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PIERMARIA DEI ROSSI (Pietro Maria dei Rossi) Marchese di San Secondo, conte di Berceto.
Figlio di Troilo dei Rossi, padre di Sigismondo dei Rossi e di Troilo dei Rossi, genero di Giovanni Gonzaga, nipote di Giovanni dei Medici. Cavaliere dell’ordine di San Michele.
1502 – 1547 (agosto)

Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
……….. | Francia | Trascorre la giovinezza in qualità di paggio alla corte francese. | |||
1521 | |||||
Nov. | Francia | Impero | Lombardia | Prende parte all’assedio di Milano. Con la morte del padre è nominato senatore della città. | |
1522 | 200 cavalli | Ottiene dai francesi il comando di 200 cavalli. | |||
1523 | |||||
………… | Rossi | Rossi | Emilia | Difende San Secondo Parmense dagli attacchi portati dai congiunti Filippo e Bernardo dei Rossi. Nello stesso anno sposa Barbara Gonzaga, figlia di Giovanni, che gli porta in dote 6000 ducati. | |
Nov. | Francia | Impero | Lombardia | E’ assediato in Milano. Milita nelle compagnie dello zio Giovanni dei Medici. Con Lucantonio Cuppano cattura Morgante da Parma che viene passato per le picche perché colpevole di tradimento. | |
1524 | |||||
Dic. | Emilia | Il duca di Albany gli chiede 3/4 pezzi di artiglieria da utilizzare per la sua spedizione nel regno di Napoli. | |||
1525 | |||||
Feb. | Lombardia | E’ fatto prigioniero nella battaglia di Pavia. | |||
1526 | |||||
Lug. ago. | Chiesa Venezia | Impero Colonna | Lombardia | Affianca il capitano generale della Serenissima, il duca di Urbino Francesco Maria della Rovere, nel suo tentativo di soccorrere il duca di Milano Francesco Sforza assediato dagli imperiali a Milano nel Castello Sforzesco: è ferito in un’azione alla coscia sinistra da un colpo di archibugio. | |
Sett. | 100 cavalli leggeri | Lazio | Il papa Clemente VII lo richiama per fronteggiare i colonnesi che, sebbene abbiano concluso una tregua con lo stato della Chiesa, continuano a molestare l’agro romano. | ||
Nov. | E’ chiamato con Contazzo da Casalpo alla riorganizzazione delle Bande Nere, datesi allo sbando alla morte in battaglia di Giovanni dei medici. | ||||
1527 | |||||
Feb. | 1000 fanti e 100 cavalli leggeri | Gli è concessa dai pontifici una condotta di 1000 fanti e di 100 cavalli leggeri. L’incarico gli è confermato dal commissario Francesco Guicciardini. | |||
Apr. | Romagna Toscana | Il papa gli rinnova la condotta e la porta a 1500 fanti: il fatto non deve convincerlo se, sempre negli stessi giorni, si rivolge ai veneziani per una analoga condotta. Ottiene un cortese rifiuto. Il Rossi si trova alla difesa di Imola; esce dalla città con 200 cavalli leggeri allorché gli imperiali lasciano Castel Guelfo di Bologna; entra in Firenze con Federico Gonzaga da Bozzolo allorché tale centro si ribella ai Medici. | |||
Mag. | Toscana | Ha il comando di sette bandiere di fanti delle Bande Nere che, con i loro tumulti e la loro turbolenza (come avviene a San Casciano in Val di Pesa allorché si rifiutano di sottostare ai suoi ordini) ritardano la marcia dell’ esercito della lega verso Roma. La capitale è messa a sacco dai lanzichenecchi. Vani risultano i timidi tentativi perpetrati dal della Rovere per prestare soccorso al papa assediato in Castel Sant’Angelo. | |||
Giu. | Impero | Francia Venezia | 2000 fanti e 200 cavalli leggeri | Lazio | I pagamenti ritardano. Con la ritirata a Monterosi dell’ esercito collegato chiede licenza, fugge nottetempo e, grazie alla parentela con Ferrante Gonzaga, passa agli stipendi degli imperiali con Alessandro Vitelli. |
Ago. | Umbria | Con il Vitelli tende un agguato a Bino Mancino Signorelli; cattura quest’ ultimo nei pressi di Todi con venti cavalli. Si ammala di peste e si fa trasportare a Spoleto. | |||
Sett. | Umbria | E’ sconfitto nel perugino con il Vitelli da Federico Gonzaga da Bozzolo. Alla testa di 300 cavalli e di 500 fanti si asserraglia nell’ abbazia di San Pietro in Valle vicino a Trevi: è qui attaccato dal marchese Michelantonio di Saluzzo, dal della Rovere e da Federico Gonzaga Bozzolo che conducono molti cavalli e 1000 fanti. Invia 150 archibugieri a saccheggiare un castello nei pressi; gli avversari approfittano della circostanza e lo costringono alla resa a patti. Ferito ad una coscia da un colpo di archibugio, è condotto a Ponte San Giovanni dove è presto rilasciato. | |||
1528 | |||||
Apr. | Lombardia | Raduna fanti e cavalli per conto degli imperiali. | |||
Mag. | Puglia | Agli ordini di Pier Luigi Farnese difende vanamente Manfredonia dagli attacchi portati da Camillo Orsini. | |||
Giu. | Lombardia | nel bresciano agli ordini di Antonio di Leyva. | |||
Lug. | Emilia | Attraversa il Po con Luigi Gonzaga e Pirro Gonzaga da Bozzolo; devasta il territorio di Guastalla. Sorpreso da Roberto da San Severino è costretto a riparare a Piacenza. Esce dalla città, si dirige a Cortemaggiore e raggiunge Salsomaggiore con 2000 fanti e 500 cavalli; si sposta nel reggiano tra Guastalla e Correggio. | |||
1529 | |||||
Feb. | Puglia | Assedia Renzo di Ceri in Barletta. | |||
Mag. | Campania | A Napoli. | |||
Lug. | Impero Chiesa | Firenze | Puglia ed Umbria | Lascia la Puglia per raggiungere il principe d’Orange con 5000 fanti spagnoli. A Spello. | |
Ago. | Abruzzi e Lazio | Abruzzi alloggia più giorni nell’aquilano con 2000 fanti e molti cavalli. A Cittaducale con 13 insegne di fanti. | |||
Ott. | Toscana | Si segnala all’assedio di Firenze; si accampa alla torre del Gallo: è ferito alla schiena da una palla di archibugio in una sortita di Marzio Orsini sul colle di Giramonte. | |||
Dic. | Toscana e Liguria | Partecipa allo scontro di Santa Margherita a Montici, ove fronteggia Stefano Colonna; subito dopo lascia il campo per incontrarsi in Liguria con l’imperatore Carlo V. | |||
1530 | |||||
Gen. | Toscana | Assale Montepulciano con Alessandro Vitelli. | |||
Feb. | Toscana ed Emilia | A Firenze. Attacca i nemici a San Gervasio con il principe d’Orange: nello scontro viene sgozzato Anguillotto da Pisa che ha militato in precedenza nelle sue compagnie. Uccide personalmente, con un colpo di stocco al petto, il luogotenente del capitano avversario Cecco da Buti, nonostante che costui si sia arreso nelle sue mani. Minaccia di allontanarsi dal campo per il ritardo delle paghe. Sempre nel mese si reca a Bologna per l’incoronazione dell’ imperatore che avviene in San Petronio. | |||
Apr. | Toscana | Contrasta sul Greve 500 fanti e 200 cavalli usciti da Firenze tra San Pier Gattolini e Monte Oliveto: nel combattimento gli sono uccise due cavalcature; restano sul terreno tre suoi capitani e sono feriti o uccisi, sempre tra i suoi uomini, 80 cavalli. | |||
Lug. | Toscana | A Prato con la cavalleria pesante degli imperiali. | |||
Ago. | Toscana | Riceve dal principe d’Orange l’ordine di convergere nel pistoiese per bloccare l’avanzata su Firenze del commissario Francesco Ferrucci: cerca di tendere inutilmente agli avversari un’imboscata inviando in avanscoperta 60 archibugieri. E’ presente alla battaglia di Gavinana: sorprende 100 fiorentini in una casa dove vi si sono riparati, fa dare fuoco all’edificio e tutti gli avversari muoiono tra le fiamme ed il fumo. Nel corso del combattimento con Giovanni Bandini cerca di intervenire a favore del principe d’Orange che si trova in difficoltà con Niccolò da Napoli. Il principe muore colpito da tre palle d’archibugio. La guerra si conclude negli stessi giorni. A metà mese Piermaria dei il Rossi assiste con altri condottieri a Santa Margherita a Montici all’atto di capitolazione della repubblica da parte di Malatesta Baglioni di fronte al nuovo capitano generale cesareo Ferrante Gonzaga ed al commissario generale del papa Baccio Valori. | |||
Sett. | Chiesa | 150 cavalli leggeri | Emilia | Il papa gli concede una condotta di 150 cavalli leggeri ed una provvigione mensile di 150 ducati. La condotta può raggiungere il comando di 2000 fanti in tempo di guerra in quanto gli è assicurato il comando della fanteria pontificia. Transita per Modena e conduce le sue compagnie alle stanze invernali del parmense. | |
1531 | |||||
Dic. | Lombardia ed Emilia | A Casalmaggiore ed a Cortemaggiore al fianco del marchese di Vasto Alfonso d’Avalos. | |||
1532 | |||||
Giu. | Impero | Impero Ottomano | 1500 fanti | Lombardia | Ha il comando di un colonnello di 1500 fanti per combattere in Ungheria i turchi del sultano Solimano. Si trova a Ghedi con Alfonso d’Avalos per presenziare alla rassegna degli uomini d’arme e dei cavalli leggeri del della Rovere. |
Lug. Ago. | Lombardia e Austria | Raccoglie 3000 fanti invece dei 1500 previsti. Si trova con i suoi uomini prima tra Asola e Marcaria, in un secondo momento a Peschiera del Garda; infine in Austria. Entra presto a contrasto con Fabrizio Maramaldo perché costui, nonostante che il Rossi goda del favore di Ferrante Gonzaga, ha ottenuto da Alfonso d’Avalos il comando della fanteria italiana. | |||
Sett. | Austria | I fanti italiani si ammutinano a Kremps per il ritardo delle paghe e la mancanza di vettovaglie; incendiano case e villaggi in vendetta di quanto fatto dai tedeschi anni prima in Italia. Viene accusato di essere l’istigatore di tali devastazioni. | |||
Ott. | Friuli | Le truppe ritornano in Italia attraverso l’Austria ed il Friuli. E’ incarcerato a San Vito al Tagliamento con l’accusa da parte di Giovambattista Castaldo di essere la causa principale dei disordini in quanto ha raccolto 3000 fanti invece dei 1500 previsti: il che ha sconvolto ogni previsione della tesoreria imperiale riguardo all’erogazione delle paghe ed alla somministrazione dei rifornimenti. Viene presto rilasciato. | |||
Nov. | Veneto | Ad Albaredo d’Adige al fianco di Carlo V allorché l’esercito imperiale attraversa il fiume per rientrare in Lombardia. | |||
1533 | |||||
Feb. | Emilia | Abbandona Bologna con il vescovo Bernardo dei Rossi per la scoperta di una loro trama volta ad uccidere Ludovico Rangoni. Costui fa collocare sulle colonne di piazza San Marco a Venezia un cartello di sfida. Sempre da Venezia il Rossi è tacciato come traditore da Guido Rangoni; il cartello di quest’ultimo è sottoscritto anche da Marzio Colonna e dal Maramaldo. Il Rossi replica al rivale con un proprio cartello di sfida con il quale denigra Guido Rangoni. | |||
Mag. | Impero | Saluzzo Francia | Piemonte | Ad Alessandria. Con Gian Giacomo dei Medici contrasta l’azione del marchese Gian Ludovico di saluzzo. | |
1535 | Impero | Impero Ottomano | Tunisia | Segue l’imperatore Carlo V nella spedizione ai danni di Tunisi. | |
1536 | |||||
………. | Impero | Francia | Francia | Combatte i francesi in Provenza con Ippolito da Correggio. Si segnala all’espugnazione di Antibes. | |
Ott. | Rossi | Rangoni | Emilia | Assale Ludovico Rangoni in Roccabianca. | |
1537 | |||||
……… | Venezia | Impero Ottomano | Montenegro | Affronta ancora i turchi. Si fa notare pder il suo valore all’assalto di Castelnuovo (Herceg Novi). | |
Nov. | Veneto ed Emilia | A Murano. Con alcuni archibugieri assale di notte il palazzo dove abita la sorella, vedova del conte di Caiazzo; la rapisce con due figlie ed un figlio naturale. Rientra nelle sue terre ed è coinvolto nelle liti tra i fratelli Giangirolamo e Giulio Cesare. | |||
1541 | Francia | Ritorna al servizio dei francesi. | |||
1543 | |||||
Mar. | Francia | Impero | Capitano g.le fanteria italiana | Francia | Il re Francesco I lo nomina gentiluomo di camera, gli concede il collare dell’ ordine di San Michele (provvigione di 4000 scudi l’anno); gli affida pure il comando delle fanterie italiane. |
Autunno | Francia | Prende parte all’assedio di Landrecy (Landrecies). Appoggia i difensori di Cambrecy con 3500 fanti. | |||
1544 | Francia | Entra a contesa con Piero Strozzi appena rientrato in Francia; denigra il suo emulo in forma anonima con cartelli ingiuriosi e derisori. Lo Strozzi individua la fonte e lo offende a corte: viene sfidato a duello finché il re non interviene a sedare gli animi. | |||
1545 | Francia | Inghilterra | Francia | Fronteggia gli inglesi a Boulogne-sur-Mer. | |
1546 | |||||
Ott. nov. | Emilia | Rientra in Italia; è sfidato a duello dallo Strozzi. Non accetta lo scontro (a causa delle ferite riportate nel recente conflitto) ed ingiuria il rivale. A Mirandola è pubblicato un cartello in cui è accusato di pusillanimità. | |||
Dic. | Emilia | A causa del suo stato di salute rifiuta di andare ad abitare a Parma come gli è richiesto da Pier Luigi Farnese. Preferisce ritirarsi a San Secondo Parmense. | |||
1547 | |||||
Ago. | Emilia | Muore a metà mese a San Secondo parmense. E’ sepolto in tale località. Amico di Pietro Aretino. Ritratto del Parmigianino. |
CITAZIONI
-“Fu huomo di guerra e attese di continuo alla militia con diversi e supremi gradi di honori, dando alla casa non picciolo nome e splendore..Fu tenuto eccellentisimo Capitano..Passò di molte gare e inimicitie private con diversi cavalieri: e fu più volte per venire a duello, e spetialmente col conte Guido Rangoni, e fratelli, e anco con Pietro Strozzi.” SANSOVINO
-“Primo nelle guerre d’Italia, e Cavagliero di S. Michele.” DE’ CRESCENZI
-“Viri sua aetate, divinaeque propemodum virtutis gloriam, rebus bello maximis gestis, omnium principum virorum consensu, promerito.” G. ROSSI
-“Fiorì egli di valor di lettere, d’arme, di grandezza d’animo e di liberalità, nella quale non solo ugualiò, ma sovravanzò la magnificenza di re magnanimi. Accompagnarono poscia queste sue rare doti una singolar benignità verso tutti, un aspetto di volto veramente heroico e signorile, una quadrata statura, grande anzi che no, molto ben disposta, atta a sostenere il grave peso dell’ arme, che ‘l renderono oltre modo ammirabile..Egli hebbe che fare per le gravi inimicitie, che li si levarono contra da diversi cavallieri e fu più volte per venire a duello, specialmente col conte Guido Rangone e fratelli, e ancora con Pietro Strozzi.” ANGELI
-“Fu personaggio accompagnato da molti beni dell’animo, come d’animosità, liberalità, piacevolezza e severità fino a quel termine però che bastava per farsi temere da gli inferiori, stimare da superiori e amare da tutti.” CARRARI
-“Da San Secondo il Conte Pier Maria/ de bello (guerra) experto, d’ogni ardire, un fonte/ di fede, gentilezza, e cortesia/ de audacia, de fortezza.” ROSEO
-“De San Secondo il conte v’è ch’ardente/ sembra cignial da cacciator ferito,/ Che qual fece, qual crida, & qual minaccia/ E ad ogni colpo in terra un morto caccia/…/ Per dar principio all’opra di valore/ Va col caval scorrendo in ogni parte/ Et innumerabil gente con favore/ Aduna insieme c’hognun sembra un Marte/ E in belle squadre gli fece partire/ Come potrete in ordine sentire.” L. PIERI
-“Valoroso Capitano di Cavalleria.” LAZARI
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