Azioni intraprese ed altri fatti salienti

Ha il comando della fanteria aragonese alla cui testa partecipa alla battaglia di L’Aquila. Si muove di rincalzo alle milizie di Braccio di Montone esauste per il lungo combattimento;  è travolto e messo in fuga da Jacopo Caldora e da Francesco Sforza.

E’ sconfitto sul Serchio da Niccolò Piccinino; catturato, è condotto prigioniero a Lucca.

Viene segnalato a Mirandola con 300 cavalli e 200 fanti.

Con la defezione di Rolando Pallavicini nel campo ducale è catturato di sorpresa dagli avversari con altri due condottieri. E’ condotto a Milano. Viene liberato poco dopo.

Si trova a Ravenna. Allorché Francesco Sforza raggiunge Imola è inviato a sua volta verso tale località con il Gattamelata e Guidantonio Manfredi. I tre condottieri superano il Savio su un ponte di barche ed impediscono il passo al Piccinino che deve arretrare a Canove.

E’ segnalato a Ronco con Taddeo d’Este; da qui si dirige a San Giovanni in Persiceto con Guido Rangoni.

Gli è consegnato del denaro dal provveditore Gerardo Dandolo per raggiungere il padovano e porvi i propri alloggiamenti.

E’ catturato alla Riccardina dagli sforzeschi allorché il campo del commissario pontificio Baldassarre da Offida è messo sottosopra  dalle milizie dello Sforza.

Contrasta i viscontei nel veronese; unitosi con un fratello di Girolamo Piloso si impadronisce di Crovara.  Mette a sacco la località.

Gli è rinnovata la condotta di 45 lance per una ferma di sei mesi, più altri sei di rispetto.

Muore.