PIETRO DEI ROSSI

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Castello di Felino
Castello di Felino

Last Updated on 2024/01/22

PIETRO DEI ROSSI  Di Parma. Guelfo. Signore di San Secondo Parmense, Felino, Sant’Andrea a Bagni, Marzolara

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1397
…….LombardiaE’ inviato dagli abitanti di Parma a Pavia in occasione dell’elezione a duca di Milano di Gian Galeazzo Visconti da parte dell’imperatore Venceslao di Boemia.
Ago.MilanoLegaLombardiaAffianca Jacopo dal Verme nel mantovano. Partecipa alla battaglia di Governolo nel cui corso viene fatto prigioniero.
1402
……..MilanoBolognaEmilia
Sett.MilanoPaludeEmilia e Lombardia

Muore il duca di Milano.  Ludovico della Palude strappa ai viscontei il castello di Antesica: Pietro dei Rossi interviene e lo restituisce al potere centrale; subito dopo si reca a Milano e presenzia nel duomo alle esequie di Gian Galeazzo Visconti.

……..RossiPallaviciniEmiliaDeve subire l’attacco dei Pallavicini.
1403
Gen. feb.RossiGhibelliniToscana ed Emilia

Si reca a Firenze con Guido da Fogliano a cercarvi soccorsi per potersi ribellare ai Visconti e combattere i ghibellini; a febbraio ritorna in Emilia e si appresta a portare la guerra nel parmense. I nemici distruggono Mulazzano.

Mar.GuelfiMilanoEmilia

Presta il giuramento di fedeltà alla duchessa Caterina Visconti: ciò non gli è di ostacolo nel ribellarsi al dominio milanese con il fratello Giacomo vescovo di Verona; fortifica i castelli di Felino e di San Secondo Parmense e li rifornisce di vettovaglie perché in conflitto con Jacopo Terzi, Uguccione Pallavicini ed il marchese di Scipione. La reggenza fa demolire il castello di Antesica. Alla notizia che Manfredi Scotti si è impadronito di Piacenza vi si porta per assediare nella cittadella il capitano visconteo Pietro da Bagno. Respinto, si sposta a Borgo San Donnino (Fidenza); raccoglie 2000 fanti a Montecchio Emilia ed a Montechiarugolo e minaccia il reggiano.

Mag.Emilia

Assolda 800 uomini e li invia a Scipione per impadronirsi di tale castello: Rolando Pallavicini spedisce in soccorso dei difensori 600 uomini che, seppure sconfitti, fanno fallire il progetto.

Lug.FirenzeMilanoEmilia

E’ dichiarato ribelle nella piazza di Parma; i fiorentini gli assegnano uno stipendio mensile di 1000 fiorini per continuare la guerra nei territori da lui controllati.

Ago.Emilia

Si unisce a Panocchia con Carlo Malatesta per devastare le terre dei Terzi; si muove su Colorno e Coenzo dove è bloccato da 3 galeoni pavesi e da 3 galeoni dei Pallavicini che spengono ogni velleità offensiva; alla fine Carlo Malatesta firma a Caledio una pace separata tra ducali e stato della Chiesa. La duchessa di Milano ordina che il Rossi sia ritratto come traditore con il fratello, Ugolino Cavalcabò e Giovanni Rozzoni nel Palazzo dei Notai a Parma: la pittura infamante non è eseguita per volontà di Jacopo dal Verme che non vuole eccitare troppo l’animo dei cittadini.

Sett.Emilia

E’ attaccato da Ottobono Terzi. E’ catturato da Simone da Canossa e da Antonio Vallisnieri mentre da Bologna, dove si è incontrato con il cardinale Baldassarre Cossa, si sta portando alle sue terre con 17 cavalli; è  rinchiuso  nel castello di Montevetro; prelevato dal  Terzi, è incarcerato a Montecchio Emilia ed a Castelnuovo dei Terzi.

Nov.Emilia

Si rappacifica con Ottobono Terzi che lo fa liberare; rientra a San Secondo Parmense. Con il Terzi, invia 2500 uomini in soccorso del suocero Ugolino Cavalcabò.

1404
Gen.Emilia e ToscanaToglie Montechiarugolo ai da Correggio e ne assedia il castello con Ottobono Terzi. Sempre nel mese ritorna a Firenze allo scopo di ritirarvi le paghe arretrate.
Feb.RossiMilanoEmilia

Raccoglie 3000 partigiani della fazione guelfa, si avvicina a Parma, fa scalare le mura della città da Porta Capellata a Porta San Barnaba; i soldati si impadroniscono della porta, fanno abbassare il ponte levatoio ed il Rossi vi entra con 34 cavalli e 200 fanti; dietro seguono i guelfi. Giunge nella piazza ed in uno scontro sono uccisi molti aderenti dei Pallavicini le cui case sono saccheggiate e date alle fiamme. Il giorno seguente giunge da Piacenza con 600 cavalli anche il Terzi: i due capitani si insignoriscono di Parma a nome della fazione guelfa.

Mar.Emilia

Sono espulsi da Parma gli avversari politici di Pietro dei Rossi e di Ottobono Terzi; ad entrambi sono consegnate nel duomo i simboli della loro signoria; giurano fratellanza reciproca e si comunicano con la stessa ostia. Sono assalite le fortezze cittadine ancora in mano dei viscontei ed è minacciata l’impiccagione a chi resista ulteriormente. Nella città due fortezze sono controllate dal Rossi, con i quartieri di San Barnaba, Santa Croce e San Francesco; due dal Terzi, con i quartieri di Porta Nuova, Porta Bologna e San Michele;  il Rossi ed il Terzi, infine, collocano 200 fanti ciascuno nella cittadella.

Apr.RossiParmaEmilia

Non rispetta i patti sottoscritti con Ottobono Terzi;  con l’aiuto della fazione guelfa si impossessa di metà Pontremoli inviandovi il fratello Giacomo vescovo di Verona.  Assedia nuovamente Scipione con i da Correggio. A fine mese il Terzi entra in Parma con il pretesto dell’uccisione di un ghibellino da parte di un suo partigiano e  scaccia il Rossi dalla città. Il condottiero fugge ad Alberi ed a Felino dopo avere lasciato la moglie nella fortezza della Porta di Santa Croce. La donna vi viene assediata dagli uomini del Terzi. Fiducioso nella promessa di rinforzi da parte dei fiorentini rifiuta ogni ipotesi di accordo che gli viene proposta dal rivale come le richieste di pacificazione avanzate dai Visconti.

Mag.EmiliaViene messo in fuga a Costamezzana da Rolando Pallavicini.
Giu.Toscana ed Emilia

Si reca a Firenze con 30 cavalli alla ricerca di soccorsi; gli sono affidate 160 lance agli ordini di Tartaglia, denaro e munizioni. Si allea pure con i Pallavicini, Gaspare dei Pazzi, Martino da Faenza, fra Ruffino da Mantova, Giovanni Marzano (governatore della “Società degli Armigeri” di Borgo San Donnino) per distruggere la potenza del signore di Parma Ottobono Terzi. Il  Tartaglia è sconfitto a Salvaterra.

Lug.Emilia

Ottobono Terzi fa uccidere a Parma gli uomini della  fazione del Rossi incarcerati nella città (170  o 314 secondo le fonti). I loro  cadaveri sono trasportati a Porporano dopo essere stati caricati su 17 carri.

Sett.EmiliaIl conflitto si ricompone con una tregua di sei mesi a causa dell’intervento di veneziani, fiorentini e pontifici su Ottobono Terzi.
1405
Apr.Emilia

Il Terzi lo fa dipingere con il fratello Giacomo, vescovo della città, impiccato per un piede nella pubblica piazza di Parma; la pittura sarà più tardi cancellata su pressione di Ugolotto Biancardo, di Carlo da Fogliano e di Giberto di San Vitale.

Ago.Lombardia

Scacciato da Parma a fine mese, è ospitato da Gabrino Fondulo nel suo castello di Maccastorna. Il Fondulo ha sposato in precedenza una sua nipote, Giustina, morta di recente a luglio per una violenta febbre. Il Rossi propone sempre al Fondulo di sposare un’altra sua parente la milanese Pomina Cavazzi della Somaglia. Le nozze avranno luogo nel febbraio dell’anno seguente dopo un suo viaggio a Milano.

Dic.EmiliaSi accorda nuovamente con Ottobobo Terzi. A parma con Carlo da Fogliano.
1408
Mag.EmiliaAderisce alla lega che combatte Ottobono Terzi.
Lug.RossiFieschiToscanaCerca di prestare soccorso con 300 cavalli ai difensori del castello di Grondola.
Ago.Toscana

E’ sorpreso nei pressi di Grondola da Luca Fieschi, signore di mezza Pontremoli (l’altra metà è controllata dai Rossi); ferito, viene catturato con 370 cavalli e 550 fanti; tutti sono condotti a Pontremoli; tra i suoi uomini sono uccisi 30 cavalli e 150 fanti.

1409
Mag.FerraraParmaEmilia

Liberato, combatte di nuovo Ottobono Terzi.  Il  rivale viene ucciso a Rubiera dagli estensi; gli è consegnata la testa del suo avversario;  a sua volta farà recapitare tale cimelio al fratello, vescovo di Luni, infisso su una lancia.

1410
Gen.LazioAccompagna a Roma il marchese di Ferrara Niccolò d’Este in visita di omaggio all’antipapa Alessandro V.
1412
Ago.EmiliaOttiene il castello di Scalocchio da Azzo Baratto.
1413
Apr.Veneto ed Israele

Si imbarca a Venezia con Niccolò d’Este e lo affianca nel suo pellegrinaggio a Gerusalemme. Nel viaggio tocca Pola, Zara, Corfù, Modone, Stampalia, Rodi e Cipro. Con altri nobili viene armato cavaliere dal marchese nella chiesa del Santo Sepolcro.

1415
Feb.EmiliaCon Gherardo Boiardi ha l’incarico di giudice in alcune vertenze sorte tra i nobili di Bismantova.
1417
Dic.FerraraMilanoEmiliaSi accampa nei pressi di Zibello con Gabrino Fondulo ed Uguccione Contrari.
1418
Mar.Emilia

Con Alberico da Barbiano soccorre la rocca di Zibello e vi assedia nella località  Antonio e Donnino Pallavicini. La rocca cede a patti a seguito di un duro bombardamento.

1419EmiliaOspita a Felino l’ex antipapa Giovanni XXIII che, deposto dal concilio di Costanza, si sta dirigendo a Firenze presso il nuovo papa Martino V.
1420
Nov.VenetoCon la caduta di Parma in potere del duca di Milano Filippo Maria Visconti si ritira temporaneamente a Venezia.
1424Si rifiuta di contribuire alle spese per il matrimonio di una figlia di Luca Fieschi con Giacomo Visconti: fa presente a Filippo Maria Visconti che il padre della sposa è suo nemico personale e che sempre vi è stato un dissidio tra la sua casa e quella dei Fieschi.
1425
Ott.EmiliaSi incontra con Angelo della Pergola diretto a Borgo Val di Taro.
Nov.EmiliaIl duca di Milano gli restituisce tutti i suoi beni e gli conferma le investiture godute in precedenza.
1426
Feb.MilanoVeneziaEmiliaEspugna il castello di Marzolara. Gli viene concesso in feudo da Filippo Maria Visconti.
Giu.RossiFieschiEmilia

Affronta i Fieschi, costruisce una grossa bastia a Calestano e vi cattura Gian Luigi Fieschi, che ha predato il precedenza il parmense ed il piacentino. L’avversario, ferito, è catturato con 12 cavalli e 32 fanti ed è condotto a Felino. Il Rossi assedia poi Vigolone. Il Fieschi sarà condotto a Milano da Filippo Maria Visconti.  Il duca lo farà rinchiudere nel castello di Porta Giovia.

Nov.EmiliaE’ nominato con Pietro Pallavicini commissario ducale di Parma.
1427
Mar.MilanoVeneziaEmiliaAgli ordini di Niccolò Piccinino assale Torricella con Giberto di San Vitale e Rolando Pallavicini: a fine mese ne ottiene la resa a patti.
Sett.MilanoPallaviciniEmilia

Contrasta alcune scorrerie di Rolando Pallavicini passato nel campo avverso: il Rossi lo affronta a Fidenza.

Sett.MilanoPallaviciniEmiliaOccupa il castello di Miano d’Orlando (Miano) che viene demolito.
1428
Gen.EmiliaPerde Sant’Andrea a Bagni ad opera di Rolando Pallavicini.
1430
Ott.RossiFieschiEmiliaContrasta con 1000 fanti l’azione dei Fieschi.
Dic.EmiliaSi impadronisce nuovamente di Marzolara con un breve assedio.
1432
Dic.

Con Francesco Sforza ed altri nobili ottiene la procura dal duca di Milano per trattare con l’imperatore Sigismondo d’Ungheria sui vari aspetti della politica della penisola al momento esistenti.

1438
Gen.Emilia

Muore a Parma a fine mese. E’ sepolto nella chiesa di Sant’ Antonio Abate. Più tardi le pitture nelle quali è stato ritratto saranno  coperte di calce e verrà distrutto il monumento  eretto in suo onore.

CITAZIONI

-“Questi fu il Numa de’ parmigiani; fu il padre della patria; fu il Marte di Lombardia. Contrastò la grandezza de’ Pallavicini; spense la tirannia de’ Cornazani; diede a Parma la libertà.” DE’ CRESCENZI

-“Essendo huomo splendido, letterato..s’acquistò col valore e con la grandezza sua cognome di Magnifico, perciocché egli come ottimo cittadino aiutò la città di Parma a liberarsi della tirannide di Ottobuon Terzo.” SANSOVINO

-“Riputato huomo prudentissimo in fatti d’arme..Egli era il più sofficiente e savio capitano di guerra, prode della sua persona che null’altro che al suo tempo fusse, non che in Lombardia, ma in tutta Italia..Egli per le sue grandezze e splendore fu chiamato col sopranome di Magnifico, come fu all’hora chiamato anchora Orlando Palavicino.” ANGELI

-“Con fama di principalissimo, illibatissimo ed umanissimo Capitano..Salutato a suoi tempi come il perfetto cavaliere d’Italia.” PEZZANA

-Sulla sua tomba compare il seguente con due epigrafi “Magnificus splendidusque miles d.nus Petro de Rubeis/ Genitus clarissimi militis d.ni Beltrandi hos geminos/ Capellae locos confici fecit mille CCCC XXX primo,/ Suae aetatis anno LVII, eamque dicavit Deo et vexillo/ Invictissimo S. Crucis. In loco autem isto,/ Qui altare continet, religionis huius fratrum/ Tantum corpora humantur.” “Magnificus et potens miles/ D.nus Petrus de Rubeis obiit 1438/ Die XXVI januarii anno.” “Aetatis suae sexagesimo quarto/ Aurea quem vestis redimebat tempore vitae/ Nunc Rubeum Petrum aspera petra tegit.”

Immagine in evidenza: wikipedia

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