PIER SACCONE TARLATI

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Last Updated on 2024/02/17

PIER SACCONE TARLATI  (Pietro da Pietramala) Ghibellino. Detto Saccone, per alcuni per la sua grossa corporatura, per altri il soprannome deriva dalla sua cupidigia di beni e cose. Di Arezzo.

Signore di Arezzo, Città di Castello, Sansepolcro, Bibbiena, Pietramala, Chiusi della Verna, Castiglion Fiorentino, Pianettole, Montecchio, Ranco, Mignano, Sarna, Monterchi, Caprese Michelangelo, Faeto, Penna, Raggiolo, Serra, Farneta, Rondine, Bucine, Pogi, Caposelvi, Mercatale-Torre, Civitella, Pietramala, Galatrona, Tennenano. Fratello di Tarlatino Tarlati e del vescovo di Arezzo Guido, zio di Giovanni Tedesco da Pietramala.

PIER SACCONE TARLATI

1275 ca. – 1356

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1311Toscana

E’ nominato vicario imperiale di Castiglione Aretino (Castiglion Fiorentino). Se ne fa signore, nonostante le ammonizioni da parte imperiale volte a confermare agli abitanti della località i privilegi di cui godono da tempo. Nello stesso anno il padre Angelo stipula con i guelfi Bostoli un trattato di pace (pace di Civitella) in cui sono comprese tutte le famiglie legate alle varie fazioni.

1312ImperoChiesaLazioE’ armato cavaliere a Roma con il fratello Tarlatino dall’ imperatore Enrico di Lussemburgo.
1315
Ago.ArezzoFirenzeToscanaPartecipa alla battaglia di Montecatini alla testa di 140 gentiluomini aretini.
1318ToscanaCon la morte del padre la guida della famiglia passa al fratello Guido, vescovo  di Arezzo. Il congiunto rimane al governo della città fino al momento della sua morte (1327).
1320
Mar.ArezzoRiminiToscana

Con il fratello Tarlatino acquista da Guido Novello da Bagno i castelli di Bucine, Pogi, Renola, Caposelvi, Galatrona, Mercatale-Torre, Tennenano, Venandello e Rigoni. Contrasta nel riminese i Malatesta.

……………..UmbriaE’ segnalata la sua presenza in Umbria. In particolare a Spoleto dove è chiamato ad assumere il comando delle truppe cittadine.
1321
Apr.GhibelliniChiesaMarchePer avere assalito Rimini è condannato con Lippaccio da Osimo dal rettore della Marca Amelio di Lautrec su ordine del papa Giovanni XXII.
1323
Ott.ArezzoChiesa PerugiaUmbria

Entra in Città di Castello per la porta di San Giuliano (ora San Giacomo) con il fratello Tarlatino, Arrigo della Petrella e Geri degli Ubaldini alla testa di 300 cavalli e di molti fanti di Forlì e di Arezzo. Trova aperta la Porta di San Guglielmo (più tardi chiamata di San Giacomo) ed irrompe nella città. Nello scontro  resta ucciso Branca Guelfucci. Sono espulsi dalla città 400 guelfi, compresi i traditori che hanno agevolato l’entrata  dei ghibellini.

Dic.Toscana

Assedia la rocca di Caprese Michelangelo; i difensori si arrendono a patti alla condizione di non ricevere soccorsi entro il termine di dieci giorni.

1327
Feb.Lombardia

Si reca a Milano  presso Ludovico il Bavaro. Il fratello Guido incorona con la corona ferrea l’imperatore al posto del papa Giovanni XXII che si oppone a tale nomina.

Sett.UmbriaAssedia Monte Santa Maria Tiberina mediante la costruzione 5 battifolli. Sono pure utilizzati 2 trabucchi ed alcune catapulte. nello stesso tempo le sue truppe distruggono i raccolti del circondario e danno alle fiamme le case dei dintorni.
Ott.Toscana

Alla morte del fratello Guido è nominato per un anno signore di Arezzo  con il fratello Dolfo. Sua preoccupazione è ora anche quella di fornire la città con un vescovo a lui gradito. E’ eletto un frate minore di nome Mansueto. A fine mese l’intervento dei perugini lo costringe a cessare dalle operazioni di assedio di Monte Santa Maria Tiberina. Si ritira verso Cagnano, Città di Castello e Citerna, sempre inseguito dagli avversari. I perugini, dato che Città di Castello risulta bene difesa, si avviano allora verso Promano e  Fratta Todina, distruggendo, a loro volta, i mulini e tutto ciò che si trova sul loro cammino.

1328
Gen.ImperoChiesaLazioViene armato cavaliere a Roma con il fratello Tarlatino dall’imperatore Ludovico il Bavaro.
Mar.ToscanaE’ scomunicato dal papa Giovanni XXII con Ludovico il Bavaro e Castruccio Castracani.
Dic.Toscana

Ottiene dall’imperatore l’investitura di Arezzo e di Città di Castello; assedia Borgo San Sepolcro (Sansepolcro). Vi è una sortita dei difensori nella quale vengono dati alle fiamme i battifolli; tra gli attaccanti sono uccisi o catturati 200 uomini. I prigionieri sono condotti a Monterchi.

1329
Mar.Toscana

Con il fratello Roberto si impadronisce di Sansepolcro dopo otto mesi di assedio. Ne diviene signore. Per cinque anni ingrandisce il territorio di Arezzo a scapito dei domini pontifici in Romagna e delle terre di Neri della Faggiuola.

1330ArezzoFaggiuola PerugiaToscana e Marche

Ottiene la nomina di vicario imperiale di Arezzo. E’ impegnato in varie campagne in Val Tiberina e nella Massa Trabaria affrontando i perugini, Neri  della Faggiuola,  gli Ubertini, i conti di Montauto ed i  Montedoglio. La città di Arezzo è soggetta  all’interdetto da parte della curia di Avignone. E’ costretto a riconoscere le proprie colpe. Si piegano alla volontà del pontefice anche i vescovi imposti dal Tarlati ad Arezzo ed a Città di Castello (Bartolomeo Tarlati).

1332
Gen.ArezzoCortonaToscana

Tenta di impadronirsi nottetempo di Cortona mediante un trattato organizzato dal fratello Lialetto che vive nella città. Alla congiura prende parte tra gli altri anche Uguccione Casali fratello del signore della città Ranieri. La trama è scoperta, alcuni sono decapitati e 30 congiurati sono impiccati ai merli delle mura cittadine; Uguccione Casali viene rinchiuso in carcere ove morrà più tardi.

Mar.SienaPisaToscana

Invia 160 cavalli in aiuto dei senesi impegnati con i pisani nella guerra di Massa. Si unisce con i Battifolle ed assale il castello di Valbuoi di Massa che gli si è ribellato; lo distrugge.  Attacca le terre dei della Faggiuola. Intervengono i fiorentini con Pino della Tosa: è convinto a desistere.

……………..ToscanaEmana ad Arezzo una delle prime leggi suntuarie che siano comparse in Italia.
1333
Giu.ArezzoFaggiuolaMarche e Toscana

Opera un’incursione nella Massa Trabaria. Assedia Mercatello sul Metauro e si trincera nei pressi. Avuti dai senesi 200 cavalli si impossessa della località. Giungono altri soccorsi da Montepulciano, i cui soldati si portano a Castiglion Fiorentino per ostacolare il flusso dei rifornimenti  ai nemici, e dai conti di Battifolle che passano alla guardia di Arezzo con 600 fanti.

…………….ToscanaSi rappacifica con i fiorentini. Combatte i guelfi di Arezzo (i Bostoli).
1334ArezzoFaggiuolaMarche

Stipula un trattato di pace anche con i Guidi di Romena. Approfitta di tale fatto per assalire nuovamente i della Faggiuola. Assedia Casteldelci;  il castello è circondato con  16 battifolli. In soccorso dei difensori interviene  Neri della Faggiuola con 600 cavalli perugini. Pier Saccone Tarlati sbarra loro la strada. Nell’ autunno invia truppe ai Malatesta in guerra con i pontifici.

1335
Apr.ArezzoPerugia Firenze FaggiuolaUmbria

Gli si alleano contro il signore di Urbino Nolfo da Montefeltro, Montedoglio, Neri della Faggiuola, Ferrandino Novello Malatesta,  Ubertini,  Ubaldini e Ranieri Casali, signore di Cortona. Il cognato Ribaldo da Montedoglio consegna  Sansepolcro al della Faggiuola, che entra nella città con 200 cavalli e 500 fanti. Pier Saccone Tarlati  cerca invano di prestare soccorso ai difensori della rocca. Il fratello Roberto è costretto alla resa (salve le persone) dopo dodici giorni di assedio.

Mag.Toscana

Ad Arezzo per radunarvi truppe. Il papa gli intima di restituire alla Santa Sede i territori da lui usurpati allo stato della Chiesa.

Giu.Toscana e Umbria

Lo attaccano in Val di Chiana Ranieri  Casali ed i perugini (800 cavalli e 5000 fanti). Pier Saccone Tarlati  esce da Castiglion Fiorentino con 500 cavalli e molti fanti ed obbliga i perugini a fuggire in disordine verso Cortona. Gli avversari perdono nello scontro 100 cavalli tra morti e prigionieri e più di 200 fanti; per alcune fonti tra i perugini sono uccisi 1059 uomini ed i prigionieri sono 300 con 24 insegne. Il Tarlati senza indugio si trasferisce nel contado di Perugia e giunge sotto le mura della città: dà alle fiamme Tuoro sul Trasimeno (100 case), tocca Battivalle, Lignale, ottiene Montegualando e Palazzo, incendia Sanguineto e Mandrelle. Il giorno seguente lascia Tuoro sul Trasimeno, si dirige a Corte di Nazino, occupa Sant’Agata, Orsolini, Cornia, Montegetti, Passignano sul Trasimeno; dà alle fiamme Monte Ruffiano e La Torricella, perviene a Montecolognola i cui difensori (30 cavalli) si danno alla fuga: nella giornata sono incendiate nel complesso altre 200 abitazioni.  Si impadronisce anche di Fontignano; si ferma a Pian di Carpine (Magione). Il terzo giorno cavalca a Monachia ed a Fontana; dà alle fiamme Corciano, si avvicina a Perugia e vi fa impiccare alcuni perugini; ritorna a Magione e lascia un segno delle sue devastazioni anche a Lancarello, San Feliciano, Ponte di Valle, Sanfatucchio, Panicarola, Paterno ed in tutti i villaggi attorno al lago Trasimeno: 700 sono le abitazioni distrutte. Ritorna a Castiglion Fiorentino;  impedisce al Casali di impadronirsi per trattato di la Noceta.

Sett. ott.Umbria e Toscana

Si sposta in Val d’ Ambra e demolisce alcuni castelli che gli si sono ribellati quali Bucine, Galatrona e San Leolino. A fine mese i perugini assoldano 1000 cavalli tedeschi (la Compagnia della Colomba di stanza a Cortona) ed i fiorentini gli inviano contro 150 cavalli; alle sue forze vengono invece a mancare 150 balestrieri genovesi svaligiati dai fiorentini mentre  stanno cercando di raggiungerlo dalla Liguria. Neri della Faggiuola, i figli di Tano degli Ubaldini, Branca Guelfucci si presentano con 600 cavalli e molti fanti davanti ad una porta di Città di Castello; questa viene loro aperta da alcuni loro fautori che ne sono alla guardia. Vi è un’irruzione nella località. Rodolfo Tarlati, che ne è signore, è costretto ad arrendersi con 5 figli e 2 nipoti figli di Tarlatino Tarlati. Tutti sono rinchiusi in carcere a Perugia. Pier Saccone Tarlati è respinto  a Montecchio. Negli ultimi giorni di ottobre si rappacifica con gli avversari.

Nov.Toscana

Sventa un tentativo di Guido degli Ubertini di prendere possesso del castello di Rondine. Si limita a controllare i movimenti dei perugini ritornati a scorrere nell’ aretino. Questi ultimi ripetono le beffe da lui perpetrate mesi prima sotto le mura di Perugia.

Dic.RomagnaSi impadronisce del castello di Illico ai danni di Neri della Faggiuola a seguito di un assedio di cinque mesi.
1336
Apr.ArezzoFirenze PerugiaToscana

Invia truppe alla difesa del castello di Monterchi. La fortezza viene conquistata dagli abitanti di Città di Castello. Pier Saccone Tarlati, a metà mese, la recupera  sconfiggendo i castellani. Sempre negli stessi giorni si allea con Mastino della Scala ai danni dei fiorentini: il signore di Verona gli invia 800 cavalli che sono bloccati sui passi degli Appennini da 600 cavalli fiorentini e da altri 600 forniti da Bologna e dagli altri guelfi del territorio.

Lug. ago.Toscana

Fiorentini (700 cavalli) e perugini saccheggiano il contado di Arezzo. Pier Saccone Tarlati stipula un trattato di pace con il della Faggiuola che trova il suo suggello nelle nozze di una sua figlia con il figlio del rivale Francesco.

1337
Mar.TarlatiChiesa PerugiaToscana

Persuaso anche dal senese Regolino dei Tolomei si arrende con il fratello Tarlatino ai fiorentini; cede la signoria di Arezzo in cambio di 42800 fiorini e di altri 18000 per le paghe di sei mesi dovute alle sue masnade. Si riserva, viceversa, la signoria di Castiglion Fiorentino. Riceve i fiorentini sulla porta della città e consegna loro le chiavi ed il gonfalone di giustizia nella cattedrale. Gli è consentito di rimanere in Arezzo, di mantenere la proprietà dei castelli in suo possesso e di avere la cittadinanza fiorentina. Viene assalito nelle Marche dai pontifici desiderosi di impadronirsi di Cagli e Mercatello sul Metauro.

Apr.Toscana

Pier Saccone Tarlati Tarlati si reca a Firenze con 100 aretini e vi è accolto con tutti gli onori; è pure invitato ad un grande convito che si svolge in Santa Croce ove sono presenti mille cittadini della repubblica. Deve abbandonare la città alla notizia della caduta di Monterchi in potere di Ugolino del Monte a Santa Maria e dei perugini. Recupera subito tale località con l’aiuto dei fiorentini. In seguito agli accordi convenuti dopo tale vittoria, i perugini rimettono in libertà Rodolfo Tarlati ed i suoi famigliari catturati in Città di Castello nel settembre di due anni prima.

Mag.ToscanaI fiorentini impediscono la sua espulsione da Arezzo.
Giu.FirenzeVeronaToscana

Coadiuva Rolando dei Rossi con 40 cavalli e 400 fanti aretini nel suo attacco portato contro Lucca alla cui difesa si trova Azzo da Correggio.

1338
Apr.ToscanaConsegna ai fiorentini il castello di Civitella.
1340
Gen.ToscanaDeve cedere, sempre ai fiorentini. anche il castello di Rondine.
1341
…………….FirenzePisaToscanaInvia in soccorso dei fiorentini 200 fanti e 50 cavalli.
Ott.Toscana

Entra in Lucca,  assediata dai pisani, con alcuni cavalli e fanti: molti dei suoi  uomini muoiono annegati nel Serchio in un tentativo di guado.

Nov.Toscana

Ritorna ad Arezzo;  i ghibellini tentano di insorgere. Il podestà Guglielmo Altoviti lo fa subito incarcerare con i famigliari Rodolfo, Guido, Lussemburgo e Guglielmo.

1342
Gen.Toscana

Pier Saccone Tarlati  è condotto in catene a Firenze dopo essere stato spogliato dei suoi beni; è imprigionato per più tempo nel Palazzo dei Priori.

Mag. giu.GhibelliniFirenzeToscana

Viene fatto liberare dal duca di Atene Gualtieri di Brienne. Gli sono restituiti Bibbiena ed altri castelli nell’ aretino quale quello di Tuori che gli appartiene per un terzo. A giugno, al fine di rientrare in Arezzo, con altri ghibellini organizza un trattato per potersi impadronire della città. Gli è aperta la Porta Buia e per essa vi penetrano 300 suoi partigiani; il Tarlati rompe un tratto di mura vicino ad un’altra porta. Gli è precluso l’ingresso; i guelfi lo ostacolano e respingono il tentativo: sono catturati venti ghibellini che vengono impiccati accanto alla Porta Buia. In città sono demoliti palazzi e case di simpatizzanti della  causa dei Tarlati.

1343
PrimaveraToscana

Occupa Montacuto, Pietranera e Mignano. Vi è una un’ennesima riconciliazione tra guelfi e ghibellini, restituisce i tre castelli;  gli viene riconsegnata Rondine.

Lug. ago.Toscana

Allorché è informato che Gualtieri di Brienne è stato scacciato da Firenze muove ancora contro Arezzo: il castellano Guelfo Buondelmonti affida il castello cittadino agli abitanti. Pier Saccone Tarlati depreda il territorio vicino al capoluogo; assale Castiglion Fiorentino ed ottiene dai  fiorentini il castello ed il cassero dopo avere loro consegnato 7000 fiorini. Entratovi sceglie alcuni uomini, donne e bambini e li fa rinchiudere in carcere. Costoro sono torturati per estorcere loro denaro; altri sono giustiziati o vengono loro confiscati i beni.

1344
Giu.TarlatiPerugiaUmbria Marche e Toscana

I perugini assediano il castello di Tuoro sul Trasimeno; per rivalsa il Tarlati attacca Citerna. La località gli è consegnata da alcuni mercenari lombardi che scelgono di affidarla al Tarlati piuttosto che difenderla per conto dei perugini. Si impossessa pure di Casteldelci dopo otto mesi di assedio. Informato che Castiglion Fiorentino è caduta in potere degli avversari vi accorre, si impadronisce del castello, vi cattura Andrea Bardi e Giacomo Pulci e ne espelle la guarnigione comandata da Pietro di Bindolo. In breve vi è assediato a sua volta.

1345
Giu.Toscana

Si rappacifica con i fiorentini e rimane signore di Pietramala, Pianettole, Murlo, Chiusi, Montecchio, Montaguto, Pietranera, Ranco, Carciano, Mignano, Faeto, Sarna, Vignole, Monterchi, Penna, Gaenna, Celle di Sovara, Casale, Montanina, Valialla, Castel San Domenico, Giampareta, Catenaria, Lelci, Sorci, Caprese Michelangelo, Rocca Cinghiata, Vezzano, Raggiolo, Serra e Farneta.

1351
Lug.MilanoFirenze PerugiaToscana

Si allea con i Visconti, il signore di Cortona Bartolomeo Casali, gli Ubertini ed i Pazzi di Valdarno per combattere i fiorentini. Riceve in soccorso 250 barbute.  Esce da Bibbiena per contrastare i conti Guidi.

Ago.Toscana

Con Nolfo da Montefeltro e Bustaccio degli Ubertini (350 cavalli e 2000 fanti) lascia il Mugello, irrompe in Val d’Ambra ed in Valdarno verso Figline:  Albertaccio Ricasoli (650 cavalli e molti fanti) lo intercetta mentre sta assediando il castello. Pier Saccone Tarlati si allontana in silenzio senza che i nemici se ne avvedano.

Sett.Toscana

Viene raggiunto dal duca Rinaldo Tedesco con 400 cavalli per fronteggiare perugini e fiorentini in Valdarno con più determinazione. Ad Olmo, a 6 miglia da Arezzo, si accampano 600 cavalli perugini. Pier Saccone Tarlati si mette in marcia di notte con 400 cavalli e 2000 fanti;  la mattina successiva assale gli avversari. Catturato in un primo momento perché, nonostante l’età, si è spinto troppo in avanti rispetto alle sue schiere, è liberato dai Brandagli. Sono catturati 300 cavalli con 27 bandiere; ritorna a Bibbiena con le prede.  Rilascia i prigionieri senza armi e cavalcature.

Ott.Toscana

Affiancato da Rinaldo Tedesco (300 cavalli) esce ancora da Bibbiena per agevolare i Brandagli nell’ impadronirsi di Arezzo. La congiura è scoperta nella città e la strada viene sbarrata da steccati e da alberi; per tali motivi preferisce rientrare a Bibbiena.

Nov.Toscana

Con l’ausilio di 400 cavalli viscontei condotti da Guglielmo Pallavicini muove su Sansepolcro; un suo partigiano, Arrighetto di San Polo, noto ladro acrobata, approfitta delle cattive condizioni atmosferiche che fanno diminuire la sorveglianza; si avvicina ad una porta; entra in una torre, minaccia di morte le 2 sentinelle e fa salire 12 soldati che lo hanno accompagnato. E’ dato il segnale ai Boccognani, che abitano nella località e  fautori di Pier Saccone  Tarlati; costoro fanno suonare la campana di una chiesa e chiamano a raccolta i ghibellini locali. Pier Saccone Tarlati conduce l’attacco con 500 cavalli e 2000 fanti; irrompe in Sansepolcro e ne impedisce il saccheggio; con Guglielmo Pallavicini assedia i perugini nelle 2 rocche e li obbliga alla resa in quattro giorni. Per tale fatto il comune di Perugia incassa la cauzione di 1000 lire che ognuno dei 2  castellani ha dovuto depositare al momento della nomina. Cadono in breve anche il castello di Anghiari, che sarà restituito a Masio da Pietramala, e quello di Pieve Santo Stefano.

Dic.Toscana

1400 cavalli perugini e 500 fiorentini escono da Città di Castello ed entrano in Sansepolcro di cui incendiano molte case. Pier Saccone Tarlati si mette al loro inseguimento; incappa in un’ imboscata predisposta in precedenza.  Si salva a stento dopo avere subito numerose perdite. Tra i suoi uomini sono uccisi 60 cavalli; sono pure catturati 6 connestabili, Manfredi dei Pazzi e molti cavalli tedeschi e borgognoni.

1352
Feb.Toscana e Umbria

Ottenuta l’alleanza di Nolfo di Montefeltro, cavalca verso Perugia con più di 1000 cavalli. Raggiunge Cortona;  con i viscontei cavalca nel perugino saccheggiando i borghi sul lago Trasimeno; dà alle fiamme il castello di Vaiano, assedia con il Montefeltro Montecolognola (ove trova la morte Ferrandino Novello Malatesta), assale, sempre senza successo, per 15 giorni anche Castiglione del Lago; da qui muove su Perugia procurando grandissimi danni al circondario. Ritorna a Cortona ed a Sansepolcro dove sono vendute le prede. I perugini per vendicarsi si muovono ai danni del signore di Cortona Bartolomeo Casali.

Mag. giu.Toscana

600 cavalli fiorentini saccheggiano le terre degli Ubertini, dei Pazzi di Valdarno e dei Tarlati attorno a Cornia, Penna, Gaenna e Bibbiena. Pier Saccone Tarlati si rinchiude in un primo momento in Bibbiena con pochi cavalli e 1200 fanti; i ghibellini difendono con coraggio i vigneti circostanti la località. A giugno, esce dalla città, punta verso Montecchio con 70 cavalli e 1000 fanti con i quali si accampa su una collina sovrastante l’Arno. Si scontra con i fiorentini e respinge un loro attacco su un fianco; crede di avere la vittoria a portata di mano e li carica. Non si accorge dell’arrivo di un’altra schiera che ha attraversato il fiume; è colto  alle spalle. Fugge a cavallo a Bibbiena. Dei suoi uomini, 100 sono uccisi e 200 vengono catturati (tra i quali un figlio); molti sono anche i feriti. I prigionieri sono condotti legati a Firenze e qui sono rilasciati.

Lug. sett.Toscana

Tenta inutilmente di prestare soccorso ai difensori di Bettona che a dicembre sono costretti alla resa a patti. Pier Saccone Tarlati si colloca a Quarata con 1800 cavalli e ne conquista il borgo: 100 cavalli fiorentini lo ostacolano nel suo disegno di dare la località alle fiamme. A settembre giunge a Bibbiena Rinaldo Tedesco con 400 cavalli inviati dal signore di Milano, l’arcivescovo Giovanni Visconti. Segue i viscontei per sorprendere nei pressi di Olmo, a due miglia da Arezzo, 600 cavalli perugini giunti in soccorso dei perugini. Prende parte al combattimento nonostante la sua età. Si trova circondato dagli avversari. Nell’occasione è salvato da una sortita dei cavalli fuoriusciti aretini guidati dai Brandagli.

Ott.Toscana

Con i Pazzi di Valdarno, il vescovo Ubertini di Arezzo e gli Ubaldini (2000 cavalli dei quali molti forniti dai Visconti, e 2500 fanti) esce da Quarata. Nei giorni seguenti oltrepassa Montevarchi senza essere visto a causa di una forte nebbia, salta Incisa Valdarno  ed entra in Figline Valdarno. Gli abitanti, colti di sorpresa, abbandonano tutte le loro cose (masserizie, vettovaglie, bestiame) per trovare riparo nel vicino castello dei Bene. Non tenta l’assalto al castello. I ghibellini, sempre protetti dalla nebbia, danno alle fiamme ad alcune case, bruciano il Tartagliese e dopo tre giorni rientrano ad Arezzo. Qui si dividono per raggiungere ciascuno il proprio campo invernale, mentre i viscontei ritornano in Lombardia.

……………..Toscana

Sostiene (300 cavalli e fanti) in Arezzo il tentativo di Martino e Guido Brandagli di impossessarsi della signoria della città. Giunge in ritardo con gli altri congiurati ghibellini. Trova la strada sbarrata dagli avversari per cui decide di rientrare in Bibbiena. I Brandagli continuano, invece, nel loro tentativo insurrezionale asserragliandosi in una porta cittadina e nei loro palazzi fortificati di Arezzo. Martino Brandagli, fatto prigioniero dai fiorentini, negozia per conto dei famigliari l’uscita dalla città, salve le persone ed i loro beni, nonché un compenso di 3000 fiorini per il rimborso delle spese. Pier saccone Tarlati, da parte sua, continua nel conflitto; dà alle fiamme il Tartagliese e persegue nel devastare l’aretino; con l’inverno rientra a Montevarchi carico di prede e di prigionieri.

1353
Apr.Toscana

Effettua un’ultima scorreria prima della firma della pace di Sarzana: razzia bestiame fino a Laterina; i contadini si ribellano e lo costringono a rilasciare  le prede ed a rifugiarsi a Bibbiena. Con la pace gli sono restituiti i suoi beni; non ha tuttavia il permesso di rientrare in Arezzo, città dalla quale gli è perfino inibito l’avvicinarsi a meno di quattro miglia. Si riconcilia pure con i perugini cui riconosce il pagamento di 4000 fiorini per il possesso di Caprese Michelangelo e della rocca di Tertacciano tolte agli avversari.

1354
Giu.ToscanaVende ai fiorentini il castello di Bevignano.
1355
Feb.Toscana

Si reca a Pisa con due figli, un nipote e 50 armati per perorare la sua causa presso l’imperatore Carlo di Boemia ed il vescovo di Arezzo, un Ubertini. Entra nella città per la Porta di San Marco con molti cittadini;  il suo ingresso è annunciato dalle trombe. Alloggia lungo l’Arno nella casa dei Griffi; chiede la signoria di Arezzo. Si comporta  con una tale arroganza che non riceve alcun ascolto.

Mar.ToscanaSi reca a Siena con Francesco Castracani per conto di Carlo di Boemia in occasione di una rivolta in corso nella città.
1356Toscana

Persuade il figlio Marco ad aggredire gli Ubertini per togliere loro il castello di Gressa. Muore nella rocca di Bibbiena alla notizia del fallimento dell’ iniziativa. Gli aretini si affrettano a tentare di conquistare i 3 castelli rimasti ai Tarlati. La sua arma è un’insegna con sei pietre quadre in campo azzurro sormontato dall’aquila spiegata. Sposa Marietta Spinola.

CITAZIONI

-“Prò e valente uomo fu e avvisato in fatti di guerra ma più in operazioni di trattati e di furti e di subite cavalcate, che in campo o in aperta guerra; e’ fu fortunato contro agli altri suoi nemici, e infortunato contro al comune di Firenze, e per animosità di parte ghibellina non seppe tener fede.” VILLANI

-“Questo tale fu uomo molto prestante nell’arte militare, ma poco atto alle cose civili..Di corpo sì robusto, che insino allo stremo tempo della sua età portava l’armi, e sofferiva dì e notte le fatiche della guerra, e trovavasi presente ai pericoli e alle battaglie. Costui nella sua età fece molte cose, e ebbe varie revoluzioni, e fu assai sufficiente capitano di guerra, benché pel troppo ardire fusse poco cauto, e per quella ragione ricevesse altre volte detrimento.” L. ARETINO

-“El cavalier pregiato miser Piero/ che d’ardire e prodezza fu dotato,/ ben proveduto e savio baccelliero.” B. DI GORELLO

-“Admodum senex erat enim supra octogenarius, sed corpore ita robusto, ut neque ad extremos ferme annos arma induere ac nocturnos diurnosque militiae labores suscipere ac proelio periculisque interesse numquam destiterit…Hic fuit vir bello quidem admodum praestans, ad urbanas vero conversationes non satis plus. Cum tamen opes a fratre (il vescovo Guido Tarlati) partas suscepisset, non solum tenuit eas armis, verum etiam extendit, praecipue tyrannis et his quidem suarum partium in festus, quos castellis arcibusque exutos large lateque disperserat.” BRUNI

-“Huomo di gran conto in que’ tempi.” PELLINI

-“Salito in fama di uno dei più valorosi di quella età.” TROYA

-“Operò saviamente eziandio emanando altre leggi su’ mortorii e i conviti, affinché la frugale semplicità, il decoro della religione, la domestica economia e la pubblica grandezza fossero a’ cittadini unico desiderio, e creava a presiedere a ciò un magistrato appellato uffiziale del freno. Intrepido condottiero.” SEZANNE

-Contro i perugini “E messer Piero, e’ suoi con ardimento/ Verso Cortona, infin presso alle porti/ Li seguitò, e poscia non s’indugia:/ Con gli suoi cavalier gagliardi, e forti/ E’ cavalcò sopra quel di Perugia,/ E ‘n cinque giorni, di ciò, che trovaro,/ Non vi campò voler d’una grattugia.” PUCCI

-“Ambizioso ed intraprendente Barone di quel tempo e capo allora del partito Ghibellino in Toscana.” ANONIMO DI CORTONA

-“Era ritenuto il più bravo dei Ghibellini… Sempre insofferente di ogni riposo e d’ogni indugio…Grandemente esperto delle cose di guerra e quanto mai audace, irrequieto, spergiuro e macchinante continuamente violenza ed inganni contro i vicini.” COLESCHI

-“Col Tarlati muore un prode e valente uomo di guerra.” CIUCCIOVINO

-“La figura di Pier Saccone.. è disegnata dagli storici in modo controverso. Egli è descritto ora come uomo perfido e venale, ora come onesto e sfortunato. Alcuni lo reputano politico raffinato ed abile, altri sostengono che fu soltanto ambizioso ed assai poco perspicace… Se un giudizio, sia pur sintetico, si deve dare al personaggio, sembra ragionevole ritenere di aver a che fare con un uomo scaltro, dotato di desideri di potenza e di ricchezza, al quale difettò però intelligenza e fascino personale… Dove Pier saccone manifesta le sue doti migliori è nella realizzazione di opere pubbliche ed urbanistiche e nell’assetto legislativo ed amministrativo della città.. In particolare Piero prosegue la realizzazione delle nuove mura, migliorandole (1332). Costruisce il Palazzo dei Priori (1333). Fa lastricare molte vie, fissa criteri per la manutenzione degli spazi pubblici e per la pulizia della città (1327-1334). Vengono eseguite opere di rilievo alla Pieve di santa Maria (1330-1332). Sono regolate le attività economiche, in particolare quelle commerciali.” BIANCONI

Fonte immagine: signaarretii.it

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