Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
JACHES DELLA MIRANDOLA (Aiace della Mirandola) Signore di Mirandola. Nipote di Francesco della Mirandola, cugino di Giovanni della Mirandola e di Francesco della Mirandola.
- 1429 (ottobre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1394 | Emilia | Al governo di Mirandola con gli zii Francesco e Spinetta. | |||
1395 | d’Este | Ferrara | Emilia | Si ribella al marchese di Ferrara Niccolò d’Este. Si unisce con Francesco da Sassuolo per scorrere nel modenese. | |
1396 | |||||
Apr. | Emilia | Interviene a metà mese il duca di Milano Gian Galeazzo Visconti che pone termine al suo conflitto con gli estensi dietro la minaccia di privarlo dei suoi stati. | |||
1398 | Emilia | Con Spinetta ed Antonio della Mirandola si lamenta con Niccolò Roberti per le offese arrecate da Antonio Roberti al congiunto Prencivalle; lo prega di intervenire. | |||
1399 | Emilia | Diviene signore di Mirandola con i cugini Giovanni e Francesco. | |||
……. | Mantova | Agli stipendi del marchese di Mantova Francesco Gonzaga. | |||
1404 | |||||
Apr. | Parma | Rossi | Lombardia ed Emilia | Con il Farina appoggia il signore di Parma Ottobono Terzi contro le scorrerie dei Rossi. Quando costoro giungono a Brescello ed a Boretto lascia Sabbioneta con 60 cavalli, tocca Dosolo e Guastalla e depreda a sua volta i contadi di Cogruzzo, di Poviglio e di Brescello; vince gli avversari impadronendosi di un ricco bottino, specie di bestiame razziato. | |
1405 | |||||
Giu. | Venezia | Padova | Veneto | Affianca Jacopo dal Verme all’assedio di Verona; la città si solleva ai carraresi. Jaches della Mirandola vi irrompe con le truppe della Serenissima. E’ armato cavaliere con il cugino Giovanni e Galeotto Bevilacqua. | |
Sett. | Ferrara | Parma | Emilia | Si allea con Niccolò d’Este per contrastare Ottobono Terzi. | |
1408 | |||||
Giu. | Ferrara | Parma | Emilia | Espugna un castello sul monte di Valestra: nell’azione si appropria di 12000 capi di bestiame. | |
Nov. | Emilia | Esce da Modena con Giberto da Correggio agli ordini di Muzio Attendolo Sforza. Sconfitto da Ottobono Terzi alla bastia del Cantone, abbandona lo Sforza e ripara a Mirandola. Nello stesso mese ottiene dal marchese di Ferrara l’esenzione da ogni gabella per il trasporto del sale a Mirandola. | |||
1409 | Firenze | Napoli | 70 lance | ||
…….. | Siena | ||||
1420 | Emilia | Viene riconosciuto come raccomandato dal duca di Milano Filippo Maria Visconti. | |||
1426 | Milano | Ferrara Firenze | Emilia | Al termine del conflitto è compreso nel trattato di pace con Niccolò d’Este. | |
1429 | |||||
Ott. | E’ ucciso con una figlia dal cugino Giovanni con il quale è venuto in discordia. Come mandante dell’omicidio è sospettato il duca di Milano, che teme una sua defezione nel campo avverso. Sposa Antonia di Castelbarco. |
CITAZIONI
-“Huomo di mala vita..veramente nell’arme valoroso Marte e degno veramente d’eterna fama, quando le doti valorose del corpo suo e dell’ingegno, delle quali assai abbondante era, sempre havesse adoperate in cose honorevoli e grandi e per la pace dalla casa sua, e non in danno di quella come poi fece.” Da una cronaca anonima riportata dal CERETTI
-“Con fama di prode condottiere..d’animo arrogante e prepotente.” LITTA
-“Con fama di valoroso guerriero (seguì) la professione dell’ armi.” TIRABOSCHI
-“Era cavaliere molto experto et validissimo; per il che era richiesto al stipendio de molti citadj in Italia per loro Capitano et difensore.” BRATTI
-“Questo signor Jaches fu veramente nell’armi un valoroso Marte degno d’eterna fama, quando le doti valorose del corpo suo e dell’ingegno, di cui abbondava, sempre avesse adoperato in cose onorevoli e grandi, e per la pace della Casa sua, e non in danno di questa, come poi fece; imperocché confidandosi nel suo valore ..a tanta insolenza venne, che, né nella Mirandola, né in Fiorenza, né in Siena, né in Milano, dove era stato Capitano, aveva lasciato uomo, che bene gli volesse per la superbia sua.” POZZETTI
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