ROBERTO ORSINI

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Ritratto di Fabio Orsini e Roberto Orsini

Last Updated on 2023/11/30

ROBERTO ORSINI Di Pacentro. Conte di Nola.  Barone di Corbara e di Paterno. Signore di Tagliacozzo, Albe, Monte Gentile, Pacentro, Sant’Angelo Romano, San Polo dei Cavalieri, San Gregorio da Sassola.

Figlio di Orso Orsini, fratello di Napoleone Orsini, genero di Amerigo da San Severino, suocero di Virginio Orsini e di Paolo Vitelli. E’ soprannominato “il cavaliere senza paura” perché in battaglia non usa l’elmo. Cavaliere dell’ordine dell’Ermellino. Dà inizio alla linea degli Orsini di Pacentro.

  • 1479 (giugno)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1450
Gen.SforzaMilanoVeneziaLombardia

Milita al servizio di Francesco Sforza contro i veneziani e le truppe della Repubblica Ambrosiana. Segue nei pressi di Como Giacomo da Salerno per catturare Jacopo Piccinino con l’ausilio di 7 capisquadra  di quest’ultimo: Luchino Palmeri viene trattenuto dal Piccinino mentre gli altri complici non hanno il coraggio di portare ad esecuzione il disegno. Giacomo da Salerno, persa ogni speranza, decide di rientrare; l’Orsini non è dello stesso parere ed attacca  gli avversari con molti uomini d’arme sulla strada tra Barlassina e Como. E’ respinto.

1453
Ott.NapoliFirenzeToscanaAl campo aragonese con Aldobrandino Orsini.
1454
…………..LazioCon i fratelli Napoleone e Latino acquista in Sabina Monte Gentile da Gian Antonio Orsini.
…………..NapoliFirenze1000 cavalliToscana e LazioAlla firma della pace scorta il duca di Calabria Ferrante d’Aragona nel suo viaggio di ritorno fino ai confini del regno di Napoli.
1455
Apr. mag.OrsiniAnguillaraLazio

Appoggia il fratello Napoleone contro Everso dell’Anguillara; costretto dai Borgia e dai Colonna ad allontanarsi da Roma conduce nel territorio extraurbano una  sorta di guerriglia ai danni degli  avversari.

1456LazioCon il fratello Napoleone acquista per 8000 ducati dall’ospedale di Santo Spirito inj Sassio le terre di Stapacappa e di Sambuco.
1457
Sett.LazioCon il fratello Napoleone, il cardinale Latino e l’arcivescovo di Trani Giovanni stipula una tregua con Everso dell’ Anguillara. Oggetto della contesa è il possesso di Monticelli, Caprarola, Santa Pupa e Rota.
1460
Gen.NapoliAngiò600 cavalliAbruzziCombatte nel regno di Napoli a favore del sovrano Ferrante d’Aragona contro il pretendente Giovanni d’Angiò.
Feb.Abruzzi

Recupera con il fratello Napoleone la contea di Albe e di gran parte delle terre del conte di Maneri e della contea di Tagliacozzo. Deifobo dell’Anguillara è costretto a ritirarsi.

Apr.AbruzziSi muove nel contado di Tagliacozzo. Dispone di 900 cavalli con il fratello Napoleone.
Mag.Lazio

Si aggrega alle truppe dello stato della Chiesa;  giunge nei pressi di Viterbo. Esce in perlustrazione con pochi uomini assieme con Giovanni Malavolti; si imbatte in una compagnia di cavalli e di fanti del duca di Sora Giovanpaolo Cantelmi tra i  quali vi è anche un figlio di Jacopo Savelli: quest’ultimo cade ucciso trafitto da un colpo di spada alla gola. L’Orsini, a causa del continuo incremento del numero degli avversari, si dà alla fuga e trova rifugio nel vicino accampamento.

Lug.Campania

Si distingue alla battaglia di Sarno: gli è dato l’ordine di occupare la bocca dell’omonimo fiume con la sua cavalleria: si spinge arditamente all’attacco e sorprende le sentinelle del campo nemico. Entra nella città seguito da 12 squadre di provvigionati. Ferito alla faccia, è obbligato a ritirarsi: la sua assenza provoca un allentamento della disciplina ed i suoi armati, soprattutto i fanti, si danno al saccheggio del campo degli avversari. Il fatto permette agli angioini di  Giovanni d’Angiò e di Giovanni Cossa a prepararsi allo scontro  e di passare al contrattacco con la cavalleria pesante. L’Orsini è soccorso da Simonetto da Castel San Pietro con un buon numero di cavalli. Gli aragonesi sono battuti e costretti a ripiegare verso la  foce del Sarno. Il condottiero si trasferisce alla guardia di Aversa.

Dic.AbruzziAppoggia negli Abruzzi Matteo da Capua. Si trova in difficoltà di fronte all’offensiva di Giovanni d’Angiò.
1461
Gen. feb.Calabria

Giunge in Calabria con Alfonso d’Avalos,  Roberto da San Severino conte di Marsico ed il duca di San Marco Luca da San Severino; si muove per sostenere i difensori del castello di Cosenza. A costoro si unisce anche il duca di San marco Luca da San Severino (600 cavalli e 3000 fanti) che negli stessi giorni ha disertato dalla causa angioina. Si impadronisce di alcune fortezze nei pressi; raggiunge il torrente Campignano; da qui invia un messaggero annunciante il suo arrivo al castellano, il catalano Francesco Siscara. Assale all’alba Nicola Coroleo che assedia la fortezza da un monte sovrastante alla testa di 7000 uomini. Gli avversari, per lo più contadini, vengono facilmente disfatti. Roberto Orsini rispetta il valore dei vinti calabresi ed impedisce che siano commesse azioni atroci nei confronti dei prigionieri, né che siano inseguiti i fuggitivi. Dal castello irrompe nella città. Le porte sono rotte a colpi di scure; i soldati vi penetrano e Cosenza viene sottoposta ad un terribile saccheggio con crudeltà di ogni genere nei confronti dei vinti. Il bottino è valutato in 700000 scudi. Fa  riposare i suoi uomini per molti giorni, si allontana dalla città ed occupa senza combattere Scigliano. Soono pure conquistate Martorano e Nicastro trovate senza difesa perché abbandonate dal conte di Nicastro Luigi Caracciolo e dal marchese di Crotone Antonio Ventimiglia, quest’ultimo ritiratosi a sua volta a Maida Marina. Segue la conquista di  Bisignano; l’Orsini  sparge ovunque il terrore.

Mag.CampaniaA Foria. Assedia Salerno con il conte di Marsico.
EstateCampania e Puglia

Esce da Castello di Monteleone ed entra in Terra di Lavoro con 4 squadroni di cavalleria. Raggiunto dal re Ferrante d’Aragona e da Alessandro Sforza, assedia Flumeri che cade a seguito di alcuni giorni di bombardamento; si sposta in Puglia; prende parte  alla difesa di Giovinazzo,  assediata dal principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo. Devasta le campagne circostanti; rafforza le difese di Barletta e di Trani. Sempre con il conte di Marsico cavalca a Canosa, a Venosa ove si collega con Mase Barrese.

…………..LazioRientra, infine, nei suoi feudi mentre il Piccinino si precipita a sua volta in Puglia.
1462
Mag.CampaniaE’ segnalato nei pressi di Capua con Alfonso d’Avalos.
Lug.CampaniaRiceve del denaro dal re di Napoli per mettere in ordine le sue compagnie.
Ago.Puglia

Partecipa alla battaglia di Troia contro il Piccinino. Ha con Roberto da San Severino il comando della cavalleria pesante. Ha l’incarico di impadronirsi della collina di Maiano per proteggere il campo aragonese dalle possibili molestie degli angioini. I suoi soldati si imbattono in alcune squadre di cavalli nemici (Marino di Marzano) che occupano una seconda collina con l’appoggio dei fanti. Con il sostegno dei fanti di Antonio Piccolomini l’Orsini è in grado di respingere in un primo momento gli avversari; Jacopo Piccinino invia alcuni rinforzi che lo costringono  a ritirarsi nella pianura;  ridà vigore alla battaglia con un nuovo scontro tra cavalleria e fanteria. Anche il re Ferrante d’Aragona riprende il combattimento ed attacca un’altura vicina al colle su cui si sono riparati il Piccinino e Giovanni d’Angiò. Di sua iniziativa il condottiero sale il medesimo pendio da un altro fianco. Gli angioini si spaventano quando si rendono conto che l’azione degli aragonesi si promana ora su 4  direttrici; gli avversari  si danno alla fuga. Il Piccinino si riprende dallo sconforto,  raccoglie gli sbandati e contrattacca nel punto dove sono riuniti i vessilli aragonesi; il resto dell’ esercito napoletano è invece intento al saccheggio del campo.  L’Orsini ed il Piccolomini sbarrano la strada agli avversari; ne segue un nuovo durissimo scontro nel cui corso gli angioini sono obbligati a ripiegare nuovamente su Troia.

Nov.Campania e LazioCon Giovanni Conti lascia l’assedio di Pontelandolfo e rientra nel territorio pontificio.
1463
Gen.AbruzziCon il grande siniscalco Alfonso d’Avalos, 300 fanti e 50 cavalli si collega con Matteo da Capua negli Abruzzi.
Feb.Abruzzi

Tenta di soccorrere gli abitanti di Sulmona  assediati da Jacopo Piccinino; organizza vari convogli per rifornire di frumento e di altre vettovaglie i difensori. Un disertore rivela al capitano avversario le modalità seguite nell’ approvvigionamento: i suoi uomini cadono in un agguato, sono catturati cittadini di Sulmona e 40 dei suoi soldati carichi di frumento. Di costoro molti sono fatti impiccare dal Piccinino.

Giu.LazioCon Matteo da Capua sgomina Jacopo Piccinino nelle vicinanze di Sora. Gli cattura 3 squadre di cavalli.
Lug.Lazio ed Abruzzi

Si collega con Alessandro Sforza ad Archi; contrasta il conte di Celano Ruggero Accrocciamuro.  Viene ferito alla fronte da una pietra.

Ago.AbruzziFronteggia sempre il Piccinino ad Archi.
………….CampaniaE’ insignito dell’ordine dell’Ermellino.
1464
Mar.Gran ConnestabileCampania

Viene nominato gran connestabile; con il fratello Napoleone è nuovamente investito delle contee di Albe e di Tagliacozzo, nonché delle baronie di Corbara e  di Paterno.

Ago.AbruzziCompie una scorreria nei territori controllati dal Piccinino. Razzia molto bestiame che presto è costretto a restituire ai legittimi proprietari. Nello stesso anno la nipote Clarice si sposa con Lorenzo dei Medici.
1465
…………..CampaniaAssieme con il conte di Fondi cena ad Aversa con il Piccinino, diretto a Napoli.
…………..Abruzzi

Si trova a San Demetrio ne’ Vestini, presso L’Aquila; la località è afflitta dalla lotta delle fazioni: il filoangioino Piero Lalle dei Camponeschi lascia la città e gli abitanti possono consegnarsi al re di Napoli.

1467
Lug.NapoliVeneziaMarche  Romagna

Ha il comando di un colonnello dell’esercito aragonese: le altre due schiere sono capitanate  dal duca di Calabria Alfonso d’Aragona e da Alfonso d’Avalos. Transita per Urbino con 4000 uomini per unirsi con Federico da Montefeltro e fronteggiare insieme Bartolomeo Colleoni ed i fuoriusciti fiorentini. Transita per Cattolica, attraversa il forlivese;  si colloca tra Faenza ed Imola; prende parte alla battaglia di Molinella dove ha il comando del primo squadrone. Nel combattimento si scontra con il suo nemico personale Deifobo dell’ Anguillara.

Sett.NapoliCelanoAbruzzi

Rientra nel regno di Napoli a seguito della ribellione di Ruggero Accrocciamuro. Gli toglie Balsorano. Ritorna in Romagna a combattere i veneziani.

Dic.NapoliVeneziaRomagnaAlla difesa di Castrocaro Terme minacciata da Bartolomeo Colleoni.
1468
Ago.Lazio

Con Orso Orsini interviene a favore di Ludovico Orsini proprietario di Tolfa, centro di produzione dell’ allume, che è minacciato dal papa Paolo II. Il pontefice  acquista la località ed assolve i due condottieri.

Nov.Toscana e Umbria

Giunge in Toscana alla testa di 12 squadre; si sposta a Foligno a causa delle tensioni sorte tra il re di Napoli ed il papa. Subito dopo fa rientro nel regno. Nello stesso anno sposa una nipote del conte di Fondi Onorato Gaetani.

1469NapoliChiesaRomagnaIn appoggio a Federico da Montefeltro nel riminese contro i pontifici.
1478
Giu.NapoliFirenzeToscanaAccompagna il duca di Calabria Alfonso d’Aragona in Toscana contro i fiorentini. E’ segnalato il suo passaggio per Siena.
Ott.ToscanaSi trova al campo.
1479
Mar.Toscana

Cavalca nel pisano con cavalli e fanti; mette a sacco Gello e Montescudaio;  si fa consegnare dagli abitanti della seconda località 500 fiorini per non dare il borgo alle fiamme; sono pure razziati 800 capi di bestiame tra mucche e bufale.

Giu.Toscana

Muore di peste presso Montepulciano. E’ sepolto a Siena nella chiesa di Monte Oliveto. Sposa Violante e Caterina da San Severino (la seconda figlia di Amerigo da San Severino). La figlia Alfonsina convola a nozze con Piero dei Medici.

 CITAZIONI

-“Uomo tollerantissimo d’ogni fatica, grande nei pericoli, e avente per documento di suo valore le ferite che portava in petto e nel volto.” CONTI

-“Ch’era valentissimo di sua persona.” DELLA TUCCIA

“Dignissimo barone.” GHIRARDACCI

-“Animo et corpore acer et manus promptus.” SIMONETTA

-“Fu di tanto alto cuore che nelle imprese, fattioni e giornate andava sempre con la testa disarmata, parendo alla sicurezza dell’animo suo che le armi nimiche non gli potessero far alcuna offesa.” OROLOGI

-“Bellator insignis.” PICCOLOMINI

-“Fu di chiaro nome, e illustre ne’ tempi che gli Aragonesi signoreggiavano il regno di napoli:..fu da pochi pareggiato nell’armi; e nella fedeltà, verso il suo signore, diede maravigliosi esempi a tutti i baroni del regno..Fu Roberto di volto lungo, di grandissima chioma e hebbe alta statura.” ROSCIO

-“Uomo fortissimo.” SABELLICO

-“Fu di tanto valore e così intrepido, che si acquistò il nome di cavaliere senza paura.” GAMURRINI

-Con Roberto da San Severino “Insignes eo bello duces (contro Bartolomeo Colleoni).” FABRONIO

-“Illustre Cavalero.” NOTAR GIACOMO

-Con Orso Orsini “Alfonsi (d’Aragona) duci clarissimi.” ALBINO

-“Prode cavaliere ed a lui (Ferrante d’Aragona) per fede e valore assai noto.”TOMACELLI CAPECE

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