GIULIO VITELLI

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Rocca di Ravenna
Rocca di Ravenna

Last Updated on 2024/01/09

GIULIO VITELLI  Vescovo.

Figlio naturale di Niccolò Vitelli; fratello di Camillo Vitelli, Giovanni Vitelli, Paolo Vitelli e Vitellozzo Vitelli.

1458 – 1530

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1487/1490ChiesaUmbria

Nel 1487 milita per lo stato della Chiesa. Nel 1489 è uno dei 4 vessilliferi di Città di Castello. Nel 1490 è chiamato a far parte del consiglio dei Sedici.

1491UmbriaViene nominato prevosto della cattedrale di Città di Castello.
1494FranciaChiesaUmbria

Nel 1494 milita per i francesi ai danni dei pontifici. Nello stesso anno risulta essere  rettore della chiesa di Sant’Angelo di Citerna.

1495
Giu.VitelliMonte Santa MariaUmbriaNemico dei del Monte a Santa Maria, attraversa con i fratelli, alla testa di 200 cavalli,  il  Tevere nel contado di Sorci; prende la strada di Santa Maria Tiberina ed inizia a devastare i campi di frumento del territorio di Paterno. Alla notizia, Piero del Monte a Santa Maria lascia immediatamente con il fratello Carlo il campo di Valiano, dove è impegnato contro i senesi, per affrontare predatori. Giulia Vitelli lascia Paterno e rientra a Città di Castello.
1496UmbriaSempre nell’ambito ecclesiastico, ricopre l’incarico di protonotario
1498
Apr.OrsiniColonna200 cavalliLazio

Lascia Città di Castello per soccorrere con 200 cavalli ed altrettanti fanti gli Orsini che sono stati  sconfitti a Montecelio da Colonna e Savelli. Attacca Palombara Sabina con Morgante Baglioni, Saccoccio da Spoleto, Giovanni di Ceri, Giulio Orsini, Gian Giordano Orsini, Fabio Orsini, Bartolomeo d’Alviano. E’ respinto dalle difese apprestate da Troilo Orsini.

1499
Mag.Umbria

Viene nominato vescovo di Città di Castello. La sua arma è costituita da due scacchiere d’argento in campo rosso e da due lune d’argento in campo azzurro. Sopra l’insegna di famiglia si trova un vitello sdraiato. E’ impiegato dal papa Alessandro VI in numerose missioni ed in incarichi vari.

1502
Giu.ChiesaFirenzeToscana

Segue il fratello Vitellozzo nella sua azione contro Arezzo. Lo affiancano 150 preti armati a cavallo e 300 fanti dotati di archibugi: le armi sono state fornite loro dal papa Alessandro VI.

Lug.Toscana

Entra in Arezzo con Piero dei Medici e Fabio Orsini per la Porta di San Lorentino.   Si accampa con i suoi uomini nei pressi del Carmine. Assedia la cittadella con 1000 uomini, forniti di 9 piccoli pezzi di artiglieria trainati da buoi. A fine mese si trova ancora nella città allorché Vitellozzo, su pressione di Cesare Borgia e del re di Francia, deve cedere la città ad Imbault Rivoire.

Ago.UmbriaSi ritira a Città di Castello.
Ott. nov.CondottieriChiesaMarche ed Umbria

E’ segnalato a Cagli con 500 fanti. A novembre consegna Urbino, per conto del fratello Vitellozzo, all’inviato del papa Antonio del Monte a San Savino. Raggiunge Perugia. E’ costretto ad abbandonare la località con Giampaolo e Gentile Baglioni. Giunto al lago Trasimeno la comitiva si divide: Giulio Vitelli punta su Città della Pieve mentre i Baglioni si dirigono verso la Val di Chiana e Siena.

Dic.UmbriaSi trova a Montone.
1503
Gen.VitelliChiesaUmbria e Toscana

Con l’uccisione del fratello Vitellozzo da parte di Cesare Borgia abbandona Città di Castello; giunge a Fratta Todina con Giampaolo Baglioni e Giovanni Rossetto; si sposta a Siena con i nipoti Vitello e Giovanni; si rifugia a Pitigliano presso Ludovico Orsini. In tale località sono lasciati le donne ed i bambini della sua famiglia.

Feb. mar.Romagna e Veneto

Fugge a Ravenna ed a Venezia, che raggiunge vestito da soldato; chiede ospitalità al doge Leonardo Loredan. Ancora a Venezia a marzo.

Ago.UmbriaViene privato dal pontefice del vescovado di Città di Castello.
Sett. ott.VeneziaChiesaUmbria Romagna

Dopo la morte del papa Alessandro VI cerca di rientrare in Città di Castello venendone respinto dalla popolazione sollevatasi a favore del Borgia. Con la fine di quest’ultimo recupera il vescovado della sua città. Mantiene tale ufficio durante il breve pontificato di Pio III ed anche nei primi due anni del papa Giulio II. Dopo tale data quest’ultimo preferisce utilizzarlo in incarichi di carattere militare. Nel frattempo, nel settembre 1503, si collega con il duca Guidobaldo da Montefeltro al fine di combattere una volta di più il Borgia. Minaccia Cesena.

Nov.VeneziaFaenza200 cavalliUmbria e Lazio

Tenta di assediare Montone terra già appartenuta al padre Niccolò ed al fratello Paolo: si intromette Giampaolo Baglioni (che governa la città per conto dei pontifici)  al fine di farlo desistere dalle operazioni. Rifiuta una condotta offertagli dai fiorentini per rimanere al servizio del duca di Urbino che gli garantisce una provvigione mensile di 100 ducati. Raggiunge Faenza con 200 cavalli ed assedia la città. Ricopre l’incarico di  governatore delle truppe feltresche. Si collega con Dionigi Naldi, Vincenzo Naldi e Giampaolo Manfrone per premere per un attacco diretto a Faenza da portarsi  con 2000 fanti e gli uomini della Val di Lamone su tre lati (verso la porta di Imola, dove sono piazzati due cannoni; dalla parte della rocca, previo riempimento dei fossati con fascine e terra; verso la Porta Montanara); parere opposto è, al contrario, quello espresso da Giovambattista Caracciolo, da Antonio Pio e da Lazzaro Grasso favorevoli ad una tattica d’attesa. Con la resa della città Giulio Vitelli licenzia i fanti di Urbino e si reca a Roma.

Dic.SpagnaFranciaCampaniaPrende parte alla battaglia del Garigliano.
1504
Gen.Lazio

Il papa Giulio II lo nomina suo commissario per l’occupazione della rocca di Cesena ancora in potere degli uomini di Cesare Borgia: resta invece a Roma nell’attesa che arrivino 500 fanti (manca tuttavia il denaro per arruolarli).

Lug.Umbria e Lazio

E’ convocato a Roma dal pontefice che gli dà l’ordine di trasferirsi ad Urbino in quanto la sua presenza è causa di disordini a Città di Castello. Si lamenta per il suo allontanamento con l’ambasciatore veneziano Antonio Giustinian. La causa a suo dire: le pressioni dei fiorentini.

Sett.RomagnaA Cesena. Nella città alloggia in Santa Croce.
1507/1508Venezia50 cavalli e 600 fanti

Nel dicembre 1508 rinuncia ai benefici relativi alla chiesa di San Biagio di Nuvole ed a quelli delle chiese possedute nella pieve di San Cipriano, nonché a quella di San Luca di Borgacciano nella corte di Monterchi.

1509
Apr.VeneziaFranciaLombardia

Alla guardia di Treviglio con Vincenzo Naldi è catturato in una sortita dai francesi dello Chaumont. Liberato, diserta nel campo avverso.

Mag.ChiesaVeneziaRomagna

Affianca Francesco Maria della Rovere ed entra in Ravenna. Si reca, poi, a Rimini con il segretario del della Rovere Urbano Urbani ed accetta la resa della città alle stesse condizioni di quelle di Ravenna.

1510
Mar.VeneziaFrancia
…………..VeneziaFrancia FerraraEmiliaViene avviato alla difesa di Modena.
1511
Mag.ChiesaFranciaEmilia

E’ assediato da Gian Giacomo da Trivulzio nella cittadella di Bologna. Ha a disposizione solo 60 fanti, di cui 2 artiglieri ed è anche a corto di vettovaglie; si arrende ad Annibale Bentivoglio dopo cinque giorni di bombardamento effettuato con il tiro di quindici cannoni. per arrendersi gli vengono riconosciuti 3000 ducati.

1512
Apr. mag.Romagna

E’ preposto alla difesa della rocca di Ravenna con 200 fanti. Con la sconfitta dell’ esercito pontificio sotto le mura della città e la resa della cittadella da parte di Marcantonio Colonna vi è assediato da Federico Gonzaga da Bozzolo con 1000 fanti. Respinge un primo invito alla resa formulato dal la Palisse; a causa della mancanza di vettovaglie capitola nei primi giorni di maggio nelle mani del cardinale Federico da San Severino. Si porta a  Rimini con tre barche;  a fine mese ha il compito dal  della Rovere di recuperare la rocca di Ravenna. Promette 1000 ducati al castellano francese in caso di sua resa; gli avversari cedono. Giulio Vitelli non consegna  la somma pattuita; i suoi soldati entrano nella rocca ed i ravennati ne uccidono il presidio; anche quattro capisquadra francesi, per vendetta, sono sepolti vivi con la testa fuori dal terreno.

Sett.UmbriaA Città di Castello per i funerali di Giovanni Vitelli.
1516
Giu.RomagnaPrende possesso di San Giovanni in Marignano.
Ott.ChiesaUrbinoUmbriaA Gubbio come commissario apostolico del papa Leone X.
1517
Gen. feb.ChiesaComp. venturaMarche

Il nuovo duca di Urbino Lorenzo dei Medici gli affida l’incarico di viceduca. Si avvicina  il della Rovere ad Urbino alla testa di numerosi armati per recuperare il suo vecchio stato. Il Vitelli sollecita l’arrivo di 2000 fanti di Città di Castello: costoro entrano nella città per la Porta di Valbona. Nel contempo, per timore di una ribellione, fa uscire da Urbino tutti gli uomini dai sedici ai sessanta anni. La misura accentua  la rivolta degli abitanti in quanto gli usciti si uniscono nelle campagne con i nemici. Jacopo Rossetto è ucciso nel lasciare la città ed il Vitelli è fatto prigioniero dagli uomini del della Rovere.

…………..UmbriaLiberato, si ritira a Città di Castello. Ha l’incarico di commendatario della cattedrale di San Floridio.
1530
Mag.Toscana Umbria

Si reca ad Arezzo;  partecipa alle trattative che si concludono con la cessione della cittadella agli abitanti che si sono ribellati ai fiorentini a favore degli imperiali.  Giulio Vitelli muore nello stesso anno a Città di Castello. E’ sepolto nella cappella di Sant’Anna nella cattedrale senza alcuna iscrizione. Fa erigere a Pietralunga il Palazzo Comunale; fa, inoltre, restaurare la cattedrale di San Floridio, impiegando notevoli somme di denaro del suo patrimonio, e le chiese della Pieve dei Saddi (unita alla prepositura) e quella del Semino dei frati gesuati.

 CITAZIONI

-“Sempre poco fortunato nelle sue imprese militari.” LITTA

-“Condottiere al servizio pontificio verso la fine del secolo XV.” BOSI

-“Piccolo.” SANUDO

-“Avido dei benefizj ecclesiastici…Sempre..rimase Vescovo eletto, nessun pensiero prendendosi di ricevere la consacrazione episcopale, distratto continuamente in affari estranei al Vescovato, specialmente riguardanti la sua famiglia..Si osserva, che dal tempo di Giulio Vescovo..si cominciano a vedere conferite le Chiese di S. Zeno a Poggio, la Pieve di Canoscio, le Chiese de’ Ss. Vito e Modesto di Val di Petrina e di S. Ilario di Quarata.” MEMORIE ECCLESIASTICHE E CIVILI DI CITTA’ DI CASTELLO

Immagine in evidenza: wikimedia

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