PANDOLFO MALATESTA

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Pandolfo III, nel 1404, trasformò l'ala nord del Broletto di Brescia in residenza con cappella, decorata da Gentile da Fabriano
Cinta muraria con torri. Pandolfo III, nel 1404, trasformò l'ala nord del Broletto di Brescia in residenza con cappella, decorata da Gentile da Fabriano.

Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura

A –  – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Z

Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

Pandolfo III Malatesta

Signore di Brescia, Coccaglio, Cologne, Pontevico, Quinzano d’Oglio, Palazzolo sull’Oglio, Tagliuno, Grumello, Ternate, Gorlago, Romanengo, Bergamo, della Val Camonica, della Val di Sabbia, Trezzo sull’Adda, Lecco, Martinengo, Soncino, Chiari, Pontoglio, Urgnano, Orzinuovi, Asola, Castel Goffredo, Montichiari, Gavardo, Capriolo, Rovato, Pievedizio, Carpenedolo, Clusone, Iseo, Cividate Camuno, Rivoltella del Garda, Salò, Tignale, Manerba del Garda, Vobarno,  San Giovanni in Persiceto, Fano, Mondolfo, Mondavio, Arcevia, Bertinoro, Ostra, Corinaldo, Montelupone, Ripalta. Figlio di Galeotto Malatesta, fratello  di Carlo Malatesta e di Andrea Malatesta, padre di Sigismondo Pandolfo Malatesta e di Domenico Malatesta, genero di Rodolfo da Varano, suocero di Ludovico Migliorati.

1370 (gennaio) – 1427 (ottobre)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

………………E’ educato da  Francesco Filelfo.
1385
Gen.Romagna

Si trova a Forlì per le nozze di Pino Ordelaffi con Venanzia Brancaleoni. Alla morte del padre eredita Fano con il suo territorio, Mondavio e Mondolfo. Ha una contesa con il fratello Andrea per il possesso di Fossombrone. Si interpone il vescovo di Rimini Leale Malatesta, che invita Gian Galeazzo Visconti a fare da arbitro. La località è assegnata al fratello.

1386
Ott.RiminiBalacchiRomagnaCon il fratello Carlo ottiene a forza Sant’Arcangelo di Romagna ai danni di Gaspare e di Lorenzo Balacchi.
1387
Gen.Toscana
Mag.Emilia
AutunnoRiminiPetrucciMarche e Emilia

Ritorna a Fano per vendicare la sconfitta del fratello Carlo ad opera dei Petrucci, coadiuvati da Giovanni Acuto e da Giovanni Beltoft: investe Tomba ed il Montale che appartengono ai rivali, espugna le due località, le fa distruggere, confisca tutti i beni ai Petrucci con l’eccezione di alcuni mulini. Si reca a Bologna ed a Ferrara.

Dic.RiminiComp. venturaRomagna

Con il fratello Carlo si incontra a Rimini con Giovanni Ordelaffi. Di seguito entra in guerra con Guido da Polenta. Blocca a Cervia Giovanni degli Ubaldini, spinto contro di lui dal signore di Ravenna.

1388
Feb.MarcheRiceve il giuramento di fedeltà dagli abitanti di Fano.
PrimaveraRiminiRavennaRomagnaSi scontra con le truppe di Guido da Polenta per il controllo di Cervia e delle relative saline.
Mag.MilanoC.di Castello800 cavalliRomagna Toscana e Umbria

Si accorda con i da Polenta e passa agli stipendi del conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti. Attraversa il Montefeltro;  penetra in Toscana con l’intenzione di unirsi con Giovanni degli Ubaldini; non presta ascolto agli ammonimenti di Maso degli Albizzi, tesi a fargli rispettare il territorio della repubblica fiorentina e quelli dei suoi alleati come i comuni di Ancona, di Ascoli Piceno, di Cortona e di Città di Castello. Lascia Borgo San Sepolcro (Sansepolcro) con 1000 cavalli e 300 fanti. Entra  nel tifernate e vi procura gravi danni: fa demolire il palazzo di Piero Leone e quello di Angelo Dotti nel borgo di San Giustino. Rafforzato da milizie ausiliarie fornitegli da Bartolomeo da Pietramala e da Tancredi degli Ubaldini muove verso Citerna.  Libera la città dalle molestie dei castellani. Giunge a Lippiano; si impadronisce a Lama   di un palazzo, a San Giustino ne occupa un altro appartenente a  Pierleone. Sempre nel perugino assedia il castello di Celle;  procura con la sua compagnia gravi danni tra il Tevere ed il Cerfone. Ai fiorentini che si lamentano della sua azione predatrice risponde che ha speso più di 30000 fiorini per formare la sua compagnia e che, dovendo rientrare nelle spese, non può astenersi dal fare scorrerie.

Giu.BolognaFirenzeUmbria e Toscana

Viene condotto per un mese dai bolognesi. Si sposta verso Cortona e da qui devia per la Romagna. E’ sollecitato dal papa Urbano VI affinché con il fratello Carlo assalga Antonio da Montefeltro. E’ attaccato ad Umbertide da milizie fiorentine agli ordini di Giovanni Beltoft che lo costringono a rifugiarsi prima nell’omonimo castello, poi nelle terre dei Pietramala, indi a Sansepolcro dopo avere subito numerose perdite. Ripara a Perugia; si porta a Ponte San Giovanni.  Con l’aiuto dei pontifici e dei perugini può radunare molti uomini d’arme.

Nov.Milano

Conclude la pace con Antonio da Montefeltro grazie all’intervento di Gian Galeazzo Visconti.  Ritorna agli stipendi del conte di Virtù. Nell’anno si sposa con Paola Bianca Malatesta, sua cugina del ramo pesarese.

1389
Mar.ChiesaAntipapaUmbria

Si congiunge con il fratello Carlo;  assale nei pressi di Umbertide le compagnie di Giovanni Beltoft e di Everardo della Campana (2500 cavalli). Toglie loro  tutte le salmerie, cattura 50 cavalli e 200 fanti. Tra gli avversari sono uccisi 220 uomini.

Apr. mag.RiminiUrbinoMarcheContrasta Antonio da Montefeltro.
Giu.MilanoFirenze BolognaMarche e Romagna

Sempre con il fratello Carlo sconfigge a Santarcangelo di Romagna Giovanni da Barbiano, che con 800 cavalli bolognesi sta cercando di raggiungere la Toscana per collegarsi con i fiorentini.

Dic.Marche

Entra nottetempo in Corinaldo con il favore dei guelfi locali e ne espelle i ghibellini: questi ultimi tentano di resistere; una decina sono subito decapitati ed a altri sono confiscati i loro beni.

1390
Apr.MilanoBolognaRomagnaVince e fa prigionieri, nei pressi di Rimini, Ugolino Ghisslieri, Conte da Cararra e Corrado Prospero.
……………….RiminiUrbino Milano

Aderisce alla lega promossa dai fiorentini contro i viscontei;  riprende le armi contro Antonio Montefeltro, alleato dei milanesi.

Sett.Marche

Riceve in modo magnifico in Fano la moglie di Gentile da Varano. Il papa Bonifacio IX condona a lui ed al fratello Carlo una rata del censo dovuto per i loro vicariati a compensazione delle spese sostenute nel riacquisto di Bertinoro allo stato della Chiesa. Ottiene con Carlo il vicariato di Imola.

Ott.MarcheSi oppone al passaggio nei suoi territori della compagnia del condottiero visconteo Gherardo Tedesco.
1391
Gen.Il papa gli rinnova il vicariato di Fano.
Lug.MarcheSi impossessa di Ripalta nel pesarese.
Ago.Marche e Romagna

Coadiuva il fratello Carlo contro Antonio da Montefeltro; affronta, con scarso successo Azzo da Castello. Il conflitto durerà fino al febbraio dell’anno seguente.

1392
Mar.RomagnaSi reca a Forlì.
………………RiminiForlìRomagnaIn lotta con il signore di Forlì Pino Ordelaffi.
Lug.RomagnaDepreda nel ravennate il contado di Maiano Monti.
Ago. sett.ChiesaAncona CamerinoMarcheCon il rettore della Marca Andrea Tomacelli assume le compagnie di Giovanni da Barbiano, di Conte da Carrara, di Ceccolo Broglia e di Brandolino Brandolini (licenziate dopo la pace di Genova) per depredare i territori di signorie e comuni avversi alla politica dello stato della Chiesa. Suo intendimento è quello di pagare tali truppe con le taglie imposte alle varie località. Inoltre ad esse viene promesso il saccheggio di Fabriano, Cingoli, San Severino Marche e Tolentino. Loro destinazione ufficiale è la Puglia. Ai primi di settembre il Malatesta risponde agli ambasciatori di Ancona che le compagnie sono state assunte da lui personalmente e da Andrea Tomacelli per contrastare la compagnia di Azzo da Castello.
1393
Gen.

Il papa Bonifacio IX, il conte di Virtù ed i veneziani intervengono nella contesa che vede di fronte i Malatesta ed i Montefeltro.

Feb.Romagna

A Mondaino è bandita la pace tra i contendenti. Le ostilità riprendono presto per il mancato accordo su alcuni dettagli. Non cessa nel contempo la guerra con gli Ordelaffi.

PrimaveraRomagnaEffettua alcune scorrerie nel forlivese.
Ago.Romagna

Irrompe nel forlivese con il fratello Carlo alla testa di molti cavalli e fanti. Sconfigge a Bosecchio Cecco e Pino Ordelaffi che hanno a loro disposizione un minore numero di soldati: lo scontro  termina con la cattura di 300 uomini, quasi tutti abitanti della città.

………………..Marche

A Camerino; con la mediazione del signore di Foligno Ugolino Trinci ottiene da Gentile da Varano la liberazione del fratello del pontefice Andrea Tomacelli. Gli viene concessa Montelupone che appartiene a Francesco Brancaleoni.

1394
………………ChiesaAnconaMarcheRecupera per conto dei pontifici Recanati, Morro e Montefeltrano. Assale Ancona.
Giu.Marche

Si trova con Corrado di Altinberg per firmare i preliminari di pace riguardante da un lato i comuni di Osimo, Castelfidardo, Montelupone, Offagna, Montefano, Filottrano e Percozzone, e dall’altro Ancona, Gentile da Varano (Camerino), Sciarra Simonetti (Jesi) e Benuttino Cima (Cingoli).

Lug.

Per ricompensa riceve dai pontifici il vicariato di Bertinoro (dietro il prestito di 22000 ducati) e quello di Rocca Contrada (Arcevia).

Dic.MilanoLombardiaA Milano. Gli è concessa dal duca Gian Galeazzo Visconti una condotta di 40 lance e 200 fanti.
1395
Feb. lug.Israele e Romagna

Si imbarca nella galea di Niccolò Muazzo per compiere un pellegrinaggio in Terrasanta. Nella basilica del Santo Sepolcro viene armato cavaliere dal gran maresciallo d’Inghilterra insieme con Galeotto Malatesta. Rientra a Rimini a luglio.

Ago.Marche

Si trova a Fano; con il fratello Carlo assiste al matrimonio della sorella Rengarda con Guidantonio da Montefeltro e della sorella Gentile con Giovanni Galeazzo Manfredi, figlio di Astorre.

1396RiminiC. di CastelloUmbriaCoadiuva i fiorentini nel danneggiare il territorio di Città di Castello.
1397
Mar.Ravenna FaenzaMilano1000 cavalli e 600 fantiLombardia

E’ inviato dai da Polenta e dai Manfredi in soccorso del signore di Mantova Francesco Gonzaga  attaccato dai viscontei.

Ago.Lombardia

Al comando della terza schiera, forte di 1500 cavalli e di 500 provvigionati, batte a Governolo Jacopo dal Verme;  con Giovanni da Barbiano contribuisce al riequilibrio delle sorti dello scontro.

Sett.ChiesaCapitano g.leUmbriaViene nominato rettore del ducato di Spoleto e delle terre di Arnolfo.
1398
Gen.ChiesaPerugiaUmbriaCon il fratello Andrea contrasta nel perugino Biordo dei Michelotti.
Apr.Umbria

Occupa Todi con i Chiaravalle e ne scaccia Ceccolino dei Michelotti; consegna la città a Giannello Tomacelli nuovo rettore del Patrimonio e del ducato di Spoleto.

Mag.LombardiaIn Lombardia per ottenere dai Visconti il saldo delle paghe arretrate.
Giu.Marche

Ritorna a Fano alla notizia che la  moglie Paola Bianca Malatesta  sta morendo.

1399
Gen.Marche

Il papa Bonifacio IX gli conferma il vicariato di Fano con il consueto censo e concede per cinque anni a lui ed ai fratelli quelli di Osimo, di Montelupone, di Castelfidardo, di Montefano e di Filottrano.

Mag.ChiesaComp. venturaMarche

Difende la marca d’ Ancona dalle incursioni del  Broglia e di Conte da Carrara; fattosi dare dal duca di Milano 200 lance e 100 dai bolognesi, fronteggia gli avversari che si sono accampati a Cingoli con forze inferiori alle sue. E’ assalito da Conte da Carrara: il condottiero avversario si ritira, il Malatesta si pone al suo inseguimento e cade in un’imboscata che gli è tesa dal  Broglia. Viene sconfitto;  i venturieri si impadroniscono di un ricco bottino.

Nov.RiminiMontalboddoMarcheDopo un breve assedio entra in Montalboddo (Ostra) per conto del fratello Carlo.
Dic.Milano
1400VeneziaMarche Croazia

Si ferma a Fano. A maggio si trova al soldo dei veneziani. E’ segnalato in Istria al comando di un contingente di cavalli italiani.

1401
Lug.MilanoRomagna

Lascia Rimini per raggiungere in Lombardia i ducali. Chiede il passo al signore di Bologna Giovanni Bentivoglio.

Sett.Emilia

Ai primi del mese giunge a Bologna a Ponte Vecchio fuori Strada Maggiore: gli viene incontro il Bentivoglio con 800 lance; è invitato  ad entrare nella città. Il Malatesta sembra accettare, tocca Porta Maggiore, volta per le mura e si allontana. Avverte il signore della città come il duca di Milano gli voglia muovere guerra ai suoi danni.

Ott.MilanoFirenzeLombardia

Con Alberico da Barbiano, Facino Cane, Ottobono Terzi e Jacopo dal Verme (4500  lance italiane) vince a Nave, alle porte di Brescia, le truppe tedesche dell’ imperatore Roberto di Baviera assoldate dai fiorentini e dai carraresi.

1402
………………..MilanoBolognaEmilia

Combatte agli inizi il signore di Bologna Giovanni Bentivoglio quasi a titolo personale, con la scusa che costui non ha osservato alcuni patti nei suoi confronti.

Mar.Emilia e Romagna

Viene acclamato con il fratello Carlo signore di San Giovanni in Persiceto dalla popolazione. Raccoglie soldati in Romagna con il fratello Andrea e si porta a Carpi: è qui  raggiunto dal resto dell’ esercito  milanese.

Apr.Emilia

Sfida a battaglia il Bentivoglio per mezzo di un araldo e si ferma a Mirandola. In una scaramuccia le milizie dell’ avversario hanno la meglio sui suoi uomini.

Mag.Emilia

Si sposta in soccorso di San Giovanni in Persiceto il Barbiano e Facino Cane; è affrontato da Giacomo da Carrara, da Muzio Attendolo Sforza e da Lancillotto Beccaria. Nel corso dello scontro si batte con lo Sforza; cadono entrambi a terra e continuano il confronto a piedi.

Giu. lug.Emilia

Partecipa alla battaglia di Casalecchio di Reno dove ha, con il fratello Carlo ed Antonio da Montefeltro il comando della terza squadra. Bernardo della Serra è sbaragliato e catturato. Entra in Bologna per la Porta di San Donato con Jacopo dal Verme, Galeazzo da Mantova e Facino Cane; sulla porta del Pubblico Palazzo arma cavalieri alcuni bolognesi tra i quali Galeazzo Pepoli. Con il controllo ufficiale della città da parte di Gian Galeazzo Visconti e l’uccisione del  Bentivoglio viene nominato luogotenente ducale della città; è investito della signoria di San Giovanni in Persiceto e di quella di Manzolino.

Ago.

E’ chiamato a far parte del consiglio ducale con il Barbiano, il fratello Carlo, i vescovi di Pavia, di Novara, di Pisa e di Feltre, Francesco Gonzaga, Antonio da Montefeltro, Giovanni Colonna, Paolo Savelli, Jacopo dal Verme, Baldassarre Spinola, Leonardo Doria, il camerario Francesco Barbavara, il cancelliere Giovanni da Carnago, i due consiglieri Pietro da Corte e Filippo dei Migli.

Sett.Emilia e Lombardia

Si allontana dal bolognese con 1000 lance;  perviene in Lombardia a seguito della grave malattia del duca di Milano. E’ presente ai funerali di Gian Galeazzo Visconti; con Francesco Gonzaga, Antonio da Montefeltro e Francesco  Barbavara prende parte alla lettura del testamento del signore di Milano. Raggiunge Pavia  con tutti i suoi uomini.

Ott.MilanoChiesaEmilia

Con Tommaso Trotti e Marcoardo dalla Rocca affianca Facino Cane nel parmense. Tocca  Porta Cristina e  Porta Benedetta del capoluogo: i territori che vanno da Parma a Brescello e Reggio Emilia sono devastati e dati alle fiamme.

Nov.Emilialascia il bolognese con i fratelli Carlo ed Andrea. Sosta a San Giovanni in Persiceto al fine di affrontarvi i pontifici.
Dic.EmiliaEntra in Parma con Facino Cane, Tommaso Trotti, Marcoardo dalla Rocca e Guglielmo della Scala.
1403
Feb mar.MilanoFirenzeToscana

Si porta a Siena con molte lance per mantenere la città fedele ai Visconti. Effettua numerose scorrerie nel fiorentino. Sempre a marzo il papa Bonifacio IX gli ingiunge di pagare il censo annuale per i suoi vicariati a Paolo Orsini, a fronte della condotta di uomini d’arme di quest’ultimo anziché alla Camera Apostolica.

Giu.Toscana e Umbria

A Lucignano d’Arbia con 1000 cavalli; da qui cavalca più volte nell’aretino, fa numerosi prigionieri e razzia bestiame. I perugini gli anticipano 1000 fiorini per mettere in ordine i suoi uomini. Con Ottobono Terzi e Ceccolino dei Michelotti cerca di prestare soccorso alle due rocche di Assisi che sono  assediate dagli avversari.

Lug.Toscana

Rafforzato da 300 lance di Giovanni Colonna, si sposta a Sarteano mentre Cecco dei Michelotti, Ludovico Gabriotto Cantelli ed Antonio Balestrazzo rimangono nei pressi di Assisi con 1200 cavalli.

Ago.Toscana

Firma la pace con le forze della lega antiviscontea e presta atto di omaggio al papa; ciò non gli impedisce di saccheggiare la Toscana in difesa dei senesi.

………………..GuelfiGhibelliniLombardia

Rientra in Lombardia;  viene coinvolto nelle lotte tra i guelfi ed i ghibellini della regione; parteggia per i primi. Si impossessa con un lungo assedio del castello di Trezzo sull’Adda.

Nov.GuelfiComoLombardia

Con Jacopo dal Verme ed i Vitani (i partigiani dei da Carcano e dei Grassi) muove da Cantù verso Como, dominata dai Rusca. Franchino Rusca viene loro incontro al Pratomarcio, una vasta pianura presso Montorfano, dove le truppe comasche sono disfatte. Mentre il capitano avversario si rifugia nel castello di San Pietro, presso Balerno, il Malatesta irrompe nella città per la porta del castello della torre rotonda. In un primo momento sono evitate le case dei Vitani, sulle cui porte è stato infisso, a titolo di segnalazione, un grosso chiodo;  successivamente  anche queste sono depredate. Il Malatesta con il saccheggio fa recuperare ai suoi soldati le paghe arretrate. Le devastazioni durano cinquanta giorni durante i quali gli abitanti devono alloggiare e vettovagliare i suoi uomini.

Dic.Lombardia

Il nuovo duca di Milano Giovanni Maria Visconti per l’efferatezza del saccheggio perpetrato dai suoi soldati confisca i beni al  Malatesta ed annulla le obbligazioni che i Vitani hanno dovuto contrarre per recuperare le cose da essi possedute;  fa, infine, liberare i prigionieri cui viene imposta una taglia.

1404
Gen.Guelfi

Milano

Ghibellini

Guelfi Padova

Lombardia

Su ordine di Caterina Visconti, vedova di Gian Galeazzo, con Jacopo dal Verme e Delfino di Brivio arresta nel castello di Monza Antonio Visconti, Antonio e Galeazzo Porro, Giovanni Aliprandi ed altri capi della fazione ghibellina. La sera stessa tutti sono decapitati nel castello di Porta Giovia a Milano davanti alla cappella di San Donato;  il giorno dopo i loro corpi sono esposti al pubblico al Broletto Nuovo in piazza dei Mercanti. Solo Antonio Visconti si sottrae alla condanna per grazia speciale della duchessa. Il procedimento fulmineo tronca temporaneamente la possibilità di resistenza al potere centrale da parte dei ghibellini. Pandolfo Malatesta   con Facino Cane e Gabriotto Cantelli (7000 cavalli e 2000 fanti) può così muoversi alla volta di Verona, minacciata dai carraresi. Conquista Pandino, attraversa l’Adda ed assale invano Brescia: respinto, contatta per mezzo del  Cantelli il capo dei guelfi locali Giovanni da Martinengo.

Feb.Lombardia e Veneto

Con Facino Cane assale di nuovo  Brescia con le bombarde; riesce a  penetrare nella città dopo avervi domato la resistenza dei Gambara: rimangono uccisi 300 guelfi; molti altri sono catturati. Pandolfo Malatesta prosegue per Verona con Facino Cane; qui giunto, il governatore visconteo della città Ugolotto Biancardo, per timore di possibili disordini da parte delle truppe militanti ai loro ordini, non permette l’ingresso in città a tali milizie.

Mar.Comp. venturaBresciaVeneto e Lombardia

Continua la sua marcia nel vicentino e nel padovano. Respinto dai carraresi a Tencarola, ne approfitta per ritornare subito sotto Brescia ed avviare trattative con i Martinengo al fine di essere dichiarato signore della città. Ne ottiene il dominio, compreso tutto il circondario sino alla Riviera del Garda, dalla duchessa Caterina a compenso delle  paghe arretrate ammontanti a 20000 ducati. Secondo altre fonti, viceversa, se ne impossessa semplicemente con la forza dopo avere approntato 3 batterie di artiglieria. I ghibellini, che si sono asserragliati nella cittadella, restano fermi nelle loro fortificazioni; i guelfi si arrendono nelle sue mani ed egli diventa signore della città anticipando con la sua azione l’arrivo di Facino Cane. Quando quest’ ultimo si presenta  sotto le mura di Brescia il Malatesta gli impedisce di  entrarvi  con le sue milizie; al massimo vi può accedere  con la scorta di soli 50 cavalli. Facino Cane si sente beffato ed irato si dirige verso Milano. Il Malatesta si accontenta di controllarne i movimenti.

Apr.Lombardia

Nei primi giorni del mese, su ordine della duchessa, si porta con 2000 uomini nelle terre di Capriate-San Gervasio, di Marne, di Grignano e di altri comuni circostanti: distrugge nelle campagne i raccolti di segale e di frumento, razzia bestiame, deruba i cittadini delle loro vettovaglie. Dopo sei giorni entra  in Brescia; gli si oppongono il capitano della guarnigione viscontea Giovanni dell’ Agnello, il provveditore delle lance Bernabò Lunello ed il capitano dei balestrieri Manfredo da Roscoalio: tutti costoro non cedono agli ordini della reggente se non dopo il saldo delle loro paghe arretrate.

Mag.BresciaMilanoLombardia

Entra nella cittadella di Brescia. A metà mese occupa una volta di più il castello di Trezzo sull’Adda a nome del giovane duca Giovanni Maria Visconti. I suoi uomini escono dal castello per scorrere nei contadi vicini.  A seguito delle sue depredazioni Giovanni Maria Visconti gli invia contro Ottone da Mandello con un buon numero di soldati. Pandolfo Malatesta  batte l’avversario e lo cattura con l’aiuto dei guelfi. Ottone da Mandello, dopo essere stato spogliato di armi e cavalcature, viene condotto  a Caprino Bergamasco;  per la sua liberazione deve riconoscere al Malatesta una taglia di 2000 fiorini.

Giu.Lombardia

Si incontra a Trezzo sull’Adda con Giovanni da Vignate per prestare soccorso a Caterina Visconti, costretta  ad abbandonare Milano ed a riparare a Monza.

Lug.Lombardia

Con i guelfi della Valle di San Martino e di Casate scorre fino a Ponte San Pietro: sono uccisi alcuni ghibellini; altri sono fatti prigionieri. Si trasferisce nel territorio di Locate Bergamasco per compiere le medesime depredazioni: gli si oppongono i ducali e Francesco Visconti. Si reca a Monza.

Ago.Lombardia

Castellino Beccaria e Bertolino di Zambuono, grazie al trattato concluso con Giovanni Pusterla, entrano nel castello di Monza e vi fanno prigioniera la duchessa con i fedeli Uberto Visconti, Gaspare e Delfino di Brivio, Pietrino e Cristoforo Casati. Pandolfo Malatesta, che vi si trova all’ interno, riesce a salvarsi per fuggire senza armi e spogliato di tutto in un mulino vicino: i suoi 300 uomini sono catturati e disarmati. Fugge prima a Trezzo sull’Adda e, successivamente, a Brescia; viene proclamato nemico pubblico. Caterina Visconti viene incarcerata dagli avversari; due mesi più tardi (ottobre) ne sarà comunicata la morte dovuta probabilmente a veleno.

Sett.Lombardia

Stringe alleanza con il signore di Cremona Ugolino Cavalcabò; 200 suoi uomini si uniscono con le truppe del signore di Lodi Giovanni da Vignate e spingono le razzie sino a lambire Bergamo, alla Porta Colognola del borgo di San Leonardo. Nel ritorno, in cui portano con sé molti prigionieri di tutte le età, sono senza esito fronteggiati dagli avversari a Stezzano. Più tardi Pandolfo Malatesta attraversa l’Adda a Trezzo sull’Adda ed invade il milanese; saccheggia Urgnano;  con Antonio da Monterulo mette a ferro e fuoco tutto il territorio sino a Pioltello ed a Melzo. Rientra a Brescia e provvede alla difesa della città, a sua volta minacciata da Astorre Visconti, che da Bergamo ha dato inizio ad una vivace attività offensiva.

Ott.LombardiaAssedia Montichiari. Sono aperte delle trattative ed Ugolino da Fano ottiene la resa della località.
Nov.Lombardia

Il duca di Milano Giovanni Maria Visconti chiama in suo soccorso i ghibellini; Facino Cane e Francesco Visconti sconfiggono il Malatesta a Pieve d’Inzino e lo assediano in Erba. Il Malatesta è salvato dalle intimidazioni portate a  Milano da altri avversari;  Facino Cane e Francesco Visconti preferiscono tralasciare le operazioni e stipulare con lui una tregua di un mese ed otto giorni. Il Malatesta fornisce Erba di un presidio di 300 cavalli e si ritira con il grosso del suo esercito nel castello di San Pietro presso Bergamo; fa poi ritorno a Brescia dove Loreto dei Beccai si è impossessato del forte di Porta Pile. Il Malatesta ne incomincia l’assedio.

Dic.Lombardia

Si muove in difesa di Giovanni da Vignate, di Giorgio Benzoni, signore di Crema, di Ugolino Cavalcabò, di Carlo Cavalcabò e di Gabrino Fondulo. Ugolino Cavalcabò è sconfitto e fatto prigioniero a Manerbio da Astorre Visconti:  il Malatesta rientra a Brescia e vi attacca il forte Cidneo, ancora nelle mani dei suoi avversari.

1405
Gen.LombardiaAlla conclusione di una tregua con il Secondone, quest’ultimo gli cede la rocca di Brescia in cambio di 12000 ducati.
Mar. mag.Lombardia

Assale i Colleoni e conquista Vescovato. Ad aprile ha Cologne, tolta a Giovanni Piccinino Visconti; a maggio difende ancora in Lodi Giovanni da Vignate.

Giu.Emilia e Lombardia

Con Gabrino Fondulo ed i Cavalcabò occupa Piacenza: sono saccheggiate le case dei ghibellini dei quali ne sono uccisi 200;  molti altri sono fatti prigionieri. Deve  allontanarsi dalla città dopo soli quattro giorni a causa dell’ intervento di Francesco  Visconti, di Ottobono Terzi e di Facino Cane i quali approfittano dell’occasione per massacrare (è il loro turno) i guelfi. Per mettere Pandolfo Malatesta in difficoltà il duca di Milano, nel frattempo, concede l’investitura di Brescia, della Val Camonica e della Riviera di Salò a Giovanni Piccinino Visconti. Anche Astorre Visconti entra in campo ai suoi danni per difendere i diritti del congiunto.

Lug.Lombardia

Astorre Visconti entra a forza nel bresciano; il condottiero è sbaragliato a Soncino dove è catturato con 200 uomini. Astorre Visconti viene condotto prigioniero a Brescia e per il suo riscatto sono chiesti 10000 fiorini.

Ago.Lombardia

Il signore di Bergamo Giovanni Piccinino Visconti per la liberazione di Astorre cede a Pandolfo  Malatesta le ragioni da lui detenute sul castello di Palazzolo sull’ Oglio. Il Malatesta, negli stessi giorni, diventa amico di Astorre Visconti.  Quest’ultimo consiglia il nipote Giovanni Piccinino di rinunciare a Bergamo a favore del signore di Brescia.

Sett.Lombardia

Compie una scorreria nel milanese con 2000 uomini in appoggio ai guelfi. A fine mese con Giovanni Piccinino Visconti, Giovanni da Vignate e Giacomino d’Iseo entra nella rocca di Urgnano e ne scaccia i ghibellini.

Ott.Lombardia

Con gli alleati Carlo Cavalcabò, nuovo signore di Cremona, Giovanni da Vignate e Giorgio Benzoni Pandolfo Malatesta è obbligato a ripiegare  ed a riparare nel castello di Martinengo.

Nov.LombardiaSi impossessa di Coccaglio a spese di Berardo Maggi.
Dic.LombardiaSi reca a Milano per siglare l’usuale tregua di un mese ed otto giorni con Facino Cane e l’intero partito ghibellino.
1406
Mar.Lombardia

Riprende il conflitto; effettua improvvise incursioni nel bergamasco ai danni dei Suardi. Con Giovanni Piccinino Visconti esce da Palazzolo sull’Oglio con 800 cavalli, giunge al Castellaccio, ad Alzano Lombardo ed a Cologno al Serio procurando ovunque gravissimi danni. Numerosi avversari sono uccisi; sono pure fatti alcuni prigionieri. Si sposta nel contado di Stezzano. La preda raccolta è portata nel suo possedimento di   Martinengo. Il mese termina con una scorreria a Comun Nuovo.

Apr.Lombardia

Razzia bestiame nei pressi di Tezze e di Brignano Gera d’Adda: i ducali gli vengono contro per alleggerire la pressione dei guelfi;  assediano Trezzo sull’Adda. Alcuni suoi saccomanni, che stanno conducendo del bestiame a Martinengo, cadono in un’imboscata: molti sono i prigionieri ed alcuni sono uccisi.

…………….LombardiaMediante accordi con gli Avogadro e Galvano della Nozza inizia la sua penetrazione in Val Trompia ed in Val di Sabbia. Più difficile si presenta il suo ingresso in Val Camonica a causa della resistenza opposta dai Federici e da altri nobili locali.
Ago.

Viene considerato dai pontifici aderente allo stato della Chiesa in occasione del trattato di pace con il re di Napoli Ladislao d’Angiò.

Dic.LombardiaStipula una nuova tregua con Facino Cane per un mese ed otto giorni.
1407
Feb.BresciaMilano   Facino CaneInvia truppe in soccorso di Jacopo dal Verme e del Terzi. le milizie di Facino Cane sono sconfitte a Morimondo.
Mag.BresciaGhibelliniLombardia

Con il fratello Carlo si impadronisce nel bergamasco e nel bresciano di Tagliuno, di Grumello, di Chiuduno, di Telgate e di Gorlago; rientra  nelle grazie del duca di Milano per opera del fratello che è stato nominato governatore del ducato. Invia a Bergamo un proprio ambasciatore per chiedere ai Suardi la città a nome del duca: la risposta è negativa in quanto, a loro dire, i Suardi già detengono Bergamo per conto dello stesso Visconti. Sempre nel medesimo periodo Pandolfo Malatesta occupa e mette a sacco Lovere e rivende quasi subito la località. Con denari avuti da banchi veneziani e da anticipi ottenuti da abitanti di Fano e di Brescia si assume le spese dei castelli di Almenno, di Romano di Lombardia e di Lecco sostenute in precedenza da Muto Ceresoli, da Stangalino della Palude e dal conte Arrighetto de Flagerolis.

Giu.Lombardia

I ghibellini consegnano a lui ed al fratello Carlo i castelli di Grassobbio e di Nembro; il Malatesta toglie Urago ad Antonio Secco.

Lug.Lombardia

Tiene Bergamo quasi sotto assedio; occupa Trescore Balneario e Stezzano dove sono saccheggiate e bruciate le case dei ghibellini. Anche Giovanni Suardi non resiste alla sua pressione e gli cede il controllo delle fortezze di Bergamo in cambio di 30000 ducati e della restituzione ai membri della sua famiglia di Morengo, di Pagazzano, di Cologno al Serio, di Verdello, di Recolasio, di Bariani e di Albino. Il denaro per l’acquisto è fornito a Pandolfo Malatesta dagli stessi bresciani che, per il prestito, sono esentati da dazi e gabelle per un anno. A fine mese entra in Comun Nuovo mentre il conte Bartolomeo Calepio, suo seguace, riduce la Val di Caleppio alla sua devozione. Il papa Gregorio XII gli conferma per cinque anni il governo di Osimo, di Montelupone, di Castelfidardo e di Montefano.

Sett. ott.BresciaMilanoVenetoA Venezia con il fratello Andrea. Riesce ad ottenere in prestito dal Collegio dei Pregadi 20000 ducati (12000 subito, pagabili a Verona, ed il resto entro un mese). Come garanzia cede ai veneziani le località ed i castelli oggetto di contestazione con Gabrino Fondulo. Promette, inoltre, di affrontare i francesi del Boucicaut presenti in Lombardia. A fine mese le truppe di Pandolfo Malatesta si accingono a muoversi per affrontare tali avversari.
1408
………………LombardiaAderisce alla lega formatasi contro il signore di Parma Ottobono Terzi.
Mag.LombardiaRicopre la carica di podestà a Como. E’ scacciato con i suoi soldati dalla città da Facino Cane e da Franchino Rusca.
Giu.BresciaParmaLombardiaCombatte il Terzi. Lo sconfigge nel cremonese a Castelponzone.
EstateBresciaGhibelliniLombardia

Assedia Astorre Visconti in Monza e Francesco Visconti in Cassano d’Adda; fa arrestare a Ferrara Antonio Visconti da Niccolò d’Este ed opera in modo che gli sia consegnato.

Ago.Lombardia

I difensori di Cassano d’Adda capitolano: il Malatesta fa strangolare come traditori Antonio Visconti a Cassano d’Adda e Francesco Visconti e Cristoforo Casati a Somaglia.

1409
Gen.BresciaParmaEmilia

Si reca a Finale Emilia per un consiglio di guerra ai danni del Terzi: invia 800 cavalli in soccorso agli estensi. Costoro passano per Bondeno e si fermano a San Giovanni in Persiceto pronti per essere utilizzati.

Feb.BresciaFacino Cane MonferratoRomagna Emilia e Lombardia

Si incontra a Cesena con il papa Gregorio XII; si reca a Bologna per porsi come paciere nel conflitto in corso tra il cardinale Baldassarre Cossa ed il fratello Carlo. Sempre con Carlo deve abbandonare Milano per il prevalere della fazione avversa; si ritira a Brescia e si oppone all’ assalto congiunto alla capitale del ducato da parte di Facino Cane e del marchese del Monferrato.

Mar.Lombardia

E’ segnalato in rapida successione a Modena, a Bondeno, a Mantova ed a Brescia. Raduna un potente esercito (3000 cavalli e molti fanti) e dal bresciano si sposta nel bergamasco. Nella Valle di San Martino; risale l’Adda sulla sponda bergamasca fino a Brivio ed Olginate  dove cerca di varcare il fiume per predare la Martesana. E’ affrontato da Astorre Visconti, da Facino Cane e da Teodoro di Monferrato che lo sconfiggono con la perdita di 400 dei suoi uomini.

Apr.BresciaMilano GenovaLombardia

A Pasqua si scontra con gli avversari a Rovagnate per due ore. Il giorno successivo si riconcilia con costoro ed insieme impediscono che Milano sia occupata dai francesi del Boucicaut, chiamato dal duca. Pandolfo Malatesta assale il capoluogo dalla Porta Comacina mentre Facino Cane punta su Porta Ticinese per espellervi Antonio dalla Torre e Marco Posbonello che hanno fatto fuggire da Milano Andrea Malatesta. Allorché Filippino di Desio gli cede il castello di Melegnano viene assalito dalle milizie ducali che lo obbligano a rientrare al di là dell’Adda.

Mag.Lombardia

Appoggia secondo gli accordi Facino Cane contro i francesi del governatore di Genova Boucicaut e le truppe del governatore di Asti Bernardo della Serra. I veneziani, in guerra con i genovesi, gli consegnano 20000 ducati affinché si muova dal bresciano ai danni dei francesi  Si congiunge con Giorgio Benzoni e Gabrino Fondulo, assale il comasco e conquista la rocca di Offanengo alla cui guardia rimane Martino da Faenza.

Giu.LombardiaHa termine la guerra tra le parti.
Sett.Romagna

Con Niccolò d’Este si incontra a Cesena con i signori di Imola, di Forlì, di Faenza e gli ambasciatori veneziani: tema della riunione la possibilità di una lega e la rappacificazione del fratello Carlo con l’antipapa Alessandro V.

1410
Gen. apr.Lombardia

A Mantova alla nozze di Paola Malatesta, figlia di Malatesta Malatesta, con Gian Francesco Gonzaga: partecipa ad un torneo in cui i suoi uomini, contrassegnati da una livrea bianca   sono battuti da quelli del fratello Carlo. Ad aprile i veneziani insistono affinché faccia fronte ai suoi debiti verso la Serenissima.

………………..Brescia Facino CaneLombardia

E’ podestà di Bergamo. Riprende la guerra con Facino Cane;  si allea con il conte di Savoia, il principe di Savoia-Acaia, il marchese del Monferrato ed Asti.

………………..Marche

Deve  rientrare a Fano a seguito degli scontri che avvengono nella città tra i partigiani di Gregorio XII e quelli dell’ antipapa.

1411
Gen.BresciaCremonaLombardia

Si impadronisce di Soncino ai danni dei Barbuò. Ciò desta il risentimento di Gabrino Fondulo che mira allo stesso obiettivo.

………………..Lombardia

Rafforza i presidi di Pontevico e di Quinzano d’Oglio, occupa Romanengo ed ordina a Giovanni da Terzo, che sta a Soncino, di impedire il vettovagliamento delle truppe cremonesi. La guerra continuerà per tutta la primavera senza arrivare ad alcun risultato.

Mag.RiminiBolognaEmiliaPresta soccorso al fratello Carlo in lotta con i bolognesi e le truppe dell’antipapa Giovanni XXXIII (il cardinale Cossa).
Giu.Emilia

Entra in San Giovanni in Persiceto; esce dalla località per  devastare il bolognese. Dopo qualche giorno vi è attaccato dal capitano generale pontificio Uguccione Contrari e dagli estensi comandati da Guido Torelli. A fine mese conclude una tregua con i bolognesi che riconoscono a Carlo Malatesta la somma di 10000 ducati.

………………LombardiaContatta il capitano sabaudo Enrico di Colombier per avere l’appoggio del conte Amedeo di Savoia contro Facino Cane.
1412
………………..Brescia Facino CaneLombardia

Pandolfo Malatesta è attaccato da Facino Cane: il condottiero avversario si accorda con alcuni nobili bresciani affinché si ribellino mentre egli assale Bergamo. Il Malatesta fa ritirare tutti i presidi dai castelli di Fontanella, Antegnate, Romanengo, Gallignano per farli rientrare alla difesa del  bergamasco. Lo seguono anche Giacomo di Covo e Giovanni da Terzo.

Mag.Lombardia

E’ assediato in Brescia; Facino Cane è costretto a desistere dalla sua azione per un attacco di gotta che lo porterà a morire di lì a poco a Pavia.

………………..VeneziaUngheria1000 lanceLombardia

Ospita a Brescia la nipote Antonia, vedova del duca di Milano Giovanni Maria Visconti. Viene raggiunto nella città da Andrea Redusio; passa agli stipendi dei veneziani per fronteggiare le truppe dell’ imperatore Sigismondo d’Ungheria. Gli è concessa una condotta di 1000 lance.

Sett.Capitano g.leVeneto

Prende il posto del fratello Carlo rimasto ferito in combattimento a Motta di Livenza. Si muove con rapidità; in breve recupera Feltre dove gli avversari hanno ammassato molte prede. E’ eletto capitano generale, carica che mantiene fino al 1416 quando parte per le Marche. Per tutto questo periodo la condotta gli viene rinnovata ogni sei mesi e costa ai veneziani 4000 ducati al mese.

Ott.Veneto e Friuli

Conquista Oderzo, Portogruaro, l’abbazia di Sesto al Reghena, Salvarolo, Prata di Pordenone; si colloca nei pressi di Udine e vi cattura 300 cavalli ungheri sorpresi per strada; pone un durissimo assedio alla città mentre parte delle sue truppe depreda il goriziano.

Nov.Friulinel proseguo della sua offensiva si impadronisce di Artegna e di Codroipo, dove sono trovate biade per la cavalleria in gran quantità.
Dic.Friuli e Veneto

Sconfigge nella pianura friulana 1000 cavalli ungheri condotti da Filippo Scolari (Pippo Spano). Si avvicina un nuovo esercito dell’ imperatore forte di 11000 cavalli.  Pandolfo Malatesta decide di ripiegare nel trevigiano per distribuire le sue truppe nelle fortezze. Attraversa il Piave su un ponte di barche dopo avere superato la resistenza di un corpo unghero del quale sono uccisi più di 300 uomini. Stabilisce di seguire la politica della terra bruciata, fa incendiare i piccoli castelli e dare alle fiamme i foraggi non trasportabili. Con le sue razzie si impadronisce di un bottino valutato sui 10000 ducati. La vigilia di Natale si reca a Venezia: vi è ricevuto con tutti gli onori.

1413
Gen.Veneto

Si rinchiude in Padova con 6000 cavalli ed altrettanti fanti e vi previene ogni tentativo di ribellione fomentato dai seguaci dei carraresi. Difende Cittadella e si muove verso Vicenza; tallona sempre gli ungheri con continue sortite;  blocca un attacco diversivo su Verona. Con Martino da Faenza costringe Filippo Scolari a ritirarsi nelle prealpi vicentine; allorché il capitano nemico assale Vicenza lo batte ancora una volta ed entra alla difesa della località. A Verona fa giustiziare Giovanni Nogarola colpevole di avere promesso agli ungheri la consegna di una porta cittadina.

Apr.Venezia1000 lanceVeneto

Al termine delle ostilità viene ricondotto dai veneziani per sei mesi con 1000 lance; ha  la possibilità di utilizzare tali truppe per suo conto in Lombardia purché gli eventuali avversari non siano aderenti dell’imperatore. E’ pure aggregato alla nobiltà della Serenissima (il Maggior Consiglio), gli è assegnata una pensione annua di 1000 ducati; gli sono donati un palazzo sul Canal Grande a Sant’ Eustachio (di cui entrerà in possesso tre anni dopo) acquistato dalla famiglia Lova e costato alle autorità 6000 ducati e 600 ducati in panni d’ oro e d’ argento. Lo stesso palazzo sarà poi assegnato al Carmagnola dopo la battaglia di Maclodio, per essere confiscato e messo all’asta alla morte di tale condottiero. Il Malatesta declina  il titolo di duca di Candia (con i relativi compiti).  Sempre nel periodo cattura in Brescia Taddeo da Martinengo ed Antonio Nassino per un complotto da essi ordito a favore di Gabrino Fondulo. Li invia in carcere a Fano.

Mag.LombardiaRientra in Lombardia a causa dei continui conflitti con il signore di Cremona.
1414
Gen.LombardiaSi reca a Cremona per rendervi omaggio all’imperatore Sigismondo d’Ungheria ed all’antipapa Giovanni XXIII.
Apr.BresciaCremonaLombardiaInvade il cremonese. Occupa Quinzano d’Oglio che gli si è ribellata. Ne fa demolire il castello.
Mag.

E’ ricondotto dai veneziani per quattro mesi con 1000 lance di 3 uomini a cavallo: il soldo è pari a circa un terzo della paga normale in guerra.

Giu.Lombardia

Forte della condotta, che gli concede un favorevole supporto economico, continua con più forza nelle sue operazioni ai danni di Gabrino Fondulo. Esce da Carpenedolo, si impadronisce della rocca di Asola. Affronta i cremonesi  sconfiggendoli più volte; toglie a Gabrino Fondulo 18 castelli  giungendo fino alle mura di Cremona.

Lug.Lombardia

Nel castello di Porta Giovia, a Milano, viene stipulato un atto tra il duca Filippo Maria Visconti ed il Malatesta con il quale si permette al signore di Brescia di conquistare la città ed il contado di Cremona. Il Visconti promette al Malatesta 6 galeoni ed il libero accesso nelle acque del Po e dell’Adda. Se il Malatesta dovesse conquistare Cremona, si pattuisce, che dopo dieci anni città e territorio avrebbero dovuto far parte del ducato milanese. Il signore di Brescia si unisce con il congiunto Gian Francesco Gonzaga cui consegna la rocca di Asola;  si riversa con lui nuovamente nel cremonese: occupa Pizzighettone, assedia Castelleone e la stessa Cremona; distacca due compagnie di fanti per rinforzare le guarnigioni poste sulla sponda dell’Oglio. Si attenda a Pianengo: dalla Porta di San Luca irrompe un grosso contingente di fanti comandati da Marsilio Fondulo che assale la sua ala destra con il marchese Antonio Pallavicini, che proviene a sua volta dalla Porta di Ognissanti. Il Fondulo lo attacca, al contrario, dal castello di Santa Croce al centro delle sue schiere,  mentre la cavalleria di Luchino Ponzoni lo assale sul fianco sinistro. Sconfitto, dopo quattro ore è costretto a ritirarsi a Robecco d’Oglio con la perdita di 300 uomini, tra morti e feriti, di quattro cannoni di ferro che gli sono stati forniti dai veneziani e la cattura di altri 1000 soldati. In ogni caso mantiene  assediate le rocche;  dalla linea di confine fa effettuare continue scorrerie nel cremonese per ostacolare il lavoro nei campi. Viene, finalmente, firmata una tregua fra le parti. Il Fondulo  riconosce al Malatesta un forte indennizzo a fronte delle spese di guerra sopportate per il conflitto ed il dominio delle terre conquistate.

……………..BresciaCremaLombardiaSi rivolge contro il signore di Crema Giorgio Benzoni. Si impossessa di Offanengo.
………………BresciaGhibelliniLombardiaSulla fine del mese contrasta i ghibellini del bresciano. Conquista Lovere e penetra in Val Camonica. Concede ad alcune importanti famiglie guelfe il controllo di alcune fortezze di tale valle
1415
Gen.Lombardia

I ghibellini sono costretti a venire a patti. Staziona a Gorzone con le sue truppe. Viene raggiunto in tale località da milizie guelfe condotte da Galvano della Nozza. Negli stessi giorni il duca di Milano Filippo Maria Visconti compie un atto di ostilità nei suoi confronti: nel nominare Gabrino Fondulo conte di Cremona, lo investe non solo delle terre effettivamente in  potere di quest’ultimo, ma anche di quelle che tolte di recente a tale condottiero dal Malatesta.

Mar.VeneziaA fine mese è a Venezia. Ringrazia i veneziani per la loro mediazione nei confronti del duca di Milano. Gli è consegnato il palazzo (acquistato con 6000 ducati) promessogli due anni prima.
………………..BresciaCremonaLombardiaA giugno rinnova la tregua con Gabrino Fondulo. Si allea con i Beccaria ai danni di Filippo Maria Visconti. La congiura è presto scoperta dal duca di Milano.
Lug.Brescia BresciaCremona MilanoLombardia

Gabrino Fondulo occupa alcuni territori che appartengono ai Cavalcabò di Viadana. Ne seguono nuove scaramucce al cui termine il signore di Cremona è costretto a riconoscere al  Malatesta una certa somma di denaro. Negli stessi giorni il Visconti ordina a tutti i suoi sudditi che militano al  soldo del signore di Brescia di rimpatriare entro quindici giorni; sono minacciate gravi sanzioni per i disubbidienti che toccano i loro ascendenti e discendenti fino al secondo grado. Anche questo conflitto è, nonostante tutto breve. Esso ha fine per volontà dei veneziani con la firma di una tregua biennale.

Sett.RiminiAntipapaRomagna

Contrasta nel cesenate con 800 cavalli le scorrerie di Braccio di Montone: conscio  della superiorità numerica del capitano pontificio non cerca lo scontro, sceglie di incalzarlo da vicino con una tattica prudente dall’alto delle colline. Quando il condottiero perugino decide di rientrare a Bologna con le prede ed i prigionieri collocati nella retroguardia, assale gli avversari. Ferito nella scaramuccia  viene facilmente respinto dalla furia braccesca.

Ott.BresciaMilanoLombardia

Si collega con Giovanni da Vignate, Gabrino Fondulo, Filippo Arcelli, signore di Piacenza, ed il marchese di Ferrara contro il duca di Milano.

Nov.LombardiaAlla ricerca di denaro per riscattare il fratello Carlo prigioniero di Braccio di Montone. Come garanzia offre, di volta in volta, i villaggi di Martignano e di Anguissola nei pressi di Casalmaggiore e 8 galee da lui fatte allestire per combattere sul Po il Fondulo. I veneziani gli concedono in prestito 12000 ducati. La città di Fano si impegna per 5700 ducati al rimborso di tale mutuo.
Dic.LombardiaNuova tregua con Filippo Maria Visconti. Nessun frutto per i sospetti reciproci.
1416
Apr.BresciaMilanoLombardiaSi impadronisce di Lecco. Ne è poco dopo scacciato dai ducali.
Lug.Lombardia Romagna

Con la cattura del fratello Carlo da parte di Braccio di Montone e la morte dell’altro fratello Andrea è obbligato ad acconsentire ad un’ulteriore tregua di due anni con il duca di Milano. Lascia la Lombardia e si reca a difendere le sue terre in Romagna.

……………RiminiPerugiaRomagnaA Rimini, con 4000 cavalli e molti fanti.
Ott. nov.Marche

Con Martino da Faenza contrasta Braccio di Montone nelle Marche. Insieme allontanano gli avversari da Corinaldo e travolgono ogni ostacolo ad Osimo, a Montelupone ed a Civitanova Marche

Dic.MarcheFirma una tregua con il signore di Fermo Ludovico Migliorati, alleato di Braccio di Montone.
1417
Apr. mag.Marche

Ottiene la liberazione del fratello Carlo, catturato nella battaglia di Sant’Egidio da Braccio di  Montone solo dopo l’esborso di una taglia di 60000 ducati (dei quali 30000 gli sono forniti dai veneziani e 30000 da Martino da Faenza) e della consegna di Jesi. Negli stessi giorni firma la pace con il capitano rivale ed il signore di Camerino Rodolfo da Varano su un lodo preparato dall’ambasciatore del concilio di Costanza Bartolomeo Bonetti. A maggio, incapace di ffare fronte alle spese derivanti dai continui conflitti, propone ai veneziani di assumere la difesa di Brescia, facendosi carico la repubblica di tutte le spese. Il Senato, in alternativa, decide di riprendere con il Malatesta la vecchia condotta in aspetto.

Giu.VeneziaCapitano g.leRomagna  Lombardia

Dalla Romagna transita per Forlì con 3000 cavalli e 500 fanti; rientra in Lombardia con la protezione dei veneziani che lo nominano loro capitano generale.

Lug.BresciaMilanoLombardia ed Emilia

Riprende la guerra contro i ducali con Filippo Arcelli e Gabrino Fondulo. Contrasta il Carmagnola;  tenta di liberare dall’assedio posto dai ducali al castello di Piacenza.

Ago.Emilia

Rioccupa Piacenza con l’Arcelli dopo che la città è stata fatta evacuare dal Visconti. Espugna la cittadella di Stralevata e saccheggia quel poco che è rimasto nelle case cittadine. I cronisti coevi riferiscono che sono tolti dalle porte i cardini e le inferriate dalle finestre. Niccolò da Tolentino ed il Biancarello sono inviati dal Malatesta in soccorso del Fondulo a seguito delle minacce del  Carmagnola. Gli abitanti di Castelponzone e quelli di San Giovanni in Croce si danno in signoria al Malatesta in odio al signore di Cremona.

Sett.Emilia

Si trasferisce nel parmense per unirsi con gli estensi al ponte sull’Enza con 2500 cavalli e 500 fanti. Viene depredato il territorio.

Ott.Emilia

Prende parte alla conquista di Castell’Arquato con gli estensi di Uguccione Contrari. Ricevuti aiuti da Gabrino Fondulo recupera in Piacenza la cittadella di Stralevata e rientra a Parma. Si muove alla volta di Torricella, controllata dai veneziani, ed attraversa il Po.

1418
InvernoLombardiaSi incontra con il signore di Cremona a Robecco d’Oglio ed a Quinzano d’Oglio.
………………..Lombardia

Si allea con i genovesi ed è aiutato contro il Carmagnola dalle truppe feltresche, comandate da Bernardino degli Ubaldini della Carda.

Mag.Lombardia

Si allontana da Brescia con 1500 cavalli e 400 fanti per devastare il territorio di Soncino. A fine mese (in un giorno in cui si trova ad Orzinuovi) le sue schiere sono assalite da Giacomo di Covo e da Pietro Barbuò assistiti da 400 cavalli provenienti da Pumenengo. I suoi uomini sono colti impreparati ed in disordine; i bresciani devono abbandonare le operazioni di assedio subendo la cattura di 50 cavalli e l’uccisione di altri 12. Rientra a Bergamo.

Giu.Lombardia

Guada l’Adda nei pressi di Olginate per tentare un’incursione nell’alto comasco con 1000 fanti; si spinge innanzi animosamente lungo la sponda sinistra dell’ Adda verso Lecco; a fine mese, mentre sta attraversando il fiume su un ponte di barche posto di fronte a tale località, viene sconfitto ancora dai ducali che gli infliggono la perdita di 400 uomini tra i soldati uccisi nella scaramuccia e quelli che muoiono affogati nel fiume, mentre stanno cercando di fuggire. Deve riattraversare l’Adda. A seguito di questa disavventura incomincia ad accarezzare un progetto che prevede la permuta dei suoi possedimenti più lontani (la Riviera di Salò) con altri più vicini (alcune località di confine del cremonese).

Ott.Lombardia

A metà mese riceve a Brescia il papa Martino V di ritorno dal concilio di Costanza dove il cardinale Colonna è stato appena eletto. Il Malatesta lo accompagna fino a Mantova. Il pontefice opera da intermediario per la firma di un trattato di pace tra il duca di Milano ed il Malatesta stesso. Il Fondulo si vede escluso e chiede la mediazione dei veneziani.

1419
Feb.Lombardia

Il tentativo del pontefice ha successo; Pandolfo Malatesta si rappacifica con il duca di Milano cui promette la restituzione alla sua morte di Bergamo e di Brescia. Si impegna, inoltre, a versare al  Visconti la somma di 70000 fiorini: a sua volta dovrebbe ricevere 1500 fiorini l’anno come provvigione ed altri 12000 per la costruzione di una fortezza.

Mar.Si riavvicina a Gabrino Fondulo. I due signori comprendono che per sopravvivere devono unire le loro forze di fronte alle minacce del duca duca di Milano.
Mag.VenetoSi reca a Venezia e chiede la mediazione della Serenissima. E’ trovato un accordo tra i signori di Brescia e quello di Cremona.
Nov.Il papa Martino V lo esenta dal pagamento del censo dovuto alla Camera Apostolica. In questo periodo gli abitanti di Asola chiedono la sua protezione. Con la sua autorizzazione si avviano i lavori di ricostruzione delle opere difensive della città attraverso la costruzione di una rocca grande a ponente ed una più piccola a nord-est.
1420
Apr.BresciaMilanoLombardia

Rompe la tregua con i ducali;  invia 300 lance a Cremona in soccorso  di Gabrino Fondulo: quest’ultimo, infatti, gli ha ceduto la città ed il suo contado in cambio della Riviera di Salò. Cremona è assediata e Pandolfo viene attaccato nel bergamasco.

Lug.Lombardia

Il Carmagnola occupa Bergamo dopo un mese di assedio, probabilmente per il tradimento di un certo Nicola Turlon. Il Malatesta viene soccorso solamente dal fratello Carlo (non dai veneziani cui tenta, inutilmente, di mettere a disposizione il bresciano e neppure dai fiorentini) che gli invia 3000 cavalli e 1000 fanti agli ordini di Ludovico Migliorati.

Ott.LombardiaE’ sbaragliato dal Carmagnola assieme con Ludovico Migliorati a Montichiari. Sono catturati 2500 cavalli e tutti i fanti.
Nov.Romagna

Alla ricerca di nuove alleanze e per verificare nel contempo la situazione, organizza a Rocca delle Caminate una grande partita di caccia, cui partecipano Niccolò d’Este, Gian Francesco Gonzaga, Carlo e Malatesta Malatesta, Smeduccio Smeducci, Bartolomeo e Corrado Trinci, nonché Ludovico Migliorati.

Dic.LombardiaViene assediato in Brescia dal Carmagnola.
1421
Gen.  mar.LombardiaInutili si rivelano i suoi ultimi tentativi di cedere Brescia alla Serenissima; chiede un ulteriore prestito di 6000 ducati per assoldare Braccio di Montone. I veneziani rifiutano. Ridotto allo stremo, accetta di arrendersi a patti ai ducali in cambio di 34000 fiorini. A marzo abbandona Brescia.
Apr.Veneto Emilia Marche

Transita per Verona (si ferma all’osteria della Torre) e per Ferrara; rientra a  Fano. Lo affianca Niccolò da Tolentino.

………………MarcheSi reca in visita a Corinaldo. Fa restaurare i borghi vicino alle mura e costruire un palazzo in città munito di logge, torri e pontili.
Ott.Lazio

Con Berardo da Varano si incontra a Roma con gli ambasciatori fiorentini Rinaldo degli Albizzi e Michele Castellani. Nell’anno sposa Ansovina da Varano, figlia di Rodolfo.

1422
Apr.VenetoA Verona.
Mag.ChiesaCapitano g.leAl servizio del papa Martino V.
1423
………………..RiminiMilanoRomagna

Con il fratello Carlo interviene a Forlì al fine di sostenervi la reggente Lucrezia Alidosi contro il duca di Milano, che ha inviato nella città, a maggio, Angelo della Pergola e Secco da Montagnana.

Ago.FirenzeMilanoCapitano g.le 500 lanceToscana

Gli è dato il comando generale delle truppe. Si porta a Firenze con 200 cavalli. Alloggia all’ albergo della Corona; il gonfaloniere di giustizia Tommaso Betti gli consegna le insegne del capitanato nel momento più favorevole secondo gli astrologi.

Sett.Romagna

E’ raggiunto dagli ambasciatori Rinaldo degli Albizzi e Francesco Tornabuoni. Staziona tra Cesena e Bertinoro. Con Niccolò da Tolentino (5000 cavalli) intercetta Fabrizio da Capua che con 1000 cavalli sta scortando verso Carpegna e Magliano un carico di uva appena vendemmiata. Si mette all’ inseguimento dei viscontei poiché le sue spie gli riferiscono che il resto dell’esercito ducale è fermo a Forlimpopoli. I capitani avversari, al contrario, appostano a Ruffio un grosso squadrone con Angelo della Pergola, Secco da Montagnana ed Angelo Belmamolo; Fabrizio da Capua nella sua fuga conduce i fiorentini al ponte di Ronco, dove i fiorentini sono sorpresi dai ducali che catturano loro 1300 cavalli. Il Malatesta fugge verso Bertinoro e ripara a Forlimpopoli.

Ott.Romagna

Sempre a Forlimpopoli presiede un consiglio di guerra con gli altri condottieri al soldo dei fiorentini: deve fare valere la sua autorità in una disputa sorta tra Ludovico degli Obizzi e Jacopo Orsini. Ha modo di lamentarsi per il ritardo delle paghe che lo obbliga ad una sostanziale inattività. Al pagamento di queste, si dirige a Ghiaggiolo con Niccolò da Tolentino e Rinaldo Orsini alla testa di 500 cavalli e di 150 fanti perché sospetta che   Ramberto Malatesta si sia alleato con i viscontei. Il congiunto lo inganna;  gli va incontro fuori del castello; vi si rinchiude in un secondo momento e con segnali di fumo chiede soccorsi ai ducali. Il Malatesta assedia la località ed invia 264 lance alla difesa di Imola.

Nov.RomagnaSi incontra a Rimini con il fratello Carlo e l’inviato di Firenze Rinaldo degli Albizzi.
1424
………………..Romagna

Riprende la guerra in Romagna. Le sue truppe tardano a radunarsi. Un suo contingente subisce gravi perdite in uno scontro vicino a Forlimpopoli ed il suo esercito non riceve dai fiorentini forze sufficienti per assediare Forlì. L’entusiasmo iniziale di Rinaldo degli Albizzi nei suoi confronti scema progressivamente per la sua propensione, sempre più spiccata, per una tattica difensiva.

Giu.Romagna

Con il fratello Carlo assale Fiumana, la conquista e vi fa impiccare il castellano Rondone Ugolini (Domenico del Scrivano per altre fonti).

Lug.Romagna

Espugna Sadurano che viene data alle fiamme; assedia in Forlì Angelo della Pergola e Secco da Montagnana. Invitato ad intervenire a Zagonara da Alberico da Barbiano, intraprende una lunga marcia sotto la pioggia per venire in  soccorso di quest’ultimo. Le sue milizie, stanche per il cammino,  nell’ impossibilità, inoltre, di agire in modo efficace con la cavalleria pesante a causa del fango, attaccano Angelo della Pergola, Secco da Montagnana e Guido Torelli. Sconfitto pesantemente, riesce a fuggire con soli 25 cavalli a Ravenna; qui si imbarca su una piccola nave e raggiunge i suoi possedimenti. Il fratello Carlo è, viceversa, fatto prigioniero con 3200 cavalli.

Sett.RiminiUrbinoMarche

Guidantonio da Montefeltro approfitta della situazione di debolezza dei Malatesta per togliere ai Brancaleoni Castel Durante (Urbania). Il Malatesta affronta subito i feltreschi. Il papa fa da paciere tra le due parti.

1425
Gen. feb.LombardiaAngelo della Pergola lo costringe a recarsi a Milano a chiedere la pace. Entra in Pavia (febbraio). Vi è accolto per volontà del duca con tutti gli onori.
Mar. apr.Romagna LombardiaA Forlì. E’ ricevuto dal governatore visconteo Luigi Crotti. Si reca poi a Russi ed ancora a Milano.
Mag.Lombardia Romagna ToscanaAl ritorno dalla Lombardia si ferma a Forlì. Prosegue il suo viaggio per Sansepolcro dove vi lascia come suo vicario Filippo Ronconi.
1426
Ott.Romagna

Vuole vendicarsi di Ramberto Malatesta; i suoi famigli catturano il congiunto a Cusercoli e lo conducono a Cesena. Accorre il legato pontificio di Romagna, il cardinale Domenico di Capranica, che gli ricorda come Ramberto sia protetto dallo stato della Chiesa. I pontifici occupano anche Ghiaggiolo in via cautelativa.

1427
Apr.RomagnaSi rappacifica con veneziani e fiorentini.
………………..Toscana e Marche

Cade gravemente infermo. Si risposa per la terza volta con la giovane Margherita Anna di Battifolle dei conti Guidi di Poppi. Si sente male e pensa di recarsi a piedi a Loreto.

Ott.Romagna

Lascia Rimini; giunto a Fano, vi si ferma definitivamente. Muore in tale città ai primi del  mese. E’ sepolto nella città nella chiesa di San Francesco.  Il figlio Sigismondo Pandolfo nel 1460 gli farà erigere un sepolcro. La tomba è collocata inizialmente al lato dell’altare maggiore; più tardi i frati la faranno trasportare ai piedi della chiesa sotto il portico a fianco di quella della prima moglie.  Autore del sepolcro è Leon Battista Alberti, che vi imprime le caratteristiche del Tempio Malatestiano di Rimini. Fa erigere a Brescia la cappella in Broletto con  dipinti di Gentile da Fabriano.  Fa, inoltre, costruire nei pressi di Cesena il castello di San Giorgio, nella cui torre sono appese le due catene del ponte di Porta Vercellina a Milano e sulla sommità una campana, portata via, nella stessa occasione, da Niccolò da Tolentino.  Negli ultimi anni della sua vita ha modo di raccogliere antichi codici e di mantenere buone amicizie con i dotti del suo tempo. Si circonda sempre di artisti, in particolare pittori come il bresciano Testorino e Giacomo da Milano; miniatori, Jacopo da Imola; orafi, il Meda, Apollonio da Calino; letterati come Giovanni da Borgo San Donnino, Ludovico Castello, Francesco Filelfo ed Angelo Nogarola; storici come Jacopo Malvezzi che gli dedica il suo Chronicon. Ospita a Rimini Lorenzo Ghiberti. Sposa in prime nozze Paola  Bianca Malatesta, figlia di Pandolfo e vedova di Sinibaldo Ordelaffi, in seconde Antonia da Varano, figlia di Rodolfo ed in terze Anna Margherita Guidi, figlia del conte di Poppi.

 CITAZIONI

-“Era una mente energica ed operosa e forse dove il dominio gli si fosse rassodato, né il sospetto lo avesse obbligato alle gravi misure, sarebbe tornato più utile e riposato il suo governo; come per lui fu riconfortata la città nostra (Brescia) di belle ed utili istituzioni, fra le quali sono a porsi le provvisioni sui pesi e la zecca bresciana.” ODORICI

-“Pandolfo Malatesta, fratello minore di Carlo, era un uomo dello stesso stampo, ma un pò più ambizioso ed imprevedibile. Era signore di Fano e..dopo la morte di Giangaleazzo (Visconti) si era fatto signore di Brescia. Come il fratello aveva avuto un’educazione umanistica, sapeva parlare correttamente il latino e comprendeva anche il francese e il provenzale. A Brescia si era contornato di una corte che ebbe una certa importanza per la cultura quattrocentesca. Inoltre seppe mantenere la sua compagnia a tale livello di consistenza numerica e di continuità che con qualche ragione la si potrebbe dire un esercito permanente. Niccolò da Tolentino, Angelo della Pergola e Martino da Faenza passarono molti anni agli ordini di Pandolfo e furono personaggi di primo piano della sua corte. Dopo essere stato cacciato da Brescia, Pandolfo fece ritorno a Fano riprendendovi stabile dimora. Per un certo numero di anni fu a capo delle forze veneziane ed ebbe un palazzo a Venezia; poi nei primi anni del secondo decennio del Quattrocento tenne il comando delle forze fiorentine che operavano in Romagna. Di lui si aveva un buon concetto come comandante che sapeva trattare i soldati e farsi ubbidire volentieri da loro..Già agli inizi del Quattrocento aveva una squadra di “lanze spezzate”” MALLETT

-“Egli non ebbe mai in gran conto né l’onestà né la religione.. In guerra era pauroso e pronto alla fuga, fra i suoi sempre ubriaco e insolente e menava la vita dissoluta di uno scandaloso lenone in mezzo a prostitute. Quando divenne vecchio e incapace di soddisfare la libidine come desiderava, si faceva condurre davanti femmine nude e adolescenti perché si accoppiassero, onde stimolarsi alla vista di quelli degli altri i suoi coiti.” PICCOLOMINI

-“Personaggio rinomato per le sue imprese guerriere.” MURATORI

-“La figura di Pandolfo Malatesta è insolita e non priva di nobiltà..Lasciò memoria di giustizia.” BELOTTI

-“Di grande auctorità e di animo magnanimo.” CAGNOLA 

-“Huomo nell’armi prode.” ALBERTI

-“Vir inter strenuos etatis sue duces memorandus.” DECEMBRIO

-“Qui erat semper solitus perdere.” SOZOMENO

-“Capitano assai pregiato.” ROSCIO

-Con Jacopo dal Verme, Alberico da Barbiano, Galeazzo da Mantova, Ottobono Terzi e Facino Cane “Peritissimos belli duces.” BRACCIOLINI

-“Soldato di gran valore.” UGOLINI

-“Colto in latino, in provenzale, in francese, circondato da segretari coltissimi, da poeti e commedianti aveva per loro stima e deferenza; ma, nello stesso tempo, più irrequieto e turbolento del fratello, fu più di lui audace e fortunato nelle molte imprese di guerra.” NISSIM ROSSI

-Con Orso Orsini, Ludovico degli Obizzi, Niccolò da Tolentino ed Ardizzone da Carrara “Praefecti rei militaris multum periti.” SANT’ANTONINO

-Con Taddeo dal Verme e Martino da Faenza “Capi..di accreditato valore.” VERDIZZOTTI

-Con Jacopo dal Verme, Alberico da Barbiano, Francesco Gonzaga, Ottobono Terzi e Facino Cane “Condottieri de stima assai in questo tempo.” PORRO LAMBERTENGHI

-“Forte guerriero, ambizioso, audace.” TARDUCCI

-Con Jacopo dal Verme, Paolo Savelli e Giovanni Colonna “Capitani i più rinomati di quel tempo.” AMIANI

-“Altro potente guerriero.” I. CANTU’

-“Prode in armi, altrettanto saggio principe.” CECCONI

-“Par le gout des lettres et des arts, n’était pas inférieur à son frère Carlo; il écrivait élégamment en latin et entendait le provençal et le français.” YRIARTE

-“O senex iuventure, o pensier grevi,/ O fonte excelso de vertute sparte,/ Como poté natura mai tanto ornarte/ Poi che più sempre in verde nel salevi.” Da un sonetto del Serdini riportato dal BROGLIO

-“Fu avido di regnare, lascivo, poco osservante della data fede e superbo.” CLEMENTINI

-“Valoroso capitano di ventura.” SIBILIA

-“Fu homo prudentissimo e simille ne l’arme potento e robusto et experto.” FANTAGUZZI

-“Sarebbe riduttivo considerare il Malatesta solo come soldato e politico. Le fonti ci tramandano infatti l’immagine di un personaggio elegante e raffinato che aveva saputo creare a Brescia e a Fano una corte cosmopolita, allineata alla moda del tempo e aperta alle novità, munifica e disponibile verso letterati, copisti, miniatori di elevata capacità, pittori, di cui ricordiamo solo Gentile da Fabriano, che affrescò a Brescia la cappella dell’antico broletto.., mentre a Fano operavano notevoli artisti veneti quali i pittori Michele Giambone, il Maestro di Roncaiette e lo scultore Filippo di Domenico.” FALCIONI

-“Amante della letteratura e delle arti, Pandolfo III coniugò questa passione con l’impegno attivo come condottiero, considerando probabilmente che fosse l’unica attività in grado di assicurargli una propria signoria.” CARDINALI-FALCIONI

-“L’Odorici..si mostra ostile al Malatesta, di cui dà una valutazione morale presentandolo di volta in volta ambizioso, ladro, violento, despota e traditore, sfruttatore, volubile, indeciso e iracondo; il suo metodo di governo non può essere che da militare, ma forse più ancora da venturiero..torbido, violento, combattuto”….Alla luce di (altra) documentazione, se pure non abbondante, in Brescia il periodo malatestiano è da considerarsi nettamente positivo; ne emerge, infatti, la figura di un principe assoluto, ma saggio, preoccupato di conciliare il proprio vantaggio con l’utilità dei sudditi.” NAVARRINI

-“Oltre che condottiero, fu..anche un grande mecenate. Seppe rendere la sua corte, a Brescia prima e a Fano poi, un centro d’eccellenza per le arti d’ogni espressione.” FARINA

-“Il periodo malatestiano, fin dai suoi inizi, fu contrassegnato da una decisa volontà pacificatrice, sia nella città, sia nel contado..La lotta fazionaria certo non si poteva estirpare facilmente, ma Bergamo era esausta dai molti anni di guerra continua e accettò con gratitudine gli sforzi del condottiero romagnolo per portare una tregua ai conflitti. Questa fu probabilmente la linea di fondo della politica malatestiana nel dominio lombardo; bisogna anche considerare la novità di una simile posizione “super partes” del signore, laddove il governo visconteo si era contraddistinto soprattutto per l’appoggio dato alla parte ghibellina e ai potentissimi Suardi, che egemonizzavano la fazione. In tal modo i Visconti avevano tenuto la città e il contado attraverso le famiglie a loro fedeli, cercando di neutralizzare così i potenziali nemici. Pandolfo III era di schieramento notoriamente guelfo e dunque per continuare in questa politica avrebbe dovuto provocare un completo rivolgimento degli equilibri consolidati; preferì invece una linea più conciliante, tanto da essere rampognato dai capo della sua stessa fazione, che avevano probabilmente sperato in un cospicuo ridimensionamento dei Suardi e dei loro alleati.” SCHARF

-“Può..essere considerato il campione di un’altra categoria di capitani, i principi condottieri che avevano già delle basi territoriali e fama di guerrieri sperimentati.” COVINI

-“Valoroso e magnifico.” COLESCHI

-“Aveva avuto come precettore Francesco Filelfo, acquisendo una cultura ed una sensibilità quali raramente era possibile riscontrare nel carattere spesso rozzo e violento dei condottieri di ventura…Di lui va detto, al di là delle doti militari, che fu un mecenate e si circondò sempre, nonostante la vita condotta per lo più tra i fuochi degli accampamenti, di artisti e letterati. I detrattori lo accusarono di circondarsi anche di prostitute.” SPADA

-“(Fa) costruire (nel cesenate) il castello di S. Giorgio al centro di una landa, magnificamente adatta allo sport venatorio..(Vi spende) una grossa somma..: esso era vasto “quattro tornature, circondato da fossi e fortificato con spessi torrioni e con in mezzo una grossa e alta torre di sessanta piedi comuni in altezza e otto di grossezza di muraglia.” (Clementini) Un governatore papale la vendette a un privato, il quale lo smantellò per ricavarne laterizi e mettere a coltura l’area. Rimaneva il torrione e i tedeschi l’abbatterono stupidamente nel 1944. Pandolfo vi aveva fatto mettere la lapide di S. Giorgio e la scritta esaltante un’impresa sua e di Andrea, dell’anno 1409, a porta Vercellina di Milano, le due catene e la campana, trofei di quella giornata. la campana fu poi issata sul campanile della chiesa parrocchiale; le catene e la lapide sono conservate nel Museo dell’Antichità.” SOZZI

-“Uomo di alto animo, benché oppressore, e tiranno sopportabile nonostante le sue ribalderie.” LO MONACO

-“Non mancò di assomigliare molto al padre, per quanto riguardava il valore delle armi e la capacità organizzativa nel costruire le fondamenta e le istituzioni di uno Stato che a quell’epoca poteva chiamarsi moderno; prova ne fu il dominio su Brescia e su Bergamo, che egli resse in momenti difficili con mano ferma e con infinita saggezza.” TABANELLI

-“Secondo l’Odorici il Malatesta interviene nelle lotte intestine bresciane col cipiglio di chi è ben determinato a governare su tutti senza allearsi stabilmente con nessuno e senza schierarsi con alcuna fazione: è presentato ripetutamente in termini moralistici come ambizioso, violento e dispotico, inaffidabile nelle alleanze, ladro e avventuriero, sfruttatore (“ed è un bel comprare le altrui città coll’oro altrui”), facile all’ira e instabile di carattere. Il suo fu “governo da militare, ma forse più ancora da venturiero, fu torbido, violento, combattuto”. Devge però riconoscere “era una mente energica ed operosa e forse, dove il dominio gli si fosse rassodato, né il sospetto l’avesse obbligato alle forti misure, sarebbe tornato più mite e riposato il suo governo.”” BONFIGLIO-DOSIO

BIOGRAFIE SPECIFICHE

-G. Bonfiglio-Dosio e A, Falcioni. La signoria di Pandolfo III Malatesti a Brescia, Bergamo e Lecco.

Immagine: Catalogo Beni Culturali

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