Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
MERINO DELL’OLMO (Merino dei Mascaroni o Mascheroni dell’Olmo) Guelfo. Signore di Endine, nella Val Brembana.
- 1383 (settembre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1361 | |||||
Mag. | Guelfi | Ghibellini |
| Lombardia | Combatte i ghibellini nel bergamasco. Si porta con i suoi fautori al castello di Ranica, ne uccide il proprietario e dà alle fiamme la fortezza. Di seguito espugna il castello di Pizzidente o del Canto Alto e lo mantiene in suo possesso per un certo periodo di tempo. Lo farà demolire allorché sarà costretto ad abbandonarlo. |
1378 | |||||
Mag. | Guelfi | Milano |
| Lombardia | Conquista dopo un lungo assedio il castello di San Lorenzo in Val Seriana. |
Giu. |
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| Lombardia | Bernabò Visconti gli invia contro un poderoso esercito comandato da Giovanni dell’Ischia e da Giacomo Pio: Merino dell’Olmo contrasta gli avversari ad Alzano Lombardo, a Nese ed a Ranica; tiene testa alle milizie ducali a Stezzano. |
1382 |
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| Lombardia | Nonostante la sua inferiorità di forze sconfigge a Stezzano il Pio, il dell’Ischia e Giovanni da Iseo, unitosi quest’ultimo con 800 soldati agli altri due capitani viscontei. |
1383 | |||||
Sett. |
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| Lombardia | Viene assalito nel castello di Endine da 500 cavalli e da numerosi fanti ghibellini guidati da Pagano di Panico e da Zenone da Cropello; ferito e fatto prigioniero, viene condotto nella rocca di Bergamo dove muore dopo sei giorni con il cordoglio anche dei suoi avversari di fazione. |
CITAZIONI
-“Personaggio notevolissimo della vita bergamasca della fine del Trecento, è anche chiamato “signore di Endenna”; in realtà però egli non potè avere questa signoria.” BELOTTI
-“Fra quanti Duci, e valorosi Capitani vedesse ne funesti tempi delle guerre civili condurre sue genti la fattione de Guelfi Merin Olmo hebbe della precedenza il vanto, non v’essendo stato chi, ò più coraggiosamente n’havesse sostenuto le parti, ò più valorosamente le ragioni diffese.” D. CALVI