RAIMONDO DI CARDONA/RAMON DE CARDONA

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Porta Milano e le rovine del vecchio Castello Visconteo, a Monza
Porta Milano e le rovine del vecchio Castello Visconteo, a Monza

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RAIMONDO DI CARDONA/RAMON DE CARDONA  Di Tarascona. Marchese d’Incisa, visconte di Tarascona.

  • 1338
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1282
Giu.Re d’AragonaFranciaSpagnaDifende Gerona contro i francesi del re Filippo III l’Ardito. Gli avversari sono costretti a ritirarsi a causa della peste comparsa nel loro campo. Dopo un breve lasso temporale i francesi riprendono le operazioni di assedio.
1286
Sett.SpagnaI difensori di Gerona si arrendono. Raimondo di Cardona si trasferisce in Italia.
1313GuelfiAlessandriaPiemonte

Si unisce con i fuoriusciti  d’Alessandria;  devasta il territorio comunale; catturato in una sortita dai ghibellini di Alessandria, è incarcerato nella città.

1316PiemonteViene liberato con i guelfi Lanzavecchia solo dopo tre anni.
1319
…………..NapoliMilanoLiguria

Passa al servizio di Roberto d’Angiò. Si trova alla difesa di Genova  assediata da Marco Visconti e dai fuoriusciti. Insegue i nemici fino al porto di Gereso,  li provoca con continue scaramucce.

Giu.PiemonteConquista Valenza a metà mese;  tenta di occupare anche di Vercelli.
1320
…………..FranciaE’ segnalato in Provenza. ha l’incarico di ammiraglio da parte degli angioini.
EstateNapoliSiciliaLiguria e Campania

Lascia la Provenza con 55 galee, si congiunge a Portovenere con altre 20 galee genovesi al fine di contrastare la flotta siciliana di Federico d’Aragona e dei fuoriusciti, comandata da Corrado Doria e forte di 64 galee. Alla notizia del suo arrivo i siciliani arretrano prima a Porto Pisano  e verso Napoli in un secondo momento. Il Cardona si mette al loro inseguimento;  intercetta le navi siciliane presso Ischia; gli avversari riescono a sfuggirgli. Si reca a Napoli e la flotta si disperde con un nulla di fatto.

Sett.LiguriaA Genova.
1321
…………..ChiesaMilanoPiemonte

Viene nominato dal papa Giovanni XXII suo siniscalco e suo vicario in Lombardia. Raggiunge Valenza con 500 cavalli; da qui dichiara guerra ai Visconti; espugna Montecastello,  mette a sacco la località e conduce prigionieri ad Alessandria molti uomini, donne e bambini.

Mag.Piemonte

Perviene ad Asti con il cardinale Bertrando del Poggetto alla testa di 1200 cavalli; occupa  Quattordio e Solero. Attacca Vercelli al fine di rimettervi gli Avogadro; ne è respinto da Stefano Visconti. Si deve ritirare a Valenza.

Giu.Piemonte

A Valenza; conquista Pontecurone: spoglia delle armi i cavalli tedeschi catturati e li lascia liberi dietro il pagamento di una taglia di 6000 fiorini. Entra in Quargnento e vi fa prigionieri altri tedeschi che sono parimenti svaligiati. Pretende anche per il loro rilascio  una taglia di 6000 fiorini. Ottiene a patti Occimiano, entra in Sezzadio, si ferma sotto Alessandria per cinque giorni, dà il guasto ai vigneti ed alle piante da frutta del contado: vengono pure uccisi dai suoi uomini 150 contadini e molti altri sono feriti.

…………..Piemonte

Falliscono  i suoi tentativi per avere Tortona; frati francescani e domenicani girano per le città e per le campagne predicando la crociata contro gli eretici di Milano. Raimondo di Cardona non esita a volgersi contro Filippo di Savoia- Acaia cui cerca di riprendere Savigliano. Il pontefice  si affretta ad intervenire, per cui Raimondo di Cardona riprende la sua azione ai danni dei viscontei.

Nov.EmiliaE’ sconfitto dai ghibellini a Bardi.
1322
Feb. mar.Piemonte

Notifica a Matteo Visconti, a Bergoglio, l’accusa di eresia: viene predicata ufficialmente la crociata contro il signore di Milano. A marzo ritorna a predare nelle vicinanze di Alessandria.

Apr.Lombardia

Conquista la bastia di Mongerano alla cui guardia si trovano 50 cavalli; riceve in rinforzo 500 balestrieri genovesi;  si impadronisce del castello di Vazolo presso Voghera.

Mag.Piemonte  Lombardia

Esce da Valenza con 1500 cavalli e innumerevoli fanti, tutti crociati. Penetra nel  pavese; si congiunge alla sua iniziativa, almeno per breve tempo, anche Enrico d’Asburgo con 2000 cavalli. Il capitano tedesco, tuttavia, si fa corrompere dai Visconti per cui Raimondo di Cardona è costretto a rientrare in Piemonte. Devasta l’alessandrino per dieci giorni,  distrugge castelli e borghi, dà alle fiamme a case e raccolti; attraversa il Tanaro, punta su Novi Ligure ed espugna con l’apporto di 500 balestrieri genovesi Pozzolo Formigaro:  la località viene subito recuperata da Marco Visconti.

Giu.Piemonte

Con Bernardo di Monsolito (1200 cavalli) assedia la rocca di Bassignana sul Po; fa scavare trincee tutto attorno ad essa e fa mettere delle grosse catene sul fiume affinché non vi entrino via fiume vettovaglie da Pavia o da Piacenza.

Lug.Piemonte

E’ attaccato da 2200 cavalli e da molti fanti, capitanati dal  Visconti, e da una flottiglia fluviale condotta da Gherardino Spinola: agli ordini di Raimondo di Cardona non vi sono che 1200 cavalli e 2000 fanti. Assale i viscontei a Bassignana, li respinge al ponte del Po: le prime due cariche  di cavalleria terminano con la morte di 300 cavalli viscontei. Alla fine il maggior numero degli avversari prevale. Il Cardona viene catturato con 400 cavalli (tra i pontifici restano uccisi 150 cavalli e molti fanti). La stessa notte riesce a fuggire a Valenza, dove con il cardinale del Poggetto concerta nuovi piani per la continuazione della guerra.

Ago.Piemonte

Dopo quarantacinque giorni  riceve in rinforzo 300 cavalli, con i quali si porta ad Asti. E’ qui raggiunto da altri 1000 cavalli pontifici e da altri 300 che, fatti prigionieri  a Bassignana, sono stati rilasciati dagli avversari.

1323
Feb.Piemonte

Irrompe in Bassignana e vi resta 20 giorni. Entra per trattato in Tortona con 500 cavalli ed i guelfi fuoriusciti della città.

Mar.Piemonte LombardiaSi impossessa della rocca di Tortona con un breve assedio. Si impadronisce anche di alcuni castelli del pavese.
Apr.Piemonte

Penetra con i suoi cavalli provenzali (sempre per trattato) in Alessandria. Negli stessi giorni Enrico di Fiandra si collega con le truppe ecclesiastiche.

Mag.Capitano g.lePiemonte Emilia e Lombardia

Esce da Tortona; si dirige verso Piacenza al fine di costringere Vergusio dei Landi a lasciare la città. Entra in Monza, grazie ad uno scontro tra mercenari italiani, provenzali, guasconi e tedeschi, terminato con la morte di 50 cavalli e la diserzione dal campo visconteo di Simonino Crivelli.

Giu.Lombardia

Si allontana da Monza;  punta su Milano alla testa di 8000 cavalli e di 30000 fanti forniti da pontifici, angioini, dai comuni di Firenze, Bologna, Parma, Reggio Emilia, cui si aggiungono i fuoriusciti di Milano e molti cavalli tedeschi che hanno disertato dal campo visconteo. A Sesto San Giovanni gli si fanno incontro Galeazzo e Marco Visconti con 2000 cavalli: i nemici ripiegano quasi subito nella città perché troppo inferiori di forze. Il Cardona ottiene a forza i borghi di Porta Nuova e quelli di Porta Renza e li dà alle fiamme; cade nelle sue mani anche il borgo di Porta Comacina, nel quale si accampa e da dove incomincia le operazioni di assedio. Blocca il flusso delle acque del Ticinello verso l’interno di Milano e dispone tutto l’esercito attorno alla cinta muraria con rafforzamenti al monastero di Santo Spirito, a Porta Vercellina ed a Porta Romana. Il giorno di San Giovanni Battista i fiorentini fanno correre un palio in segno di disprezzo nei confronti dei difensori; da parte sua il Cardona avvicina le macchine da guerra alle mura, respinge una sortita di Galeazzo Visconti volta a disturbare i lavori dei guastatori; cerca anche di subornare i mercenari svizzeri al soldo degli avversari affinché gli aprano le porte o disertino nel suo campo. La trama è scoperta; alcuni traditori sono uccisi in uno scontro ed altri sono incarcerati. Al contrario 500 cavalli pontifici lasciano le sue insegne e passano a quelle del nemico.

Lug.Lombardia

La peste imperversa nel suo campo;  in pochi giorni si segnalano 300 morti e 800 ammalati gravi; a Milano entrano, invece, in rinforzo altri 1100 cavalli e 1000 fanti La  situazione di disagio crescente fa sì che al  Cardona non restino che 2500 cavalli utili: decide di ripiegare a Monza con le salmerie.

Ago.LombardiaViene assediato in Monza.
Sett.LombardiaDisperde una colonna di ghibellini proveniente da Bergamo.
Ott.Lombardia

Approfitta della peste, che ora infuria anche nel campo avverso, e fa uscire da Monza i fanti ed i balestrieri genovesi. I viscontei retrocedono ed abbandonano le salmerie nelle mani dei pontifici e dei loro alleati.

Nov.Lombardia

Marco Visconti recupera la rocca di Cassano d’Adda con il relativo ponte: i difensori si arrendono nonostante che il Cardona si trovi nei pressi a Gorgonzola.

1324
Gen.Lombardia

Tenta di impadronirsi con un colpo di mano Lodi. Invia alcuni pescatori e dei soldati vicino alle mura cittadine: viene aperta una breccia ed i fanti irrompono nella città con i fuoriusciti di Lodi e di Crema. Intervengono i Vistarini ed i guelfi sono vinti.

Feb.Lombardia

Lascia Monza con Enrico di Fiandra e Simone della Torre (1000 cavalli);  occupa il castello di Vaprio d’Adda. Gli vengono contro da Milano Galeazzo e Marco Visconti con 1200 cavalli tedeschi e moltissimi fanti. E’ assediato nella fortezza: rimasto senza vettovaglie, Raimondo di Cardona cerca la battaglia campale. Gli arcieri nemici gettano lo scompiglio tra i suoi uomini; la cavalleria gli impedisce il passo ed il  fiume in piena ostacola ogni possibilità di guado; alle spalle gli avversari riescono ad incendiare il castello. Intrappolato, è catturato con il conte di Fiandra mentre Simone della Torre muore annegato nell’Adda. Viene condotto a Milano.

Nov.Lombardia

E’ rilasciato da Galeazzo Visconti con la promessa che si sarebbe fatto parte attiva per iniziare  un negoziato con i pontifici e dietro il giuramento di non portare più le armi contro i ghibellini milanesi ed i loro alleati. Viene così simulato un tentativo di fuga per mezzo del quale raggiunge la pusterla di San Marco e da qui perviene a Monza con due guardiani ed un suo uomo di fiducia.

Dic.Capitano g.leLombardia

Viene rieletto capitano generale: il pontefice lo svincola da ogni giuramento e gli ordina di accettare il mandato che gli è stato conferito.

1325
…………..Francia InghilterraIn Provenza, ad Avignone presso il papa Giovanni XXII. In un secondo momento si reca in Inghilterra a raccogliere truppe per le prossime campagne.
Mar.FirenzeLuccaCapitano di guerra 250 cavalliToscana

Sbarca a Talamone e si porta a Firenze allo scopo di combattere il signore di Lucca Castruccio Castracani. Gli è concessa una condotta di 250 cavalli per un anno, con uno stipendio di 4800 fiorini. Viene nominato capitano di guerra al posto del marchese Manfredi Malaspina.

Apr. mag.Toscana

Fa il suo solenne ingresso in Firenze;  nella piazza di San Giovanni gli sono date le insegne del comando. Muove contro  Castracani. Il signore di Lucca si ritira verso il castello di Montale dotato di una grande torre e di molti ripari. L’uscita del Cardona da Firenze  è imponente; le campane salutano i partenti.  Per i fiorentini il fatto che la campana “Montanina” si schianti, rappresenta un brutto presagio. Cattive previsioni derivano pure dal terremoto che avviene negli stessi giorni e da una luminosa cometa che solca il cielo della città. Assedia il castello di Artimino pervenuto in potere dei lucchesi: i difensori gli si arrendono a patti in pochi giorni (297 prigionieri).

Giu.Toscana

Si dirige su Prato con 2100 cavalli (di cui 500/600 fiorentini, 600 francesi, 200 tedeschi, 250 catalani, 100 borgognoni e 450 fra guasconi, fiamminghi, provenzali ed italiani) e 15000 fanti della città e del contado: il costo giornaliero dell’esercito è valutato in 3000 fiorini. A metà mese esce da Prato ed entra nel pistoiese.

Lug.Toscana

Assedia Tizzano;  invia  nottetempo a prendere possesso delle paludi della Guisciana  il suo mariscalco Bornio di Borgogna con 500 cavalli. Vengono costruiti da tali milizie alcuni ponti di legno che sono sistemati in segreto sulla Guisciana in località Rosaiolo. Lascia, quindi, Tizzano, supera a sua volta le paludi e costringe ad arrendersi a patti la guarnigione di Cappiano. Cade nelle sue mani anche Montefalcone;  alle sue truppe si uniscono numerosi guelfi; il suo esercito ascende ora a 3500 cavalli. Dà alle fiamme e depreda nella pianura case e ville; distrugge ovunque i raccolti. Devasta i contadi di Agliana e di Piuvica; è incendiata la fortezza di San Mato con la morte dei suoi difensori; si porta all’abbazia di Pacciana, se ne impossessa e la fa demolire dandone alle fiamme le rovine. Giunge nei pressi di Pistoia dove Castruccio Castracani si è asserragliato. Fa correre un palio sotto le mura della città e sfida, senza esito, a battaglia il capitano rivale. Assale, nel contempo, i castelli di Carmignano e di Artimino e ne ottiene la resa a patti. Si prepara ad assalire il lucchese; il Castracani lascia allora Pistoia, attraversa la Val di Nievole e colloca il suo campo a Vivinaia. Il signore di Lucca, rafforzato da milizie ghibelline, si fortifica sul Cerruglio (Montecarlo) con fosse e steccati.

Ago.Toscana

Raimondo di Cardona si impadronisce del castello di Montefalcone alla cui guardia si trovano 500 fanti; i difensori si arrendono a patti alla condizione di non essere soccorsi entro il termine di due giorni; prosegue nella sua azione assediando Altopascio, piazzaforte sede del ricco ordine ospedaliero dei cavalieri del Tau. Conduce le operazioni con energia: giorno e notte dalle torri di legno e dai mangani sono lanciati anche cadaveri putrefatti ed immondizie che appestano l’ambiente e causano malattie. Fa anche scavare dei cunicoli sotto la rocca nel tentativo di farla crollare. Il Cardona vince gli avversari a Carmignano (450 uomini tra morti e prigionieri nelle file lucchesi) e si impossessa anche di tale fortezza; Altopascio gli si arrende a fine mese. Per i suoi successi gli abitanti di Fucecchio danno il suo nome ad una porta della località (Porta Raimonda). Le sue truppe  sono  colpite dalla malaria.

Sett.Toscana

Diminuisce il numero degli uomini a sua disposizione non solo per le malattie, ma anche per le malversazioni sue e del suo maresciallo che, per denaro, danno la licenza di andarsene a chiunque lo desideri. E’, inoltre, mal consigliato da alcuni fiorentini per cui culla la speranza di divenire signore di Firenze: non conduce l’esercito a Santa Maria a Monte ma decide di attaccare senza indugio i lucchesi. Si attenda vicino a Porcari all’ abbazia di Pozzeveri, sulle rive del lago paludoso di Bientina; da qui conduce alcune  scaramucce. Raimondo di Cardona si accorge di trovarsi in una posizione inadeguata;  invia Bornio di Borgogna e Urlimbacca Tedesco tra Montechiaro e Porcari affinché con i guastatori facciano delle spianate per trasferirvi il campo. Ha così inizio un primo scontro presso Altopascio: Castruccio Castracani invia più schiere per impedire quei lavori e, in un secondo momento, scende personalmente dall’alto delle colline  con il grosso delle sue truppe. Il Cardona, al contrario, non interviene a favore di costoro ed Urlimbacca Tedesco viene catturato. Allo scontro seguono alcune trattative con i lucchesi che permettono al Castracani di rafforzarsi con 1000 cavalli, di cui 800 condotti da Azzone Visconti e 200 da Passerino Bonacolsi. Il Cardona non si ritira, sfida anzi a battaglia il capitano rivale: d’altra parte ha a sua disposizione 2000 cavalli e 8000 fanti, contro i 2300 dei lucchesi. A fine mese il Castracani cala da Vivinaia: la fuga di Bornio di Borgogna (che comanda la seconda schiera con 800 cavalli) e la sostanziale inazione dello stesso Cardona provocano la disfatta dei fiorentini. 2 bandiere di cavalli tedeschi di Azzone Visconti occupano il ponte di Cappiano sulla Guisciana e tagliano ogni via di ritirata. Pochi sono i morti nel combattimento (110 tra i fiorentini); molto più numerosi sono i prigionieri (770 cittadini di Firenze, senza contare gli alleati ed i mercenari). Il Cardona si consegna nelle mani di Azzone Visconti.

Nov.Toscana

Deve seguire Castruccio Castracani con un figlio nel suo ingresso trionfale in Lucca. Lo precede davanti al suo carro, trainato da 4 cavalli bianchi, con alcune torce accese in mano da offrire al patrono della città San Martino. E’ incarcerato per tre anni.

1328
Ott.Toscana

Alla morte del Castracani viene liberato con il figlio dall’imperatore Ludovico il Bavaro su pressione del re d’Aragona Alfonso il Benevolo e dietro il pagamento di una taglia di 4000 fiorini.

1329
…………..Impero100 cavalliToscana

Passa al soldo dell’ imperatore che lo invia a Pisa per riscuotere una taglia di 100000 ducati da lui imposta alla città. Viene scomunicato; non è in grado di recarsi dal papa Giovanni XXIII per ragioni di salute finché non interviene nuovamente a suo favore il re d’Aragona (aprile) che gli fa ottenere l’assoluzione dal papa Giovanni XXII, della quale è incaricato (luglio) mese il patriarca di Alessandria Giovanni d’Aragona.

Mag.SpagnaRientra in Catalogna dopo avere toccato, per la prima volta, la Sardegna.
1330
Apr.Sardegna

Al servizio del re Alfonso d’Aragona. Sostituisce in Sardegna nel suo incarico di governatore e luogotenente generale del regno di Sardegna e Corsica il catalano Bernat de Boixadors. Affianca il giudice d’Arborea nelle sue lotte contro i Doria. Pone i suoi quartieri a Sassari, città al momento disabitata dai catalani. Inizia ad affrontare il problema del loro rientro nella località e nell’isola.

Nov.SardegnaViene ucciso in Gallura il funzionario reale Miguel Martinez di Puy. La sua azione è dura e termina con la punizione dei colpevoli e l’incendio di molte abitazioni.
1331Re d’AragonaGranadaSpagna e SardegnaPrende parte alla crociata contro i mori del regno di Granada. Rientra in Sardegna.
1332
…………..Re d’AragonaDoria GenovaSardegna In guerra con i  Doria ed i genovesi. Si trova in gravi difficoltà rispetto agli avversari sia per terra di fronte all’offensiva di Branca Doria, sia per mare in quanto Salagro di Negro si impadronisce di 4 navi catalane che gli stanno portando alcuni soccorsi. E’ in grado di potere difendere solo le rocche.
…………..SpagnaRientra in catalogna alla ricerca di soccorsi.
1333
Gen.SpagnaE’ segnalato a Barcellona.
1334

Ricopre sempre l’incarico di vicario aragonese in Sardegna. Allorché Niccolò Doria costruisce un castello lungo la strada che collega la strada tra Sassari ed il giudicato d’Arborea lascia Cagliari per distruggere tale fortificazione. Il Doria viene a patti e ne accetta la demolizione.

1335
Giu.ChiesaArezzoUmbriaViene inviato in soccorso dei perugini allo scopo di contrastare Pier Saccone Tarlati.
1336Re d’AragonaGenovaSardegnaVince in battaglia le truppe dei Doria ed obbliga questi ultimi alla sottomissione. Anche i genovesi sono costretti alla pace. Il Cardona può lasciare la Sardegna. Gli succede nelle sue cariche Raimondo di Monpavone, governatore di Logoduro e vicario di Sassari.
1338SpagnaMuore. Non se ne conosce la data. Si sa che ad ottobre si procede all’esecuzione del suo testamento.

 CITAZIONI

-“Fortis et egregius miles Raymondus et audax,/ Qui de chardona stirpe creatus erat./ Is facere ugonis (Ugo del Balzo) vindictam mortis anhellans,/ Anguigero (angioino) domino grandia bella facit.” ASTESANO

-“Uomo instrutto nell’arte della guerra, e famoso per molte vittorie ottenute contro i suoi nemici.” RONCIONI

-“Huomo in quei tempi valoroso in armi.” PELLINI

-“Vir probitatis est Raymundus promtus adire.” GRANCHI

-“Di nazion Catalano, il quale aveva gran nome in cose di guerra.” SERRA

-“Uomo famoso ed eccellente nell’arte della guerra e della pace.” TEGRIMI

-“Soldato di gran coraggio e ardire.” GHILINI

-“Nobilem militem et doctum ad bellum.” ALFERIO-G.VENTURA

-“Virum dexterrimae humanitatis.” RIPAMONTI

-“Cardonus virtute et scientia novis Ducis.” MERULA

-“Avea fama d’eccellente guerriero.” PIGNOTTI

-“Uomo d’armi esperimentato.” CANSACCHI

-“(Con la fama di) soldato di coraggio e di buon condottiero.” CAGGESE

-“Reputatissimo Capitano.” ANONIMO

-“Nulla di preciso si sa sulla data e sul luogo di nascita del Cardona, e incerta appare anche la sua collocazione all’interno della famiglia dei visconti di Cardona, alla quale comunque egli dovette appartenere come induce a ritenere l’appellativo di “consanguineus” del re d’Aragona con cui è ricordato dalle fonti. Il Sobrequés i Vidal lo considera del ramo Torà della famiglia e figlio di Ramon Amat. Lo stesso autore.. non nasconde la difficoltà di tracciare una precisa genealogia della famiglia. D’altro canto appare dubbia l’identificazione operata dal Sobrequés  i Vidal tra il Cardona e il figlio di Ramon Amat in quanto quest’ ultimo, secondo lo storico catalano che si basa sullo Zurita, ebbe un solo figlio maschio di nome Guglielmo; altre fonti, invece, assegnano al Cardona un figlio di nome Pietro. Inoltre il figlio di Ramon Amat risulta essere governatore della Sardegna dopo il 29 ott. 1329 e fino al 1335, ma le notizie in nostro possesso sul Cardona sembrano escludere una sua presenza nell’isola almeno per il 1329 e l’anno successivi.” ENZENSBERGER

-“Qui magnos ante exercitus suo auspicio in Gallia ductaverat; ubi post res bello egregie gestas, tandem adverso proelio a Mediolanensibus captum redempturumque.” BRUNI

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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