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GIOVANNI FORTI Di Orte. Per alcune fonti sarebbe originario di Legnago.
- 1513 (giugno)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1500 | |||||
…….. | Venezia | Impero Ottomano | Friuli | Milita come caposquadra nella compagnia di Bartolomeo d’Alviano. | |
Ott. | Veneto | A Venezia per riferire sui movimenti dei turchi ritiratisi verso la Bosnia: tali avversari non comportano più alcun pericolo per il Friuli. | |||
1503 | |||||
Ott. | Orsini | Chiesa | Lazio | Affianca Bartolomeo d’Alviano nello stato della Chiesa; lo appoggia a Roma contro Cesare Borgia. Nella città si incontra con l’ambasciatore veneziano Antonio Giustinian; chiede che la compagnia del suo capitano ottenga il permesso di lasciare i territori della Serenissima al fine di raggiungerlo nel Lazio. Viene imprigionato dai pontifici per tre giorni in Amelia; liberato, ritorna a Venezia. | |
1509 | |||||
Mag. | Venezia | Francia Impero Ferrara | Lombardia | E’ inquadrato nella compagnia di Pandolfo Malatesta. Partecipa alla battaglia di Agnadello nella quale è fatto prigioniero. Secondo un’altra versione dopo la sconfitta si rifugia a Legnago, dove guida la rivolta della comunità locale ai danni del filoimperiale Federico di San Bonifacio. E’ in questa occasione che viene catturato dagli avversari. Condotto a Milano, si riscatta mediante il pagamento di una taglia di 500 ducati. | |
Lug. | Veneto | Con lo Scanderbecco alla riconquista di Padova. | |||
Ago. | 100 cavalli leggeri | Veneto | A Venezia. Gli è dato il comando di 100 cavalli leggeri con i quali si avvia alla difesa di Legnago. | ||
Sett. | Veneto | Con Marco da Rimini e numerosi contadini intercetta nei pressi di Legnago un carico di seta appartenente al Cavalier Bianco (fatto prigioniero nello scontro) del valore di alcune migliaia di ducati. | |||
Ott. | Veneto | E’ informato che da Ferrara stanno per essere condotti al campo imperiale 30000 ducati destinati alle paghe delle truppe. Si collega ancora con Marco da Rimini per impadronirsi del denaro: supera l’Adige con 300 cavalli e 1500 contadini, occupa Castelbaldo. Intervengono molti cavalli francesi che colgono i veneziani in un’imboscata ed infliggono loro la perdita di 250 uomini. Giovanni Forti rientra a Legnago mentre gli avversari si fermano a saccheggiare Castelbaldo con l’uccisione di più di 1000 persone tra uomini, donne e bambini. I cadaveri sono dati in pasto ai cani. | |||
Nov. | Veneto | Si impadronisce a fine mese del castello di Bevilacqua. | |||
Dic. | Veneto | A Polesella allo scopo di controllare i movimenti degli estensi lungo il corso del Po. | |||
1510 | |||||
Gen. | 50 lance | Veneto | A Venezia per chiedere il permesso di rientrare nel Lazio. Il Consiglio dei Savi gli concede una condotta di 50 uomini d’arme: Giovanni Forti rinvia ogni proposito di partenza. | ||
Feb. | Veneto | E’ segnalato nel Polesine con 90 cavalli leggeri. | |||
Feb. | Veneto | Opera nel Polesine con 90 cavalli leggeri. | |||
Apr. | Veneto | Con la caduta del Polesine nelle mani dei francesi è inviato alla difesa di Montagnana dal provveditore generale Giovanni Paolo Gradenigo. Effettua una sortita verso Este; non manca di chiedere il saldo delle paghe arretrate. | |||
Giu. | Venezia | Francia Ferrara Impero | Veneto | Informa i veneziani sui preparativi dei francesi volti alla conquista di Legnago; con la perdita della città ripara a Monselice. Quando 400 cavalli avversari sono segnalati a Motta nelle vicinanze di Este, esce da tale centro con i suoi balestrieri a cavallo, giunge a Pozzonovo ed a Sant’Elena senza però imbattersi negli avversari. Si muove pure in perlustrazione con Giampaolo Manfrone verso Valbona, sempre con esito analogo al precedente. | |
Lug. | 90 cavalli leggeri | Veneto | Prende parte alla difesa di Treviso con Giovanni Greco alla testa di 240 balestrieri a cavallo. Compie una ricognizione verso Castelfranco Veneto; lascia la città allorché si avvicinano alla città 800 cavalli francesi; spia i loro movimenti. Cavalca, indi, verso Feltre, Belluno e Serravalle (Vittorio Veneto); raggiunge l’ultima località con Francesco Sbrogliavacca; gli uomini di entrambe le compagnie reclamano per il ritardo nel saldo delle loro spettanze. Con Giovanni Detrico Giovanni Forti recupera il passo di Casamatta nei pressi di Serravalle; si unisce in quest’ultima fortezza con Battista Tirondola. | ||
Ago. | Veneto | Con Zitolo da Perugia e Giovanni Greco (600 fanti e 500 cavalli) ha l’incarico di occupare Bassano del Grappa e Belluno: raggiunge il secondo centro dove si trovano 400 fanti tedeschi con Andrea di Liechtenstein ed intima loro la resa. Al rifiuto, attacca la Porta di Rugo e la torre di San Marco; respinto, si ritira a Nogare. Viene promesso ai soldati il sacco della città in caso di sua conquista. Il Forti distrugge i mulini ed i borghi vicini; cattura una spia che viene subito impiccata. Assale di nuovo Belluno dalla parte di Campitello; è appiccato il fuoco a tutta la zona ed in tre giorni sono incendiate centocinquantasei case; con i veneziani si collegano anche ottocento abitanti del Cadore che assalgono la città alla Porta Dogliona, al Torrione, alla Porta di Rugo ed alla torre di San Marco. Durante le operazioni il Forti sovrintende alle artiglierie: alla caduta di Belluno il suo comportamento è elogiato dal provveditore Giovanni Diedo. Ritorna al campo di Torre, presso Padova; gli è dato il compito di assalire gli avversari una volta che essi si siano allontanati dal campo di Olmo presso Vicenza. | |||
Sett. | Veneto | Staziona a Badia Polesine con Baldassarre di Scipione. Si sposta alla guardia di Montagnana, riceve alcuni rinforzi e batte a San Zeno/Bevilacqua 50 uomini d’arme, 100 arcieri a cavallo e 400 fanti, per lo più francesi, provenienti da Legnago: i francesi, colti in disordine, sono nell’impossibilità di fuggire a causa della rottura di un ponte alle loro spalle effettuata in precedenza dai veneziani. I nemici sono tutti uccisi o fatti prigionieri. Per il suo contributo al combattimento il Forti merita le lodi da parte del provveditore generale Paolo Capello. | |||
Ott. | Veneto | Affianca il governatore generale Giampaolo Manfrone ed il provveditore Andrea Gritti alla riconquista di Belluno alla cui difesa si trova ancora Andrea di Liechenstein con 100 fanti e 200 cavalli. Con il successo dell’ azione si trasferisce a Ficarolo con Domenico Busicchio: chiede che ad un suo fratello sia concessa la cancelleria di Legnago. | |||
1511 | |||||
Gen. | Emilia e Romagna | All’assedio di Mirandola al fianco dei pontifici. Si sposta in un secondo momento all’assedio della bastia del Zaniolo/Genivolo nel ferrarese. | |||
Feb. | Romagna | E’ coinvolto nella rotta del Santerno. Si muove, infatti, con 100 cavalli leggeri ed 800 fanti pontifici; l’azione è fiancheggiata dalla flotta sul Po di Giovanni Moro, forte di 13 galee e di molte altre navi. E’ affrontato da Alfonso d’Este con 300 lance e 800 cavalli leggeri. I cavalli di Giovanni Forti respingono inizialmente i francesi (80 cavalli e 300 fanti); la fanteria, viceversa, cede ed il suo esempio è un po’ seguito da tutti. Veneziani e pontifici perdono le insegne e le artiglierie; nelle loro file si registrano almeno 3000 morti, per lo più veneziani, ed è distrutto il contingente spagnolo del Verdejo. Giovanni Forti ripara a Faenza. | |||
Apr. | Veneto | Si lamenta per il trattamento che sta ricevendo dalla Serenissima e per il ritardo delle paghe. | |||
Mag. | Emilia e Veneto | Affianca sempre i pontifici. Giunge a Venezia in Collegio dei Pregadi; gli sono consegnati 100 ducati per potere riscattare il figlio Alessandro, che è stato catturato dagli avversari. Rientra al campo. | |||
Giu. | Veneto | Sorprende a Roverchiara alcuni cavalli francesi che, carichi di bottino, stanno ritornando a Verona. | |||
Lug. | 117 cavalli leggeri | Veneto | Nel veronese, con il provveditore generale Andrea Gritti. | ||
Sett. | Veneto | Sorprende tra Marostica e Sandrigo 20-30 uomini d’arme, 200 cavalli leggeri e 700 fanti guasconi; si impadronisce di un bottino valutabile sui 18000/20000 ducati. Di seguito viene inviato alla difesa di Treviso con 200 cavalli leggeri; da Noale danneggia più di venti mulini posti fra Castelfranco Veneto e Castello di Godego; si appropria pure di un carico di farina destinato agli avversari. Conquista Cittadella con Meleagro da Forlì; rientra a Noale e da qui irrompe in Castelfranco Veneto, abbandonata dagli imperiali. Sequestra nell’ occasione 4000 stara di frumento che sono condotte a Padova. | |||
Dic. | Veneto | Giunge a Serravalle, si collega con Giampaolo Manfrone per riconquistare Belluno: penetra nella città per la Porta Dogliona acclamato dalla popolazione festante. Con Girolamo Michiel intercetta 18 carri carichi di vettovaglie; si rafforza in Belluno e respinge un attacco degli imperiali. Al loro ritiro, sempre con il Michiel, si impadronisce di una bombarda e di un sagro. Si congiunge ancora con il Manfrone e punta verso il Cadore. Di fronte all’incalzare degli imperiali è costretto ad abbandonare il passo di Castello di Gardona. | |||
1512 | |||||
Gen. | 71 cavalli leggeri | Veneto | Nel periodo dispone solamente di 71 balestrieri a cavallo. | ||
Feb. | Veneto | Sempre nel veronese. Esce da Cologna Veneta; supera l’Adige per compiere una scorreria presso Legnago; si spinge con i suoi cavalli sotto Verona e cattura alcuni fanti inviati in soccorso della rocca di Villafranca di Verona. Si congiunge con Giampaolo Baglioni; è battuto da Gastone di Foix alla Torre del Mugnano. Si reca a Venezia a riferire sulla situazione militare in conseguenza della sconfitta patita. | |||
Mar. | 100 cavalli leggeri | Veneto | Da Montagnana raggiunge Cologna Veneta; rafforza con i suoi uomini il presidio di 200 stradiotti greci: 14 cavalli leggeri della sua compagnia disertano nel campo nemico per la solita causa, il cronico ritardo delle paghe. | ||
Mag. | 65 cavalli leggeri | Veneto | |||
Giu. | Veneto e Lombardia | Lascia Vicenza con alcuni funzionari veneziani che scorta a Cologna Veneta. Segue, indi, il provveditore generale Paolo Capello in Lombardia. A Grumello Cremonese si scontra con 200 uomini d’arme francesi: sono catturati dieci balestrieri a cavallo della sua compagnia (tra i francesi sono fatti prigionieri sei uomini d’arme, mentre altri due sono uccisi). Tocca Asola e perviene a Pavia dove si ammala. | |||
Lug. | Piemonte Lombardia | Si allontana da Novi Ligure quando gli svizzeri fanno ritorno ai loro Cantoni; attraversa il Po e punta su Casalmaggiore all’ avanguardia dell’esercito. Occupa il porto di Piacenza con il Baglioni e Francesco Rangoni dopo avervi scacciato l’alleato Alessandro Sforza, che ha preceduto i veneziani con 40 lance ed alcuni balestrieri a cavallo. | |||
Ago. | Veneto e Lombardia | Scorta da Vicenza al campo di Brescia 8000 ducati destinati alle paghe dell’esercito veneziano. | |||
Sett. | Veneto e Lombardia | Da Rovigo raggiunge il bresciano. All’assedio del capoluogo. | |||
Ott. | Lombardia | Con la resa di Brescia nelle mani del viceré di Napoli Raimondo di Cardona, ha l’ incarico di controllare gli spagnoli accampati nel borgo di San Giovanni e di impedire le continue risse tra costoro ed i soldati veneziani. | |||
Nov. | Veneto | Venezia. E’ convocato dal Collegio dei Pregadi | |||
Dic. | 79 cavalli leggeri | Veneto | Cavalca lungo le sponde dell’Adige. | ||
1513 | |||||
Feb. | 67 cavalli leggeri | Veneto | |||
Apr. | Veneto | A Venezia, per chiedere un miglioramento delle sue condizioni contrattuali. | |||
Mag. giu. | Venezia | Spagna | Veneto | Bartolomeo d’Alviano, liberato dalla sua prigionia francese, lo lascia nel territorio di Legnago; è, quindi, preposto alla guardia di San Bonifacio con 300 cavalli leggeri e 600 fanti. Viene sorpreso ad Albaredo d’Adige con le truppe in disordine da Federico Gonzaga da Bozzolo, da Mercurio Bua e da Guglielmo di Rogendorf. Riesce a salvarsi a stento con soli 50 cavalli a Cologna Veneta assieme con il provveditore Sigismondo Cavalli e Manoli Clada. Assediato nella rocca, è chiamato dal fuoriuscito Antonio da Thiene: già ferito ad un braccio si affaccia ad una finestra dietro l’assicurazione di una cessazione temporanea del fuoco. Mentre sta discutendo con Antonio da Thiene è colpito mortalmente da due archibugieri appositamente appostati per ucciderlo. E’ subito condotto a Padova dove muore dopo essersi confessato. Sul punto di morte prega le autorità di concedere la sua condotta al figlio Alessandro. |
UNA CITAZIONE
-“Strenuo condutier nostro.” SANUDO
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