RINIERI DA BASCHI

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Marsiliana, Castello

Last Updated on 2024/03/08

RINIERI DA BASCHI  (Rinieri del Bussa, Riniero Guasco, Ranieri da Montemarano) Di Montevitozzo.

Conte. Ghibellino. Signore di Baschi, Montemarano, Montevitozzo, Marsiliana e Manciano. Figlio di Ugolinuccio da Baschi. Nipote di Gisello degli Ubaldini.

  • 1414 ca.
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1345
Giu.ToscanaE’ segnalato tra gli aderenti di Pier saccone Tarlati nella pace conclusa da quest’ultimo con i fiorentini.
1346
Feb.GhibelliniOrvietoUmbria

A metà mese si unisce con il conte di Santa Fiora Jacopo degli Aldobrandeschi e Benedetto Monaldeschi della Vipera per scacciare da Orvieto i guelfi capeggiati da Pietruccio da Montemarte. E’ espulso dalla città dopo qualche giorno allorché i rivali ricevono in soccorso dai perugini 400 cavalli.

1353ChiesaVicoLazio

Milita agli stipendi del cardinale Egidio Albornoz contro il prefetto Giovanni di Vico. Entra nel viterbese con Giovanni di Valmontone e dà il guasto al territorio: il prefetto è costretto a restituire ai pontifici Viterbo, Orvieto, Marta e Canino.

1354
Apr.VicoChiesaLazioDi guarnigione a Corneto (Tarquinia) è catturato con 3 bandiere di cavalli.
……………..BaschiSovanaToscanaAppoggia i membri della sua casata contro il conte di Sovana Aldobrandino Orsini.
1356ToscanaSi sottomette ai senesi.
1362PisaFirenzecapitano g.leToscanaE’ assoldato dai pisani per contrastare i fiorentini.
1363
Gen. feb.Toscana

Si dirige verso Altopascio con 600 cavalli e 2000 fanti. Si impadronisce del castello; stringe d’assedio la rocca. Dopo pochi giorni deve lasciare l’impresa a causa del freddo invernale. I fiorentini inviano Francesco da Palagio con 25 cavalli e 200 fanti per rafforzare le difese della località. In uno scontro i fiorentini sono messi in fuga. I pisani allora si gettano nuovamente contro Altopascio, la conquistano  e la mettono a sacco. Nella chiesa che sorge a fianco del campanile fortificato, gli assalitori si impadroniscono di preziose reliquie: il braccio e la mano di San Giacomo apostolo. Il reperto è accompagnato in processione a Pisa e viene esposto ai fedeli nella sacrestia del duomo. Di seguito, Rinieri da Baschi, spinto dall’esule ghibellino Giovanni dei Garzoni, conduce 800 cavalli e  300 fanti alla volta di Santa Maria a Monte; taglia nottetempo 2 ponti nella palude della Guisciana in modo che non possano arrivare soccorsi ai difensori; assale nottempo il castello da 2 lati: è respinto con molte perdite tra i suoi uomini. Si ritira il mattino seguente prima dell’arrivo di Rodolfo da Varano. A metà febbraio, su proposta sempre del fuoriuscito Garzoni (1500 cavalli e 4000 fanti) si porta nei pressi di Pescia. Di notte, e con il favore della nebbia, sono appoggiate dai suoi uomini le scale sotto le mura del borgo Sanfurello. I ghibellini che sono di guardia a tale tratto di mura uccidono le sentinelle della fazione avversa ed aprono la porta ai pisani.  Gli abitanti resistono all’ invasione; dopo 3 ore le truppe di Rinieri da Baschi devono ritirarsi con la perdita di 300 uomini e delle scale. Lo scontro avviene il giorno di San Policrono. La data sarà festeggiata per molti anni con una processione fino alla cappella dedicata a questo santo sita nei pressi della Collegiata di San Stefano. I pisani, allora, puntano sulla riconquista del castello di Pietrabuona distante un miglio da Pescia.

Apr.Toscana

Esce nuovamente da Pisa con 500 cavalli e 2000 fanti, tra i quali vi sono molti balestrieri. Irrompe in maremma ed espugna nel volterrano il castello di Gello di Casaglia (Gello) in Val di Cecina; entra in Spedaletto ed assedia Barga. I fiorentini fanno allora ribellare Castiglione di Garfagnana ed altre fortezze. Rinieri da Baschi si pone in agguato ad Agliati per impedire l’arrivo  di soccorsi agli avversari. Obbliga alla resa 300 cavalli e 200 masnadieri capitanati da Spinelloccio dei Tolomei e da Corrado da Jesi. Conduce a Pisa i  2 capitani fatti prigionieri e rientra in possesso dei castelli che si sono ribellati in precedenza ai pisani.

Mag.Toscana

Affronta Piero Farnese prima dell’arrivo al soldo dei pisani della Compagnia Bianca di Alberto Sterz: con 600 cavalli e molti fanti sbarra la strada al condottiero fiorentino al passo di San Piero (800 cavalli e 800 fanti): seguono due ore di aspro scontro, a seguito del quale è sconfitto con la perdita di molte bandiere. Viene catturato con le armi in mano;  è condotto a Firenze con altri 150 uomini. Per le fonti pisane è sconfitto e catturato verso Peccioli, da cui è uscito per inseguire 200 cavalli nemici postisi sulla strada di Pontedera: dal castello non interviene in suo aiuto il capitano della località Manfredi Buzzaccarini, cosicché è costretto a cedere al maggior numero degli avversari.

Giu.TorinoViene rinchiuso per più tempo nel carcere duro delle Stinche a Firenze.
1366
PrimaveraToscana

E’ liberato al termine della guerra attraverso uno scambio di prigionieri.

1367
Feb. mar.SienaComp. venturaCapitano g.leToscanaViene contattato dai senesi per contrastare la Compagnia di San Giorgio condotta da Ambrogio Visconti, Giovanni Acuto e Giovanni d’Asburgo. Con Ugolino da Savignano,  Francesco da Santa Fiora ed Agnolo Vitozzo fronteggia i venturieri in alcuni scontri che avvengono tra Casole d’Elsa e Montalcinello, a seguito dei quali la compagnia ripiega verso Pisa. A marzo gli avversari, aumentati di numero, penetrano nuovamente nel senese. Le truppe del comune sono sconfitte a Montalcinello con la cattura di Ugolino da Savignano.
1369
Apr.SienaToscanaViene ammesso in Siena alla consorteria del popolo.
Giu. lug.SienaFuoriuscitiToscanaA giugno, coadiuvato dal Guicciardo,  assale nel grossetano Castello di Cotone, che cede a metà mese. Si inoltra nella maremma. Al suo rientro a Siena sono consegnati a lui ed al Guicciardo in premio 330 fiorini. Nel proseguo della campagna in maremma viene catturato dai fuoriusciti con molti soldati tra cui Bartolomeo di Vanni Cini ed Antonio di Pietro. Rinieri da Baschi è condotto a Colle di Val d’Elsa.
1370
Gen.ToscanaViene liberato solo dopo il pagamento della taglia di 1500 fiorini da parte dei senesi.
…………….ToscanaE’ nominato podestà di Pisa.
1371EmiliaPodestà a Reggio Emilia.
1372
Sett.VeneziaPadovaToscanaPassa agli stipendi dei veneziani per combattere i carraresi di Padova. Esce da Siena con 200 cavalli e 200 fanti per raggiungere il campo.
Ott.Capitano g.le 100 lance e 200 fantiVeneto

E’ condotto per tre mesi per combattere il signore di Padova Francesco da Carrara. A Venezia. Dopo una messa solenne celebrata nella chiesa di San Marco, nell’antistante piazza, gli sono consegnate le insegne del comando.

Nov.Veneto

Esce da Venezia e giunge a Mestre; si colloca davanti a Bassano del Grappa. Vista l’inutilità degli sforzi, raggiunge San Giorgio in Bosco, attraversa il Brenta a Curtarolo e dà alle fiamme la località. Penetra nel vicentino, alla testa di 12000 cavalli e di 3000 fanti, e lo devasta con incendi ed uccisioni. Fa costruire un ponte di barche sul Bacchiglione a Longare con la connivenza degli scaligeri di Cansignorio della Scala; da Costozza si getta con furia nel padovano dalla parte dei Colli Euganei. Si impadronisce di alcune fortificazioni e saccheggia il contado di Abano Terme arrivando fino alla Mandria, presso Padova. Per la strada di San Michele di Villafranca Padovana giunge alle Brentelle, tocca Piazzola sul Brenta, Tremignon e Vaccarino dove si accampa. Cerca di superare la resistenza dei carraresi alle Brentelle, ove è fronteggiato da Simone Lupo, da Federico di Vallelonga, da Rizzardo di San Bonifacio e da Arcuano Buzzaccarini. Dopo un sanguinoso scontro nel quale i veneziani riportano forti perdite, i provveditori Piero Mocenigo, Giovanni Gradenigo e Domenico Michiel si oppongono alla sua strategia, ritenuta non sufficientemente offensiva, ed esercitano su di lui forti pressioni in tal senso. Viene pure incolpato di essersi fatto corrompere da Francesco da Carrara mediante un vaso di vino contenente monete d’oro: lo stesso provveditore Michiel è coinvolto (cosa più probabile della precedente) nelle medesime accuse. A causa di tutto ciò Rinieri da Baschi abbandona il campo sdegnato e ritorna a Vaccarino ed a Curtarolo. Valica il Bacchiglione presso il castello di San Martino delle Venezze e dilaga, una volta di più, nei Colli Euganei tra Rovolon, Teolo, Abano Terme e Praglia con la solita politica della terra bruciata. Alla notizia dell’ arrivo di un esercito ungherese in rinforzo ai carraresi, si sposta dal  Monte Venda nel vicentino. Tocca Arlesega e la torre del Corso;  nel mestrino per coordinare le  truppe. Iniziano i suoi dissidi con il maresciallo di campo Niccolò da Buscareto.

Dic.VenetoNiccolò da Buscareto, a seguito di tumulti sorti nel campo di Treviso, fa giurare i mercenari italiani di non obbedire ad eventuali ordini, della Serenissima o dello stesso Rinieri da Baschi, di essere divisi in più contingenti. Il capitano generale giudica tale fatto come un’insubordinazione ai suoi ordini. Niccolò da Buscareto viene convocato a Venezia e qui è arrestato con il figlio Sforza.
1373
Gen.Veneto

Tra dicembre e gennaio fallisce un suo nuovo tentativo di superare il serraglio delle Brentelle; con tutti i suoi uomini, tra i quali si annoverano anche arcieri greci e morlacchi, punta su Lova dove costruisce una forte bastia. Con la sconfitta dei veneziani a Nervesa della Battaglia di fronte agli ungheresi, si allontana dal padovano, si sposta a Camisano Vicentino e nei villaggi vicini dove infierisce sulla popolazione. Si porta a Rosà, a Rossano Veneto, a Cartigliano;  attraversa il Brenta, si ritira a Castelfranco Veneto ed  entra in Treviso con i provveditori Andrea Zeno, Paolo Loredan, Domenico Michiel ed Orsatto Giustinian. Sorgono alcuni tumulti nel campo;  un’inchiesta di Niccolò Falier  dà torto al Baschi. Mutano  i provveditori; il Baschi è accusato di negligenza. E’ convocato a Venezia; appena  giunto, viene arrestato con il figlio Sforza. Tenta, invano, di difendersi;  allo scadere della condotta è licenziato con tutti i suoi uomini per essere sostituito nel comando da Francesco Ordelaffi. Per altre fonti, invece,  conduce le sue milizie da Treviso a Noale; giunge, poi a Mestre ed a Venezia. Penetra, infine, nel padovano e si attesta a Lova davanti ad una bastia dei carraresi. Ai primi di febbraio rinuncia al suo mandato perché i provveditori della Serenissima gli impediscono di assalire le Brentelle.

1374ToscanaI senesi gli vendono per 5000 fiorini il castello di Marsiliana. Da parte sua cede al comune, sempre nel territorio di Grosseto, il castello di Manciano per 6000 fiorini.
1381AntipapaSienaToscana

Fornisce vettovaglie, con i Farnese, alla compagnia dei bretoni. Attaccato con durezza dai  senesi, è obbligato a consegnare loro il castello di Montevitozzo.

1383
Feb.ToscanaVende ai senesi Montemarano. Ottiene la cittadinanza di Siena e viene ad abitare nella città.
EstateSienaComp. venturaCapitano g.leToscanaLotta contro la compagnia di Giovanni Acuto e di Giovanni degli Ubaldini. Recupera Fabbrica con un breve assedio.
……………..ToscanaI senesi gli conferiscono l’incarico di capitano della maremma.
1384
Feb.SienaComp. venturaLazio

Con Obizzo da Montegarulli (180 lance)  assale in Canino la compagnia dei bretoni; nello stesso castello si sono anche asserragliati Francesco di Vico e Guglielmetto della Sala. Il Baschi spera di impadronirsi della località per trattato; questo si rivela doppio per cui cade in un’imboscata a Ponte Rigo nel corso della quale viene catturato con il Montegarulli.

1387
PrimaveraSienaPitiglianoToscanaE’ attaccato in Stachilagi da Bertoldo Orsini. I senesi si muovono in suo soccorso. Rinieri da Baschi ritorna ai loro stipendi.
1388
Sett.LazioA Roma. Informa i senesi sui movimenti del papa Urbano VI.
1389
Ago.SienaComp. venturaToscanaGli viene contro nottetempo a Montorgiali, in maremma, Spinello dei Tolomei.
Sett.SienaPitiglianoToscanaContrasta nuovamente Bertoldo Orsini. si accosta al castello di Saturnia e lo conquista a forza,
1413ToscanaSi mette sotto la protezione dei senesi. Per censo gli viene imposto la consegna di un palio per la vigilia dell’Assunta.
1414UmbriaToscanaMuore. Sua statua al Prato della Valle a Padova. Costruisce a Baschi un palazzo, attualmente sede del comune.

 CITAZIONI

“Di gran portata nell’armi.” VERDIZZOTTI

“Nell’armi famosissimo.” PILONI

“Capitano insigne.” CAMBRUZZI

“Che teneva nome di gran valore ed esperienze militare.” MOROSINI

“Uomo d’alto cuore e sollecito guerriere.” VILLANI

-“Gentiluomo sanese, peritissimo in guerra.” CITTADELLA

-“Accreditatissimo Capitano di quella età.” G.B. CONTARINI

-“Capitano di esperienza, e di grido.” DIEDO

-“A quel tempo grande et famoso nell’arte della guerra.” A. GATARI

-“Uomo ardente ed imperioso.” LAUGIER

-“In quel tempo espertissimo nell’arme.” SABELLICO

-“Capitano di segnalata esperienza e di molto grido in Italia.” TENTORI

-“Valentissimo huomo.” ARROSTI

-“Gentiluomo senese di Maremma.” LOMBARDI

-“Valoroso capitano, conte ghibellino.” BATINI

Fonte immagine: Marsiliana

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