Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
RICCIO DA MONTECHIARO (Riccio da Montichiari, Giannotto Riccio) Di origini non nobili. Signore di Arpino, Sora, Cassino ed Aquino. La scultura sopra riportata, rappresentante Sant’Andrea Apostolo, che si trova ad Arpino, proviene dalla chiesa del piccolo villaggio di Montenero distrutta dal condottiero nel 1434.
- 1445 ca.
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1423 | |||||
Giu. | Re d’Aragona | Napoli | Campania | Milita agli ordini di Braccio da Montone. E’ inviato a Capua in soccorso del re Alfonso d’Aragona con Bernardino degli Ubaldini della Carda, Arrigo della Tacca, Jacopo Caldora ed Orso Orsini alla testa di 1200 cavalli e 1000 fanti. | |
Ott. | Campania | Prende la via del mare, attraversa la foce del Volturno ed entra in Napoli alla notizia dell’arrivo in città di rinforzi catalani provenienti da Barcellona. | |||
1428 | |||||
Ago. | Chiesa | Bologna | Capitano g.le fanteria | Romagna | Segue Jacopo Caldora in Romagna. Ad Imola al comando della fanteria pontificia. |
1431 | |||||
Lug. sett. | Comp. ventura | Chiesa | Lazio | Aizzato dai nemici dello stato della Chiesa, devasta le terre dell’abbazia di Montecassino; pone a sacco San Pietro in Fiore (San Pietro). Gli vengono contro l’abate Pirro Tomacelli e Francesco Caracciolo con 500 cavalli e 200 fanti: il conflitto avrà termine dopo tre mesi per l’intervento della regina di Napoli Giovanna d’Angiò. | |
1433 | |||||
Estate | Fortebraccio | Chiesa | Appoggia Niccolò Fortebraccio ai danni dei pontifici. | ||
Nov. | Baroni ribelli | Napoli | Puglia | Combatte al fianco dei baroni contro il governo centrale di Napoli. Con Cicco Antonio de Caris viene sconfitto da Jacopo Caldora. | |
1435 | |||||
Primavera | Napoli | Re d’Aragona | Campania | Milita agli stipendi del Caldora contro gli aragonesi ed i loro alleati. Con Antonio e Berlingieri Caldora affronta il principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo; prende parte all’assedio di Capua. | |
Estate | Re d’Aragona | Napoli | 700 fanti | Lazio | All’assedio di Gaeta. |
Ago. | Lazio | Gli aragonesi sono disfatti nella battaglia navale di Ponza; come conseguenza il presidio di Gaeta capitanato da Francesco Spinola assale Riccio da Montechiaro e lo mette in fuga con Ruggero e Cristoforo Gaetani. | |||
1436 | |||||
Mag. | Comp. ventura | Chiesa | Lazio | Si unisce con Antonio da Pontedera; devasta il basso Lazio; si trova con tale condottiero a Priverno alla testa di 2000 fanti e di 500/600 cavalli. Affrontato dal cardinale Giovanni Vitelleschi è sconfitto e costretto alla fuga: Antonio da Pontedera, catturato, è viceversa impiccato. | |
Lug. | Re d’Aragona | Napoli Chiesa | Abruzzi | Si collega con Menicuccio dell’ Aquila e Francesco Piccinino; costituisce un esercito di 2500 cavalli e di 100 fanti per assediare L’Aquila. Costretto a ritirarsi, è assediato a sua volta in Penne dai pontifici del cardinale Vitelleschi comandati da Raimondo Caldora e da Antonuccio dell’ Aquila. Gli avversari ripiegano. | |
Ago. | Abruzzi e Lazio | Viene assalito nella valle di Oliveto; in breve è ridotto allo stremo. Il cardinale Vitelleschi si volge allora verso San Germano (Cassino), gli conquista tale castello con quelli di Aquino e di Arpino. | |||
Sett. | Lazio ed Abruzzi | Blocca il passo ai pontifici; assediato in Ceprano, si accorda con gli avversari per una tregua. Nominato con Menicuccio dell’ Aquila viceré dell’Abruzzo approfitta della lontananza del Caldora in Puglia per scorrere la regione. | |||
Ott. | Abruzzi | Sempre con Menicuccio dell’Aquila si impossessa nottetempo di Pescara. E’ catturato Lionello Accrocciamuro. | |||
Nov. | Abruzzi | Gli sono consegnati 1000 ducati per le necessità dei suoi uomini. | |||
1437 | |||||
………….. | Lazio | Perde Ceprano ed altre terre ad opera dei pontifici. | |||
Ago. | Campania | Si congiunge con Giovanni Ventimiglia; si porta a Tocco Caudo per tagliare la strada di Benevento ai pontifici mentre il principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo si accampa nei pressi di Montefusco con 1500 cavalli e 800 fanti. Riccio da Montechiaro non riesce ad impedire che le milizie alleate cadano in un agguato e che sia catturato lo stesso Orsini del Balzo. | |||
Dic. | Campania | Viene a sua volta sorpreso dal Caldora e dal cardinale Vitelleschi con le truppe regie a Giugliano in Campania: i suoi uomini sono spogliati delle armi. | |||
1438 | |||||
Gen. | Gli sono consegnati 500 ducati per provvedere di armi la propria compagnia. | ||||
Mar. | Campania e Lazio | Si ferma a Sessa Aurunca per alcuni giorni; vi fronteggia le truppe di Renato d’Angiò; muove contro la Rocca Janula di Cassino e se ne impossessa forse per trattato. Ne è espulso l’abate di Montecassino favorevole alla fazione angioina: al castellano sono fatti consegnare dal re Alfonso d’Aragona 50 ducati e 25 ducati sono dati a quindici soldati che vi sono entrati per primi. | |||
Ago. | Abruzzi | Alla guardia di Castelvecchio Subequo. | |||
1439 | |||||
Autunno | 500 cavalli | Campania Abruzzi e Lazio | Soccorre a Napoli i difensori di Castel dell’Ovo, assediati per mare dai genovesi e per terra da Renato d’Angiò. Sconfitto, è obbligato a fuggire nei suoi possedimenti a Loreto Aprutino: assalito da Jacopo Caldora, questi gli sono tolti nell’arco di tre mesi. Ripara a Cassino. | ||
1440 | |||||
Aprile | Angiò | Re d’Aragona | Abruzzi | Affianca Antonio Caldora all’assedio di Sulmona. | |
Mag. | Molise | Il cardinale di Capua Nicola Acciapaccia si adopera affinché si riconcili con i pontifici; si reca a Boiano con Antonio Caldora e vi si incontra con Renato d’Angiò. | |||
Giu. | Campania | Si colloca nella valle di Benevento; occupa un colle vicino al campo aragonese della Pelosa e batte gli avversari con Antonio Caldora al ponte della Tufara. | |||
Lug. | Re d’Aragona | Angiò | Campania | Giunge a Dogliuolo (Poggioreale); invia messaggeri ad Alfonso d’Aragona cui fa capire che solo grazie al suo interessamento ed a quello di Antonio Caldora spetta il merito di non avere trasformato la sconfitta aragonese in rotta. Si reca a Napoli e presenzia alla cena svoltasi in Castel Capuano in cui Renato d’Angiò accusa di tradimento il Caldora: Antonio Caldora è imprigionato, salvo ad essere liberato poco dopo per le pressioni di Raimondo Caldora. Riccio da Montechiaro convince il suo capitano che è giunto il momento di concludere le trattative con Alfonso d’Aragona. | |
Ago. | Re d’Aragona | Sforza | Abruzzi | Lotta contro le milizie di Francesco Sforza co Giosia Acquaviva e Raimondo Caldora. | |
1441 | |||||
Primavera | Abruzzi | Si collega nuovamente con Raimondo Caldora e Giosia Acquaviva. Contrasta negli Abruzzi Cesare da Martinengo alla difesa dei possedimenti di Francesco Sforza. | |||
Lug. | Abruzzi | Assalito ad Ortona, è sconfitto e messo in fuga da Alessandro Sforza. Si salva con la fuga a Chieti, | |||
1442 | |||||
Gen. | Gli sono consegnati dagli aragonesi 1000 ducati. | ||||
Mar. | Tratta con il prefetto di Roma per passare agli stipendi dello stato della Chiesa. | ||||
Apr. | Chiesa | Napoli | Lazio e Campania | Si reca a Cassino dove il governatore aragonese Arnaldo Sans ha l’ordine da Alfonso d’Aragona di arrestarlo. Si ferma sulla porta del castello per discorrere con le guardie e dare, in tal modo, tempo ai suoi uomini che lo seguono di avvicinarsi; gli viene incontro Arnaldo Sans, apparentemente per intrattenerlo. I due capitani entrano nella località insieme. Gli abitanti favorevoli all’ abate di Montecassino ed allo stato della Chiesa attorniano il governatore e lo catturano. Riccio da Montechiaro fa legare Arnaldo Sans, lo conduce in catene sotto le mura della Rocca Janula, chiama il fratello di costui Bernardo (o Martino, secondo le fonti) e gli fa dire che è pronto ad impiccare il congiunto se non si presta alla resa. Avuta risposta negativa ordina un vano assalto alle mura; il giorno seguente giunge il re di Napoli che gli intima di lasciare la località in cambio del suo perdono. Riccio da Montechiaro lascia una parte del presidio alla difesa di Cassino e si reca a Teano; rientra subito a Cassino compiendo nella stessa giornata sessanta miglia senza che gli avversari se ne accorgano. Riprende l’assedio. Vi è un attacco improvviso alle sue linee portato dalla montagna dal Mendoza con 300 fanti: costoro superano i posti di guardia con il pretesto di volere disertare a suo favore. Scopre l’ inganno e fa fronte a tali soldati. Alfonso d’Aragona lo fa assalire da tutte le truppe. Deve fuggire nello stato pontificio. | |
1443 | |||||
Feb. | Campania | Si riconcilia con Alfonso d’Aragona. Presenzia al suo solenne ingresso in Napoli. Viene armato cavaliere. | |||
1445 | Muore. |
CITAZIONI
-“Colonnello di fanti ed huomo di poca fede ed avarissimo.” DI COSTANZO
-“Quo tempore Riccius Monteclarus olim gregarius miles, sed ea tempestate Candolae militans, ab eo defecit, ad idque fastigii postea pervenit, ut viginti octo Castella et Civitates possideret, in quibus Arpinum, et Sora.” BUONINCONTRO
-“Erat Ricius obscuris ortus parentibus, homo levissimus et modo harum, modo illarum partium. (Nam) ex milite gregario ductor factus, magna latronum manu comparata, aliquot Romani pontificatus oppida armis oppresserta. “FACIO
-“Magnifico et strenuo.” Da un documento riportato dal FARAGLIA
-“Prima soldato di ventura, poi capitano di venturieri e di ribaldi. Costui era uno di coloro, che nelle fazioni mai mancano, e vengono in campo non ad ingrossar una delle parti, ma ravvolgendo tra queste, aspreggiarle e fare suo prò.” TOSTI
Fonte immagine in evidenza: beniculturali.it , La scultura proviene dalla chiesa del piccolo villaggio di Montenero distrutto nel 1434 da Riccio di Montechiaro