PIETRO BOTTICELLA

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1834
Castello di Arena Po
Castello di Arena Po

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PIETRO BOTTICELLA  (Pietro Bottigella)  Di Pavia.

  • 1528 (ottobre)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1499
Ott.LombardiaRecita un discorso in onore del re di Francia Luigi XII nel duomo di Pavia.
1500
Feb.LombardiaOspita in Pavia Ludovico Sforza, teso alla riconquista del ducato di Milano.
1522FranciaImpero
1524
Nov.FranciaImpero300 fantiLombardiaA Milano. Alla guardia del Castello Sforzesco per conto dei francesi.
1525
Feb.LombardiaPartecipa alla battaglia di Pavia.
1526
…………..Lombardia e PiemonteAd Arena Po. Assalito dagli imperiali capitanati da Roberto da San Severino, ripara a Valenza.
…………..ImperoFrancia Venezia
1527
Gen.LombardiaEsce da Pavia con il Connestabile di Borbone. Cattura nel castello di Cassinelle 800 francesi, che da Savona sono diretti ad Asti.
Mag. ott.Lombardia

Si trova sulle rive del Po con Giovanni Battista di Lodrone e Matteo Beccaria; gli viene dato l’incarico di difendere sul Lambro un castello posto a difesa di un ponte. Alla difesa di Pavia con Pietro da Birago e Cesare da Napoli.

1528
Gen.500 fantiPiemonteGli è dato il comando di un colonnello di fanti. Alla guardia di un ponte sul Sesia nei pressi di Novara.
Sett. ott.Lombardia

E’ assediato in Pavia dal Saint-Pol e dal capitano generale della Serenissima, il duca di Francesco Maria della Rovere. E’ preposto alla guardia della darsena con Cesare da Napoli. Con la resa di Ludovico Barbiano da Belgioioso  è fatto prigioniero da Annibale Picenardi. Liberato dopo il pagamento di una taglia, muore poco dopo per le ferite riportate in uno scontro a Castel San Giovanni.

 CITAZIONI

-Con Pietro da Birago “Capitani arditi e valenti.” TARCAGNOTA

-Con Pietro da Birago e Filippo Tornielli, capitano della milizia degli “straccioni”. “Era formata di 4000 uomini, per lo più milanesi, novaresi, pavesi, alessandrini e tortonesi, e dovunque si portavano seminavano il terrore e l’obbrobrio. Cavalli, bovi, vacche e contadini stessi, di tutto s’impossessavano, e stringevano fra i ceppi gli stessi gentiluomini, sottoponendoli ad inauditi e vergognosi tormenti. Non pochi furono appesi alle travi o agli alberi ai testicoli, e a colpi di verghe e di aghi, fra i più dolorosi martirii, venivano spenti.” MAGENTA

-“Gentilhomo pavese e richo.” Da un documento raccolto dal MAGENTA

-Con Pietro da Birago “Che erano valorosi capitani.” CONTILE

Fonte immagini in evidenza: wikimedia

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