
Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GUALTIERI DI BRIENNE (Gualtieri VI) Di Brienne. Duca d’Atene, conte di Lecce e di Brienne.
Signore di Firenze, Pistoia, Conversano, Casamassima, Putignano. Possiede pure considerevoli feudi nella regione francese della Champagne, in Grecia ed a Cipro (tre villaggi ed un fienile).

1304 – 1356 (settembre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1311 | |||||
Mar. | Grecia e Campania | Alla morte del padre Gualtieri nella battaglia di Cefiso contro la “Compagnia degli Almogavari” ripara a Napoli con la madre Giovanna di Chatillon. Roberto d’Angiò riconferma alla madre tutti i feudi nel regno già posseduti dai suoi antenati. | |||
………….. | Puglia | Combatte di continuo contro i suoi vassalli, il principe di Taranto ed i creditori che tentano di spogliarlo della contea di Lecce. Vengono ipotecati i suoi feudi di Conversano e di Casamassima. | |||
1321 | |||||
Gen. | Campania | Si sposa con Beatrice d’Angiò, figlia del principe Filippo di Taranto: il matrimonio è stato voluto dal re di Napoli Roberto d’Angiò allo scopo di rendere più presente la casa tarantina in Grecia. Gualtieri di Brienne per oltre un quinquennio sfrutterà abilmente la posizione raggiunta, sempre annunciando vicina una spedizione in Grecia e sempre prorogandola. Ottiene così nuovi favori, sia facendosi difendere efficacemente contro i suoi vassalli riottosi del leccese, sia ottenendo che un partigiano collegio di arbitri si pronunci a favore di certi suoi pretesi diritti di patronato sulla cappella della Trinità di Lecce. | |||
………….. | Brienne | Bari | Puglia | ||
………….. | Brienne | Cantelmi | Puglia | ||
………….. | Intenta un processo alla madre per non riconoscere i debiti da lei accesi sui beni di famiglia per sostenere dal punto di vista finanziario le spedizioni contro gli Almogavari. Il re di Francia Filippo V gli dà torto e viene obbligato a pagare (parzialmente) i debiti contratti. | ||||
1325 | |||||
Mag. | Napoli | Umbria | Segnalato a Perugia alla testa di 500 cavalli. | ||
Ott. | Battifolle | Firenze | Toscana | Sostiene con 20 cavalli e 200 fanti le ragioni di Ugo di Battifolle ad Ampinana nel Mugello. | |
1326 | |||||
Apr. | Napoli Firenze | Impero Lucca | Capitano di guerra 400 cavalli | Toscana | Ottiene il permesso di ipotecare le rendite dei beni feudali a favore di alcuni mercanti fiorentini. Negli stessi giorni contrasta le milizie dell’imperatore Ludovico il Bavaro. A fine mese è inviato a Firenze dal duca Carlo di Calabria per opporsi a Castruccio Castracani Ha l’incarico di vicario regio e di capitano di guerra. Gli viene riconosciuta una provvigione di 3 once d’oro e di 15 tari al giorno nel caso di sua residenza nella città e di 4 once, nel caso in cui debba operare fuori Firenze. |
Mag. | Umbria Toscana | A Perugia ed a Firenze, dove vi si reca con la moglie. Prende alloggio Oltrarno nel palazzo dei Mozzi. A metà mese annulla in Firenze tutte le nomine effettuate dai priori cittadini. | |||
Giu. | Toscana | Raggiuge Siena con 400 cavalli e 400 fanti. | |||
Lug. | Toscana | E’ ancora a Siena dove cerca di ottenere la signoria della città. Le autorità regalano a lui ed al suo seguito molti doni, in particolare cinque vesti di drappo d’oro del valore di 8238 lire: una a lui con una confettiera contenente 1000 fiorini; una alla moglie, con una coppa con dentro 300 fiorini; una al principe di Morea (con coppa e 300 fiorini); una alla moglie di quest’ultimo (l’usuale coppa con 200 fiorini) ed una, infine, al despota di Romania (coppa con 300 fiorini). Anche altri membri della sua corte sono onorati, ciascuno con diversi doni. Il Brienne si fa parte attiva nel comporre una tregua di cinque anni tra Salimbeni e Tolomei; arma undici cavalieri tra cui Simone di Battifolle, capitano di guerra della repubblica. A fine mese si allontana da Siena e chiede ai fiorentini 16000 fiorini. | |||
………….. | Toscana | Esercita il potere in Firenze fino all’arrivo del duca di Calabria. | |||
1327 | |||||
Giu. | Napoli | Lazio | Viene preposto alla difesa di Rieti; ha l’incarico di capitano negli Abruzzi; affianca Filippo d’Acaja per impedire il passo di Ludovico il Bavaro diretto verso Roma. | ||
Nov. | Ha divergenze con il suocero, il re di Napoli Roberto d’Angiò, per la dote della moglie Beatrice di cui è creditore per i tre-quarti (2950 once). | ||||
1328 | |||||
Inverno e primavera | Giunge ad una tregua con la “Compagnia degli Almogavari” che occupa il ducato di Atene. | ||||
Nov. | Il re di Napoli gli riconosce una pensione annua di 160 once. Ha così la possibilità di liberarsi dei pesi feudali che hanno condizionato la sua azione. | ||||
1330 | |||||
Giu. | Il papa Giovanni XXII bandisce la crociata contro la “Compagnia degli Almogavari”. | ||||
Lug. | Roberto d’Angiò emana un editto con il quale si prevede che i baroni che lo seguano in Grecia siano esentati dal servizio per tutta la durata della campagna | ||||
1331 | |||||
Mar. lug. | Brienne | Almogavari | 800 cavalli e 500 fanti | Puglia | Vende molte terre che possiede in Francia e si fa consegnare il resto della dote della moglie. Con il ricavato assolda 800 cavalli francesi, 500 fanti toscani veterani e moltissimi venturieri; riunisce le truppe a Brindisi. Invia a Ragusa (Dubrovnik) un suo emissario, il conte Angelo da Crotone al fine di noleggiare alcune navi trasporto. Roberto d’Angiò mobilita i suoi feudatari, la nobiltà di Francia e di Puglia; anche numerosi guelfi toscani accorrono sotto le bandiere di Gualtieri di Brienne. |
Ago. | Puglia ed Albania | Salpa da Brindisi, sbarca ad Arta in Albania e costringe il despota dell’ Epiro Giovanni a riconoscere la sovranità del re di Napoli. | |||
………….. | Grecia | Recupera molte fortezze quali Tebe, Atene e Livadia. Gli attacchi in Attica falliscono; il bailo veneziano dell’Eubea, Marino Zeno, non gli accorda il passaggio nei territori controllati dalla Serenissima a causa di una tregua in atto con la compagnia catalana. Il Brienne vince gli Almogavari in battaglia campale; costoro si rinchiudono nelle fortezze e logorano le sue forze con azioni di guerriglia. | |||
1332 | |||||
Feb. | Grecia e Puglia | Si ferma a Patrasso ove l’arcivescovo Guglielmo, seguendo le istruzioni del papa, scomunica gli avversari. Il Brienne decide di rientrare a Lecce. E’ avvilito ed indebitato. | |||
Mar. | Le spese della spedizione sono state tali che Roberto d’Angiò deve intervenire a suo favore con sussidi straordinari (400 once d’ oro) affinché egli possa far fronte ai debiti. Il re di Napoli deve pure sospendere le numerose azioni giudiziarie per insolvenza che i creditori intentano al Brienne. | ||||
1334/1335 | Puglia | Firma ad Oria un trattato con Caterina di Valois, vedova di Filippo di Taranto ed imperatrice titolare di Romania, la quale si impegna a finanziare una nuova campagna in Grecia allo scopo di recuperare il possesso dei suoi beni nel depostato d’Epiro. Allorché Caterina di Valois affida la direzione dei suoi interessi all’ amante Niccolò Acciaiuoli, il Brienne si ritira dall’impresa. Nello stesso tempo gli angioini non pensano più alla Grecia ma alla riconquista della Sicilia | |||
1336 | Vagheggia una nuova impresa contro gli Almogavari: il tutto termina con il tentativo di allargare le sue aspirazioni su feudi restati vacanti ed in prepotenze con i vicini meno temibili, non risparmiando neppure un nipote del papa Giovanni XXII. | ||||
1337 | |||||
………….. | Aliena il feudo di Castelluccio de’ Sauri cedendolo, con il consenso regio, al conte di Belcastro Tommaso d’Aquino. | ||||
………….. | Francia | Inghilterra | Francia | Combatte in Francia nella guerra dei Cent’Anni per conto del re Filippo II. | |
…………… | Francia | Fa parte di una spedizione in Normandia in cui sono conquistate le città di Penne, Puymirol, Blaye e Bourg-sur-Gironde. | |||
1339 | |||||
Sett. | Francia | In azione in Piccardia a Buironfosse. | |||
1340 | |||||
Giu. | Francia | Cavalca senza frutto con il visconte di Thouars, alla testa di 4000 uomini, contro Bavay e Mauberge ai danni del conte di Hainaut. | |||
Lug. | Francia | Affianca il sovrano francese da Béthune verso Arras e Douai. | |||
…………… | Francia | Segue una tregua tra i contendenti. | |||
1341 | |||||
…………… | Francia | Si reca ad Avignone alla ricerca di un appoggio da parte del papa Benedetto XII al fine di potere ritornare in Grecia. | |||
Lug. | Rientra nel regno di Napoli. Roberto d’angiò, alla vigilia della sua partenza per Firenze, prorogherà i processi a carico suo ed a quelli degli accompagnatori nella spedizione in Grecia. | ||||
1342 | |||||
…………… | Firenze | Campania Toscana | Abbandona Napoli senza chiedere licenza al re e, accompagnato da Uguccione dei Buondelmonti e da Manno Donati, giunge a Firenze. | ||
Mag. | Firenze | Pisa | Capitano di guerra | Toscana | Con il Buondelmonti ed il Donati si reca al campo di Malatesta Malatesta Guastafamiglia posto sul Serchio nei pressi di Lucca. Appoggia Bruschino Tedesco con 1500 cavalli in una sortita contro i pisani che stanno assediando la città. Mette in fuga gli avversari; il fiume si ingrossa ed il Malatesta, invece di seguirlo, fa suonare la ritirata. Gualtieri di Brienne ritorna a Firenze; alloggia con 350 barbute nel monastero di Santa Croce. I pisani entrano in Lucca; a fine mese è nominato per un anno capitano di guerra, conservatore e difensore del comune di Firenze e della parte guelfa. |
Giu. | Firenze | Ghibellini | Toscana | Respinge un attacco portato ad Arezzo dai Tarlati, da Francesco Ordelaffi, da Cortona, dai della Faggiuola, dai Pazzi di Valdarno e dagli Ubertini. Gli sono anticipati dai fiorentini 2000 ducati anche se non effettua la prevista rassegna della sua compagnia di cavalli. | |
Lug. | Toscana | Non contrasta una scorreria verso Montevarchi di Tarlatino Tarlati; cattura, al contrario, Francesco degli Ubertini, fratello del vescovo di Arezzo, che ha fatto ribellare Castiglione degli Ubertini. Fa decapitare quest’ultimo in Firenze. Fa prigioniero e giustiziare, sempre a Firenze, Rodolfo Pugliesi, che ha cercato di entrare con la forza in Prato alla testa di 300 fanti e di 25 cavalli dopo essersi accordato con il conte Niccolò di Cerbaia e gli Ubaldini. Stessa sorte subisce Giovanni dei Medici, colpevole di avere fatto fuggire in precedenza, da Lucca a Pisa, Tarlatino Tarlati che gli era stato affidato da Giberto da Fogliano. | |||
Ago. | Toscana | Fa pure decapitare, colpevole di essersi fatto corrompere, il capitano fiorentino Guglielmo Altoviti. Seguono altre condanne per baratteria ai danni di numerosi notabili di Firenze, multati e condannati al confino. Per tutti questi atti contro il “popolo grasso”, conquista in breve la fiducia dei “grandi” e del “popolo minuto”. | |||
Sett. | Toscana | Con l’aiuto del capitano del popolo Guglielmo d’Assisi assale in Firenze il Palazzo dei Priori; è proclamato da un parlamento generale signore della città a vita. Gli sono consegnati per denaro i castelli di Castiglion Fiorentino, Volterra, Arezzo, Colle di Val d’Elsa, San Miniato, San Gimignano, Prato, Pistoia e Serravalle Pistoiese. Ai suoi stipendi vengono subito 800 cavalli francesi e borgognoni, senza contare gli italiani; molti suoi parenti si trasferiscono dalla Francia a Firenze. Sempre nel periodo assume anche la signoria di Pistoia: gli viene concessa per tre anni e con limitazioni più strette rispetto alle condizioni precedenti accettate dai fiorentini. | |||
Ott. | Toscana | Si rappacifica con i pisani. Lucca perviene nelle mani di Pisa dietro il pagamento di un censo di 8000 fiorini per quindici anni; Gualtieri di Brienne ottiene i castelli di Laterina, Barga e Pietrasanta, oltre a quelli già in possesso dei fiorentini in Valdarno ed in Val di Nievole. Viene pure nominato signore di Colle di Val d’Elsa. Elegge nuovi priori in Firenze; presto perde, l’appoggio dei “grandi” quando fa condannare un membro della famiglia dei Bardi, venuto a contesa con un popolano che lo ha offeso. A fine mese gli è riconosciuta a vita la signoria di Pistoia. | |||
Nov. | Firenze | Comp. ventura | Toscana | Combatte la Grande Compagnia. Sue truppe, comandate da Gerozzo Bardi, assediano in Laterina Ettore di Panigo per impedirgli di unirsi in Romagna con di Guarnieri di Urslingen. | |
Dic. | Toscana | Nella sua azione di governo favorisce sempre più il popolo minuto; ricava da tasse e multe 500000 fiorini, dei quali più di 200000 invia in Francia ed in Puglia. A fine mese ottiene Volterra da Ottaviano Belforti, signore della città, in cambio di un vitalizio annuo di 1500 fiorini. | |||
1343 | |||||
Mar. | Toscana | Si allea con i pisani. I Medici ed i grandi incominciano a cospirare ai suoi danni. Da parte sua si impadronisce di Colle di Val d’Elsa e tenta di farsi signore anche di Siena favorendone le lotte intestine. | |||
Lug. | Firenze | Rivoltosi | Toscana | Si collega con Mastino della Scala, i marchesi d’Este ed il signore di Bologna Taddeo Pepoli. Sono organizzate in Firenze tre congiure in contemporanea per scalzarlo dalla signoria cittadina. E’ scoperta la terza, la più decisa; Gualtieri di Brienne non trova subito il coraggio di agire. Chiede in soccorso al Pepoli 300 cavalli; convoca a palazzo per ucciderli trecento dei principali cittadini. A fine mese Firenze si solleva e 300 suoi uomini sono uccisi o catturati nella piazza; si asserraglia nel palazzo con 400 soldati e vi viene assediato da 1000 cittadini armati a cavallo e da altri 10000 armati come fanti. Cerca di rabbonire i “grandi” liberando alcuni congiurati già da lui fatti arrestare. La misura conciliante non sortisce alcun effetto. I rivoltosi sono rafforzati da cavalli e da fanti provenienti da Siena (300 cavalli e 400 balestrieri agli ordini di Francesco di Montone), da San Miniato (200 fanti), da Prato (500 fanti), dai conti Simone e Guido di Battifolle (400 fanti), da Pisa (500 cavalli): costoro sono subito rimandati indietro e sulla strada del ritorno vengono assaliti dagli abitanti di Montelupo Fiorentino, di Capraia, di Empoli e da quelli di Pontorme. Nello stesso tempo a Firenze, sono uccisi ufficiali e funzionari militanti ai suoi ordini, trovati isolati nelle vie o nelle loro abitazioni. | |
Ago. | Toscana e Emilia | Ai primi del mese è costretto alla resa dai mercenari borgognoni; prima di abbandonare Firenze viene obbligato a consegnare ai rivoltosi tre suoi funzionari che sono richiesti dalla folla (Guglielmo d’Assisi, il figlio di quest’ultimo e Cerrettieri Visdomini). Costoro sono linciati e squartati. Esce da Firenze per la Porta di San Niccolò con la scorta dei senesi di Francesco di Montone e degli uomini di Simone e di Guido di Battifolle. A Poppi notifica gli atti della sua rinuncia alla signoria; ripara a Bologna, di cui è signore Taddeo Pepoli, suo alleato. Durante il viaggio tra i suoi uomini sono uccisi o svaligiati più di 400 cavalli. Viene ospitato a Ferrara da Obizzo d’Este; da qui per Francolino raggiunge Venezia ove si imbarca per la Puglia. Il comune di Firenze festeggia la sua cacciata e decide di far correre annualmente un palio il giorno di Sant’Anna, giorno dell’ inizio della rivolta. | |||
…………… | Francia | Trama ai danni dei fiorentini. E’ posta a Firenze una taglia di 10000 fiorini a favore di chi lo uccida. E’ dipinto dal Giottino con alcuni seguaci, come traditore e mancatore della parola data, nel Palazzo del Podestà. | |||
1344 | |||||
Giu. lug. | Francia | E’ segnalato ad Avignone presso il papa Clemente VI. | |||
1346 | |||||
Feb. | Francia | Il re di Francia Filippo di Valois, su sua richiesta, fa arrestare i fiorentini presenti nel regno: vi sono forti pressioni affinché Firenze riconosca al Brienne entro il mese di maggio un forte indennizzo. | |||
Lug. | Francia | Viene reiterato il bando. Gli è riconosciuto il diritto di rappresaglia nei confronti dei mercanti fiorentini che vivono in Francia. | |||
1347 | |||||
Lug. | Sono cancellati a Firenze tutti i segnali che possono rammentare il suo nome. | ||||
1351 | |||||
Ago. | Francia | A seguito di ripetute iniziative diplomatiche sono revocate in Francia le rappresaglie a carico dei fiorentini dal nuovo re Giovanni II; in cambio i fiorentini annullano la taglia posta sul suo capo. Il duca d’Atene resta in Francia per tutto l’anno. | |||
Ott. | Francia | A fine mese, a Parigi, concede in privilegio a Graziano di Venezia alcuni suoi beni siti in Romania. | |||
1353 | |||||
………….. | Brienne | Brindisi | Puglia | Rientra in Italia. Un ricco negoziante di Brindisi, Filippo da Ripa, è convocato a corte a Napoli dal re Luigi di Taranto. Non si presenta, perché conosce il motivo di tale richiesta: ottenere del denaro. Gualtieri di Brienne raduna 400 cavalli e 1500 fanti per muovere contro Brindisi. La popolazione gli impedisce l’accesso in città. Si accampa fuori le mura ed inizia a scorrere nel territorio circostante. Interviene il sovrano che gli ordina di desistere dalla sua azione. Negli stessi giorni rientra a Napoli, reduce dalla sua prigionia in Ungheria, il fratello maggiore di Luigi di Taranto, Roberto. Costui ottiene la signoria di Brindisi ed il duca d’Atene è costretto a togliere l’assedio. | |
…………… | Brienne | Caserta | Puglia | Gualtieri di Brienne non demorde dai suoi propositi. Semina l’inimicizia tra Filippo da Ripa ed il conte di Caserta Filippo della Ratta, figlio di Diego. Quest’ultimo, sobillato da Niccolò Acciaiuoli, siniscalco del regno, tenta di impadronirsi dei suoi feudi. Il Brienne vince l’avversario a Lecce e (maggio) lo costringe a rinserrarsi in Taranto. Inutile si rivela l’assedio. | |
Primavera/dic. | Campania | Il sovrano, dietro l’insistenza del fratello, bandisce il conte di Caserta. Filippo della Ratta si rafforza nelle sue terre di Sesto e di Tuliverno (Triverno). hanno inizio le operazioni di assedio da parte di Roberto di Taranto e di Gualtieri di Brienne (100 cavalli). Costretto a ritirarsi per la mancanza di mezzi, punta su Brindisi dove imperversa Filippo da Ripa che ha espulso dalla città la fazione rivale dei Cavalieri. Il da Ripa si arrende nelle mani del fratello del re. Nell’ estate riprende il conflitto con il della Ratta; segue un momento di stasi; riceve 300 cavalli dal sovrano e con tali soccorsi attacca nuovamente il conte di Caserta. Cerca di occupare Maddaloni, mentre l’avversario mette a sacco la Terra del Lavoro e tutti i territori vicini fino alle porte di Napoli. | |||
1355 | |||||
………….. | Francia | Inghilterra | Francia | Abbandona la Puglia e si trasferisce in Francia dove fronteggia gli inglesi per conto del re Giovanni II. Contrasta le truppe del principe di Galles, il Principe Nero. | |
Nov. | Francia | Taglia la strada in Guascogna agli inglesi che stanno rientrando a Bordeaux; si pone in agguato a Cragny con Astorgio di Durafort. Viene sconfitto. | |||
1356 | |||||
Mag. | Grande Connestabile | Francia | E’ nominato grande connestabile del regno al posto di Giacomo di Borbone, conte de la Marche e di Ponthieu, che ha dato le dimissioni. | ||
Sett. | Francia | A metà mese partecipa alla battaglia di Poitiers dove ha il comando della seconda schiera. 3000 cavalli francesi si trovano di fronte a 2000 arcieri inglesi che sono sostenuti da 1600/1800 cavalli appiedati. Le prime linee francesi sono investite da una nuvola di frecce; ripiegano in disordine provocando disordine nelle schiere retrostanti. I cavalli inglesi montano sulle loro cavalcature e contrattaccano; si rovesciano sul grosso del nemico e lo sbaragliano. Il Brienne muore nel corso della battaglia con Jean de Clermont, mentre un terzo comandante dell’ esercito, Arnoul d’Andrehem, viene fatto prigioniero. La leggenda vuole che sia stato scannato, a colpi di pugnale, dopo essere stato gettato da cavallo ferito alle spalle, da un soldato fiorentino militante agli stipendi degli inglesi. Tra i francesi vengono uccisi 2426 uomini d’arme, il vescovo di Chalons, il duca Pierre de Bombon ed altri 16 capitani tra baroni e nobili; migliaia sono pure i morti tra i fanti, tra cui quasi tutti gli scozzesi, che con William Douglas hanno seguito la carica della cavalleria pesante condotta da Gualtieri di Brienne. Sempre tra i francesi, sono catturati almeno 2000 cavalli e molti nobili, tra cui il re Giovanni ed un figlio dello stesso Brienne. Il duca d’Atene è sepolto a Sarno. Nel suo testamento ordina che sia restituito all’ordine dei cavalieri gerosolomitani le terre di Putignano e di Conversano, da lui usurpate ai danni dello stesso ordine. Fa costruire a Lecce il convento e la chiesa di Santa Croce, rifatta quest’ultima nel 1600 in stile barocco. Sempre a Gualtieri di Brienne si deve la rifondazione di Roca sull’Adriatico. A Firenze fa ampliare Piazza della Signoria e parte del Palazzo Vecchio. Suo ritratto nella Galleria degli Uffizi di Firenze, opera di Cristofano dell’Altissimo. Viene ricordato nel romanzo del marchese di Saluzzo Tommaso III, il “Cavaliere Errante”. Niccolò Tommaseo incentra sugli ultimi giorni della sua signoria fiorentina il racconto storico “Il Duca d’Atene”, pubblicato una prima volta a Parigi nel 1837 e, successivamente, nel 1858 a Milano. |
CITAZIONI
-“Crudele e avaro,..di brutta e spiacevole presenza, imperocché egli fu di color nero, avea la barba lunga e rada, la sua persona era molto piccola, e quella sparuta e poco graziosa.” AMMIRATO
-“Questo duca d’Atena era di poca fermezza e di meno fede, cupido e avaro e male gratioso, picolo de persona e bruto e barbaricino, e parea meglio greco che francesco, sagace e malitioso. E molti denari mandava in Francia a’ suoi parenti.” A. DEL TURA
-“Qui, non more humano, sed spiritu diabolico inspiratus, et omni ferocitate repletus, dominatus fuit eandem civitatem et ipsius dominus fecit laqueo suspendi XXIJ de militibus melioribus dictae civitatis et ipsos homines omnes expoliavit et alia crudelissima extitit operatus more tirannico.” G. DA BAZZANO
-“Ancorche fosse di natione Francese, allevato nondimeno in Grecia, e fatto sagacissimo.” PIGNA
-“Era di maravigliosa sagacità, e ingegno.” PELLINI
-“Piccoletto di persona e brutto e barbaricino e parea meglio greco che francese, sagace e malizioso molto.” VILLANI
-“Nell’insieme, una figura storica di non grandissimo rilievo, uno dei tanti, mezzo cavalieri e mezzo avventurieri, che formicolavano, con grandi ambizioni e scarsi risultati, attorno alle spoglie dell’impero latino d’Oriente, dopo che questo cadde, nel 1261, se non fosse stata la straordinaria fortuna che l’aveva portato alla signoria di Firenze, la città più ricca d’Europa in quel tempo, che egli non ebbe altro pensiero che quello di mungere quanto meglio poteva, suscitando ad un tempo l’ammirazione e l’invidia del mondo cavalleresco a cui apparteneva. La base contraddittoria, magnatizia-popolare su cui si fondava il suo governo non poteva durare a lungo: la ricchezza di Firenze, anche se momentaneamente compromessa dalla crisi delle compagnie bancarie, era pur sempre dovuta a quella classe di capitalisti, industriali e mercanti, che il duca aveva voluto estromettere dal governo. Né i magnati né tanto meno i “minuti” avevano le idee, la capacità, lo spirito di intraprendenza per sostituirli, come mostrerà, venticinque anni dopo, il tumulto dei Ciompi… I contemporanei Giovanni e Matteo Villani, Marchionne di Coppo Stefani, il Boccaccio, danno già un’interpretazione della figura del Brienne, quale tiranno giustamente sbalzato di seggio, che rimarrà nella storiografia fiorentina e non fiorentina, senza attenuanti, benché una ce ne fosse- Giovanni Villani vi accenna – ed era che il tiranno in casa ce l’avevano voluto i Fiorentini stessi. Il sentimento popolare verso il tiranno è espresso da Antonio Pucci e da altri poeti popolari: maestro Paolo dell’Abbaco, Saviozzo da Siena ecc. dai contemporanei l’opinione vulgata sul duca è passata dal Machiavelli, che gli dedica ben cinque capitoli del libro II delle “Istorie fiorentine” (e un cenno nei “Discorsi”..a proposito del modo errato tenuto dal duca nel soffocare la congiura.” ” SESTAN
-“(Con) fama di valente e di gran signore. Ambizioso, scaltro, poco delicato di coscienza.” BALAN
-“Avea il duca moltissima ambizione e sufficiente talento.” PIGNOTTI
-“In exercitu autem vigilando, et impigre res obeundo commendationem sibi non exiguam comparavit.” SANT’ANTONINO
-“Uomo di somma scaltrezza vide le tristi civili gare, e ne fece pro suo.” PECORI
-“Era tenuto in grande riputazione nelle cose di guerra.” ZAZZERI
“Gualtierius eratgallus, claro natus generes quemnudo inanique titulo Athenarum Ducem vocitabant.” BRUNI
-“Buon ministro in apparenza, ma tristo d’animo, gonfio d’iattanza.” BIADI
-“Il dittatore (a Firenze) non si condusse in modo sostanzialmente diverso dagli altri signori che, per altre vie, avevano acquistato il dominio sul Comune: per esempio dai Visconti. Come essi, egli procurò di assicurare innanzitutto la “pace” tra i cittadini, cioè la fine della lotta politica, richiamando esiliati, amnistiando condannati, diffondendo la persuasione che stava schiudendosi per tutti una nuova era di tranquillità, in cui ognuno avrebbe rinunciato a intervenire nelle questioni del governo e a mormorare e a parteggiare con compagni di fazione. Ma contro gl’irriducibili fu feroce, e continuò a seminare il terrore con le minacce e cn le effettive spoliazioni, torture, supplizi. Anch’egli lasciò intatta l’impalcatura esterna del Comune, senza convocarne mai i Consigli e scegliendo i priori fra le persone a lui personalmente devote, in modo da costituire intorno a sé una sorta di corte di gente interessata al perpetuarsi della sua signoria.” VALERI
-“Tolse le armi ai principali cittadini, appose ovunque il proprio stemma, impedì che i Priori avessero una qualche autorità di fatto, si circondò di armati, fece costruire un’antiporta davanti all’ingresso del Palazzo della Signoria, che divenne sempre più una fortificazione, organizzò grandi feste, impose forti tassazioni (in dieci mesi incassò solo a Firenze quattrocentomila fiorini d’oro), e governò nel terrore tra continui processi e impiccagioni di sospetti partecipanti a congiure contro di lui.” BATINI
-“La sollevazione popolare (1343), che costrinse il duca alla fuga da una porticina seminascosta di Palazzo Vecchio, avvenne proprio nel giorno dedicato a Sant’Anna e, secondo quanto ritenuto al tempo, per sua diretta intercessione. Questo episodio investì la figura della santa di un’importanza, oltre che religiosa, anche di alto valore civico, ponendola come protettrice della città. Nei tempi passati, nel giorno della ricorrenza della festività di Sant’Anna, il popolo offriva ceri e denaro davanti alla sua immagine in Orsanmichele, che veniva decorata con le bandiere delle Arti.” COMUNE.FI.IT
-Sul muro esterno del palazzo del podestà a Firenze gli sono dedicati i seguenti versi “Avaro, traditore e poi crudele,/ Lussurioso ingiusto e spergiuro,/ Giammai non tenne suo stato sicuro.”