PAZZAGLIA

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Castello di Montegiove
Castello di Montegiove

Last Updated on 2024/01/16

PAZZAGLIA  (Gaspare Pazzaglia, Guidotto Pazzagli) Di Bologna o di Pistoia, secondo le fonti. Signore di Montegiove. Fratello di Giovanni Pazzaglia, fratello giurato di Francesco da Bologna.

  • 1443 (giugno)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1440
Giu.FirenzeMilanoToscanaMilita nelle squadre di Micheletto Attendolo. Ha il comando di una compagnia di fanti. Prende parte alla battaglia di Anghiari.
1441
Apr.UmbriaE’ segnalato a Ponte san Giovanni alla testa di molti cavalli e fanti.
Ago.SienaFirenzeToscana

Raccoglie a Fichino 600 fanti che in precedenza hanno militato agli ordini di Baldaccio d’Anghiari; assale nottetempo Simonetto da Castel San Pietro appostato nei pressi; lo sconfigge dopo quattro ore e mezzo catturandogli 40 cavalli.

……….SienaPitiglianoToscana

Attacca in Sorano il conte di Pitigliano Aldobrandino Orsini. Corrotto dall’ avversario si fa sorprendere ad arte nel suo campo dagli avversari. Il suo inganno è scoperto per cui passa direttamente al servizio dell’ Orsini.

……..PitiglianoSiena800 cavalli e 100 fantiToscanaDepreda il senese con la sua compagnia.
Nov.ChiesaComp. venturaSforzaChiesaUmbria

Su invito del vescovo di Orvieto penetra nell’ orvietano ove fronteggia il Sarpellione; ottiene Montegiove;  chiede invano vettovaglie ai perugini. Costoro reagiscono e proibiscono a chiunque, pena la forca, di recarsi al suo campo per acquistarvi il bestiame razziato nel contado. Si reca allora a Perugia per sbloccare la situazione: è qui imprigionato su ordine del papa Eugenio IV. Per la sua liberazione deve consegnare Montegiove ai pontifici.

Dic.Comp. venturaChiesaLazio

Si sposta nel viterbese, depreda il territorio di Bagnoregio (Bagnorea) e si appropria di 5000 pecore appartenenti alla locale comunità ed a quella di Viterbo. Entra in Lubriano con 100 fanti. Proclama di rompere la guerra per conto di Niccolò Piccinino.

1442
Gen.Comp. venturaSforzaUmbriaE’ affrontato dal Sarpellione e da Gentile della Sala che fanno dichiarare Francesco Sforza signore di Orvieto.
Feb. mar.PitiglianoSienaToscanaNei mesi invernali continua ad appoggiare il conte di Pitigliano ai danni dei senesi cui toglie i castelli di Roccalbegna e di Montacuto.
Mag.ChiesaSforzaUmbriaSi ferma a Ponte San Giovanni con una grossa squadra di cavalli.
Giu.Umbria

Rimane con Cristoforo da Tolentino alla guardia di Todi. Strazia gli abitanti con angherie e violenze di ogni genere, rapisce donne e bambini che fa prostituire con lauti guadagni. Il Piccinino gli versa 1000 ducati per la sua condotta; nonostante ciò si sparge la voce che voglia passare al soldo di Francesco Sforza. E’ imprigionato in Perugia dal podestà con molti dei suoi uomini; gli altri riparano a Montegiove.

Lug. ago.Comp. venturaChiesaUmbria

E’ arrestato anche un fratello del Pazzaglia; ad agosto entrambi sono rilasciati. Si reca anch’egli a Montegiove, cavalca nell’ orvietano ove si impossessa di molti beni e fa numerosi prigionieri;  si porta a Ponte San Giovanni dove mette in ordine la compagnia.

Sett.UmbriaE’ raggiunto dalla moglie proveniente da Firenze.
Nov.ChiesaSforzaUmbria

Affianca ancora Niccolò Piccinino contro Francesco Sforza. Muove da Gualdo Tadino ed assale Assisi alla cui difesa si trova Alessandro Sforza; si impadronisce delle alture e si avvicina alla rocca con Riccio di Taranto e Niccolò Brunoro. Entra nella città con 300 fanti per un canale sotterraneo di un antico acquedotto: grosse pietre, pali di ferro e legname ostacolano il suo cammino. Perviene nel Mercatale e da qui ritorna alle mura: i suoi uomini sono scoperti da un cittadino o da un soldato: riesce a salire sulle mura nonostante tutto ed a chiamare il Piccinino per l’attacco finale.

1443
Gen.FirenzeChiesaUmbria   Lazio e Toscana

Tradisce Niccolò Piccinino e passa agli stipendi dei fiorentini; è inviato in soccorso di Francesco Sforza. Marcia di nascosto nel Chiugi con Pietro Giampaolo Orsini ed attacca  Panicale. Respinto, si sposta nel Patrimonio per congiungersi con il Sarpellione e raggiungere più tardi lo Sforza nella marca d’ Ancona. Entra nella maremma ed irrompe nottetempo (forse per trattato) in Scansano.

Feb.ChiesaSforzaUmbria e MarcheRitorna agli ordini di Niccolò Piccinino. Mette a sacco Valfabbrica. Si dirige verso Camerino.
Giu.Marche

Attaccato da Francesco Sforza a Sant’ Anatolia  (Esanatoglia), vi è ucciso con 150 dei suoi uomini; gravi pure le perdite tra gli sforzeschi. Per alcune fonti viene ammazzato per avere in precedenza parlato con poco rispetto di Sigismondo Pandolfo Malatesta

 CITAZIONI

-“Uomo crudelissimo, e rotto alle più sozze nefandezze, tantoché per ingordigia de denaro vi (a Todi) rubava le robe e i fanciulli, prostituendoli a chi gliene offerisse miglior mercato.” CRISTOFANI

-“Costui, facile ai soprusi come rotto a improntitudini d’ogni sorta, straziò i Todini con angherie e violenze peggio che qualunque venturiero di tutte le età, fino a trafficar turpemente su donne e fanciulli, e a pigliar soldo su femminette rapite che dava a spulzellare. Non soddisfatto dell’osceno guadagno, corse voce ch’egli, avendo ricevuto dal Piccinini mille ducati per sua condotta, preparavasi a ritornare in Montegiove rapito agli Orvietani, quindi recarsi in Asisi ai servigi del conte Francesco (Sforza). Per commissione del Papa e del Capitano venne tradotto nelle prigioni del podestà di Perugia; ma presto ne uscì libero.” FABRETTI

-Alla battaglia di Anghiari “E ordinaro fanti per battaglia,/Ch’a rassegnarsi non stetton guari/Chi provisto in corazza e chi di maglia/Con iscoppietti, lance e sagittari,/Con mille paghe da Pistò’ il Pazzaglia,/Qual pensa aquistar nome appresso Anghiari/E vuol muover sue genti di galoppo/Sol per romper disegni al Piccin zoppo.” Dalla citazione di un codice della Magliabecchiana di Firenze riportata da FABRETTI

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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