NICCOLÒ TERZI/NICCOLÒ GUERRERO

0
2769
Castello-di-Castelguelfo

Last Updated on 2024/02/15

NICCOLÒ TERZI/ NICCOLÒ GUERRERO Di Parma. Conte. Signore di Noceto, Castelguelfo (frazione di Noceto), Guardasone, Marzolara, Calestano, Castelnuovo Fogliani, Lusurasco, Saliceto di Chiaravalle, Bagnolo in Piano, Terzago, Tizzano Val Parma, Santa Croce, Canossa, e Colorno.

Figlio naturale di Ottobono Terzi. Nipote di Jacopo Terzi e di Giovanni Terzi. Genero di Cervato da Caravaggio. Detto Guerrero per la sua feroce determinazione nelle battaglie.

  • 1469 ca.
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1405EmiliaA fine novembre è legittimato dal padre.
1409
Mag.ParmaFerraraEmilia

Apprende la notizia dell’uccisione del padre a Parma, ospite di Jacopo e Beltramo da Fogliano, fratelli di Carlo, ma diversamente da questi filoestensi.

Lug.Emilia

Raggiunge Carlo da da Fogliano. Alla testa di 600 cavalli difende Montecchio Emilia dagli attacchi condotti da Muzio Attendolo  Sforza. Alla notizia della sconfitta di Giovanni Malvicini a Traversetolo ripara in Parma  per entrare nella cittadella di Porta Nuova.

Nov.Emilia

Si rifugia da ultimo nella rocca di Borgo San Donnino (Fidenza) con Antonio, Ambrogio e Giberto Terzi. Cerca la protezione di Gabrino Fondulo  cui promette la consegna della fortezza: il signore di Cremona accetta. Incarcera i tre Terzi ed offre la rocca ai Pallavicini che, peraltro, già si sono impossessati della località. Di Ambrogio e  Giberto Terzi non si saprà più nulla.

1412Brescia23 lanceLombardiaMilita agli stipendi del signore di Brescia Pandolfo Malatesta.
1416
PrimaveraMilanoPallaviciniEmiliaAl servizio del duca di Milano Filippo Maria Visconti. Combatte gli estensi con Guido Torelli. Si impadronisce di Sarmato.
1417LombardiaCon Guido Torelli ha il comando della guardia personale del duca di Milano e quello delle lance spezzate.
1420
Ago.MilanoFerraraEmilia

Con Guido Torelli e Secco da Montagnana esce da Fidenza con 600 cavalli e molti fanti; si ferma sul fiume Stirone, spedisce pattuglie a Paradigna, a Castelnuovo ed a San Martino, fa prigionieri e razzia bestiame; si colloca all’assedio di Parma.

1421
Gen. ago.Presenta nuove istanze al duca di Milano per ottenere alcuni feudi già di pertinenza dei suoi familiari: la sua richiesta riguarda in particolare Castelguelfo, al momento controllata dai San Vitale. Il Visconti ad agosto, dopo lungo esame, gli aggiudica tale possedimento.
1424
GennaioRe d’AragonaNapoli ChiesaAbruzziAffianca Braccio di Montone contro le truppe della regina Giovanna d’Angiò. Prende parte al blocco di L’Aquila.
Lug.MilanoFirenze500 cavalliEmilia e Romagna

Attraversa il bolognese, ottiene il passo dai pontifici e si trasferisce in Romagna. Appoggia Angelo della Pergola nell’assediare Alberico da Barbiano in Zagonara. Prende parte all’omonima battaglia.

1425
EstateMilanoFuoriusciti Genova Firenze VeneziaEmilia e Liguria

Muove da Piacenza verso Sestri Levante con 5000 fanti e 3000 cavalli per opporsi ai Fregoso ed ai Fieschi che vogliono fare insorgere Genova con l’aiuto dei fiorentini. Tocca Compiano e si dirige nottetempo verso Varese Ligure. Ha un primo scontro; inseguito dalle truppe di Abramo Fregoso e dai montanari della Val Sturla sembra arretrare. In effetti si ferma ed invia all’ avanguardia soldati armati alla leggera affinché occupino alcuni colli vicini a Genova mentre Antonio Doria assale la città dal mare. Il Terzi è attaccato  nello stesso tempo  dai Fregoso e dalla flotta aragonese di  Pietro d’Aragona; deve abbandonare le posizioni più elevate e spingersi con la cavalleria verso il mare, a Sestri Levante, dove la flotta aragonese, che ha avuto la meglio su quella del  Doria, continua a percuotere i suoi uomini con le bombarde e le balestre. Si sparge infine la voce che i nemici stiano per essere rafforzati con nuovi contingenti portati da Gian Luigi Fieschi: i ducali sono messi in rotta con la morte di 700 uomini e la cattura di altri 1200.  Fonti di Genova   riducono in modo notevole le cifre riportate dagli storici fiorentini; in ogni caso il Terzi riesce a raggiungere Chiavari e Genova.

Ott.Milano400 cavalliEmilia e Romagna

Si trova a Borgo Val di Taro;  con Cristoforo da Lavello si rifiuta di sottostare agli ordini di Francesco Sforza: viene trasferito in Romagna.

1426
Mar.MilanoPallaviciniEmiliaEsce da Parma. Fornisce con un piccolo presidio il castello di Marzolara appena conquistato da Pietro dei Rossi.
1427
Mag.700 cavalliLombardia ed Emilia

Si sposta alla difesa di Cremona. Con Cristoforo da Lavello sorprende nei pressi alcuni schiavoni sbarcati dalla flotta di Francesco Bembo;  li mette in fuga infliggendo loro numerose perdite. Cerca di occupare  Montichiari con Guido Torelli;  prende parte alla battaglia di Gottolengo dove sono colte in disordine le milizie del Carmagnola. A Parma.

…………….LombardiaPresenzia al consiglio ducale in cui Alberico da Barbiano contribuisce a porre in cattiva luce l’operato dello Sforza.
Nov.LombardiaA Milano per la firma della lega tra Filippo Maria Visconti ed il conte Amedeo di Savoia.
Dic.EmiliaViene infeudato di Guardasone e di Montelungo.
1430
Nov.MilanoFirenzeToscana

Con Peterlino dal Verme giunge in soccorso dei lucchesi. Rifornisce di vettovaglie il capoluogo, vince i fiorentini e recupera Pontremoli.

Dic.ToscanaGiunge a Pietrasanta. Combatte nella battaglia del Serchio agli ordini di Niccolò Piccinino. Assieme con Antonio della Pergola ha il comando della prima schiera forte di 400 cavalli ciascuno. L’ insegna dei 2 condottieri è rappresentata da 3 rose vermiglie in campo bianco.
1431
Gen.ToscanaE’ segnalato ancora con il Piccinino nei pressi di Pontremoli.
Mar.ToscanaAlla riconquista di Pontremoli.
Apr.ToscanaAffronta i fiorentini con Alberico da Barbiano ed i figli di Angelo della Pergola.
Nov. dic.Lombardia

A Milano con Niccolò Piccinino al fine di accogliere nella città  Sigismondo d’Ungheria.  A dicembre  scorta l’imperatore a Piacenza con lo Sforza ed Alberico da Barbiano.

1432
Gen.LombardiaAlla testa di molte cernite affianca l’imperatore Sigismondo d’Ungheria a Genova.
Mar.Emilia

Si trova a Parma. Ha il compito dal duca di Milano di adoperarsi con Sigismondo d’Ungheria affinché sia fatta pressione su Antonio Petrucci a non abbandonare il servizio ducale.

Autunno

Viene costretto a restituire al duca di Milano il castello di Marzolara, già avuto in feudo, e quelli di Vigolone e di Calestano, che gli sono stati ceduti a marzo da Giovanni Fieschi.

1434
Gen.LombardiaPresenzia nel palazzo dell’Arengo a Milano al trattato di alleanza stipulato da Niccolò Piccinino con il marchese del Monferrato.
Sett.LombardiaCon Guido Torelli ha la procura per trattare un’alleanza tra il duca di Milano ed il duca di Savoia.
Nov.MilanoVenezia ChiesaEmilia

Attraversa il parmense con Luigi da San Severino e Cristoforo da Lavello per dirigersi su Bologna. Le milizie viscontee arrecano gravi danni nel loro passaggio nei territori attraversati.

1439
Gen.200 cavalliLombardia

E’ sconfitto e fatto prigioniero con Antonio da Trivulzio e Giovanni Fratto nella battaglia di Toscolano-Maderno. Ai 3 condottieri è posta una taglia di 10000 ducati, ridotta in un secondo momento  ad 8000. Niccolò Terzi è condotto prima a Toscolano-Maderno; di seguito a Brescia ed a Venezia dove viene trattenuto in carcere fino a giugno. Sarà rilasciato solo con la pace del luglio 1441, in cambio del provveditore Giorgio Corner imprigionato dai viscontei nel 1432. Il duca di Milano rinnova al  Terzi la  condotta in essere.

…………….Emilia

Il signore di Ferrara Niccolò d’Este ha gravi controversie per ragioni di confini e per diritti di acque con Niccolò Terzi: queste vengono risolte solo verso la fine del gennaio 1440.

Nov.MilanoVeneziaLuogotenente g.leViene nominato luogotenente generale delle truppe ducali. Tra i capitolati della condotta vi è il seguente codicillo: Niccolò Piccinino informa Niccolò Terzi nel corso delle azioni di routine mentre in quelle straordinarie è il Terzi ad avere l’ultima parola. Prende parte alla battaglia di Tenno. E’ catturato con altri condottieri come Carlo Gonzaga e Cesare da Martinengo. Viene condotto a Brescia per essere liberato più tardi con altri capitani in cambio del provveditore Giorgio Corner, tenuto in carcere dal Visconti fin dal 1432.
1440
Sett.Ottiene la cittadinanza di Milano. Fa parte del consiglio segreto.
Ott.E’ investito di Colorno da Filippo Maria Visconti.
1442
Dic.EmiliaViene ammonito dal Visconti, assieme ad altri feudatari del parmense come Pietro Maria dei Rossi, per avere impedito ai gabellieri nelle sue terre la riscossione dei dazi. L’ammonizione nei suoi confronti è reiterata nel maggio del 1443.
1443
Ago.Lombardia

Con Uguccione Contrari e Franchino Castiglione si incontra a Milano con Giovanni della Noce, inviato dal re di Napoli Alfonso d’Aragona per trattare un’alleanza in funzione antisforzesca.

Dic.ChiesaSforzaMarche

Con Giacomo da Caivana (1300 uomini tra fanti e cavalli) difende con efficacia Monte San Pietrangeli dagli attacchi condotti dallo Sforza.

1444
Gen.MarcheEntra in Fano. Ha l’incarico dal Piccinino di assoldare nuove truppe.
Ago.MarcheE’ sconfitto da Francesco Sforza a Montolmo (Corridonia).
Ott. nov.Umbria Emilia

Dopo la firma della pace tra i pontifici e Francesco Sforza si porta a Perugia per radunarvi i suoi uomini d’arme. A metà novembre lascia l’Umbria con Jacopo e Francesco Piccinino; risale l’alta Val Tiberina, supera gli Appennini a Verghereto (con l’autorizzazione dei fiorentini) e ritorna nei suoi stati.

1445
…………….EmiliaE’ accusato di essersi impadronito nel suo feudo di Colorno dei boschi soggetti alla giurisdizione del vescovo di Parma Delfino della Pergola. E’ colpito da interdetto; alla popolazione di Colorno è proibito di assistere alla messa. Interviene la Santa Sede tramite l’arcidiacono di Reggio Emilia Bartolomeo Anguissola. Viene toloto l’interdetto a Colorno ed a maggio il Terzi ed il prelato trovano un accordo. E’ assolto anche il parroco Ilario che, imperterrito, nel periodo ha proseguito a celebrare i riti sacri.
Nov.ChiesaSforzaMarcheA Monte San Pietrangeli. Alla notizia della ribellione degli abitanti di Fermo nei confronti di Alessandro Sforza invia a sostegno degli insorti il cugino Giovan Filippo Terzi.
1446
Gen. feb.Veneto

E’ inviato in missione diplomatica a Venezia con Lancellotto Crotta con proposte di accordo che ha modo di di illustrare a metà febbraio davanti al Senato.

Sett.Emilia

Su ordine di Francesco Piccinino arresta a Pontenure Bartolomeo Colleoni  sospettato di tradimento. Gli è affidato il comando della  compagnia di quest’ultimo;  tenta senza esito di distoglierla dall’ obbedienza del condottiero messo in carcere.

1447
Apr.Lombardia

Con Francesco e Jacopo Piccinino convince Filippo Maria Visconti a non versare allo Sforza, nuovo capitano generale, le provvigioni e le prestanze previste dai capitolati della condotta.

Ago.MilanoVenezia1500 cavalliEmilia

Con la morte di Filippo Maria  Visconti passa al servizio della Repubblica Ambrosiana per lottare contro i veneziani. Alla nomina di Francesco Sforza come capitano generale si ritira nelle sue terre anche perché Pietro Maria dei Rossi ha dato l’assalto alla rocca di Guardasone ed a quella di Sant’Andrea Bagni, appartenente quest’ultima ai da Cornazzano. Dura è la reazione del Terzi. Nel frattempo lo Sforza trova l’accordo con i fratelli Piccinino per cui, nello stesso mese, gli è rilasciata da Cremona una patente biennale estesa a tutti i suoi feudi (Castelnuovo Fogliani, Colorno, Guardasone e Canossa) valida anche per i suoi famigliari. Si trova a disporre di 1400 uomini tra cavalli e fanti.

Nov. dic.VeneziaMilanoEmilia

Cominciano a giungere insinuazioni su suoi contatti con i veneziani. Si parla anche di un  colloquio del congiunto Gerardo con Micheletto Attendolo avvenuto a Casalmaggiore.  Defeziona infine nel campo avversario. Attraversa il Po e si dirige a Castelnuovo  Fogliani nel piacentino;  contatta gli estensi per impadronirsi di Parma.

1448
Gen.EmiliaInvia 50 cavalli in soccorso dei San Vitale.
Feb.Emilia

Si trova sempre a Castelnuovo Fogliani. Invia 300 cavalli a Colorno ed altre milizie a Guardasone ed a Tizzano Val Parma seminando il terrore nel parmense; punta quindi su Fidenza con la connivenza di Francesco Piccinino.

Mar.EmiliaDepreda i territori di Pizzolese, San Quirico, Mezzano Inferiore e San Polo.
Apr.400 lance e 300 fanti

E’ condotto dalla Serenissima con 400 lance e 300 fanti. La ferma è stabilita per due anni ed uno di rispetto; tra ai suoi uomini d’arme si trovano anche un figlio e Gerardo Terzi.

Mag. lug.400 lance e 300 fantiEmilia

E’ segnalato a Colorno;  a giugno si accorda con gli abitanti di Parma. I veneziani gli fanno avere 16000 ducati perché apra un nuovo fronte nel parmense. Il Terzi invia Giovanni Galante a scorrere il contado di San Secondo Parmense ai danni di Pietro Maria dei Rossi. Per risposta il Rossi saccheggia le sue terre di Guardasone con l’ausilio di Carlo di Campobasso: interviene il comune di Parma per cui è trovato un compromesso.

Sett.Lombardia

Condivide la tattica prudente di Micheletto Attendolo volta a non attaccare lo Sforza a Caravaggio: il suo consiglio è quello di ripiegare su Treviglio e su Bergamo al fine di tagliare le vie di rifornimento agli avversari. Il suo parere non è accolto ed i veneziani sono disfatti; dopo la battaglia è raggiunto da un messaggio di Francesco Piccinino che offre la pace per conto della Repubblica Ambrosiana. I veneziani,  anche per le difficoltà che vi sono a Milano, preferiscono ad ottobre accordarsi a Rivoltella del Garda con lo Sforza.

Nov. dic.Emilia

Le truppe di Parma assediano Colorno alla cui difesa si trova il figlio Gaspare. A metà dicembre gli abitanti cedono, mentre rimane sempre sotto assedio il castello.

1449
InvernoEmilia

Alla guardia di Parma con Manfredo e Giberto da Correggio, Ludovico Malvezzi e Pietro Maria dei Rossi (che ha seguito lo Sforza nella sua nuova scelta di campo). Lo Sforza restituisce a Niccolò   Terzi i suoi possedimenti nel parmense di Guardasone e di Colorno e nel piacentino Castelnuovo Fogliani.

…………….NapoliSforzaEmilia

Non sopporta l’idea di Francesco Sforza come signore di Parma. Passa agli stipendi del re di Napoli Alfonso d’Aragona, già designato dal Visconti ad essere suo erede.  Gli sono inviati 800 fanti per difendere i suoi possedimenti. Anche Astorre Manfredi dovrebbe venire in suo soccorso con 1500 cavalli e 500 fanti; costui si fa invece persuadere  da Francesco e da Alessandro Sforza e con l’incasso di alcune migliaia di ducati rientra in Romagna. Il presidio  di Guardasone cede subito ad Alessandro Sforza ed al Rossi a seguito di un breve assedio. Si trova isolato a Colorno; invia la moglie Ludovica di Poppi ed i figli minori a Mantova. Da ultimo abbandona il feudo per riparare anch’egli a Mantova presso Ludovico Gonzaga. Dopo la sua precipitosa partenza giunge in suo tardivo soccorso Raimondo Anichino con 500 cavalli aragonesi.

1450
Lug.

Gli sono confiscati dal nuovo duca di Milano Francesco Sforza, a favore di Giacomo da Salerno, i feudi di Castelnuovo Fogliani,  Lusurasco, Saliceto di Chiaravalle, Bagnolo, Santacroce e Noceto.

1453NapoliFirenzeToscanaInvano il re di Napoli ad ottobre perora la sua causa presso lo Sforza
1457Lombardia

Si stabilisce definitivamente alla corte di Mantova. Ha l’incarico di camerlengo. A giugno compie una missione di carattere amministrativo a Lucca per conto del Gonzaga.

1469
Feb.LombardiaE’ armato cavaliere a Mantova dall’imperatore Federico d’Austria durante una sosta nel suo viaggio verso Roma.
Ott.LombardiaA Milano.
1470

Muore. Francesco Sforza confisca ai suoi famigliari la contea di Tizzano Val Parma per concederla a Fiasco da Giraso. Sposa Lucia Secco, figlia di Cervato da Caravaggio, e Ludovica di Poppi.

 CITAZIONI

-“Capitano di tanta estimazione e grazia presso quel principe (Filippo Maria Visconti).” SPINO

-“Capitano carissimo al Visconti.” BELOTTI

-Con Guido Torelli “Erano de’ principali e de’ più magnifici suoi Capitani (di Filippo Maria Visconti).” PEZZANA

-“Poco più che adolescente scendeva sul campo di battaglia iniziando una lunga carriera militare che lo porterà a emulare le imprese degli strenui capitani della sua casata, sino a divenire celebre come “il Guerriero…Niccolò non vanta un curriculum militare così glorioso come farebbe supporre il titolo “guerresco” che lo fregia, mentre al contrario appare più pregevole il suo impegno politico diplomatico che, più maturo in età, spese presso il Visconti, anche quale esponente della fazione braccesca e quindi anti-sforzesca; poi come delegato dei Reggitori la Repubblica Ambrosiana e, infine, in esilio e al tramonto della sua lunga carriera, come camerlengo alla corte di Ludovico III Gonzaga, marchese di Mantova.” CONT

-Con Guido Torelli ” (Condottieri illustri) e tutti peraltro così magnifici che di alcun altro in Italia non venivano superati.” GIULINI

-Con Antonio da Pesaro e Iacopo da Imola “Huomini di grande ingegno e molto callidi.” SIMONETTA

Fonte immagine: Castello di Castelguelfo (wikimedia)

Print Friendly, PDF & Email

Rispondi