GUGLIELMO CAVALCABÒ

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Last Updated on 2023/12/06

GUGLIELMO CAVALCABÒ Di Cremona. Marchese di Viadana.

Signore di Viadana, Seniga e di Casteldidone. Figlio di Ugolino Cavalcabò.

1390 – 1441 (giugno)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
…………..LombardiaAbita a Cremona nella casa paterna sita nella parrocchia di San Michele Vecchio.
1406
AutunnoLombardiaUnico dei suoi famigliari, riesce a sfuggire alla strage attuata da Gabrino Fondulo.
1415
Giu.ViadanaCremona MantovaLombardiaPerde la signoria di Viadana ad opera del signore di Cremona Gabrino Fondulo e del marchese di Mantova Gian Francesco Gonzaga.
1425MilanoVeneziaLombardiaAl servizio del duca di Milano Filippo Maria Visconti.
1426
Mar.LombardiaAlla difesa di Brescia, assediata dai veneziani comandati dal Carmagnola.
…………….LombardiaIn occasione di una sua malattia il duca di Milano Filippo Maria Visconti riconosce una provvigione a Guglielmo Cavalcabò.
……………VeneziaMilano500 cavalliLombardiaIl fratello Corrado è confinato ad Alessandria con altri 31 abitanti di Cremona. Guglielmo Cavalcabò passa allora stipendi della Serenissima contro i ducali. Milita agli ordini del Carmagnola.
1431
Giu.LombardiaNon approva la tattica temporeggiatrice del Carmagnola allorché la flotta veneziana interviene sul Po ai danni dei viscontei.
Ott.Lombardia

D’accordo con il Carmagnola organizza un trattato in Cremona con alcuni suoi fautori aderenti al partito guelfo. Con l’aiuto di Bartolomeo Colleoni e di Moccino da Lugo si avvicina di notte alla città, sorprende il presidio di guardia e si impadronisce della rocca di San Luca. Nella città viene dato l’allarme. Resiste due giorni.  Chiede inutilmente soccorsi al Carmagnola, che si trova con l’esercito della Serenissima (8000 uomini) acquartierato ad appena cinque chilometri di distanza. Alla fine deve ritirarsi senza gravi perdite.

Nov.LombardiaE’ ricompensato per la sua azione dai veneziani con il feudo di Casteldidone, già appartenente ad Antonio Bonatesta Visconti.
1435
Mar.Lombardia

Ottiene l’investitura di Seniga al posto di Casteldidone dietro il censo annuo di due doppieri di cera da dieci libbre da consegnare alla chiesa di San Marco a Venezia.

1438
Lug.VeneziaMilanoLombardiaA fine mese entra alla difesa di Brescia, assalita da Niccolò  Piccinino con Pietro Navarrino e Bartolomeo Colleoni. E’ fatto prigioniero in un  fatto d’arme.
Sett.Lombardia Trentino e Veneto

Rilasciato, affianca il  Gattamelata nella sua ritirata da Brescia a Verona attraverso le montagne a nord del lago di Garda. Durante la marcia contrasta le minacce dei montanari che, istigati dal vescovo di Trento, vogliono fermare i veneziani gettando loro contro grossi massi dall’alto delle cime. Conduce un assalto che infrange ogni ostacolo con Guido Rangoni e 300 uomini armati alla leggera.

1439
Sett.500 cavalliVeneto e Lombardia

Lascia il veronese con Giovanni Conti, Guerriero da Marsciano e Troilo da Rossano (1000 cavalli e 200 fanti) per prestare soccorso ai difensori di Brescia. Prende la strada della montagna; si muove in Val di Sabbia e nelle terre pedemontane. Le cavalcature sono ridotte in pessime condizioni per la difficile marcia attraverso i monti. A fine mese è assalito da 5000 cavalli condotti da Niccolò Piccinino. 300 morti tra i veneziani. Impossibilitato a resistere, trova scampo con parte dei suoi cavalli sulle vicine cime, dalle quali può scendere il giorno dopo a Nave. E’ inviato poi in soccorso di Taddeo d’Este fermo a Toscolano-Maderno. Si scontra a Gavardo con Taliano Furlano e Carlo Gonzaga. Sconfitto, ripara a Toscolano-Maderno. Prende parte ad un nuovo scontro nel cui corso viene catturato. E’ condotto con altri prigionieri, tra cui Pietro Colleoni, lo scrittore Evangelista Manelmi e 4 provveditori veneziani, a Peschiera del Garda.  Presto liberato, si ricongiunge con le truppe di Francesco Sforza.

Ott.Trentino  Lombardia

Guglielmo Cavalcabò,  Guerriero da Marsciano e Giorgio Schiavo scacciano dalla Val di Ledro Niccolò Piccinino. Può così entrare in Brescia.

Nov.LombardiaSegue il capitano generale Francesco Sforza al recupero di Verona. Caccia dalla città le milizie di Niccolò Piccinino e di Luigi dal Verme. Prima della loro espulsione, un uomo d’arme del dal Verme, Alberto Fontana,  mette a sacco  la casa che possiede in città. Costui si pentirà del suo gesto e, nell’aprile successivo, provvederà a restituire le armi requisite nella sua abitazione, aggiungendo anche la somma di 180 ducati, per una cavalcatura trafugata nella medesima occasione.
Dic.LombardiaA Brescia.
1440
Gen.LombardiaE’ ripetutamente utilizzato in compiti di scorta alle vettovaglie dirette alla periferia di Brescia, dove sono raccolte dai difensori della città,
1441
Giu.Lombardia

E’ ferito mortalmente da un colpo di bombardella nella battaglia di Cignano. Muore a Brescia dopo quattro giorni per le ferite riportate. E’ sepolto nella chiesa di San Francesco.

CITAZIONI

-“Ex primoribus prefectis turmarum equestrium Venetorum.” CAVITELLI

-“Capitano industrioso.” VERDIZZOTTI

-“Vir fortissimus.” P. GIUSTINIAN

-“Fra i migliori condottieri che ebbe al suo soldo la Repubblica di Venezia nelle varie guerre sostenute contro il Ducato di Milano.” CAVALCABO’

BIOGRAFIE SPECIFICHE

Agostino Cavalcabò. Un condottiero cremonese del 400 e la presa della rocchetta di S. Luca di Cremona (17-18 ottobre 1431).

Fonte immagine: wikipedia

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