. Si dirige quindi alla volta di Parma con il Castracani.
1329
Feb.Emilia

Diviene signore di Parma, di cui si fa nominare capitano generale.  Colloca il suo alloggio nella chiesa di San Tiburzio; riammette in città i figli di Giberto da Correggio. Impone gabelle, raccoglie denaro e truppe, rafforza le difese cittadine, si circonda di una guardia personale.

Apr.Veneto

Si incontra a Verona con il signore Cangrande della Scala. Ritorna a Parma e si accinge ad  accogliervi l’imperatore Ludovico il Bavaro: i cittadini si oppongono per cui l’incontro sfuma; gli imperiali marciano nelle vicinanze e sono riforniti di vettovaglie.

Mag.ParmaChiesaToscana ed Emilia

Si allea con gli scaligeri ed affronta i pontifici. Occupa Pontremoli dove gli abitanti hanno scacciato il vicario imperiale. Con il fratello Pietro abbatte le case e rovina i poderi dei da Correggio senza riuscire a sconfiggerli.

Giu.EmiliaCostretto dalle circostanze, stipula con i pontifici una tregua, nella quale non vengono compresi i San Vitale ed i da Correggio.
Ago.Emilia

E’ invitato a Bologna dal nunzio apostolico Amerigo di Novale per cercare un accordo anche con i rivali tradizionali. E’ catturato a tradimento dal cardinale del Poggetto con Azzo Manfredi perché i due signori non vogliono cedere ai pontifici l’uno  Parma e l’altro Reggio Emilia. Anche Guido da Correggio e Giovanni Quirico di San Vitale subiscono la medesima sorte. Costoro sono liberati giorni dopo.

Sett.RomagnaViene incarcerato prima a Bertinoro e poi a Faenza, dove su pressione di Giovanni Quirico di San Vitale viene rinchiuso in una gabbia.
1331
Gen.Romagna ed Emilia

E’ rilasciato con Azzo Manfredi attraverso una scambio di prigionieri (Beltramone e Raimondo del Balzo, Galeazzo d’Angiò) caduti nelle mani dei fratelli Marsilio e Pietro, ed una notevole somma di denaro valutabile sui 8000 fiorini. Si riavvicina al partito guelfo;  appoggia il rivale di Ludovico il Bavaro al trono imperiale, Giovanni di Boemia.  Rientra a Parma accolto con gioia dalla popolazione che gli viene incontro a San Prospero.

Mar.EmiliaRiceve a Parma l’imperatore Giovanni di Boemia. Gli consegna le chiavi della città. E’ investito di Fidenza, Pontremoli, Brescello e Berceto.
Apr.EmiliaA Modena, allorché anche i Pio consegnano le chiavi di tale città all’imperatore.
1332
Giu.ParmaVerona FerraraEmiliaScaccia da Parma i partigiani dei da Correggio che si sono ribellati a Giovanni di Boemia.
Sett.EmiliaEspelle da Parma anche i San Vitale. Vi sono alcuni scontri prima a Capo di Ponte poi in tutta la città; da ultimo nel contado. Giovanni Quirico di San Vitale e l’abate Anselmo da Marano, catturati, sono rinchiusi in una gabbia  ed esposti alla popolazione per un giorno all’angolo del Palazzo Pubblico.
Nov.EmiliaCon il fratello Marsilio soccorre in Modena Manfredo Pio.
Dic.ToscanaA Pontremoli. cavalca a Lucca con Carlo di Boemia alla ricerca di denaro per finanziare nuove campagne.
1333
Gen.EmiliaA Parma.
Mar.Emilia

A Bologna per un consiglio di guerra con Giovanni di Boemia ed il cardinale del Poggetto allo scopo di discutere le modalità della guerra contro gli estensi ed i loro alleati.

Giu.EmiliaA Bologna. L’imperatore gli riconferma il vicariato di Parma dietro la somma di 35000 fiorini.
Ott.Emilia

Riprende la piena autorità in Parma con il rientro in Boemia dell’imperatore. Nella città si comporta come un tiranno. Il fratello Ugolino si ritira disgustato a Lucca. Le lamentele della città sono raccolte da Mastino della Scala e dai da Correggio. Il Rossi fa uccidere Matteo da Montecchio ed i nipoti che hanno congiurato ai suoi danni.

1334
Gen.EmiliaA Bologna con il  cardinale  del Poggetto ed a Parma.
Feb.ParmaVerona MilanoEmilia

In appoggio alla causa di Giovanni di Boemia e dello stato della Chiesa sconfigge a Massenzatico 400 cavalli scaligeri;  vi cattura Ettore di Panigo con molti altri connestabili.

Giu.Emilia

E’ attaccato in Parma. Arma i contadini che abitano al di là dell’Enza che vi si sono rifugiati spaventati dall’ avanzata degli scaligeri; fa dare alle fiamme la località di Ammazzabue affinché non serva da base logistica agli avversari.

Ago. sett.Emilia

Il signore di Verona Mastino della Scala assedia con 3000 cavalli Colorno; si muove in soccorso del castello con i fratelli Marsilio e Pietro. Devasta il territorio di Vicomero: tutto inutile, perché ad ottobre i difensori sono costretti alla resa.

Nov.Francia

Si dirige ad Avignone per offrire Parma, Modena, Reggio Emilia ai pontifici in cambio di soccorsi contro gli avversari: durante il suo soggiorno muore il papa Giovanni XXII.  Il nuovo pontefice, Benedetto XII rifiuta l’offerta. Azzo da Correggio si reca anch’egli ad Avignone e con Spinetta Malaspina lo accusa di avere sempre seguito il partito di Ludovico il Bavaro.

1335
Mar.LiguriaA Genova, sempre alla ricerca di aiuti militari.
Apr.Emilia e Lombardia

Ritorna a Parma con un nulla di fatto; riprende la via per Cremona e Milano. Cerca di dividere i nemici offrendo vanamente ai Visconti la signoria di Parma.

Giu.Lombardia e Veneto

Si reca a Casalmaggiore per incontrarvi Ponzino Ponzoni. Costui lo persuade a rinunciare a Parma a favore degli  scaligeri. Il Rossi si reca a Verona e cede la città a Mastino della Scala. Negli stessi giorni il fratello Marsilio comunica al comune di Parma l’abbandono   della signoria della città a vantaggio degli scaligeri; ai Rossi sono promesse Fidenza (che spetterebbe ai Visconti), Pontremoli ed altri castelli. I fuoriusciti di Parma e di Piacenza possono rientrare nelle loro città con l’eccezione del San Vitale e di Manfredo dei Landi.

Lug.RossiMilanoEmilia

Conduce al suo soldo per otto mesi 3 capitani tedeschi, Giovanni di Rendorp, Arnaldo di Essen e Giovanni di Blanchemberg, con i quali si trasferisce alla difesa di Fidenza minacciata da Azzone Visconti.

Sett.Toscana e Veneto

Ottiene con i fratelli da Giovanni di Boemia il vicariato di Lucca per 35000 fiorini. Mastino della Scala incarcera a tradimento Marsilio ed Andrea dei Rossi;  ad ottobre il Rossi per la loro liberazione è costretto a consegnare Fidenza agli scaligeri. E’ obbligato a vivere a Verona: tratta la vendita di Lucca ai fiorentini per 360000 fiorini.

1336
Gen.Veneto

Azzo da Correggio lo accusa pubblicamente a Verona di avere attentato alla vita di Mastino della Scala: secondo altre versioni sono viceversa Rolando e Marsilio dei Rossi che sfuggono ad un tentativo di avvelenamento perpetrato ai loro danni dal della Scala.

Mar.Veneto

Fugge da Verona con il fratello Marsilio poche ore prima di essere ricercato dal bargello. Si porta a Venezia ed è subito dichiarato ribelle. I suoi beni sono confiscati.

Sett.VenetoViene aggregato alla nobiltà veneziana.
Ott.FirenzeVeronaCapitano g.leToscanaAssume il comando delle truppe fiorentine allorché il fratello Piero è nominato a sua volta capitano generale dai veneziani, sempre per combattere gli scaligeri.
Nov.Toscana

Con 1300 cavalli e 3000 fanti giunge a Pontremoli per liberare la fortezza dall’ assedio che vi è stato posto dai lucchesi e dai Malaspina. Con la resa a patti dei difensori ritorna a Fucecchio: i suoi famigliari sono bene accolti a Firenze.

Dic.ToscanaLascia Lucca con il fratello Pietro, transita per Pontremoli e si porta in Lombardia.
1337
Giu. lug.Toscana

Muove ancora contro Lucca alla cui difesa si trova Azzo da Correggio: ai suoi ordini sono 10000 fanti e 2000 cavalli: 800 di Firenze, 150 di Bologna, 100 dei Malatesta di Rimini, 30 di Ravenna, 100 di Perugia, 40 di Arezzo (comandati da Pier Saccone Tarlati che conduce anche 400 fanti), 35 di Città di Castello, 100 di Siena, 180 del re di Napoli, 350 della Compagnia della Colomba. Rolando dei Rossi saccheggia Pescia, Buggiano ed altri castelli della Val di Nievole; guada il Serchio e si avvicina a Lucca mettendo a ferro e fuoco tutto il territorio.  Dopo un duro scontro deve ritirarsi lasciando nelle mani degli avversari numerosi soldati e due connestabili. Rientra a Firenze a fine luglio.

Ago. sett.VeneziaVeronaCapitano g.leVeneto

Muoiono i fratelli Pietro e Marsilio;  è chiamato dai veneziani ad assumere il comando delle truppe della lega antiscaligera. Si reca a Padova, esce dal Bassanello e si porta ad Este; conduce l’esercito contro Monselice difesa da Pietro dal Verme. Ha numerose scaramucce con gli scaligeri nelle quali risulta quasi sempre vincitore; fa costruire un grande fossato attorno alle mura e 4  bastie a San Giacomo, San Salvaro, San Michele e verso il monte.

Ott.Veneto

Spinge le sua scorrerie a Montebello Vicentino,  a San Michele Extra ed alle porte di Verona: gravissimi sono i danni apportati ai rispettivi contadi.

1338
Feb.VenetoStaziona nei pressi di Barbarano Vicentino. Distrugge ogni cosa fin sotto le porte di Vicenza.
Mar.Veneto

Con Guecellone Tempesta e Marco Ruzzini cavalca nel veronese;  si accampa ad Albaredo d’Adige: alcuni fanti guadano il fiume e sono subito seguiti prima dai cavalli tedeschi e poi da tutto l’esercito. Sono catturati 800 contadini che dall’argine hanno deriso gli avversari; altri 400, che si oppongono all’avanzata, sono uccisi: sono razziati duemila capi di bestiame bovino più altri cinquemila tra maiali, pecore e capre; sono caricati 660 carri di derrate quali vino, biada, carni e di altri beni predati nelle case; sono incendiati 18 villaggi sulle due sponde dell’Adige.

Apr.Veneto

Sempre con il Tempesta ed il Ruzzini, cui si uniscono i padovani di Tartaro da   Lendinara, si spinge di nuoovo da Montagnana nel veronese. Giunge a Monteforte d’Alpone, saccheggia Soave ed espugna il castello che pure è difeso da un doppio fossato e da una doppia cinta muraria. Anche in questo caso ingente è il bottino riportato. Si indirizza sotto Verona e vi fa correre un palio in disprezzo degli scaligeri;  fanti avversari tentano di uscire dalla città, sono respinti con alcune perdite.

Mag.Veneto

Appicca il fuoco alle porte di un borgo di Verona; le truppe si sparpagliano per le campagne fino a Monteforte d’Alpone e vi arrecano danni inestimabili. Cerea è posta a sacco; Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Arzignano si ribellano agli scaligeri. Il Rossi si ferma a Poiana, dove sono date le paghe ai suoi uomini; tocca poi  Costozza e costringe Mastino della   Scala a desistere dall’assedio di Montecchio  Maggiore ed a ritirarsi in tutta fretta a Vicenza.

Giu.Veneto

Raccoglie a Covolo il bottino; si sposta a Longare e si fortifica sul Bacchiglione. Mastino della Scala riprende i suoi attacchi a Montecchio Maggiore con 2000 cavalli e 6000 fanti: il Rossi supera i colli di Peraga con 2000 cavalli e molti fanti e promette ai suoi, in caso di vittoria, paga doppia e mese intero. Mastino della Scala si ritira ancora a Vicenza  abbandonando nelle sue mani tende e padiglioni; mentre i suoi sono intenti al bottino è soccorso da Raimondo Lupo e da Ubertino da Carrara che lo aiutano a contenere una controffensiva scaligera ed a respingere gli avversari una volta di più asserragliatisi in Vicenza. La guarnigione di guardia alla città è ridotta allo stremo; la carestia è così forte  che gli abitanti sono costretti ad uscire dalle loro case per mendicare con mogli e figli.  I mercenari tedeschi di Rolando pretendono lo stesso paga doppia e mese completo: al suo rifiuto costoro si ammutinano.

Lug.Veneto

Esce da Montebello Vicentino con 500 cavalli e si spinge sotto Verona: è affrontato a Villanova dagli scaligeri che sono  fiancheggiati dai contadini. Si getta su costoro e ne fa strage (400 morti). Ritorna a Montebello Vicentino carico di prede.

Ago.Veneto

Scoppiano disordini a Verona per l’uccisione del vescovo Bartolomeo della Scala da parte del congiunto Mastino; il Rossi lascia  Longare e si dirige su Bassano del Grappa per portare il guasto anche a tale contado.

Sett.VenetoIniziano a Venezia le trattative di pace. Il suo esercito viene ridotto a 2000 cavalli e 1500 fanti. I licenziati non vogliono accettare tale fatto.
Ott.Veneto

Punta ancora sul territorio di Bassano del Grappa;  con le consuete devastazioni raggiunge al ritorno Ponte di Brenta e Vigonza. A metà mese muove di notte per Limena alla volta di Vicenza in attesa dell’esito della ribellione di Vivaro da Vivaro che mira alla signoria della città. Ha Torri di Quartesolo con Ubertino da Carrara;  entra nei borghi di Pusterla, di San Felice e di Porta Nuova. Gli scaligeri fanno murare le porte cittadine; nel contempo il disordine regna sovrano nel  campo veneziano per gli episodi precedenti non risolti come la pretesa della paga  doppia per il fatto d’arme di Montecchio Maggiore e la presenza nelle  file dei licenziati che pretendono sempre di militare agli ordini del Rossi. Dà alle fiamme i borghi e si fortifica nei pressi di Vicenza; anche le milizie assoldate dai fiorentini contribuiscono al disordine permettendo  agli assediati di rifornirsi di vettovaglie. Il papa Benedetto XII per tutti questi atti di violenza ordina al nunzio in Lombardia Bernardo di Lacu di informarsi sui beni della chiesa vicentina, sequestrati dai veneziani e dal Rossi nelle fasi concitate della guerra.

……………..Veneto

I tedeschi entrano  in Vicenza, si associano con i loro connazionali che militano per gli scaligeri ed insieme mettono a sacco la città. Il Rossi si reca a Venezia e tratta la pace per conto dei fiorentini e del signore di Padova Ubertino da Carrara.

1339
Gen.Emilia

Con la pace recupera a Parma i suoi beni con esenzione perpetua di ogni gabella; a lui ed al fratello Andrea, inoltre, gli scaligeri riconoscono una provvigione mensile di 150 fiorini (di cui 50 destinati al fratello). Gli è proibito in ogni caso di fare ritorno nella città.

1340/1341Emilia

Nel 1340 è nominato  suo erede dal padre. Nel 1341 è investito da Carlo di Boemia di Belforte e di altri castelli nel parmense. Entra a far parte del seguito di Ubertino da Cararra e ne sostiene la politica nel caso dell’eredità dei Camposampiero.

1343
Mag.PadovaVenetoA Cologna veneta con Giacomo da Carrara e Giacomino da Peraga per trattare la pace con Mastino della Scala.
Ago.Veneto

A Venezia con Marsilio da Carrara ed Enrico da Lozzo per rendere omaggio ad Arnoldo conte di Ammon, un parente dell’imperatore di ritorno da un pellegrinaggio in Terrasanta.

Nov.EmiliaCon il fratello Andrea acquista a Palmia il locale castello.
1344Insieme con Enrico di Lozzo è incaricato di invitare alla corte padovana Guglielmo II di Hainaut.
1345
Mag.Veneto

Muore a Padova a fine mese. E’ sepolto nella basilica di Sant’Antonio a fianco dei fratelli Pietro e Marsilio e del padre Guglielmino. Sposa Agnese Ruggeri, che gli porta in dote Felino, e Giacomina da Gabiano.

CITAZIONI

-“Uomo grasso e materiale.” VILLANI

-“Uomo feroce, ma per capacità d’ingegno e di disciplina militare molto dissimile dalla virtù dei fratelli.” AMMIRATO

-“Huomo materiale.” BUONINSEGNI

-“Cavagliero de’ maggiori d’Italia.” DE’ CRESCENZI

-“Egli meritò presso i soldati tanta stima, quanta ne avevano per il fratello.” LAUGIER

-“Huomo poco esperto nelle cose dell’armi.” PELLINI

-“Per le sue forze tenuto come gigante e assai perito nella guerra.” G. SFORZA

-“Tanto ravvivò le prodezze del fratello (Pietro), che fè credere il defunto di nuovo in vita.” VERDIZZOTTI

-“Vecordem ac stolidum hominem.” BEVERINI

-“Fu sepolto accanto ai fratelli e al padre nella chiesa del Santo. Negli anni Settanta i loro corpi trovarono definitiva collocazione nella cappella Lupi, nell’interno della medesima chiesa.” PAGNONI

Fonte immagine: wikipedia

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