Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GUARNIERI DI URSLINGEN/WERNER VON URSLINGEN (Duca Guarnieri)
Di Islingen, antico borgo nei pressi di Dietingen, in Svevia . Duca, discendente dai duchi di Spoleto.
- 1354 (febbraio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
………….. | Impero | Toscana | Milita agli stipendi dell’ imperatore Giovanni di Boemia. | ||
1335 | |||||
Giu. | Firenze | Arezzo | Toscana | E’ assoldato con 1000 cavalli dai fiorentini per combattere i Tarlati. Sua base operativa è Cortona di cui è signore Ranieri Casali. | |
1338 | Venezia | Verona | Veneto | Combatte contro le milizie del signore di Verona Mastino della Scala. | |
1339 | |||||
Gen. | Comp. ventura | Milano | Veneto e Lombardia | Al termine del conflitto con gli scaligeri entra nella Compagnia di San Giorgio, finanziata dagli scaligeri, con Lodrisio Visconti, il Malerba ed il conte Lando. Muove da Vicenza con 2500 cavalli e 1000 fanti (di cui 200 balestrieri) per lo più svizzeri; varca l’Adige e si getta nel bresciano e nel bergamasco. | |
Feb. | Lombardia | Attraversa l’Adda e giunge a Monza: da tale località segue Lodrisio Visconti a Castelseprio e si fortifica a Legnano. Prende parte al saccheggio di Parabiago; è sconfitto a Canegrate nonostante che agli inizi il successo arridi ai venturieri: nella battaglia muoiono, d’ambo le parti, 4000 cavalli e molti più fanti (500 cavalli e 3000 fanti di parte milanese). | |||
1342 | |||||
………….. | Pisa | Firenze Perugia | Toscana | Affronta i fiorentini comandati da Malatesta Malatesta Guastafamiglia. Mette orrendamente a sacco i territori controllati dai perugini, in particolare i contadi di Anghiari, Monterchi e Citerna. | |
Sett. | Comp. ventura | Firenze Siena | Toscana e Umbria | Licenziato alla fine della guerra, con Ettore di Panigo e Mazarello da Cusano costituisce la Grande Compagnia o Compagnia della Corona (4000 cavalli), che ha come impresa il motto “Duca Guarnieri, signore della Gran Compagnia, nimico di Dio, di preti e di misericordia.” La Grande Compagnia non è composta solo da tedeschi, ma anche da italiani, ungheresi e catalani. Infesta il territorio di Volterra. Gualtieri di Brienne consegna ai venturieri al Fosso Armonico 8000 fiorini affinché non proceda oltre; l’Urslingen entra nel senese. Siena emana una legge che prevede la pena di morte per chiunque presti appoggio alla compagnia. Nonostante gli siano fornite vettovaglie, il condottiero dà alle fiamme Buonconvento, Bagno Vignoni ed altri centri della Val d’Arbia. Tocca anche le porte di Siena usando sempre la solita strategia intimidatrice. Ottiene dal comune 2852/4000 o 12000 fiorini secondo le differenti relazioni (compresi 300 fiorini per reintegrare la perdita delle cavalcature uccise). Solo dopo la consegna del denaro ad Andrea da Medicina lascia il territorio per puntare su Monte San Savino. Respinto, entra nell’aretino e da Castiglion Fiorentino penetra nel territorio di Cortona. Il signore della città cerca l’aiuto dei perugini. Guarnieri di Urslingen minaccia Montepulciano; i perugini gli inviano incontro a Cortona gli ambasciatori Everardo da Montesperelli e Bindolo di Monaldo: costoro chiedono gli invano di assoldare al servizio del comune 300 cavalli della sua compagnia per sei mesi. | |
Ott. nov. | Comp. ventura | Perugia C. di Castello Chiesa Bologna Rimini | Toscana Umbria Marche e Romagna | I perugini eleggono loro capitano generale il conte di Soana Guido Orsini al fine di contrastarlo. Alla notizia l’Urslingen esce da Cortona e per Borghetto raggiunge Passignano sul Trasimeno ove si accampa. Non viene fatto alcun danno al territorio. Attraversa poi la Val di Pierla e si dirige verso Città di Castello, sempre tallonato da vicino dalle milizie perugine che gli impediscono ogni tentativo di taglieggiamento. Tocca Samaiano, il Colle dei Ciechi, il ponte della Saenna; intimidisce Città di Castello. Si dirige in Romagna in soccorso di Francesco Ordelaffi ai danni dei pontifici, scorre nel cesenate, irrompe nel bolognese. Taddeo Pepoli non si fa cogliere alla sprovvista: raduna con i collegati e gli scaligeri oltre 3000 cavalli e li invia con molti fanti lungo il corso del Lamone agli ordini del figlio Giovanni e di Giberto da Fogliano. Guarnieri di Urslingen prende allora la via di Urbino e con l’aiuto dei Montefeltro si rovescia per ventinove giorni contro il signore di Rimini Malatesta Malatesta. | |
Dic. | Rimini | Malatesta | Romagna e Marche | Si accorda a Cervia con Malatesta Malatesta Guastafamiglia; dietro la consegna di una grossa somma di denaro coadiuva il signore di Rimini ai danni di Ferrandino Malatesta che ha attaccato in Verucchio. Il condottiero tedesco si muove nei pressi di Serrungarina. Da qui minaccia Fossombrone e Fano, tolta in precedenza ai Malatesta da Terentino da Carignano. Dopo una settimana, il giorno di Natale, entra nella seconda località. | |
1343 | |||||
Gen. | Comp. ventura | Ferrara | Romagna ed Emilia | Conclude un accordo con gli avversari fermi a Faenza; raggiunge Cervia, si reca a Bologna e vi si incontra con il signore della città Taddeo Pepoli vanificando in questo modo le speranze dei fuoriusciti come Ettore di Panigo e Mazarello da Cusano che militano nella sua compagnia. I signori di Bologna, Ferrara, Verona, Imola, Faenza, Ravenna e Rimini gli consegnano 60000 libbre di bolognini e due mesi di paga per i suoi uomini. Taddeo Pepoli gli fornisce le vettovaglie contro il suo impegno di non fare danni e di tenersi sempre nelle vie stabilite: sono persino marchiate le cavalcature dei suoi uomini per il loro immediato riconoscimento. Costeggia Bologna e Borgo Panigale; punta su Modena. Azzo da Correggio lo utilizza per combattere Obizzo d’Este; l’Urslingen muta presto bandiera su invito di Brandaligi da Marano. Con la guida di Guidoriccio da Fogliano tocca Colombaro, Montale, Mugnano, Formigine, Casinalbo, Gorzano, Baggiovara; si accosta alle porte di Modena e gli estensi somministrano vettovaglie alla compagnia. Dopo sette giorni si ferma nel reggiano. Nella “Grande Compagnia” ora sono presenti 3500 barbute; i soldati sono accompagnati da una variegata corte dei miracoli di mille persone che comprende uomini di ogni risma, avventurieri, mercanti, giocatori e meretrici. | |
Feb. | Emilia | Attraversa il Secchia, assale Correggio, saccheggia Campagnola Emilia e Novi di Modena; Ganaceto, Soliera, Carpi, Campogalliano, San Zenone di Lama, Cortile, San Martino, Camurana e Solara non sfuggono all’ attenzione dei suoi uomini. | |||
Mar. apr. | Comp. ventura | Mantova Padova | Lombardia Emilia Friuli e Germania | Valica il Po ed entra nel mantovano a Quistello; è segnalato a Quarantoli; cerca di invadere il padovano. Ne è dissuaso dalle forze apprestate da Ubertino da Carrara; rientra a Camurana; commette ovunque danni e violenze. Con la fine di una tregua tra scaligeri e viscontei è diffidato dal marchese di Ferrara Obizzo d’Este a lasciare il distretto con tutti i suoi uomini; risponde alle minacce con altre minacce. Ad aprile viene raggiunto un accordo che prevede da parte degli estensi la consegna di quaranta ostaggi tra i quali vi sono il fratello di Obizzo, Rinaldo, ed un figlio e l’elargizione di 10000 fiorini. Conduce i suoi armati sul Po per allontanarsi dai domini degli estensi e da quelli degli scaligeri. Divide la compagnia per schiere o insegne: dieci bandiere proseguono per la Toscana allo scopo di raggiungere Lucca (nel Frignano in ogni caso subiscono forti perdite a causa degli attacchi degli abitanti degli Appennini), otto puntano su Carpi; i rimanenti attraversano il Po e rientrano in Germania. L’Urslingen è catturato a Ferrara ed è liberato solo dopo avere restituito parte della somma ricevuta in precedenza. Rientra anch’egli in Germania per la via delle Alpi friulane. | |
1347 | |||||
Ago. sett. | Ungheria | Napoli | 500 cavalli | Abruzzi Campania | Ritorna in Italia anni dopo a seguito della morte a Napoli del re Andrea d’Ungheria, fatto uccidere dalla moglie, la regina di Napoli, Giovanna d’Angiò. E’ inviato con 500 cavalli tedeschi in soccorso di L’Aquila assediata dagli angioini. Si impadronisce di tale città e dell’intera regione: a L’Aquila in una rissa i suoi uomini uccidono alcuni ungheresi. Si volge contro Sulmona con 1000 cavalli; si accampa al Casalino con Ugolino da Fano in mezzo ad alcune case di campagna; assedia invano la città. Quando manca il denaro per le paghe dei soldati rientra a L’Aquila: Ugolino da Fano convince gli abitanti a contribuire al suo soldo mediante un prestito straordinario. |
Ott. | Molise e Campania | Punta su Napoli; per il piano di Cinquemiglia scende su Isernia, occupa Venafro, giunge a Teano. Attacca Sessa Aurunca con il conte di Fondi Nicola Gaetani e ne è respinto da Nicola di Toraldo; supera il Volturno e perviene ad Ortella, vicino ad Aversa, dove è affrontato dalle milizie di Luigi di Taranto. L’azione si conclude in ottanta giorni con la conquista da parte degli ungheresi del regno di Napoli ed il ritiro di Luigi di Taranto a Capua. | |||
1348 | |||||
Gen. | Campania | E’ accusato da Ulrico Lupo di complicità con Giovanna d’Angiò ed il suo nuovo sposo Luigi di Taranto, che hanno avuto modo di rifugiarsi in Provenza. Sorge una rissa tra i due capitani; il re Ludovico d’Ungheria interviene per comporla mediante un duello. La sfida, per l’interposizione di amici comuni, non si effettua. In un primo momento l’Urslingen è imprigionato. Liberato, viene licenziato con le sue compagnie: contribuiscono alla decisione oltre alle diatribe con Ulrico e Corrado Lupo, le devastazioni perpetrate dai suoi uomini nell’ aquilano ed a Benevento. | |||
Feb. mar. | Fondi | Orsini | Lazio | Giura di non combattere le truppe del re Ludovico d’Ungheria, fiorentini, perugini e senesi, né di militare al soldo dello stato della Chiesa, degli angioini o dei viscontei. Raccoglie 3000 barbute e passa al servizio del conte di Fondi; combatte gli Orsini a Supino. 350 suoi uomini entrano nel castello e sono tutti uccisi dai difensori. L’Urslingen dilaga nella Campagna romana, distrugge Anagni perché i cittadini hanno ucciso dodici suoi ambasciatori che avevano chiesto alla cittadinanza una grossa somma a titolo di tributo (per una cronaca, l’invio degli ambasciatori gli è stati richiesto dagli stessi abitanti affinché agiscano da arbitri per dirimere alcune discordie interne). | |
Giu. lug. | Comp. ventura Chiesa Napoli | Perugia | Lazio Umbria e Campania | Si allontana dal territorio di Terracina ed entra nel contado di Narni. Si volge verso la Toscana; la strada gli è sbarrata dalle milizie di Roma. Nello stesso tempo Perugia ed altri comuni costituiscono un esercito di 3000 cavalli e ne danno il comando ad Alamanno degli Obizzi. L’Urslingen ripiega anche perché gli uomini a sua disposizione, a causa della peste, si sono ridotti a 2000 cavalli. Di seguito assume il soldo del legato pontificio per due mesi; per conto di quest’ultimo sottomette alcune terre allo stato della Chiesa. A luglio entra in Napoli con Giovanni Pipino d’Altamura e 1500 barbute. | |
Ago. | Napoli | Ungheria | Campania | Accoglie a Napoli Giovanna d’Angiò ed il marito Luigi di Taranto che sono rientrati dalla Provenza: durante i festeggiamenti arma cavaliere lo stesso Luigi di Taranto il quale, a sua volta, consegna il cingolo di cavaliere ad 80 nobili del regno. Niccolò Acciaiuoli dà in ostaggio a Guarnieri di Urslingen due figli sino al pagamento dell’intero soldo delle sue truppe. | |
Sett. ott. | Campania e Puglia | Costringe alla resa il conte di Apice; assedia la rocca di Lucera con 1200 cavalli. Mette a sacco Foggia. Protesta per il ritardo del soldo rimandando, per tale motivo, di continuo le operazioni: il suo comportamento di fatto agevola Corrado Lupo nell’ ordinare le sue schiere ungheresi permettendogli di muoversi in soccorso della località. | |||
Nov. | Puglia | Con Giovanni Pipino d’Altamura cerca di bloccare l’avanzata a Corrado Lupo al ponte del Biferno. Il capitano rivale attraversa il fiume più a monte e può raggiungere Lucera. Guarnieri di Urslingen convince Luigi di Taranto a non accettare la battaglia campale. | |||
1349 | |||||
Gen. | Puglia | Luigi di Taranto si ritira e lascia Guarnieri di Urslingen in Puglia come viceré alla testa di 400 barbute. | |||
………….. | Ungheria | Napoli | Puglia e Campania | Abbandona anch’egli la Puglia per recarsi a Napoli: posti all’avanguardia Niccolò Acciaiuoli e Filippo di Sultz, è colto in agguato dal voivoda Stefano di Transilvania lungo il corso del Cervaro tra Monte Calvello e Monte Fedele. L’attacco divide l’esercito napoletano in due tronconi. Nel primo si registra la morte o il ferimento di 300 cavalli; la seconda colonna riesce invece a retrocedere su Troia. L’Urslingen con l’avanguardia abbandona agli avversari le proprie bandiere. Da Napoli viene trasferito nuovamente in Puglia per porsi alla guardia di Corneto, in Capitanata, con 400 barbute. E’ sorpreso nel campo (alcuni riferiscono in modo deliberato); catturato viene condotto dal voivoda a Foggia; d’accordo con Corrado Lupo si fa imporre una taglia di 30000 fiorini in modo che il re di Napoli non sia invogliato a riscattarlo. Accade come previsto, per cui può ritornare al soldo del re d’Ungheria. Con il Lupo riconquista la Capitanata; si stanzia a Foggia; Andria, Bitonto, Giovinazzo e Molfetta aprono le porte agli ungheresi. | |
Mag. | Puglia e Campania | A Bisceglie con il Lupo salva la vita a Giovanni Pipino d’Altamura che, a seguito di un incontro con il voivoda, viene fatto prigioniero per la sua insolenza e sta per essere ucciso dagli ungheresi. Sempre in collegamento con il Lupo costituisce un esercito di 7000 cavalli ungheresi, tedeschi, napoletani e di 2000 fanti lombardi. Tocca Corneto; è bloccato al passo di Arpaia da Giovanni di Asperg (500 cavalli); ne supera la resistenza, saccheggia Arpaia, Arienzo e Cancello, sbocca nella pianura di Napoli, occupa Acerra, entra in Capua ed Aversa, assedia il castello della seconda località. | |||
Giu. | Campania | Si accampa a Melito di Napoli; per spingere gli avversari a battaglia finge una lite nel campo tra ungheresi e tedeschi. Gli angioini ne sono informati dai contadini; attaccano gli ungheresi fidando nella sorpresa. Agli inizi l’esito è loro favorevole; compare alle loro spalle il conte Lando. L’esercito angioino è completamente disfatto con la perdita di un migliaio di uomini tra morti e feriti. Per la vittoria il voivoda di Transilvania è costretto a riconoscere alle truppe, a compensazione delle paghe arretrate dei mesi giugno/agosto, il ricavato del riscatto dei prigionieri (dai 100000 ai 200000 fiorini). Stefano Laczfy è sempre più restio ad accontentare le richieste dei mercenari. L’ Urslingen si collega con il Lupo, il conte Lando e fra Moriale nel tentativo di ucciderlo. Costringe il voivoda a rifugiarsi con gli ungheresi a Manfredonia. | |||
Lug. dic. | Campania | Rimane ad Aversa con Corrado Lupo fino a Natale. Non cessa di devastare la Terra di Lavoro e di affamare Napoli. | |||
1350 | |||||
Gen. | Vico | Chiesa | Lazio e Campania | Si allea con Giovanni di Vico per depredare il Patrimonio alla cui difesa si trova Jacopo Gabrielli. Danneggia il castello di Valentano; negli stessi giorni stipula con Luigi di Taranto un accordo per il quale ottiene 100000 fiorini; altri 100000 fiorini gli sono promessi alla consegna di Capua, di Aversa e di altre terre. | |
………….. | Campania | Deve lasciare Aversa per la mancanza di vettovaglie; cede la località al cardinale legato Annibaldo da Ceccano inviato del papa. Corrado Lupo ritorna al servizio del voivoda; l’Urslingen prende la strada del nord. | |||
Apr. | Comp. ventura | Siena | Toscana | ||
Mag. | Faenza Forlì | Chiesa | Romagna | E’ di nuovo nel forlivese e nel faentino con il conte Lando e 500 barbute tedesche; combatte a favore di Giovanni Manfredi e di Francesco Ordelaffi contro il legato pontificio Astorgio di Durafort. | |
Lug. | Bologna | Chiesa | Emilia | Passa al servizio di Giacomo Pepoli, sempre contro i pontifici con 2375 cavalli e 125 sergenti; per raggiungere Bologna deve attraversare i passi degli Appennini controllati dai fiorentini. Li può superare con la connivenza dei priori della repubblica. Colloca i suoi uomini in una contrada di Bologna; da tale punto depreda tutta la città colpita sia al suo interno che all’esterno del suo comprensorio. | |
Ott. | Chiesa Verona | Milano | Emilia | Il Pepoli vende Bologna ai Visconti per 200000 fiorini, di cui 8500 destinati alle paghe arretrate degli uomini dell’ Urslingen. Con l’arrivo nella città di 1500 barbute dei Visconti a Bologna lascia la città con le sue masnade perché bandito dall’arcivescovo di Milano Giovanni Visconti. E’ arruolato con 1200 barbute (1150 cavalli e 400 fanti per altre fonti) dai pontifici e da Mastino della Scala; assedia i viscontei in Bologna. | |
Nov. | Emilia | Attacca Bologna con Astorgio di Durafort. Galeazzo Visconti invia loro contro 1000 armati; i difensori tentano una sortita fuori le mura; sono costretti a ripiegare con forti perdite. Guarnieri di Urslingen dà alle fiamme un vicino borgo. | |||
1351 | |||||
Gen. feb. | Emilia | La mancanza di denaro fa sì che le truppe se ne restino inattive a Budrio da dicembre a gennaio. A febbraio si sposta a Doccia con il conte Lando; trascorre il periodo nella miseria. | |||
Mar. | Verona | Con il Conte Lando agli stipendi del signore di Verona Mastino della Scala per tre mesi. | |||
………….. | Germania | Si accorda con i Visconti e rientra in Svevia. | |||
1354 | |||||
Feb. | Germania | Avvelenato, muore in Svevia ai primi del mese. A Farra d’Isonzo in Friuli ha sede il Gruppo d’Arme Guarnieri di Urslingen, che prende parte alle principali manifestazioni storiche medievali della regione, tra cui il Palio di San Donato e Medioevo a Valvasone. |
CITAZIONI
-“Senza infamia e senza lode. Uomo che non ebbe né virtù né vizi..; nulla di meno il suo nome fissò, se non l’origine, la comparsa delle compagnie di ventura in Italia.” RICOTTI
-“Benché fosse preceduto qualche esempio di simili Compagnie d’assassini, pure questo Duca Guarnieri fu considerato in questi tempi come principal Autore, e promotor delle medesime.” MURATORI
-“Uomo avarissimo e di non sicura fede.” DI COSTANZO
-“Homo de gran postra…/ (Contrasto con gli ungheri) Demintri stette in Aquila,/ dico, lo duca Guarneri,/ Comensaro la briga/ quelli soi cavaleri;/ Nella placza d’Aquila/ fono alle fronderi,/ Occiseno uno delli Ongari/ delli boni deli osteri./ Lo conte de Ongaria/ volea vennetta fare;/ Lo duca et soy Todischi/ se corsero ad armare,/ Penzò lo conte occidere/ et poy correre l’Aquila/ et strugerla et desertare.” B. DI RANALLO
-“Vero masnadiere discendente dagli antichi usurpatori posti dagli imperatori nel ducato di Spoleto.” ARGIOLAS
-“Il quale era gran capitano e caporale delle strade.” MONUMENTA PISANA
-“Era costui un capitano Tedesco venuto in Italia per avidità di guadagno.” VIZANI
-“Che per merito e valore gli altri superava.” CAMERA
-“Uomo di molto animo.” ANTINORI
-“(La sua compagnia) regroupait des milliers de combattants venus d’Allemagne, mais aussi de Hongrie, d’Italie et d’autres régions d’Europe, et s’avéra durablr.” BUTAUD
-“Aveva costruito un’immagine di sé adatta alle prestazioni che gli venivano richieste, tanto da essere ricordato spesso per la sua divisa: “Duca Guarnieri, signore della Grande Compagnia, nemico di Dio, di pietà e di misericordia.” TANZINI
-“La più nota, o famigerata, di queste unità fu la cosiddetta Grande Compagnia tedesca, nata nel 1342, quando il nobile Werner d’Urslingen radunò attorno a sé parecchie centinaia di cavalieri teutonici e italiani. A questo nucleo di combattenti, variabile tra i 1500 e i 3000 militi, si affiancavano svariate migliaia di fanti, ausiliari, servitori, prostitute e concubine. In totale, si potevano raggiungere i 30000 componenti. Il gruppo principale dei membri della Grande Compagnia era composto da tedeschi, ma non mancavano italiani, ungheresi e altri avventurieri provenienti da tutta Europa. La Grande Compagnia, nelle sue diverse incarnazioni, operò a lungo, soprattutto nell’Italia centrale, guerreggiando, se assoldata, oppure saccheggiando, minacciando e ricattando al fine di ottenere denaro per allontanarsi. Politicamente, essa si distinse per la sua inaffidabilità, poiché si dava al migliore offerente e cambiava spesso bandiera, senza rispetatre i patti conclusi.” GRILLO-SETTIA
-“(La compagnia) operava nel centro Italia, e quando non era assoldata viveva di saccheggio e minacciava le città al fine di ottenere denaro, ed era famosa per la sua inaffidabilità, in quanto cambiava spesso committente senza rispettare i patti stabiliti.” BIONDINI-SANGIORGIO