Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
LUDOVICO EUFFREDUCCI (Ludovico da Fermo) Di Fermo. Signore di Fermo e Falerone.
Nipote di Oliverotto da Fermo, cognato di Valerio Orsini.
1494 – 1520 (marzo)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1502 | |||||
Dic. | Marche Umbria | All’ uccisione dello zio Oliverotto da Fermo da parte di Cesare Borgia viene salvato dalla madre (una Oddi) che lo conduce in salvo a Perugia. | |||
…………. | Toscana | Vive alla corte dei Medici in qualità di paggio del cardinale Giovanni dei Medici. | |||
1510 | |||||
Apr. | Marche | Si trova a Fano; con Adriano Ballioni si scontra presso la chiesa di San Giovanni della Chiavica con i fuoriusciti Ludovico Gabrielli, Francesco Simonetti e Pietro Negusanti. Nella rissa resta ucciso Francesco Negusanti; da Pesaro interviene subito Galeazzo Sforza che scaccia i ribelli dalla città. | |||
1513 | |||||
Feb. | Fuoriusciti | Fermo | Marche | Alla morte del papa Giulio II lascia San Severino Marche con quindici cavalli pronto ad entrare in Fermo; fa richiedere ai notabili della città il permesso di rientrarvi. La sua istanza è presentata dal cardinale Farnese, legato della Marca, e da Giampaolo Baglioni. I fermani si oppongono alla richiesta. | |
Mar. | Marche | Irrompe in Falerone con i suoi fautori (100 cavalli); gli vengono contro 4000 uomini di Fermo. E’ costretto dopo tre giorni a lasciare il castello. | |||
Lug. | Marche | Diviene papa il cardinale Giovanni dei Medici con il nome di Leone X. Fiducioso nella sua protezione Ludovico Euffreducci organizza una congiura per rientrare in Fermo. Il complotto è scoperto; molti dei suoi partigiani sono impiccati. | |||
1514 | |||||
Mar. | Fuoriusciti | Fermo | Marche | Ricevuti soccorsi dai Baglioni può rientrare in Fermo alla testa di 3000 uomini; lo accompagnano Brancadoro da Fermo e Cesare Giosia. Vengono saccheggiate dai suoi alcune case: al suo ingresso in città fa ammazzare due cittadini. Tale fatto convince a fuggire da Fermo molti abitanti. Gli sono resi i beni confiscati ai suoi famigliari; è emesso un perdono generale fra le parti con il richiamo di tutte le persone bandite. | |
Apr. | Fermo | Sarnano | Marche | Combatte i cittadini di Sarnano che molestano quelli di Gualdo. Li mette in fuga. | |
Lug. | Chiesa | 200 cavalli leggeri | |||
………….. | Francia | Accompagna Giuliano dei Medici in un suo viaggio in Francia. | |||
1515 | |||||
…………. | Chiesa | Francia | Emilia | Affianca a Bologna Lorenzo dei Medici ed il cardinale Giulio dei Medici. | |
Agosto | Emilia e Lombardia | Staziona nel piacentino; con 200 cavalli leggeri controlla i movimenti dei francesi nel ducato di Milano. E’ inviato a Lodi con Ranieri della Sassetta, Ludovico Orsini, Guido Rangoni, Niccolò da Bagno e Rinaldo Zatti per scortare il cardinale di Sion, Matteo Scheiner, che ha il comando delle milizie svizzere. Poiché il viceré di Napoli Raimondo di Cardona non si collega, come previsto, con gli alleati, rientra a Piacenza con il della Sassetta ed il Rangoni. | |||
Ott. | Fermo | Fuoriusciti | Toscana e Marche | lascia Firenze; rientra nelle Marche. Costringe i fuoriusciti di fermo ad allontanarsi dalle vicinanze della città. | |
………….. | Chiesa | Francia | Al fianco di Giuliano dei Medici in un’ambasciata pontificia al nuovo re di Francia Francesco I. | ||
1516 | |||||
………….. | Chiesa | Urbino | Lazio e Marche | A Roma. Fronteggia nella Marca le truppe del duca di Urbino Francesco Maria della Rovere: gli abitanti di Fermo gli consegnano 1600 ducati per dare il soldo ai suoi uomini. | |
Lug. | Marche | Prende parte alla conquista di Urbino alla testa di 2000 fanti e di 200 cavalli. | |||
1517 | |||||
Feb. | Chiesa | Comp. ventura | Romagna e Marche | Contrasta ancora le milizie di Francesco Maria della Rovere teso alla riconquista del ducato di Urbino. Raggiunge Rimini con 100 fanti. Si congiunge con Renzo di Ceri, tenta di muoversi verso Urbino ma ne viene bloccato da forze soverchianti. Non riesce a persuadere Lorenzo dei Medici, il Ceri e Vitello Vitelli ad assalire gli avversari a Tavernelle dove si è rifugiato il della Rovere; assale invano il castello di Polverigi e si avvicina ad Ancona. Gli abitanti non lo vogliono fare entrare; per poco non nasce uno scontro fra fermani ed anconetani. Lorenzo dei Medici fa sì che alloggi con le sue truppe a qualche miglio dalla città. | |
Mar. | Marche | Punta su Mombaroccio per unirsi con l’esercito pontificio; partecipa all’ omonima battaglia; subito dopo è abbandonato da 3000 fanti di Fermo, Ascoli Piceno ed altri comandati, aggregatisi di recente alle sue truppe. | |||
Mag. | Marche | Asseconda Camillo Orsini nello scontro di San Remulo, dove Camillo da Trivulzio si trova a mal partito per la defezione dei fanti guasconi a favore degli avversari. | |||
Lug. | Marche | E’ disfatto a Chiaravalle di Fiastra (nei pressi di Fermo) da Federico Gonzaga da Bozzolo e da Carlo Baglioni: tra i suoi uomini 300 rimangono uccisi sul campo. Carlo Baglioni approfitta del panico che prende i fermani, assale improvvisamente la città e la mette a sacco. Ludovico Euffreducci è imputato del rovescio; è accusato dai membri della famiglia Brancadoro di non aversi voluto difendere di fronte all’avversario, un suo parente, allo scopo di diventare signore della città. In Fermo sorgono così due fazioni in continua lotta fra loro. Durante la sua assenza dalla città i fuoriusciti, con alla testa Brancadoro da Fermo, danno alle fiamme le porte cittadine e se ne impadroniscono. Il vicelegato pontificio ristabilisce la pace per un breve periodo. | |||
1518 | Marche | Leone X convoca a Roma le due famiglie; entrambe si rifiutano di obbedire. Ludovico Euffreducci sfida sempre più apertamente i rivali. | |||
1519 | |||||
Lug. ago. | Marche | Si fa sempre più viva la contesa con Brancadoro da Fermo. Attacca i seguaci della fazione avversaria; intervengono il comune ed Orazio Baglioni che obbligano i contendenti ad un accordo. A metà mese l’Euffreducci, Bartolomeo Brancadoro e Brancadoro da Fermo si recano al Palazzo dei Priori; dinanzi al vescovo, agli ambasciatori di Recanati ed a Orazio Baglioni, giunto appositamente da Perugia, si abbracciano e giurano la pace vicendevole. L’Euffreducci si sposta ad Amandola. | |||
Dic. | Marche | Si muove sui confini del fermano ai danni dei pontifici. Gli viene contro il commissario pontificio, il vescovo di Chiusi Niccolò Bonafede. | |||
1520 | |||||
Gen. | Marche e Lazio | Non osserva i capitoli da lui sottoscritti con la protezione degli Orsini e dei Baglioni; Leone X intima ai membri delle due fazioni di recarsi a Roma per ratificare il trattato alla sua presenza. L’Euffreducci si piega alla partenza; durante il viaggio è informato che i Brancadoro si sono ribellati all’ingiunzione; si ferma in un castello degli Orsini, tende tranelli ai rivali e fa uccidere dai suoi sicari alla prima stazione di posta di Roma Bartolomeo Brancadoro, uno dei più autorevoli membri della famiglia avversaria. | |||
Feb. | Euffreducci | Chiesa | Marche | Fermo lo dichiara nemico pubblico, ribelle alla città ed allo stato della Chiesa. L’Euffreducci si allea con Amadio da Recanati e Zibicchio da Fabriano per mirare alla conquista di tutta la regione. Raccoglie da ogni parte fuoriusciti e venturieri con i quali espugna Carnasciale; abbandona il castello e si impadronisce di San Benedetto del Tronto con la rocca; vi si rafforza. Giunge a Fermo il vescovo Bonafede con le milizie pontificie. Il legato gli spedisce contro Brancadoro da Fermo e Carlo da Offida. Paolo Ciasca entra con la sua compagnia nel capoluogo e raccoglie 500 fanti nelle terre vicine. L’Euffreducci si allontana da San Benedetto del Tronto, occupa di notte Falerone (i cui abitanti vengono dichiarati ribelli dallo stato della Chiesa) e Servigliano. Inizia a saccheggiare il fermano. Nelle sue azioni è appoggiato da Alessandro da Carnasciale; si uniscono con i suoi uomini anche i fuoriusciti di San Ginesio; lo raggiungono pure dall’ ascolano i fautori di Giovanni Francesco di Astolto. | |
Mar. | Marche | E’ fatto contattare dal vescovo Bonafede, che gli promette il perdono in caso di resa. Al suo rifiuto il legato esce da Fermo, seguito da un priore della città con lo stendardo del comune; si dirige su Grottazzolina. I pontifici si spostano a Santa Maria del Piano nei pressi di Falerone. L’Euffreducci vi è assediato da Giovanni dei Medici: ai suoi ordini militano 200 cavalli e 2000 fanti contro i 1000 cavalli ed i 4000 fanti a disposizione del capitano pontificio. Esce da Falerone, marcia su San Ginesio e Fermo; si muove nel piano di Grottazzolina, punta su Montegiorgio e viene a battaglia sul fiume Tenna. Vi è un aspro scontro che dura alcune ore; allorché vede i suoi fanti in fuga a causa del tiro di alcune spingarde, si getta con il Pelliccione ed i suoi cavalli leggeri contro le linee nemiche. Viene ferito mortalmente al collo da un colpo di picca infertogli da Girolamo Corso o da Brancadoro da Fermo: continua a combattere finché un fante lo getta giù da cavallo. Il legato Bonafede lo benedice in punto di morte e lo assolve dai suoi peccati dopo avergli messo un granello di terra in bocca. Con lui sono uccisi cento suoi seguaci. Il cadavere è portato in un primo momento a Montegiorgio per essere deposto nella chiesa principale di tale località; in un secondo momento viene condotto a Fermo per essere esposto nella piazza per otto giorni. L’Euffreducci viene sepolto inizialmente fuori le mura cittadine non si sa da chi; dopo dieci anni il suo corpo viene riposto nella tomba di famiglia posta nella chiesa di San Francesco. Per volontà della madre gli è eretto un magnifico monumento funebre opera di Andrea Contucci (Andrea Sansovino). I suoi beni sono confiscati per essere ceduti a Giovanni dei Medici il quale, a sua volta, li divide tra i suoi soldati tra i quali si annovera Paolo Luzzasco. |
CITAZIONI
-“Zovene, pur capo de cavali lizieri.” SANUDO
-“Homo da farne capitale.” ALFANI
-Con Muzio Colonna, Guido Rangoni, Rinieri della Sassetta “I quali erano huomini di grande esperienza nelle cose della guerra.” GIOVIO
-“Valente in guerra ma tiranno nel governo.” BALAN
-“Il donne raison au proverbe toscan: Quando fermo veut tenir ferme/ Toute la Marche fait trembler.” GAUTHIEZ
-Nella chiesa di San Francesco gli è eretto un monumento funebre, opera di Andrea Sansovino, che porta il seguente epitaffio. “Ilus. Dominum Ludovicum Utraq./ familia generosum materna de/ Odis, paterna de Eufreductis/ armorum praefectum virum/ equestrum de civitate benemeritus/ mater hic pientissima et sui maximo/ cum luctu posuerunt. MDXXVII”
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