MARCO VISCONTI

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Stefano Ussi, Marco Visconti. Collezione dell'Accademia delle Arti del Disegno (Firenza)

Last Updated on 2024/01/10

MARCO VISCONTI  Soprannominato Balatrone o Tardona da Tortona. Signore di Rosate e di Lucca. Cugino di Lodrisio Visconti.

1280 ca. – 1329 (settembre)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1310
………Piemonte

Inviato in esilio dai della Torre, nel 1310 ha l’incarico di podestà ad Alessandria. Si reca ad Asti per incontrarvi il fratello dell’imperatore Enrico di Lussemburgo.

Dic.LombardiaRientra a Milano con i parenti al seguito dell’imperatore. E’ costretto a rappacificarsi con  guelfi cittadini.
1311

Lug.GhibelliniGuelfiLombardia

Quando il padre Matteo Visconti è nominato vicario imperiale di Milano con i rettori della città assale a Porta Orientale il palazzo di Filippo di Vaprio dove alloggia con 300 cavalli l’arcivescovo Cassono della Torre: il prelato è costretto ad abbandonare Milano ed a rifugiarsi a Cassano d’Adda.

1313
Mar.Milano Guelfi         NapoliPiemonteSi trova alla difesa di Tortona. Attaccato da Ugo del Balzo, sconfigge l’avversario con Guarnieri di Homberg.
1314
………Capitano g.lePiemonte

Alla morte del conte di Salibrun il padre Matteo Visconti gli affida il comando dei mercenari  contro Genova ed  Asti, i vicari angioini in Piemonte e l’esercito della lega guelfa in Lombardia.

Ago.PiemonteViene scomunicato dall’arcivescovo di Milano.
Dic.PiemonteEntra in Tortona e ne scaccia gfli angioini.
1415
Lug.Lombardia  Toscana

Sconfigge alla confluenza dello Scrivia con il Po i pavesi di Ricciardino Langosco e gli angioini di Ugo del Balzo, siniscalco in Lombardia del re di Napoli Roberto d’Angiò. Si sposta in Toscana e con Uguccione della Faggiuola  prende parte alla battaglia di Montecatini.

Ott.LombardiaCon il fratello Stefano conquista Pavia. La città è messa a sacco.
Dic.Piemonte

Si impadronisce di Alessandria e di Vercelli;  è lasciato dal padre Matteo  Visconti alla difesa della prima località con l’incarico di podestà.

1316
Mag.MilanoPiacenzaEmilia

Con Luchino, Stefano e Giovannello Visconti (100 cavalli) devasta il contado di Castell’Arquato che appartiene ad Alberto Scotti. Tenta di impadronirsi di tale castello.

Ago.Piemonte

Rientra nell’alessandrino con molti fanti e 1000 cavalli; giunge a Bosco Marengo ed a Castellazzo per opporsi all’ avanzata del senescalco angioino Riccardo Gambatesa. Entra a forza nella seconda località e vi fa prigionieri 20 membri della famiglia da Pozzo che sono tutti incarcerati a Milano con i fuoriusciti di Alessandria catturati nella medesima circostanza. Incendia tale castello e quello di Vaglio Serra.

……..FuoriuscitiGenovaCapitano g.leLiguriaPresta soccorso agli Spinola ed ai Doria che vogliono rientrare in Genova.
1317
Dic.MilanoNapoliPiemonte

E’ preposto alla guardia di Alessandria e di Tortona. Assale Asti con 500 cavalli e 1000 fanti: l’attacco è condotto alla Porta di San Pietro che trova aperta; una cinquantina di armati irrompono nella città. Costoro vengono respinti da Mario Guttuario.  Il Visconti deve rientrare nell’alessandrino.

1318
Gen.PiemonteEspugna la bastia di Loreto presso Asti. Le sue truppe pongono i loro alloggiamenti tra Novi Ligure e Castell’Arquato.
Mar. giu.MilanoGenova Napoli ChiesaPiemonte e Liguria

Genova è sempre travagliata dalle lotte intestine. I Fieschi ed i Grimaldi controllano la città; i Doria e gli Spinola sono tra i fuoriusciti. Questi ultimi chiamano in soccorso il signore di Milano Matteo Visconti. Marco Visconti, alla testa di milizie milanesi, lodigiane, piacentine, pavesi, scaligere (1000 cavalli e fanti) esce da Gavi, supera le montagne della Bocchetta e si inoltra in Val Polcevera. Assale la torre di Capo di Faro, che cade a giugno dopo aver fatto ricorso a scavi  sotterranei per farne crollare le mura. I difensori si arrendono per timore (o forse perché corrotti): al loro ritorno a Genova, sono tutti condannati a morte ed i loro cadaveri sono gettati fuori la cinta muraria. Marco Visconti devasta il circondario e dà il guasto ai borghi di Prè fuori la Porta dei Vacca; si impossessa dei passi di Peraldo e di San Bernardo sui monti sopra Genova (sono uccisi 500 cavalli angioini nella gola), vi costruisce 2 grandi bastie. Si accampa in Val di Bisagno. Penetra nei sobborghi, formati da palazzi molto alti, occupa le torri più elevate ed inizia ad assediare Genova.

Lug.Liguria

Con l’arrivo dalla Provenza della flotta angioina del re di Napoli Roberto d’Angiò, Riccardo Gambatesa, Filippo di Taranto e Giovanni d’Acaja entrano alla difesa di Genova con 1200 cavalli. Marco Visconti si allontana dalla Val di Bisagno per accamparsi sui monti e nei borghi di Prè.

Ago. ott.Liguria

Ai primi di agosto guelfi ed angioini cercano di occupare le  bastie che dominano la città dal Peraldo. Marco Visconti si  impossessa della chiesa di Sant’Agnese comunicante con le mura attraverso un ponte; fa aprire nottetempo uno scavo perpendicolare alla Porta di Vacca e lo fa condurre sotto il castello; sono tagliate le fondamenta sostituite con puntelli di legno. Finge un assalto; il presidio chiama in suo soccorso le guardie vicine ed accorre lo stesso re di Napoli. Nella mischia cedono i puntelli ed il manufatto crolla sopra i difensori: il re si salva a fatica. Il Visconti si ritira dal borgo antistante la porta e fa scavare altre gallerie sotto le mura. Accorrono nel frattempo dalla Toscana le genti della taglia guelfa, altre giungono da Bologna sotto la guida di Simone della Torre (nel complesso 1000 cavalli). A metà ottobre in un combattimento con gli avversari viene distrutta dai suoi uomini una casa in cui rimangono uccisi 300 armati che vi si sono rinserrati.

Nov.Liguria

Ai suoi ordini sono 1500 cavalli contro i 2500 degli avversari senza contare i contingenti provenienti da Firenze, Siena, Bologna e dalla Romagna. Ai primi del mese vi è un nuovo scontro che termina con molti morti d’ambo le parti.

1319
Feb.Liguria

La situazione si capovolge con la sconfitta di Sestri Ponente, dove sbarcano nottetempo, da 60 galee e da numerosissimi uscieri angioini, 850 cavalli e 5000 fanti con molti balestrieri. Le truppe si fortificano dietro le sue linee per cui Marco Visconti si trova  attaccato simultaneamente alle spalle e di fronte dai difensori di Genova. Si ritira con molte perdite sui passi di Peraldo e di San Bernardo; da qui prende la strada di Savona.

Apr.LombardaE’ costretto a rientrare in Lombardia per le difficoltà legate al vettovagliamento delle sue milizie.
Giu.Piemonte

Tenta di sorprendere Asti: raccoglie più di 1000 cavalli ed altrettanti fanti, si avvicina alla città con i fuoriusciti. Respinto, espugna Gamalero.

Ago.LiguriaRiprende ad assediare Genova. Si scontra con gli angioini a Vassalli.
Dic.Piemonte

Assedia Alessandria. Con 600 cavalli  sorprende ed uccide Ugo del Balzo allontanatosi con 500 cavalli provenzali dalla città per raccogliere il legname necessario per l’approntamento di alcune opere difensive. Il Visconti corre subito dopo sotto Asti per affrontare il cardinale Bertrando del Poggetto: non vi è alcuno scontro perché riesce a corrompere il comandante delle milizie guelfe Filippo Maino.

1320
………Liguria

Minaccia ancora Genova; assolda 4000 venturieri con i quali si sposta in Val Polcevera. Si scontra con Riccardo Gambatesa; tenta ancora di fare crollare le mura con il ricorso sistematico a gallerie sotterranee: questa volta i difensori non si fanno sorprendere e captano con alcune campanelle, poste nelle trincee, la direzione dei lavori. Questi possono  così essere intercettati e bloccati con altri cunicoli.

Ago.MilanoChiesaLombardia Piemonte

E’ richiamato in Lombardia per l’approssimarsi di una nuova minaccia. Con il fratello Galeazzo Visconti (3000 cavalli e 15000 fanti) ha l’incarico dal padre Matteo di assalire Vercelli. I Tizzoni, alleati dei Visconti, assediano gli Avogadro nel castello. Costoro chiedono soccorsi al re di Francia. Il Visconti muove incontro sulla sponda sinistra del Sesia a Filippo di Valois ed al cardinale del  Poggetto, che  avanzano con 1500 cavalli provenzali e guasconi. Dopo due giorni senza che avvenga alcun fatto d’arme, contatta il Valois e con grandi doni (due botti contenenti 10000 fiorini) lo persuade a rientrare in Francia.

Dic.PiemonteAssedia Vercelli. Si attenda alla porta degli Avogadro. Impedisce a chiunque di entrare ed uscire dalla città pena la morte.
1321
Apr.Piemonte

L’assedio di Vercelli ha termine quando sorprende in un agguato 3000 fanti e 600 cavalli, guidati dal conte Pietro di Nicorno, giunti in soccorso della città. Il Nicorno cade dalla sua cavalcatura,  ferito personalmente dal Visconti riesce a fuggire a piedi. Da Asti giungono 300 guelfi agli ordini di Martino d’Agliato; costoro si collegano a Santhià con le milizie catalane agli stipendi del re di Napoli. Marco Visconti assale i nuovi avversari, li sconfigge e si impadronisce di molti carri di vettovaglie destinate ai difensori di Vercelli. 200 sono i morti tra i nemici. Il giorno seguente la città è costretta alla resa; è messa a sacco. Nomina rettore di Vercelli il fratello Stefano, lascia nella località un forte presidio e rientra a Milano. I membri della famiglia Avogadro, tra cui Simone da Collobiano, sono anch’essi condotti a Milano per esservi qui fatti uccidere da Matteo Visconti.

Mag.Piemonte

Si batte con Raimondo di Cardona, che ora comanda pontifici ed angioini; entra in Quargnento; occupa e mette a sacco Solero e Novi Ligure.

………Piemonte Lombardia

E’ respinto da Alessandria; recupera Valenza e Pontecurone; assedia in Crema Pagano della Torre con la collaborazione di Vergusio dei Landi e di Ponzino Ponzoni

1322
Feb. mar.Piemonte

Con 200 balestrieri tenta di sorprendere in Bergoglio gli inquisitori pontifici venuti a notificare al padre l’accusa di eresia. L’agguato è sventato dai capitani angioini che sorvegliano le rive del Tanaro. E’ predicata la crociata contro la sua famiglia in tutta Europa. Gli inquisitori si trasferiscono a Valenza dove Matteo Visconti è condannato per 25 delitti: il padre è trovato eretico; i figli ed i nipoti sono dichiarati incapaci in perpetuo di qualsiasi dignità ed onore. Bertrando del Poggetto innalza ad Asti il gonfalone della Chiesa. I milanesi sono dichiarati nemici e privati dei loro beni; viene pure dichiarato che sarebbero diventati schiavi di chiunque li avesse catturati.

Mg.PiemonteRecupera Pozzolo Formigaro. Affronta l’esercito crociato con Gherardino Spinola.
Lug.Piemonte

Attacca Raimondo di Cardona a Bassignana con 2200 cavalli e molti fanti; nello stesso tempo lGherardino Spinola conduce sul Po una flotta per rifornire gli assediati della rocca. Gli avversari non hanno a disposizione che 1200 cavalli e 2000 fanti. Lo scontro dura parecchie ore, dalle sei/sette della mattina alle due del pomeriggio secondo le fonti.  Il Visconti è più volte respinto da un ponte sul Po; analogo esito hanno pure due suoi attacchi che terminano con la perdita di 300  cavalli (150 tra gli avversari e molti fanti). Alla fine gli arride  la vittoria;  tra i pontifici sono catturati 400 cavalli con lo stesso Raimondo di Cardona. Il capitano nemico, tuttavia, riesce a fuggire la notte stessa.

Ago.Piemonte

E’ stipulata una  tregua tra le parti su mediazione del duca Federico d’Austria; al suo scadere  due commissari tedeschi  consegnano a Marco Visconti Bassignana secondo i patti.

Dic.Lombardia

Difende il fratello Galeazzo Visconti, con il quale  peraltro non è in buoni rapporti, dalle insidie di Lodrisio Visconti,  entrato in contatto con i pontifici che assediano Milano. Espulso dalla città, Marco Visconti vi ritorna travestito da frate;  con l’aiuto dei mercenari tedeschi sconfigge il congiunto Lodrisio; lo convince a recedere dai suoi propositi. Sono  scacciati da Milano Francesco da Garbagnate e Simone Crivelli.

1323
Feb.Lombardia

Con il fratello Luchino  si avvicina all’Adda con 6000 fanti e 1000 cavalli per ostacolare il passo al cardinale del Poggetto che sta avanzando da Caravaggio con 12000 fanti e 4000 cavalli. Giunge a Cassano d’Adda con 800 cavalli e molti fanti;  si accorge che Vergusio dei Landi (che ora milita al soldo dello stato della Chiesa) con i fuoriusciti milanesi e 500 cavalli si è  allontanato troppo dal resto delle truppe per attraversare il fiume. Lo assale con vigore; è ucciso il fratello di Vergusio dei Landi; sono fatti prigionieri Simone Crivelli e Francesco da  Garbagnate che vengono subito fatti giustiiziare.  Intervengono i pontifici agli ordini di Filippo Gabrielli e di Urlimbacca Tedesco: gli avversari  lo colgono con le truppe stanche e sparpagliate nel territorio. E’ messo in rotta;  gran parte dei suoi uomini viene uccisa o catturata. Ripara a Milano.

Apr.Lombardia

E’ nuovamente scomunicato. Lascia Milano con 1000 cavalli e 2000 fanti per distruggere i ponti di Vaprio d’Adda e di Cassano d’Adda e tagliare così le linee di rifornimento all’ esercito nemico che si è accampato a Monza. Da tale città gli vengono contro 1200 cavalli e 3000 fanti, capitanati da Enrico di Fiandra, Giovanni della Torre, Castrone del Poggetto,  Vergusio dei Landi e Filippo Gabrielli. Lo scontro avviene sul tramonto a Gorgonzola e dura quattro ore. Il Visconti colloca al centro dello schieramento la fanteria agli ordini di Gaudenzio Marliani, mentre egli ed il fratello Luchino  si collocano sulle ali con la cavalleria. Dà addosso agli avversari allorché si accorge in essi dei primi segni di stanchezza. L’ intervento della cavalleria pontificia e della fanteria bresciana decidono le sorti dello scontro; i due Visconti sono entrambi feriti e lasciano sul terreno (per le fonti fiorentine) 400 cavalli, diciassette bandiere e moltissimi fanti; nettamente inferiori sono le perdite avversarie che assommano a soli 25 cavalli. Differente è la campana milanese per la quale tra i pontifici si registra l’uccisione sul campo di battaglia di 1000 uomini e la morte di altri 600 cavalli nei giorni successivi per le ferite riportate nello scontro.

Giu.Lombardia

Viene assediato in Milano da Raimondo di  Cardona che ha a sua disposizione 8000 cavalli e 30000 fanti tra pontifici, angioini, bolognesi, parmensi, reggiani, fuoriusciti e molti disertori tedeschi. Esce a Sesto San Giovanni con il fratello Galeazzo Visconti e 2000 cavalli: il nemico è troppo superiore di forze per cui rientra a Milano.

Lug.Lombardia

Arrivano i rinforzi forniti dall’ imperatore Ludovico il Bavaro (600 cavalli), da Verona, Mantova e Ferrara (500 cavalli e 1000 fanti) cui si uniscono anche 500 cavalli che hanno disertato dal campo nemico. Il Cardona a causa della peste che sta falcidiando le sue file, deve ritornare a Monza.

Ago.Lombardia

Esce da Milano con 3000 cavalli ed un grande numero di fanti per assediare Monza. Alla guardia della città si trova Passerino della Torre. Alla notizia dell’avvicinarsi del Visconti il capitano guelfo cerca di prevenire l’azione degli avversari affrontandoli. Passerino della Torre ha la peggio: dei suoi uomini 200 cavalli sono uccisi o fatti prigionieri. A Monza vi è un forte presidio costituito da tedeschi e da italiani. Tra questi ultimi vi sono i fuoriusciti filopontifici di Firenze, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Brescia, Lodi, Cremona, Bergamo, Como, Tortona, Novara, Alessandria, Vercelli, Genova, Pavia, Crema e Milano. Un giorno sorge una colossale rissa tra costoro;  tutti ad un tratto si gettano contro i tedeschi. Restano sul terreno 50 morti.

Sett.Lombardia

Occupa Vimercate, difesa dai provenzali; appena viene a conoscenza che Passerino della Torre con 1000 cavalli e fanti si è impadronito della torre del Tigurso sulla Martesana, guada il Lambro con 400 cavalli tedeschi e si colloca sull’argine.

Ott.Lombardia

Sconfigge ad Albiate una colonna di pontifici che sta ritornando a Monza carica di prede: 300 soldati del della Torre, per lo più rimasti feriti nell’occasione, fuggono verso la città; altri 300 sono uccisi. Con la vittoria il Visconti proibisce ai suoi uomini di occuparsi del bottino e ritorna velocemente a Desio.

Nov.Lombardia

Con 1500 cavalli assedia ed espugna la rocca ed il ponte sull’Adda di Cassano d’Adda i cui difensori si arrendono (forse per denaro) perché non sono soccorsi dal Cardona fermo nella vicina Gorgonzola. A Milano deve affrontare il dissenso che divide i mercenari tedeschi renani e quelli svevi meglio pagati: 500 dei primi lasciano il campo, chi per ritornare in Germania e chi per passare al soldo di Enrico di Fiandra che milita nel campo avversario.

1324
Feb.Lombardia

Con il fratello Galeazzo esce da Milano con 1200 cavalli tedeschi e numerosi fanti per recuperare Vaprio d’Adda caduta in potere del Cardona. Il capitano pontificio si trova assediato, senza vettovaglie e con un numero di cavalli (1000) inferiore a quello degli avversari; cerca la battaglia campale, viene sconfitto e catturato con Enrico di Fiandra. Quest’ultimo è rilasciato dai mercenari tedeschi dietro il pagamento di un riscatto; diffonde la voce che la sua “fuga” gli è stata facilitata dall’apparizione di San Giovanni Battista che gli ha permesso di rientrare alla difesa di Monza. Il Cardona, invece, è condotto a Milano dove, a novembre, è “aiutato”, a sua volta,   a fuggire ed a riparare anch’egli nella medesima località. Degli avversari Simone della Torre muore annegato nell’ Adda. Il Visconti preme per attaccare Monza; il fratello Galeazzo (favorevole ad una politica più conciliante) non è d’accordo ed i crociati hanno il tempo di riprendersi.

Sett. nov.Lombardia

Vergusio dei Landi e Mermeto di Verdun avanzano contro la bastia di San Fedele al Lambro per prestare soccorso a Monza: il Visconti accorre con 500 cavalli, coglie in agguato gli avversari ed infligge loro la perdita di 380 uomini. A novembre si arrendono a patti i difensori di Monza alla condizione di non ricevere aiuti dal cardinale legato del Poggetto entro il termine di dieci giorni.

Dic.Lombardia

Entra in Monza con il fratello Galeazzo Visconti ed i crociati ne escono: la città è messa a sacco  dai mercenari tedeschi come premio delle loro fatiche.

1325
Sett.LuccaFirenzeToscana

Prende parte alla battaglia di Altopascio. Si schiera al centro della formazione alla testa di 5000 uomini, al fianco di Castruccio Castracani che ne comanda altri 5000.

1326
Lug.Lombardia

Assedia vanamente per 15 giorni con Ponzino Ponzoni ed il marchese d’Este Viadana; si incontra a Verona con gli altri capi ghibellini dell’ alta Italia.

1327
Feb. mag.Lombardia

Con Lodrisio Visconti accusa di tradimento il fratello Galeazzo davanti a Ludovico il Bavaro, a Trento, a Como ed infine a Milano per le sue relazioni con il cardinale del Poggetto. Il suo obiettivo è quello di avere il controllo di parte dello stato;  quello di Lodrisio Visconti è invece quello di recuperare il molto denaro  speso (a suo dire) a favore di Galeazzo Visconti. Gli altri fratelli (Luchino, Giovanni e Stefano)  sono ostili sia a Marco che a Lodrisio. A fine maggio Ludovico il Bavaro è incoronato come imperatore nella chiesa di Sant’Ambrogio.

Lug.

Galeazzo Visconti è nominato vicario imperiale. Nei giorni immediatamente successivi al conferimento di tale incarico sono annunciati la morte di Stefano Visconti e l’arresto di Galeazzo, Luchino, Marco, Azzone, Giovanni e Lodrisio Visconti. Galeazzo è rinchiuso nei Forni di Monza e vi rimarrà per otto mesi; Marco viene liberato con Lodrisio dietro il pagamento di un forte riscatto (si parla di 50000 fiorini).

Ago.ViscontiImperoLombardia

Deluso nelle sue speranze si ribella all’imperatore Ludovico il Bavaro e si collega ad Iseo con Luchino ed Azzone Visconti: guerreggia Milano.

……..ImperoLazioSi riconcilia con Ludovico il Bavaro. Passa ai suoi stipendi e lo segue a Roma.
1328
Mar.Con Castruccio Castracani fa pressione per la liberazione del fratello Galeazzo. Quest’ultimo, liberato, si porta a Lucca.
Apr.ImperoChiesaEmiliaEntra in Borgo San Donnino (Fidenza).
Lug.Lombardia

Opera nel pavese, si impossessa con Azzone Visconti di un castello ed intercetta un convoglio pontificio che trasporta 60000 fiorini destinati alle paghe delle truppe del cardinale del Poggetto; nella circostanza sono pure derubati delle loro cose molti mercanti fiorentini, senesi e lombardi.

Ott.Toscana

800 mercenari sassoni, giunti a Pisa con Ludovico il Bavaro, non ricevono da tempo le loro paghe, si riuniscono, negano ogni obbedienza e si costituiscono  in compagnia. Attaccano Lucca di cui saccheggiano i borghi e si stabiliscono sul Cerruglio (Montecarlo). Il Visconti si offre di prenderli al suo servizio e di condurli  con sé in Lombardia dove sarebbero stati pagati degli stipendi vecchi e nuovi. Viene trattenuto dai soldati in ostaggio in attesa del dovuto (60000 fiorini).

1329
Gen.Emilia e Toscana

A Milano il nipote Azzone ottiene il vicariato imperiale ed il fratello Giovanni Visconti la nomina cardinalizia dall’ antipapa. Il Visconti transita per Parma, diretto a Pisa con il denaro per le truppe del Cerruglio.

Apr.Comp. venturaToscana

E’ acclamato dai ribelli come loro capitano. Con costoro, i fuoriusciti lucchesi e le soldatesche della Val di Nievole saccheggia i borghi di Lucca, dove si trova l’imperatore e si scontra con la cavalleria tedesca. Gli avversari sono sconfitti, messi in fuga ed inseguiti per cinque miglia. Dopo tale fatto d’arme irrompe trionfante in Lucca;  entra nel castello di Augusta e scaccia dalla città Francesco Castracani. Se ne  dichiara signore. Inizia a depredare il contado finitimo.

Mag.ToscanaDà alle fiamme Camaiore. Nell’incendio muoiono 400 persone. Mette a sacco Pescia.
Giu.PisaImperoToscana

Aiuta Fazio della Gherardesca a liberarsi della guarnigione imperiale di Tarlatino Tarlati. A fine mese si reca a Firenze con 30 cavalli; conduce gli ultimi accordi per il perfezionamento della vendita di Lucca a pisani e fiorentini per 80000 ducati.  Questi ultimi si trovano in disaccordo per cui cede la città per 30000 fiorini a Gherardino Spinola.

Lug.Toscana Emilia e  Lombardia

Esce da Firenze dove gli sono donati 1000 fiorini per aver collaborato energicamente alla sottomissione della Val di Nievole ed al ritorno di Pistoia all’amicizia con i fiorentini; si ferma a Bologna per trattare con il cardinale legato del Poggetto un qualche accordo per abbattere a Milano la signoria di Azzone Visconti; supera il parmense e giunge a Rosate.

Ago. sett.Lombardia

A Milano a metà mese per rivendicare i propri diritti. E’ accolto con tutti gli onori. Dopo un pranzo al Palazzo del Broletto Vecchio è richiamato indietro dal nipote Azzone Visconti con una scusa; è condotto in una camera per un colloquio riservato e qui è strangolato e gettato dalla finestra dal nipote e, probabilmente, anche dal fratello Luchino. Solo il giorno seguente è trovato il suo cadavere ai piedi di una finestra del Palazzo. Qualche variante sulla sua fine attiene la sua vita sentimentale: amante di Bice del Balzo, moglie di Ottorino Visconti, fa annegare la donna nel fossato del castello di Rosate perché si è presa beffe di lui facendogli credere di avere concepito un figlio da lui. Frustrato nella sua ambizione ed ingannato nella vita privata, un giorno entra con alcuni armati nell’arengo a Milano, incomincia a mettere a sacco la piazza. Vi sono altre versioni relative alla sua morte. La principale è quella riportata, vale a dire l’uccisione per soffocamento da parte  dei sicari di Azzone Visconti con il successivo lancio del suo cadavere da una finestra. Altri ancora parlano di un suo suicidio ed altri ancora di una defenestrazione da parte dei sicari di Ottorino Visconti. Non si sa neppure dove sia stato effettivamente sepolto perché a Milano non si parla dell’ omicidio per paura: chi dice nella chiesa di Sant’Agnese, chi nella chiesa di Sant’ Eustorgio (in un luogo nascosto in quanto scomunicato), chi ancora a Monza nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Protagonista dell’omonimo romanzo di Tommaso Grossi e del melodramma di Domenico Bolognese, con musica di Enrico Petrella. Film girati, aventi per titolo sempre il nome del condottiero: 1909 (Mario Caserini), 1911 (Ugo Faleri), 1923 (Aldo de Benedetti), 1941 (Mario Bonnard), 1975 (sceneggiato televisivo con regia di Anton Giulio Majano).   Sposa una Spinola.

 CITAZIONI

-“Uomo valoroso, animo indomito e nato a signoria.” CIPOLLA

-“Questo messer Marco fu bello cavaliere e grande della persona, fiero e ardito, e prode in arme e bene avventuroso in battaglia più che niuno lombardo ai suoi dì; savio non fu troppo, ma se fosse vissuto avrebbe fatto di grandi novitadi in Milano e in Lombardia.” VILLANI

-“”Rondinella pellegrina” canta Tremacoldo con romantici accenti e gli fa eco il sirventese di un menestrello lucchese in morte di Marco Visconti; Tommaso Grossi offre probabilmente in questi squarci lirici non solo il meglio del suo romanzo storico intitolato al capitano della grande famiglia milanese, ma sopratutto il leitmotv della vita del protagonista. Gloria e morte nella Lombardia dei primi anni del XIV secolo, con riferimenti storici precisi come la calata di Ludovico il Bavaro e l’assedio di Milano; per il resto, il travisamento ad arte di una violenta passione cortigiana, con lo scopo forzato di fare dell’amante di Marco, Bice del Balzo, moglie del cugino Ottorino Visconti, un’eroina secondo il più lineare cliché di certi romanzi. Il nostro personaggio è in realtà un violento uomo d’arme, non un donnaiolo che tiene dietro a sotterfugi..La relazione va avanti nel castello di Rosate, finché Bice non inventa di essere incinta per ricattarlo e Marco la uccide. La reazione rapida e spietata ci dà appunto la misura dell’uomo, che ha alle spalle un passato, “forte, animoso, di far soldatesco”, secondo le parole del Ricotti.” RENDINA

-Con Gherardino Spinola “Capitanei et duces partis Ghibellinae.” ALFERIO-G.VENTURA

-“Di propria natura uomo sopra ogni dovere torbido e feroce, siccome quello che era stato compagno di tutti i pericoli, e singolare aiuto di tutta la vittoria, non poteva per alcun modo sopportare che il fratello (Galeazzo) fosse signore e padrone ancora ch’egli fosse maggior di tempo, e miglior per autorità di prudenza.” GIOVIO

-“Era el più bello cavalliero e più ardito in facti d’arme che fusse della casa di Veschonti.” CORPUS CHRONIC. BONOMIENSIUM

-“Qui miles fuit imperterritus et viginti bellis interfuerat, in quibus sibi victoria pre ceteris ascribebatur.” E. DI DIESSENHOVEN

-“Che gli altri tutti in probità superava…Non era sposato ma aveva molti figli bastarsi. Era robusto, rozzo e crudele ma amico con gli amici. Le cose che faceva erano mal sopportate e così una notte, mentre si trovava nella sua camera, fu ucciso e della sua morte si ignora la verità.” AZARIO

-“Questo misse Marco fu bello cavaliere e grande de la persona, fino e ardito e prode in arme, bene aventuroso in battaglia, savio non troppo; ma se fosse vissuto, averebbe fatto grandi novità in Milano e in Lonbardia.” A. DI TURA

-“Lo quale era miolto prode e gagliardo in fatti d’arme ed era tenuta la sua gente la migliore dell’oste e la sua la miglior lancia a quel tempo che cavalieri che ripisse in sella.” STORIE PISTORESI

-“Con la nobiltà fu valoroso soldato.” PELLINI

-“Co’ suo’ soldati e altri d’oltremonte,/ Corse la terra (Lucca) con villane prove./ Co’ suoi amici a rubar furon pronte./ Ché pur udendolo dir pietà mi muove.” Da un poema riportato dal SERCAMBI

-“Celebre capitano de’ suoi tempi.” LITTA

-“Questo nella militia fu de’ primi guerrieri della sua età…In armis et bellis vir industriae.” MORIGI

-“Qui dum pro patris salute et regni incolumitate pugnavit, semper victor adversus domesticos et externos hostes evasit.” MERULA

-“Capitano di chiarissimo grido.” DEZA

-“Uno dei più celebrati capitani del suo tempo.” BOSI

-“Erat Marcus inter Matthaei filios strenuus manu, consilio bonus.” RIPAMONTI

-“Prode capitano.” I. CANTU’

-“Egli è Marco! quel turbin di guerra,/ Quella luce d’eccelso consiglio,/ Che de’ Guelfi per l’itala terra/ Rintuzzò tante volte l’artiglio;/ De’ Lombardi la gloria, l’amor.” GROSSI

-“Rinomato..tutti superò in abilità e bravura.” SAGLIO

-“Avea fama di buon capitano.” VARESE

-“Vi fu, come altre volte nel primo Trecento, una figura di transizione. Uomo d’azione, ma non più (esclusivamente) di fazione, dedito all’attività militare, ma non ancora pienamente strutturato come uomo d”arme di professione, fu un fondamentale braccio armato della signoria viscontea, e per il medesimo motivo fu anche un elemento fortemente destabilizzante.” BOZZI

-“Uomo cupo e turbolento.” PIZZAGALLI

-“Opprimeva a dir dell’Azario i nobili e i contadini del contado del Seprio, regione sita a Nord-Ovest di Milano nella valle dell’Olona. Si dicevan di lui molte cose che non faceva e molte, che non si dicevano, faceva. ra celibe, ma aveva intorno a sé molti bastardi. Buon soldato, apprezzatissime erano dai competenti le sua qualità militari; la robustezza del corpo, l’asprezza del carattere e la crudeltà erano tutte doti positive per un soldato. Aveva però dei tratti buoni: e con le truppe sapeva fare, tanto che i suoi soldati lo amavano. Ed aveva un’altra qualità positiva: era amico con gli amici e non li tradiva..Marco fu, secondo il Grossi, un eroe sentimentale; e i suoi due platonicissimi amori, prima con la madre e poi con le figlie, inventati con tanta dolcezza e disprezzo della realtà storica dal Grossi, ne fecero un idolo; una vittima della “forza del destino”…marco Visconti passò nella leggenda romantica come un uomo passionale..Lo sfortunato amante di Ermelinda del Balzo si accese in età matura per Bice la castissima sposa di un suo cugino Ottorino Visconti..Il Corio..ci spiega anche come Bice..se ne stava con lui tutt’altro che di mala voglia e che Marco l’amava con grande passione..Un uomo ambizioso a cui la scena della politica gretta delle signorie e delle repubbliche italiane era troppo poca cosa per l’anelito possente della sua anima eroica. Egli annegò il suo amore in un fossato del castello; e la sua immensa ambizione finì soffocata dalle mani di sicari e il suo corpo gettato dalle finestre del palazzo da Azzone.” A. VISCONTI

-“Uomo di grandi capacità era questi, ma di scarsa ponderatezza.” COGNASSO

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