Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
A – B – C – D – E – F – G – H – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – W – X – Z
Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
LUIGI RODOMONTE GONZAGA Detto Rodomonte per la sua forza fisica.
Di Mantova. Duca di Traietto (Minturno) , conte di Fondi. Signore di Casalmaggiore, Sabbioneta, Ostiano, Rivarolo Mantovano, Dosolo, Correggioverde, Pomponesco. Principe del Sacro Romano Impero. Figlio di Ludovico Gonzaga, fratello di Cagnino Gonzaga, nipote di Pirro Gonzaga e di Federico Gonzaga, cugino di Carlo Gonzaga.
1500 (agosto) – 1532 (dicembre)
Anno, mese | Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1512 | Lombardia | E’ avviato agli studi umanistici; suo precettore è il latinista Giovanni Bonavoglia (Benivelus), titolare a Mantova della cattedra di eloquenza, arcidiacono della cattedrale, nonché amico di Baldassarre Castiglione e di Alfonso Capilupi. | |||
1517 | |||||
Giu. | Lombardia | Ottimo cacciatore, Baldassarre Castiglione gli regala un cane da caccia. Sempre nel periodo il suo tempo è assorbito anche da impegnative letture: legge, infatti, le opere di Cicerone, di Sallustio, di Valerio Massimo, di Giovenale e di Terenzio. Si interessa pure di astrologia. Mentre il fratello Cagnino (1518) viene inviato in Francia, si deve accontentare di restare a Mantova dove frequenta l’agostiniano napoletano Ambrogio Flandino. | |||
1519 | |||||
Mar. | Lombardia | Si trova a Mantova per la nomina di Federico Gonzaga: gli rivolge un “Trionfo”, un componimento poetico ad imitazione di quelli di Francesco Petrarca. | |||
1520 | |||||
Feb. | Lombardia | Prende parte ad una giostra. | |||
Mag. | Gli è affidato dal padre il primo incarico diplomatico. | ||||
………… | Spagna | A fine anno lascia la Lombardia per la Spagna. Gli è concessa una pensione dall’imperatore Carlo V. | |||
1521 | |||||
Mag. | Impero | Spagna | Frequenta la corte spagnola dove si distingue per la sua gagliardia negli esercizi cavallereschi. Si batte a Madrid con un moro gigantesco, riesce a sciogliersi dal suo soffocante abbraccio, lo solleva, lo fa girare sette volte attorno a sé prima di scaraventarlo a terra: per tale fatto verrà soprannominato Rodomonte. L’imperatore lo prende in simpatia. | ||
1522 | |||||
Giu. | Gran Bretagna | Si imbarca a Calais; segue in Inghilterra l’imperatore che deve incontrarsi con il re Enrico VIII: partecipa ad una partita di caccia nel parco di Windsor. | |||
1523 | |||||
Gen. | Carlo V gli concede in feudo Bozzolo ed altre terre confiscate allo zio Pirro Gonzaga da Bozzolo; i beni appartenenti allo zio Federico Gonzaga da Bozzolo sono, invece, concessi al marchese di Mantova Federico. | ||||
1525 | |||||
………… | Lombardia | Si fa riconoscere come signore di Ostiano, già appartenente allo zio Pirro. | |||
Sett. ott. | Lombardia | A Sabbioneta; si reca a Milano per riottenere dal duca di Milano Francesco Sforza Casalmaggiore a favore del padre. | |||
Nov. dic. | Impero | Francia Venezia | 200 cavalli leggeri | Lombardia | A metà novembre entra in Casalmaggiore, ritornato feudo del padre. E’ ben accolto dagli abitanti che lo accettano come governatore. Sempre nel periodo, in una pausa dovuta ad una tregua tra i contendenti, ha modo di venire alle mani con Giovanni dei Medici: causa della contesa è il duello tra l’alfiere del Medici, Pietro Antonio da Verona, ed uno spagnolo che, cieco d’un occhio, contro i patti sottoscritti in precedenza, ha ferito la cavalcatura dell’ avversario. I due sono separati dai loro commilitoni. |
1526 | |||||
Giu. | Lombardia | Ottiene dal marchese di Vasto Alfonso d’Avalos e da Antonio di Leyva l’incarico della guardia di Casalmaggiore; dopo qualche giorno assume il governo della località che gli è riconosciuto anche dall’ imperatore Carlo V. A sua disposizione vi è una piccola guarnigione spagnola. Il Gonzaga raccoglie nella città gli uomini della sua compagnia; la comunità locale, da parte sua, gli fa dono di molti scudi e riconosce il pagamento delle sue spese con larghezza. Mentre sta per completare l’organico della sua compagnia irrompe in Casalmaggiore Fabrizio Maramaldo con 800 fanti: Luigi Rodomonte Gonzaga minaccia subito di domandare licenza se il capitano imperiale non si allontana da tale centro. | |||
Lug. | Lombardia | Al comando di 170 cavalli leggeri e di 200 fanti è sconfitto e fatto prigioniero con Costantino Boccali a Pieve San Giacomo da Marcantonio da Martinengo, che lo sorprende in tale centro con 50 uomini d’arme, 200 cavalli leggeri e 800 fanti. E’ condotto a Pontevico per essere consegnato ai fratelli del capitano veneziano dopo la morte del Martinengo, avvenuta a Brescia per le ferite riportate nel combattimento. Rinchiuso nella rocca di Soncino, viene liberato in breve tempo anche per l’intervento del capitano generale della Serenissima, il duca di Urbino Francesco Maria della Rovere. A Milano. | |||
Ago. | Lombardia | Con Roberto da San Severino accompagna al campo di Lambrate Sigismondo Malatesta che deve battersi a duello con Ludovico Vistarini. | |||
Sett. | Lombardia | Prende parte alla difesa di Cremona; deve cedere di fronte agli attacchi portati dal della Rovere. Negli stessi giorni il Connestabile di Borbone affida la signoria di Casalmaggiore al padre Ludovico. | |||
Ott. | Lombardia | A Milano. Gli è consegnato del denaro per raccogliere con Ludovico Barbiano da Belgioioso 6000 fanti italiani. | |||
1527 | |||||
Gen. | Lombardia | Si trova a Pavia con il principe d’ Orange. Esce dalla città con il Connestabile di Borbone (5000 fanti, 5 compagnie di uomini d’arme, 9 compagnie di cavalli leggeri e 8 pezzi di artiglieria); cattura nel castello di Cassinelle 800 francesi che da Savona si stanno dirigendo ad Asti. | |||
Feb. | Emilia | A Fiorenzuola d’Arda. | |||
Mar. | Emilia | Nel parmense con spagnoli e lanzichenecchi: i suoi uomini mettono a sacco il castello di Noceto; a fine mese è a Cento. | |||
Mag. | Lazio | Partecipa al sacco di Roma. Ha il compito di attaccare la zona intorno a Porta San Pancrazio; è tra i primi a scalare le mura della città tra la Porta Aurelia e la Settimiana; irrompe nel Gianicolo e si impadronisce del borgo di San Pietro. Fa prigioniero Lucantonio Cuppano che viene subito liberato; si unisce con i lanzichenecchi di Corrado di Bemelberg e di Corrado Hess ed assale Ponte Sisto difeso da Renzo di Ceri. Assedia il papa Clemente VII in Castel Sant’Angelo. Raggiunge il palazzo dei Santi Apostoli dove alloggia la marchesa di Mantova Isabella d’Este e dove hanno trovato rifugio milleduecento gentildonne romane e mille uomini, tra ambasciatori, preti e patrizi, con i loro beni. Il bottino, comprensivo delle taglie, è valutato in due milioni di scudi. Con Luigi di Cordoba chiede per sé un riscatto di 52000 ducati che sono pagati in contanti, in gioielli ed in lettere di cambio: al Gonzaga va metà della somma, 12000 ducati al capitano spagnolo, altri 2000 a quattro capitani dei lanzichenecchi, il resto a Ferrante Gonzaga. Con Alessandro Gonzaga ed il Maramaldo difende i fanti spagnoli dai tedeschi che si ritengono discriminati nella divisione del bottino: assale i loro alloggiamenti in Trastevere ed uccide quanti gli si oppongono. Dopo pochi giorni, sempre con i due Gonzaga e Vespasiano Colonna, fa allestire sul Tevere alcune imbarcazioni sulle quali salgono Isabella d’Este e molti rifugiati nel palazzo dei Santi Apostoli, tra cui l’ambasciatore veneziano Domenico Venier, travestito da facchino. Truppe vengono da costoro schierate in ogni contrada attraversata per la loro difesa personale. | |||
Lug. | Lazio | Viene segnalato con i suoi uomini a Castiglione in Teverina. | |||
Nov. | Lazio | Si riprende da una malattia. Scorre nelle campagne vicine e vive di rapine. | |||
Dic. | Lazio ed Umbria | Le truppe imperiali lasciano Castel Sant’Angelo. Alla testa di 30 cavalli e di una grossa compagnia di archibugieri si dirige al quartiere Prati di Roma ed aiuta il pontefice a fuggire da Roma travestito da ortolano e nascosto nel fondo di una lettiga. Il convoglio è costituito anche da una chinea bianca e 40 muli forniti a Clemente VII dal cardinale Pompeo Colonna. Il Gonzaga scorta il papa a Montefiascone, dove sono licenziati quasi tutti i fanti, ed a Orvieto. Si acquista in tal modo la benevolenza di Clemente VII. | |||
1528 | |||||
Feb. | Si sdegna con gli imperiali perché concedono a Ferrante Gonzaga, anziché a lui, il comando dei cavalli leggeri: viene contattato dai francesi che gli offrono una condotta di 50 uomini d’arme. Rifiuta l’offerta. | ||||
Mar. | Puglia | Alla difesa di Molfetta con Giovanni Caracciolo. | |||
Apr. | Chiesa | Colonna | Lombardia e Lazio | Raduna in Lombardia fanti e cavalli; passa al servizio dello stato della Chiesa e difende Paliano dalle mire di Sciarra Colonna. Scacciato dalla località, raccoglie nuove truppe per difendere i diritti della sorella Giulia, vedova di Vespasiano Colonna già signore di Paliano. | |
Mag. | Lazio | Assale Paliano da due lati con 800 fanti. Con Napoleone Orsini sconfigge Sciarra e Prospero Colonna ed entra nella località: nello scontro è ferito da due colpi di archibugio. Libera Sciarra Colonna e, con l’aiuto della sorella, aspira a sposare Isabella Colonna, figlia di primo letto di Vespasiano; anche la donna, da parte sua, lo preferisce ad Ippolito dei Medici, scelto a suo tempo come sposo dal padre duca di Traietto. Il Gonzaga si separa dall’Orsini e lo assedia in Vicovaro. Da ultimo, esce da Paliano, alla cui guardia rimane Girolamo Mattei, per rientrare in Lombardia. | |||
Giu. | Lazio | E’ costretto a fermarsi a Viterbo per il gonfiore di una gamba. | |||
Lug. ago. | Toscana | Si reca a Firenze a perorare la sua causa. Ippolito dei Medici cede; il papa resta sempre contrario al suo progetto di matrimonio. | |||
Sett. | Emilia | A Fontanellato, ospite della sorella Paola, moglie di Galeazzo di San Vitale. | |||
Dic. | Lombardia | Il padre gli concede in feudo Rivarolo Mantovano. | |||
1529 | |||||
Gen. | Emilia | Protegge Roberto Pallavicini, marchese di Zibello e marito di una sua zia paterna, contro le pretese di Ludovico Rangoni, marito di una sua cugina, appoggiato viceversa dal pontefice. Si porta a Zibello e rafforza le difese della località. Nello stesso mese la nomina a cardinale di Ippolito dei Medici vanifica le disposizioni testamentarie di Vespasiano Colonna. | |||
Mar. | Lombardia | Rende ai cugini Carlo e Federico, figli di Pirro morto negli stessi giorni, le terre di Gazzuolo, di San Martino dall’Argine, di Dosolo, di Correggioverde e di Pomponesco che gli sono state assegnate dall’ imperatore. | |||
Sett. | Lombardia e Liguria | Lascia Rivarolo Mantovano e si reca a Genova per rendere omaggio all’imperatore per conto del papa Clemente VII. Compare un nuovo pretendente alla mano di Isabella Colonna nella persona di Ferrante Gonzaga, appoggiato dallo stesso Carlo V. | |||
Dic. | Emilia | A Bologna, dove si incontrano papa ed imperatore; vi difende la causa del fratello Cagnino. | |||
1530 | |||||
Feb. | Emilia | A Bologna alla solenne incoronazione ad imperatore di Carlo V. | |||
Mar. | Lombardia | A Mantova, per presenziare alla cerimonia in cui Federico Gonzaga viene insignito del titolo ducale da parte dell’ imperatore. Negli stessi giorni Isabella Colonna viene interrogata a Civita Castellana dagli inviati imperiali Giambattista Montebuono e Diego de Soto: la donna ribadisce di voler sposare solamente Luigi Rodomonte Gonzaga. | |||
………… | Chiesa | Firenze | Toscana | ||
1531 | |||||
Gen. mar. | Lazio | Si sposa a Roma con Isabella Colonna. La moglie gli porta in dote il ducato di Traietto (Minturno) e la contea di Fondi. Dopo tre mesi lascia la moglie in attesa di un bambino, il figlio Vespasiano: prima di partire le dona una gemma legata con un anello d’oro in cui sono scolpiti due occhi attorniati da sei epigrammi latini di vari autori. | |||
Apr. | Lombardia | A Mantova. | |||
Mag. | Lombardia | A Bozzolo, per il duello tra due gentiluomini di Piacenza, Giovanni Nicelli e Gianfrancesco Asinelli: dopo un’ora e mezzo interviene per separare i contendenti. Agisce in modo che costoro si riconcilino. | |||
Dic. | Germania | A metà mese parte alla volta della corte imperiale forse per caldeggiare, per conto del papa, una qualche iniziativa antiturca. | |||
1532 | |||||
Apr. | Emilia Lombardia e Lazio | Si incontra a Rivalta Trebbia con il cugino Carlo ed a Ferrara con Ludovico Ariosto che lo ricorderà nell’ ”Orlando Furioso”. Prende la strada per Roma. Si ferma a Fondi con la moglie per qualche giorno. | |||
Mag. | 2000 fanti | Marche | Raggiunge ad Ancona l’architetto Antonio da Sangallo: ha il compito di seguire i lavori della costruzione di un forte bastione alla Porta di Senigallia per difendere la città da possibili attacchi dei turchi. | ||
Giu. | Alfonso d’Avalos gli propone di seguirlo in Ungheria contro i turchi. Rifiuta. | ||||
Sett. | Chiesa | Ancona | Marche | Entra nottetempo in Ancona con 400 uomini tra fanti e cavalli: la città si regge ancora in forma repubblicana seppure con un governatore pontificio (Bernardino della Barba). Il Gonzaga occupa una porta ed è subito raggiunto dal vicelegato della Marca con 80 cavalli e 150 fanti. Chiede il governo della città a nome di Clemente VII; giunge il resto delle truppe (2000 fanti e 500 cavalli) a rafforzare il suo contingente. Ancona è costretta a cedere dopo un solo giorno; i cittadini sono spogliati delle armi ed il papa ordina la costruzione di una fortezza sul monte di San Ciriaco. Sei rettori della città sono decapitati, gli altri vengono incarcerati. | |
Ott. | Chiesa | Orsini | Lazio | Contrasta Napoleone Orsini; lo assedia nuovamente nella valle dell’Aniene, in Vicovaro, con Capino da Mantova. | |
Nov. | Lazio | Apre una breccia nelle mura e penetra nel borgo mentre le truppe dell’avversario si ritirano nel borgo. Schiera i suoi uomini nella piazza; durante l’arringa è ferito gravemente alla spalla sinistra da tre colpi di archibugio, che gli sono tirati da un soldato nascosto in una piccola casa. Viene condotto nel palazzo pubblico ove fa testamento. | |||
Dic. | Lazio | Muore a Vicovaro, ai primi del mese, dopo quattro giorni di agonia. E’ sepolto a Fondi. Il figlio Vespasiano gli farà erigere a suo onore una statua equestre in legno (con altre nove) nel salone del Palazzo Ducale di Sabbioneta. Amico di Baldassarre Castiglione, di Ludovico Ariosto e di altri letterati quali il Facio, Alfonso Capilupi ed Ambrogio Fiandino. Autore di “Stanze” che dedica a Ludovico Ariosto. Quest’ultimo lo ricorderà due volte nell”Orlando furioso”. Fa menzione del Gonzaga anche Bernardo Tasso; Torquato Tasso lo colloca invece tra i “primi eroi” in un dialogo sulla scherma stampato nel 1575. G. Muzio gli dedica le sue “Egloghe”; il conte Niccolò d’Arco gli indirizza un’elegia in latino; altri versi scrivono in sua memoria Gandolfo Porrino (le “Pompe funerali”), Teofilo Folengo e Giammatteo Toscano. Rammentato in una novella da Matteo Bandello. |
CITAZIONI
-“Il terrore dei tornei e delle battaglie.” ODORICI
-“Luigi da Gazolo il ferro caldo/ Fatto nel collo gli ha d’una ferita,/ che con l’arco gli dié Febo, quand’anco/ Marte la spada sua gli mise al fianco.” ARIOSTO
-“Era di tanta formosità di vita, e non di faccia, che la maestra natura a gran fatica con tutta l’arte sua imitar lo puotria… Era huomo e d’ingegno e di possa soprannaturale..Sua signoria non da arte, ma da natural forza aiutato ogni grosso ferro di cavallo con le mani apriva, e una fune di grossezza quanto sono quatro o ver cinque corde d’arco insieme poste..con un suolo scosso spezzata rimaneva.” GUAZZO
-“Era il Gonzaga uomo di amene lettere, e i migliori poeti del suo tempo ne piansero la morte.” LITTA
-“Huomo valoroso e forte.” ROSEO
-“Servì Luigi sì bene a un tempo stesso all’armi, ed alle Muse, che l’une invidiar non poterono all’altre tanto sollecito a’ doveri di entrambe prescritto.” AFFO’
-“Nati d’un sangue, il sangue incontro agli empj/ Spendeste, e l’Oglio quasi al Mincio eguale/ nelle glorie rendeste, e negli onori.” Da un sonetto scritto in onore suo e del cugino Carlo dal TASSO
-“Fu huomo molto perito nella militia, e anco letterato.” ALBERTI
-“..el gran sasso, al grave polo,/ Al lieve salto, ed alle forti lotte/ Alcun non era, che a tentarlo ardisse.” Da un’egloga del Luzio riportata dall’AFFO’
-“..fu di mortal piaga/ d’un archibuso lui ferito a morte/ da un fantacin, qual sotto era a mia paga.” Da un lamento per la morte di Napoleone Orsini riportato da MEDIN-FRATI
-“Capitano valorosissimo..Era di quadrata statura, e nerbuto assai: di volto bianco: d’occhi, e capelli castagnicci: e di barba rossa.” CAPRIOLO
-“Si distinse in molti fatti d’arme.. Fu amico dell’Ariosto, in lode del quale scrisse alcune bellissime stanze, che in molte edizioni, sono poste dopo l'”Orlando furioso”.” MAINARDI
-“La morte di Luigi Rodomonte suscitò il cordoglio generale perché veniva a mancare nel fiore della giovinezza un valoroso cavaliere. Tra i letterati del tempo che strinsero rapporti con Rodomonte, oltre a Ludovico Ariosto, che lo cita nel ventesimo canto della terza edizione dell'”Orlando furioso”, chiamandolo semplicemente “Luigi di Gazolo”, si ricorda anche Gandolfo Porrino, segretario di Giulia Gonzaga a Fondi. Porrino compose in occasione della morte di Rodomonte una lirica in ottavo dal titolo “Pompe funebri nella morte del Signor Luigi Gonzaga chiamato Rodomonte”. Luigi Gonzaga fu legato da un vincolo di amicizia e dal conseguente scambio di lettere e rime a Baldassarre Castiglione, a Pietro Bembo e a Stefano Guazzo. Questi celebri letterati considerarono Luigi un loro pari, anche se sembra che il figlio Vespasiano lo abbia superato come rimatore.” SARTORI
-“Precoce nel verseggiare, si presta subito a una mitizzazione encomiastica cui non è estraneo T. Folengo, ammiccante nel Gonzaga “magnanimum pectus forzamque leonis/grandizamque anime”- convocante su di lui la numinosa tutela d’Apollo e Marte, in lui riscontrante la “robur” d’Achille e una vocazione “Hetruscis numeris”, a tal punto imperiosa da precofigurare, quasi “alter Homerus”, come azzarda, senza tema d’esagerare, un epigramma latino di Gianmatteo Toscano. Prima ancora che dia prova di sé e con le gesta e con meno immaturi versi – e quando la darà di gran lunga eccedenti la sua modesta portata – le amplificazioni che ne esalteranno il profilo “post mortem”, sfruttato, vien da dire, a mo’ di pretesto per svarianti modulazioni sulla tastiera offerta dall’animo gentile racchiuso in un corpo possente, dall’intreccio nobiltà di sentire e maestosa figura – il Gonzaga è innalzato da una affabulazione in costante crescita, anche perché incentivata dall’orgoglio del padre e dall’ambizione del precettore (il Bonavoglia) di brillare di gloria riflessa… La notizia della sua scomparsa si diffonde immediatamente “Ebbi grandemente doluta la morte” del Gonzaga scrive il Bembo a Carlo Gualterucci. “La povera Italia -commenta – dopo tane altre perdite, ha or fatto questa: che ha perduto il più valoroso uomo che ella nelle armi avesse.” Trasportata a Fondi la salma è qui sepolta, mentre Gandolfo Porrino, segretario della sorella Giulia, compone in versi le “Pompe funerali”. “Spietata la parca – così a Giulia Bernardo Tasso – ha “spento” uno dei “lumi maggiori” della penisola nel pino della “gloria” dei suoi “fatti egregi””. BENZONI
-“Luigi, detto Rodomonte per la sua forza e prestanza fisica, aveva trascorso la sua fanciullezza, attorniato da maestri scrupolosamente scelti, fra i quali primeggiava Giovanni Bonavoglia, illustre latinista. Ebbe così un’educazione umanistica molto accurata che, unita alle sue proverbiali doti atletiche, gli permisero di rendersi noto come soldato e autore di componimenti poetici, di traduttore e collezionista bibliofilo.” AGOSTA DEL FORTE
-“Fu egli nel volto oltre ogni comparazione bello ed aggraziato; viril però nel medesimo tempo ed aperto, barba folta e nerissima, ricciuti capelli, labbra sporgenti forse un po’ troppo, a indicarti, secondo i fisionomanti, la schiettezza e buona fede dell’animo suo; l’occhio vivacissimo e d’un ceruleo pendente al nero; spaziosa e rilevata la fronte al più menomo sentimento dell’anima. Della sua statura varie sono le sentenze!” A. Racheli, riportato da AGOSTA DEL FORTE
-“Alla forza somma, che la natura per non mancare a se medesima, aveva messo in sì prodigiose membra, andavan congiunte tutte le virtù e le doti più rare dello spirito; egli maturo in prudenza, facile a tutti, egli facondo, liberale, magnanimo, e di tanta fedeltà all’impero, che ne facea scrupolo. Direbbesi anzi che in lui la virtù dell’obbedienza fosse per eccesso portata alla cecità, il che più delle volte poté esser fatto strumento efficacissimo di turpi imprese.” G.M. Faroldi riportato da AGOSTA DEL FORTE
-Epigrafe posta alla base del suo monumento equestre “Aloysius Marchio de Gonzaga Dux Trajecti Sacri/ Romani Imperii Princeps”
BIOGRAFIE SPECIFICHE
-I. Affò. Vita di Luigi Gonzaga detto Rodomonte.
Fonte immagine: wikimedia