Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GIOVANNI UNGHERO (Janos Horwath, Giovanni di Horwaz, Giovanni Samaritano, Giovanni Bano, Giovanni Zudar) Della Croazia. Ricco proprietario terriero. Conte di Zara. Bano della Croazia e della Bosnia.
- 1391
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1372 | |||||
Estate | Padova | Venezia | Veneto | In missione diplomatica a Venezia. Poiché i risultati si rivelano infruttuosi inizia a combattere le milizie della Serenissima. | |
Dic. | Veneto | Guida con 700 cavalli i rinforzi inviati dal re Ludovico d’Ungheria ai carraresi. I veneziani, avvertiti del suo arrivo, danno l’ordine a Taddeo Giustinian ed a Gerardo da Camino di raggiungere Cudrignano per contrastarlo sul Livenza presso Sacile. Gli ungheri sono informati dai conti di Prata dell’imboscata; prendono un’altra strada, attraversano il fiume a Brugnera e si affrettano verso il Piave. I veneziani si appostano a Nervesa della Battaglia; con il voivoda Benedetto Unghero Giovanni Unghero decide di dividere l’esercito in due parti: una deve tentare il guado ad Ospedaletto, l’altra a Nervesa della Battaglia dove si trovano 300 lance e 200 fanti. Benedetto Unghero è respinto a Nervesa della Battaglia; Giovanni Unghero, con una mossa aggirante, cala alle spalle dei veneziani e richiama gli altri ungheri. Dopo un feroce scontro gli avversari si danno alla fuga; Gerardo da Camino si deve arrendere; Taddeo Giustinian riesce a guadare il Piave per essere catturato nei giorni seguenti. Nelle mani di Giovanni Unghero pervengono tutte le bandiere di San Marco; i prigionieri sono condotti a Cittadella ed a Padova. | |||
1373 | |||||
Gen. feb. | Veneto e Ungheria | A Padova per un consiglio di guerra con Francesco da Carrara. Si reca a Venezia per conto del re d’Ungheria; a metà febbraio rientra in Ungheria. | |||
Apr. | Veneto | 400 guastatori padovani iniziano lo scavo di un fossato che conduce da Curano a Camponogara e la costruzione di una bastia a Lova. Durante una sua assenza i veneziani attaccano le fortificazioni: il suo pronto intervento frustra ogni intenzione ostile. | |||
Lug. | Veneto | Dopo la sconfitta subita al Buon Conforto dallo zio, il voivoda Stefano di Transilvania, ritorna nel Veneto, attraversa il Piave con 1000/1500 cavalli e soccorre i carraresi. Tocca Cittadella e Padova ed è ricevuto con tutti gli onori da Francesco da Carrara. | |||
1378 | |||||
Giu. | Padova | Venezia Milano | Veneto e Ungheria | Supera il Piave con il voivoda e 5000 cavalli ungheri. Alcune guide lo aspettano a Castello di Godego e lo conducono a Limena raggiunta in due giorni. E’ presa la decisione di attaccare Mestre; ne incomincia l’assedio; depreda il trevigiano nei pressi di Castelfranco Veneto. Molti sono i prigionieri ed i capi di bestiame razziati; poco dopo lascia il comando delle truppe al fratello e fa ritorno in Ungheria. | |
1379 | |||||
Gen. | Ungheria Veneto e Lombardia | Rientra in Italia alla testa di molti cavalli. Si collega con gli scaligeri e compie una cavalcata nel bresciano: si accampa nei pressi del capoluogo ove si fortifica con fossati e bastie. Si sposta nel cremonese sempre ai danni di Bernabò Visconti alleato dei veneziani. Divide tra i suoi uomini nel mantovano le prede calcolate in 1700 prigionieri e in 20000 capi di bestiame. Si dirige nei pressi di Verona; sorprende Giovanni Acuto e Lucio Lando mentre attraversano l’Adige reduci da una scorreria in Valpolicella. Toglie agli avversari parte del loro bottino. | |||
………… | Veneto e Lombardia | Ripete le devastazioni in Lombardia una seconda volta; al successivo rientro si ferma a Verona. E’ qui raggiunto da un messaggero di Bernabò Visconti che vuole incontrarlo a Milano. Gli è consegnata una grande somma di denaro; cessano le molestie ai possedimenti viscontei. | |||
Ago. | Veneto | Giunge a Sandrigo con 3000 cavalli, tocca Caldogno e Creazzo; punta su Montebelluna per la via della Maddalena e la contrada del Gazzo; porta ovunque la desolazione. | |||
1380 | |||||
Mag. | Veneto | Cattura nel trevigiano un convoglio di 800 somieri che conducono vettovaglie al capoluogo. Gli uomini sono imprigionati in Friuli. | |||
Lug. | Durazzo | Napoli | Capitano g.le | Veneto Toscana Campania | Al termine del conflitto segue Carlo di Durazzo con 8000 ungheri e 1000 italiani alla conquista del regno di Napoli. E’ segnalato a Santa Lucia a Verona; i fiorentini negano il passo all’esercito. Giovanni Unghero si dirige a Pisa dove gli sono consegnati vettovaglie e foraggio in quantità adeguate alle sue necessità. Nello stesso mese giunge a Napoli e sconfigge Ottone di Brunswick al ponte della Maddalena. |
1381 | |||||
Gen. | Veneto | Segue per conto del re d’Ungheria le trattative per la cessione di Treviso al duca Leopoldo d’Austria; si inimica con i carraresi dopo avere tentato di convincerli ad abbandonare Asolo; alla fine è trovato un compromesso per cui ottiene dai veneziani la rocca; questa è consegnata temporaneamente ad Arcuano Buzzaccarini in attesa della decisione del re magiaro sulla sua destinazione finale. | |||
Mar. apr. | Padova | Venezia | Veneto e Friuli | Si muove nel territorio di Ceneda (Vittorio Veneto), che utilizza come base logistica per le sue scorrerie. Si ferma a Colle; dopo un trattato con 2 connestabili del castello superiore di Conegliano si avvicina con le scale e vi entra con 280 soldati. I difensori si accorgono degli ungheri e respingono il suo assalto: tra le sue milizie sono uccisi 30 uomini e ne sono catturati 28 con uno dei 2 connestabili. I prigionieri sono tutti impiccati attorno al castello. | |
Mag. | Veneto | Assedia Vittorio Veneto; a metà mese ritorna a Padova e desiste da ogni iniziativa perché in Treviso sono entrate le truppe del duca d’Austria alleato degli ungheresi. | |||
Giu. | Veneto e Toscana | Con la partenza del duca d’Austria consegna ai carraresi Portobuffolé che gli ungheri hanno conquistato in precedenza a Guecellone da Camino. Si sposta in Toscana e vi raccoglie nuovamente truppe per conto di Carlo di Durazzo. | |||
Ago. | Toscana | Si allea con Giovanni Acuto che milita per i fiorentini. A metà mese esce da Firenze e giunge a Montepulciano con 1500 lance tra tedeschi ed italiani. | |||
Ott. | Comp. ventura | Firenze Siena | Toscana e Umbria | E’ segnalato a Calcinaia. Con l’Acuto e Corrado Lando sigla nel convento dei frati minori di Isola Romanesca (Bastia Umbra) una convenzione per la quale promette di non offendere per tre mesi i comuni di Firenze e dei suoi alleati e di non attraversare i loro territori senza la loro autorizzazione. Si sposta in Val di Chiana con l’Acuto; i senesi consegnano alle varie compagnie altri 4000 fiorini (nella realtà 5600). Nel perugino. | |
1382 | |||||
Gen. | Napoli | Angiò | Marche | Con Giovanni Carladorem fronteggia in Romagna i fautori di Luigi d’Angiò; staziona nel contado di Fano per svernarvi; ne viene allontanato dalle milizie degli Ordelaffi, dei Manfredi e da quelle dei da Polenta. | |
1384 | Ungheria | Ritornato in Ungheria appoggia Carlo di Durazzo nel suo obiettivo di impadronirsi del paese di cui il re di Napoli ne è stato parimenti nominato sovrano. | |||
1386 | |||||
Gen. | Ungheria | Carlo di Durazzo viene ucciso dai baroni ribelli spinti dalla regina Elisabetta, vedova di Ludovico d’Ungheria, e dal suo favorito Niccolò di Gara. | |||
………… | Baroni | Boemia | Ungheria | Si allea con il priore di Vrana Giovanni di Polisna e con il bano di Bosnia Tvartko I, suo vecchio nemico; prende le armi contro il potere centrale. L’alleanza segna l’inizio dell’insurrezione generale nelle regioni meridionali del regno d’Ungheria. Affrontato da un esercito di 30000 uomini coglie i nemici in un’imboscata presso Dicko; cattura la regina Maria, moglie di Sigismondo di Boemia, la madre Elisabetta ed il conte Niccolò di Gara. Fa decapitare Biagio Forgach, l’assassino di Carlo di Durazzo, e Niccolò di Gara. La testa sanguinante di quest’ultimo è scagliata nella carrozza che trasporta la regina Maria; altri ancora riferiscono che il capo sia stato gettato dallo stesso Giovanni Unghero in un fiume; altri ancora di un suo invio a Napoli alla vedova di Carlo di Durazzo Margherita d’Angiò. Proclama re d’Ungheria il giovane Ladislao d’Angiò figlio di Carlo di Durazzo. Le sue due prigioniere sono condotte a Zara. | |
1387 | |||||
Gen. | Sigismondo di Boemia ha il sostegno dei veneziani. Giovanni Unghero fa giustiziare la regina Elisabetta davanti agli occhi della figlia Maria al fiume Borzota; quest’ultima è rinchiusa nel castello di Krupac in Bosnia sotto la sorveglianza di Giovanni di Polisna. Continua il conflitto; Giovanni Unghero perde Buda; alla fine con il voivoda Stefano di Transilvania accetta Sigismondo come re d’Ungheria (il futuro imperatore) e fa liberare la regina Maria. | ||||
1391 | Napoli | Ungheria | Ungheria | Nel 1390 parteggia ancora per Ladislao d’Angiò contro Sigismondo d’Ungheria. Rifiuta ogni accomodamento; cerca di allearsi con gli ottomani ed il re di Bosnia. Alla sconfitta del suo alleato, in primavera, anche Giovanni Unghero viene assalito dagli avversari. Battuto è catturato a Dobor. E’ condotto a Pecs alla presenza della moglie di Sigismondo; è lungamente sottoposto a tortura; legato alla coda di un cavallo è trascinato per varie miglia al galoppo dell’ animale. Il suo cadavere è squartato ed i resti sono appesi alle mura della città. |
CITAZIONI
-“Cavalliere Unghero e di molto valore nell’armi.” TARCAGNOTA
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