MICHELOTTO COREGLIA/MIGUEL DE CORELLA

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

MICHELOTTO COREGLIA/MIGUEL DE CORELLA (Michele Rabadas) Spagnolo. Di Valenza.

  • 1508 (gennaio)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

…………….ToscanaStudia a Pisa con Cesare Borgia.
1496
……………NapoliFranciaOttiene il comando di una compagnia di balestrieri a cavallo.
……………ChiesaMilita al servizio del duca di Gandia Giovanni Borgia, fratello di Cesare.
1497
Lug.Chiesa40 cavalli leggeriUmbria

Viene inviato dal papa Alessandro VI a Monteleone d’Orvieto per soccorrere gli abitanti di Orvieto minacciati da Bandino da Castel della Pieve.

1500
…………….Umbria

Entra in Orvieto e vi fa imprigionare e decapitare molti amici di Bartolomeo d’Alviano, sospettati di una congiura ai danni del papa.

Ago.Lazio

Alla testa di alcuni sicari irrompe nella torre nuova, nel giardino di San Pietro, per sorprendervi Alfonso d’Aragona, secondo marito di Lucrezia Borgia, già sfuggito ad un sanguinoso attentato il mese precedente. Entrato nella sua camera, arresta tutti i presenti con il pretesto di un complotto fomentato dai Colonna ai danni del papa. Sono incatenati l’ambasciatore aragonese e due medici inviati dal re di Napoli Federico d’Aragona. Solo Lucrezia Borgia e Sancia d’Aragona riescono ad allontanarsi verso le stanze del pontefice alla ricerca di aiuto. Approfitta della situazione e, davanti al Borgia, strangola a letto il convalescente Alfonso. Allorché le giovani ritornano con i soccorsi sperati, la porta è chiusa e sbarrata dal Coreglia: costui afferma che il duca di Bisceglie, in seguito ad una caduta, è stato ucciso da un’emorragia. A nessuna delle due donne è consentito di vedere il cadavere di Alfonso e neppure di assistere ai suoi funerali.

Ott.ChiesaPesaroMarcheEntra in Pesaro con 400 fanti. Assedia nella rocca Giorgio da Cotignola.
Nov.RomagnaA Forlì con il luogotenente della città, il vescovo di Trani.
Dic.RomagnaFa impiccare in Forlì un calzolaio che ha cercato di vendere un paio di scarpe ad un prezzo troppo elevato.
1501
Gen.ChiesaFaenzaRomagna

Fa impiccare, sempre a Forlì, un suo familiare che ha rubato una spada ad un cittadino. Si sposta poi in Val di Lamone ed effettua numerose scorrerie fin sotto le porte di Faenza. Cerca di scalare le mura cittadine;  ne è respinto.

Feb.Romagna

Nuovamente all’assedio di Faenza. Tenta di penetrare per la Porta di Candiano e per quella del Ponte: fa alzare sotto la pioggia due scale. L’attacco è scoperto, sono catturati alcuni degli assalitori che vengono impiccati. Il Coreglia è costretto a rientrare nel suo campo; raggiunge Imola ed al ritorno a Faenza fa uccidere undici schioppettieri nemici, sorpresi a scortare degli uomini diretti al mulino di Torsellino sulla via di Brisighella.

Mar.Romagna

E’ coinvolto ancora in qualche scaramuccia alla Porta Montanara di Faenza;  continua nelle sue devastazioni del contado.

Apr. mag.Romagna e Lazio

A fine mese Faenza si arrende a patti; il Coreglia irrompe nella città per prendere possesso della rocca con 500 fanti. Di seguito accompagna a Roma il duca Valentino conducendo con sé i giovani Astorre e Giovanni Evangelista Manfredi in un castello in cui, fino a poco tempo prima, è stata incarcerata Caterina Sforza. I 2 Manfredi verranno qui uccisi contro i patti sottoscritti dai pontifici nei capitoli di resa.

Lug.ChiesaFirenzeToscanaSi dirige verso Pisa con 40 cavalli.
Sett.Chiesa

Chiesa

Napoli

Piombino

Campania  Lazio e Toscana

Contrasta gli aragonesi ed entra in Napoli con il Borgia. Uno sconosciuto lo scambia per il duca Valentino e cerca di assassinarlo a colpi di pugnale: i francesi si oppongono alla cattura dell’uomo, che in tal modo è in grado di salvarsi. Il Coreglia rientra a Roma; nello stesso mese si reca a Piombino per la resa  di Riotorto e di Grassole. E’ lasciato dal duca Valentino alla guardia della città. A fine mese è segnalato a Scarperia con Vitellozzo Vitelli.

…………….ToscanaE’ nominato governatore di Piombino. Accoglie nella città il papa ed il Borgia.
1502
Apr.ToscanaA Piombino.
Apr.ChiesaUrbino CamerinoMarche ToscanaSi impadronisce di Cagli. Assale Camerino alla testa delle fanterie pontificie. Successivamente si imbarca e raggiunge, via mare, Pisa con alcuni Fanti.
Ago.Romagna
Sett.ChiesaCondottieri ribelliUmbria e Marche

Combatte i condottieri che si sono ribellati a Cesare Borgia. Muove con Ugo di Moncada in soccorso della rocca di Gubbio; si sposta poi nella marca di Ancona; tocca San Lorenzo in Campo e Staffolo alla notizia della ribellione di San Leo. Il Borgia gli ordina di ritirarsi verso Rimini con 100 uomini d’arme, 200 cavalli leggeri e 500 fanti marchigiani e romagnoli: si attarda per mettere a sacco Pergola in cui viene introdotto dal castellano della fortezza.

Ott.600 fanti e 100 cavalli leggeriMarche

Quando è informato della rivolta di Urbino si fa condurre da Matelica Giulio Cesare da Varano e lo strangola nella rocca di Pergola. Si reca a Fossombrone: alcuni partigiani dei  pontifici gli fanno trovare aperta una porta ed il Coreglia sottopone la città allo stesso trattamento di Pergola. Molti preferiscono suicidarsi piuttosto che cadere in suo potere. Punta su Cagli, si scontra a Calmazzo con Paolo e Francesco Orsini ed il  Vitelli che lo sorprendono con una manovra aggirante e lo sconfiggono duramente: nello scontro, in cui rimane ferito, cadono più di 500 uomini e vi è catturato Ugo di Moncada. Il Coreglia si ritira prima a Fano e, di seguito, a Pesaro: vi si rafforza con Ramiro di Lorca.

Nov.Marche e Romagna

Fa impiccare a Pesaro, alle finestre del Palazzo, 4 cittadini che hanno organizzato una congiura a favore dell’ex-signore della città Giovanni Sforza. Convoca nella piazza del vescovado tutti gli uomini atti a portare le armi. Raggiunge il Borgia a Cesena ed a Imola con 150 schioppettieri. Si sposta a Fano.

Dic.Marche

Il Borgia si rappacifica con i condottieri ribelli; alla notizia il Coreglia esce da Fano e si reca a Cesena dove si incontra con Oliverotto da Fermo. Ritorna poi a Pesaro ed a Fano, dà il soldo alle truppe, confisca 20000 ducati a Ramiro di Lorca e lo conduce prigioniero a Cesena. Si reca, da ultimo, a Senigallia ed asseconda il Borgia nella cattura di Francesco e Paolo Orsini, del Vitelli e di Oliverotto da Fermo. Ha l’animo di chiamare quest’ultimo in mezzo ai suoi soldati mentre è intento in un’esercitazione. L’ultimo giorno dell’anno strozza  in Senigallia con una corda di violone (la “corda pisana”) sia il Vitelli che Oliverotto da Fermo.

1503
Gen.ChiesaOrsini Perugia  SienaMarche e Umbria

Entra in Cagli ed a Castel della Pieve (Città della Pieve) strangola Paolo e Francesco Orsini. Si dirige con 2000 cavalli su Montalboddo dove sono Fabio Orsini, figlio di Paolo, e Giampaolo Baglioni con le compagnie del Vitelli e di Francesco Orsini. Gli avversari si sbandano e sono inseguiti dai suoi uomini.

Feb.Marche Umbria    Toscana e Lazio

A Pesaro, o nei pressi di Rimini, strangola anche Pirro, Annibale e Venanzio da Varano. A Cagli fa impiccare il vescovo della città Gaspare Gulfi, fedele amico di Guidobaldo da Montefeltro, con Ugolino da Pian di Meleto e Luigi da Montevecchio, venuti tutti in sospetto ai pontifici. Entra in Città di Castello con 6000 uomini tra cavalli e fanti; è respinto dalla Val di Chiana,  occupa Mugnano, vicino a Pitigliano e mette a sacco Viterbiano, un ricco castello nei pressi di Viterbo.

Mar.Lazio

Con Ludovico della Mirandola ed Ugo di Moncada assedia in Ceri Giulio Orsini, Renzo e Giovanni di Ceri.

Apr.Lazio

Obbliga alla resa i difensori di Ceri che si sono fortificati nella rocca. Durante le operazioni i suoi uomini sventano un tentativo di uccidere il Borgia perpetrato da un fante guascone con un colpo di balestra.

Mag.LazioCon Francisco Troccies (Troches), cameriere segreto del papa, si incontra a Roma con un emissario dei pisani, Colombano Grassolini: conforta i pisani a continuare la loro lotta contro i fiorentini. Giorni dopo il Troccies abbandona Roma di nascosto per timore di essere caduto in disgrazia nei confronti di Alessandro VI. Catturato in Corsica, viene riportato a Roma.
Giu.Lazio

Strangola in una torre di Trastevere, davanti al Borgia, che gli ha dato l’ordine e  resta nascosto, il Troccies, accusato di spionaggio a favore dei francesi per avere loro resi noti i negoziati in corso tra Alessandro VI ed il re di Spagna. Il cadavere viene esposto nella Torre Savella: per ricompensa, il pontefice fa dono al Coreglia dell’ufficio che si svolge in tale torre.

Lug.Lazio

Raduna truppe per i pontifici: fa uccidere 2 capitani di stradiotti che hanno chiesto (e ottenuto) licenza di recarsi dal duca Valentino.

Ago.Umbria e Lazio

Si trova nel perugino. Muore, nel frattempo, il papa: il Coreglia si porta rapidamente a Roma alla Porta di San Pancrazio; tenta inutilmente in due occasioni di avere il controllo della torre di guardia. Fa chiudere tutte le porte del Vaticano e si fa consegnare le chiavi del tesoro dal cardinale camerlengo Casanova, previa minaccia di sgozzarlo con un pugnale alla gola e di gettarne il cadavere dalla finestra del palazzo. Cesare Borgia si impossessa in tal modo di 100000 ducati in contanti, di argenterie e di gioielli per un valore complessivo di 300000 ducati.

Sett.LazioDà alle fiamme il palazzo di Monte Giordano che appartiene agli Orsini.
Ott. nov.Lazio  Umbria Toscana

Il Borgia viene catturato ad Ostia dagli uomini del nuovo papa Giulio II ed è incarcerato alla Magliana; il Coreglia si dà alla fuga inseguito dalle truppe dei Baglioni, dei  Vitelli e dai senesi. Si trasferisce a Bolsena ed a Viterbo per sostenere la causa dei gatteschi contro i maganzesi (altra fazione) che si sono impadroniti della città con 200 cavalli, 400 fanti e 400 fuoriusciti. Si volge verso Parrano ed entra nel fiorentino con Taddeo della Volpe e Carlo Baglioni (400 cavalli di uomini d’arme, 60 cavalli leggeri e 200 fanti); si ferma tra Castiglion Fiorentino e Cortona. Le sue milizie si sbandano e vengono svaligiate alle Tavernelle da Giampaolo Baglioni (12000 ducati il bottino); il Coreglia è catturato dagli abitanti del circondario. Affidato al podestà della località, viene condotto a Cortona: i fiorentini lo consegnano al papa ad Acquapendente.

Dic.LazioViene rinchiuso a Roma in Castel Sant’Angelo ed a Tor di Nona.
1504
Mag. dic.Lazio

Processato, è sottoposto dai pontifici a numerosi interrogatori affinché confessi le circostanze della morte di molte persone, come quelle del duca di Gandia, dei da Varano, di Astorre e di Ottaviano Manfredi, di Alfonso d’Aragona, di Bernardino Gaetani di Sermoneta, del vescovo di Cagli e di altre vittime del  Borgia.

1505
Ago.Comp. venturaPerugiaLazio e Umbria

Rimesso in libertà, affianca Carlo Baglioni con 1500 fanti, in parte spagnoli ed in parte fuoriusciti di Perugia: dal viterbese scende in Umbria, si ferma tra Alviano, Carnano, Montecchio ed Amelia;  minaccia in Perugia Giampaolo Baglioni.

AutunnoFirenze30 cavalli leggeri e 50 fantiToscana

Ottiene dai fiorentini (30 balestrieri a cavallo e 50 fanti) l’incarico di bargello nel contado su pressione del gonfaloniere Piero Soderini.

1506
Apr.ToscanaAlla rassegna della sua compagnia.
Apr. mag.Toscana

Viene inviato nel Mugello e nel Casentino con compiti di polizia per liberare tali aree da ladri, banditi e ribelli. Tocca i vicariati di Castel San Giovanni e di Fiorenzuola; da qui si sposta nel Casentino. Ha l’incarico di catturare Pasquino Borghesi e Domenico Fontechi, che si sono ribellati alle autorità fiorentine, e di consegnarli al vicario di Scarperia.

Giu. lug.Toscana

Ha il comando di 50 cavalli e di 200 fanti. Raggiunge Dicomano dove in uno scontro tra fazioni avverse è stato ucciso un uomo ed altri quattro sono rimasti feriti. Gli è dato l’incarico di stanare alla Villa, ad un miglio da Vicchio, 25  uomini responsabili di questi scontri. Il Coreglia li cattura e fa dare alle fiamme le loro case; si sposta a Firenzuola. La sua compagnia è ovunque accusata di comportarsi in modo poco congruo, di non pagare le vettovaglie consumate e di essere, in tal modo, causa di ulteriori disordini. A luglio appoggia il connestabile di Fiorenzuola Antonio da Castiglione che ha il compito di impedire alle ordinanze della sua compagnia di disertare per militare agli stipendi dei veneziani con Melchiorre Ramazzotto. Il Coreglia è, infine, trasferito con i suoi uomini nel pisano dove si collega con Marcantonio Colonna.

Ago.FirenzePisaToscanaAffronta i pisani. E’ di stanza a Ripafratta. E’ informato dalle spie che alcuni emissari lucchesi sono diretti a Genova alla ricerca di denaro per le paghe dei soldati che si trovano alla difesa di Pisa. Con Paolo da Parrano sorprende sul Monte di San Giuliano (località la Spelonca) Bono Boni, cui si sono uniti dodici cittadini pisani mentre sono di ritorno a Lucca. Sono fatti prigionieri 30 cavalli; i fiorentini si appropriano pure di dodici muli carichi di masserizie e di denaro. Nell’imboscata cade pure Rinieri della Sassetta: quest’ultimo consegna del denaro ad alcuni soldati del Coreglia e riesce a fuggire. Il Coreglia fa subito catturare ed impiccare 2 soldati che si sono fatti corrompere.
Sett.ToscanaRaduna truppe da spedire in soccorso dei pontifici impegnati in un conflitto con il signore di Bologna Giovanni Bentivoglio.
Ott.ToscanaE’ licenziato per i suoi contrasti con le autorità.
1508
Gen.Lombardia

Viene ucciso a Milano da alcuni suoi compatrioti mentre sta uscendo dal palazzo dello Chaumont; per altre fonti è ammazzato di notte nella sua abitazione. Gli assassini non saranno mai scoperti. Il corpo è interrato in una fossa comune del cimitero degli stranieri fuori le mura cittadine. Il personaggio del  Coreglia, insieme con quelli del Vitelli, di Oliverotto da Fermo e di Fabio Orsini, è stato inserito nel videogioco “Assassin’s Creed: Brotherhood”, prodotto dalla Ubisoft.

 CITAZIONI

-“Anima dannata del Valentino, l’esecutore  emerito delle sue condanne capitali, l’uomo la cui sola presenza significava la morte di qualcuno.” FUSERO

-“Huomo così ribaldo, che tra suoi meriti appresso l’iniquo padrone (il Borgia) potè vantare più assassinii, che giorni di servitio.” TOMASI

-“Strumento fidatissimo in tutte le sue azioni (di Cesare Borgia) come che fatte si fussero.” NARDI

-“Ca’ nostri, non so se per disprezzo o per la piccolezza della persona, chiamato Micheletto; uomo crudelissimo e molto caro a lui (Cesare Borgia) per la somiglianza de’ costumi.” BALDI

-“Quale era lo primo homo avesse lo decto duca valentino.” T. DI SILVESTRO

-“Carnefice e ministro delle sceleratezze del Borgia.” SANSOVINO

-“Uomo crudelissimo.” UGOLINI

-“Crudelissimo spagnolo, sui (di Cesare Borgia) capitano e suo strangolatore.” VILLARI

-“Omo più che crudele, qual tempo suo avea strangolato, ammazzato tanti valenthomini in Romagna.” A. DA PAULLO

-“Uno dei più famigerati capitani del Valentino.” SHAW

-“C’était un capitaine d’infanterie, un soldat de fortune, qui avait suivi César (Borgia) dès les débuts de sa carrière militaire, l’homme qu’on dit avoir étranglé Alphonse d’Aragon sur l’ordre de Cèsar. On pense généralement que c’était un Espagnol; on le désigne communément sous le nom de Michelotto, ou de don Miguel; mais Alvisi suppose, d’après son nom de Corella, que ce devait etre un Vénitien; il nous dit que par sa fidelité à César et la manière implicite dont il éxecutait les ordres de son maitre, il s’acquit – comme c’est notoire – une haine considérable. On a dit de lui qu’il était l’ame damnée de César; mais c’est là une note romantique semblable à celle qui a fait attibuer la meme désignation au père Joseph à l’égard de Richelieu.” SABATINI

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