GIOVANNI GRECO DALLA GUANCIA

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Il torrione della Ghirlanda e le mura del cinquecento
Il torrione della Ghirlanda e le mura del cinquecento, Padova

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GIOVANNI GRECO DALLA GUANCIA  Di Giannina.

1428 – 1511 (dicembre)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1483
Ago.VeneziaMilanoLombardiaHa il comando del presidio di Pontevico. Dopo una scorreria degli sforzeschi nei territori di Quinzano d’Oglio e di Verolanuova risponde con un’analoga azione nel cremonese nel cui corso guadagna poco bottino e perde quattro uomini. Sulla strada del ritorno cerca di intercettare una colonna sforzesca diretta a Seniga.
Sett.LombardiaDepreda il territorio circostante Brescia. Recupera San Gervasio Bresciano e Bassano Bresciano.
1487
Apr. mag.VeneziaAustriaTrentinoCombatte le truppe del duca Sigismondo d’Austria. Assediato con 100 uomini nel castello di Rovereto, è costretto alla resa per la mancanza di soccorsi.
Lug. Ago.TrentinoSegue Roberto da San Severino verso Rovereto: ha l’incarico di assalire, con Lucio Malvezzi e Pietro d’ Erba, il nemico con 30 cavalli leggeri e 100 fanti tra balestrieri  e picchieri. Si inoltra oltre il Noriglio in un sentiero a mezza costa sulla destra del Leno; a Serrada piega per la valle del Rossbach e si impadronisce del castello di Beseno con l’aiuto degli uomini di Folgaria. Attacca un bastione di Castel Pietra all’ alba: nello scontro sono uccisi 85 avversari;  i veneziani sono, tuttavia, costretti a retrocedere. Partecipa alla battaglia di Calliano;  si salva con Guido dei Rossi su un’isola dell’ Adige: di notte viene traghettato con i suoi uomini sulla riva controllata dalla Serenissima.
1493Governatore cavalli leggeriOttiene il comando dei cavalli leggeri alla morte di Pietro d’Erba. Manterrà tale incarico fino al 1509.
1494
Estate50 cavalli leggeriVenetoA Badia Polesine con 50 cavalli leggeri allo scopo di sorvegliare il confine con il ducato di Ferrara.
1495
Apr.VeneziaFrancia100 cavalli leggeriVeneto e LazioLascia Badia Polesine con la sua compagnia. Si reca a Roma in soccorso del papa Alessandro VI minacciato dai francesi del re Carlo VIII.
Giu.UmbriaScorta il pontefice da Perugia ad Orvieto alla testa dei suoi balestrieri a cavallo.
Lug.Emilia Piemonte e LiguriaPartecipa alla battaglia di Fornovo. E’ dirottato all’ assedio di Novara; da qui è spedito con Carlo da Pian di Meleto verso Genova per tagliare le linee di rifornimento alla città piemontese.
Ago.PiemonteAlla guardia di Trecate con i suoi balestrieri a cavallo e 100 fanti.
1496
Dic.80 cavalli leggeriPiemonteGli è consegnata una paga. So porta con i suoi uomini ad Alessandria in soccorso delle truppe di Ludovico Sforza.
1497
Feb.PiemonteStaziona ancora nell’ alessandrino. Si avvia con 60 balestrieri a cavallo alla volta di Bergoglio  con il Piacentino ed il Battaglia; intercetta nei pressi 2000 fanti tedeschi, li attacca ed infligge loro la perdita di 30 uomini: molti altri sono feriti.
Dic.VeneziaFirenzeToscanaE’ inviato in Toscana per prestare soccorso ai pisani ai danni dei fiorentini. Ha il comando di 200 balestrieri a cavallo e di 100 schioppettieri.
1498
Lug.120 cavalli leggeriToscanaRitorna nel pisano con i suoi balestrieri a cavallo.
Ago.ToscanaLascia Barga e si reca a Pisa nel borgo di San Marco. Si trasferisce a Cascina con 100 balestrieri a cavallo;  rimane alla guardia della località con 800 provvigionati.
Sett.ToscanaAlla testa di 150 balestrieri a cavallo si congiunge con 1000 fanti comandati da Gorlino Tombesi e da Giacomo di Tarsia per conquistare il bastione della Dolorosa vicino a Pisa. Il Greco viene respinto dopo un assalto che dura un’ora: si ritira e scopre che i passi sono sotto il controllo dei fiorentini. Si salva con la fuga.
Ott.ToscanaSi sposta con 80 balestrieri a cavallo alla difesa di Sano. Respinge un attacco dei fiorentini portato con 700 fanti.
Dic.ToscanaA Pisa. Si lamenta per il ritardo delle paghe.
1499
Gen.ToscanaSegue Filippo Albanese, Ferrante d’Este, Gorlino Tombesi, Annibale da Doccia ed il  provveditore Vincenzo Valier (140 uomini d’arme equipaggiati alla leggera ed altri 500 uomini tra balestrieri a cavallo e stradiotti) in una cavalcata notturna. Guada l’Arno nei pressi di Pontedera ed assale all’ improvviso Montopoli in Val d’Arno. La località è messa a sacco   con l’intervento di Gorlino  Tombesi. Si collega con il Doccia ed il provveditore  Valier (400 cavalli e stradiotti) per una nuova scorreria in Val di Nievole: a Fucecchio sono razziati cento capi di bestiame senza incontrare ostacoli in Ludovico della Mirandola.
Mag.VenetoCon la firma della pace tra i contendenti si reca a Venezia alal ricerca di denaro per la sua compagnia.
Lug.VeneziaImpero Ottomano150 cavalli leggeriFriuliIn Collegio dei Pregadi si fa il suo nome come probabile capitano delle fanterie veneziane. Si sposta a Gradisca d’Isonzo ed a metà mese è trasferito nel bresciano.
Ago.VenetoSi ammala. Si ferma a Vicenza, mentre la sua compagnia prosegue per il bresciano. A Padova per curarsi.
Sett.LombardiaRaggiunge, Brescia; è spedito in Val Camonica per opporsi all’ eventuale passaggio di fanti tedeschi diretti in Italia. Tocca Breno ed a Iseo si ammala di nuovo. Non manca di chiedere denaro per le sue paghe.
Nov.RomagnaA Ravenna, con il provveditore Cristoforo Moro allorché Cesare Borgia assale Forlì ed Imola.
1500
Apr.VeneziaSforzaLombardiaA Crema: nella città 30 stradiotti della sua compagnia si scontrano con gli uomini di Angelo Francesco da Sant’Angelo. Con la sconfitta del duca di Milano Ludovico Sforza a Novara attraversa l’Adda e si dirige verso Calci: si sposta a Cassano d’ Adda, gli viene uccisa la cavalcatura ed è ferito ad una coscia da un colpo di archibugio.
Mag.LombardiaGiunge a Caravaggio; quando per la mancanza di denaro i fanti veneziani abbandonano Treviglio, i suoi balestrieri a cavallo minacciano di seguire il loro esempio.
Ago.Si discute sul rinnovo della sua condotta.
1501
Gen.FriuliA Gradisca d’Isonzo.
1502
…………100 cavalli leggeriHa il comando di 100 cavalli leggeri.
…………ChiesaRomagnaMilita agli stipendi del Borgia.
1503
Ago.Venezia125 cavalli leggeriVenetoA Lovadina, per la rassegna dei suoi uomini (125 balestrieri a cavallo).
Ott.RomagnaSi trova con Franco dal Borgo a Ravenna; si trasferisce, di seguito,  con Giampaolo Manfrone e Giacomazzo da Venezia a Rimini per convincere il castellano pontificio Maldonato Valdonsello a cedere la rocca ai veneziani.
Nov.VeneziaFaenza FirenzeRomagnaSi muove in Val di Lamone;  ottiene Brisighella con Franco dal Borgo e Vincenzo Naldi: il territorio finitimo innalza i vessilli di San Marco. Entra nella rocca di Faenza con il Naldi e Cesare da Variana,  inizia ad assediare la città con 130 balestrieri a cavallo.  Raggiunge indi il dal Borgo ad Oriolo (Oriolo dei Fichi) ed impedisce ai fiorentini, fermi a Castrocaro Terme, di soccorrere Faenza. Con la caduta della città i suoi uomini ricevono la paga di un mese;  con 25 balestrieri Giovanni Greco scorta a Bagnacavallo Franceschetto ed Astorre Manfredi che si sono arresi ai veneziani; si trasferisce a Cervia ed a Castiglione di Cervia.
Dic.RomagnaCon Franco dal Borgo e Meleagro da Forlì tesse un trattato in Forlimpopoli: il complotto non ha successo.
1504
Gen.RomagnaA Ravenna ed a Rimini. Invia parte dei suoi uomini alla guardia di Cesenatico.
Mar.RomagnaSi dirige a Cesenatico con Giampaolo Manfrone per prevenirvi eventuali movimenti dei pontifici. Concorda con Niccolò Orsini le misure difensive e si sposta a Rimini.
1506
Sett.RomagnaE’ segnalato ancora a Rimini.
1508
Feb.RomagnaA Faenza con 50 balestrieri a cavallo.
Ott.RomagnaRitorna a Rimini con il Manfrone.
Dic.RomagnaA Rimini: la sua paga annua complessiva ascende a 3450 ducati. Nella sua compagnia sono pure compresi alcuni schioppettieri a cavallo.
1509
Apr.VeneziaChiesa Francia Impero130 cavalli leggeriRomagnaAlla difesa di Rimini.
Mag.Romagna e MarcheGiunge a Ravenna;  alla testa di 300 cavalli leggeri effettua nel cesenate alcune scorrerie con Ermes Bentivoglio. Tenta di difendere Russi: esce dal capoluogo per la Porta Adriana con Marco Grossi e Cola da Venezia. Si pone con 100 cavalli leggeri di presidio ad un ponte, a Valtorta, dove sono situate le chiuse che controllano l’emissione delle acque delle paludi vicine. Cade in un agguato, cerca di resistere per permettere ai fanti che lo accompagnano di ripiegare in buon ordine: la sua cavalcatura cade ed il Greco viene catturato da Filippo Doria e da Giovanni Vitelli. Gli altri condottieri che lo accompagnano si salvano fuggendo nelle paludi vicine al mare. Il Greco è condotto dal cardinale di Pavia Francesco Alidosi. Francesco Maria della Rovere lo fa rinchiudere prima nella fortezza di San Leo e, poi, ad Urbino.
Lug. ago.150 cavalli leggeriMarche e VenetoSi riscatta con il pagamento di una taglia di 500 ducati; ritorna a Venezia, è accolto in Collegio, gli viene riconfermata la condotta e gli sono consegnati 50 ducati per le sue spese. Passa alla difesa di Padova con 150 balestrieri a cavallo;  combatte agli ordini dell’Orsini. Esce dalla città e cattura due uomini d’arme francesi; compie un’ altra sortita con Giano Fregoso e Dimitri Megaduca (150 lance, 120 balestrieri a cavallo e 120 stradiotti) ed intercetta a San Martino di Lupari, presso Longare, 800 cavalli  imperiali che stanno scortando da Vicenza al campo alcuni pezzi di artiglieria e che hanno, tra l’altro, il compito di proteggere i lavori dei guastatori volti a deviare le acque del Bacchiglione. Nello scontro viene fatto prigioniero Filippo dei Rossi con 300 cavalli.
Sett.VenetoA Padova. Esce dal Portello e si scontra con 25 cavalli (uccisi quattro balestrieri e catturati due/quattro uomini d’arme). Dopo qualche giorno si colloca con Domenico Busicchio in imboscata nei pressi di Cittadella con 300 cavalli leggeri; sorprende alcuni cavalli pontifici e borgognoni che stanno scortando dei pezzi di artiglieria da Vicenza a Padova. E’ ferito alla testa.
Ott.VenetoGli avversari abbandonano l’assedio di Padova. Con Montacuto di Montacuti molesta gli avversari in ritirata;  cattura una decina di cavalli che sono portati in città per il Portello. Con 600 stradiotti ed alcuni balestrieri a cavallo si impadronisce del castello di Bovolenta: nell’ incursione sono uccisi tra gli imperiali 100 fanti e ne sono fatti prigionieri altri 200 con 70 cavalli. I veneziani si impossessano pure di 400 moggia di grano, di 60/100 carri di vettovaglie, di 250 capi di bestiame, di 25 pezzi di artiglieria dei quali 3 cannoni di bronzo, 5 sagri, 15 falconetti di ferro e 2 di bronzo. Il Greco viene ferito, per quanto in modo leggero, ad una gamba da un colpo di schioppetto.
Nov.VenetoRimane alla guardia di Padova con Zanone da Colorno quando l’esercito si sposta alla conquista di Vicenza.
1510
Gen.VenetoSi muove nel Polesine. Alla notizia che alcuni fanti estensi hanno lasciato Pontelagoscuro, li sorprende e recupera le prede; riesce pure a dare alle fiamme la galea di Andrea Trevisan, caduta nelle mani degli avversari a dicembre.
Feb.150 cavalli leggeriVenetoEsce da Badia Polesine con Antonio Pio, Zitolo da Perugia ed il provveditore generale Giovanni Paolo Gradenigo per avviarsi a Castelnuovo sul Po: sono inviati in avanscoperta 25 cavalli che si fanno inseguire dagli avversari per condurre gli eventuali inseguitori in un borgo dove è  collocata   un’imboscata. Viene catturato Alessandro Rizzeri con 30 lance e 60 balestrieri a cavallo.
Mag.VenetoStaziona ancora a Badia Polesine;  si incontra con il provveditore Gradenigo per discutere sul da farsi prima dell’attacco francese al territorio: viene presa la decisione di abbandonare Rovigo per la mancanza di polvere da sparo. Si collega con Meleagro da Forlì, Ludovico  Battaglia ed il provveditore Federico Contarini per controllare la situazione tra Cittadella, Bassano del Grappa e Marostica.
Giu.VeneziaFrancia Impero Ferrara150 cavalli leggeriVenetoSi trova al campo di Brentelle, nei pressi di Padova. Si unisce con Taddeo della Volpe e Meleagro da Forlì e sconfigge nei pressi di Vicenza 600 cavalli usciti dalla città con Federico e Ludovico Gonzaga da Bozzolo. Nello scontro sono catturati 100 cavalli: Giovanni Greco è ferito alla guancia e gli è asportato mezzo naso. Ritorna al campo dove i suoi uomini non si comportano perfettamente: da parte sua si lamenta del trattamento ricevuto negli ultimi anni. Il Consiglio dei Savi gli concede subito una  provvigione annua di 200 ducati a valere sui beni dei ribelli.
Lug.VenetoRaggiunge Treviso con Giovanni Forti (240 balestrieri a cavallo). Si muove in perlustrazione verso Castelfranco Veneto; all’ avvicinarsi alla città di 800 cavalli francesi esce da Treviso con  Giovanni Forti e sorveglia i loro movimenti. Si dirige successivamente a Mestre per proteggere i lavori dei campi: è accusato di avere fatto derubare un trombetta imperiale del denaro trasportato.
Ago.150 cavalli leggeriVenetoRicevuto del denaro dal provveditore Alvise Mocenigo, si collega con Zitolo da Perugia e con il Forti. Esce da Treviso accompagnato anche da molti contadini, si avvia verso Asolo alla cui difesa si trova Michele Fressener con molti cavalli. Gli abitanti, spinti da Niccolò da Rugolo, gli aprono le porte;  sono catturati 30 imperiali  che non riescono a fuggire in tempo. Costoro sono condotti  a Treviso. Il Greco, nel corso della sua azione, ottiene Marostica, che si arrende alle sue minacce di dare fuoco alle porte con la legna e lo strame raccolti nei pressi. Entra nella località con 150 cavalli e 650 fanti e ne assedia la rocca: questa si arrende a patti. Giunge a Bassano del Grappa e, sempre con Zitolo da Perugia, attacca Belluno. Vi è un violento fuoco di artiglieria portato da trenta bocche da fuoco;  anche tale città si arrende a patti. Sempre nel mese il Greco è segnalato al campo di Padova, ancora a Marostica ed al campo di Torre, sempre presso Padova.
Sett.VenetoPrende parte all’assedio di Verona;  si colloca davanti a Porta Vescovo con 800 cavalli leggeri: obbligato a ritirarsi a San Martino Buon Albergo, si collega con Niccolò da Pesaro. Si sposta in Valpantena per fare fronte a 800 cavalli nemici che stanno saccheggiando il territorio. Alla testa di 300 cavalli assale gli avversari, li sconfigge e li insegue sino al Monte di San Felice: tra gli imperiali si registra la perdita di 200 uomini fra morti e prigionieri. Ricevuti alcuni rinforzi dai provveditori Sigismondo Cavalli e Federico Contarini, ritorna al campo carico di bottino. Viene inviato subito dopo verso Vicenza con Meleagro da Forlì e Bernardino da Sessa alla notizia che nella fascia pedemontana sono comparse truppe tedesche. Con il provveditore  Cavalli (300 cavalli e 300 cernite) affronta costoro a Schio ed a Tresenta.
Nov.Venetod Ariano Polesine.
1511
Feb.Governatore cavalli leggeriVenetoE’ sempre in Polesine;  con Giovanni Brandolini si colloca alla guardia del ponte di Canda sul Po. A Trecenta; con la morte di fra Leonardo Prato assume il comando dei cavalli leggeri.
Mag.VenetoVeneziani e pontifici sono sconfitti dai francesi a Casalecchio di Reno: si offre di prestare alla Signoria 500 ducati e di mantenere a sue spese per un anno cinque lance. Il provveditore generale Andrea Gritti lo invia alla guardia dei passi di Schio.
Lug.VenetoA Schio, con 143 cavalli leggeri.
Ago.VenetoE’ segnalato nei pressi di Vicenza, dove ha una violenta lite con Pietro da Longhena.
Sett.VenetoSi ammala gravemente: il suo incarico di governatore e la sua compagnia sono affidati a Meleagro da Forlì.
Dic.VenetoMuore a Vicenza. E’ sepolto nella chiesa di Santa Corona.

CITAZIONI

-“Nostro fidelissimo.” SANUDO

-“Delle cose di guerra espertissimo.” CONTI

-“Uom di grande animo e di chiara fede.” BEMBO

-“Uomo fidato del Stato Veneto.” PRIULI

-“Huomo valoroso.” P. GIUSTINIAN

-“Armorum gloria praesignis.” ARLUNO

-“Optimus prefecto hippotoxotarum (balestrieri a cavallo). Ductor, in quo plurimum spei positum a nostris habebatur.” G. ROSSI

-“Fedele e valoroso.” A. MARCELLO

-“Capitano molto stimato da’ Veneziani.” REPOSATI

-“Capitano molto stimato da Venitiani.” LEONI

-“Principale conduttore della gente venetiana.” VERDIZZOTTI

-“Capitano molto accreditato presso i Veneziani.” COLUCCI

-Con Saccardo da Soncino e Giano Fregoso “Tutti valorosissimi Capitani.” CARRARI

-“Homo estrenuo e de gran conto.” FANTAGUZZI

-“El provido Zuan greco non posava/ che con suo balestreri anchor usciva:/ Ognhor bottino grande entro menava/ Er con honor de tutti riusciva/…/ Mentre Zuan greco fa quel che’l suol fare/ Provedendo per tutto ove bisogna:/ Ogniun spronando forte al battagliare/ Desedando (destando) qualunque dorme o sogna:/ Che hogi nel mondo a lui non trovò pace:/ Che mai de cosa alcuna hebbe vergogna/ Astuto, forte, ingenioso & fiero/ Et strenuo, & vigilante a tal mestiero.” CORDO

-“De balestrieri il capitan Giovanni greco/ in romagna ancho fu mandato in fretta./ Il qual una gran schiera mena seco/ di gente tutta quanta in arme elletta./ Questo fu quel, se il ver ben penso meco,/ ch’a franciesi pono più una stretta/ fidel al suo san marco mentre visse/ pronto d’ingiegnio fin ch’el greco visse./…/ (Cattura di Francesco Gonzaga) Così faceva l’ardito Ioan greco/ sopra un caval che non trovava loco./ Menando con due man colpi da cieco/ sì che l’arma faceva uscir foco/ non pol guerrier durar a petto seco/ e facea rincular a poco a poco/ ogni franco campion, tal che resembra/ un forsennato lupo a trittar membra./…/(Attacco a Verona) Il gagliardo Ioan greco da la guancia/ da franco cavallier s’adoperava/ e duo thedeschi uccise con la lancia./ Poi dal fianco la spada for cavava/ passando a questo il petto, e a quel la pancia/ sì che a fronte nessun non li durava/ ma come suol un folgoro di vento/ scorrea per tutto quasi in un momento. ” DEGLI AGOSTINI

-Alla difesa di Padova “El provido Zuan greco non possava (riposava)/ Che con sui balestrieri anchor usciva/ O come il suo ingegno dimostrava/ Che per san Marco mai fatica schiva/ Ognhor bottino grande entro menava/ Et con honor de tutti reusciva/ Che donde il va io vedo andarli seco/ Senno & astucia de Capitan greco.” Da “Guerre orrende d’Italia” in GUERRE IN OTTAVA RIMA

-“Un esperto conestabile.” MALLETT

Fonte immagine: wikipedia

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