Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
PAZZAGLIA (Gaspare Pazzaglia, Guidotto Pazzagli) Di Bologna o di Pistoia, secondo le fonti. Signore di Montegiove. Fratello di Giovanni Pazzaglia, fratello giurato di Francesco da Bologna.
- 1443 (giugno)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1440 | |||||
Giu. | Firenze | Milano | Toscana | Milita nelle squadre di Micheletto Attendolo. Ha il comando di una compagnia di fanti. Prende parte alla battaglia di Anghiari. | |
1441 | |||||
Apr. | Umbria | E’ segnalato a Ponte san Giovanni alla testa di molti cavalli e fanti. | |||
Ago. | Siena | Firenze | Toscana | Raccoglie a Fichino 600 fanti che in precedenza hanno militato agli ordini di Baldaccio d’Anghiari; assale nottetempo Simonetto da Castel San Pietro appostato nei pressi; lo sconfigge dopo quattro ore e mezzo catturandogli 40 cavalli. | |
………. | Siena | Pitigliano | Toscana | Attacca in Sorano il conte di Pitigliano Aldobrandino Orsini. Corrotto dall’ avversario si fa sorprendere ad arte nel suo campo dagli avversari. Il suo inganno è scoperto per cui passa direttamente al servizio dell’ Orsini. | |
…….. | Pitigliano | Siena | 800 cavalli e 100 fanti | Toscana | Depreda il senese con la sua compagnia. |
Nov. | Chiesa Comp. ventura | Sforza Chiesa | Umbria | Su invito del vescovo di Orvieto penetra nell’ orvietano ove fronteggia il Sarpellione; ottiene Montegiove; chiede invano vettovaglie ai perugini. Costoro reagiscono e proibiscono a chiunque, pena la forca, di recarsi al suo campo per acquistarvi il bestiame razziato nel contado. Si reca allora a Perugia per sbloccare la situazione: è qui imprigionato su ordine del papa Eugenio IV. Per la sua liberazione deve consegnare Montegiove ai pontifici. | |
Dic. | Comp. ventura | Chiesa | Lazio | Si sposta nel viterbese, depreda il territorio di Bagnoregio (Bagnorea) e si appropria di 5000 pecore appartenenti alla locale comunità ed a quella di Viterbo. Entra in Lubriano con 100 fanti. Proclama di rompere la guerra per conto di Niccolò Piccinino. | |
1442 | |||||
Gen. | Comp. ventura | Sforza | Umbria | E’ affrontato dal Sarpellione e da Gentile della Sala che fanno dichiarare Francesco Sforza signore di Orvieto. | |
Feb. mar. | Pitigliano | Siena | Toscana | Nei mesi invernali continua ad appoggiare il conte di Pitigliano ai danni dei senesi cui toglie i castelli di Roccalbegna e di Montacuto. | |
Mag. | Chiesa | Sforza | Umbria | Si ferma a Ponte San Giovanni con una grossa squadra di cavalli. | |
Giu. | Umbria | Rimane con Cristoforo da Tolentino alla guardia di Todi. Strazia gli abitanti con angherie e violenze di ogni genere, rapisce donne e bambini che fa prostituire con lauti guadagni. Il Piccinino gli versa 1000 ducati per la sua condotta; nonostante ciò si sparge la voce che voglia passare al soldo di Francesco Sforza. E’ imprigionato in Perugia dal podestà con molti dei suoi uomini; gli altri riparano a Montegiove. | |||
Lug. ago. | Comp. ventura | Chiesa | Umbria | E’ arrestato anche un fratello del Pazzaglia; ad agosto entrambi sono rilasciati. Si reca anch’egli a Montegiove, cavalca nell’ orvietano ove si impossessa di molti beni e fa numerosi prigionieri; si porta a Ponte San Giovanni dove mette in ordine la compagnia. | |
Sett. | Umbria | E’ raggiunto dalla moglie proveniente da Firenze. | |||
Nov. | Chiesa | Sforza | Umbria | Affianca ancora Niccolò Piccinino contro Francesco Sforza. Muove da Gualdo Tadino ed assale Assisi alla cui difesa si trova Alessandro Sforza; si impadronisce delle alture e si avvicina alla rocca con Riccio di Taranto e Niccolò Brunoro. Entra nella città con 300 fanti per un canale sotterraneo di un antico acquedotto: grosse pietre, pali di ferro e legname ostacolano il suo cammino. Perviene nel Mercatale e da qui ritorna alle mura: i suoi uomini sono scoperti da un cittadino o da un soldato: riesce a salire sulle mura nonostante tutto ed a chiamare il Piccinino per l’attacco finale. | |
1443 | |||||
Gen. | Firenze | Chiesa | Umbria Lazio e Toscana | Tradisce Niccolò Piccinino e passa agli stipendi dei fiorentini; è inviato in soccorso di Francesco Sforza. Marcia di nascosto nel Chiugi con Pietro Giampaolo Orsini ed attacca Panicale. Respinto, si sposta nel Patrimonio per congiungersi con il Sarpellione e raggiungere più tardi lo Sforza nella marca d’ Ancona. Entra nella maremma ed irrompe nottetempo (forse per trattato) in Scansano. | |
Feb. | Chiesa | Sforza | Umbria e Marche | Ritorna agli ordini di Niccolò Piccinino. Mette a sacco Valfabbrica. Si dirige verso Camerino. | |
Giu. | Marche | Attaccato da Francesco Sforza a Sant’ Anatolia (Esanatoglia), vi è ucciso con 150 dei suoi uomini; gravi pure le perdite tra gli sforzeschi. Per alcune fonti viene ammazzato per avere in precedenza parlato con poco rispetto di Sigismondo Pandolfo Malatesta |
CITAZIONI
-“Uomo crudelissimo, e rotto alle più sozze nefandezze, tantoché per ingordigia de denaro vi (a Todi) rubava le robe e i fanciulli, prostituendoli a chi gliene offerisse miglior mercato.” CRISTOFANI
-“Costui, facile ai soprusi come rotto a improntitudini d’ogni sorta, straziò i Todini con angherie e violenze peggio che qualunque venturiero di tutte le età, fino a trafficar turpemente su donne e fanciulli, e a pigliar soldo su femminette rapite che dava a spulzellare. Non soddisfatto dell’osceno guadagno, corse voce ch’egli, avendo ricevuto dal Piccinini mille ducati per sua condotta, preparavasi a ritornare in Montegiove rapito agli Orvietani, quindi recarsi in Asisi ai servigi del conte Francesco (Sforza). Per commissione del Papa e del Capitano venne tradotto nelle prigioni del podestà di Perugia; ma presto ne uscì libero.” FABRETTI
-Alla battaglia di Anghiari “E ordinaro fanti per battaglia,/Ch’a rassegnarsi non stetton guari/Chi provisto in corazza e chi di maglia/Con iscoppietti, lance e sagittari,/Con mille paghe da Pistò’ il Pazzaglia,/Qual pensa aquistar nome appresso Anghiari/E vuol muover sue genti di galoppo/Sol per romper disegni al Piccin zoppo.” Dalla citazione di un codice della Magliabecchiana di Firenze riportata da FABRETTI
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