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MICHELETTO CORSO (Michele Corso)
+ 1535 ca.
Anno, mese | Stato, Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1509 | |||||
Ago. | Venezia | Impero Francia | 100 fanti | Veneto | Si trova alla difesa di Padova. E’ inquadrato nel colonnello di Lattanzio da Bergamo. Ha l’incarico di difendere la Porta di Santa Croce. |
1510 | |||||
Gen. | 91 fanti | Veneto | Nel veronese con 91 provvigionati. Sulla fine del mese gli sono saldate le paghe pregresse. | ||
Giu. | 103 fanti | Veneto | |||
Ago. | 124 fanti | Veneto | |||
1511 | |||||
…………. | Venezia | Francia | Romagna | Segue in Romagna il provveditore generale Paolo Capello. | |
Mar. | Emilia | A Modena. Si muove di notte per controllare le guardie della Porta Saliceto: è ferito al Carmine da tre fanti, tra i quali vi sono Baenzo Corso e Mengo Romano. Costoro sono catturati mentre dormono; sono subito impiccati. | |||
Lug. | 86 fanti | Veneto | Si trasferisce con i suoi uomini nel veronese. | ||
1517 | |||||
Giu. | Chiesa | Comp. ventura | Marche | Combatte le truppe di Francesco Maria della Rovere teso alla riconquista del ducato di Urbino. Con Tristano Corso, alla testa di 200 fanti, difende per 22 giorni con efficacia Corinaldo dagli attacchi degli avversari. Questi ultimi sono costretti a desistere dalle operazioni di assedio per la mancanza di vettovaglie. | |
1524 | |||||
Feb. | Milano | Francia | 300 fanti | Lombardia | Milita agli stipendi del duca di Milano Francesco Sforza. Viene inviato alla difesa di Arona con 300 fanti. |
1533 | |||||
Al servizio dei pontifici contro Francesco Maria della Rovere, teso al recupero del ducato di Urbino. E’ preposto con 200 fanti alla difesa di Corinaldo. Il della Rovere si accampa in un convento dei frati cappuccini posto vicino alle mura e minaccia di uccidere alcuni ostaggi che gli sono stati consegnati dagli abitanti in precedenza. Questi ultimi riescono a liberarsi nottetempo ed a riparare nella città. Seguono, da parte dei feltreschi due assalti alle mura portati con le scale; al loro fallimento il della Rovere utilizza i suoi pochi pezzi di artiglieria per battere la cinta. il loro effetto è deludente perché le batterie sono state poste lontano. Micheletto Corso approfitta della lontananza di 300 cavalli nemici per condurre con 200 fanti una sortita e cogliere in imboscata nella valle delle Nottole i cavalli avversari reduci da un’azione depredatrice nel circondario di Senigallia. E’ recuperato parte del bottino; il Corso, al suo rientro in Corinaldo, sconfigge ancora i feltreschi in una scaramuccia che si svolge nel borgo del Mercato, presso la chiesa di Sant’Anna. Il della Rovere decide un terzo assalto alle prime luci dell’alba. Le truppe si avvicinano alle mura con le scale; vengono accolte dal tiro delle bombarde che lanciano loro contro sassi, chiodi, ferraglie varie e pignatte di fuoco artificiato. Dopo ventidue giorni di vano assedio il della Rovere è costretto a ritirarsi. | |||||
Dic. | Chiesa | Comp. ventura | 200 fanti | Marche | |
1535 | Muore. |
CITAZIONI
-“Et Micheletto corso che in pocho hora/ Il suo valore non ne saria aperto.” CORDO