1238 PIETRO NAVARRINO Della Navarra.
+ 1465 ca.
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1407 | Fermo | Marche | Con Angelo della Pergola ricopre l’incarico di luogotenente generale delle compagnie del signore di Fermo Ludovico Migliorati. | ||
1422 | |||||
Mag. | Chiesa | Marche |
Si trova a Macerata con 100 cavalli: i suoi uomini si acquartierano nelle case dei nobili cittadini. |
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Ott. | Marche |
Scorta a Macerata con 100 cavalli il cardinale legato. |
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Dic. | Umbria |
Lascia Macerata per trasferirsi a Spoleto. |
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1423 | |||||
Mar. | Chiesa | Re d’Aragona | 71 lance |
Milita agli stipendi del papa Martino V; contrasta ancora Braccio di Montone. |
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Mag. | Abruzzi |
Viene inviato in soccorso di L’Aquila con numerose truppe e molte vettovaglie: mentre sta scendendo da Rocca di Mezzo verso la Valle dell’Aterno è assalito presso Fontecchio da Niccolò Piccinino. E’ costretto a rinchiudersi nel castello di Stiffe. Ne esce dopo qualche giorno perché, apparentemente, non vi sono più gli avversari nei dintorni: cade così in un’imboscata tesagli dal Montone. E’ catturato nonostante la sua accanita resistenza. Viene rinchiuso nel castello di Ocre; gran parte della sua compagnia è condotta prigioniera a Montereale. |
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1424 | |||||
Giu. | Chiesa | Abruzzi |
E’ liberato solo a seguito della morte del Montone nella battaglia di L’Aquila. Ritorna agli stipendi dei pontifici. |
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Lug. | Chiesa | Conti | Lazio |
Giunge a Gallicano nel Lazio a fianco del pontefice. E’ segnalato al fianco di Andrea della Serra e del Gattamelata; si dirige verso Valmontone ai danni di Avernino Conti. |
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Ott. | Abruzzi |
Domati i ribelli allo stato della Chiesa rientra negli Abruzzi. |
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Nov. | Abruzzi |
Al fianco di Antonio Caldora. |
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1425 | |||||
Apr. | Firenze | Milano | 150 lance e 100 fanti |
Contattato ripetutamente dai fiorentini, passa ai loro stipendi per combattere i viscontei. |
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Lug. | Umbria |
Si muove in Umbria con Ardizzone da Carrara; punta verso la Toscana. I pontifici si oppongono al suo transito per volontà del legato di Perugia. |
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1426 | |||||
………….. | Milano | Venezia | Lombardia |
Cerca di sostenere i difensori di Brescia dagli attacchi del Carmagnola. |
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Nov. | Lombardia |
Al termine della ferma con i viscontei viene avvicinato dai fiorentini; gli sono fatte pressioni affinché non si congiunga con il da Carrara e Giovanni da Varano con i quali avrebbe dovuto molestare in il loro territorio. Gli sono offerti alloggiamenti nel contado di Ravenna ed un soldo di due fiorini per ogni lancia in aspetto. |
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1427 | |||||
Mag. sett. | Venezia | Milano | 150 lance | Lombardia |
Asseconda il Carmagnola; cade a Gottolengo in un’imboscata che gli viene tesa da Niccolò Piccinino, da Angelo della Pergola, da Francesco Sforza e da Guido Torelli. Il Piccinino lo sbalza dalla cavalcatura; il Navarrino si salva a stento dalla cattura; l’esito dello scontro sembra sfavorevole finché l’intervento di Gian Francesco Gonzaga ne ristabilisce in un certo qual modo le sorti. A settembre diserta dalle file veneziane. La sua immagine è appesa impiccata per i piedi ed è appesa nel bordello pubblico di Rialto. |
1428 | |||||
Mag. | Milano | Venezia | 200 lance e 300 fanti |
Falliscono le trattative per il rinnovo della condotta con i veneziani per cui ritorna agli stipendi del duca Filippo Maria Visconti. |
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1430 | |||||
Lug. | Lucca | Firenze | 100 lance | Toscana |
Viene assunto dal signore di Lucca Paolo Guinigi; appoggia Francesco Sforza nel difendere la città dai fiorentini. |
Ago. | Toscana |
E’ coinvolto in una congiura ai danni di Paolo Guinigi: a metà mese, ad un segnale convenuto, arresta Ladislao Guinigi nel padiglione di quest’ultimo al campo di Sant’Alessio; lo consegna allo Sforza; costui, da parte sua, lo fa mettere in catene per consegnarlo al Visconti. Il Navarrino entra nella cittadella di Lucca. |
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Nov. | Venezia | Milano | 150 lance | Emilia e Veneto |
Si reca a Ferrara: viene contattato da Giacomo delle Correggie per passare agli stipendi dei bolognesi con una condotta di 500 cavalli: deve opporsi alle truppe del papa Martino V. Accetta la condotta in un primo momento; vi è poi un suo ripensamento per cui preferisce ritornare al servizio della Serenissima con una condotta di 150 lance più remunerativa dal punto di vista economico. Gli è riconosciuto un soldo di dodici ducati per lancia se la sua opera è richiesta nel vicentino, nel padovano o nel trevigiano, di dieci nel Friuli e di tredici nel veronese. La stipula avviene a Venezia nel Palazzo Ducale previa la sua completa assoluzione per tutte le offese da lui arrecate in precedenza ai veneziani. |
1432 | |||||
Mar. |
Viene informato in anticipo dell’ imprigionamento del Carmagnola. |
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1434 | |||||
Ago. | 190 lance |
Gli è rinnovata la condotta anche per il periodo di rispetto (sei mesi). |
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1436 | |||||
Sett. | Chiesa | Sforza | Emilia |
Combatte agli stipendi del papa Eugenio IV. Coadiuva Baldassarre da Offida nel suo tentativo di uccidere lo Sforza a Ponte Poledrano (Bentivoglio). Lo Sforza sventa ogni insidia e dopo qualche giorno sorprende il Navarrino alla Riccardina. |
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1437 | |||||
Apr. | Venezia | Milano | Lombardia |
Segue Gian Francesco Gonzaga contro i viscontei. Attraversa l’Adda. |
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1438 | |||||
Lug. | Lombardia |
Entra alla difesa di Brescia. |
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Ago. | Lombardia Trentino e Veneto |
Si trova a Bornato; appoggia il Gattamelata a Rovato ove sono battuti gli avversari. Con la ritirata a Brescia del governatore generale veneziano a causa della pressione di Niccolò Piccinino, è inviato alla difesa di Orzinuovi con il provveditore Gerardo Dandolo. La località è bombardata e stretta d’assedio; Pietro Navarrino riceve alcuni soccorsi che gli sono condotti da Guglielmo Capriolo. Dopo pochi giorni, tuttavia, Piero da Lucca consegna tale centro al Piccinino. Pietro Navarrino ritorna alla difesa di Brescia; si colloca a Porta Pile. Si dirige a Nave ed affianca il Gattamelata, Bartolomeo Colleoni, Guglielmo Cavalcabò ed Antonio da Martinengo in una famosa ritirata che porta i veneziani dalla Val di Sabbia nel Trentino e nel veronese. |
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1439 | 900 cavalli | ||||
1440 | |||||
Lug. | Veneto |
Conquista Lazise assediata per terra e dal lago: la località è messa a sacco. |
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1441 | |||||
Apr. |
Gli è rinnovata fino all’ ottobre successivo una condotta di 40 cavalli che prevede una provvigione mensile di 400 ducati di caposoldo. |
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1443 | |||||
………….. | Emilia |
Catturato a tradimento a Castel San Pietro Terme da Luigi dal Verme, è inviato a Bologna dal Piccinino. Il condottiero umbro dà mandato al figlio Francesco di rinchiuderlo in carcere. |
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Giu. | Bologna | Milano | 500 cavalli e 300 fanti | Emilia |
Bologna si ribella ai viscontei. I ducali muovono contro la città agli ordini di Luigi dal Verme e di Guidantonio Manfredi. Il Navarrino viene liberato dai cittadini. Annibale Bentivoglio gli concede una condotta di 500 cavalli e di 300 fanti. |
Ago. | Emilia |
A Bologna Annibale Bentivoglio fa suonare la campana di San Giacomo e raccoglie tutto il popolo sulla piazza: i cittadini escono dal ponte del Gambito sopra il Savena e, da Corticella, aggrediscono i viscontei fermi al castello di San Giorgio di Piano. Il Navarrino assale gli avversari al comando della seconda schiera e mette in il dal Verme. |
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Ott. | Capitano g.le | Emilia |
Si impadronisce del castello di San Giovanni in Persiceto; a fine mese rientra a Bologna. Viene nominato capitano generale. |
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Nov. | Romagna |
Transita nell’imolese per saccheggiarne il territorio ed occupare la città; respinto dal Manfredi ritorna a Bologna carico di prede. |
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1445 | |||||
Giu. | Bologna | Canedoli | Emilia |
Cavalca a Budrio con 300 cavalli allorché i Canedoli si ribellano in Bologna ai Bentivoglio. All’uccisione di Annibale Bentivoglio da parte di Gaspare Canedoli spalleggia l’azione di Galeazzo Marescotti, raccoglie più uomini d’arme, entra nella piazza e si scontra con gli avversari. |
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Lug. | Emilia |
Gaspare Canedoli è costretto ad abbandonare Bologna. |
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1446 | |||||
Mar. | Bologna | Milano | 800 cavalli | Emilia |
Attacca San Lorenzo in Collina con Taddeo d’Este ed aggredisce i contadi di Crespellano e di Bazzano: è razziato il bestiame e sono fatti numerosi prigionieri. Sulla via del ritorno i due capitani cadono in un agguato teso loro dai contadini: di costoro ne sono uccisi 40 ed i restanti sono messi in fuga. |
Mag. | Emilia |
Ottiene con dieci giorni di assedio il castello di San Lorenzo in Collina; gli si arrende pure Crespellano. Affronta i viscontei nel territorio di San Giovanni in Persiceto. |
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1447 | |||||
Giu. | Emilia |
Viene fatto incarcerare dal senato bolognese con il figlio Giovanni ed il proprio cancelliere per il sospetto di volere consegnare ai fuoriusciti Castelfranco Emilia. |
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………….. | Lombardia |
Liberato, si ritira nel ducato di Milano dove vivrà ancora per alcuni anni. |
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1462 | |||||
Mar. | Lombardia | E’ segnalato a Milano. | |||
1465 |
Muore. |
CITAZIONI
“Ottimo guerriere.” COLLENUCCIO
“Il quale era ottimo guerriere.” CAVALCANTI
“Homo valentissimo in arme.” BORBONA
Con il Gattamelata, Tiberto Brandolini, Astorre Manfredi, Sigismondo Pandolfo Malatesta, Bartolomeo Colleoni, Guido Rangoni, Guerriero da Marsciano, Antonio da Martinengo “Condottieri esperti e di provato valore.” BELOTTI
“Erat enim vir cupidus rerum, sed bellicae gloriae cupidissimus.” FONTICOLANO
“Era valente e savio capitano.” BROGLIO
In soccorso dell’Aquila “Della Rocca di mezzo era vallata,/ Si calò quello magno, e pellegrino/ Facendovi di guerra smisurata./ Che vi era gionto ben facea tapino./…/ Non fé mai Pietro questo battagliare,/ la veritade dev non si nasconda,/ Che cinque lancie di sua man spezzare/ Prima che si arrendesse per prigione.” CIMINELLO
In soccorso dell’Aquila “L’uny colli altry le lance infrontando,/ Scy como ardity e magistri de guerra/ Et l’uni e l’altri tollendo e dando,/ Chi è ferito e chi caduto in terra,/ El bon Petry se vende recessando/ Ad Estoffa, la storya me disserra./…/ (E’affrontato da Braccio di Montone) Ma adosso lo fo jà tanta gente,/ Che lly soi ruppe e luy remase prysu,/ Et fancy alcun altro veramente/ Che per ly culpy fo in terra destisu.” VALENTINI