Last Updated on 2023/06/26
GIANNETTO D’ACQUASPARTA ( Giovanni Antonio d’Acquasparta ). Di Acquasparta.
- 1424 ( giugno)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1413 | |||||
Apr. | Chiesa | Napoli | 60 lance | Lazio | Esce da Bologna, transita per Siena e si porta nelle terre di Paolo Orsini. Giunge in soccorso di quest’ultimo ai danni di Muzio Attendolo Sforza. |
1415 | |||||
Giu. | Siena | 48 lance | Toscana | Il condottiero è debitore di 900 ducati nei confronti del Tartaglia. Per potere fare fronte al suo impegno assume con i senesi una condotta di 48 lance per sei mesi (con un anno di beneplacito). La repubblica scrive al Tartaglia di stare tranquillo riguardo al suo credito, perché a Giannetto d’Acquasparta sarebbe stata defalcata per ogni mese della sua condotta la somma di 150 ducati. Quest’ultimo viene, inoltre, minacciato di non ricevere la lettera di ben servito al termine della condotta nel caso in cui non ottemperi alle sue obbligazioni nei confronti del Tartaglia. | |
1416 | Siena | Pitigliano | Toscana | Con Arrigo della Tacca fronteggia le truppe del conte di Pitigliano Bertoldo Orsini. E’ catturato in un’imboscata. | |
1417 | Toscana | E’ riconfermato dai senesi nella condotta. | |||
1419 | |||||
…….. | Chiesa | Perugia | Umbria | Contrasta il signore di Perugia Braccio di Montone nel contado di Todi. Appoggia l’azione di Muzio Attendolo Sforza. | |
Sett. | Umbria | Assale Orvieto. Risale la valle del Paglia verso il Tevere. | |||
Ott. | Umbria | Si collega con Muzio Attendolo Sforza ed il Tartaglia tra Narni e Todi. Marcia su Spoleto ed Assisi. | |||
1424 | |||||
Giu. | Perugia | Chiesa | Abruzzi | Milita agli ordini di Braccio di Montone. Partecipa alla battaglia dell’Aquila dove ha il comando della tredicesima squadra. Muore in combattimento, per un colpo di lancia, mentre sta difendendo il guado dell’Aterno al fine di coprire la ritirata agli altri capitani bracceschi. |
CITAZIONI
“Non sì tosto venia per ripassare,/ Eranli adosso li nostri Aquilani/ Como nel fiume prendeano l’entrare;/ Or chi vedesse menare de mani/ Con lance, e ronchi li culpi toccare,/ E tutti era talliati como cani/ Come magnifici beccari in quell’arte./ Fu moorto Jannetto d’Acquasparta.” CIMINELLO
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