MELEAGRO DA FORLÌ

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Rocca di Forlimpopoli
Rocca di Forlimpopoli

Last Updated on 2023/12/12

MELEAGRO DA FORLÌ  (Meleagro Zampeschi) Di Forlimpopoli.

Figlio naturale di Antonello da Forlì, fratello di Brunoro da Forlì e di Ettore da Forlì.

  • 1513 (ottobre)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1491
Ott.ZampeschiChiesaRomagna

Abita a Forlimpopoli nei pressi della chiesa di San Ruffillo. Alla uccisione del fratello Ettore si impadronisce con il fratello Brunoro del castello di San Mauro Pascoli: è subito affrontato da Giovanni Francesco da Bagno e da Matteo della Crovara, inviati dal papa Innocenzo VIII allo scopo di recuperare la località.  Assediato, chiede invano soccorsi a veneziani, sforzeschi e fiorentini; due suoi capitani, il Bolognese ed il Paoletto tentano una sortita. Il secondo è catturato ed il governatore pontificio di Cesena, Giulio Cesare Cantelmi, minaccia di farlo impiccare nel caso in cui Meleagro da Forlì non si dovesse arrendere. Il condottiero cede a patti e si reca a Forlì. Il castello, spianato, è consegnato al cardinale Raffaello Riario.

1496
Giu.FranciaNapoliCampaniaViene assediato in Aversa.
Ago.BasilicataE’ costretto ad arrendersi agli aragonesi ad Atella.
Dic.Venezia25 lance e 10 cavalli leggeriRomagnaPassa agli stipendi dei veneziani. E’ avviato alla guardia di Ravenna.
1498
Mag.RomagnaA Ravenna. Con Giacomazzo da Venezia va incontro al cardinale Grimani in visita apostolica alla città.
Ago.Romagna

E’ messo in allerta allorché Ottaviano Riario, figlio della signora di Forlì Caterina Sforza, passa agli stipendi dei fiorentini al fine di contrastare i veneziani in Toscana. Sorveglia i confini dello stato con 25 uomini d’arme e 200 stradiotti.

Sett.Romagna  Toscana

Cavalca verso Faenza con 100 cavalli e si sposta in Toscana: con Giacomazzo da Venezia si ferma in Val di Lamone allo scopo di attendere l’arrivo di Taliano da Carpi e di Luigi Valaresso che devono sostituire i 2 precedenti capitani nel controllo del territorio.

Ott.RomagnaToscana

Ha l’incarico di occupare Galeata, dove è stato organizzato un trattato. Attraversa il forlivese con Giacomazzo da Venezia: presto è costretto a cambiare direzione perché la congiura è stata scoperta con la morte dei principali autori. Si sposta allora a Marradi con 120 cavalli e 10 balestrieri a cavallo: vista l’inutilità anche di questa impresa, ripiega con Giacomazzo da Venezia in una località più sicura, a Bovoleno.

Nov.RomagnaNel faentino. Ottiene il comando dei balestrieri a cavallo di Astorre Manfredi.
1499
Gen.VeneziaFirenzeMarcheSi collega con il capitano generale Niccolò Orsini a Casteldelci.
Feb.ToscanaL’Orsini lo incarica di operare un’azione diversiva nella zona di Marradi.
Mag.I veneziani saldano una parte delle sue competenze con un carico di farina.
Ago. sett.VeneziaMilano110 cavalliRomagna Veneto e Friuli

Di stanza a Ravenna. Ricevute due paghe, muove contro Cotignola che appartiene al duca di Milano. L’ attacco è portato con Giacomazzo da Venezia e Pandolfo Malatesta: Meleagro da Forlì è messo in fuga da una sortita di 200 fanti sforzeschi. Assedia la località con i suoi uomini. Deve desistere dalle operazioni perché gli alleati francesi della Serenissima non vogliono che tale centro cada in mani veneziane. A Chioggia ed in Friuli.

Ott.VeneziaImpero OttomanoFriuliA Sacile per opporsi nella regione ai turchi.
1500
Gen.RomagnaViene inviato dai veneziani a Forlì presso Cesare Borgia.
1503
Ago.25 lance e 10 cavalli leggeriRomagnaA Ravenna, alla rassegna della sua compagnia (25 lance e 10 balestrieri a cavallo)
Ott.100 cavalliRomagna

Ottiene Gatteo, San Mauro Pascoli e Savignano. Si offre di conquistare Forlimpopoli: i veneziani lo richiamano indietro e lo spediscono all’assedio di Faenza (venti uomini d’arme e dieci balestrieri a cavallo). Con la resa della città i suoi uomini ricevono la paga per un mese e rientrano a Ravenna.

Dic.Romagna

Con Giovanni Greco e Franco dal Borgo (200 cavalli leggeri e fanti) tiene un trattato in Forlimpopoli. Il tentativo non riesce; nel rientrare a Ravenna razzia alcuni capi di bestiame.

1504
Gen.RomagnaViene messo in preallarme per recarsi a Rimini. Si ferma a San Mauro Pascoli.
Feb.RomagnaCon il fratello Brunoro cede ai veneziani il castello di San Mauro Pascoli.
Ago.RomagnaScorta dai confini del veneziano a Ravenna lo spagnolo Consalvo di Mirafonte, che ha appena ceduto ai pontifici la rocca di Forlì detenuta per conto di Cesare Borgia.
1505
Lug.MorattiniForlìRomagnaEffettua una scorreria verso Casemurate al fianco dei Morattini.
Dic.RomagnaCon il fratello Brunoro fa pressioni sul papa Giulio II affinché tolga il bando ai Morattini, scacciati da Forlì ad opera dei Numai.
1506
Mag.ZampeschiRiarioRomagnaCompie nuove scorrerie nel forlivese ai danni dei Riario. Vivaci sono le reazioni del cardinale di San Giorgio Raffaello Riario.
Lug. ott.RomagnaIl papa gli ordina di allontanarsi dal forlivese. In ogni caso ad ottobre è a Forlì al fianco del pontefice Giulio II.
1508
Feb.VeneziaImpero170 cavalliFriuli

Ha ai suoi ordini 100 cavalli e dieci balestrieri a cavallo; presto gli sono concessi altri 60 cavalli. Combatte gli imperiali in Carnia con Antonio Pio e Girolamo Savorgnano.

Mar. apr.FriuliA marzo è segnalato alla guardia di Plezzut e di Portis. Ad aprile assedia la rocca di Cormons. Con la conquista ne è preposto alla difesa.
1509
Apr.VeneziaFrancia Impero40 lance e 10 cavalli leggeriLombardia

Si congiunge con Franco dal Borgo e Zitolo da Perugia per compiere una scorreria oltre l’Adda fino alle porte di Lodi. Procura gravi danni e razzia molto bestiame. Si reca al campo di Pontevico ed è inserito nella terza colonna comandata da Antonio  Pio.

Mag.LombardiaCon Rinieri della Sassetta ha una scaramuccia con i francesi. Prende parte alla battaglia di Agnadello.
Giu.Veneto

Segue Niccolò Orsini nella sua ritirata verso oriente; attraversa il Brenta a San Bauson, raggiunge Mira e pone il campo a Mestre dove prende alloggio in un borgo.

Lug.60 lance e 20 cavalli leggeriVeneto e Friuli

Con 500 cavalli leggeri e 300 fanti si muove nei pressi Castelfranco Veneto alla cui difesa si trova Giacomo Albanese; entra nella località con il favore dei contadini e la riconquista con Dionigi Naldi. Il presidio spagnolo, che occupa il castello (300 fanti), viene massacrato;  la città è messa a sacco. Si dirige, indi, con alcuni stradiotti a Cittadella, alla cui guardia si trovano 500 fanti;  ne chiede senza esito la resa. Dà  inizio all’ assedio; si scontra con 500 cavalli nemici venuti in soccorso della città. Per i suoi meriti il Consiglio dei Savi gli aumenta la condotta a 60 uomini d’arme ed a venti balestrieri a cavallo. Si sposta alla difesa di Treviso;  a fine mese è avviato ad Udine per sostenervi l’iniziativa del provveditore generale Giovanni Paolo Gradenigo.

Ago.Friuli

Lascia San Vito al Tagliamento;  con 50 uomini d’arme si unisce con il Gradenigo in un tentativo di prestare soccorso a Cividale del Friuli. Cade in un’imboscata nei pressi di Romanzaso (Romans): tra i veneziani sono uccisi 60 uomini, di cui 5  uomini d’arme della sua compagnia;  ne sono catturati 40.

Sett. ott.FriuliCon Giovanni Brandolini e le truppe raccolte da Girolamo e da Giovanni da Savorgnano occupa e mette a sacco Cormons. Ad ottobre è a Gradisca d’Isonzo.
Nov.CroaziaRecupera Raspo con il provveditore Francesco Pasqualigo alla testa di 5000 uomini e di 9 pezzi di artiglieria.
Dic.Veneto

Ad Udine ed a Venezia per essere ricevuto nel Collegio dei Pregadi.

Dic.Friuli e VenetoAd Udine ed a Venezia. E’ ricevuto nel Collegio dei Pregadi.
1510
Gen.VenetoGli è aumentata la condotta dal Consiglio dei Savi (60 lance e 50 cavalli leggeri).
Feb.30 lance e 30 cavalli leggeriVenetoNel veronese.
Feb. apr.Veneto

Staziona nel veronese con 30 lance e 30 cavalli leggeri. Solo ad aprile ha il permesso di completare l’organico della propria compagnia secondo i nuovi termini della condotta.

Mag.Veneto

Si muove con Giovanni Greco ed il provveditore Federico Contarini tra Cittadella, Bassano del Grappa e Monselice; viene segnalato al campo di Brentelle presso Padova.

Giu.VeneziaFrancia Ferrara33 lance e 40 cavalli leggeriVeneto

Invia propri emissari in Romagna alla ricerca di uomini d’arme per la propria compagnia: non li può trovare per la concorrenza dei Vitelli che offrono tre-quattro paghe contro le sue due. Con Taddeo della Volpe e Giovanni Greco sconfigge nei pressi di Vicenza 600 cavalli, usciti dalla città agli ordini di Federico e di Ludovico Gonzaga da Bozzolo; ne cattura 100. E’ inviato alla volta di Legnago; giunto a Monselice è informato che anche la rocca è caduta in potere degli avversari. Si sposta  alla difesa di tale città con il provveditore Sigismondo Cavalli. Si ammala ed è trasportato a Padova.

Lug.Veneto

Si esprime a favore di Lucio Malvezzi come governatore generale delle truppe;  si dirige verso Vicenza e controlla i movimenti dell’ esercito nemico accampato a Santa Croce Bigolina. Si reca, infine, a Venezia per un litigio che ha in corso con Giampaolo Manfrone e Bernardino di Montone a causa di una cavalcatura; riferisce pure sui disordini esistenti nel campo veneziano e sulle inimicizie che dividono i vari condottieri. Ritorna al campo di Padova;  è presa la decisione di consegnargli del denaro.

Ago.36 lance e 37 cavalli leggeriVeneto

Si muove in avanscoperta in Polesine con 200 cavalli leggeri e 400 fanti. Si oppone ad un attacco a Rovigo per la mancanza di artiglierie; con fra Leonardo Prato decide di costruire un ponte a Boara Pisani.

Sett.Veneto

A Polesella con fra Leonardo Prato; informa i veneziani sulla pericolosità di un attacco nel Polesine. Viene spostato all’assedio di Verona: si pone con Giovanni Greco davanti a Porta Vescovo con 800 cavalli leggeri e fanti; durante le operazioni chiede invano a Lucio Malvezzi di disporre di un adeguato numero di uomini d’arme per rispondere alle sortite nemiche fuori dalle mura. I veneziani sono obbligati a ritirarsi con l’arrivo a Pedemonte di alcuni tedeschi ; Meleagro da Forlì e Giovanni Greco assecondano il provveditore Sigismondo Cavalli  verso Vicenza con 300 cavalli e 300 cernite. Affronta i francesi a Schio.

Ott.VenetoA Montagnana.
1511
Gen.Romagna

Lascia Ravenna con Guido Vaina, lo spagnolo Verdejo ed il vescovo di Carinola Antonio Orfeo alla testa di 400/500 cavalli leggeri e di 4000/5000 fanti. Prende la strada di Lugo e di Massa Lombarda per puntare alla bastia del Genivolo/Zaniolo.

Feb.Romagna

Si accampa sul Santerno in attesa di altri rinforzi. Non sono prese tutte le precauzioni cosicché veneziani e pontifici sono sorpresi e sbaragliati da un attacco di sorpresa portato da Alfonso d’Este, da Federico Gonzaga da Bozzolo, da Annibale Bentivoglio e dai francesi dello Chatillon. Meleagro da Forlì cerca invano di resistere con Guido Vaina. Nello scontro rimangono uccisi 3000 uomini, per lo più veneziani ed il contingente spagnolo del Verdejo. Meleagro da Forlì si salva con il fratello Brunoro e Guido Vaina perdendo insegne ed  artiglierie. Gli abitanti di Lugo sono accusati di avere concorso alla sconfitta per avere ingannato i pontifici: molti cittadini sono, pertanto, condannati a servire come rematori nelle galee della flotta veneziana.

Mag.Emilia

Si collega nuovamente con i pontifici; si trova nel modenese sulle rive del Secchia con sei pezzi di artiglieria per impedire il passaggio ai francesi.

Giu.46 lanceRomagna e Veneto

Reclama per il ritardo di due paghe; è segnalato a Cattolica. Si trasferisce nel veronese per coadiuvarvi il provveditore generale Andrea Gritti.

Sett.Governatore g.le  cavalli leggeriVeneto

A Venezia in Collegio. Il Consiglio dei Savi lo nomina governatore dei cavalli leggeri al posto di Giovanni Greco che si è ammalato; gli affida il comando della sua compagnia e di altri 50 cavalli leggeri che hanno militato agli ordini di Lucio Malvezzi; ottiene pure il comando di 30 uomini d’arme, già della compagnia dello stesso Malvezzi. Meleagro da Forlì esce da Padova con 150 cavalli leggeri con l’obiettivo di collegarsi con il provveditore degli stradiotti Federico Contarini. Punta su Bassano del Grappa, Castelfranco Veneto ed Asolo per tagliare ai francesi le linee di rifornimento; si incontra a Treviso per un consiglio di guerra con Renzo di Ceri; con Giovanni Forti e Pietro da Longhena spinge per la conquista di Cittadella. Esce da Camposampiero ed entra in Cittadella dove cattura tre rappresentanti di Pandolfo Malatesta. Giunge al Teverone con 350 cavalli: tenta di opporsi sul Brenta al passaggio degli avversari con il provveditore Alvise Bembo. E’ messo in fuga;  nello scontro è catturato Pietro da Longhena.

Ott.Veneto

Scorta da Noale fino a Treviso numerose compagnie di fanti, tra cui quella di Strazza da Pisa. Di fronte alla pressione dei francesi si rinchiude in Noale: viene biasimato per tale fatto dal provveditore generale di Treviso, Giovanni Paolo Gradenigo che lo accusa pure di non avere difeso con la dovuta energia anche il ponte del Teverone. Si sposta allora a Castelfranco Veneto, spedisce in soccorso di Manoli Boccali, caduto in un agguato, Silvestro Aleardo e Romeo da Pisa che, con i loro cavalli leggeri, sconfiggono nelle vicinanze di Noale 40 uomini d’arme francesi e tedeschi e 100 cavalli leggeri e catturano venti lance tedesche. Si porta   a Camposampiero; dopo il ritiro dei  nemici dall’assedio di Treviso li tallona fino al Brenta; si collega con Giampaolo Manfrone ed ostacola loro il passaggio del fiume su un ponte di barche. Al termine della missione scorre tra Castelfranco Veneto, Camposampiero (dove si uniscono con i suoi cavalli anche gli stradiotti di Federico Contarini) e Loreggia; insegue gli avversari che arretrano da Castelfranco Veneto verso il veronese.

Nov.Veneto

Esce da Padova con 350 balestrieri a cavallo ed il colonnello di fanti di Babone Naldi per riconquistare Montagnana e Cologna Veneta. Entra nella seconda località ove disarma 31 fanti;  invia a Padova alcuni spingardoni, 18 archibugi ed un barile di polvere da sparo. Gli si arrende Vicenza dopo qualche colpo di artiglieria; dalla città fugge la governatrice imperiale Maria Isabella di Sessa, bandita dai veneziani come ribelle e con una grossa taglia sulla testa. Rimane a Vicenza con 250 balestrieri a cavallo che prendono alloggio a Tavernelle.

Dic.150 cavalli leggeriVenetoAlla morte di Giovanni Greco è riconfermato nel suo incarico. Gli è assegnata la condotta di 150 balestrieri a cavallo.
1512
Gen.Veneto  Lombardia e Francia

Staziona ad Albaredo d’Adige. Con Taddeo della Volpe segue il provveditore generale Andrea Gritti nel suo secondo tentativo di entrare in Brescia con l’aiuto di Luigi Avogadro. E’ sorpreso dai francesi in  perlustrazione nelle vicinanze di Castenedolo: la sua cavalcatura  cade e Meleagro da Forlì è fatto prigioniero con dieci cavalli. Viene condotto in carcere in Francia.

1513
Lug.Francia Liguria e Veneto

Viene liberato in occasione dell’alleanza tra la Serenissima ed i francesi. Raggiunge Savona, da qui rientra a Venezia dove è ascoltato in Collegio; riceve 500 ducati e si porta alla guardia di Padova. Nello stesso mese il papa Giulio II concede a lui ed al fratello Brunoro il territorio di Giovedio.

Ott.VeneziaSpagnaVeneto

Lascia Padova e molesta l’esercito spagnolo che da Mestre, per la strada di Noale, Camposampiero e Castelfranco Veneto si sta ritirando mettendo a sacco di tutto il territorio attraversato. Meleagro da Forlì raggiunge Sandrigo con gli stradiotti di Niccolò Vendramin; prende parte alla battaglia di Creazzo agli ordini di Bartolomeo d’Alviano. Dà segni di volersi  ritirare; Bartolomeo d’ Alviano  lo rimprovera;  punto sul vivo Meleagro da Forlì si getta nuovamente nella mischia rimanendovi ucciso

 CITAZIONI

-“Uno dei migliori capitani che servisse la repubblica.” BARBARO

-“Ortu spurius, sed nomine strenuitas ornamento minor, assensum fraternae neci datum clarissimus factis emendavit.” FORNI

-“Ardititissimo cavaliero.” SANSOVINO

-In Friuli”Meleagro gientile gloria, & honor/ di quanti ch’in Furlì furon mai nati/ sopra il suo poderoso corridore/ con la sua squadra de guerrier pregiati/ urtò fra li nemici a gran furore/ facendoli cascar da tutti i lati/ chi morto, e chi ferito in quella guerra/ sì che di lor coperta fu la terra./ Costui parea un drago veramente/ non stimando la vita sua vil paglia/ et giva inanimando la sua giente/ che volesse star salda alla battaglia./…/(alla difesa di Brescia)…/ e perché Meleagro il sir pregiato/ mostrando le sue forze troppo extreme/ contra di lor sopra di quel prato,/ come colui che non li stima e teme,/ da molti gran guerrier fu circondato,/ sì che durar non puote al paragone,/ ma li conviene arendersi prigione.” DEGLI AGOSTINI

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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