0979 RENZO MANCINI (Lorenzo Mancini) Di Roma. Fratello di Giovanni Battista Mancini.
1468 – 1514 (dicembre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1504 |
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Ott. |
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Lazio |
Si rifugia a Poli ospite dei Conti. Il papa Giulio II ordina che Renzo Mancini sia consegnato al vescovo di Chiusi. Il condottiero fugge dalla rocca e si rifugia presso i Conti del ramo di Valmontone. |
1505 |
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Apr. |
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Lazio |
E’ emanato un nuovo breve affinché sia consegnato ai pontifici: segue una nuova fuga da parte del Mancini. |
1509 |
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Mag. | Venezia | Francia |
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Lombardia |
Prende parte alla battaglia di Agnadello. |
1510 |
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Apr. |
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Veneto |
Chiede il permesso di lasciare il veronese e di recarsi a Venezia per lamentarsi della sua situazione personale. |
Mag. |
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Veneto |
Si trova al campo di Brentelle, presso Padova: è lodato per il suo operato dal provveditore generale Andrea Gritti. Quando Montacuto di Montacuti abbandona il campo veneziano al Mancini viene dato il comando della sua compagnia. Gli è pure riconosciuta una provvigione annua di 400 ducati. |
Giu. | Venezia | Francia Impero |
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Veneto |
Si muove con Taddeo della Volpe verso Carturo e Fontaniva; non vuole sottostare agli ordini del capitano di Imola. Il fatto provoca aspri giudizi nei suoi confronti da parte del Gritti. Il Collegio dei Pregadi dà mano libera ai provveditori. |
Lug. |
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Veneto |
Esce da Padova e giunge a Venezia con una lettera di presentazione degli stessi provveditori; è ricevuto dal doge Leonardo Loredan. La sua situazione è esaminata dal Consiglio dei Savi. Gli viene consegnato del denaro a fronte di paghe pregresse e gli è concessa una condotta di 100 balestrieri a cavallo. Rientra a Padova. |
Ago. |
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89 cavalli leggeri | Veneto |
Opera a Cologna Veneta con gli stradiotti; sempre nel periodo a causa delle sue malversazioni i provveditori sono ancora costretti a minacciarlo di licenziamento. Entra con otto cavalli nel borgo di San Pietro di Vicenza, città controllata dagli imperiali, e vi cattura un prigioniero di taglia; chiede ai veneziani 500 ducati per la consegna di quest’ultimo. La richiesta è esaminata dal Consiglio dei Savi. |
Sett. |
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Veneto |
Lascia il campo di Montebello Vicentino; giunge a San Martino Buon Albergo: gli avversari sono costretti a ripiegare. Il suo comportamento è questa volta elogiato dai provveditori. Il Mancini si sposta all’assedio di Verona; quando i veneziani sono costretti a ritirarsi si unisce con Giovanni Greco e Niccolò da Pesaro. Con 300 cavalli assale in Valpantena 800 uomini usciti a saccheggiare il territorio. Gli avversari subiscono la perdita di 200 uomini tra fanti e cavalli; altri sono catturati dopo essere stati inseguiti sino al Monte di San Felice. |
Ott. |
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Veneto |
Uccide a Montagnana un suo balestriere: è costretto a fuggire a Verona. Raggiunge la città con la scorta di 26 cavalli della sua compagnia. |
1511 |
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Sett. | Venezia | Francia |
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Veneto |
Perdonato dalla Serenissima, ritorna a Treviso con il provveditore Giovanni Paolo Gradenigo; si offre nuovamente ai veneziani e chiede loro che gli sia restituita la sua compagnia. Il provveditore interviene a Venezia a suo favore. Scorre verso Bassano del Grappa e con Costantino Paleologo nei pressi di Montebelluna. |
Ott. |
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Veneto |
Termina l’assedio di Treviso da parte dei francesi; esce dalla città con parecchi cavalli leggeri per la Porta di San Tommaso e si pone al loro inseguimento. Si scontra con i nemici; cattura venti cavalli di Giovanni Gonzaga che stanno scortando da Conegliano un convoglio di vettovaglie: tra i veneziani sono uccisi più di 20 soldati. |
……… |
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Veneto |
Fa legare ad una pianta un suo cavaliere che vuole disertare e lo fa uccidere dai suoi a colpi di balestra. Il Gritti ordina la cattura del condottiero romano; il Mancini abbandona il servizio della Serenissima. |
1512 |
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Apr. | Francia | Chiesa |
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Toscana e Lazio |
A Pitigliano. Dopo la battaglia di Ravenna è avvicinato dai francesi che consegnano a lui, al vescovo di Rieti, a Pompeo Colonna, Muzio Colonna. Marcello Colonna, Giulio Colonna, Roberto Orsini, Pietro Margano ed a Antimo Savelli del denaro affinché, tutti insieme, approfittino di uno stato catalettico del papa Giulio II, si ribellino allo stato della Chiesa ed attacchino i pontifici nella Campagna romana. |
……… |
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Lazio |
Vive a Roma e parteggia per i colonnesi. Nella città commette alcuni omicidi fra i quali fa scalpore l’uccisione di un suo parente nella chiesa della Minerva. Il suo palazzo è trasformato in un fortino, munito anche di piccoli pezzi di artiglieria. |
1514 |
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Dic. |
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Lazio |
E’ fatto catturare nottetempo dal papa Leone X. Condotto in Castel Sant’Angelo il giorno di Natale è condannato alla decapitazione. La sua testa è posta sopra il corpo sul ponte di Sant’ Angelo. E’ sepolto nel cortile a destra della basilica degli Apostoli nella cappella di San Tommaso. |
CITAZIONI
-“Valentissimo della persona sua, non stimava homo del mondo.” TEDALLINI
-“E’ valentissimo.” SANUDO
-“Capitano di fama.” CASCIOLI
-“Vedendo il bon renzo mancino/ esser morto e privato d’ogni compagno/ proprio parea un gran lupo menino/ quanto che fece lui il guerrier magno/ hors in quella hora quello sintope/ facendo a molti la barba di stope.” Da “La storia del fatto d’arme de Geradadda” in GUERRE IN OTTAVA RIMA
-La moglie fa incidere sulla sua tomba il seguente epitaffio “DMO/ Lucius hac Laurens tegitur Mancinus in urna/ Clarus eques, claro sanguine, Marte potens,/ Qui Venetum ducens romano pectore turmas/ Rettulit haec dextra parta trophea Iovi:/ Consiglio, virtute, manu, si vita fuisset,/ Odrysii poterat vincere facta Dei./ Proh dolor! infelix posuit Foelicita coniux/ Arciona haec charo moesta sepulchra viro./ Queri etiam ut dulcem viva complexa maritum/ Constituit moriens ossibus ossa sequi./ Vixit annos XLII m. IV d. III, hor. XI./ Obiit anno a salutifere nativitate MDXIV”