PIETRO BOTTICELLA (Pietro Bottigella) Di Pavia.
+ 1528 (ottobre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1499 | |||||
Ott. |
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Lombardia |
Nel duomo di Pavia recita un discorso in onore del re di Francia Luigi XII. |
1500 | |||||
Feb. |
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Lombardia |
Ospita in Pavia Ludovico Sforza, teso alla riconquista del ducato di Milano. |
1522 | Francia | Impero | |||
1524 | |||||
Nov. | Francia | Impero | 300 fanti | Lombardia |
Si trova alla guardia del Castello Sforzesco per conto dei francesi. |
1525 | |||||
Feb. |
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Lombardia |
Partecipa alla battaglia di Pavia. |
1526 | |||||
………….. |
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Lombardia Piemonte |
Ad Arena Po: attaccato dagli imperiali, capitanati da Roberto da San Severino, ripara a Valenza. |
………….. | Impero | Francia Venezia |
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1527 | |||||
Gen. |
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Lombardia |
Lascia Pavia con il Connestabile di Borbone; cattura nel castello di Cassinelle 800 francesi, che da Savona si stanno recando ad Asti. |
Mag. ott. |
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Lombardia |
Si trova sulle rive del Po con Giovanni Battista di Lodrone e Matteo Beccaria; gli viene dato l’incarico di difendere sul Lambro un castello posto a difesa di un ponte. Alla difesa di Pavia con Pietro da Birago e Cesare da Napoli. |
1528 | |||||
Gen. |
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500 fanti | Piemonte |
Alla guardia di un ponte nei pressi di Novara. |
………….. |
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Gli è dato il comando di un colonnello di fanti. |
Sett. ott. |
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Lombardia |
E’ assediato in Pavia dal Saint-Pol e da Francesco Maria della Rovere. E’ preposto alla guardia della darsena con Cesare da Napoli. Con la resa di Ludovico Barbiano da Belgioioso è fatto prigioniero da Annibale Picenardi. Liberato dopo il pagamento di una taglia, muore poco dopo per le ferite riportate in uno scontro a Castel San Giovanni. |
CITAZIONI
-Con Pietro da Birago “Capitani arditi e valenti.” TARCAGNOTA
-Con Pietro da Birago e Filippo Tornielli, capitano della milizia degli “straccioni”. “Era formata di 4000 uomini, per lo più milanesi, novaresi, pavesi, alessandrini e tortonesi, e dovunque si portavano seminavano il terrore e l’obbrobrio. Cavalli, bovi, vacche e contadini stessi, di tutto s’impossessavano, e stringevano fra i ceppi gli stessi gentiluomini, sottoponendoli ad inauditi e vergognosi tormenti. Non pochi furono appesi alle travi o agli alberi ai testicoli, e a colpi di verghe e di aghi, fra i più dolorosi martirii, venivano spenti.” MAGENTA
-“Gentilhomo pavese e richo.” Da un documento raccolto dal MAGENTA
-Con Pietro da Birago “Che erano valorosi capitani.” CONTILE