PANDOLFO MALATESTA

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PANDOLFO MALATESTA
Pandolfo IV Malatesta, pala di San Vincenzo Ferrer, Ghirlandaio

Last Updated on 2023/07/02

PANDOLFO MALATESTA  (Pandolfaccio Malatesta)  Di Verucchio.

Signore di Rimini, Sarsina, Meldola, San Savino, Sant’Andrea in Bagnolo, San Clemente, Montescudo, Monte Colombo, Gemmano, San Giovanni in Marignano, Montegridolfo, Mulazzano, Cittadella. Figlio naturale di Roberto Malatesta, fratello di Carlo Malatesta, padre di Sigismondo Malatesta, Galeotto Malatesta e di Malatesta Malatesta; cognato di Ranuccio da Marciano, Giberto Pio, Galeotto Manfredi e Niccolò Maria Rangoni, Annibale ed Alessandro Bentivoglio; nipote di Giovanni Aldovrandini.

1475 (luglio) – 1534 (giugno)

Pandolfo-IV-Malatesta
Pandolfo IV Malatesta, signore di Rimini, nella Pala di San Vincenzo Ferrer dettaglio di Domenico Ghirlandaio (1493-96 circa).
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1482Romagna

Alla morte del padre Roberto veneziani e pontifici gli concedono la dignità onorifica di capitano generale ed  uno stipendio di 16000 scudi.  Gli inviano 150 uomini d’arme per la difesa del suo stato.

1485RiminiForlìRomagnaViene protetto dai veneziani allorché il signore di Forlì Girolamo Riario tenta di impadronirsi di Rimini.
1486
Dic.RomagnaE’ armato cavaliere a San Lazzaro, nella chiesa del Pantano, dal duca di Calabria Alfonso d’Aragona.
1487
Gen. feb.EmiliaA gennaio si trova Bologna per le nozze di Annibale Bentivoglio con Lucrezia d’Este. A febbraro è segnalato a Ferrara.
1488Chiesa50 lance
1489ChiesaRomagna e Marche

Scade la condotta con lo stato della Chiesa;  si offre ai veneziani. Interviene Lorenzo dei Medici e gli è rinnovata la ferma dai pontifici. In pellegrinaggio a Loreto.

1490
Apr.Gli viene rinnovata la condotta dai pontifici.
Sett.EmiliaTrascorre alcuni giorni a Bologna ospite del signore della città Giovanni Bentivoglio.
1492
Mar.RomagnaIn occasione di una festa mascherata uccide a colpi di pugnale il tutore Raimondo Malatesta che regge le sorti dello stato.
Lug.RomagnaGaleazzo Malatesta attenta alla sua vita con i figli: la trama è scoperta.
……….RomagnaAccoglie in Rimini il duca di Ferrara Ercole d’Este.
1493
Mag.400 cavalli

Passa agli stipendi dei veneziani con una condotta di 100 uomini d’arme. La ferma è stabilita in due anni, lo stipendio è di 7000 ducati l’anno ed ha l’obbligo di servire in qualsiasi parte d’Italia. Gli è assicurata la protezione dei suoi stati.

Sett.LombardiaSorveglia i confini della Ghiaradadda.
Dic.Emilia

A Bologna con la moglie Violante Bentivoglio, figlia di Giovanni;  vi è accolto dai cognati Annibale ed Alessandro Bentivoglio,  Niccolò Maria Rangoni e  Giberto Pio.

1494
Gen.EmiliaA Bologna. Cavalca con i parenti a Corticella per l’apertura di un canale navigabile sul Reno.
Ago.Venezia400 cavalliRomagnaSi incontra a Rimini con Niccolò Orsini.
1495
Gen.Venezia

Gli è rinnovata la condotta per altri due anni; lo stipendio gli è elevato a 8000 ducati l’anno: nel contratto è inserita la clausola per la quale, alla scadenza della condotta, si impegna a non combattere per sei mesi contro le truppe della Serenissima.

Feb.RiminiBagnoRomagnaCon Antonio Malatesta toglie il castello di Cusercoli a Guido Guerra da Bagno
Apr.VeneziaFranciaRomagnaInvia 25 cavalli a Roma per proteggere il pontefice Alessandro VI.
Mag.RomagnaOspite a Forlì di Caterina Sforza.
Giu.RomagnaViene sollecitato dai veneziani ad unirsi con il resto dell’esercito per contrastare i francesi nel parmense.
Lug.Emilia e PiemontePrende parte alla battaglia di Fornovo. Attraversa, indi, il modenese con 12 squadre e si trasferisce all’assedio di Novara.
Ago.Piemonte

Al campo di Vespolate. Presenzia alla cerimonia in cui sono consegnati a Francesco Gonzaga il bastone e lo stendardo di capitano generale della Lega Italica. Segue Niccolò Orsini verso Granozzo e Casalino per intercettare una colonna di rifornimenti diretta a Novara e proveniente da Vercelli.

Ott.Lombardia e RomagnaA Crema. Rientra in Romagna.
Nov.Romagna

Fornisce alcuni uomini a Guido Guerra da Bagno; quest’ultimo  penetra nel territorio veneziano e  conquista Castelnuovo nel ravennate. La Serenissima si lamenta del suo operato; il Malatesta manda allora a chiamare Guido Guerra da Bagno;  per dimostrare la sua innocenza lo trattiene prigioniero. Ha l’ordine di farlo impiccare: non gli può usare altro riguardo che quello di farlo strozzare in carcere e di mostrarlo morto alla popolazione.

1496
Mar.Romagna

Rifiuta di ottemperare alle sue obbligazioni allorché i veneziani lo inviano con 100 uomini d’arme e 35 balestrieri a cavallo nel regno di Napoli per affrontarvi i francesi: ha timore di novità pericolose nei suoi stati.

Apr.MartinelliTibertiRomagna

Invia 100 fanti ai Martinelli affinché si difendano da Polidoro Tiberti; ottiene per trattato il castello di Monte Giotone  suscitando con ciò la reazione dei cesenati. Compie alcune razzie nel territorio di Savignano sul Rubicone. E’ costretto a cedere per la pronta reazione della signora di Forlì Caterina Sforza, di Guidobaldo da Montefeltro, nonché degli abitanti della stessa Cesena.

Mag.VeneziaRomagnaIn Romagna, per conto dei veneziani, con 100 uomini d’arme.
Ago.RomagnaRiceve a Rimini il legato pontificio, il cardinale di Santa Croce.
1497
……..RiminiRivoltosiRomagna

Alla morte della madre Elisabetta Aldovrandini commette violenze ed omicidi nei suoi stati. Cerca di violentare una giovane di Rimini, figlia di Castracane Castracani, che viene nascosta in un convento. Tenta di penetrarvi; scoperto, è costretto a fuggire per una finestra: salvatosi, raduna i suoi provvigionati e cattura tredici persone che si sono adoperate per catturarlo. Tutti sono impiccati; anche il padre della donna è inseguito dai suoi scherani; ne è messa a sacco la casa ed i  beni gli sono confiscati. La popolazione si ribella, il Malatesta si rinchiude nella rocca dove è assediato; deve ricorrere ai veneziani per potere ristabilire la calma.

Mar.RiminiTibertiRomagna e Veneto

Achille Tiberti gli tende un agguato (che va a vuoto) con alcuni balestrieri. Protesta a Venezia per il ritardo delle paghe e chiede al loro posto cento staia di frumento e seicento d’orzo: si reca nella città con un seguito di 90 persone. La Serenissima, per le sue spese, gli riconosce una provvigione giornaliera di dodici ducati. Il Malatesta domanda una condotta per il fratello Carlo.

Sett.Venezia400 cavalliRomagnaGli è rinnovata dalla Serenissima la condotta. E’, inoltre, esentato dall’obbligo della rassegna.
Ott.RiminiForlìRomagna

Achille Tiberti compie nuove scorrerie nei suoi territori con l’ausilio di Caterina Sforza; per rappresaglia fa mettere a sacco sette borghi del forlivese.

1498
Gen.Romagna

Si rende colpevole del rapimento e di atti di violenza nei riguardi di una donna della famiglia Marcheselli. Costoro, con altri cittadini,  vogliono vendicarsi e cercano di ucciderlo all’ora del vespero nella chiesa di Sant’Agostino: il Malatesta salta prima sull’organo e poi sull’altare maggiore che si rompe sotto il suo peso. Quattro organisti ferraresi, che sono al suo fianco, lo difendono con le loro spade;  grazie al loro intervento riesce a riparare nel castello. Ne esce con i suoi armati, fa uccidere Ludovico e Piero Belmonte, fa mettere a sacco quindici case ed altre quattro sono date alle fiamme; tredici riminesi sono impiccati, tra i quali vi sono due membri del suo consiglio.  Pure gli organisti, che hanno salvato la sua vita, subiscono il peso della sua ira  venendo scacciati dalla città; uno di costoro, anzi, è trattenuto in carcere con il sospetto di essere stato complice o, quanto meno, consapevole dell’attentato di cui è stato vittima.

Feb.RiminiForlìRomagna e Emilia

Viene attaccato dai forlivesi; richiede aiuto ai veneziani e ripara a Ravenna. Al suo ritorno a Rimini deve disfarsi del suo favorito Borso da Ferrara, causa di molti malcontenti. Si reca a Bologna con 500 cavalli presso il suocero Giovanni Bentivoglio; solamente quando i tumulti  sono sedati rientra a Rimini.

Mag.RomagnaUna nuova congiura ai suoi danni termina con l’impiccagione di 2 uomini.
Giu.EmiliaA Ferrara con il duca di Urbino Guidobaldo da Montefeltro.
Lug.VeneziaFirenze

E’ inviato dai veneziani con Guidobaldo da Montefeltro, Paolo Orsini ed Astorre Manfredi in soccorso di Piero dei Medici allo scopo di aiutarlo a recuperare la signoria di Firenze.

Ago.RomagnaSorgono nuovi disordini a Rimini. I veneziani gli propongono lo scambio di Rimini con la signoria di Bassano del Grappa o di Conegliano. Non se ne fa nulla.
Sett.RomagnaSi muove in Val di Lamone con la sua compagnia. Non esercita alcuna operazione contro i fiorentini.
Ott.RomagnaCattura Antioco Tiberti con alcuni fautori. Di costoro, alcuni sono impiccati.
Dic.Romagna

Protesta con i veneziani per la condotta concessa al suo nemico personale Lamberto Malatesta da Sogliano;  si offre di comandare le truppe di Galeata al posto del congiunto. Domanda, nel contempo, ai veneziani un prestito per pagare alcuni suoi debiti e riscattare dei  gioielli impegnati a Milano.

1499
Feb.VeneziaAlla scadenza della ferma è ulteriormente ricondotto per altri due anni.
Mar.

Chiede sia un aumento della condotta, sia che i suoi emolumenti siano portati a 10000 ducati. Non manca il riferimento al   saldo delle paghe arretrate.

Apr.Le sue spettanze sono pagate in natura mediante la consegna, a titolo di acconto, di 1000 staia di frumento.
Mag.

Domanda ai veneziani 1000 ducati del suo stipendio per potere fare fronte,  pena la scomunica, al pagamento del censo allo stato della Chiesa. I veneziani assicurano in merito il papa.

Lug. ago.VeneziaMilano100 lance e 25 cavalli leggeriRomagna

A luglio propone alla Serenissima di fare la rassegna della sua compagnia. Ad agosto rinnova le sue richieste e desidera partire per il campo: non accetta le tre paghe che gli sono offerte, vuole almeno 500 ducati.  Anche i riminesi fanno pressione in tal senso sulla Serenissima pur di saperlo lontano.

Sett. ott.Romagna

Prende parte all’assedio di Cotignola; pianta le bombarde. Una sortita di 200 fanti lo mette in fuga con Giacomazzo da Venezia e Meleagro da Forlì. Sfuggito a stento alla cattura e ferito con la perdita di nove cavalli, si ritira a Piangipane; si scusa con la Signoria e rientra nei suoi possedimenti anche perché gli alleati francesi si oppongono a che i veneziani si impossessino di Cotignola. Il comportamento degli uomini del Malatesta è altamente criticato dalle autorità veneziane di Ravenna. Ad ottobre il papa gli richiede il pagamento del censo arretrato, pena la decadenza dai feudi da lui effettivamente detenuti. Il Malatesta è di nuovo in difficoltà.

1500
Feb.Veneto

E’ minacciato da Cesare Borgia. Si reca a Venezia (dove alloggia a San Giovanni Nuovo) con un seguito di cinquanta persone e si mette sotto la protezione della Serenissima. Chiede denaro a saldo delle paghe arretrate e soccorsi.

Apr.RomagnaReitera le sue richieste ai veneziani
Mag. sett.Romagna

Ha il sospetto che i castellani delle sue fortezze si siano accordati con i pontifici: cambia i capitani. E’ scomunicato da Alessandro VI. Si ammala di terzana e si trasferisce a Coriano: invoca ancora i veneziani, ma costoro non si muovono in suo soccorso. Non gli è neppure rinnovata la condotta ed è ritirato da Rimini l’ambasciatore veneziano.

Ott.RiminiChiesaRomagna ed Emilia

Vistosi solo, senza il sostegno dei riminesi, è costretto a cedere. Consegna la rocca ai pontifici con armi e munizioni al prezzo di estimo di 2900 ducati.  Fugge travestito da Rimini per la porta del Gattolo. In precedenza ha inviato a Bologna la moglie Violante Bentivoglio e tutte le ricchezze che ha potuto raccogliere; al momento della partenza fa uccidere nel castello Antioco Tiberti. Si rifugia a Cervia; si accorge che nella fretta ha dimenticato un suo cane cui è molto affezionato; scrive a Rimini per riaverlo. Attraversa il ferrarese con la protezione di 100 provvigionati e cerca di ottenere in prestito del denaro dal locale Monte di Pietà. A Bologna. Grandi feste sono invece indette a Rimini il giorno della sua fuga, culminanti con la celebrazione di una messa solenne in cattedrale da parte del legato pontificio, il vescovo Olivieri.

Nov.VenetoA Venezia. E’ ricevuto con il fratello Carlo dal doge Agostino Barbarigo.
Dic.VenetoChiede di essere trasferito a Ravenna o nel Polesine.
1502VenetoA Venezia
1503
Gen.VenetoA Venezia. Alloggia alla Giudecca.
Ago.Romagna e Marche

Con la morte di Alessandro VI e la contemporanea malattia del Borgia tenta di rioccupare Rimini con il sostegno di Bartolomeo d’Alviano. Saccheggia il porto di Cesenatico e prosegue per Rimini, dove è respinto dagli abitanti; ripara a Pesaro.

SettMalatestaChiesaRomagnaEntra in Rimini. Si scontra con i fanti di Dionigi Naldi che si sono fortificati nel palazzo. E’ costretto a ritirarsi.
Ott.Marche e Romagna

Esce dal castello di Pietracuta ed assale Vincenzo Cassina: tale capitano è di ritorno da Rimini ed è diretto a Cesena carico di prede. Il Malatesta raduna truppe, si appropria di quattro falconetti posti nella rocca di Fano;  con 4000 uomini si accampa nei pressi di Rimini ai Fra Bianchi. Respinto ancora una volta dal condottiero pontificio Imola da Imola, si ritira a San Marino ed a Coriano. Conquista Meldola e convince Maldonato Valdonsello a cedergli per 1500/ 4000 ducati la rocca detenuta per conto del Borgia.

Nov.Veneto e Romagna

A Venezia, per ringraziare la Serenissima per l’appoggio ricevuto. Incapace di reggere lo stato ed odiato da tutti si incontra con lo zio Giovanni Aldovrandini ed il doge Leonardo Loredan;  cede ai veneziani Rimini, Sarsina e Meldola. Come indennizzo gli sono consegnati 10000 ducati più altri 4400 per il castellano della rocca, una condotta con il fratello Carlo, benefici ecclesiastici per il figlio nel veneziano per 1000 ducati, una provvigione annua di 500 ducati per la moglie, la proprietà del sale di Rimini e la signoria di Cittadella che comporta una rendita annua di 2700 ducati.

Dic.VenetoViene aggregato al maggior Consiglio con il fratello Carlo. Prende possesso di Cittadella.
1504
Gen. feb.VenetoFa pressioni affinché sia data a lui ed al fratello la condotta promessa di 100 uomini d’arme e di 50 balestrieri a cavallo.
1506
Mag.400 cavalliVeneto

Il podestà di Padova, Andrea Gritti, presenzia alla rassegna della sua compagnia che si svolge a  Montagnana. Permette che a Cittadella abbiano luogo alcuni duelli tra abitanti di Mirandola e di Vicenza: intervengono le autorità ed i combattimenti sono annullati.

Ago.VenetoA Cittadella con la sua compagnia.
1507
……….VenetoCon il fratello Carlo si porta a Bassano del Grappa al fine di sorvegliare il passo del Canale.
Giu. lug.VenetoA Venezia. Chiede  che gli sia aumentata la provvigione. A luglio gli è riconosciuta una sovvenzione straordinaria.
1508
Gen.VeneziaImpero480 cavalliVeneto
Feb.VenetoA Bassano del Grappa con la sua compagnia, molti fanti e 100 stradiotti.
Mar.Veneto

Affianca, seppure in ritardo, la marcia  di Bartolomeo d’Alviano.  Ha l’incarico di attaccare il fianco sinistro della fanteria tedesca; partecipa alla battaglia di Tai di Cadore e prende parte all’assedio del castello di Pieve di Cadore alla cui difesa si trova Leonardo Chorel. Con la morte del fratello Carlo gli è accresciuta la condotta di 40 uomini d’arme.

Apr.Friuli

A Tricesimo si incendiano le stalle della sua compagnia;  nel fuoco trovano la morte alcune sue cavalcature. Si segnala all’attacco di Gorizia.  In un’occasione corre un brutto pericolo allorché prendono fuoco due barili di polvere mentre si trova vicino alle artiglierie: i vestiti bruciano.  Riporta alcune ustioni per le quali deve farsi curare ad Udine. Giunge a Lucinico con Giampaolo Manfrone: i contadini ostacolano l’ingresso ai veneziani, i soldati reagiscono ed uccidono dodici/sedici abitanti e ne feriscono altri 50/60.

Lug.Veneto

A Venezia.  In piazza San Marco assiste alla cerimonia in cui vengono consegnati a Bartolomeo d’Alviano lo stendardo ed il bastone di governatore generale. Nell’anno la sua paga complessiva ascende a 7944 ducati.

1509
Feb.VenetoA Venezia.
Mar.Veneto

Gli sono consegnati 500 ducati per rimettere in ordine la sua compagnia; ha  l’ordine di non ospitare più a Cittadella i parenti Bentivoglio considerati indesiderati dalla repubblica.

Apr.VeneziaFrancia Impero200 lance e 50 cavalli leggeriLombardia

Viene citato a Bologna dai pontifici per la sua amicizia con i Bentivoglio. Al campo di Pontevico alla testa di 200 uomini d’arme e di 50 balestrieri a cavallo: è inquadrato nella quarta colonna comandata dall’ Alviano.

Mag.Lombardia

Partecipa alla battaglia di Agnadello. Con la sconfitta si ritira a Cittadella. Indotto anche da Francesco Gonzaga, fa atto di sottomissione all’ imperatore.

Giu.ImperoVeneziaVeneto e Lombardia

Si impossessa delle entrate di Cittadella. Preposto alla guardia di Asola si collega con un altro transfuga dei veneziani, Rinieri della Sassetta.  Incomincia ad  imprigionare alcuni nobili della Serenissima.

Lug.Veneto

Scorre con Ranieri della Sassetta nel territorio di Cornuda; gravi eccessi, che culminano con l’uccisione di due bambini, sono poi compiuti nel contado di Mogliano Veneto. Cade in un agguato al Barco Corner, tra Cittadella e Castelfranco Veneto, dove sta per essere catturato da 250 stradiotti comandati da Domenico Busicchio e da Giovanni Snati; invia allora un suo emissario ai veneziani e si scusa per il suo operato. A fine mese è assediato in Cittadella da Alessandro Bigolino, dal sacerdote Luca da Curtarolo e da Bonifacio Soncino alla testa di cinquemila contadini filomarcheschi.  Abbandona Cittadella con tutti i suoi carriaggi.

Ago. sett.100 cavalliVenetoPrende parte all’assedio di Padova.
Ott.Veneto

Deve abbandonare l’assedio di Padova; si allontana anche da Vicenza per la pressione dei veneziani. Si dirige verso Bassano del Grappa e rientra a Cittadella. Nuovamente assediato nella città, chiede soccorsi all’imperatore fermo a Vicenza. Si muovono in suo soccorso Rigo Porro,  Giovanni Gonzaga ed altri cavalli per un totale di 200 uomini d’arme e 300 cavalli leggeri. Costoro giungono al passo di Santa Croce Bigolina per attraversare il Brenta: la strada è loro sbarrata dai contadini filomarcheschi per cui sono obbligati   a rientrare a Vicenza. Giunge in soccorso del Malatesta il la Palisse con truppe francesi. Alessandro Bigolino cerca loro di opporsi. Alla notizia il Malatesta esce da Cittadella con 300 fanti spagnoli, affronta i contadini e ne uccide circa 200. L’esercito imperiale lascia allora Vicenza per Cittadella.

Nov.40 cavalliVeneto  e Lombardia

Lascia Cittadella con 40 cavalli e 400 fanti tedeschi. Tali milizie  saccheggiano il territorio prima di fuggire a Trento. Il Malatesta si rifugia a Mantova; ha sempre  modo di distinguersi negativamente partecipando ad una congiura ai danni dei Gonzaga.

1510
Giu.Veneto

Raggiunge Vicenza per recuperare Cittadella: contatta il Bigolino per potersi impadronire della città per trattato.  Gli promette il favore imperiale se gli fa trovare aperta una porta.

Sett.Veneto

Passa alla difesa di Verona:  gli imperiali imprigionano a Zevio dei cittadini. Alcune donne si lamentano del suo operato con il vescovo della città. Interpellato, interviene il Malatesta;   minaccia  di farle impiccare con la scusa che collaborano con i veneziani.

Ott.TrentinoA Trento presso la corte imperiale.
1511
Ago.ImperoVenezia Chiesa50 lanceVeneto e Friuli

Rientra a Cittadella con 400 cavalli e vi scaccia il provveditore Gregorio Pizzomano; scorre il territorio circostante, attraversa il Piave e devasta il Friuli. Alla notizia della morte del papa Giulio II (rivelatasi falsa) si trasferisce in Romagna.

1512
Apr.Romagna

Partecipa alla battaglia di Ravenna;  con Alfonso d’Este ottiene a patti la città. I francesi non rispettano i capitolati sottoscritti; la città è messa orrendamente a sacco finché l’ordine non è ristabilito dal la Palisse. Sono impiccati 34 soldati trovati in un monastero. Il Malatesta viene chiamato a Rimini dai suoi fautori; i francesi non gli vogliono consegnare la città. Nonostante ciò, egli vi entra con 300 cavalli italiani e ne assedia la rocca dopo che i  difensori sono stati convinti ad arrendersi da Matteo da Zara.

Ago.TrentinoA Trento. L’imperatore Massimiliano d’Austria lo investe di Cittadella.
Sett.LombardiaA Mantova.
1513
Feb.MalatestaChiesaRomagnaMuore il papa Giulio II. Pandolfo Malatesta medita di riconquistare Rimini. Fallito ogni tentativo, ritorna al soldo degli imperiali.
………..ImperoVeneziaVeneto

Alla guardia di Verona. Contatta l’Alviano;  promette di aprire ai veneziani la Porta di San Giorgio, volta verso la Valpolicella.  L’Alviano si muove con le truppe; il complotto è scoperto da un paggio e l’autore del trattato, un certo Faella, è catturato e dato in consegna proprio al  Malatesta.

Lug.VeneziaImpero SpagnaVenetoSmascherato a sua volta, ritorna agli stipendi dei veneziani. Viene inviato con altri condottieri alla custodia di Treviso.
1515
Ago.VenetoE’ segnalato sempre a Treviso. Non mancano sospetti sulla sua lealtà.
1522
Mag.MalatestaChiesaRomagna

Rientra a Rimini con le armi del figlio Sigismondo. Spera di ottenere, tramite il nipote Guido Rangoni, l’investitura della città;  il papa Adriano VI non vuole accedere alle sue richieste.

Dic.ImperoRiminiRomagna

Federico Gonzaga, che conduce 3000 spagnoli, e le artiglierie di Alfonso d’Este, lo obbliga a chiedere un salvacondotto a Francesco Maria della Rovere per potersi recare a Roma.

1523
Mar.EmiliaRipara a Ferrara.
Ott.MalatestaChiesaRomagnaLascia Ferrara per tentare una volta di più l’avventura del riacquisto di Rimini.
1527
Giu.MalatestaChiesaRomagnaPuò rientrare in Rimini dopo il sacco di Roma ad opera degli imperiali. Raggiunge l’obiettivo grazie alle milizie del figlio Sigismondo ed a quelle di Roberto da San Severino.
1528
Gen.FranciaRiminiRomagna

Minacciato dai francesi, si rinchiude in Rimini con 5000 uomini. Ottiene la mediazione dei veneziani, si incontra con il Lautrec e capitola: gli sono concesse Meldola, Bertinoro e Sarsina e gli è promesso del denaro per i suoi famigliari.

Mar.MalatestaRiminiRomagnaI francesi non ottemperano ai patti. Pandolfo Malatesta rientra in Rimini con il figlio Sigismondo.
Giu.RiminiChiesaRomagna ed Emilia

E’ scacciato da Rimini a seguito di alcuni attacchi portati da Giovanni da Sassatello. I suoi atti di crudeltà spingono una volta di più i riminesi a chiedere l’intervento del papa Clemente VII. Ripara a Ferrara;  vive nella città in miseria con qualche sussidio da parte del duca Alfonso d’Este.

1532EmiliaIl duca di Ferrara Alfonso d’Este è tanto infastidito delle sue continue richieste di denaro che lo obbliga a non molestarlo per un anno.
1534
Giu.Lazio

Muore a Roma in povertà. Il papa, a ricordo del padre Roberto, gli fa celebrare nobili funerali. E’ sepolto nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Rappresentato con il figlio Carlo nella Pala di San Vincenzo Ferrer del Ghirlandaio (Museo della città di Rimini). Ricordato da Francesco Berni in una quartina.

 CITAZIONI

-“Uomo crudele ed insolente.” VARCHI

-“Questo Pandolfo è homo de mala natura, dissoluto in ogni vizio; l’ha venerà so pare, e ha fatto anche morir un so fratel menor.” MALIPIERO

-“Fu odiato per le sue dissolutezze e crudeltà. quanto il padre amato per le virtù.” BERCHET

-“E’ il signorotto immerso tutto nel vizio e nella lussuria, di animo debole, circondato da mala compagnia e da sicari; sospettoso, pauroso e perciò crudele.” NISSIM ROSSI

-“Qui étoit le plus riche prince d’Italie en argent contant.” VARILLAS

-“Fu capitano d’huomini d’arme della Signoria di Venetia et fu molto travagliato dalla fortuna et due volte scaciato di dominio.” PARTI

-“Un homme dégénéré et si détesté de ses sujets qu’on l’appelait Pandolfaccio (péjoratif qui exprimait la mauvaise réputation attachée à sa personne). Parmi les nombreuses pratiques et les nombreux abus auxquels il avait recours pour extorquer de l’argent à ses malheureux sujets, il obligeait  les gens riches de Rimini à lui acheter les Etats qu’il confisquait aux “fuorusciti” –  ceux qui avaient cherché dans l’exil à se mettre à l’abri de la colère provoquée par leur juste ressentiment contre son oppression.” SABATINI

-“Empio Signor che della roba altrui/ lieto ti vai godendo e del sudore,/ venir ti possa un canchero nel cuore,/ che ti porti di peso a i regni bui./ E venir possa un canchero a colui/ che di quella città ti fé signore/ e s’egli è d’altre che ti dia favore,/ possa venire un canchero anche a lui!”  Rime di Francesco Berni riportate da P. ZAMA

-“Detto Pandolfaccio, per la sua maniera sbrigativa di risolvere questioni di stato e non spesso con delitti efferati.” marecchia.it

Fonte immagine: wikipedia

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