Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GIOVANNI UNGHERO/ JANOS HORVATI (Janos Horwath, Giovanni di Horwaz, Giovanni Samaritano, Giovanni Bano, Giovanni Zudar) Della Croazia. Ricco proprietario terriero. Conte di Zara.
- + 1394
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1372 | |||||
Estate | Padova | Venezia | Veneto | In missione diplomatica a Venezia. Poiché i risultati si rivelano infruttuosi inizia a combattere le milizie della Serenissima. | |
Dic. | Veneto | Guida con 700 cavalli i rinforzi inviati dal re Ludovico d’Ungheria ai carraresi. I veneziani, avvertiti del suo arrivo, danno l’ordine a Taddeo Giustinian ed a Gerardo da Camino di raggiungere Cordignano per contrastarlo sul Livenza presso Sacile. Gli ungheri sono informati dai conti di Prata dell’imboscata; prendono un’altra strada, attraversano il fiume a Brugnera e si affrettano verso il Piave. I veneziani si appostano a Nervesa della Battaglia; con il voivoda Benedetto Unghero Giovanni Unghero decide di dividere l’esercito in due parti: una deve tentare il guado ad Ospedaletto, l’altra a Nervesa della Battaglia dove si trovano 300 lance e 200 fanti. Benedetto Unghero è respinto a Nervesa della Battaglia; Giovanni Unghero, con una mossa aggirante, cala alle spalle dei veneziani e richiama gli altri ungheri. Dopo un feroce scontro gli avversari si danno alla fuga; Gerardo da Camino si deve arrendere; Taddeo Giustinian riesce a guadare il Piave per essere catturato nei giorni seguenti. Nelle mani di Giovanni Unghero pervengono tutte le bandiere di San Marco; i prigionieri sono condotti a Cittadella ed a Padova. | |||
1373 | |||||
Gen. feb. | Veneto e Ungheria | A Padova per un consiglio di guerra con Francesco da Carrara. Si reca a Venezia per conto del re d’Ungheria; a metà febbraio rientra in Ungheria. | |||
Apr. | Veneto | 400 guastatori padovani iniziano lo scavo di un fossato che conduce da Curano a Camponogara e la costruzione di una bastia a Lova. Durante una sua assenza i veneziani attaccano le fortificazioni: il suo pronto intervento frustra ogni intenzione ostile. | |||
Lug. | Veneto | Dopo la sconfitta subita al Buon Conforto dallo zio, il voivoda Stefano di Transilvania, ritorna nel Veneto, attraversa il Piave con 1000/1500 cavalli e soccorre i carraresi. Tocca Cittadella e Padova ed è ricevuto con tutti gli onori da Francesco da Carrara. | |||
1378 | |||||
Giu. | Padova | Venezia Milano | Veneto e Ungheria | Supera il Piave con il voivoda e 5000 cavalli ungheri. Alcune guide lo aspettano a Castello di Godego e lo conducono a Limena raggiunta in due giorni. E’ presa la decisione di attaccare Mestre; ne incomincia l’assedio; depreda il trevigiano nei pressi di Castelfranco Veneto. Molti sono i prigionieri ed i capi di bestiame razziati; poco dopo lascia il comando delle truppe al fratello e fa ritorno in Ungheria. | |
1379 | |||||
Gen. | Ungheria Veneto e Lombardia | Rientra in Italia alla testa di molti cavalli. Si collega con gli scaligeri e compie una cavalcata nel bresciano: si accampa nei pressi del capoluogo ove si fortifica con fossati e bastie. Si sposta nel cremonese sempre ai danni di Bernabò Visconti alleato dei veneziani. Divide tra i suoi uomini nel mantovano le prede calcolate in 1700 prigionieri e in 20000 capi di bestiame. Si dirige nei pressi di Verona; sorprende Giovanni Acuto e Lucio Lando mentre attraversano l’Adige reduci da una scorreria in Valpolicella. Toglie agli avversari parte del loro bottino. | |||
………… | Veneto e Lombardia | Ripete le devastazioni in Lombardia una seconda volta; al successivo rientro si ferma a Verona. E’ qui raggiunto da un messaggero di Bernabò Visconti che vuole incontrarlo a Milano. Gli è consegnata una grande somma di denaro; cessano le molestie ai possedimenti viscontei. | |||
Ago. | Veneto | Giunge a Sandrigo con 3000 cavalli, tocca Caldogno e Creazzo; punta su Montebelluna per la via della Maddalena e la contrada del Gazzo; porta ovunque la desolazione. | |||
1380 | |||||
Mag. | Veneto | Cattura nel trevigiano un convoglio di 800 somieri che conducono vettovaglie al capoluogo. Gli uomini sono imprigionati in Friuli. | |||
Lug. | Durazzo | Napoli | Capitano g.le | Veneto Toscana Campania | Al termine del conflitto segue Carlo di Durazzo con 8000 ungheri e 1000 italiani alla conquista del regno di Napoli. E’ segnalato a Santa Lucia a Verona; i fiorentini negano il passo all’esercito. Giovanni Unghero si dirige a Pisa dove gli sono consegnati vettovaglie e foraggio in quantità adeguate alle sue necessità. Nello stesso mese giunge a Napoli e sconfigge Ottone di Brunswick al ponte della Maddalena. |
1381 | |||||
Gen. | Veneto | Segue per conto del re d’Ungheria le trattative per la cessione di Treviso al duca Leopoldo d’Austria; si inimica con i carraresi dopo avere tentato di convincerli ad abbandonare Asolo; alla fine è trovato un compromesso per cui ottiene dai veneziani la rocca; questa è consegnata temporaneamente ad Arcuano Buzzaccarini in attesa della decisione del re magiaro sulla sua destinazione finale. | |||
Mar. apr. | Padova | Venezia | Veneto e Friuli | Si muove nel territorio di Ceneda (Vittorio Veneto), che utilizza come base logistica per le sue scorrerie. Si ferma a Colle; dopo un trattato con 2 connestabili del castello superiore di Conegliano si avvicina con le scale e vi entra con 280 soldati. I difensori si accorgono degli ungheri e respingono il suo assalto: tra le sue milizie sono uccisi 30 uomini e ne sono catturati 28 con uno dei 2 connestabili. I prigionieri sono tutti impiccati attorno al castello. | |
Mag. | Veneto | Assedia Vittorio Veneto; a metà mese ritorna a Padova e desiste da ogni iniziativa perché in Treviso sono entrate le truppe del duca d’Austria alleato degli ungheresi. | |||
Giu. | Veneto e Toscana | Con la partenza del duca d’Austria consegna ai carraresi Portobuffolé che gli ungheri hanno conquistato in precedenza a Guecellone da Camino. Si sposta in Toscana e vi raccoglie nuovamente truppe per conto di Carlo di Durazzo. | |||
Ago. | Toscana | Si allea con Giovanni Acuto che milita per i fiorentini. A metà mese esce da Firenze e giunge a Montepulciano con 1500 lance tra tedeschi ed italiani. | |||
Ott. | Comp. ventura | Firenze Siena | Toscana e Umbria | E’ segnalato a Calcinaia. Con l’Acuto e Corrado Lando sigla nel convento dei frati minori di Isola Romanesca (Bastia Umbra) una convenzione per la quale promette di non offendere per tre mesi i comuni di Firenze e dei suoi alleati e di non attraversare i loro territori senza la loro autorizzazione. Si sposta in Val di Chiana con l’Acuto; i senesi consegnano alle varie compagnie altri 4000 fiorini (nella realtà 5600). Nel perugino. | |
1382 | |||||
Gen. | Napoli | Angiò | Marche | Con Giovanni Carladorem fronteggia in Romagna i fautori di Luigi d’Angiò; staziona nel contado di Fano per svernarvi; ne viene allontanato dalle milizie degli Ordelaffi, dei Manfredi e da quelle dei da Polenta. | |
1384 | Ungheria | Ritornato in Ungheria, appoggia Carlo di Durazzo nel suo obiettivo di impadronirsi del paese di cui il re di Napoli ne è stato parimenti nominato sovrano. | |||
1386 | |||||
Feb. | Ungheria | Carlo di Durazzo viene ucciso da Balasz Forgach spinto dalla regina Elisabetta, vedova di Ludovico d’Ungheria, e dal suo favorito, il bano di Croazia e di Dalmazia, Miklos Garai. | |||
………… | Baroni | Boemia | Ungheria | Si allea con il priore di Aurana Giovanni di Polisna e con il bano di Bosnia Tvartko I, suo vecchio nemico; prende le armi contro il potere centrale. L’alleanza segna l’inizio dell’insurrezione generale nelle regioni meridionali del regno d’Ungheria. Affrontato da un esercito di 30000 uomini coglie i nemici in un’imboscata presso Dicko; cattura la regina Maria, moglie del marchese di Brandeburgo Sigismondo di Boemia, la madre Elisabetta ed il conte Miklos Garai. Fa decapitare Balasz Forgach, l’assassino di Carlo di Durazzo, ed il bano di Croazia. La testa sanguinante di quest’ultimo è scagliata nella carrozza che trasporta la regina Maria; altri ancora riferiscono che il capo sia stato gettato dallo stesso Giovanni Unghero in un fiume; altri ancora di un suo invio a Napoli con quella del Forgach, come trofeo, alla vedova di Carlo di Durazzo Margherita d’Angiò. Giovanni Unghero proclama re d’Ungheria il giovane Ladislao d’Angiò figlio di Carlo di Durazzo. Le sue due prigioniere sono condotte prima nella fortezza di Gomnec (o di Ivanc). . | |
1387/ 1388 | A gennaio Giovanni Unghero fa giustiziare la regina Elisabetta davanti agli occhi della figlia Maria al fiume Borzota; quest’ultima è rinchiusa prima nel castello di Krupac in Bosnia e poi in quello di Castelnuovo (Montenegro, Herceg Novi) sotto la sorveglianza di Giovanni di Polisna. Continua il conflitto. I suoi partigiani, inizialmente, occupano gran parte dei domini ungheresi meridionali, mentre il priore di Aurana, Giovanni di Polisna, si autoproclama bano di Dalmazia, Croazia e Slovenia. Pronta è la reazione di Sigismondo di Boemia, sostenuto dai veneziani e sceso in Ungheria con un forte esercito. A giugno il conte di Veglia, Modrussa e Segna costringe l’alleato Giovanni di Polisna a liberare la regina Maria. Forte del sostegno del re di Bosnia e di Serbia Stjepan Tvrtko Kotromanic, nella settimana santa del 1388 Giovanni Unghero attraversa la Sava con Istvan Hédervari Kont; irrompe in Sirmia e nella contea di Valko sventolando le bandiere del regno di Napoli. La sua avanzata viene frenata dagli avversari. Giovanni Unghero trova scampo nella fuga, mentre 32 suoi compagni sono catturati e condotti a Buda. Qui sono barbaramente giustiziati. Janos Korpadi, ad esempio, è trascinato per le vie cittadine alla coda di un cavallo; viene quindi decapitato e squartato, mentre i pezzi del suo corpo sono scaraventati giù dalle mura. | ||||
1390/1394 | Napoli | Ungheria | Ungheria | Nel 1390 parteggia ancora per Ladislao d’Angiò contro Sigismondo d’Ungheria. Rifiuta ogni accomodamento; cerca di allearsi con gli ottomani. Alla sconfitta del suo alleato il re di Bosnia, nell’estate 1394 viene assalito con forza dalle truppe di Sigismondo. Battuto, è catturato a Dobor. E’ condotto a Pecs alla presenza della moglie di Sigismondo; è lungamente sottoposto a tortura; legato alla coda di un cavallo è trascinato per varie miglia al galoppo dell’ animale. Il suo cadavere è squartato ed i resti sono appesi alle mura della città. |
CITAZIONI
-“Cavalliere Unghero e di molto valore nell’armi.” TARCAGNOTA
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