Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GIOSIA ACQUAVIVA Di Teramo.
Duca d’Atri, conte di San Flaviano. Signore di Jesi , Acquaviva Picena, Teramo, Silvi Paese, Giulianova, Bellante, Roseto degli Abruzzi, Padula, Forcella, Canzano, Montepagano, Poggio Morello, Guardia Vomano, Corropoli, Notaresco, Castellalto, Tortoreto, Montefino. Padre di Giulio Antonio Acquaviva.
+ 1462 ( agosto )

Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1408 | Abruzzi | Ancora fanciullo prende parte in Teramo alla strage dei Melatini con la quale i suoi congiunti si vendicano per l’uccisione del padre Andrea Matteo. | |||
1413 | Napoli | Firenze | |||
1414 | Napoli | 100 uomini d’arme | Alla morte del re di Napoli Ladislao d’Angiò si trova al comando di 100 uomini d’arme mentre tutti gli altri baroni del regno non ne hanno a disposizione che 25. | ||
1419 | |||||
Ott. | Campania | A Napoli per l’incoronazione a regina di Giovanna d’Angiò. | |||
1420 | |||||
Ago. | Napoli | Angiò | Campania | Combatte a favore di Giovanna d’Angiò contro Luigi d’Angiò. Viene catturato per il tradimento del castellano di Teramo Francesco Gattola. | |
1424 | |||||
Giu. lug. | Abruzzi | Alla morte di Braccio di Montone, a metà giugno, occupa Teramo con il favore del capo dei Melatini Angelo Cola Crollo. Viene eletto governatore a vita della città. Si fa cedere dal nipote Andrea Matteo tutti i diritti della città sotto forma di compravendita. Il castellano gli nega il possesso della cittadella. A luglio interviene Giovanna d’Angiò e gliene viene dato il controllo non a vita, ma a beneplacito della regina di Napoli con il titolo di governatore. | |||
…………….. | Abruzzi | Scaccia da Teramo il vescovo della città Stefano da Carrara (agosto). Dà il bando ai fuoriusciti Antonelli. Muore Andrea Matteo Acquaviva ed eredita i suoi feudi divenendo duca d’Atri e conte di San Flaviano. | |||
Dic. | Abruzzi | Si sposa con Margherita Riccardi, figlia di Francesco signore di Ortona. | |||
1425 | |||||
Feb. dic. | Abruzzi | Convoca a San Flaviano (Giulianova) i membri delle due fazioni che dilaniano la vita politica di Teramo, quelli dei Crollo e quelli degli Antonelli. Fa catturare i seguaci di Angelo Cola Crollo; viene minacciato perché sorpreso ad intrattenersi con gli Antonelli. I Melatini cercano di intimidirlo. L’Acquaviva, per rivalsa, fa impiccare di notte tutti i i rappresentanti dei Melatini caduti nelle sue mani (tredici persone) su un piccolo colle artificiale vicino alla chiesa di Santa Maria dell’Arco verso il mare. Il mattino seguente giungono gli Antonelli: congeda subito costoro e li invita a guardare la strada. Vengono così domate le discordie in Teramo. A dicembre legittima la sua posizione acquistando per 6500 ducati i diritti che per conto del figlio vanta sulla città Caterina Ricciardi di Ortona, madre e nutrice di Andrea Matteo Acquaviva, vedova di Pietro Bonifacio Acquaviva, duca d’Atri e conte di San Flaviano. A fine mese Giovanna d’Angiò lo riconosce signore della città. | |||
1426 | |||||
Lug. ago. | Chiesa | Ascoli Piceno | Marche | Con l’aiuto di Jacopo Caldora muove contro Ascoli Piceno per scacciare dalla signoria cittadina Obizzo da Carrara. | |
1427 | Napoli | da Carrara | Abruzzi | Ad ottobre ha l’incarico da Giovanna d’Angiò di occupare Civitella del Tronto, l’ultimo baluardo dei da Carrara, dove ha dimora anche il vescovo di Teramo Stefano, fratello di Conte. . L’assedio termina con un nulla di fatto nel febbraio dell’anno seguente. | |
1428 | Napoli | Baroni | Abruzzi | Ha l’incarico di assediare alcuni castelli che si sono ribellati alla corona. | |
1428 | Napoli | Baroni ribelli | Abruzzi | Acquista alcuni piccoli castelli da Jacopo Caldora (Montesecco, Castiglione, Castel Roccia e Casaletto). | |
1432 | |||||
Nov. | Acquaviva | Ascoli Piceno | Marche | Tenta ancora di impadronirsi di Ascoli Piceno. Vengono in suo potere Acquaviva Picena con la rocca, ribellatasi al comune di Fermo, e Jesi. | |
1433 | |||||
…………….. | Marche | Viene nominato suo luogotenente dal duca di Milano Filippo Maria Visconti. A fine luglio si aggira ostilmente nei pressi di Recanati. | |||
Dic. | Chiesa | Sforza | Marche e Abruzzi | Alla notizie dell’arrivo di Francesco Sforza e di Lorenzo Attendolo nei pressi di Jesi abbandona la località, si rifugia prima a Recanati, indi a Fermo. Si imbarca infine per riparare per mare nel suo feudo di Ancarano negli Abruzzi. | |
1435 | |||||
Lug. | Re d’Aragona | Abruzzi | Alla morte di Giovanna d’Angiò passa agli stipendi degli aragonesi. | ||
Ago. | Re d’Aragona | Milano | Lazio | Viene catturato dai genovesi con Alfonso d’Aragona nella battaglia navale di Ponza. | |
1436 | |||||
Feb. | Re d’Aragona | Angiò Sforza | Abruzzi | E’ liberato dal duca di Milano Filippo Maria Visconti. Gli è consegnato dl denaro. Fronteggia Jacopo Caldora e Francesco Sforza. | |
Lug. | Marche | Affianca Francesco Piccinino ed i fuoriusciti di Ascoli Piceno in un’azione ai danni di Ascoli Piceno. | |||
Ago. | Marche | Cerca di entrare in Ascoli Piceno. Il suo tentativo è respinto dagli abitanti. | |||
1437 | |||||
Giu. | Marche | E’ spinto da Filippo Maria Visconti ad irrompere nella Marca ai danni dei possedimenti di Francesco Sforza, impegnato, da parte sua, a guerreggiare i viscontei per conto dei fiorentini. L’Acquaviva con Francesco Piccinino ed Ardizzone da Carrara compie alcune scorrerie nel territorio di Ascoli Piceno. E’ ancora respinto. | |||
Giu. | Marche | Con Francesco Piccinino ed Ardizzone da Carrara compie alcune scorrerie nel territorio di Ascoli Piceno. Assale invano il capoluogo. | |||
Lug. | Abruzzi Marche | Soccorre Sulmona; con il Piccinino sconfigge il Caldora presso Pescara. Sempre con tale condottiero scorre nel territorio di Fabriano. | |||
Ago. | Marche | Inferiore di forze rispetto agli sforzeschi abbandona il contado di Fabriano. Persevera nei suoi assalti ad Ascoli Piceno. | |||
Sett. | Marche | A fine mese coadiuva Guerriero di Federico ed i fuoriusciti locali ad entrare in Ascoli Piceno. La città è messa a sacco; sono commessi numerosi omicidi. Presto è costretto ad evacuare il centro con gli alleati per l’intervento di Alessandro e di Giovanni Sforza, nonché quello di Niccolò da Pisa provenienti tutti da Fabriano. | |||
Ott. | Marche | Penetra nel territorio di Camerino. Si accampa a Castignano con il Piccinino. E’ costretto a ritirarsi in Teramo. | |||
Nov. | Marche | Soccorre con il Piccinino (1000 cavalli) Camerino, che si è ribellata allo Sforza. Conquista Serravalle di Chienti, si accampa a Montemilone (Pollenza); è obbligato a ritirarsi per l’intervento di Taliano Furlano. | |||
Dic. | Marche | Ad Appignano del Tronto stipula una tregua di 15 giorni con Alessandro Sforza. | |||
1438 | |||||
Gen. | Re d’Aragona | Sforza | Abruzzi | Riprendono le ostilità. Gli avversari conquistano Pescara. | |
Luglio | Abruzzi | Francesco Sforza si impadronisce anche del castello di San Flaviano (Giulianova). Viene scacciato anche da Acquaviva Picena. | |||
Ago. | Abruzzi | Battuto sotto le mura di Teramo, deve lasciare la città e tutto il territorio posto tra il Tronto ed il Pescara. Con il duca di Atri Andrea Matteo Acquaviva è costretto a stipulare un trattato di alleanza con Francesco Sforza. | |||
1439 | |||||
Primavera | 200 lance e 200 fanti | Ha il comando di 200 lance e di 200 fanti. | |||
Ott. | Abruzzi | Micheletto Attendolo assedia Montesecco (Montefino). | |||
1440 | |||||
Ago. | Abruzzi | Agisce ai danni dello Sforza con Raimondo Caldora e Riccio da Montechiaro. Viene messo in difficoltà da Alessandro Sforza; controlla solamente i castelli di Cellino Attanasio e di Montefino. | |||
1441 | |||||
Primavera | Re d’Aragona | Angiò Sforza | Abruzzi | Con Raimondo Caldora e Riccio da Montechiaro affronta Cesare da Martinengo, che difende i possedimenti sforzeschi nella regione. | |
Lug. | Abruzzi | Assedia Ortona. Attaccato da Alessandro Sforza viene messo in fuga con il Montechiaro, mentre Raimondo Caldora è catturato con 500 cavalli. Si rifugia in Chieti. | |||
Ott. | Abruzzi | Viene ancora contrastato da Micheletto Attendolo. | |||
1442 | |||||
Primavera | Abruzzi | E’ sempre impegnato a difendere gli Abruzzi dagli attacchi degli avversari. Con la vittoria degli aragonesi sugli angioini di Renato d’Angiò viene reintegrato nei suoi feudi. | |||
1443 | |||||
Feb. | Abruzzi | A fine mese Alfonso d’Aragona entra in trionfo a Napoli. Giosia Acquaviva, al contrario di altri membri della sua famiglia, non partecipa al parlamento generale di Napoli indetto dal sovrano. | |||
Mag. | Abruzzi | Recupera Giulianova dopo averne corrotto il castellano; anche la guarnigione di San Flaviano ed Ascenzio da Monterubbiano si ribellano a suo favore al dominio sforzesco. | |||
1444 | |||||
…………….. | Abruzzi | Gli si ribella Teramo che chiama in suo aiuto lo Sforza. E’ affrontato da Antonio da Trivulzio e da Bastiano da Canosa: i nemici si allontanano con l’avvicinarsi di Giovanni Ventimiglia. | |||
Ott. | Abruzzi | Si allea con lo Sforza che gli promette in moglie la sorella Lisa. | |||
1445 | |||||
Giu. | Sforza | Napoli | Abruzzi | Assedia Teramo; sconfigge nei pressi il conte di Tagliacozzo Gian Antonio Orsini, cui infligge numerose perdite. Lo Sforza gli invia in soccorso numerose milizie agli ordini di Antonio da Trivulzio e di Bastiano da Canosa. | |
Ago. | Abruzzi | Si trova in gravi difficoltà a seguito della ribellione di Ascoli Piceno e dell’avanzata di Giovanni Ventimiglia, episodi tutti che spingono gli sforzeschi a ritirarsi dal regno di Napoli. | |||
Dic. | La pronta reazione del re di Napoli lo induce a ricorrere alla clemenza di Alfonso d’Aragona. Il sovrano accetta la sua sottomissione. | ||||
1446 | |||||
Lug. | Gli è confermata la contea di San Flaviano e gli viene tolto il ducato di Atri. Non gli è restituita Teramo, a causa delle suppliche degli abitanti che scelgono di appartenere al demanio pubblico anziché essere sottoposti alla signoria dell’Acquaviva. | ||||
1450 | Abruzzi | Pone la sua residenza a Cellino Attanasio. | |||
1458 | |||||
Mag. | Ottiene dalle autorità di Ripatransone la libertà di Giovanni Cristiani e di Antonio Falzaspedate, condannati a morte dal comune. | ||||
Lug. | Baroni | Napoli | Abruzzi | Alla morte del re Alfonso d’Aragona si rifiuta di rendere omaggio a Capua al nuovo re di Napoli Ferrante d’Aragona. Si allea con Giovanni Antonio Orsini del Balzo, principe di Taranto, e raccoglie truppe; uccide al passo del Vomano Marco Ramerio, suo oppositore, inviato a Teramo come ambasciatore dal nuovo re Ferrante. | |
1459 | |||||
Feb. | Ferrante d’Aragona è incoronato re di Napoli. All’Acquaviva vengono restituiti i beni che gli sono stati confiscati da Alfonso d’Aragona. la fazione contraria agli Acquaviva prende la via dell’esilio. | ||||
Apr. mag. | Abruzzi | Si impadronisce di Controguerra ai danni di Pietro Paolo dell’Aquila. Il nuovo re di Napoli Ferrante d’Aragona, su pressione del principe di Taranto, gli restituisce i feudi perduti quali il ducato di Atri, Silvi Paese e Teramo. Entra in Teramo a metà maggio accompagnato da Jacopo Piccinino e da altri signori. Al ponte di Todino è ricevuto dalle autorità sotto un baldacchino verde guarnito di frange d’oro e dalla scorta di 12 palafrenieri. Il tutto è preceduto da una processione del clero regolare al canto del “Te Deum” e da una moltitudine di bambini con rami di ulivo in mano. Giunto alla cattedrale smonta da cavallo, vi entra, prega davanti all’altare maggiore. Gli sono consegnate le chiavi della città. All’uscita risale sulla sua cavalcatura che, secondo le usanze, deve ricomprare (60 ducati), mentre i palafrenieri devono riacquistare le calze con lo stemma degli Acquaviva. Cavalca per le vie cittadine. Il giorno seguente accetta il giuramento di vassallaggio degli abitanti nella chiesa di San Matteo. Anche la moglie Margherita lo raggiunge a Teramo ove pone la propria residenza. | |||
Ott. | Marche | Si dichiara a favore di Giovanni d’Angiò pretendente al regno di Napoli. Entra nel territorio di Ascoli Piceno; ne è respinto da Celso Saccoccia. | |||
1460 | |||||
Apr. | Angiò | Napoli | Abruzzi | Giunge Jacopo Piccinino negli Abruzzi. Giosia Acquaviva gli presta ogni aiuto nelle varie operazioni, fa sbarcare le sue truppe a San Flaviano (Giulianova); assedia Città Sant’ Angelo e Chieti (alla cui difesa si trova Matteo da Capua). Federico da Montefeltro gli toglie Giulianova. E’ segnalato, infine, nel teramano tra Colonnella e Tortoreto. | |
Lug. | Abruzzi | Partecipa alla battaglia di San Flaviano. Assalito da Alessandro Sforza, dal Montefeltro e da Matteo da Capua gli vengono conquistate numerose località. | |||
Dic. | Abruzzi | E’ costretto dagli avversari ad accordarsi per una tregua di otto mesi. | |||
1461 | |||||
Lug. | Abruzzi | Avvia trattative con gli aragonesi per conto del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo. | |||
Ott. | Abruzzi | Viene ora attaccato nei suoi feudi da Matteo da Capua e da Ludovico Malvezzi. | |||
Nov. | Abruzzi | Matteo da Capua lo obbliga ad abbandonare Teramo. Cerca di recuperare la città. Vince gli avversari in una scaramuccia a Barisciano. Inferiore di forze è costretto a riparare a Cellino Attanasio. | |||
1462 | |||||
Feb. | Abruzzi | Matteo da Capua gli conquista le rocche di Atri e di Silvi. Stipula una tregua con il rivale. | |||
Giu. ago. | Abruzzi | Riprende il conflitto ed è assediato da Matteo da Capua e da Ludovico Malvezzi in Cellino Attanasio con la moglie ed i figli. Muore a fine mese di peste. |
CITAZIONI
-” Fu tra i membri della sua famiglia uno dei più reputati, e, tenuto conto della facilità di mutamenti spirituali e politici del suo tempo, uno dei più fedeli e dei più coerenti. Né come uomo di governo meritò meno le lodi dei contemporanei.” ARGEGNI
-“Oltreché barone potentissimo, fu nel Regno uno de’ più valenti condottieri e dei più astuti politici del secolo XV.” SAVINI
-“Il pugnale e il fuoco furono le sue armi. Sì presto vi si accostumò, e sì frequenti sono le occasioni in tempo delle fazioni, che la sua vita è più volte macchiata di barbarie.” LITTA
-“Giosia nel mestiere delle armi era meno esperto di Jacopo (Caldora), eguale per ambizione e per ingordigia d’oro e di signorie, superiore nelle scaltrezze delle male arti.” FARAGLIA
-Nella cattedrale di Trani è ricordato dalla seguente epigrafe “Anno 1462. Die 22. Augusti. Josias Dux Adriae, morbo pestilentiae, decessit vita: in quem uno tempore tot simul ingentia mala ingruerant, bellum atrox, et diuturnium, fames validissima. Cum pulcherrima filiorumque prole..ipse miser in Oppido Cellini, a Matthaeo Capuam Provinciae Aprutii Gubernatore obsessus, post aliquot menses, cum nulla demum auxilia Princeps Tarentinorum mitteret, desperatione salutis percitus, in morbum pestiferum incidit et animam emisit.”
Fonte immagine: chieracostui.com