MALATESTA MALATESTA/MALATESTA DEI SONETTI

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Castello di Gradara

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MALATESTA MALATESTA/MALATESTA DEI SONETTI (Malatesta IV Malatesta)

Signore di Pesaro, Gradara, Jesi, Todi, Narni, Orte, Fossombrone, Amandola, Gattara, Bascio, Miratoio,  Fratta Todina, Acquasparta. Figlio di Pandolfo Malatesta, padre di Carlo Malatesta, suocero di  Gian Francesco Gonzaga e di Ludovico Migliorati, genero di Rodolfo da Varano.

1370 – 1429 (dicembre)

Blasone della famiglia Malatesta
Blasone della famiglia Malatesta, corrispondente alla descrizione: “Bandato di tre pezzi scaccati di tre file di rosso e d’oro, alternati a tre d’argento pieno; la bordura inchiavata d’oro e di nero”.
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1373
Gen.RomagnaAlla morte del padre Pandolfo lo zio Galeotto assume il vicariato di Pesaro; giunge ad intentare una causa ai suoi tutori Guido da Sanglaro, Francesco Pierleoni e Nicola Mengardo riguardante le modalità di riscossione fiscale nel pesarese.
1385
Gen.MarcheAlla morte dello zio Galeotto diviene signore di Pesaro.
1387
Ott. nov.ChiesaAntipapaMilita al servizio del papa Urbano VI. Affronta i fautori dell’antipapa Clemente VII al comando di 200 lance e 300 fanti. A novembre, in cambio di 10000 fiorini, il pontefice gli concede in pegno il vicariato di Orte.
1389LazioE’ nominato senatore di Roma.
1390
Apr.RiminiBolognaRomagnaCon il signore di Rimini Carlo Malatesta sconfigge nei pressi di San Marino, in località le Penne, 150 lance comndate da Giovanni da Barbiano.
………..FirenzeMilanoEmiliaViene inviato con Giovanni Acuto, Giovanni da Barbiano, Conte da Carrara e Niccolò Roberti nel bolognese (12000 cavalli e 4000 fanti).
1391
Gen.MarcheIl papa Bonifacio IX gli conferma il vicariato di Pesaro dietro la corresponsione di un censo annuo di 1800 fiorini pagabili in due rate semestrali.
1392
Mar.RomagnaA Forlì con i Malatesta di Rimini e Gian Francesco Gonzaga.
Apr.UmbriaA Città di Castello per trattare una lega ai danni del signore di Milano Gian Galeazzo Visconti.
Mag.UmbriaSi impadronisce di Todi. ne ottiene il vicariato dal pontefice per dieci anni in cambio dell’esborso di 40000 ffiorini.
Giu. lug.UmbriaE’ scomunicato. A luglio è invitato a comparire a giustificarsi davanti al papa.
1393
…………Umbria

Catalano degli Atti, mal soddisfatto della sua signoria a Todi, cerca di fare ribellare la città ai suoi danni. Gli si oppone il luogotenente di Malatesta Malatesta Guido da Bagno: costui cattura il ribelle e lo rinchiude nella rocca di Orte di cui il signore di Pesaro si è di recente impadronito.

Ago.UmbriaI fiorentini intercedono a favore di Catalano degli Atti e del figlio di quest’ultimo Francesco, entrambi tenuti in carcere dal Malatesta.
Dic.TodiChiesaUmbria

La moglie di Catalano degli Atti fa entrare 200 cavalli di Biordo dei Michelotti nel suo castello di Sismano; costoro  incominciano ad infestare il territorio di Todi. Il Malatesta per rappresaglia fa decapitare Catalano degli Atti.

1394
Gen.AntipapaChiesaCapitano g.leUmbria

Viene nominato capitano generale di Bologna.  Milita per l’antipapa Benedetto XIII contro Bonifacio IX. Gli si ribellano Monte Castello di Vibio e Fratta del Vescovo (Fratta Todina); con l’aiuto di Francesco da Montemarte assume Giovanni Tedesco da Pietramala con cui si collegano Francesco e Rodolfo da Titignano e Ranuccio da Montemarte.

Mag.Umbria

Con Ceccolo Broglia e Brandolino Brandolini, passati al suo soldo,   recupera Fratta Todina, Monte Elci e Sismano; si impadronisce di Narni dove entra con l’ausilio dei ghibellini; ne assedia la rocca.

Giu.Umbria

Dà il guasto ai territori di Spoleto e di Terni; introduce in Orte i bretoni ed altri soldati dell’antipapa. Nel medesimo periodo si allea con i perugini e con Uguccione Casali, signore di Cortona: i perugini gli donano una casa in città.

Lug.Umbria

Gli è rinnovata la scomunica: entra in urto con il Broglia e con il Brandolini cui dà in pegno, a copertura delle paghe ancora non saldate, le rocche di Orte e di Acquasparta.

Ago.Umbria

Ordina che il Brandolini sia imprigionato in Todi ed il Broglia nella rocca di Orte: il primo condottiero è incarcerato, il secondo viene salvato dal capitano Verrocchio da Orte che tradisce la fiducia del  Malatesta:  è così costretto a scendere a patti con il Broglia ed a liberare, su mediazione di Gian Galeazzo Visconti, il Brandolini.

………..UmbriaFavorisce in Orvieto la fazione di mercorini  contro quella dei beffati.
1395
Mar.Umbria e Lazio

Conquista la rocca di Narni nonostante un tentativo dei pontifici di  prestare soccorso ai difensori. Interviene Carlo Malatesta, a causa delle recenti pressioni dello stato della Chiesa sul signore di Rimini. Malatesta Malatesta, abbandona la sua politica di annessioni in Umbria, e si rappacifica con Bonifacio IX, che gli rinnova il vicariato dei suoi possedimenti marchigiani per dieci anni dietro la somma di altri 3000 fiorini. Rientra a Pesaro.

Mag.PesaroPerugiaUmbriaGli abitanti di Todi si danno al signore di Perugia Biordo dei Michelotti.
Ago.UmbriaI Chiaravalle richiamano dalla marca d’Ancona Biordo dei Michelotti e gli consegnano le fortezze detenute da Malatesta Malatesta nel contado di Todi.
Sett.Marche

 Malatesta Malatesta restituisce allo stato della Chiesa le località da lui controllate in Umbria (Todi, Narni ed Orte) : nonostante le pressioni dei fiorentini non ha alcuna intenzione di rilasciare Francesco degli Atti. Viene ancora scomunicato; a Rimini fra Giacomo de Opizis  brucia tre bolle con le quali gli sono stati concessi in precedenza i vicariati di Osimo, di Numana, di Filottrano, di Castelfidardo, di Offagna, di Pennabilli e di Cattolica.

1396Comp. venturaFolignoUmbria

Si vendica sui pontifici; a luglio con Ceccolino dei Michelotti e Conte da Carrara attacca un fedele alleato del papa, il signore di Foligno Ugolino Trinci. Devasta il folignate e causa la rivolta in molti centri quali Nocera Umbra, Sellano e Castelbuono.

1397
Apr.BolognaMilano200 lanceToscana
Lug.LombardiaPrende parte alla difesa del serraglio di Mantova.
1398
Feb.ChiesaPerugiaUmbria

Passa al servizio del pontefice per contrastare il signore di Perugia Biordo dei Michelotti. Alla testa di 600 cavalli e di 500 fanti  tenta di impadronirsi di Montone con Bartolomeo da Pietramala, Braccio di Montone e Carlo di  Montone.

Mar.Umbria

Biordo di Michelotti è ucciso a Perugia.  Malatesta Malatesta avanza fino a tre miglia dalla città. Il popolo non abbandona i Michelotti per cui il condottiero è costretto a ritirarsi.

EstateLombardiaTrascorre un certo periodo di tempo a Milano nonostante la presenza della peste in città.
1400
Lug.Capitano g.leLazio

A seguito della sottomissione di Roma ai pontifici Bonifacio IX gli conferisce la dignità di senatore della città per sei mesi; è pure nominato capitano generale dello stato della Chiesa.

Ago.LazioFa catturare e decapitare molti cittadini romani.
Sett.Emilia e LombardiaTransita per Parma. E’ diretto a Milano.
1401
Mar.VenetoViene aggregato alla nobiltà veneziana.
1402MilanoBolognaEmiliaCombatte il signore di Bologna per conto del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti.
1403
Gen.ChiesaMilano
Feb.VenetoSi reca a Chioggia ed a Padova con Francesco Terzo da Carrara.
Mar.Il papa Bonifacio IX gli ingiunge di pagare il censo annuale per Pesaro a Paolo Orsini, a fronte delle spese per la condotta d’uomini d’arme di quest’ultimo, anziché alla Camera Apostolica.
Nov.Emilia

A Bologna.  Presenzia al solenne ingresso nella città del cardinale legato Baldassarre Cossa. Nello stesso mese si sposa con Lucrezia Ordelaffi, figlia del signore di Forlì Cecco.

1404
Apr.VeneziaPadovaCapitano g.le 300 lance e 200 fantiVeneto

Si reca a Forlì con la moglie; viene ricevuto con tutti gli onori mentre il suocero è bloccato a letto per un attacco di gotta. Un giorno compare davanti alla fortezza di Ravaldino con alcuni armati;  chiede al castellano di poterla visitare. Quest’ultimo si rifiuta di farlo entrare;   il Malatesta torna a palazzo e convince la moglie a procurarsi dal padre i contrassegni per potere introdursi nella rocca. La donna li ruba al genitore. Il Malatesta si ripresenta davanti alla fortezza di  Ravaldino con una forte scorta; il castellano prende tempo, contatta Cecco Ordelaffi e viene a conoscenza della trama. Come risultato il condottiero è costretto ad allontanarsi dalla città. Nel successivo ottobre l’Ordelaffi farà uccidere per vendetta a Cesena la figlia con del veleno contenuto in una minestra di ceci. Negli stessi giorni il Malatesta viene assoldato dai veneziani per quattro mesi di ferma più due di rispetto. Gli è concessa una provvigione mensile di 1000 ducati; gli sono pure riconosciuti due paghe di prestanza prima dell’ arruolamento ed il trasporto dei soldati a spese della Serenissima da Primaro a Venezia. E’ sottoposto all’ obbligo della rassegna una volta il mese e gli è assicurata la giurisdizione criminale e disciplinare su tutto l’esercito; le truppe saranno alloggiate gratuitamente nei territori soggetti alla Signoria. Le insegne del comando sono consegnate al Malatesta dal doge Michele Steno al termine della processione che giunge in San Marco da Sant’Isidoro. Nella città prende alloggio a Sant’Eustachio. Malatesta Malatesta conduce le milizie a Mestre per la rassegna; propone l’alleanza con il marchese di Mantova Francesco Gonzaga: la sua richiesta è respinta dal Senato. Fa base a Treviso.

Mag.VenetoRaduna a Castelfranco Veneto 9000 cavalli e 10000 fanti.
Giu.Veneto

Cavalca contro le prime trincee di confine, lungo il Musone, nelle vicinanze di Noale;  si apre la strada verso Padova. Agli inizi viene respinto; non ha successo un tentativo perpetrato con le bombarde ad Oriago; falliscono anche le manovre volte a far disertare i soldati che militano per i carraresi e trovare, in tal modo,  un varco libero.

Ago.Veneto

Attacca il campo di Gorgo, alla cui difesa si trovano Filippo da Pisa, Francesco  Novello da Carrara, Ludovico Buzzaccarini e Cecco da San Severino. L’assalto al serraglio di Padova è portato in cinque punti: l’intervento di Francesco Novello da Carrara, del  Buzzaccarini e di Ludovico degli Obizzi allontanano le sue speranze di vittoria. I capitani avversari fanno calare un ponte;  irrompono dalle linee difensive 4000 cavalli per colpire alle spalle i guastatori. Malatesta Malatesta  contrasta i carraresi con la cavalleria pesante, respinge gli avversari. I carraresi  ripiegano verso il ponte; i veneziani non riescono a superare le linee difensive.

Sett.Veneto

Conquista la bastia di Gorgo nei pressi di Piove di Sacco; approfitta della cattiva guardia che vi fanno i carraresi obbligati dalle insistenti piogge a riparare nei borghi finitimi. Avanza sino a Vigodarzere e porta le sue scorrerie fino alla Porta di Ognissanti a Padova. Invia in soccorso di Jacopo dal Verme, che combatte i padovani nel veronese, 12000 uomini tra fanti e cavalli: l’insorgere di alcuni dissapori con Paolo Savelli ritarda  l’azione conclusiva contro gli avversari. All’arrivo degli estensi, giunti in soccorso dei carraresi, si accampa sugli argini del Brenta di fronte  alla Porta della Trinità di Padova. Il Savelli è sconfitto a Limena; il Malatesta non si muove a sostegno della sua azione. Da ultimo, a fine mese, Taddeo dal Verme, che deve portare al suo campo duecento carri di rifornimenti è battuto e catturato dagli avversari.  Il Malatesta deve in tal modo abbandonare Vigodarzere e trasferirsi a Mazzacavallo verso il trevigiano: vi si fortifica facendovi costruire una bastia.

Ott.Veneto

Si ammala di malaria contratta nelle zone paludose. Allo scadere della ferma chiede licenza di rientrare a Pesaro. Il capitano generale dei veneziani è ora Paolo Savelli.

1405PesaroForlìRomagnaConquista ai danni degli Ordelaffi i castelli di Rocca delle Caminate, di Belfiore, di Ranchio e di Campiano.
1406
Ago.E’ considerato dai pontifici loro aderente in occasione della pace stipulata con il re di Napoli Ladislao d’Angiò.
1407
Feb. mag.MarcheIl papa Gregorio XII gli concede un ampio salvacondotto per potersi muovere liberamente per tutte le terre dello stato della Chiesa. A maggio il pontefice gli riduce il censo annuo per il vicariato di Pesaro da 1800 a 1200 fiorini.
……….ChiesaNapoliUmbria
1408
Gen.ToscanaA Lucca allo scopo di rendere omaggio al pontefice: è ospitato nel palazzo dei Boccella.
……….AntipapaChiesaSi avvicina all’antipapa Alessandro V ed al suo legato, il cardinale Baldassarre Cossa.
1409
Feb.Romagna e Emilia

Si incontra a Cesena con Gregorio XII;  cerca di porre fine allo scisma che sta dilaniando la vita della Chiesa. Si reca a Bologna per riconciliare il cardinale Cossa con il cugino Carlo, ardente fautore del papa Gregorio XII.

Mar.Firenze AntipapaNapoliCapitano g.le 400 lanceToscanaViene assoldato dai fiorentini per nove mesi (400 lance) al fine di contrastare le milizie del re di Napoli Ladislao d’Angiò.
Apr.ToscanaE’ segnalato a Pisa ed a Firenze.
Mag.Toscana e Emilia

Si congiunge con Braccio di Montone;  si sposta con 1900 lance da Firenze verso Arezzo. Difende il centro dagli attacchi portati da Guidantonio da Montefeltro. A metà mese si allontana dal campo e giunge a Bologna per le esequie di Alessandro V e per sorvegliare i lavori del conclave che si concluderanno con la tiara per il cardinale Cossa.

Giu.Toscana

A Monte San Savino con i commissari fiorentini Jacopo Salviati e Vieri Guadagni; dà il guasto alle terre di Cocco Salimbeni, nemico dei senesi, con 1500 cavalli. Si attenda a Bagno Vignoni: è assalito nottetempo da Gentile da Monterano, cui si sono collegati da Perugia anche Paolo Orsini e Giovanni Colonna con più di 300 cavalli. Il Malatesta è preavvertito del prossimo attacco per cui prepara un agguato: Gentile da Monterano cade  nell’ imboscata.  Dopo un’ora  di combattimento gli avversari sono obbligati  a rifugiarsi nella rocca. Di notte gli angioini si danno alla fuga  abbandonando nelle  mani del Malatesta numerosi uomini d’arme.

Lug. ago.ToscanaPenetra in Val d’Orcia alla ricerca di vettovaglie e di foraggi per la cavalleria. Si reca a Pisa per rendere omaggio all’antipapa Giovanni XXIII (il cardinale Cossa)
Sett.Toscana Umbria Lazio

Tocca Arezzo e Montepulciano. Avanza verso i confini del Patrimonio. La sua marcia è bloccata ad Orvieto finché la defezione dell’Orsini gli apre le strada per Roma. Riduce all’obbedienza nel suo passaggio le città di Cetona,  Orvieto,  Montefiascone e  Viterbo. In quest’ultima località la sua presenza provoca una sollevazione popolare ai danni del vicario del papa Gregorio XII: tale funzionario viene catturato nel palazzo presso la Fontana del Sepale, è spogliato di ogni suo avere ed è trascinato nelle carceri della torre del podestà.

Ott.Lazio

Assale Roma. Occupa il portico di San Pietro posto allora al di fuori delle mura. Sono respinti due suoi attacchi alla città da parte di Pieretto de Andreis e dei colonnesi. Ne supera, infine, la resistenza;  assedia Castel Sant’Angelo; negli ultimi giorni del mese, viste le difficoltà delle operazioni, invia gran parte delle truppe agli accampamenti invernali.

Dic.Lazio

Si attenda fuori Roma presso Sant’Agnese verso San Lorenzo: la notte stessa, Paolo Orsini entra nel Borgo Leonino ed il de Andreis viene disfatto a Porta Settimiana. Nel corso dell’anno Pietro da Gattara lo nomina erede universale di castelli di Gattara, Bascio e Miratoio.

1410
Gen.Lazio e Lombardia

Contatta un notabile romano, Cola di Lello Cerbello;  gli promette 5000 fiorini nel caso in cui riesca a provocare un’insurrezione popolare. Questa si accende nei rioni Parione e Regola; Paolo Orsini e Lorenzo Annibaldi irrompono in Trastevere ed in Campo dei Fiori; lo stesso giorno li segue  malatesta Malatesta con Francesco Orsini. Indossa le insegne spiegate del giglio nonostante che i romani desiderino che il suo ingresso si effettui con i contrassegni dello stato della Chiesa. Partecipa ad una grande festa in piazza Navona; sottomette Ostia e Tivoli;  toglie agli angioini le fortezze ancora in loro possesso nel circondario. Ha pure modo di recarsi a Mantova per le nozze di sua figlia con Gian Francesco Gonzaga. Nell’occasione prende parte ad un torneo in cui la sua squadra, contrassegnata da una livrea verde, ha la peggio rispetto a quella del congiunto Carlo. Per le sue benemerenze ottiene dall’antipapa il vicariato di Jesi.

Feb.Toscana e MarcheRientra a Firenze. Depone le insegne del comando a seguito delle trattative di pace in corso tra le parti. A Pesaro.
Giu.Lazio

Giovanni XXIII gli riconosce una provvigione mensile di 500 fiorini quale ricompensa dei suoi servizi prestati a favore dell’unità della Chiesa durante lo scisma d’occidente. Malatesta Malatesta ritorna a Roma per la ripresa del conflitto: sconfigge gli angioini ai Prati di Nerone;  cerca, senza esito, di impadronirsi sul Tevere di un ponte fortificato.

………..PesaroRiminiRomagnaAffronta i Malatesta di Rimini, fautori del papa Gregorio XII. Si rappacifica con i congiunti l’anno seguente.
1412
Ago. sett.FirenzeNapoliCapitano g.leToscanaA Firenze. A settembre viene nuovamente eletto capitano generale dai fiorentini.
…………NapoliAntipapa250 lance e 150 fantiUmbria e Toscana

Defeziona nel campo avverso;  gli è concessa una condotta di 250 lance, di 75 fanti e di 75 balestrieri. Contrasta i fiorentini nell’alta valle del Tevere;  soccorre i Pietramala.

1413
Mag.Marche

Con Guidantonio da Montefeltro e Muzio Attendolo Sforza assedia Paolo Orsini in Rocca Contrada (Arcevia): Braccio di Montone lo costringe ad arretrare.

Ago.Marche

Riprende le operazioni di assedio ad Arcevia; il suo comportamento non è molto limpido perché permette a Paolo Orsini di lasciare nottetempo  tale castello. Subito dopo ottiene la località con la relativa rocca.

…………Marche

Colloca gli accampamenti invernali nel pesarese; aspetta di congiungersi con Niccolò d’Este per assalire insieme l’antipapa in Bologna. Nel periodo è così indebitato che deve ricorrere alla secolarizzazione di alcune proprietà della Chiesa per limitare le tasse alla popolazione. Questa gli è accordata per tutte le enfiteusi ecclesiastiche comprese nel suo asse patrimoniale con l’aggiunta del vicariato di Jesi. Non è in grado, infatti, di pagare la dote della figlia Paola Agnese moglie di Gian Francesco Gonzaga.

1414
Gen.Emilia e Romagna

Si reca a Budrio con Micheletto Attendolo, raggiunge la Riccardina e desola il bolognese; fa molti prigionieri e razzia molti capi di bestiame. Nel rientrare in Romagna parte del bestiame predato è ucciso;  vince a Forzano, presso Imola, i bolognesi che tentano di bloccargli il passo.  Rientra a Cesena.

Giu. lug.Umbria

Assedia Lorenzo Attendolo in Foligno con lo Sforza e Micheletto Attendolo. Segue la pace tra i contendenti.  In essa è compreso tra i collegati dei fiorentini.

Ott. nov.Pesaro RiminiAnconaMarche

Alleatosi con Andrea Malatesta, cerca di impossessarsi di Ancona per trattato. Suoi uomini entrano in città. Le truppe si sparpagliano per le vie cittadine subendo gravi perdite. Il tentativo va così a vuoto con l’uccisione o la cattura di molti dei suoi fautori. Per la vittoria gli abitanti di Ancona murano sulla Porta di campo di Marte l’arma malatestiana rovesciata. Malatesta Malatesta continua nella sua lotta, muovendosi tra Fiumesino e Senigallia. 29 sono i castelli da lui conquistati.

Dic.Bologna200 lanceMarche e Toscana

A fine dicembre è stipulata una tregua tra le parti a Falconara grazie alla mediazione di Giovanni Caresin, legato del doge di Venezia Tommaso Mocenigo. Passa agli stipendi dei bolognesi, che lo inviano in Toscana in soccorso dei fiorentini con 200 lance.

1415PesaroPerugiaMarcheCombatte in difesa dei suoi possedimenti contro il signore di Perugia Braccio di Montone. I fiorentini gli saldano le sue spettanze.
1416
…………Marche

Non può intervenire ad Osimo allorché la città si ribella ad Andrea Malatesta; giunge ad Offagna e deve accettare gli impegni imposti dai ribelli.

Apr. mag.ToscanaA Bagni di Petriolo con una sorella: vi è ospitato per un mese da Tommaso della Garzaia. Si reca anche a Siena.
1417JesiAnconaMarcheSi impadronisce di Fossombrone alla morte del cugino Andrea. nello stesso anno è coinvolto nella guerra di Jesi contro Ancona.
1419
Feb.Marche

Ottiene il vicariato di Fossombrone dal papa Martino V. Il pontefice convalida la riduzione del censo per il vicariato di Pesaro, già concessagli da Gregorio XII.

1420
Nov.RomagnaA Rocca della Caminate, per una partita di caccia organizzata da Pandolfo Malatesta.
1422
Ago.MarcheInvia alcune schiere a Braccio di Montone impegnato all’assedio di Città di Castello.
1423FirenzeMilanoRomagna
1424
Mar.ToscanaA Siena, per seguire i lavori del concilio indetto dal papa.
Ago.Marche

Il cugino Carlo è sconfitto e catturato dai viscontei a Zagonara. Giorni dopo Angelo della Pergola cattura a Gradara anche i figli Carlo e Galeazzo. Malatesta Malatesta è così costretto a riavvicinarsi al duca di Milano.

Nov.LombardiaA Milano in visita al duca Filippo Maria Visconti per ottenere la liberazione dei figli.
1425
Feb.Lombardia

Firma ad Abbiategrasso una convenzione che offre ai Malatesta di Pesaro la protezione delle armi ducali ed il recupero delle terre perdute nelle Marche.

Lug.LombardiaIl duca di Milano lo esonera dal pagamento delle taglie che gli sono state imposte in precedenza da Angelo della Pergola.
Ago.Romagna e MarcheA Ravenna ed a Forlì. Rientra a Pesaro.
………..Pur di ottenere la signoria di Rimini ricorre alla Santa Sede per estrometterne i figli naturali di Pandolfo Malatesta, Sigismondo Pandolfo e Domenico.
1429
Dic.

Muore a metà mese nella rocca di Gradara. E’ sepolto a Pesaro con solenni funerali nella chiesa di San Francesco. Ha come cancelliere l’umanista Tedaldo Turchi. Autore di una canzone alla Madonna in occasione di un pellegrinaggio a Loreto. In rapporti epistolari con Coluccio Salutati, che incoraggia a riscoprire i classici greci. Sposa Elisabetta da Varano, figlia di Rodolfo, signore di Camerino. Dedica alla moglie vari sonetti.

 CITAZIONI

-“Inter militaris artis eximios duces, ea tempestate Ariminensis princeps existimabatur impaucissimis, siquidem vir erat omni praestans virtute, bellique admodum peritus.” ZENO

-“Homo di lettere.” SANSOVINO

-“Fu uomo di gran probità, buon capitano, abile politico; e gran cura si prese perché piena giustizia fosse resa ai propri sudditi, e più lieve che nei limitrofi stati posasse sopra di essi il peso dei pubblici aggravi.” LITTA

-“Vir impiger.” BILLIA

-“Principe di eletto sentire e di profonda rettitudine, che mostra un equilibrio maggiore dei suoi avi.” NISSIM ROSSI

-Con Conte da Carrara “Bellicosos duces.” CRIVELLI

-“Fu Malatesta non solamente uomo di senno e valore, ma letterato ancora come dimostrano le poesie che di lui abbiamo, e signore di gusto.” COLUCCI

-“Probata insignem strenuitate.” DELAITO

-“Magnifico Signor mio Malatesta,/ Con grande Amore et sicurtà vi scrivo/ Come a colui ch’é d’ogni vizio privo,/ portando di virtù corona in testa./…/Giovene con valor sanza difetti,/ Io non veggio Signor che meglio approdi,/ Se come il tempo cresseran gl’effetti.” Da un sonetto di Franco Sacchetti riportato dal CECI

-“A Pesaro aveva provveduto ad allargare la cinta di mura, erigendovi una bella fortezza su disegno del Brunelleschi e la chiesa di S. Agostino; fu, a suo modo, un mecenate e comunque un uomo di cultura.” RENDINA

-“Poco fortunato con la spada, esso era divenuto celebre e così rinomato per la sua pulsione poetica, sfociata in sessantotto componimenti di natura religiosa, politica e amorosa.” FARINA

-“Manifestata precocemente un’innata inclinazione per le lettere, la poesia e le arti, coltivò in prima persona la forma metrica che gli valse l’epiteto “dei Sonetti”, in perfetta continuità con lo stimolante ambiente culturale sorto alla corte pesarese del padre, omaggiata dalla frequentazione di Francesco Petrarca.. Raggiunse i migliori risultati sul versante culturale ritagliandosi una posizione di rilievo come protettore e cultore delle arti. A cavallo fra Trecento e Quattrocento si alternarono alla corte di Pesaro personaggi di spicco come Francesco Casini, medico e docente universitario nonché intimo  della cerchia petrarchesca, Mariotto di Nardo, il pittore fiorentino che, insieme con il giovane allievo Lorenzo Ghiberti realizzò un trittico raffigurante la “Madonna col Bambino” tra angeli e santi (già nella chiesa di S. Giovanni e ora conservato nel Museo Civico di Pesaro). In ossequio a un gusto coevo, il Malatesta commissionò, poi, nel castello di Gradara, un ciclo di affreschi con eroi della guerra troiana e romana, andato perduto… Sulla tomba edificata, secondo le sue disposizioni testamentarie, nella chiesa dei frati minori di Rimini fu scolpita, con ogni probabilità, un’iscrizione di Cecco di Meleto Rossi di Forlì, di cui, tuttavia, non si conserva memoria documentaria. La notizia è desumibile da un’epistola di F. Petrarca (10 ott. 1364), interpellato dai figli del Malatesta, per assicurare al padre, attraverso un epitaffio metrico di celebre mano, la meritata commemorazione. Petrarca, declinando la richiesta per motivi di salute, scrisse ai due Malatesta parole carche di affetto e familiarità, esaltando in un breve panegirico la figura e la vita del loro padre.” FALCIONI

-Malatesta Malatesta si é consegnato alla storia anche come un significativi esempio di quei principi colti e partecipi della civiltà umanistica di cui stava imbevendo la cultura italiana.” ANGELINI-FALCIONI

-“Abile rimatore, ammirato autore di sessantotto componimenti poetici, di natura diversa sia politici che amorosi, religiosi e anche scherzosi, avendo a modello sia il “Canzoniere” di Petrarca, con cui coltiva rapporti personali; ama “le chiare, fresche e dolci acque”, ma è dispiaciuto di non poterle bere pure”, perché nel passare dalla fonte a casa, tanto le scaldano i raggi del sole.” TURCHINI

-Uomo per valore e coraggio fortissimo.” FABRETTI

-“Fu un accorto mecenate.. Nel cenacolo da lui raccolto spiccano il pittore Mariotto di Nardo (1365-1424) dal prezioso tratto tardo gotico e il medico umanista Francesco Casini (circa 1349-1406) seguace del Petrarca. Il signore fu in contatto epistolare con Coluccio Salutati (1331-1406), tra i maggiori letterati del tempo, e, attraverso il proprio segretario Pietro Turchi, amò stabilire rapporti con studiosi di varie discipline, tra le quali predilesse la filosofia, la medicina, l’astrologia. Commissionò affreschi per il castello di Gradara e si cimentò nella composizione di rime, attitudine comune anche a sua nuora Battista da Montefeltro, con la quale diede luogo a confronti poetici e a gare di invenzione. Fu rimatore di stampo petrarchesco interessato anche al modello della “Commedia” di Dante e seppe toccare temi legati alla spiritualità e all’ispirazione cristiana senza trascurare accenti amorosi che parvero intonarsi ai rimatori toscani coevi.” MORESSA

Fonte immagine: wikimedia

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