IACOPO BICHI

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Porta al Prato, Firenze

Last Updated on 2023/12/04

IACOPO BICHI  Di Siena.

  • 1530 (maggio)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1525Toscana

Esercita la mercatura. Il padre Alessandro viene ucciso in Siena dai rivali politici. Ne seguono alcuni tumulti a seguito dei quali viene bandito dalla città per la sua partecipazione alle lotte di fazione.

1526Milita nelle compagnie di Giovanni dei Medici.
1527
…………..FranciaImpero
…………..FirenzeImpero
1528
Mag. giu.84 cavalli leggeriCampania

Combatte nel regno di Napoli agli ordini di Orazio Baglioni. Alla morte di tale capitano gli viene affidato il comando di 84 cavalli leggeri (sull’ organico iniziale di 150).

Lug.Campania

Affianca Ugo Pepoli al Belvedere, presso Napoli, in uno scontro in cui tra gli imperiali (lanzichenecchi e spagnoli) sono uccisi, feriti o catturati 400 fanti: nello scontro è ferito al volto da una coltellata.

1529
Mag.102 cavalli leggeriToscana

Gli viene affidata una compagnia di 40 cavalli, subito accresciuta a 102. E’ di scorta a numerosi convogli di vettovaglie provenienti da Prato, Pistoia, Empoli tutti diretti verso Firenze.

Giu.FirenzeImpero ChiesaUmbriaViene inviato in Umbria in soccorso del signore di Perugia Malatesta Baglioni.
Ott.ToscanaE’ assediato in Firenze. Pone il suo campo nelle case dei Giuntini nel borgo di Ognissanti con Giorgio di Santacroce.
Nov.Toscana

Si trova nel pisano per prestare soccorso al commissario Ceccotto Tosinghi. Tocca Lucardo;  giunge a Tavernelle dove sono uccise molte bestie da soma; sulla strada del ritorno tenta, invano, di espugnare la torre di Monti difesa da 40 fanti. Si sposta in Val di Pesa con Amico d’Arsoli (100 cavalli) per collegarsi con Musacchino di Musacchio; lo seguono pure numerosi archibugieri per tagliare il flusso dei rifornimenti diretto alle truppe nemiche. Affronta gli avversari e cattura 100 cavalli, per lo più spagnoli, che vengono condotti  ad  Empoli. Nella città è fatto alloggiare nella casa di Corsino Adimari. A metà mese, sempre con Amico d’Arsoli, lascia nuovamente Empoli per seguire il commissario Francesco Ferrucci in un attacco a San Miniato. L’assalto viene portato da due lati ed i fiorentini entrano nella città. Gli imperiali si arrendono a patti dopo un furioso combattimento. Con la conquista della località vi entrano Goro da Montebenicchi con 120 fanti, seguito, poco dopo, da Giovanni da Castello.

Dic.Toscana

Ai primi del mese ha l’incarico di distruggere i mulini posti sull’Elsa da Castel Fiorentino a Certaldo. Successivamente, con Amico d’Arsoli e Pasquino Corso è inviato in soccorso dei difensori del castello della Lastra, investito da spagnoli e tedeschi. L’intervento si rivela inutile perché i difensori si sono già arresi al momento del loro arrivo. Rientra a Firenze con l’Arsoli e Giorgio di Santacroce dopo varie scaramucce con gli avversari.

1530
Feb.Toscana

Cerca senza esito di proteggere con i suoi cavalli Anguillotto da Pisa, caduto in un’imboscata ad opera del principe d’Orange e di Piermaria Rossi.

Mar.ToscanaHa la peggio in una scaramuccia ad Affrico nella quale subisce la perdita di alcuni dei suoi uomini.
Apr.80 cavalliToscana

Esce da Firenze per la Porta di Prato in un’azione offensiva lodata anche dagli avversari. E’ inseguito da 400 uomini, che si riducono presto a 200 fanti spagnoli ed a 100 cavalli. Si rifugia in un palazzo alla Lastra ed attacca i nemici (fra gli imperiali rimangono uccisi molti fanti e 50 cavalli). Entra, quindi, in Empoli e segue a Volterra Francesco Ferrucci: la città è messa a sacco. Riforniti i difensori della rocca di munizioni e di vettovaglie, preda molto bestiame e rientra a Firenze.

Mag.Toscana

Compie una sortita dalla Porta di Prato: gli imperiali sono troppo numerosi per cui decide di rientrare a Firenze.  E’ solito uscire nelle sortite con in testa un cappello con un grande pennacchi bianco. Gli spagnoli o i tedeschi (secondo le fonti) di guardia all’Arno lo riconoscono e gli sparano contro con un sagro dal Monte Oliveto. Gli è sfracellata la gamba destra; è uccisa anche la sua cavalcatura. Portato in città, vi muore poco dopo per la cancrena. Viene sepolto a Firenze nella chiesa di Santo Spirito. Alla sua morte il figlio Alessandro, sebbene fanciullo, è armato cavaliere e gli è concessa la compagnia del padre.

 CITAZIONI

-“Virtuoso nel mestiero delle armi.” Da una relazione di FRANCESCO FERRUCCI

-“Fu valoroso e prode nell’armi da rivaleggiare i primi capitani dell’epoca sua.” TIRIBILLI-GIULIANI

-“Che se non moriva nell’assedio, avrebbe se non avanzato, pareggiato così di valore e di fede, come di cortesia, i più prodi capitani, e più leali e gentili de’ tempi suoi…Era questo gentiluomo di tanto sapere nelle lettere d’umanità, e di tal virtù nella scienza delle armi, e di alto, franco e ardito coraggio, che egli se vivuto fosse, coll’altezza dell’animo e coll’eleganza e nobiltà delle maniere si era acquistato la riverenza e l’affetto di tutti.” ARGEGNI

-“Nobile e valoroso Sanese.” TARCAGNOTA

-“Nobile e valoroso Sanese..che s’era in quella guerra molto segnalato.” ULLOA

-“Sprimentatissimo nelle guerre e di grandissimo valore.” A. VALORI

-“Gran tempo ho militato sotto Marte/ fatto ho pruove mirabil di persona/ con forze, con valore, ingegno et arte./ Ogni dì con mie genti in arme acorti,/ faccendo nuovo assalto e con onore, sempre mi riservai drento alle porte.”. Anonimo Da un lamento per la sua morte raccolto da MEDIN-FRATI

-“Uno de’ principali Capitani della cavalleria fiorentina.” ROTH

-“Fior di gentilezza senese.” ALLODOLI

-“…del forte, e saggio Cavaliero/ Iacomo Bichi a cui piastra non dura/ ha seco il fior d’ogni caval legiero/ che tutta hispagna non li fa paura/…/ Iacomo Bichi della terra uscito/ perse de vita l’ultimo valore/ sendo in la coscia d’un sacro (sagro) ferito/ non senza affanno, lacrime e dolore/ del popul mesto: al fin fu sepulto/ perché nell’arte e martial mestiero/ era stimato, degno cavaliero.” ROSEO

-“Cavalier di gran stima, e valoroso nelle armi, havendole essercitate nelle guerre di Napoli..In vero era il più coraggioso, e il più compito, che fusse nell’essercito Fiorentino: ma la troppa generosità, e il troppo ardire, che gli stimolavano l’animo, non gli lasciavano pigliare il dovuto riposo: perché si vedeva in lui ravvivata la memoria del famoso guerriero, Giovanni de Medici; e se gli poteva attribuire l’istesso titolo di fulmine di guerra, che hebbe Giovanni.” LAZARI

-“Cittadino senese, si era molto segnalato nella sua città per amore allo studio delle lettere…Colla bravura del corpo, coll’altezza dell’animo e coll’eleganza e nobiltà delle maniere si era acquistato la riverenza e l’affetto di tutti.” ARGEGNI

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