1409 (febbraio) – 1425 (febbraio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1423 |
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Estate | Re d’Aragona | Napoli Chiesa |
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Abruzzi |
Affianca il padre all’assedio di L’’Aquila. |
Ago. |
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Umbria |
Rientra a Perugia ed assume il governo della città. |
1424 |
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………. |
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Umbria |
Viene nominato podestà di Città di Castello. |
Mar. |
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Umbria |
E’ segnalato a Foligno. |
Mag. | Perugia | Fuori usciti |
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Umbria |
Si trova a Spello a causa della peste: difende la moglie di Braccio ed il fratellastro Carlo reprimendo con sicurezza un inizio di rivolta. Invia a Città di Castello Gentiluomo degli Arcipreti per sventarvi un trattato. Interviene pure prontamente allorché alcuni fuoriusciti di Perugia, di Spoleto, di Todi e di Spello penetrano nel borgo di Cesi per assalirne la rocca: gli abitanti mettono in fuga gli assalitori, dieci spoletini sono uccisi ed altri trenta fuoriusciti sono ridotti in catene. Lo sdegno del Montone si riversa su costoro; il popolano Ludovico della Scioscia viene impiccato a San Manno. |
Giu. | Chiesa | Perugia |
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Umbria |
Alla morte del padre nella battaglia di L’Aquila è acclamato signore di Assisi; esce da Spello e si porta a Perugia: ne è nominato signore ed è coadiuvato da un consiglio di dieci nobili, tra i quali vi sono vecchi seguaci del padre quali Cherubino da Perugia, Baglione Baglioni e Ruggero Cane Ranieri. Gli sono, invece, ostili altri due aderenti di Braccio come il suocero Niccolò Trinci, signore di Foligno, e Malatesta Baglioni. Il primo di costoro cerca di catturarlo e di impadronirsi di Spello; il secondo occupa Cannara. Il Montone invia ambasciatori a Firenze, a Città di Castello ed a Guidantonio da Montefeltro, si reca a Montone con Cherubino da Perugia e Ruggero Cane Ranieri: prende il lutto per la morte del padre. A Perugia non vi sono manifestazioni di cordoglio per tale fatto. |
Lug. | Montone | C.di Castello |
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Umbria |
Convoca i maggiorenti di Perugia. Al’avvicinarsi dell’ esercito pontificio abbandona la città e consegna le chiavi delle porte e delle rocche di Sant’Antonio e di Sant’ Angelo. Si ritira a Montone; tenta di impossessarsi di Città di Castello ai danni della matrigna Nicolina da Varano. Al fallimento della manovra ripara nei suoi possedimenti di Montone e di Gualdo Tadino dove è raggiunto da Niccolò Piccinino con 400 cavalli. |
Ago. | Firenze | Milano |
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Umbria |
Passa con il Piccinino agli stipendi dei fiorentini: gli è data una prestanza per costituire la propria compagnia, ma nessuna provvigione in quanto già erogata a suo tempo al padre. Promette di ottemperare ai debiti di Braccio. |
Ott. |
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Capita no g.le | Umbria Toscana Romagna |
Muove da Assisi con il Piccinino; prende la strada della Val Tiberina; tocca Fratta Todina e Città di Castello, marcia nell’aretino e perviene in Romagna. Ha ai suoi ordini 1500 lance. |
Dic. |
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Romagna |
Si trova a Tredozio. |
1425 |
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Gen. |
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Romagna |
Assedia il castello di Tredozio e costringe alla resa Guelfo da Modigliana; assale Rocca San Casciano. |
Feb. |
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Romagna |
Spinto dai fiorentini a frenare le scorrerie di Angelo della Pergola si sposta con il Piccinino in Val di Lamone: cade in un agguato tesogli dai viscontei e dagli abitanti di Marradi. E’ ucciso dopo avere combattuto con valore per non essere fatto prigioniero. Il suo corpo è portato prima a Brisighella, poi a Faenza dove quindici cavalli inviati dalla madre lo trasportano a Perugia (maggio), a Gualdo Tadino e, da ultimo, a Montone. Viene sepolto in quest’ultima località. Sposa Elisabetta Trinci. |
CITAZIONI
“Fu per la valle il giovin conte morto/ Con una lancia per man d’un villano.” SPIRITO
“Giovine d’alte speranze.” BRUTO
“Rei militaris peritissimus.” G. CAPPONI