Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
RAIMONDO ORSINI DEL BALZO (Raimondello Orsini del Balzo, Raimondello da Nola) Di Taranto.
Principe di Taranto, conte di Lecce e di Soleto, conte di Acerra, barone di Flumeri. Signore di Venosa, Benevento, Brindisi, Conversano, Monopoli, Otranto, Gallipoli, Veglie, Nardò, Oria, Ostuni, Martina Franca, Ugento, Ginosa, Palagiano, Mottola, Galatina, Tricase, Marigliano, Vico Equense, Campagna, Guardia Lombardi, Castellaneta, Francavilla Fontana, Massafra, Mottola, Polignano a Mare, Acerra, Altamura, Lavello, Locorotondo, Minervino di Lecce, Trevico. Figlio di Niccolò Orsini: assume il cognome del Balzo dalla madre. Probabile padre del Tartaglia.
1350 ca. – 1406 (gennaio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
……………. | Napoli | 700 cavalli | Francia Campania Grecia Israele Egitto | Il padre fa succedere al suo posto il fratellastro Roberto nella contea di Soleto. In quanto secondogenito di una nobile famiglia romana nel febbraio 1370 viene inviato ad Avignone presso il papa Urbano V. Il suo carattere ribelle lo fa ritornare a Nola. Alla morte della madre Maria del Balzo eredita una grande quantità di oro e gemme preziose. Deluso nelle sue aspettative, crea una sua compagnia di ventura (700 cavalli). Si mette a disposizione del cugino Giacomo del Balzo, despota della Morea, spodestato del principato di Taranto dalla regina di Napoli Giovanna d’Angiò. Combatte i turchi nei Balcani e in Terra Santa. Al fine di distinguersi dal padre e dal fratello, decide di assumere accanto al cognome degli Orsini quello dei del Balzo. Adotta nel contempo una nuova insegna gentilizia utilizzando sia lo stemma degli Orsini che quello dei del Balzo. Con il saccheggio di varie località accumula immensi tesori; inizia pure a raccogliere ogni sorta di reliquia sacra come un grosso pezzo della Santa Croce, che donerà più tardi alla chiesa di San Francesco d’Assisi. In Palestina entra in amicizia con alcuni membri della famiglia di Nanteuil (de Nantolio), cavalieri di una casata nobiliare francese imparentata con la famiglia reale d’Angiò. Guglielmo di Nanteuil, barone di molte terre e signore di numerosi castelli, diviene il suo più fidato cavaliere. Prima di rientrare in Italia si reca in Egitto sul Sinai, nel monastero dove è conservata la tomba di Santa Caterina d’Alessandria. Nel baciare la mano della salma strappa con i denti un dito della reliquia, che porterà con sé in Puglia. Per altre fonti Raimondo Orsini del Balzo, anziché in Palestina, si sarebbe recato in Prussia per collegarsi con i cavalieri teutonici della compagnia di Guido di Chauvigny, signore di Chateauroux, nell’ambito dei cosiddetti “viaggi di Prussia”, intrapresi per combattere i lituani pagani. Sbarca ad Otranto con la sua compagnia di 700 cavalli e si impossessa della contea di Soleto. Raggiunge San Pietro in Galatina (Galatina) e vi si accampa con i suoi uomini. Hanno così inizio le ostilità con i feudatari dei paesi confinanti. | |
1379 | |||||
Apr. | Napoli | Campania | Al servizio della regina di Napoli Giovanna d’Angiò. Nominato capitano della Terra di Lavoro, ha l’incarico con il reggente della Vicaria Stefano Ganga di reprimere il brigantaggio che infesta il napoletano. Emana un bando che promette il perdono a chiunque deponga le armi entro il termine di otto giorni. Non mantiene i patti e fa impiccare i banditi che trova nella sua strada; numerosi sono pure gli uomini attanagliati e squartati in Napoli, specie tra i fautori del papa Urbano VI che hanno provocato tumulti nella città. | ||
……………. | Piemonte | A Santhià, come testimone della pace tra il marchese del Monferrato ed i Visconti. | |||
1381 | Puglia | Prende parte ad una giostra in cui ha modo di disarcionare dalla sua cavalcatura il Malacarne. | |||
1382 | |||||
Mag. ago. | Orsini | Napoli | Puglia | Occupa la contea di Soleto tarantino (con giurisdizione sui feudi di Galatina e Cutrofiano, i casali di Zollino, Aradeo, Sogliano e il castello di Sternatia) donatigli dallo zio Raimondo del Balzo ed usurpatigli dal padre a favore del primogenito Roberto. Niccolò Orsini si rivolge al re Carlo di Durazzo. A giugno il sovrano dà ordine al gran siniscalco Marsilio de Confaloneris ed a Ruggero Gesualdo di portarsi in Terra d’Otranto ai suoi danni. E’ richiesto all’Orsini del Balzo la restituzione delle terre e dei castelli da lui occupati. Affronta i San Severino e riporta una vittoria sugli avversari. | |
Sett. | Napoli | Angiò | Capitano di guerra | Viene indetta una riunione a Sulmona per combattere l’Orsini del Balzo. Il re di Napoli giorni dopo trae al suo partito il condottiero, lo insignisce dell’ ordine cavalleresco della Nave nominandolo nello stesso tempo ciambellano con una rendita annua di 300 once d’oro. E’ pure eletto capitano di guerra in Terra di Bari ed in Terra d’Otranto contro il conte di Conversano Luigi d’Enghien e quello di Lecce Giacomo da San Severino. Gli viene assicurato uno stipendio mensile di 300 ducati; come contropartita deve avere al suo servizio 10 lance scelte (cui è riconosciuto uno stipendio mensile di 18 ducati). | |
…………… | Puglia | E’ inviato a Barletta con 700 cavalli. Ha il compito di difendere la località dagli attacchi di Luigi I d’Angiò. | |||
1383 | |||||
Feb. | Campania | Viene catturato nei pressi di Napoli dal conte di Caserta Francesco della Ratta, che milita nel partito avverso. Viene liberato attraverso uno scambio di prigionieri con Angelo Pignatelli. | |||
1384 | |||||
……………. | Puglia | Entra a diverbio a Barletta con alcuni nobili, i della Marra, che hanno messo in discussione i suoi ordini. Fa decapitare 9 membri di tale famiglia: gli abitanti si dolgono con il re. Il sovrano, sia perché sospetta Raimondo Orsini del Balzo di tradimento, sia per non scontentare i cittadini, lo destituisce e dà l’ordine di incarcerarlo. | |||
Apr. | Angiò | Napoli | Puglia | Catturato a Barletta, è rinchiuso in un castello: i cavalli bretoni, italiani e tedeschi della sua compagnia lasciano la località. A fine mese Raimondo Orsini del Balzo fugge dalla città con uno stratagemma, corre verso Bari dove si trova accampato Luigi I d’Angiò e gli chiede di militare al suo servizio. E’ subito raggiunto da una compagnia di soldati che, pur di combattere ai suoi ordini, diserta dall’ esercito durazzesco. | |
……………. | Capitano g.le | Puglia | Luigi I d’Angiò per legarlo maggiormente a sé lo nomina capitano generale e gli fa sposare la contessa di Lecce Maria d’Enghien. Reprime in Lecce una rivolta organizzata dal Malacarne. | ||
Lug. ago. | Puglia | Entra in Bari, di cui ottiene la cittadinanza. Occupa Bisceglie. | |||
Sett. | Puglia | Luigi d’Angiò muore a Bisceglie. Con il conte di Conversano, Luigi d’Enghien, ed il conte di Potenza l’Orsini del Balzo partecipa all’ acclamazione a re del figlio dello stesso Angiò, anch’egli di nome Luigi. | |||
1385 | |||||
Lug. | Chiesa | Napoli | Campania | L’abate di Montecassino Pietro Tartaro assedia in Nocera Urbano VI. Il papa manda a chiamare Raimondo Orsini del Balzo per avere il suo sostegno contro i durazzeschi. Con il conte di Caserta Francesco della Ratta ed il conte di Sant’Agata (400 lance) si impadronisce di Afragola; invia in avanscoperta 60 cavalli che giungono a Casa Nova; si scontra con gli uomini di Cobello Stendardo; inizia a scorrere il territorio tra il capoluogo, Acerra ed Aversa razziando molto bestiame e catturando alcuni uomini d’arme di Villanuccio da Villafranca, fermo a sua volta a Sarno. Gli viene contro Alberico da Barbiano. Raimondo Orsini del Balzo supera la resistenza degli avversari in un combattimento in cui rimane ferito ad un piede da un colpo di lancia; entra nel castello di Nocera dove è assediato il pontefice. E’ informato dell’ intenzione di Urbano VI di abbandonare la località; lo persuade a rivolgersi per soccorsi a Tommaso da San Severino. | |
Ago. | Campania | Ricevuti 10000 fiorini parte con la benedizione papale e ritorna dopo tredici giorni con Lotario di Svevia e Tommaso da San Severino alla testa di 3000 cavalli. Entra nuovamente in Nocera, sconfigge Ludovico da Barbiano e Villanuccio da Villafranca e si apre un varco tra gli assedianti. Lascia il castello ed inizia una romanzesca fuga che porta Urbano VI per la strada di San Severino e di Giffoni nel contado di Campagna e di Buccino ed alle foci del Sele. Qui il pontefice può salpare su 10 galee genovesi, inviate dal doge Antoniotto Adorno e capitanate da Clemente di Facio, che lo condurranno in salvo a Civitavecchia. Per alcune fonti l’Orsini del Balzo avrebbe condotto il pontefice a Flumeri, poi a Benevento, a Minervino. Urbano Vi si sarebbe imbarcato, sempre su navi genovesi, tra Barletta e Trani per essere condotto prima a Massina, quindi nel golfo di Napoli e, da ultimo, a Genova. Il viaggio via terra, in ogni caso, si rivela più problematico del previsto perché Urbano VI, nella sua fuga dalla fortezza conduce con sé in catene alcuni vescovi e 6 cardinali, già da lui fatti torturare perché accusati di avere voluto la sua deposizione. Il vescovo di L’Aquila viene ammazzato per strada ed il suo cadavere è lasciato insepolto sulla strada. I restanti cardinali saranno tutti uccisi a Genova, alcuni strozzati, altri gettati in mare chiusi entro dei sacchi. Durante la marcia non mancano alcuni episodi di ammutinamento da parte dei soldati della scorta che temono di non godere a missione eseguita del premio promesso. L’Orsini del Balzo persuade nei pressi di Salerno i riluttanti a seguirlo ed a tralasciare ogni pensiero di vendere Urbano VI all’antipapa Clemente VII. Il pontefice per l’aiuto ricevuto riconoscerà ai savonesi 60000 fiorini per le spese sopportate per l’allestimento della squadra e darà loro in pegno, fino al termine del pagamento, Corneto (Tarquinia) ed altre terre dello stato della Chiesa. | |||
……………. | Gonfaloniere dello stato della Chiesa | Lazio | Viene nominato dal papa Gonfaloniere dello stato della Chiesa; gli sono concessi in feudo Benevento e la baronia di Flumeri che controlla diciotto castelli. | ||
1386 | Chiesa Napoli | Angiò Antipapa | Puglia | Alla morte in Ungheria di Carlo di Durazzo il papa emana un breve con il quale gli ingiunge di battersi a favore di Ladislao d’Angiò, figlio di Carlo, contro le pretese di Luigi d’Angiò, appoggiato, viceversa, dall’ antipapa. Gli sono consegnati 20000 ducati per assoldare nuove truppe. | |
1387 | |||||
Giu. | Campania | Assale Napoli. Con Berardo da Recanati è vinto a Porta Formello (Porta Capuana). | |||
Lug. | Lazio e Campania | Raccoglie truppe nel contado di Sora; alla notizia che Tommaso da San Severino ed Ottone di Brunswick si stanno dirigendo a Napoli con l’ausilio del partito angioino entra in città per la Porta Capuana. A Nido vince agli inizi la resistenza degli Otto Signori del Buono Stato. Si porta alla chiesa di Santa Chiara dove si scontra con i 2 capitani avversari. Respinto, deve ripiegare a Nola con forti perdite. | |||
Ago. | Campania | Riceve in rinforzo milizie pontificie. Mette presidi a Marigliano, Acerra, Nola; da Aversa inizia a tagliare il flusso dei rifornimenti che sono diretti a Napoli provenienti da Benevento e dalla Puglia. | |||
Autunno | Campania e Puglia | I San Severino frustrano ogni suo tentativo e lo obbligano a rifugiarsi ad Otranto. | |||
1392 | |||||
Giu. | Campania | Prende in pegno Acerra e Guardia Lombardi da Ottone di Brunswick. A dicembre diviene definitivo da parte sua il controllo di tali feudi che interessano in Campania, con la contea di Acerra, diversi borghi come Marcianise, S. Vitaliano e Trentola, ed in Irpinia le baronie di Flumeri-Trevico e di Guardia Lombardi. | |||
……………. | Chiesa Napoli | Angiò Antipapa | Gonfaloniere dello stato della Chiesa | E’ riconfermato dal papa Bonifacio IX nei suoi titoli di gonfaloniere dello stato della Chiesa e di protettore del regno di Napoli. | |
1393 | Angiò Antipapa | Napoli | 500 lance | Puglia | Abbandona la causa di Ladislao d’Angiò per mezzo del conte di Conversano Luigi d’Enghien e passa al servizio di Luigi II d’Angiò. Gli è concessa una condotta di 500 lance il cui pagamento è assicurato dalle entrate fiscali delle terre di Bari e di Otranto. Raimondo Orsini del Balzo invia da Lecce al pretendente al regno di Napoli un presente di 1500 libbre di argento lavorato, 3 destrieri, un cammello, due schiavi, alcune scimmie ed altri animali esotici per il tempo. Convocato, lascia la Terra d’Otranto e si incontra a Spinazzola con Luigi II d’Angiò che gli promette il principato di Taranto. Affronta i durazzeschi senza veramente impegnarsi. Non partecipa per lungo tempo ad azioni di guerra; rimane sostanzialmente in Puglia alla guardia dei suoi feudi. |
1398 | |||||
Mar. | Napoli | Angiò | Puglia | Muove alla testa di 4000 cavalli e 3000 fanti contro l’esercito durazzesco. A Canosa di Puglia si incontra con Ladislao d’Angiò; gli offre la sua amicizia abbandonando la causa di Luigi d’Angiò. Gli è promesso il principato di Taranto già concesso dai durazzeschi ad Ottone di Brunswick. | |
Apr. giu. | Napoli | Taranto | Puglia | Affianca Ladislao d’Angiò all’ assedio di Taranto. A giugno ha il comando delle truppe per portare a termine le operazioni. Entra finalmente nella città a nome del re di Napoli e sotto le insegne del papa Bonifacio IX. | |
1399 | |||||
Ago. nov. | Taranto | San Severino | Puglia | Bernabò da San Severino lo assale per difendere il suo feudo di Nardò compreso, in linea teorica, nel principato di Taranto. In soccorso di Raimondo Orsini del Balzo giunge con 500 cavalli il marchese di Crotone. A novembre vi è un primo scontro con l’avversario. Nello stesso mese il re di Napoli ratifica a suo favore la concessione del principato di Taranto; gli sono concesse, come da informazione del sovrano a Stefano da San Severino, anche le terre di Matera, Spinazzola, Laterza, Gioia del Colle, Massafra sulle quali vantano diritti anche Carluccio Ruffo di Calabria e Benedetto Acciaiuoli. | |
Dic. | Chiesa | Gonfaloniere dello stato della Chiesa | A metà mese Bonifacio IX lo sceglie ancora come gonfaloniere dello stato della Chiesa e lo infeuda del principato di Taranto. Ladislao d’Angiò lo nomina viceré in Terra d’Otranto. | ||
1400 | |||||
Ott. | Taranto | San Severino | Puglia | Ha una controversia con Ugo da San Severino per il possesso di Castellaneta. Lotta ancora contro Bernabò da San Severino: è sconfitto tra Galatone e Galatina. Il conflitto ha termine solo per l’azione di Tommaso da San Severino che, su sollecitazione del re Ladislao d’Angiò, si pone come paciere tra i due contendenti. | |
1401 | |||||
Gen. | Puglia | Rifiuta le proposte di Luigi II d’Angiò (con cui si incontra a Spinazzola e che ospita a Taranto) di unirsi alla sua causa per combattere i durazzeschi. Negli stessi giorni Ladislao d’Angiò gli ordina di occupare per conto della curia regia i feudi in Terra d’Otranto che possiede Rizzardo de Hughoth, allontanatosi dal regno di Napoli senza licenza, e di confiscarglieli se questi non avesse fatto ritorno in sede entro un mese. | |||
Apr. | Puglia | Con il ritorno in Provenza del sovrano angioino è convocato a Napoli in Santa Chiara per un parlamento generale indetto da Ladislao d’Angiò. | |||
Mag. | Taranto | Napoli | Campania e Puglia | Non partecipa all’ assemblea dei nobili; è dichiarato ribelle ed è attaccato nei suoi possedimenti. In breve viene spogliato di Marigliano, nonché di Benevento, della baronia di Flumeri e di Vico Equense. Gli avversari entrano nella terra di Bari. Soccorso dagli Orsini si dirige nella pianura di Canosa di Puglia per andare incontro al re alla testa di 4000 cavalli e 3000 fanti. Invece di combattere dà l’ordine ai suoi soldati di non muoversi: chiuso nella sua armatura galoppa con una piccola scorta verso il lato della pianura dove appare la figura del sovrano napoletano. Seguono atto di omaggio da un lato e dall’altro riconferma del principato di Taranto (in cambio di 75000 ducati, di cui la metà è pagata dalla comunità di Lecce); gli sono anche concessi in feudo Otranto, Nardò, Ugento, Gallipoli, Oria, Ostuni, Mottola e Martina Franca. Deve invece restituire al demanio regio alcune terre, tra cui Brindisi e Barletta con i relativi porti. In questo periodo le entrate di Raimondo Orsini del Balzo sono superiori a quelle della corte regia. | |
……………. | Puglia | Negli anni seguenti il re di Napoli applica la tattica del “divide et impera” mettendo i grandi feudatari l’un contro l’altro: il sovrano fa così punire gli abitanti di Castellaneta che si sono ribellati a Ceccarella da San Severino per darsi a Raimondo Orsini del Balzo e fa assediare in Conversano, dal conte di Matera, Stefano da San Severino, Luigi d’Enghien, stretto congiunto della moglie di Raimondo Orsini del Balzo. | |||
1405 | |||||
……………. | Ottiene in feudo Pozzogrande. Presta al papa Innocenzo VII 50000 ducati: ottiene in pegno Brindisi e la riscossione di parte delle decime della Sicilia. | ||||
Primavera | Ladislao d’Angiò riesce a catturare con l’inganno molti componenti della famiglia San Severino, tra cui Venceslao e Tommaso, con i loro figli, e Gaspare, conte di Matera. Tutti sono rinchiusi nelle segrete di Castelnuovo; sono qui strangolati ed i loro corpi sono gettati nel fossato del castello in pasto ai cani. | ||||
……………. | Dopo la distruzione dei di Marzano, dei Ruffo e dei San Severino Raimondo Orsini del Balzo incomincia a temere per la propria incolumità. | ||||
Dic. | Taranto | Napoli | Puglia | Si solleva a favore di Luigi II d’Angiò. | |
1406 | |||||
Gen. | Puglia | Con il duca d’Andria Guglielmo del Balzo, il conte di Nola Pietro Orsini ed il conte di Conversano Pietro d’Enghien è sciolto dal pontefice da tutti i giuramenti di fedeltà prestati al re di Napoli. E’ affrontato dal Malacarne. A metà mese cade in un’imboscata, presso Lecce o nelle vicinanze di Taranto, dopo che gli avversari hanno simulato la fuga di fronte alla sua offensiva. Ferito alla coscia da una freccia, riesce a riparare a Taranto dove muore. E’ sepolto in un primo momento di nascosto in tale città nella chiesa di San Francesco accanto al cugino Giacomo del Balzo. Di seguito la salma viene trasportata a Galatina per essere tumulata nella chiesa di Santa Caterina di Galatina in un imponente monumento funerario realizzato per ordine della moglie Maria d’Enghien. Nella stessa località Raimondello Orsini del Balzo fa edificare oltre alla chiesa di Santa Caterina, anche un convento gestito dai francescani ed un ospedale per infermi e pellegrini. Altre fonti parlano di una sua sepoltura a Napoli, a Nola o nel duomo di Taranto accanto a Francesco e Giacomo del Balzo. Ritratto (ora scomparso) nella chiesa di San Francesco in Assisi. La sua vedova, Maria d’Enghien, dopo la sua morte, è costretta a sposare il re di Napoli Ladislao d’Angiò. |
CITAZIONI
-“Famoso capitano di quell’età.” GUGLIELMOTTI
-“Uomo valorosissimo di braccio.” PETRONI
-“Fu di tanto valore, che di privato cavaliere si fece il maggior signore che fosse stato mai nel regno di Napoli.” DI COSTANZO
-“Questo fu quel Ramondello dello Orsini, che venuto a visitare il corpo di S. Francesco in Assisi, donò a quella chiesa un grosso pezzo del legno della Santa Croce, che seco aveva recato di Soria, il quale visto dopo da papa Sisto Quarto, e dubitando che per la grandezza non fosse frammento di tanta reliquia, volle accertarsi della verità, poiché postolo nel fuooco non arse. Nella qual chiesa Ramondello fece fare il suo ritratto in pittura.” GAMURRINI
-“Abile e prode capitano.” VOCINO
-“Il quale nell’arte militaria fo splendidissimo capitano et signore e al suo tempo fece di mirabil fatti, aquistando grandissimo honore.” BROGLIO
-“Un soggiorno in Prussia faceva parte a pieno titolo del “cursus honorum” di un cavaliere e – fatto importante nel caso di Orsini, allora semplice scudiero era l’occasione per ricevere l’investitura cavalleresca in campo di battaglia. Quindi proprio in Prussia egli divenne cavaliere, nonché confratello e familiare laico dell’Ordine teutonico, con il diritto di portare il mantello sul quale era raffigurata la croce dell’Ordine tagliata a metà ( a forma di T). Più tardi, divenuto uomo potente, figura come protettore e benefattore dei teutonici e si interessa alle vicende della Prussia: non è escluso che fu lui a inviare al gran maestro dell’Ordine la reliquia della manna di S. Nicola di Mira (di Bari)…Uno dei maggiori esponenti della mentalità cavalleresca, benché passasse la sua vita in battaglia e spedizioni militari, la sua cultura si fondava sull’esempio della nobiltà europea. Era membro dell’Ordine cavalleresco della Nave (Ordre de la Nef) che Carlo III di Durazzo aveva fondato a Napoli nel 1381, seguendo l’esempio degli ordini di S. Giorgio ungherese, della Giarrettiera inglese, dell’Ermellino di Bretagna e altre simili congregazioni. Commissionò opere architettoniche e artistiche tra le quali la chiesa di S. Caterina di Galatina, completate dalla moglie e dal figlio Giovanni Antonio che la munirono di un importante ciclo di affreschi, il campanile di Soleto (la cosiddetta “guglia di raimondello) e una torre eretta nel 1404 a Taranto (demolita nel XIX secolo)…Definito una delle figure più importanti nella sroria del Mezzogiorno tra il XIV e il XV secolo, Orsini del Balzo rimane, probabilmente, poco noto.” TOOMASPOEG
-” Valoroso e forte guerriero.” CUTOLO
-“Tu puoi comprender ben per segni certi/Del franco cavalier che fu del Balzo/Di fama adorno pe’ suoi tanti merti.” Cambino Aretino riportato da FABRETTI
-“Elenco delle reliquie riportate dall’Orsini del Balzo dalla Terrasanta “Un pezzo della Santa Croce dove venne inchiodato Gesù, due dita di San Giovanni Crisostomo, impegnate per scrivere la sua opera; un dito di San Pantaleone Martire; una costa di San Biagio, Vescovo e Martire; la mammella di Sant’Agata, recisale dal Tiranno di Catania; un dente di Sant’Apollonia Vergine e martire; un dente di San Donato ed una gamba di San Francesco Martire. Dono inestimabile del Paleologo (l’imperatore di Costantinopoli). Inoltre i doni del Despota della Morea (Giacomo del Balzo) cioè: due spine della Corona di Cristo, un braccio di Santa Petronilla, figlia di San Pietro; un ginocchio di San Cristoforo Martire; ed il cranio di Sant’Andrea apostolo.” STOMACI
BIOGRAFIE SPECIFICHE
-L. Stomaci. Raimondello Orsini del Balzo. Un principe a Galatina.
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