Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
OSTASIO DA POLENTA Signore di Ravenna, Cotignola, Bagnacavallo e Lugo.
Figlio di Guido, fratello di Obizzo da Polenta e di Pietro da Polenta.
- 1396 (marzo)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1382 | Angiò | Napoli | Segue Luigi d’Angiò nella sua spedizione nel regno di Napoli ai danni del re Carlo di Durazzo. | ||
1386 | |||||
……… | Verona | Padova | Capitano g.le | Veneto | Combatte al servizio del cognato Antonio della Scala contro il signore di Padova Francesco da Carrara. Lascia Venezia e si indirizza a Mestre dove è raggiunto da Giovanni Ordelaffi e da Gualtiero Borgognone. Attraversa il Piave con 300 lance, 400 balestrieri e 400 fanti; subisce durante il guado la perdita di 30 fanti per un improvviso attacco del capitano carrarese di Treviso. |
Apr. | Veneto e Friuli | Divide l’esercito in più schiere; è assalito nei pressi di Conegliano da 250 lance, da 150 fanti di Serravalle (Vittorio Veneto) e da 30 ungheri capitanati da Ugolino Ghislieri, da Antonio Balestrazzo e da Bartolomeo Boccanera: l’esito è incerto per lungo tempo; alla fine i carraresi rompono le file e si danno al saccheggio. Ostasio da Polenta può così riordinare i suoi uomini e sconfiggere gli avversari. Nello scontro è ucciso tra i carraresi il fuoriuscito fiorentino Donato Donati; sono catturati Bartolomeo Boccanera e Lorenzo da Pisa con molti fanti e cavalli. Ostasio da Polenta prosegue nel suo cammino. Tocca Sacile. E’ raggiunto nella località da 800 lance che, partite da Marostica, superano il Brenta e tutto il trevigiano senza trovare ostacoli. Vi sono tutte le premesse per una serie di operazioni felici nel Friuli allorché, all’improvviso, viene richiamato a Marostica da Antonio della Scala: è sostituito nel comando delle truppe da Cortesia da Serego. | |||
Giu. | Veneto | Fronteggia alle Brentelle, presso Padova, Giovanni degli Ubaldini: con il capitano della fanteria scaligera mette in fuga i fanti carraresi ed i contadini che li affiancano. Le milizie veronesi si disordinano nell’inseguire gli avversari; ciò facilita il contrattacco dell’Ubaldini che termina con la sconfitta di Ostasio da Polenta. Ferito d un colpo di lancia al petto e scavalcato viene fatto prigioniero con altri condottieri quali Cortesia da Serego, Facino Cane, Ugolino dal Verme e Giovanni Ordelaffi. E’ condotto a Padova. | |||
Lug. | Veneto | E’ rilasciato per la sua parentela con i carraresi; si impegna di non riprendere le armi per due mesi e di adoperarsi per la restituzione dei prigionieri padovani. | |||
Nov. | Veneto | Con Giovanni Ordelaffi e Lucio Lando non riesce ad impedire che l’Ubaldini porti soccorso alle torri di Novaglia, di cui egli si è posto all’assedio. | |||
Dic. | Veneto | Ottiene la resa delle torri di Novaglia e, dopo qualche giorno, anche quella della fortezza di Cogolo sul Brenta. | |||
1387 | |||||
Feb. | 1500 cavalli | Veneto | Affronta con Giovanni Ordelaffi nel veronese i carraresi ora comandati da Giovanni Acuto. Gli avversari portano le loro devastazioni fino al lago di Garda: Ostasio da Polenta decide di chiudere tutti i passi alle spalle dei carraresi per ostacolare il flusso dei rifornimenti al loro campo. I carraresi si ritirano a Bussolengo dove sono bloccati per venti giorni: sono costretti a mangiare rane e legumi ed a uccidere le cavalcature per potersi sfamare; da Bussolengo le truppe nemiche ripiegano verso il padovano. | ||
Mar. | Veneto | Si porta a Castelbaldo: i carraresi sono fermati dalle difese erette di fronte ed alle spalle dai capitani di Antonio della Scala e sembrano ridotti alla fine. Giovanni Acuto dispone di 6900 cavalli, 600 arcieri e 1000 fanti; Ostasio da Polenta e Giovanni Ordelaffi hanno invece ai loro ordini 9900 cavalli, 1000 fanti, 1600 arcieri e balestrieri e 16000 contadini che li affiancano. Ostasio da Polenta, ricoperto nell’occasione, come la sua cavalcatura da una coperta argentata, ha il comando della seconda schiera, forte di 1500 cavalli. Ne è alla guida con Ugolino dal Verme e Martino Botticella. Cerca di impadronirsi del fossato che divide i due eserciti e trova una grossa resistenza nelle truppe comandate da Francesco Novello da Carrara e da Ugolotto Biancardo. E’ scaraventato a terra da un colpo di lancia di Francesco Novello da Carrara; soccorso, si rialza; in breve è obbligato a retrocedere con l’Ordelaffi verso il punto in cui si trova Francesco Visconti con la bandiera generale. I provvigionati e gli arcieri inglesi si gettano sugli scaligeri e si impossessano delle insegne. E’ circondato ed è obbligato ad arrendersi nelle mani di Francesco Novello da Carrara. Nella battaglia vi sono 716 morti e 846 feriti; sono catturati 4620 cavalli e 840 fanti. E’ condotto a Padova; segue Giovanni Acuto e Giovanni degli Ubaldini nel loro ingresso trionfale nella città; la sera con gli altri capitani partecipa ad un pranzo offerto a tutti dal signore di Padova Francesco da Carrara. | |||
1388 | Romagna | Il signore di Ferrara Niccolò d’Este gli cede Cotignola e Bagnacavallo in cambio della riviera di Filo e di 6000 ducati. | |||
1389 | |||||
…….. | Romagna | E’ nominato dai pontifici vicario pontificio di Ravenna. Viene aggregato alla nobiltà veneziana. | |||
Nov. dic. | Romagna | Il padre Guido si ammala di peste; allorché questi sembra riaversi dalla malattia con i fratelli Obizzo e Pietro lo cattura e lo incarcera. Guido da Polenta muore in prigione il mese seguente. | |||
1390 | Firenze | Milano | |||
1393 | Emilia | A Ferrara, sia per le nozze che per le esequie del marchese Alberto d’Este. | |||
1394 | |||||
Nov. | Romagna | Scambia Bagnacavallo e Cotignola con la riviera di Filo e Sant’Alberto. | |||
1396 | |||||
Mar. | Muore a metà mese. E’ sepolto a Ravenna, con il saio francescano, nella navata sinistra della chiesa di San Francesco (già San Pietro Martire). Cognato di Antonio della Scala. |
CITAZIONI
-“Giovane temerario ed ignorante delle cose della guerra.” DALLA CORTE
-Con Bernardino da Polenta, Giovanni da Barbiano, Ludovico da Zagonara e Giovanni Ordelaffi “Capitani di gran valore.” BONOLI
-“Da Antonio Scaligero suo Cognato fu fatto Capitan Generale delle sue Armi, e gli raccomandò la custodia della Città di Verona, che con sommo coraggio, e valore sempre difese, assistito dai suoi Capitani Ravennati Garzino Gardio, Andrea Lamici, Arardo Spreti, Nicolò Todorano, Guglielmo Mongadino, Mengolo Lazaro.” S. PASOLINI
-Sulla sua tomba è riportato il seguente epitaffio “Hic jacet magnificus/ Dominus Hostasius de Polenta,/ Qui ante diem felix obiens/ occubuit MCCCXXXXVI. Mensis/ Martii: cujus anima requiescat/ In pace.”
Fonte immagine in evidenza: Sito ufficiale del turismo e degli eventi del territorio pordenonese