Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
LUCANTONIO CUPPANO (Lucantonio Coppi. Lucantonio di Montefalco, Lucantonio da Fermo, Lucantonio de’ Cuppis) Di Montefalco. Detto Gazissa.
- 1507 marzo) – 1557 (gennaio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
……………. | Da giovane frequenta i Medici dai quali riceve un’educazione appropriata alla sua condizione. Il padre ha militato agli ordini di Bartolomeo d’Alviano e Lucantonio è amico della moglie di tale condottiero, Pantesilea Baglioni, sorella di Giampaolo. | ||||
……………. | Milita nelle Bande Nere agli ordini di Giovanni dei Medici. Conosce giovanissimo tale capitano frequentando casa Salviati. | ||||
1523 | |||||
Nov. | Impero | Francia | Lombardia | Si trova alla difesa di Milano. Con Piermaria dei Rossi cattura Morgante da Parma colpevole di tradimento: il capitano è passato per le armi dai propri compagni. | |
1524 | |||||
Nov. | Francia | Impero | Lombardia | Affianca Giovanni dei Medici all’assedio di Pavia. | |
1526 | |||||
Apr. mag. | Chiesa | Impero | Marche | A Fano sempre con Giovanni dei Medici. | |
Ago. | 200 fanti | Lombardia | Al campo di Lambrate. | ||
Sett. | Lazio | Viene inviato in soccorso del papa Clemente VII con 7 bande di fanti. | |||
Ott. | Lombardia | E’ segnalato a Trebbio. | |||
Nov. | Lombardia | Partecipa allo scontro di Borgoforte dove il Medici è ferito mortalmente da un colpo di falconetto: insieme con Pietro Aretino conduce il condottiero a Mantova nel palazzo di Luigi Gonzaga. | |||
Dic. | Chiesa | Colonna | Lazio | Si unisce con Battista Farina per fronteggiare i colonnesi. Spiana Mastro Marino, dà alle fiamme Rocca di Papa e Montefortino (Artena) anche se non riesce ad impadronirsi delle relative le rocche; rovina Genazzano, Ceccano, Supino e Santo Stefano. | |
1527 | |||||
Gen. | Lazio | Si sposta alla difesa di Frosinone quando la città è attaccata dagli imperiali e dalle milizie dl cardinale Pompeo Colonna. Si distingue per il suo valore in uno scontro avvenuto nei pressi della città. Gli avversari si ritirano. | |||
……………. | Firenze | Impero | Il pontefice si accorda con i Colonna e Lucantonio Cuppano viene licenziato. Passa al soldo dei fiorentini. | ||
Mag. | Chiesa | Impero | Lazio | Si trova alla guardia di Roma allorché la città viene conquistata dai lanzichenecchi del Connestabile di Borbone. Combatte nel quartiere di Parione alla difesa dei tratti di mura tra le Porte Santo Spirito e Torrione (Monte Santo Spirito, Facciafronte e Camposanto). La sua compagnia è sterminata con l’eccezione di pochi uomini. Ferito nel corso del combattimento, è fatto prigioniero da Luigi Rodomonte Gonzaga: liberato, raggiunge Francesco Maria della Rovere ad Isola Farnese. Secondo alcune fonti ad uccidere con un colpo di archibugio il Connestabile di Borbone è Lucantonio Cuppano anziché Benvenuto Cellini come si reputa correntemente. | |
Giu. | Firenze | Impero | 400 fanti | Lazio | Viene condotto dai fiorentini per un anno di ferma ed uno di beneplacito. Gli è concessa una provvigione di 300 ducati l’anno in tempo di pace. Al campo di Vetralla. Ha il comando di 400 fanti delle Bande Nere (nel complesso 4229 fanti). Altri capitani di questo corpo sono Contazzo da Casalpo (400 fanti), Pasquino Corso (120), Giovanni di Torino (310), Giuliano Strozzi (300), Morgante da Ferrara (300), Cesare Farina (300), Giannetto Albanese (300), Giovannatonio da Castello (258), Amico da Venafro (225), Barbarossa dei Bartoli (224), Tommasino Corso (200), Pandolfo Puccini (300), Giovanni da Colle (150). |
Sett. | Umbria | Agli ordini di Federico Gonzaga da Bozzolo e del capitano generale della Serenissima, il duca di Urbino Francesco Maria della Rovere, assedia 400 fanti e 200 cavalli imperiali nell’ abbazia di San Pietro in Valle, vicino a Trevi. Dopo alcuni assalti persuade Piermaria dei Rossi, Alessandro Vitelli e Braccio Baglioni a cedere a patti; gli altri avversari sono, al contrario, costretti alla resa a discrezione. | |||
Nov. | Umbria | Agli ordini di Orazio Baglioni, con Giannetto Albanese assedia nel castello di Preci Rodolfo da Varano, che vi ha trovato rifugio dopo essere stato scacciato da Camerino ad opera di Sciarra Colonna. | |||
1528 | |||||
Apr. | 400 fanti | Campania | All’assedio di Napoli. In uno scontro rimane gravemente ferito alla coscia destra da un colpo di archibugio. Termina in tal modo la sua presenza alle operazioni di assedio ed a quelle che portano alla successiva sconfitta. | ||
1529 | |||||
Giu. | Venezia | Impero | 400 fanti | Su indicazione di Francesco Maria della Rovere il Consiglio dei Savi gli concede una condotta di 400 fanti ed una provvigione di 40 ducati per paga, per otto paghe l’anno. | |
Lug. | Lombardia | Con Carlo Malatesta da Sogliano è inviato dal della Rovere con tutta la cavalleria, 1200 fanti e quattro pezzi di artiglieria, sulle rive veneziane dell’ Adda per sorprendervi alcune compagnie di fanti spagnoli comandate da Cesare da Napoli e distruggere, nel contempo, un ponte di barche allestito dagli avversari. Gli imperiali, informati dell’ azione, riattraversano il fiume e demoliscono il manufatto. | |||
Ago. | Lombardia | A Sant’Eufemia della Fonte con 341 fanti. | |||
Sett. | Firenze | Impero | Umbria e Veneto | A Spello con 600 archibugieri quando la località è attaccata dagli imperiali. Costretto alla resa, ritorna in Lombardia con i veneziani. Asseconda Roberto da San Severino; con tale capitano, cade prigioniero a Valeggio sul Mincio in un agguato teso loro da 1000 cavalli tedeschi e da 600 archibugieri. | |
1530 | |||||
Gen. | 25 fanti | Veneto | Dopo la firma della pace con gli imperiali viene trasferito a Verona con 25 fanti. | ||
1534 | |||||
Autunno | Urbino | Chiesa | Marche | Milita agli stipendi del duca di Urbino Francesco Maria della Rovere. Ha il comando di un colonnello di fanti; è inviato in soccorso di Camerino. | |
1536 | |||||
Dic. | Marche | A Castel Durante (Urbania) per impedire il passo ai pontifici. | |||
1538 | |||||
Nov. | Urbino | Umbria e Marche | Alla morte del della Rovere ha l’incarico di difendere Gubbio, Cantiano e Pergola da un eventuale attacco pontificio. Si trasferisce a Cagli con il nuovo duca Guidobaldo per coordinare con gli altri capitani feltreschi il piano di guerra. | ||
1540 | Marche e Toscana | Sulla fine dell’anno è segnalato a Pesaro con Aurelio Fregoso. Passano entrambi al servizio del duca di Firenze Cosimo dei Medici, figlio di Giovanni. | |||
1543 | Firenze | Impero Ottomano | Toscana | Si porta alla difesa di Pisa con 800 fanti quando arriva la notizia della comparsa nel Tirreno della flotta turca del Barbarossa; in breve tempo si sposta con Rodolfo Baglioni alla guardia di Piombino. Al termine delle operazioni fa rientro a Pisa. | |
1544 | Toscana | Prende la via di Volterra, giunge a Casole d’Elsa e presta soccorso ai senesi minacciati anch’essi dai turchi. | |||
1547 | |||||
……………. | Toscana | E’ nominato governatore di Piombino. | |||
Estate | Toscana | Ha il compito di raccogliere 1000 fanti, di avviarsi a Pisa e di essere pronto ad imbarcarsi per Napoli: la città si è infatti ribellata al viceré don Pietro di Toledo a causa dell’ introduzione del tribunale dell’ Inquisizione. | |||
1552 | Toscana | Con Girolamo degli Albizzi prende ufficialmente possessi di Piombino a nome del duca di Firenze Cosimo dei Medici. | |||
1553 | |||||
……………. | Firenze | Francia | Toscana | Raduna 200 fanti e dà il guasto alla maremma. | |
Ago. | Toscana | Respinge l’attacco portato a Portoferraio dalla flotta turca comandata da Dragut e da quella francese di Paulin de la Garde. Lo coadiuva la squadra toscana di Jacopo d’Appiano (4 galee) che, dall’imboccatura del porto, bombarda gli avversari. I turchi sbarcano a ridosso del Capo Bianco. Con l’aiuto dell’ Appiano, che anticipa gli avversari facendovi sbarcare a sua volta dalle galee 50 archibugieri, riesce con il fuoco d’artiglieria ad indurre gli attaccanti alla ritirata. 40 morti tra gli ottomani. | |||
1554 | |||||
……………. | Toscana | Non riesce ad impedire le scorrerie dei senesi nel territorio di Piombino per la scarsità degli effettivi a sua disposizione. | |||
Sett. nov. | Toscana | Con Carlo Gonzaga recupera i castelli di Buriano, Scarlino, Populonia caduti in precedenza nelle mani dei francesi comandati da Francesco da Sassatello. Segue la conquista di Casole d’Elsa. Ad ottobre mette a sacco Monterotondo Marittimo impadronendosi delle granaglie conservate in tale castello. A novembre, sempre con Carlo Gonzaga entra in Massa Marittima. | |||
1555 | |||||
Gen. | Toscana | Sempre governatore di Piombino. Molesta i senesi, ottiene Scarlino attraverso l’indicazione di un abitante che gli ha indicato un punto debole e mal sorvegliato della cinta muraria. | |||
Mar. | Toscana | Conquista la fortezza di Colonna. Vi lascia un forte presidio e rientra a Piombino. | |||
Lug. | Toscana | Assume con energia la difesa dell’isola d’Elba assalita nuovamente dalla flotta di Dragut, alleata con i francesi: ottiene da Livorno alcuni rinforzi trasportati da Simeone Rossermini con una galea. Affronta gli avversari sbarcati sulla spiaggia di Acquaviva con un piccolo contingente di 70 archibugieri e 30 isolani. Di fronte all’incalzare del nemico finge di retrocedere fino a farsi raggiungere da costoro sotto le mura di Portoferraio. Dalla fortezza, ad un suo segnale, viene aperto il fuoco contro i turchi che sono costretti, a loro volta, a ritirarsi dopo avere subito forti perdite (100 uccisi e molti più feriti, la buona parte dei quali muore a bordo delle galee). Seguono nuovi scontri terminanti sempre nel medesimo modo. | |||
Sett. | Toscana | Con la cessazione del pericolo ottomano può rientrare a Piombino dove riprende il suo incarico di governatore generale. | |||
1557 | |||||
Gen. | Muore ai primi del mese. In corrispondenza con Pietro Aretino che lo ricorda ripetutamente nelle sue lettere. Molte informazioni sulla vita di Giovanni dei Medici provengono dai suoi ricordi. Lodovico Domenichi gli dedica la sua traduzione dell’opera di Senofonte “Della vita di Ciro, re de’ Persi.” Nel periodo 1520-21 occupa il suo tempo a trascrivere il famoso ricettario di Caterina Sforza, madre di Giovanni dei Medici. Il suo nome è ricordato nel film “Il mestiere delle armi” di Ermanno Olmi. Sposa Maddalena d’Ivarra, contessa di Poggio Santa Maria. |
CITAZIONI
-“Due occhi aveva il sempieterno Giovanni (dei Medici) ne la fronte de l’affezione, Lucantonio e Pietro Aretino; ma egli era il destro e io il sinistro..Certamente che egli, per disciplina di guerra, per lunghezza di servire e per instabilità di fede, è degno di favore e di preminenza; ché (oltra le faccende fatte, si può dire, da la sua puerizia a Fressolone (Frusolone) e ne la perdita di Roma, dove solo con la compagnia commisse nel suo coraggioso avedimento, combattendo con una sconcia ferita, dimostrò che pure in lui s’era transferito lo spirto di chi lo allevò), i costumi, la gentilezza e la cortesia di sì splendido e generoso capitano avanzano di qualunche altro costumato, gentile e cortese giovane che sia.” Da una lettera a Cosimo dei Medici di PIETRO ARETINO
-“Soldato molto esperto.” LAMBARDI
-“Soldato di gran pregio.” AVICENNA
-“O Capitano mio pien di valore,/ Lucanton, dico, che m’amava assai,/ se fusti vivo di creparé il core!” Da un lamento scritto per la morte di Giovanni dei Medici di G.B. VERINI riportato da MEDIN-FRATI
-“Non esser manco gratioso, gentile et cortese, che nell’arme esperto, et valoroso.” CIAMPI
-“Lucantonio’s prestige amongthe captains of the Black Bands was very high…Had been a member of Giovanni’s personal retinue since the time the future Great Devil had decided to take up the profession of arms. He eventually became Giovanni’s most trusted captain: his “occhio dritto”.., if we are to believe Pietro Aretino, who also claimed that he himself had been his left eye.” ARFAIOLI
-“Chan dil muro romano/ difenderà man vano (ma invano) con alto cuore.” FALUGIO
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