Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
LUIGI DAL VERME (Alvise dal Verme) Di Verona.
Conte di Sanguinetto. Signore di Bobbio, Voghera, Castel San Giovanni, Busseto, Nogarole Rocca, Gazzo Veronese, Castelbaldo, Pianello Val Tidone, Rocca d’Olgisio, Pecorara, Caprile, Ruino, Albareto, Romagnese, Sala, Vicomarino, Fortunago, Poviglio, Zavattarello, Pietragavina, Borgonovo Val Tidone, Villabona, Sustinenza, Oramala. Figlio di Jacopo dal Verme, fratello di Peterlino dal Verme, padre di Pietro dal Verme e di Taddeo dal Verme, nipote di Taddeo dal Verme, cugino di Ugolino dal Verme, genero del Carmagnola (dote di 5000 ducati, un palazzo a Milano in via Broletto) e di Francesco Sforza.
1390 ca. – 1449 (settembre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1414 | Veneto | Interviene in soccorso dello zio Taddeo dal Verme in gravi difficoltà finanziarie: paga per suo conto la somma di 800 ducati di cui il congiunto è debitore. | |||
1417 | Venezia | ||||
1418 | Sforza | Napoli | Milita nelle compagnie di Muzio Attendolo Sforza contro le truppe della regina di Napoli Giovanna d’Angiò. | ||
1419 | |||||
Apr. giu. | Milano | Cremona | Lombardia | Combatte agli ordini del Carmagnola ai danni del signore di Cremona Gabrino Fondulo. Ha il comando dell’ala sinistra dello schieramento visconteo. Si dirige su Castelleone mentre Arrigo Zambra deve impadronirsi di Pizzighettone. Assedia vanamente la località. Gli vengono contro Niccolò da Tolentino ed il Biancarello che lo mettono in difficoltà. Il duca di Milano gli invia in soccorso 1000 fanti e 300 cavalli forniti in parte dal marchese del Monferrato ed in parte da Giorgio Benzoni. Questi ultimi sono agli ordini di Venturino Benzoni. Luigi dal Verme si ricollega nuovamente con il Carmagnola ed assedia Castelleone. La località è costretta a cedere; ne è nominato governatore. | |
1420 | |||||
Apr. | Bologna | Chiesa | Emilia | Al servizio del signore di Bologna Antongaleazzo Bentivoglio contro i pontifici. Attacca con 300 cavalli Braccio di Montone mentre sta visionando le fortificazioni di Bologna: ferito da un colpo di lancia, viene disarcionato; rimesso sulla sua cavalcatura, riesce a salvarsi con la fuga. Sono catturati 80 cavalli della sua compagnia ed altri 30 sono feriti. | |
1421 | |||||
Mar. | Lombardia | A metà mese a Milano, nel castello di Porta Giovia; gli è rinnovata l’investitura di alcuni beni feudali già concessi dai Visconti al padre Jacopo (Pianello Val Tidone, Pecorara e Borgonovo Val Tidone). Testimone all’ atto è Guido Torelli. | |||
1422 | |||||
Mar. | Il duca di Milano Filippo Maria Visconti rinnova a Luigi dal Verme ed al fratello Peterlino tutte le concessioni fatte da Gian Galeazzo Visconti a favore del loro padre Jacopo. | ||||
1423 | |||||
Estate | Firenze | Milano | 50 lance | Romagna | In Romagna a favore dei fiorentini contro i viscontei. |
1425 | |||||
Ago. | Perugia | E’ condotto dai perugini tramite il cardinale di Bologna il legato Antonio Correr. Gli abitanti non vogliono ottemperare al pagamento delle sue spettanze provocando con ciò le ire del presule che lascia Perugia. | |||
1426 | |||||
Feb. | Venezia | Milano | 200 lance | Toscana | E’ condotto per sei mesi di ferma e sei di rispetto. Viene inviato in Toscana per affiancare i fiorentini contro i viscontei. |
………….. | Emilia | Appoggia il marchese di Ferrara contro Guido Torelli e Niccolò Piccinino che dall’Emilia stanno cercando di irrompere in Toscana. | |||
Sett. nov. | Lombardia | Affianca Niccolò da Tolentino ed Arrigo della Tacca all’assedio della cittadella di Brescia. Nel corso dell’anno deve ancora intervenire in termini finanziari a favore della favore della famiglia dello zio Taddeo dal Verme: la cugina Paola gli cede tutti i suoi beni per saldare un debito di 6500 ducati. | |||
1427 | |||||
Apr. | 600 cavalli | Lombardia | Al campo di Castenedolo. | ||
Mag. | Lombardia | Con il Carmagnola al fatto d’arme di Gottolengo. | |||
………….. | 260 lance e 100 fanti | Romagna | E’ segnalato a Ravenna. | ||
Ott. | Lombardia | Eredita i beni del cugino Ugolino. | |||
1428 | |||||
Apr. | Lombardia | Con la firma dell’accordo tra Venezia e Milano può recuperare tutti i beni posseduti nel ducato milanese. E’ segnalato sul Mella a controllare i movimenti dei viscontei. | |||
Ago. | Emilia e Toscana | Transita per Bologna con 500 cavalli allo scopo di scortare il Carmagnola ai bagni di Siena. A Siena. | |||
1429 | |||||
Feb. | Veneto | A Venezia in Piazza San Marco. Presenzia alla cerimonia in cui il Carmagnola viene nominato conte di Chiari. | |||
Apr. | 200 lance | Gli è rinnovata la condotta di 600 cavalli per sei mesi di ferma e sei di rispetto; gli è riconosciuta una provvigione mensile di 200 ducati. Si impegna a non combattere i veneziani per sei mesi alla fine del suo servizio. | |||
1430 | |||||
Ott. | Il Senato conferma a lui ed al fratello i privilegi di cui essi godono su Sanguinetto. Nell’anno sposa Luchina di Bussone, figlia del Carmagnola, che gli porta in dote 5000 ducati ed un palazzo a Milano sito in via Broletto. | ||||
1431 | |||||
Feb | Venezia | Milano Impero | Lombardia | Attraversa l’Oglio con Pietro Giampaolo Orsini per occupare Treviglio e Caravaggio; si collega con Lorenzo Attendolo e si spinge sino a San Zenone al Lambro. Dà il guasto al territorio circostante. | |
Giu. | Maresciallo campo | Lombardia | Il Carmagnola lo nomina suo maresciallo di campo con Guidantonio Manfredi, Lorenzo Attendolo e Luigi da San Severino. I quattro condottieri hanno piena libertà di azione e 100 ducati il mese in più ciascuno di provvigione. | ||
Nov. | Friuli | Affronta le truppe dell’imperatore Sigismondo d’Ungheria. Muove su Rosazzo dove gli imperiali sono sconfitti. | |||
1432 | |||||
Mar. | Lombardia | Viene informato in maniera preventiva dal Senato del prossimo arresto del suocero; è invitato nello stesso tempo a rimanere fedele alla repubblica. | |||
Ott. nov. | Lombardia | Si unisce con Luigi da San Severino e Pietro Giampaolo Orsini; costruisce un ponte di barche sull’Adda nei pressi di Brivio; entra nel milanese con 5000 cavalli e 4000 fanti. Fronteggiato dal Piccinino (novembre) è respinto e costretto a rientrare nel veneziano previa distruzione del ponte alle sue spalle. | |||
1433 | |||||
Lug. | Veneto | Con la firma del trattato di pace tra i belligeranti gli è ridotta la condotta di un terzo; in cambio recupera il possesso dei suoi beni nel ducato. A settembre si trova a Peschiera del Garda: è qui armato cavaliere dall’imperatore Sigismondo d’Ungheria. Gli è anche riconosciuto il titolo di conte di Sanguinetto, un territorio comprendente i borghi di Sustinenza, Casalannone, Campalana, Castagnana, Villabona, Caprile, Spilemberto, Cogosso e Nitasio. | |||
1434 | |||||
Ago. | Venezia | Milano | Emilia | E’ sconfitto da Niccolò Piccinino a Castel Bolognese. | |
1436 | |||||
…………. | 800 cavalli | ||||
Mar. | Milano | 1500 cavalli e 300 fanti | Lombardia | Contattato dal consigliere ducale Guarnerio Castiglione, decide di passare al servizio di Filippo Maria Visconti. Affitta per dieci anni ogni suo possesso nel veronese e si sposta in Lombardia. Gli sono concesse una condotta di 1500 cavalli e 300 fanti ed una provvigione mensile di 500 ducati. Gli sono riconosciuti i feudi di Voghera, Bobbio, Castel San Giovanni, Busseto, Cogoleto, Romagnese, Caprile. La Serenissima interpreta la sua azione come un caso di diserzione particolarmente grave perché il dal Verme è veronese e dispone persino di un seggio al Maggior Consiglio. Gli è confiscato il feudo di Sanguinetto e le sue proprietà, acquistate in gran parte dai Pisani, sono messe all’asta. | |
1437 | |||||
Giu. ago. | Milano | Firenze Genova | Emilia e Toscana | Muove con 1500 cavalli e 800 fanti in soccorso dei lucchesi. Transita per il parmense lungo il Po; si collega con il Piccinino in Lunigiana. Staziona sotto Pietrasanta con Cristoforo da Lavello; contrasta con successo in Versilia Battista Campofregoso. | |
Sett. | Toscana | Vengono contro Luigi dal Verme Taliano Furlano, Cristoforo e Giovanni da Tolentino. E’ obbligato a rientrare in Lombardia anche per respingere l’offensiva che vi è portata da Gian Francesco Gonzaga e dal Gattamelata. | |||
…………. | Emilia | Ottiene in feudo nel piacentino i castelli di Pietratiglia e di Pietracorva. | |||
1438 | |||||
Lug. | Milano | Venezia | Lombardia e Veneto | Attraversa di notte l’Oglio tra Marcaria e Canneto sull’Oglio; tenta di colpire alle spalle il campo veneziano di Acquanegra sul Chiese; con tale mossa costringe il Gattamelata a spostare in fretta e furia le sue truppe a Brescia. Con la sconfitta del capitano avversario a Gardone Riviera, si sposta nel veronese con il Gonzaga (che ora milita per i ducali); ottiene per trattato Valeggio sul Mincio. Scorre sotto le mura di Verona; gli si oppone Cristoforo da Tolentino appena giunto nella città. Il dal Verme è costretto a ripiegare a Rivoltella. | |
Sett. | Veneto e Trentino | Sempre con il Gonzaga blocca sul Mincio a Peschiera del Garda un primo tentativo del Gattamelata di lasciare Brescia per collegarsi nel veronese con il resto delle forze veneziane; lo costringe a ricercare una nuova strada a nord del Garda. Lo blocca ancora al salto Petrano sul Sarca nei pressi di Arco; i veneziani occupano il passo con uno stratagemma. Il dal Verme deve ritirarsi con Francesco d’Arco che lo ha affiancato nell’iniziativa. | |||
Ott. | Lombardia e Veneto | Cerca di impadronirsi di Bergamo per un trattato con i Suardi tramite un cancelliere del connestabile Scaramuccia da Forlì; si presenta al momento convenuto con i ghibellini della Val Brembilla davanti alla Porta di San Lorenzo; i veneziani riescono a sventare il complotto. Ritorna nel Veneto; a fine mese batte a Legnago Giovanni da Tolentino cui cattura 200 cavalli. Viene infeudato dal Visconti di Castelbaldo nel padovano appena conquistata. A fine mese è richiamato nel bresciano ed è segnalato a Morengo ed a Roccafranca. | |||
Nov. | Lombardia | Assedia Brescia, si colloca di fronte al Ravarotto e fa scavare ai suoi guastatori alcune gallerie sotterranee per entrare in città. Queste sono fatte saltare con mine dai difensori. | |||
1439 | |||||
Feb. mar. | 1000 cavalli | Veneto | Si incontra a Villa Bartolomea con Niccolò Piccinino e Gian Francesco Gonzaga: il provveditore di Legnago per rallentare la marcia ai viscontei fa tagliare gli argini dell’Adige. L’allagamento dei terreni provoca l’annegamento di numerose pecore. A marzo attraversa il fiume nei pressi di Legnago e scorre nelle campagne vicine di San Martino Buon Albergo. | ||
Ago. | Milano | Cantoni Svizzeri | Svizzera | Con Luigi da San Severino contrasta gli svizzeri a Bellinzona. | |
Sett. | Milano | Venezia | Lombardia | Ritorna ad assediare Brescia. Sconfigge gli avversari a Toscolano-Maderno. | |
Nov. | Veneto | Appoggia Niccolò Piccinino alla conquista di Verona. Con l’aiuto di Giacomazzo da Castel Bolognese, un disertore che sorveglia la porta del borgo di San Zeno, elude il controllo dei difensori ed entra nottetempo nella città con 300 cavalli e molti fanti; inizia il saccheggio; punta al palazzo del Gattamelata (un tempo suo) che svuota dei suoi beni. Dopo tre giorni Francesco Sforza rientra in Verona e ne scaccia i viscontei; cerca inutilmente di opporsi agli avversari con Niccolò e Francesco Piccinino. Deve lasciare la città. | |||
1440 | |||||
Mar. mag. | Veneto Lombardia | Dopo la tregua di un mese tra le parti a marzo attraversa l’Adige e perviene a Legnago. Compie alcune scorrerie nella campagna di San Martino Buon Albergo. Si impadronisce di 60 carri di vettovaglie e fa numerosi prigionieri. Il bottino è valutato in 4000 ducati. Altra scorreria è effettuata nel territorio di Tomba di Sotto. Fa costruire a Bussolengo 4 zattere, attraversa l’Adige ed irrompe in Valpolicella. Di seguito è costretto a rientrare in Lombardia. Con Taliano Furlano arretra nel bresciano e si colloca sull’Oglio: si accampa tra Soncino ed Orzinuovi e controlla il ponte posto tra i 2 castelli. | |||
Giu. | Lombardia | Sconfitto a Soncino da Francesco Sforza, ripara a Crema, si sposta in Ghiaradadda e si colloca alla difesa di tale territorio. | |||
1441 | |||||
Apr. | Lombardia | Si dirige a Lovere con il Sarpellione. Si impossessa del castello con le bombarde. | |||
Giu. | Lombardia | Partecipa alla battaglia di Cignano. Chiede Tortona in feudo al duca; parimenti il Piccinino pretende Piacenza ed analoghe richieste fanno pure Luigi da San Severino per Novara e Taliano Furlano per Bosco Marengo e Frugarolo. Il Visconti di fronte a questa prospettiva di frantumazione del ducato preferisce fare la pace con fiorentini e veneziani; permette pure il matrimonio della figlia Bianca Maria con lo Sforza. | |||
Nov. | Alla firma ddella pace deve restituire ai veneziani i suoi feudi di Nogarole Rocca e di Castelbaldo. | ||||
1442 | |||||
Mar. | Emilia | Si trova a Piacenza. | |||
Apr. | Emilia | Si unisce con il Piccinino a Bologna. | |||
Ott. | Lombardia | Ottiene in feudo dal Visconti la rocca di Oramola ed il castello di Montefalcone, già dei marchesi Malaspina di Varzi e Godiasco. | |||
1443 | |||||
Apr. | Emilia | Transita per Piacenza con i suoi cavalli e 800 fanti; tocca Bologna con l’obiettivo di recarsi nella marca d’ Ancona. | |||
Giu. | Milano | Bologna | Emilia | Bologna insorge ai danni di Francesco Piccinino. A tale notizia lascia Castel San Pietro Terme, scorre attorno a Medicina fa prigionieri numerosi contadini e razzia bestiame. Si dirige a Cento per catturarvi Ludovico Bentivoglio: entra nella rocca e da qui cerca di penetrare nel paese. Gli abitanti, con l’aiuto di 200 cavalli di Alberto Pio (che pure milita agli ordini del Piccinino), lo scacciano dalla località con la perdita di più di cento uomini (20 morti tra i cittadini). Assedia Cento, costringe gli abitanti a cedere ed a consegnargli Alberto Pio che, nel frattempo, fa in tempo a fuggire a Carpi. Ricevuti 500 fiorini ed l’assicurato circa alla fornitura di vettovaglie per le sue truppe, si allontana dal contado; ottiene a patti San Giovanni in Persiceto, Crevalcore, Sant’Agata Bolognese, Manzolino e Piumazzo; non gli si arrende Castelfranco Emilia per cui dà alle fiamme i borghi di Panzano e Gazzo con ottanta abitazioni; razzia grande quantità di bestiame al Ponte Poledrano (Bentivoglio). Sosta a Corticella ed ancora a San Giovanni in Persiceto; tenta di tagliare le condutture d’acqua che portano a Bologna. Gli avversari gli catturano 50 cavalli e 40 fanti inviati dal dal Verme a Casalecchio di Reno per deviare le acque del fiume. | |
Lug. | Emilia | Assedia Castelfranco Emilia; vista l’inutilità degli sforzi si accontenta di infestare i contadi di Buonconvento, Cazzano, Cadevano e San Giorgio di Piano. I suoi uomini sono tanto sicuri della vittoria che allentano le misure di sicurezza. | |||
Ago. | Emilia | Con l’arrivo in soccorso ad Annibale Bentivoglio di rinforzi da parte veneziana e fiorentina (Tiberto Brandolini, Guido Rangoni, Simonetto da Castel San Pietro) esce dalla Riccardina; si dirige a Pieve di Cento ed a San Giovanni in Persiceto con 3000 cavalli. Gli muovono contro il Bentivoglio e le milizie cittadine guidate da Pietro Navarrino: il combattimento avviene presso il castello di San Giorgio di Piano e dura dalle prime ore della mattina alle ore serali. Piantato in asso da Guidantonio e da Astorre Manfredi, il dal Verme è attaccato dalla prima schiera nemica forte di 7000 uomini tra cavalli e fanti comandati dal Bentivoglio: spedisce loro contro Paolo da Roma che è costretto a ritirarsi di fronte alla furia dei bolognesi. Un secondo squadrone è bloccato da Pietro Navarrino. I suoi uomini indietreggiano; anche il dal Verme entra nel vivo della battaglia. E’ affrontato da Simonetto da Castel San Pietro che lo mette in fuga; inseguito dal Bentivoglio, trova riparo nel castello di Carpi. Tra i viscontei sono catturati 2000 cavalli, 236 uomini di taglia e 11 capisquadra. Sono persi tutti i carriaggi. | |||
Sett. ott. | Emilia | Nel carpigiano raccoglie numerose truppe con Cervato da Caravaggio ed Alberto Pio, con il quale si è rappacificato, per ritornare nel bolognese. E’ organizzato un trattato per impossessarsi del castello di San Giovanni in Persiceto: la trama viene sventata ai primi di ottobre. | |||
1444 | |||||
Primavera | Emilia | A Piacenza con 2000 cavalli. | |||
Giu. lug. | Romagna | Attraversa il forlivese con 2000 cavalli e 500 fanti. Le sue truppe ricevono regolari rifornimenti da Forlì. A fine mese le sue compagnie giungono a Salvagnano ed a Magliano: i suoi cavalli, che fino a questo momento si sono comportati in modo corretto, incominciano a devastarne il territorio. Si oppongono loro i contadini. A luglio si trova a Selbagnone, Magliano e Fenazzano con il Piccinino, che, a sua volta, sta rientrando dalla marca d’Ancona. | |||
Ago. | Ferrara | Romagna Lombardia | Licenziato, si trasferisce nel ferrarese agli stipendi di Leonello d’Este (sei mesi di condotta dietro un corrispettivo di 14000 ducati il mese). Lascia il forlivese (via Ferrara) con l’ambasciatore ducale Francesco da Landriano e si reca a Milano con Niccolò Piccinino, richiamato a Milano dal Visconti. A Castelleone. | ||
1445 | |||||
Lug. | Milano | Emilia | Nel bolognese con Taliano Furlano. | ||
1446 | |||||
Mag. | Milano | Venezia | Lombardia | Si muove verso Cremona con Francesco Piccinino ai danni dello Sforza alla testa di 1000 fanti e di 5000 cavalli: nella città viene organizzato da Rolando Pallavicini e dai ghibellini locali un trattato a favore del duca di Milano. | |
………….. | Toscana | Al fallimento dell’iniziativa è inviato con Pietro Maria dei Rossi alla conquista di Pontremoli, altro feudo di Francesco Sforza. | |||
Ago. sett. | Lombardia | Richiamato nel cremonese, supera il Po e cerca ancora di impossessarsi del capoluogo. A fine agosto si accampa a Castiglione con Luigi da San Severino e Bartolomeo Colleoni. A settembre è sconfitto al Mezzano, un’isola sul Po ad un miglio da Casalmaggiore, da Micheletto Attendolo. | |||
Nov. | Lombardia | L’esercito veneziano attraversa l’Adda a Spino. Con Luigi da San Severino e la compagnia del Colleoni cerca di opporsi agli avversari per ricacciarli al di là del fiume. Ha inizio un duro combattimento notturno al cui termine dopo due ore è messo in fuga. I ducali perdono 600 cavalli, tra cui il Campanella, e molte cernite. | |||
1447 | |||||
Giu. | Lombardia | Punta su Como, Pieve d’Inzino ed il Monte di Brianza: attaccato dall’ Attendolo, gli sono inflitte notevoli perdite. Si fortifica in Brivio. | |||
Ago. | Milano | Venezia | Lombardia | I veneziani abbandonano l’assedio di Lecco e riattraversano l’Adda. Con Francesco Piccinino ed Antonio da Landriano muove alla volta di Como, di Pieve d’Inzino e del Monte di Brianza al recupero delle terre perdute. Alla morte del Visconti, avvenuta lo stesso mese, nel castello di Milano compaiono le insegne di Alfonso d’ Aragona; il dal Verme si incontra con il luogotenente del re di Napoli Raimondo Boilo; gli giura fedeltà con Guidantonio Manfredi, Carlo Gonzaga, Guido Torelli ed i figli di Luigi da San Severino, Amerigo, Bernabò e Francesco. All’ uscita è trascinato dal movimento popolare a riconoscere la Repubblica Ambrosiana, appena costituita, ed a porsi al suo soldo; svaligia gli uomini d’arme del capitano aragonese e ne saccheggia i beni che si trovano nel monastero di Sant’Ambrogio. | |
Sett. | Emilia | Esce da Castel San Giovanni e scorre nel piacentino. Con la ribellione di Piacenza è inviato nella zona per controllarvi la situazione: nello stesso periodo è anche contattato dai veneziani per un suo eventuale cambiamento di campo. Occupa Sarmato ad Alberto Scotti che si è posto alla difesa di Piacenza per conto dei veneziani; si impadronisce di 4000 staia di biade che spedisce a Castel San Giovanni. | |||
Ott. dic. | Emilia | Appoggia Francesco Sforza all’ assedio di Piacenza. Si acquartiera tra il monastero di Quartezzola, Casalnuovo e la torre di Ripalta; con Paolo da Roma ed Antonio di San Giovanni copre il terreno posto nei pressi del monastero di Santa Maria di Galilea alla Misericordia. Ha il compito di assalire con Guidantonio Manfredi le mura tra Porta San Raimondo e Porta Stralevata al fine di proteggere i lavori dei guastatori e dei bombardieri. | |||
1448 | |||||
Lug. | Lombardia | Condona alla Repubblica Ambrosiana metà dei crediti vantati per le paghe dei suoi uomini (18000 ducati su 36000): lascia il lodigiano con lo Sforza, attraversa il cremasco ed in tre giorni giunge al Moso sul Po nei pressi di Cremona. Prende parte alla battaglia navale che si svolge presso l’isola del Mezzano in cui è disfatta la flotta veneziana di Andrea Querini e di Niccolò Trevisan. | |||
Ago. | Lombardia | Assedia il castello di Caravaggio; si colloca con Guglielmo di Monferrato, Cristoforo Torelli e Carlo Gonzaga a sinistra rispetto alla Porta Orientale; a destra si pongono invece i condottieri di scuola braccesca. Verso fine mese incomincia a chiedere licenza allo Sforza per il ritardo nel pagamento delle paghe. | |||
Sett. | Lombardia | Si distingue nella battaglia di Caravaggio, dove ha il comando di 14 squadre di uomini d’arme; espugna il campo veneziano difeso dal Colleoni. Con Cristoforo Torelli e Dolce dell’Anguillara ha il compito di inseguire gli avversari in fuga. Di seguito segue lo Sforza sotto Brescia. | |||
Ott. | Sforza | Milano Duca Savoia | 600 lance e 500 fanti | Lombardia | Con il trattato di Rivoltella del Garda ha qualche difficoltà a sostenere lo Sforza che si è alleato con i veneziani. Dopo la promessa del suo matrimonio con una figlia del medesimo Sforza (ed il matrimonio tra la figlia Antonia e Sforza Secondo Sforza, figlio naturale del futuro duca di Milano), nonché la speranza che gli viene data di potere recuperare i feudi di Pieve d’Inzino, della Valsassina e di Monguzzo già di suo padre, si pone al suo servizio per un anno di ferma. |
Nov. | Lombardia | Con Guglielmo di Monferrato ed i 3 fratelli da San Severino opera alcune scorrerie nel territorio compreso tra Milano e Pavia. | |||
Dic. | Piemonte | Occupa a forza e saccheggia il castello di Novara e di Romagnano Sesia, difesi entrambi dai sabaudi: agli abitanti ed ai soldati è imposta una taglia per potere dare il soldo alle sue compagnie. La rocca è messa a sacco e smantellata. Il dal Verme viene ferito in modo grave durante le operazioni d’assedio. | |||
1449 | |||||
Feb. | Lombardia | Assedia Milano; con Guglielmo di Monferrato e Dolce dell’Anguillara effettua molte incursioni sulle strade che conducono da Pavia ai navigli della città. Assedia Monza con Francesco Piccinino (al momento collegatosi con lo Sforza), Giovanni Ventimiglia, Dolce dell’Anguillara, Cristoforo Torelli e Matteo da Capua. Si colloca sul lato occidentale rispetto al castello; con le bombarde getta a terra parte delle mura. | |||
Mar. | Lombardia | Viene ancora ferito gravemente ad un ginocchio da un colpo di schioppetto in un attacco improvviso condotto da Carlo Gonzaga, che lo coglie impreparato con Dolce dell’Anguillara. E’ ricoverato per più mesi a Pavia per esservi curato. Durante la convalescenza acquista dai Malaspina il marchesato di Pietragavina. | |||
Sett. | Lombardia | Muore nei primi giorni del mese a Melzo a causa di una forte febbre. La salma è riportata a Pavia per essere traslata a Voghera. E’ sepolto nella collegiata di San Lorenzo. Con il rifacimento della chiesa, agli inizi del 1600, la tomba di Luigi dal Verme andrà distrutta e le spoglie saranno disperse. Si sposa nel 1408 con Valpurga Scotti, figlia del conte di Vigoleno e signore di Castell’Arquato Francesco; in seconde nozze nel 1429 con Luchina Bussone, figlia del Carmagnola ed in terze nozze con Antonia Sforza, figlia del duca di Milano Francesco. |
CITAZIONI
-“Famoso per il nome paterno.” DECEMBRIO
-“Di gran nome in quei tempi.” CAMPANO
-“Potente, ma fazioso, e fuoriuscito Cittadin nostro (di Verona).” DALLA CORTE
-“Huomo illustre nel tempo suo per le cose della militia..(Nello scudo di famiglia) sono due traverse bianche e due azzurre: alle quali Luigi..aggiunse l’arme Imp. delle traverse bianche e rosse donategli da Sigismondo Imp. con un pomo d’oro nella prima traversa.” SANSOVINO
-“Questi seguendo le forze di Filippo (Maria Visconti), per la grandezza del suo animo e per la nobiltà del sangue, si era fatto apertissimo nimico de’ Veneziani.” SABELLICO
-“Celebre capitano de’ suoi tempi.” MENSI
-“Era uno de’ più infaticabili condottieri del suo tempo.” LITTA
-“Capitano di buona fama del secolo XV.” BOSI
-“Magnificus ac potens armorum Capitaneus.” RIPALTA
-“Fu pure ottimo capitano. Uno dei più infaticabili condottieri del suo tempo.” BIGNAMI
-“Il Dal Verme fu titolare di vastissimi patrimoni fondiari. Oltre ai feudi paterni nel Piacentino, che gli furono confermati nel 1421 da Filippo Maria Visconti, ricevette nel 1436 i feudi vasti, vasti e di grande importanza strategica, di Bobbio, Voghera e Castel San Giovanni. Dopo questa data stabilì la sua residenza principale nel castello di Voghera: qui ebbe la sua corte e in questa città la famiglia Dal Verme restò molto influente fino al secolo XVIII. Quanto ai suoi beni siti nel dominio veneziano, i possedimenti veronesi vennero venduti dopo la loro confisca da parte del governo della Serenissima nel 1437, mentre il suo palazzo di campo S. Polo a Venezia fu dato nel 1439 al Gattamelata e il suo feudo di Sanguinetto venne alla fine concesso ad un parente del Gattamelata, Gentile da leonessa, e da questo passò al genero Bertoldo d’Este.” MALLETT
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