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LUDOVICO BATTAGLIA (Battagin) Di Cotignola. Figlio del Battaglino.
- 1535 ca.
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1499 | Milano Venezia | Venezia | 50 cavalli leggeri | Lombardia | Fa entrare in Crema i veneziani. Per tale fatto è concessa la nobiltà veneziana a lui ed a tutti i suoi famigliari. Ottiene pure una condotta di 50 cavalli leggeri tramite il fratello Pietro Antonio. |
1500 | |||||
Sett. | Veneto | Viene aggregato alla nobiltà veneziana. | |||
1508 | |||||
Mar. | Venezia | Impero | Trentino | Si trova a Riva del Garda; compie una sortita con alcuni provvigionati, recupera alcune prede razziate in precedenza dai tedeschi e ferisce il capitano di Tenno. Staziona tra Riva del Garda e Torbole. | |
Apr. | Trentino | Alla difesa di Riva del Garda, assediata dagli imperiali. Si trasferisce ad Arco. Il suo comportamento è lodato dal vicecollaterale Gian Giacomo da Vilmercate. | |||
Giu. | 40 cavalli leggeri | Al termine del conflitto il consiglio dei Savi gli concede una condotta di 40 balestrieri a cavallo e gli riconosce una provvigione mensile di 20 ducati sia in tempo guerra che in tempo di pace. Nell’anno la sua paga complessiva ascende a 1480 ducati. | |||
1509 | |||||
Apr. | Venezia | Francia Impero | 100 cavalli leggeri | Lombardia | E’ segnalato al campo di Pontevico, inquadrato nella prima colonna comandata da Niccolò Orsini. Nella sua compagnia si trovano almeno 30 schioppettieri a cavallo. |
Mag. | Lombardia e Veneto | Prende parte alla battaglia di Agnadello. Con la sconfitta segue Niccolò Orsini nella sua ritirata verso il Veneto. | |||
Giu. | Veneto | Al campo di Mestre; con 600 uomini tra cavalli leggeri e stradiotti compie alcune scorrerie nei contadi di Castelfranco Veneto e di Bassano del Grappa. | |||
Nov. | Veneto | Effettua numerose incursioni nel trevigiano. Alla rassegna della sua compagnia a Noale. | |||
1510 | |||||
Feb. | Venezia | Francia Ferrara Impero | Veneto | Contrasta gli estensi nel Polesine. Si reca a Venezia in Collegio per chiedere del denaro. Gli è accresciuta la condotta. | |
Mar. | 72 cavalli leggeri | Veneto | E’ spostato dal Polesine a Treviso. Durante la marcia di trasferimento si ferma a Venezia, si incontra con il doge Leonardo Loredan e si lamenta per il ritardo delle paghe. Ha il comando di 72 balestrieri a cavallo contro i 100 previsti dalla condotta. A Treviso gli viene consegnata una paga, rispetto alle due da lui richieste: gli è imposto di rientrare nel Polesine dove il suo operato è ricercato con urgenza. | ||
Mag. | 100 cavalli leggeri | Veneto | Staziona in Polesine dopo avere completato l’organico della propria compagnia. Passa alla difesa di Lendinara. Allorché il territorio cade nelle mani dei francesi affianca il provveditore Federico Contarini, Meleagro da Forlì e Giovanni Greco tra Schio, Bassano del Grappa e Marostica. | ||
Giu. | Veneto | Appoggia Taddeo della Volpe in una sortita nel veronese; retrocede quando sa che da Vicenza sono usciti 4000 uomini per dirigersi su Padova. | |||
Lug. | 100 cavalli leggeri | Veneto | Si ammala. | ||
Ago. | Veneto | Ristabilitosi, ritorna nel Polesine: alcuni suoi uomini intercettano un convoglio avversario nei pressi di Legnago. Segue fra Leonardo Prato sul Po ed occupa Castelnuovo vicino a Badia Polesine. | |||
Sett. | Veneto | E’ sempre nel Polesine; si lamenta per il ritardo delle paghe (più di cinquanta giorni). Non vuole accettare il fatto che i veneziani vogliano pagare direttamente i cavalli della sua compagnia; chiede una provvigione perché nella guerra in corso ha perso i suoi beni personali. Minaccia di abbandonare il campo. | |||
… | Veneto | Gli estensi lo obbligano ad allontanarsi da Badia Polesine; si sposta alla difesa di Montagnana. Si scontra nel veronese, a San Zeno, con 50 uomini d’arme, 100 arcieri a cavallo e 400 fanti che provengono da Legnago: tra i francesi sono uccisi 150 uomini e molti sono i prigionieri. | |||
1511 | |||||
Giu. | 134 cavalli leggeri | Veneto | Suo campo d’azione è ora il veronese. | ||
Ago. | 130 cavalli leggeri. | Veneto | Viene incaricato prima della difesa di Feltre e, successivamente, di quella di Castelnuovo sul Piave con 50 cavalli leggeri e 1000 contadini: preso dalla paura, all’ avvicinarsi dei tedeschi, si allontana e si rifugia a Belluno. Lascia, poi, anche tale località con 150 cavalli e convince gli abitanti ad arrendersi agli avversari senza combattere. A Treviso con la sua compagnia e 70 fanti: compie qualche sortita e fa alcuni prigionieri. | ||
Sett. | Veneto | Si rifiuta di muoversi verso Conegliano per la non puntualità nel pagamento delle paghe (due mesi di ritardo); i suoi uomini si impadroniscono del grano appartenente ad un cittadino. Il provveditore Giovanni Paolo Gradenigo lo va a trovare, si lamenta per il furto perpetrato dai suoi cavalli leggeri e lo accusa della perdita di Castelnuovo. Sdegnato, si reca a Venezia; gli sono saldate le sue spettanze e si porta a Conegliano. All’avvicinarsi dell’esercito nemico preferisce riparare a Motta di Livenza. | |||
Ott. | 33 cavalli leggeri | Veneto e Friuli | A seguito della caduta di Cividale del Friuli, si trasferisce alla difesa di Gradisca d’Isonzo con Baldassarre di Scipione: intimorito, abbandona di nascosto la località senza il permesso di alcuno. | ||
1514 | |||||
Ott. | Il Consiglio dei Savi gli concede una provvigione annua di 20 ducati alla condizione di mantenere in campo al servizio dei veneziani 3 cavalli. | ||||
1516 | |||||
Ott. | Veneto | Si reca a Venezia in Collegio per una controversia che lo oppone al fratello Pietro Antonio, collaterale dell’esercito della Serenissima. | |||
1517 | |||||
Mar. | Veneto | A Venezia, sempre per il medesimo motivo. | |||
1518 | |||||
Dic. | Veneto | Partecipa a Venezia ad una riunione del Gran Consiglio. | |||
1520 | |||||
Sett. | Veneto | Si discute in Collegio su una sua possibile candidatura come governatore dei cavalli leggeri a Cipro. | |||
1533 | Cipro | Viene nominato governatore dell’isola di Cipro. | |||
1535 | Muore. |
CITAZIONI
-“Così l’ardito, e forte Battagino/ fa meraviglia de la sua persona/ giettando hor questo hor quello a capo chino/ tal che de li ululati il ciel risona./ Non li giovava elmetto d’accial fino/ tanto sopra i suoi colpi s’abandona/ sì che ciascun per la sua gagliardia/ chi qua chi là quanto più po fuggia.” DEGLI AGOSTINI