GIOVANNI VENTIMIGLIA

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Castello dei Ventimiglia (Castelbuono)
Castello dei Ventimiglia (Castelbuono)

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GIOVANNI VENTIMIGLIA  (Giovanni Antonio Ventimiglia) Di Geraci Siculo.

Conte e marchese di Geraci, conte di Montesarchio, principe di Durazzo, ammiraglio di Sicilia. Signore di Geraci Siculo, San Mauro, Gangi, Castelbuono, Tusa, Pollina, Solanto,  Castel di Lucio, Tusa Sottana, Cininna, Termini Imerese, Sciacca, Roccella Valdemone, Bitonto, Cerignola, Serra Capriola, Castellamare di Stabia. Zio di Antonio Ventimiglia e di Giovanni Antonio Ventimiglia.

 1383 ca. – 1475 ca.

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1403/1404SiciliaLotta contro il patrigno Niccolò Ruffo che, approfittando della sua autorità di tutore, si è impossessato con la frode della contea di Geraci. Alla testa di pochi uomini a lui fedeli riesce a recuperare il suo feudo.
1405
Gen.SpagnaAffianca con altri dignitari siciliani il re di Sicilia Martino d’Aragona in un suo viaggio in Catalogna.
1409SiciliaSardegnaAlla testa di 25 armati, tutti appartenenti alla famiglia Ventimiglia, prende parte alla vittoriosa spedizione in Sardegna del re Martino ai danni dei ribelli dell’isola. Al ritorno in Sicilia si schiera con la regina Bianca di Navarra, vedova a luglio del sovrano, contro il gran giustiziere Bernardo Cabrera, deciso ad esercitare la funzione di viceré nell’attesa della nomina del nuovo re.
1411SiciliaLa regina lo propone in sostituzione del dimissionario gran cancelliere Bartolomeo Gioeni come membro del “Parlamento di Sicilia”.
1412SiciliaCapitano di guerraSiciliaE’ nominato capitano di guerra. Occupa la città demaniale di Cefalù. E’ in questo periodo che viene coinvolto in una posizione di mediatore ed anche di arbitro nelle contese familiari che vedono da un lato il cugino Francesco e dall’altro lo zio Antonio con la moglie Alvira. In particolare interviene a Collesano dove, su richiesta della donna, e con l’aiuto degli abitanti, cattura il congiunto. Quest’ultimo è rinchiuso nella fossa del castello di Roccella Valdémone; riesce tuttavia a liberarsi e fa prigioniere a sua volta Alvira con la figlia Costanza dopo avere scaraventato giù dalla torre il castellano che gli si oppone. Segue un nuovo intervento del Ventimiglia che non è in grado di recuperare Roccella Valdémone, ma solo la contea di Collesano. Di seguito si fa parte attiva per la liberazione delle due donne.
……………Non gode della fiducia del re d’Aragona  Ferdinando e del figlio di costui Alfonso.
1416SiciliaRientra nel possesso di Castel di Lucio confiscato in precedenza ai suoi famigliari dagli aragonesi.
1420Re d’AragonaRibelliCorsicaPartecipa alla spedizione di Alfonso d’Aragona in Corsica mantenendo a sue spese un contingente di 46 uomini d’arme, il più numeroso tra i vari  feudatari siciliani.
1421
Ott.Re d’AragonaAngiòCampania

Contrasta le milizie angioine nei pressi di Acerra. Quando Muzio Attendolo Sforza si dirige da tale località verso Napoli per liberare la città dall’assedio che vi è stato posto dagli aragonesi si colloca al ponte di Casolla (o di Casale) sul fiume Clanio con un buon numero di cavalli e fanti allo scopo di sbarragli il passo. Vengono in suo appoggio Niccolò Piccinino e Braccio di Montone che in breve costringono gli avversari a ritirarsi ad Aversa. Gli è affidato per riconoscenza da Alfonso d’Aragona l’incarico di regio camerario maggiore, ossia di capo dell’amministrazione finanziaria.

1422
Mag.Con un provvedimento emanato da Castellamare di Stabia il sovrano aragonese gli concede una rendita vitalizia di 200 once sugli introiti di Tusa e di 100 su quelli di Solanto.
1423
……………E’ incaricato di una missione diplomatica presso il papa Martino V.
Primavera

Alla morte di Artale de Luna è nominato al suo posto ammiraglio del regno di Sicilia. Rientrano nelle sue sfere d’influenza la pirateria e la guerra di corsa.

Giu.Re d’AragonaNapoliCampania

E’ sconfitto e catturato da Muzio Attendolo Sforza nella battaglia di Porta Capuana a Napoli. Viene rilasciato con altri capitani aragonesi in cambio della liberazione di Giovanni Caracciolo.

Ott.CampaniaTestimone all’atto di cessione della città e del castello di Loarre in Aragona da parte del sovrano Alfonso ad Antonio de Luna in ricompensa dell’aiuto prestato da costui a Napoli.
Nov.Re d’AragonaAngiòFranciaA bordo della flotta (18 galee e 12 vascelli) che, di ritorno dal napoletano verso l’Aragona, minacciata a sua volta dal regno di Castiglia, assale dal mare Marsiglia. La città è sottoposta per tre giorni e tre notti alle fiamme ed al saccheggio.
1424
Gen.Spagna

A Barcellona. fa da teste alla concessione di alcuni privilegi ai capitani delle galee e delle navi cittadine giunti nella città per prendere parte alla guerra di corsa.

Sett.SiciliaLascia Siracusa per trasferirsi a Catania. Rientra a Geraci Siculo.
1425Esercita privatamente la guerra di corsa in società con il conte di Collesano Gilberto Centelles.
1430
Apr. mag.Sicilia

Viene eletto con Guglielmo Montagnans e Niccolò Speciale viceré di Sicilia. Gli è riconosciuto un salario annuo di 746 once, contro le 547 concesse agli altri due colleghi. Abita a Palermo in contrada Santa Caterina all’Olivella. Frequenta nel periodo l’umanista Ciriaco d’Ancona. A maggio la regina Maria di Tortosa lo nomina ammiraglio della costa siracusana. Gli sono restituite nell’occasione alcune competenze godute in passato dal suo predecessore nella carica Artale de Luna. Sempre nel mese Alfonso d’Aragona gli concede l’esercizio della giustizia sia civile che criminale nei suoi feudi di Geraci Siculo, San Mauro, Gangi, Castelbuono, Tusa, Pollina, Castel di Lucio, Tusa Sottana, Ciminna e Termini Imerese. Da parte sua contraccambia nei casi di necessità dell’erario. Nel corso del medesimo anno, infatti, presta 50 onze alla città di Tropea in Calabria e vende, per venire incontro alla necessità di vettovagliamento della città, 300 salme di grano, 200 di termini Imerese e 100 di Tusa, per altre

1431
……………Si offre nuovamente di soccorrere le necessità della corona mediante l’offerta all’erario del suo vitalizio di 300 once sugli introiti di Tusa e di Solanto; prende, inoltre, personalmente a prestito, per le stesse necessità, un mutuo di 6000 fiorini da alcuni usurai di Barcellona.
……………Re d’AragonaTunisiTunisiaSulla fine dell’anno ha il comando di una squadra navale di 7 galee, 30 fuste, 5 navi ed una baleniera con a bordo 1000 cavalli, 5000 gentiluomini, 7000 tra balestrieri, fanti, marinai e galeotti. Salpa da Messina per scacciare dall’isola di Djerba (Gerba) i pirati che vi si sono stanziati. Militano direttamente ai suoi ordini 200 cavalli, 400 balestrieri, 100 targoni (fanti dotati di un grande scudo) e 100 picchieri. Lo coadiuva nell’azione un contingente catalano, proveniente da Barcellona,  costituito a sua volta di 16000 uomini imbarcati su 24 galee, 4 galeotte, 9 navi e molte altre imbarcazioni minori. Alcune galee di tale flotta sono sempre poste al suo comando. L’impresa, secondo le fonti aragonesi, si risolve con un grande successo con un bottino di 22 pezzi di artiglieria e la sconfitta del re di Tunisi Proferio. In ogni caso la spedizione si conclude con un rapido rientro in Sicilia a causa della mancanza di vettovaglie.
1432
Mag.SiciliaScade dalla carica di viceré di Sicilia.
Lug.NapoliTunisiSicilia e Tunisia

Si trova a Messina con Alfonso d’Aragona;  segue il sovrano aragonese prima a Malta e poi nella spedizione ai danni del re di Tunisi.

1433
……………Mette a disposizione di Alfonso d’Aragona le sue argenterie il cui peso è valutato in 97 libbre.
Apr.Il sovrano da Ischia gli riconosce la somma di 2000 ducati l’anno a valere sui proventi della dogana di Napoli. Gli promette anche la signoria di Bitonto, Cerignola e Serra Capriola da togliere a Jacopo Caldora, nonché le terre di Casalem Novum (Casalnuovo Monterotaro) e Castrum Orte, già di Marino Boffa.
1434Re d’AragonaAngiòSicilia PugliaLascia Messina per la Puglia. E’ nominato governatore del regno di Sicilia.
1435
Feb.Re d’AragonaAngiò ChiesaSicilia Calabria Puglia

Alla morte di Giovanna d’Angiò lascia la Sicilia su ordine di Alfonso d’Aragona. Dotato di una notevole somma di denaro, approda in Calabria. Da qui, al comando di 400 uomini d’arme si sposta in Puglia per prestare soccorso  al principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo impegnato in un conflitto con Jacopo Caldora. Occupa e mette a sacco Gioia del Colle, assale e danneggia Turi.

PrimaveraPuglia

Con Menicuccio dell’Aquila dissuade Giovanni Antonio Orsini del Balzo ad accettare la sfida a battaglia campale che gli viene lanciata dal  Caldora. Il Ventimiglia  preferisce arretrare nella selva di Gravina.

……………..Campania

Sempre con Menicuccio dell’Aquila ed il principe di Taranto si impadronisce della torre di Francolise;  ottiene pure il castello di Capua da Giovanni da Caramanico.

Sett. ott.Campania

Si sposta alla guardia di Capua con 1000 cavalli e 600 fanti;  vi è assediato da Micheletto Attendolo, da Jacopo Caldora e da Antonio da Pontedera. Previene ogni tentativo di disordini da parte dei favorevoli alla resa ricorrendo a tutti i mezzi a disposizione per mantenere i cittadini fedeli alla causa aragonese. Corrompe Antonio da Pontedera e lo convince ad allontanarsi da  Capua. Nel periodo il viceré di Sicilia Pietro d’Aragona gli invia i prigionieri genovesi nell’isola allo scopo di ottenere la liberazione del figlio Antonio catturato nella battaglia navale di Ponza al fianco di Alfonso d’Aragona.

……………Ambasciatore presso il papa Eugenio IV al fine di trattare la pace tra il regno d’Aragona e quello di Castiglia.
1436
Feb. mar.Campania

Conquista Sarno, assedia Castellamare di Stabia e difende Capua da nuovi aspri assalti portati da Jacopo  Caldora. Il sovrano gli affida in allodio, vale a dire senza l’obbligo del servizio militare, la riscossione dei dazi pagati a Palermo sulla produzione dello zucchero nel territorio finitimo la città. Ai primi di marzo gli è concesso il titolo marchionale. In tal modo il Ventimiglia risulta il primo feudatario siciliano ad essere gratificato in tale modo..

…………..CampaniaSulla fine dell’anno è segnalato ancora a Capua con l’esercito aragonese.
1437
Mag.CampaniaCon Orso Orsini sorprende a Teano in disordine le schiere di Lionello Accrocciamuro: numerosi sono i prigionieri.
Ago.Campania

Sconfigge presso le mole di Capua 800 cavalli angioini; con Riccio da Montechiaro contrasta i pontifici del cardinale Giovanni Vitelleschi. Si dirige a Tocco Caudio per tagliare agli avversari la strada per Benevento mentre Orso Orsini con 1500 cavalli e 800 fanti si accampa a Montefusco. Bloccato sui passi di Arpaia e di Montesarchio, si ferma in attesa di rinforzi. Il principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo cade in un agguato cosicché il Ventimiglia deve ritirarsi a Capua.

Nov.CampaniaAlcuni condottieri abbandonano Jacopo Caldora per arruolarsi nelle sue compagnie (Antonello della Fratte, 8 lance, Guglielmo di Santo Calore, Ettore del Borghese e Nardello della Reale con 11 lance).
Dic.CampaniaViene segnalato a Cuma. E’ impegnato come procuratore del re d’Aragona Alfonso e del fratello di quest’ultimo Pietro in trattative con i rappresentanti del re di Castiglia Giovanni II. Tutti i partecipanti al convegno giurano sui Vangeli di rispettare le clausole del trattato di pace stipulato tra i due regni.
1438
Sett.Re d’AragonaNapoli Sforza250 lance e 200 fantiCampaniaRientrato in Italia, si pone all’assedio di Napoli alla cui difesa si trovano Giovanni della Noce, Giacomo da San Nazaro e Cristoforo da Crema. Il condottiero vi si segnala per il suo valore. Lo affiancano nelle operazioni il conte di Nola Raimondo Orsini, il Gran Siniscalco Francesco d’Aquino ed il camerlengo Pietro di Cardona.
Nov. dic.Campania

Alfonso d’Aragona lo invia contro Jacopo Caldora. Chiude all’avversario il passaggio delle forche caudine tra Arpaia e Montesarchio: è però sorpreso alle spalle da Renato d’Angiò che lo mette in fuga. A dicembre si trova a Napoli. Sempre nell’anno, a saldo dei suoi crediti verso l’erario, acquista per 18700 fiorini (pari a 3700 once) la città demaniale di Sciacca con tutte le sue entrate fiscali e la giurisdizione civile e militare; ottiene pure la castellania a vita di Roccella Valdémone (trasformata in ereditaria due anni dopo) ed i feudi di Bitonto in terra di Bari, di Cerignola e di Serra Capriola in Capitanata, conquistati e confiscati a Jacopo Caldora.

1439
Mar. apr.Campania

Ha un trattato con alcuni abitanti di Caivano; posiziona le scale, una parte del presidio si unisce con gli abitanti per respingere i suoi uomini che sono già sotto le mura. Interviene il resto dell’esercito aragonese che forza le porte ed irrompe all’interno; assedia  il castello che si arrende ai primi di aprile per fame.

Nov.MoliseTenta di bloccare il passo a Jacopo Caldora alle alle Forche Caudine.
Dic.CampaniaAssale il castello di Acerra conquistato dopo un’accanita resistenza. Antonello barone capitola il giorno di Natale.
1440
Gen.CampaniaAttacca in Aversa Santo da Maddaloni.
Giu.CampaniaA Capua. Si incontra a Pomigliano d’Arco con Antonio Caldora.  Sante da Maddaloni è convinto ad arrendersi.
1441AbruzziViene sconfitto a Chieti dagli sforzeschi.
1442
Giu.NapoliSforzaMolise

Affronta a Carpinone Giovanni Sforza ed Antonio Caldora; è inizialmente messo in fuga con la sua avanguardia composta di siciliani e catalani.

Ago.PugliaPrende parte alla battaglia di Troia dove ha il comando dell’ala sinistra.
1443
Feb.CampaniaA Napoli, al solenne ingresso del nuovo sovrano Alfonso d’Aragona.
…………….SiciliaSiracusa si ribella alla regina Maria a causa delle vessazioni dei suoi funzionari. Il Ventimiglia si sposta in Sicilia per prestare soccorso al viceré del momento. Invita a pranzo 20 dei più importanti organizzatori della congiura, li cattura durante il convito e li fa tutti decapitare.
1444
Apr.CampaniaA Napoli, dove si incontra con Borso d’Este per contrattare il matrimonio del fratello di costui, Ercole,  con la figlia naturale del re Alfonso d’Aragona, Maria.
…………….Il nuovo sovrano di Napoli lo gratifica una volta di più con un nuovo privilegio: le sue terre di Bitonto e di Serra Capriola non possono essere molestate dalla corte regia con nuove richieste di denaro.
Nov.Re d’AragonaImpero ottomanoGreciaAlla testa di una squadra navale e di numerosi fanti è inviato in Grecia alla riconquista dei ducati di Atene e di Neopatria in Tessaglia, caduti in potere degli ottomani. Combatte in Acarnania i turchi che stanno assediando il genero Carlo di Tocco, despota d’Epiro. Fa strage degli avversari.
1445
……………NapoliSforzaAbruzziContrasta ancora una volta le truppe di Francesco Sforza. Occupa Civitella del Tronto e ne assedia la rocca.
Ago.Marche

Giunge ad Ascoli Piceno;  si unisce con le truppe del legato pontificio il cardinale Ludovico Scarampo. E’ bloccato nei pressi di Fermo da Alessandro Sforza.

Ott.Marche  Abruzzi e Umbria

L’arrivo sul Potenza di Federico da Montefeltro lo persuade a ritirarsi dal territorio di Fermo prima a Ripatransone (marcia notturna) e poi al di là del Tronto: nel cammino trova il modo di espugnare Montelparo e Santa Vittoria in Matenano e di saccheggiare i castelli di Pedaso e di Campofilone. Si rifiuta di inviare soccorsi a Taliano Furlano assediato in Montesanto (Potenza Picena) dagli sforzeschi. Lo Sforza si allontana dal campo alla disperata ricerca di denaro per le sue truppe: il Ventimiglia riprende  l’offensiva, raggiunge Ascoli Piceno (dove si ammala) con il cardinale Scarampo, supera i Monti Sibillini, tocca Norcia e punta su Fabriano. Si incammina quindi verso Matelica per unirsi con il Furlano nel territorio di Cingoli.

Nov.Marche

Si avvia verso Montecchio (Treia), ottiene a patti Montemilone (Pollenza) dopo molti giorni di assedio. Sempre con il Furlano si volge verso Fermo; trova le porte chiuse a Sant’Angelo in Pontano: espugna e mette a sacco il paese che viene quasi del tutto distrutto; sottomette Mogliano e San Severino Marche. Lo Sforza è lontano nell’ urbinate.  Alla notizia della ribellione di Fermo il Ventimiglia punta con decisione sulla città. Alessandro Sforza si rinchiude nella rocca del Girifalco; il Ventimiglia  stabilisce di riattraversare il confine dello stato della Chiesa e di accamparsi nel regno di Napoli.

1447
Ago.400 cavalliLazioA Monterotondo per la rassegna dell’esercito aragonese.
AutunnoVeneziaMilanoLombardiaE’ preposto da Micheletto Attendolo alla guardia di Melzo.
1448
…………….SiciliaA Castelbuono. Dona al convento locale di San Francesco la gabella della dogana affinché il suo gettito sia adoperato per la riparazione di alcuni fabbricati.
Ago. sett.MilanoVenezia1000 cavalli e 500 fantiLombardia

Assedia il castello di Caravaggio: chiede licenza a Francesco Sforza a causa del ritardo delle paghe. A settembre partecipa all’omonima battaglia;  con la vittoria si sposta all’assedio di Lodi con Francesco e Jacopo Piccinino ed altri condottieri bracceschi.

Ott.MilanoSforza VeneziaLombardiaDopo il trattato di Rivoltella del Garda, che vede Francesco Sforza allearsi con i veneziani, si sposta alla guardia di Melzo.
Dic.Lombardia

Esce nottetempo da Milano con Francesco Piccinino per  dirigersi nei pressi di  Pavia; depreda nel parco una grande quantità di bestiame che viene condotto in Milano affamata.

1449
Gen.SforzaMilanoLombardia

Diserta nel campo sforzesco con 500 cavalli e 400 fanti. Inizia ad assediare Milano;  si colloca con il capitano della fanteria veneziana Michele di Piemonte al monastero di Chiaravalle Milanese. Blocca la città dalla parte della Porta Orientale e le vie che danno a Monza ed a Vercelli.

Mar.Lombardia

Assedia Monza con Dolce dell’ Anguillara, Cristoforo Torelli e Matteo da Capua;  si colloca ad occidente rispetto al castello. Assalito all’alba da Carlo Gonzaga, entrato nella città con molte squadre di cavalli e fanti mentre si trova di guardia alle   bombarde, chiede invano soccorsi a Francesco Piccinino (anch’egli al momento militante  con lo Sforza).  Respinge gli avversari e li incalza sotto le mura. Un contrattacco dei milanesi lo mette in fuga; il suo campo è incendiato e gli sono catturati 300 cavalli. Dolce dell’Anguillara muore per le ferite riportate nel combattimento; anche Luigi dal Verme viene ferito in modo grave. Giovanni Ventimiglia si salva a Cantù dopo avere abbandonato bombarde e carriaggi.

……………..Svizzera Lombardia

Con Roberto da San Severino e Franchino Rusca penetra nella Valle di Lugano con 4000 armati;  obbliga Giovanni della Noce a rinserrarsi in Como.

Lug.SforzaMilano VeneziaLombardiaAlla guardia di Cantù con 1000 cavalli e 500 fanti. Si dirige verso il lago di Como e ne conquista gran parte del territorio.
Dic.Lombardia

Si trova a Brivio con Giovanni Sforza per ostacolare l’avanzata a Sigismondo Pandolfo Malatesta: Matteo da Sant’Angelo approfitta della negligenza degli sforzeschi per occupare Monte Calco.

1450
Gen.Lombardia

Ha l’incarico di lasciare Cantù per sostenere Giacomo da Salerno che ha l’incarico di catturare Jacopo Piccinino per mezzo del tradimento di alcuni capisquadra di quest’ ultimo. Luchino Palmeri è trattenuto mentre gli altri complici non hanno il coraggio di portare a termine l’iniziativa. Giacomo da Salerno decide di rientrare al campo; Roberto Orsini non è dello stesso parere ed assale i bracceschi sulla strada tra Barlassina e Como con molti uomini d’arme. Anche Giovanni Ventimiglia interviene nello scontro  dove fa molti prigionieri. Il disordine nelle file sforzesche agisce in una tale maniera che in breve tempo si passa da una possibile situazione di vittoria ad una certa sconfitta. Il Ventimiglia  fugge a Cantù.

Feb.Lombardia

Affianca Carlo Gonzaga (nuovo acquisto degli sforzeschi) in un vano tentativo di conquistare Monza: la guida del Gonzaga, a causa della pioggia e del buio, sbaglia strada e conduce le truppe a Carate Brianza.

Mar.Lombardia

Ritorna a Cantù e ricomincia a molestare Como; tramite Corrado d’Alviano entra in contatto con i veneziani per abbandonare gli stipendi dello Sforza e cedere loro il castello di Cantù. Lo Sforza viene a conoscenza del trattato dai suoi  stessi familiari;  con 12 squadre di Carlo Gonzaga si reca nella città con il pretesto di una possibile azione congiunta su Como. Giovanni Ventimiglia è imprigionato e condotto a Pavia.

Ago.Campania

E’ presto liberato. Rientra in Campania. Si incontra a Napoli con l’ambasciatore senese Ludovico Patroni.

1451LombardiaRitorna al servizio di Francesco Sforza, divenuto ora duca di Milano.
1452
…………….Sicilia
Mag.NapoliFirenzeToscanaCon Paolo di Sangro e Carlo di Campobasso ha il comando di 6000 cavalli e di 4000 fanti.
Nov.Restituisce ad Alfonso d’Aragona la città di Bitonto e la riscossione della gabella dello zucchero di Palermo. Alfonso d’Aragona non ha il denaro necessario per l’intero acquisto (40000 fiorini nel complesso), per cui gli assegna una rendita vitalizia annua di 200 once a carico delle località di Sciacca e di Randazzo; gli è inoltre aggiudicata la gabella sullo zucchero e gli è assicurata l’esenzione a vita del pagamento dei dazi, fino a 700 once l’anno, per l’esportazione di mercanzie da qualsiasi porto siciliano.
1453
…………….SiciliaE’ nominato viceré di Sicilia per la seconda volta.
Sett.Toscana

Raggiunge il duca di Calabria Ferrante d’Aragona con 500 lance. Con Everso dell’ Anguillara minaccia i senesi che si sono rifiutati di prestare soccorso agli aragonesi.

1454
Apr.LazioA Roma per rendere omaggio al nuovo papa Callisto III.
Giu.CampaniaA Napoli, dove in Castelnuovo con il patriarca di Alessandria Arnaldo Roger assiste alla ratifica del trattato di pace di Lodi.
Nov.LazioAccoglie a Gaeta gli ambasciatori della Lega Italica, stabilita subito dopo la pace di Lodi.
1455
Gen.Campania

Assiste nel palazzo arcivescovile di Napoli, con il conte di Fondi Onorato Gaetani, alla firma degli gli atti legati alla pace di Lodi. All’atto sono presenti gli ambasciatori di Milano, Venezia e Firenze. Risulta tra i testimoni di tale documento subito dopo  il nipote del re Alfonso d’Aragona, Giovanni, e Federico da Montefeltro.

Mar. mag.Sicilia

A Castelbuono. Il nuovo pontefice Callisto III gli affida il comando generale delle truppe pontificie al posto di Braccio Baglioni.

Giu. sett.ChiesaComp. venturaCapita no g.leLazio

Fronteggia la compagnia di Jacopo Piccinino che sta depredando il senese. A luglio si accampa a Sesto, vicino al lago di Bolsena, con 20 squadre; è qui raggiunto da 24 squadre sforzesche comandate da Corrado da Fogliano,  da Roberto da San Severino e da altre 4 agli ordini di Deifobo dell’Anguillara. A disposizione di Giovanni Ventimiglia sono nel complesso 8000 uomini, di cui 2300 fanti. E’ colto dai nemici impreparato sul fiume Fiore;  solo i fanti di Donato del Conte permettono ai suoi di riprendersi e di prepararsi al combattimento. Il Ventimiglia si aggira disarmato per il campo sguainando la spada; un uomo d’ arme di Jacopo Piccinino cerca di togliergli la catena d’oro che porta al collo; gli è uccisa la cavalcatura ed è catturato con 80 uomini d’arme. Liberato, il papa si lamenta talmente  per la lentezza con cui ha condotto le operazioni tanto da essere costretto  a settembre lasciare il comando delle truppe.

1458
…………….Re d’AragonaImpero ottomanoGreciaE’ costretto a ritornare in Grecia in soccorso di un nipote che è stato attaccato nei suoi feudi dai turchi. Si avvale nell’occasione di una lettera di raccomandazione del re di Napoli destinata ai despoti di Arta Demetrio e Tommaso Paleologo. Una sua fusta viene catturata dal corsaro veneziano Pietro Doria.
Giu.CampaniaMuore Alfonso d’Aragona. Rimane a Napoli apprezzato consigliere del nuovo re Ferrante.
Sett.La corona d’Aragona si divide con la morte di Alfonso in due regni: uno nell’Italia Meridionale ed uno in Spagna (comprensivo anche della Sicilia). Il nuovo re d’Aragona Giovanni II gli conferma alcuni privilegi di cui gode nell’isola, come quello riguardante l’esenzione del pagamento dei dazi sulle merci esportate dall’isola e, più tardi, la concessione del mero e misto imperio per i suoi feudi.
1460
Mag.NapoliAngiòSpagnaIl re d’Aragona lo invia con 4 galee in soccorso del re di Napoli Ferrante d’Aragona.
Giu.CampaniaHa l’incarico della difesa di Napoli.
Sett.Lazio

Sbarca a Terracina, porto aragonese. Fa pressioni sul re di Napoli affinché la località ritorni sotto il controllo dello stato della Chiesa.

………………Campania

Accompagna Ferrante d’Aragona ad un appuntamento con il principe di Rossano e duca di Sessa Marino di Marzano, che si è offerto di defezionare nel campo aragonese. All’incontro, che avviene presso una chiesetta di Teano, Marino di Marzano si presenta accompagnato da Giacomo Montagano e da Deifobo dell’Anguillara. Vi è una disputa verbale; ad un segnale Deifobo dell’ Anguillara si getta sul re con un pugnale per catturarlo; Ferrante si difende sguainando la spada mentre Giovanni Ventimiglia  resta inattivo.

Nov.CampaniaLascia Napoli con 130 uomini d’arme alloggiati tra Aversa e Capua. Alla testa di tali milizie avvia una campagna di contenimento delle forze ribelli che agiscono attorno alla capitale.
1461CampaniaSvolge un ruolo decisivo come consigliere del re e governatore di Napoli partecipando alle principali riunioni di guerra come quelle itineranti tenute a gennaio ed a marzo.
1462
Mar.CampaniaA Pozzuoli per un consiglio di guerra.
Mag. lug.Calabria

Si dirige in Calabria. Convince il congiunto Antonio Ventimiglia ad abbandonare il campo angioino per passare a quello aragonese. Al termine dell’accordo Mase Barrese sposa una figlia di Antonio Ventimiglia; conferma il marchese di Crotone nei suoi feudi; investe il Barrese del ducato di Castrovillari e della contea di Martorano.

Nov.Sicilia e SpagnaLascia la Sicilia per recarsi in Spagna allo scopo di relazionare il re d’Aragona sulle vicende siciliane verificatesi in seguito alla morte del viceré Giovanni di Moncayo. Si trova coinvolto anche nella rivolta della Catalogna dove, dopo la morte di Carlos de Viana, gli abitanti di Barcellona si sono offerti di passare sotto il dominio del re di Castiglia Enrico IV.
Dic.CampaniaA Napoli. Gentile della Molara gli consegna l’armatura che gli ha fatto avere da Milano Francesco Sforza.
1463
Mag.CampaniaA Napoli per un ulteriore consiglio di guerra.
…………….Sicilia
1465SiciliaRifornisce di cavalcature sia la corte milanese di Francesco Sforza che le truppe del fratello di quest’ultimo Alessandro.
1473
Mar.SiciliaFa testamento. lascia i suoi beni al nipote Giovanni Antonio.
1474
Ott.SiciliaApporta alcune modifiche al suo testamento.
1475Sicilia

Muore bei primi mesi dell’anno. Il poeta Antonio Tebaldeo gli dedica un sonetto. Lapide celebrativa nella cappella di Sant’Antonio a Castelbuono. Sposa Agata de Prades ed Isabella Ventimiglia.

 CITAZIONI

-“Huomo prudente nell’arte della guerra.” CORIO

-“Huomo per l’età, e prodezze per lui oprate d’illustre nome.. Era dei li più estimati Cavalieri, ch’avea quel tempo.” SUMMONTE

-“Uomo di molta stima.” DI COSTANZO

-“Vir rei bellicae disciplina clarus.” SIMONETTA

-“Huomo, e per età, e per la fama di suoi gran fatti molto illustre.” PONTANO

-“Huius praeclara opera usus est rex Alphonsus.” PIRRO

-“Cujus opera fideli ac forti superioribus bellis (Alfonso d’Aragona) usus fuerat..Virum fortem atque impigrum.” FACIO

-“Valoroso generale delle armi Aragonesi.” TALLEONI

-“Capitano molto esperto nella disciplina militare.” COLUCCI

-“Il quale era magnanimo, el primo homo che avesse la maestà di re Alphonso..Valente capitano, sì nella persona che nel ragionamento.” BROGLIO

-“Homo de bon consiglio et de bona stima.” Dal CARTEGGIO DEGLI ORATORI MANTOVANI riportato dalla LAZZARINI

-“Uomo atto ad essere strumento di tirannia, rimuneratore di tradimenti e di delitti.” TOMACELLI CAPECE

-“Fue de los excelentes capitanes que se senalaron en todo de aquella guerra..Era de los mas estimados caballeros que havia en aquellos tiempos.” ZURITA

-” Perfettamente integrato nel sistema di potere aragonese, Giovanni Ventimiglia fu sempre più grande protagonista non solo in Sicilia e in Italia, al servizio di Alfonso il Magnanimo..e del figlio Ferrante, ma anche in Africa e in Oriente…Resta senza dubbio il personaggio più prestigioso della lunga storia della famiglia, l’unico sempre capace di rimanere sulla ribalta della grande storia per quasi un cinquantennio, per le sue doti di condottieri e per il ruolo di consigliere dei sovrani…Le sue condizioni finanziarie rimarranno sempre precarie e talora addirittura disastrose…Sembra che (non) fosse stato alieno dal ricorso alla violenza e alla illegalità nei confronti dei suoi vassalli, sottoposti..a continue estorsioni di cavalli, vacche, pecore, galline, grano, biade e altro di cui non pagava il prezzo; e spesso dimenticava volutamente di saldare i suoi fornitori, i servitori, i soldati che aveva ingaggiato e gli artigiani che avevano lavorato per lui e per la sua piccola corte.” CONCILA

Fonte immagine in evidenza: wikipedia

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