Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GIOVANNI CONTI Di Roma. Conte. Signore di Valmontone.
Padre di Giovanni Battista Conti, cugino di Andrea Conti e di Jacopo Conti.
- 1479 (autunno)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1437 | Chiesa | Re d’Aragona | 100 cavalli | Milita agli stipendi del papa Eugenio IV. | |
1438 | |||||
Lug. | Venezia | Milano | Lombardia | Con Bartolomeo Colleoni, Antonio e Leonardo da Martinengo recupera la Val Camonica, fa strage dei nemici e devasta tutte le terre datesi al duca di Milano Filippo Maria Visconti. E’ catturato Antonio Beccaria che viene condotto a Brescia. | |
1439 | |||||
Sett. | 400 cavalli | Veneto e Lombardia | Lascia il veronese con Guglielmo Cavalcabò, Guerriero da Marsciano e Troilo da Rossano (1000 cavalli e 200 fanti) per soccorrere Brescia attraverso le strade della montagna a nord del lago di Garda. Entra in Val di Sabbia e nelle terre pedemontane; salta Gavardo che, proprio negli stessi giorni, Taliano Furlano ha espugnato e dato alle fiamme. Respinto da quest’ultimo, si allontana dal territorio. | ||
Ott. | Trentino e Lombardia | Si sposta in Val di Ledro, da dove scaccia le truppe di Niccolò Piccinino. Fronteggia i viscontei a Gavardo. | |||
Nov. | Trentino Lombardia | Si colloca in imboscata con Guerriero da Marsciano vicino al lago di Tenno e partecipa alla omonima battaglia. A seguito della vittoria decide di puntare su Brescia. Si congiunge ancora con Guglielmo Cavalcabò e si scontra a Rebusone, vicino alla chiesa di San Matteo, con le truppe del Piccinino che provengono da Verona. | |||
1441 | |||||
Dic. | Venezia | Milano | 150 lance | Dopo la pace di Cavriana il Senato veneziano decide di mantenerlo in servizio. Gli è rinnovata la condotta di 300 cavalli in tempo di pace e di 450 in tempo di guerra per un anno di ferma ed uno di rispetto. | |
1442 | |||||
Sett. | Ottiene il prolungamento del suo contratto per un anno. | ||||
1445 | |||||
Ott. | Venezia | Milano | 400 cavalli | Lazio | A Valmontone allorché viene ricondotto dalla Serenissima per due anni di ferma ed uno di rispetto. |
1446 | |||||
Sett. | Lombardia | Agli ordini di Micheletto Attendolo sconfigge sul Mezzano Francesco Piccinino: della preda caduta nelle mani della Serenissima, gli vengono riconosciute 100 cavalcature. | |||
1448 | |||||
Mag. | Venezia | Milano | Lombardia | Staziona a Pontoglio dove vive con altri condottieri veneziani a spese degli abitanti del contado. Attraversa l’Oglio e si colloca a Calci. | |
Sett. | Lombardia | Contrasta le truppe della Repubblica Ambrosiana. E’ coinvolto nella sconfitta di Caravaggio. | |||
Dic. | Lombardia | Francesco Sforza si avvicina ai veneziani per combattere i milanesi: nel capovolgimento delle alleanze il Conti lascia il bresciano ed è inviato dal provveditore generale Giacomo Antonio Marcello con 300/500 cavalli in soccorso degli sforzeschi, alla conquista di Parma. | |||
1449 | |||||
Gen. | 500 cavalli | Emilia | Al comando della terza schiera sconfigge a Felino le milizie di Jacopo Piccinino e di Carlo di Campobasso. | ||
Feb. | 400 cavalli | Emilia | Entra in Parma. Gli è ribadita la condotta per un anno di ferma ed uno di rispetto; altri 100 cavalli, sempre per lo stesso periodo, sono concessi al fratello Stefano. | ||
Primavera | Lombardia ed Emilia | A Zibido al Lambro, dove presenzia all’atto con il quale è allungata la condotta a Matteo da Capua. Con Pietro Maria dei Rossi ha l’incarico dallo Sforza di togliere a Francesco e Jacopo Piccinino le loro terre nel piacentino. Attacca Castell’ Arquato, alla cui difesa si trovano il marchese di Varesio (Varese Ligure) e Giovanni Pazzaglia: dopo alcuni giorni di resistenza il castello si arrende, il marchese viene fatto prigioniero ed il Pazzaglia riesce a fuggire a Fiorenzuola d’Arda. | |||
1450 | |||||
Apr. | Veneto | Si muove nel veronese e nel vicentino con 450 cavalli. In un rapporto interno è qualificato tra i più licenziosi e più violenti capitani della repubblica. | |||
1451 | |||||
Mar. | 500 cavalli | Veneto | Gli è rinnovata la condotta per un anno di ferma ed uno di rispetto. | ||
Lug. | Veneto | La moglie Caterina Farnese si stabilisce a Vicenza; le è concessa dal governo una pensione mensile di 20 fiorini. I suoi alloggiamenti sono di norma nel veronese e nel vicentino. | |||
1452 | |||||
Primavera | Veneto | Ha il comando della guarnigione di Verona. Gli è riconosciuto anche il comando delle lance spezzate della compagnia di Roberto da Montalboddo. | |||
Lug. | Veneto | Partecipa ad un consiglio di guerra. nello stesso periodo per i suoi meriti i veneziani gli concedono in feudo Ragogna, nel Friuli. | |||
…………….. | Venezia | Milano | Lombardia | Combatte le truppe del duca di Milano Francesco Sforza. | |
Dic. | Lombardia | Il campo invernale della sua compagnia è collocato sui monti del bresciano. | |||
1453 | |||||
Gen. | Veneto | Alla guardia del veronese con 800 cavalli e 100 fanti a seguito di un’incursione del marchese di Mantova Ludovico Gonzaga. | |||
Feb. | Venezia | Accompagna a Venezia Carlo Gonzaga assieme con Gaspare Malvezzi. | |||
Giu. | Veneto | Viene sconfitto e catturato con 60 uomini d’arme a Villabona/Mozzecane da Tiberto Brandolini (che ha disertato a favore degli sforzeschi) e da Ludovico Gonzaga. | |||
Nov. | Lombardia | E’ liberato con altri capitani in cambio della moglie e delle figlie di Bartolomeo Colleoni, nelle mani della Serenissima dal momento della diserzione di tale condottiero. Il Conti rientra nel bresciano e con Jacopo Piccinino sorprende a Monticelli Brusati alcune schiere sforzesche: nel combattimento sono uccisi numerosi francesi e 4 uomini d’arme ducali; sono, inoltre, catturati 250 cavalli e 100 fanti. | |||
1454 | |||||
Gen. | Lombardia | Viene trasferito in val Camonica con 7 squadre di cavalli; assedia Breno con Pietro Brunoro, vi batte nei pressi gli avversari ed espugna la città. | |||
Mag. | 233 lance | Dopo la pace di Lodi si trova al comando di 233 lance, di cui 100 hanno le loro stanze nelle sue terre nel Lazio. La sua condotta prevede ora il comando di 300 cavalli in tempo di pace e di 600 in tempo di guerra. Gli è riconosciuto uno stipendio di 10000 ducati pagato dalla Camera di Brescia. | |||
1457 | Veneto | Gli viene confermata una volta di più la condotta per un anno. | |||
1459 | |||||
Mar. | E’ contattato da Jacopo Piccinino per combattere in Romagna, per conto degli aragonesi, il signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta. | ||||
…………….. | Chiesa | Agli stipendi dello stato della Chiesa. Gli uomini della sua compagnia sono assunti dai veneziani come lance spezzate. | |||
1460 | |||||
Lug. | Angiò | Napoli | Abruzzi | Asseconda Jacopo Piccinino contro Ferrante d’Aragona. Partecipa alla battaglia di San Flaviano. Al comando di un’ala della cavalleria con Raimondo Anichino, attacca gli aragonesi sui fianchi dopo che la fanteria braccesca di Silvestro da Lucino ha superato gli avversari. Penetra nel campo nemico: viene fronteggiato da Federico da Montefeltro che riesce a bloccare la sua avanzata. La notte seguente aragonesi e pontifici abbandonano i loro attendamenti. | |
Autunno | Abruzzi | Colloca i suoi alloggiamenti nella Marsica. | |||
Dic. | Abruzzi | E’ segnalato ad Albe ed a Tagliacozzo con Carlo Baglioni. | |||
1461 | |||||
Inverno | Lazio | Con Carlo Baglioni soccorre in Palombara Savina Jacopo Savelli. | |||
Apr. lug. | Chiesa | Angiò | Lazio Campania e Abruzzi | Defeziona nel campo avverso e passa agli stipendi del papa Pio II. E’ inviato in soccorso del re di Napoli (600 cavalli e 200 fanti) con Antonio Piccolomini (800 cavalli e 400 fanti) e Pietro da Somma (200 fanti e 30 cavalli). Attraversa il ponte di Ceprano con Jacopo ed Andrea Conti ed il giorno di Pasqua perviene a San Germano (Cassino). Il duca di Sora, Giovanpaolo Cantelmi, ed il conte di Semoneta, Onorato Gaetani cercano di impedirgli il passaggio: vince i nemici a Mugnano del Cardinale. Tocca successivamente Albe, fra San Felice e Santa Maria dei Bisognosi, rientra in Campania ed ottiene a patti Capua in pochi giorni. Si unisce con gli aragonesi, si impossessa di Castel Volturno (a spese del principe di Rossano e duca di Sessa Marino di Marzano), di Castellamare di Stabia e di Scafati. In un combattimento viene inizialmente dato per morto per le ferite riportate. | |
Nov. | Campania | Si trova in Terra di Lavoro con 4 squadroni di cavalleria. Verso Guardia Lombardi con Antonello dal Borgo. Si scontra con Giulio Antonio Acquaviva. | |||
1462 | |||||
Ago. | Puglia | Raggiunge, sotto Orsara di Puglia, Ferrante d’Aragona ed affronta a Troia Jacopo Piccinino e Giovanni d’Angiò. Ha il compito con Antonio Piccolomini di occupare un’alta collina al fine di proteggere il campo aragonese. Respinto dagli avversari con Roberto Orsini ed il Piccolomini, sferra un contrattacco con Alessandro Sforza; ricomincia a salire da un altro lato. La fanteria di Jacopo Piccinino (1200 uomini) si dà alla fuga senza aspettare l’urto frontale della cavalleria napoletana. Giovanni Conti raggiunge l’altura in cui si sono rifugiati il Piccinino, Giovanni d’Angiò e gli uomini del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo: gli angioini si ritirano. | |||
Nov. | Campania e Lazio | Con Roberto Orsini lascia l’assedio di Pontelandolfo e rientra nel territorio pontificio. | |||
1463 | |||||
…………….. | Campania | Con Antonio Piccolomini affronta il duca di Sessa Marino di Marzano. | |||
Lug. | Campania | Prende parte all’assedio di Mondragone. Gli avversari con un assalto notturno si impadroniscono di una bastia di legno, difesa vanamente da Poffa da Siena. Il Conti li affronta seguito all’inizio da soli quattro/sei cavalli: la sua resistenza è tale da permettere al resto degli uomini d’arme di prepararsi allo scontro e di raggiungerlo nella mischia, impedendo in tal modo che le artiglierie cadano nelle mani degli avversari. Con Marco da Cremona, infine, è in grado di respingere la sortita. Deve desistere poco dopo dalle operazioni di assedio. | |||
Dic. | Lazio | Licenziato alla conclusione della guerra, si dirige verso l’abbazia di Montecassino e rientra nei suoi possedimenti. Come ricompensa del suo servizio il re di Napoli gli concede vaste possessioni confiscate a Giacomo Montagano ed a Cola di Monforte. | |||
1464 | |||||
…………….. | Lazio | Viene contattato dai veneziani per combattere i turchi in Morea. | |||
…………….. | Chiesa | Lazio | Alla morte del papa Pio II ha l’incarico con Braccio Baglioni di sorvegliare i lavori del conclave. Passa al servizio del papa Paolo II. E’ utilizzato per alcune campagne minori nello stato pontificio. | ||
1465 | Chiesa | Anguillara | Lazio | ||
1468 | Lazio | Staziona nei pressi di Sora. Il collaterale generale dello stato della Chiesa Chierighino Chiericati lo critica perché la sua compagnia non si trova in ordine. | |||
1469 | Chiesa | Rimini | 350 cavalli | Romagna | Contrasta le truppe di Roberto Malatesta e del conte di Urbino Federico da Montefeltro. |
1470 | Viene contattato dagli sforzeschi per passare al servizio del duca di Milano. | ||||
1471 | |||||
Lug. | Milano | Con l’avvento del papa Sisto IV accetta gli stipendi del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza con una condotta di 800 cavalli in tempo di guerra e di 500 in tempo di pace. La ferma è stabilita in cinque anni; la provvigione annua è di 10000 ducati in tempo di pace e di 16000 in tempo di guerra. Il suo impiego porta a una serie di gravi dissidi per la difficoltà di soddisfare tutte le sue richieste. | |||
1472 | |||||
Lug. | Gli sono consegnati 5000 ducati. | ||||
Dic. | A Milano il consiglio segreto ducale fissa per le varie cerimonie ufficiali l’ordine di precedenza per signori e condottieri: primo viene il marchese di Mantova Ludovico Manfredi. Seguono Taddeo Manfredi, Pino Ordelaffi, Roberto da San Severino, Giovanni Conti e Giovanni Bentivoglio. | ||||
1473 | |||||
Gen | 100 uomini d’arme | Lombardia | Si reca a Milano per un consiglio di guerra con Ludovico Gonzaga, il nipote del papa Girolamo Riario e Pino Ordelaffi. Nell’occasione la sua provvigione annua viene portata a 12000 ducati e la condotta passa da 80 a 100 uomini d’arme. | ||
Mar. | Toscana | Gli è comandato di porre le sue stanze in Toscana: vi si sposta di controvoglia. Adduce varie motivazioni. | |||
Dic. | Toscana | In Toscana con la sua compagnia. Gli viene riconosciuta una provvigione straordinaria di 2000 ducati. | |||
1474 | |||||
Primavera | Toscana | A Campiglia Marittima. | |||
Lug. ago. | Toscana ed Emilia | Gli è chiesto di portarsi in Umbria alla difesa di Città di Castello per coadiuvare i fiorentini contro i pontifici. A fine agosto, ad Anzola dell’Emilia nel bolognese, vi è la mostra della sua compagnia. Il suo prossimo arrivo ad Anghiari con 400 cavalli spinge le autorità cittadine ad accelerare i lavori legati alla mietitura. | |||
Sett. ott. | Milano | Chiesa | Umbria Toscana ed Emili | I fiorentini, risolta sul piano diplomatico la vertenza con i pontifici riguardante Città di Castello, non vogliono più accollarsi altre spese militari: il Conti deve allontanarsi dalla Toscana. Galeazzo Maria Sforza gli ordina di trasferirsi con la sua compagnia nelle sue terre nel Lazio e di mettersi a disposizione del pontefice. Sono necessari diversi colloqui tra il duca di Milano e l’ambasciatore fiorentino Tommaso Soderini per trovare una soluzione accettata da tutti. Alla fine Giovanni Conti accetta di ritirarsi negli alloggiamenti che gli sono stati riservati nel territorio di Parma. | |
1475 | |||||
Gen. | Lombardia | Assiste nel duomo di Milano alla cerimonia in cui vengono consegnati a Guglielmo di Monferrato il bastone e lo stendardo di capitano generale del ducato milanese. | |||
Apr. | Lombardia | Prende parte a Milano alla festa di San Giorgio. Come per gli altri condottieri presenti alla cerimonia la sua giornea si distingue per l’insegna del “primaglio”. | |||
Mag. | Nel quadro della riduzione delle spese militari del ducato Galeazzo Maria Sforza si propone di ridurre la sua provvigione a 9000 ducati anno. | ||||
1476 | |||||
Gen. | Il suo credito nei confronti del ducato è di 5000 ducati sui 12000 previsti dalla sua provvigione. | ||||
Giu. | Romagna | La sua compagnia è mobilitata in Romagna in occasione di un tentativo insurrezionale a Genova. | |||
Lug. sett. | Milano | Borgogna | 100 uomini d’arme | Piemonte | Con Giovambattista dell’Anguillara fronteggia in Piemonte le truppe del duca di Borgogna Carlo il Temerario e quelle del reggente del ducato di Savoia Filippo di Bresse. Gli è riconosciuto uno stipendio di 12000 ducati. A fine mese è a Masserano. A settembre staziona nell’alessandrino. |
Ott. nov. | Piemonte | Con Roberto da San Severino si incontra a Galliate con il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza. L’accampamento è posto a Gattinara. Opera nel vercellese e ne depreda il territorio. A novembre affianca sempre il San Severino all’assedio ed alla conquista di San Germano Vercellese, alla cui difesa si trova Michele di Piemonte. E’ segnalato poi nei pressi di Torino dove gli viene consegnato del denaro. | |||
…………….. | Piemonte | Al termine del conflitto si trova a Salasco per la rassegna della sua compagnia. | |||
Dic. | Emilia | Nel parmense per prevenirvi eventuali disordini causati dall’uccisione in Milano del Duca Galeazzo Maria Sforza. | |||
1477 | |||||
Apr. mag. | Milano | Fuoriusciti Genova | Liguria | Affianca Amoratto Torelli contro i fuoriusciti nel territorio di La Spezia. A maggio è segnalato a Brugnato ed a Chiavari. Con il Torelli ha l’ordine di chiedere agli alleati fiorentini la restituzione di 3 barche, cariche di merci varie, frumento e sale, predate da alcune fuste di corsari di Portovenere. | |
Lug. | Milano | Fieschi | Liguria | Toglie a Gian Luigi Fieschi Roccatagliata e Torriglia. | |
1478 | |||||
Apr. | Milano | Chiesa Napoli | Lombardia Liguria | E’ chiamato a far parte del senato milanese. I ducali inviano 50 uomini d’arme delle sue compagnie in soccorso dei veneziani in Friuli per contrastarvi i turchi; a fine mese è trasferito in Toscana con 100 uomini d’arme per coadiuvare i fiorentini contro pontifici ed aragonesi. Si collega con Amoratto Torelli e le truppe medicee comandate da Antonio Ridolfi. Gli abitanti di La Spezia aprono loro le porte cittadine. Di seguito, sempre con il Torelli, recupera Lerici. | |
Giu. Lug. | 400 cavalli | Toscana | Giunge in Toscana con la sua compagnia e 1000 fanti passando per la Val d’Elsa. A luglio si sposta nell’aretino. | ||
Ago. | Toscana e Lombardia | Viene richiamato a Milano a causa della disfatta sforzesca in Liguria ad opera di Roberto da San Severino. | |||
1479 | |||||
Mar. | Toscana | Esce da Pontremoli con Guido dei Rossi e si sposta a Villa Teodorina: ne assedia il castello con le bombarde e ne abbatte la torre della rocca. Entra poi nel pisano per unirsi con le milizie di Ercole d’Este e con quelle di Giovanni Bentivoglio. Contrasta le milizie del San Severino. | |||
Mag. | Emilia | Ha ai suoi ordini 30 squadre di uomini d’arme. | |||
Lug. | Emilia | Con Gian Giacomo da Trivulzio cerca di prestare soccorso alla rocca di Montanaro, minacciata da Ottaviano e da Ludovico Sforza: la località si arrende prima del suo arrivo. Pone il campo sul passo Cento Croci, minaccia Compiano e la Val di Taro. Comunica a Milano la morte del duca di Bari Sforza Maria Sforza. | |||
Autunno | Emilia | Muore nel corso del conflitto. |
CITAZIONI
-“Huomo perito in disciplina militare.” CORIO
-“Omo in militare disciplina perito.” COLLENUCCIO
-“Homo de grande autorictate ne l’arte militare.” CAGNOLA
-“Huomo in quell’età di gran valore.” SUMMONTE
-“Huomo ne l’arme in quei tempo valorosissimo.” PONTANO
-“Dux quidem praeclarus, animi magnitudine et fide.” PORCELLIO
-“Ludovico Foscarini nella sua famosa lettera a Francesco Barbaro, descrivendo il comportamento dei condottieri di Venezia, degli uomini del Conti (dice) “qui licentia caeteris omnibus deteriores sunt”. Ma nel 1450 si era detto di loro al Senato: “Cum inter conductores nostros ad nostra militantes servitia sit spectabilis Iahannes de Comite qui omni relatione fidelissime, viriliter et laudabiliter servit et minus decipit qui faciat alios quisquam.”” MALLETT
-“Nel 1450, in un rapporto del Foscarini a Francesco Barbaro capitano di Verona, il Conti è qualificato tra i peggiori uomini della sua risma (qui licentia caeteris omnibus deteriores sunt”.” ARGEGNI
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