
Last Updated on 2023/06/09
GIULIO ANTONIO ACQUAVIVA (Giulio Antonio Acquaviva d’Aragona). Di Atri.
Duca di Atri, conte di San Flaviano, conte di Conversano, duca di Teramo.
Signore di Atri, Forcella, Giulianova, Roseto degli Abruzzi, Padula, Conversano, Turi, Castellana Grotte, Casamassima, Bitetto, Gioia del Colle, Tortoreto, Corropoli, Torano, Bellante, Troia, Poggio Morello, Montone, Mosciano Sant’Angelo, Canzano, Castelbasso, Guardia Vomano, Morrice, Notaresco, Montepagano, Controguerra, Cassano delle Murge, Acquaviva delle Fonti. Cavaliere dell’ordine dell’Ermellino. Figlio di Giosia Acquaviva, padre di Andrea Matteo Acquaviva e di Belisario Acquaviva.
- Ritratto di Giulio Antonio Acquaviva in veste di condottiero conservato nella sala consiliare del Municipio di Giulianova.
1428 ca.- 1481 (febbraio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1447 | |||||
Giu. | Napoli | Firenze | 150 cavalli | Lazio | Presenzia alla rassegna delle truppe aragonesi tenutasi a Monterotondo. |
1450 | |||||
Apr. | Spoleto | ||||
1456 | Puglia | Sposa Caterina Orsini del Balzo, figlia naturale del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo. La moglie gli porta in dote la contea di Conversano che comprende le località di Turi, Castellana Grotte, Casamassima, Bitetto e Gioia del Colle. | |||
1458 | |||||
Nob. | Angiò | Napoli | Puglia | Affianca il suocero contro le truppe del re di Napoli Ferrante d’Aragona. Affronta gli avversari tra Corato, Palo del Colle e Bisceglie. | |
1461 | |||||
Nov. | Campania | Si trova verso Guardia Lombardi. Contrasta le truppe di Giovanni Conti e di Antonello dal Borgo. | |||
1462 | |||||
Mag. | Puglia | Si accampa nei pressi di Giovinazzo. Assedia in Andria il duca Francesco del Balzo. | |||
Ago. | Puglia | Partecipa alla battaglia di Troia; dopo la rotta ripara ad Ascoli Satriano. Nello stesso mese, alla morte del padre, diviene duca d’Atri e conte di San Flaviano. | |||
Sett. | A metà settembre stipula la pace con il re Ferrante d’Aragona per conto del suocero, il principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo. | ||||
1463 | |||||
Gen. | Napoli | Angiò | 100 uomini d’arme | Puglia e Campania | A Trani. Alla morte del suocero si porta a Terlizzi e defeziona nel campo aragonese. Entra in Napoli con Alessandro Sforza al fianco del re Ferrante d’Aragona. |
Mag. | Abruzzi | Recupera Montepagano. | |||
Nov. | Puglia | Si accosta a Bari con 20 squadre di cavalli, si impadronisce della città dopo un breve assedio ed entra nel castello dove (si dice) dovrebbero esservi custoditi 40000 ducati. | |||
1464 | |||||
……………… | Campania | Assale Cola di Monforte con 10 squadre di cavalli nel contado di Campobasso. | |||
Ott. | Campania | Come a tutti i nobili del regno gli viene tolto dal sovrano ogni comando di uomini d’arme. Oppone inizialmente qualche resistenza. Gli è accordata una pensione annua di 1000 ducati ed è insignito dell’ordine dell’Ermellino. Gli sono restituiti tutti i suoi beni, tranne la contea di San Flaviano ed il ducato di Atri, dati in precedenza a Matteo da Capua. | |||
1465 | |||||
Mar. | Napoli | Ribelli | Calabria | Ha il comando delle truppe demaniali (senza condotta personale) per combattere in Calabria Galeotto Baldassino e mettere a sacco le terre di quest’ultimo. | |
1467 | Abruzzi | Riottiene la contea di San Flaviano ed il ducato di Atri. | |||
1471 | Abruzzi | Inizia la costruzione di Giulianova, che sorge nei pressi di San Flaviano, località messa a sacco e pressoché distrutta da Matteo da Capua nel novembre del 1461. | |||
1473 | |||||
Giu. | Toscana ed Emilia | Transita per Siena al fine di scortare a Ferrara Eleonora d’Aragona moglie del duca di Ferrara Ercole d’Este. | |||
1474 | |||||
Ott. | Napoli | Impero | Campania | Con Jacopo Conti, Francesco Zurlo, Ippolito Acquaviva ed il barone della Torella dell’ Anguillara accompagna in Borgogna il principe di Taranto Federico d’Aragona per combattere gli imperiali a favore del duca di Borgogna Carlo il Temerario. Lascia il regno di Napoli un corteo di 600 persone, di cui 300 dotate di cavalcature e 200 a piedi. Giulio Antonio Acquaviva ha il comando di 53 cavalli e 75 fanti. | |
1475 | |||||
Feb. | Piemonte e Francia | Il corteo imbocca il passo alpino del Moncenisio. E’ evitata un’imboscata tesa dagli svizzeri agli aragonesi in cammino verso la Borgogna. Notevoli sono pure le difficoltà incontrate nel corso del susseguente cammino. | |||
1476 | |||||
Feb. | Borgogna | Cantoni Svizzeri | Francia | Prende parte alla battaglia di Grandson. | |
Apr. | Francia | Ha il comando di uno dei 5 corpi di armata. Lascia il campo di battaglia di Morat la sera precedente la battaglia per rientrare nel regno di Napoli. | |||
1477 | |||||
Giu. | Campania | A Napoli per il matrimonio del re Ferrante. Organizza giostre per solennizzare tale evento. | |||
1478 | |||||
……………… | Napoli | Milano | Liguria | Ha il comando di una squadra navale aragonese. Si imbarca a Napoli con 2 galee e 3 navi cariche di artiglierie e di munizioni per soccorrere i genovesi. | |
Giu. | Napoli | Firenze | Toscana | Assedia Castellina in Chianti. | |
Sett. | Toscana | Assedia Monte San Savino. | |||
1479 | |||||
Mar. | Toscana | Muove dal Magra con Roberto da San Severino. Entra nel pisano, si impadronisce del castello di Filettole, minaccia Pisa e dà alle fiamme la porta cittadina del Paradiso. | |||
Apr. | Toscana | Respinge Ercole d’Este su un ponte del Serchio: sono catturati 1000 cavalli. Nello stesso mese gli è concesso l’onore di aggiungere al suo cognome quello d’Aragona e di inserire nello stemma famigliare i colori della casa reale aragonese. | |||
Giu. | Umbria | Con Matteo da Capua è disfatto da Roberto Malatesta a Passignano sul Trasimeno. | |||
Ago. | Toscana | Attraversa Siena alla testa di 8 squadre di cavalli. | |||
Sett. | Toscana | Al campo di Rigomagno. Assedia Colle di Val d’Elsa. | |||
Ott. | Toscana | Viene ferito da un verrettone ad un piede durante le operazioni di assedio di Colle di Val d’Elsa. | |||
Dic. | Toscana Romagna e Marche | Lascia Siena, si trasferisce in Romagna e transita per il territorio di Fano. | |||
1480 | |||||
……………… | Marche e Romagna | E’ segnalato a Pesaro ed a Rimini. | |||
Giu. | Toscana | Interviene in Siena con alcuni connestabili (Possa da Siena, Bianchino Albanese e Franceschetto Corso) per sedare le lotte tra le fazioni cittadine. | |||
Sett. | Napoli | Impero Ottomano | Capitano g.le | Puglia | Al comando di 1500 lance contrasta i turchi nella guerra di Otranto. Viene a conoscenza di una scorreria ottomana di 400 cavalli, giunti sotto le mura di Ostuni. Gli avversari rientrano ad Otranto dopo avere preso la strada della marina. L’Acquaviva si pone in agguato a San Cataldo, assale i turchi e recupera le prede. I nemici lasciano sul terreno 100 cavalli tra morti e prigionieri. |
Ott. | Puglia | Sbarca con le truppe dalla flotta per assediare Otranto. Il cattivo tempo e le continue mareggiate costringono l’armata a rientrare a Brindisi. | |||
Nov. | Puglia | Ha il comando delle operazioni al posto del duca Federico d’Aragona rientrato a Napoli. Si colloca a Sternatia. | |||
1481 | |||||
Feb. | Puglia | Ai primi del mese un contingente turco di 1000 fanti e di 400 cavalli si spinge con una scorreria oltre Corigliano. Giulio Antonio Acquaviva raduna truppe per chiudere agli avversari ogni via di fuga. Da Corrigliano, Sternatia e Soleto i cavalli aragonesi si concentrano su Melpignano ove si collega con Andrea Capodiferro; sono inseguiti i turchi. Costoro si danno alla fuga, abbandonano le prede dopo avere sgozzato senza pietà i prigionieri; fuggono verso Otranto. Nonostante i tentativi di dissuasione del Capodiferro l’Acquaviva decide di proseguire nell’inseguimento anche se si sta facendo buio. Con soli 50 cavalli lascia il grosso delle sue truppe (700 cavalli) presso Melpignano. Lo seguono Giovanni da Cremona, Francesco de Montibus, Giacomo Piccinino da Prato, Alvise Gentile e pochi altri. Si porta in perlustrazione verso Serrano. Gli avversari procedono con lentezza; al suo apparire si danno alla fuga. L’Acquaviva li insegue per cadere in un’imboscata predisposta anticipatamente a Santa Maria della Serra nei pressi di Minervino di Lecce. Si ritrova circondato da un gruppo di 200 giannizzeri provenienti da San Pietro in Galatina e dai sipahiler nascosti tra gli ulivi. Si batte strenuamente in circolo con i suoi cavalli. Per meglio vedere al buio si toglie la celata; è colpito con un fendente alla gola. 12 cavalli della sua cerchia muoiono nel tentativo di difenderlo. Ferito, prosegue in direzione di Minervino di Lecce con la speranza di trovare rifugio in tale castello presidiato da 400 fanti. A Giuggianello cade dissanguato dalla sua cavalcatura. Il punto in cui avviene tale fatto continuerà ad essere chiamato per secoli “Conte Giulio”. E’ raggiunto da un drappello di turchi provenienti da Uggiano la Chiesa ed è tagliata la testa al cadavere. La leggenda narra che la sua cavalcatura, di nome Baccaro, abbia galoppato fino a Sternatia annunciando in tal modo la sua morte agli aragonesi. La testa di Giulio Antonio Acquaviva è infilata su una picca; è portata in trionfo per le vie di Otranto per essere spedita, infine, da Ahmed Gedik Pascia a Valona. L’Acquaviva è sepolto prima a Sternatia, poi a Conversano, accanto alla moglie Maria Spinelli, nella chiesa di Santa Maria dell’Isola. Il monumento funebre è opera dello scultore pugliese Nuzzo Barba. Celebrato da scrittori e poeti quali il Sannazzaro ed il Pontano. Fonda Giulianova sulle rovine di San Flaviano. Nella residenza principale della famiglia Acquaviva, di fronte alla chiesa di San Flaviano, si trovavano la biblioteca, la pinacoteca e l’archivio: il tutto è distrutto distrutto dalla furia popolare durante i moti seguiti all’invasione francese di fine Settecento negli Abruzzi. |
CITAZIONI
-” Julium Antonium sua tempestate militum imperatorem extitisse praeclarissimum totus acclamat orbis, cujus quidem aviti sanguinis claritas in uno prae coeteris repercussa gladio, sic vivis dabat aquis splendorem..; et mentis, et ensis acie nimio fulgore perstricta.. Antiquis illis ducibus non comparandus modo, sed praeferendus.” DI TARSIA
-“Era uomo di auree doti, per senno, per probità, per talenti veramente distinto e d’animo umanissimo, cosicché appena si trovò in migliore fortuna concedé agli abitanti di Cellino. coll’esercizio di tasse e di servizi, i due feudi disabitati di Monteverde e Balbiano grato al coraggio e alla fedeltà mostrata nell’assedio sostenuto dal padre nel 1462.” LITTA
-“Era un uomo arrischiato e superbo.. Uomo battagliero, manesco, arrischiato, di quella forte razza pugliese insuperabile nel cimento.” PALUMBO
-” Onde una volta, cum suo stuolo adorno,/ el conte Giulio, detto de Aquaviva,/ fé cum lor facto d’arme in chiaro giorno,/ e, havendo rotto i Turchi, ognun fugiva,/ onde esso, incauto a llor malitie et arte,/ cum molto ardore e sdegno gli sequiva,/ li qual, possa che vidono essere sparte/ le squadre cristian, cum cenni e segni/ se reunir, tornando d’ogni parte,/ tal che, guastando al conte suoi disegni,/ fu rotto e morto.” SANTI
-“Degno Cavaliere, che riluce per ogni parte Eccellentissimo..animo d’Eroe, e per virtù.” RECCHO
-“Uno dei più accreditati capitani demaniali.” NUCIFORO
-“Uomo di grande valore.” CONIGLIO
-Epitaffio sulla sua tomba “Julius Antonius de Aquaviva Hadriae dux et Conversani comes, summam inter milites gloriam sudore, et sanguine assequutus, totius demum exercitus regni Neapolitani dux contra Turcam christiani nominis hostem, Italiae imperio inhiantem, apud Hydruntum fortiter dimicans occubuit. VI. idus februarii MCCCCXXXI Pro militari coelestem coronam adeptus.”
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[…] Figlio naturale di Conte; genero di Muzio Attendolo Sforza e cognato di Francesco Sforza. Suocero di Giosia Acquaviva. […]