GIAN FRANCESCO DA TOLENTINO

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Porta-Schiavonia,-Forlì
Porta-Schiavonia, Forlì

Last Updated on 2024/02/15

GIAN FRANCESCO DA TOLENTINO  (Gian Grancesco Mauruzzi) Conte di Valdoppio.

Signore di Civitella di Romagna, compresa la frazione Torre di Valdoppio.

  • 1487 (agosto)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1448FirenzeNapoli500 fantiToscanaMilita agli ordini del signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta.
1465Napoli
1467NapoliVeneziaRomagnaE’ inviato in Romagna con Francesco Zurlo per contrastare i veneziani di Bartolomeo Colleoni.
1472
Sett.TolentinoSan Severino MarcheMarche e Lazio

Comanda vittoriosamente le truppe di Tolentino contro quelle di San Severino Marche. La contesa, nata per motivi di confine, suscita l’ira del papa Sisto IV che condanna Giovanni Francesco da Tolentino ad un’ammenda. Fa parte di un’ambasceria inviata a Roma di cui è membro anche Giovanni Mario Filelfo.

………….ChiesaRomagnaAl servizio dl papa Sisto IV. Gli è affidato il comando delle milizie pontificie in Romagna.
1477
Apr.RomagnaAccoglie in Imola Caterina Sforza che si deve sposare con il signore della città Girolamo Riario.
…………..

Con Giovanni Francesco da Bagno sostiene la causa di Rocca Contrada (Arcevia) contro le pretese del vescovo di Fossombrone Girolamo Santucci riguardo il possesso del castello di Nidastore.

1478
Mar.Lazio e RomagnaE’ segnalato prima a Roma e poi ad Imola.
Apr.ChiesaFirenzeUmbria e Toscana

Amico di Francesco dei Pazzi con Lorenzo da Castello raduna truppe nella Valle del Tevere al fine di irrompere in Toscana. Si ferma nel senese e punta verso Bologna pronto ad intervenire alla notizia dell’ uccisione dei Medici. Quando ha sentore del fallimento della cosiddetta congiura dei Pazzi ripiega immediatamente in Val d’Elsa. E’ dichiarato ribelle dal podestà di Firenze ed è condannato a morte in contumacia.

1479
Ott.LombardiaSi reca a Milano con Francesco Petrucci per discutere segretamente della cacciata di Lorenzo dei Medici da Firenze ed indurre il duca di Milano a lasciare la lega con Firenze per unirsi con il papa ed il re di Napoli. La missione ha esito sfavorevole.
Nov.Toscana RomagnaSi mette in marcia con i senesi verso Fiorenzuola con tredici squadre di uomini d’arme e 1000 fanti per bloccare i rifornimenti diretti in Toscana sulla via degli Appennini tra Piancaldoli, Palazzuolo e Caprese Michelangelo. Assale Piancaldoli; invece di proseguire per il Mugello come da piani abbandona la regione a causa dei rigori invernali. Ritorna ad Imola.
1480
Giu.ChiesaPesaroRomagna

Minaccia Costanzo Sforza in Pesaro. E’ segnalato a Cesena dove consegna il soldo ad uomini d’arme e fanti destinati ad assalire la città. Si arriva ad un accordo tra le parti.

Ago. sett.ChiesaOrdelaffiRomagna

A Forlì per contrastare il tentativo di impadronirsi della città da parte Antonio Maria Ordelaffi. Prende possesso della città a nome di Girolamo Riario; la vedova di Pino Ordelaffi, Lucrezia della Mirandola, esce dalla rocca dove si è rifugiata e trasporta via con sé i suoi beni  caricati su 320 carri. Gian Francesco da Tolentino è eletto governatore di Forlì. Ha a sua disposizione 200 fanti e 40 balestrieri a cavallo.

Ott.RomagnaScopre una trama a favore di Antonio Maria Ordelaffi diretta a favorirne l’ingresso in Forlì attraverso la Porta di Schiavonia  lasciata aperta in modo opportuno.  I congiurati sono confinati nella Marca; due servitori del castellano Giacomo Feo, coinvolti nella stessa trama, sono impiccati, uno nel rivellino della rocca di Ravaldino verso la città ed uno sul fossato della Porta di Schiavonia.
1481
Mag.Romagna

Ha l’incarico di governatore di Imola. Troilo Sforza uccide per vendetta il castellano ed occupa la rocca.  Gian Francesco da Tolentino fa circondare la fortezza, cattura un fratello dell’ assassino con dieci suoi compagni e minaccia di impiccarli davanti alla porta se non gli si arrende.  Troilo Sforza cede; gli è permesso di uscirne libero.

Lug.RomagnaAccompagna a Forlì Girolamo Riario a prendere possesso della città.
Ago.RomagnaPrende parte a Forlì ad una giostra che dura due giorni.
Ott. nov.RomagnaGirolamo Riario e la moglie Caterina Sforza si recano a Roma. Durante la loro assenza il Tolentino reprime un nuovo trattato, la cosiddetta “congiura degli artigiani”, sorto sempre a favore di Antonio Maria Ordelaffi. Sono catturati 20 congiurati; ad altri è viceversa permesso di abbandonare Forlì. Dei prigionieri, 5 sono impiccati a Forlì alle finestre del palazzo; gli altri vengono condannati a pene pecuniarie ed al confino. A novembre continua nell’ incarcerazione dei fautori dell’Ordelaffi senza più  ricorrere alla pena capitale.
1482
…………..ChiesaNapoliRomagna e Lazio

Agli inizi dell’anno lascia il governo di Forlì nelle mani del vescovo di Imola Giacomo Magnani perché richiamato a Roma per contrastare gli aragonesi. Presto deve lasciare Roma per  recarsi a Cesena ed a Forlì al fine di ristabilirvi l’ordine per conto di Girolamo Riario.

Mag.ChiesaFerrara Napoli FirenzeRomagnaAffronta gli estensi nel territorio di Bagnacavallo con il signore di Rimini Roberto Malatesta.
Giu. lug.Romagna Umbria e Lazio

Lascia Traversara ed Imola e raggiunge Roberto Malatesta nel contado di Città di Castello: alloggia al Busco del Baco con 8 squadre di cavalli e molti fanti. Affronta i fiorentini e Niccolò Vitelli finché non è richiamato a Roma per le minacce portate alla città dagli aragonesi. Tocca Quinto ed entra nella città; colloca i suoi quartieri in San Giovanni in Laterano.

Ago.Lazio

Partecipa alla battaglia di Campomorto al comando dell’avanguardia: conquista le prime trincee protette da molti pezzi di artiglieria e da otto squadre di turchi;  mette in fuga gli avversari. Si dirige poi a Nettuno ed in una scorreria razzia 500 maiali e 100 bufali.

Sett.ChiesaOrdelaffi Firenze FaenzaLazio e Romagna

Lascia Roma, si dirige a Cesena ed a Forlì per ristabilirvi l’ordine per conto di Girolamo Riario. Salva la vita al governatore, il vescovo d’ Imola, che sfugge alla folla inferocita: tratta con i cittadini, ne calma i bollori promettendo il rientro dei confinati. Decide un attacco al campo nemico; Antonio Maria Ordelaffi si dà alla fuga e si rifugia in Toscana. A fine mese conquista Petrignano e vi lascia alla guardia il Bergamino con 40 fanti; si impossessa della bastia di Saturano e vi prepone alla guardia Alfonso Spagnolo con 300 fanti. Da ultimo scorre nel faentino dove Galeotto Manfredi collabora con i fiorentini contro i pontifici. Vi razzia ottanta paia di bovini ed imprigiona i mandriani. Il bestiame è condotto a Saturano.

Ott.Romagna

Galeotto Manfredi fa incarcerare a Faenza due cittadini di Forlì; Gian Francesco da Tolentino cattura per rappresaglia 3 abitanti di tale città ed impone loro una taglia:  è trovato tra le parti un compromesso che si conclude con lo scambio dei prigionieri e la restituzione del bestiame predato.

Nov.Romagna

Si vendica delle violenze dei fiorentini, penetra nel territorio di Castrocaro Terme e vi cattura quaranta persone. Sempre nel mese il papa decide di stipulare la pace con Ferrante d’Aragona: Gian Francesco da Tolentino ha l’incarico con il camerlengo Guglielmo d’Estouteville di controllare con 50 fanti l’esultanza dei romani in piazza San Celso.

1483
…………..ChiesaVenezia30 lanceEmiliaSisto IV muta alleanze. Gian Francesco da Tolentino è inviato nel ferrarese allo scopo di sostenervi la causa del duca dei Ferrara Ercole d’Este.
Ago.EmiliaA Bologna alla testa di 1600 cavalli e 400 fanti. E’ accolto con tutti gli onori dal signore della città Giovanni Bentivoglio.
…………..Lombardia e Lazio

E’ trasferito in Lombardia per contrastarvi Roberto da San Severino. Vi resta poco perché richiamato nel Lazio dal conflitto che vede di fronte i colonnesi ed altri baroni romani contro gli Orsini ed i pontifici.

…………..Romagna

Colloca i suoi alloggiamenti invernali in Romagna. Il papa per il suo servizio gli concede negli Appennini i vicariati di Torre di Valdoppio e di Civitella di Romagna con il titolo di conte.

1484
Gen.ChiesaColonna SavelliLazio

Con il vescovo di Albano Laziale  Bartolomeo Maraschi, Paolo Orsini e Giorgio di Santacroce assale in Albano Laziale Antonello Savelli. La città è messa a sacco a titolo di punizione nei confronti dei Savelli che hanno ucciso il bargello del papa Giovanni Grassello.

Mag.Umbria

Tratta la pace con Città di Castello;  ne è nominato governatore lo stesso mese. Si recano a Roma Niccolò Vitelli ed altri fautori di quest’ultimo. Per il successo  gli viene riconosciuto dagli abitanti uno stipendio annuo di 1000 fiorini.

………….Emilia e LombardiaA Bologna ed a Milano. Rappresenta i pontifici nel consiglio di guerra.
Ago.Lombardia

A Bagnolo Mella per le trattative di pace che pongono fine alla cosiddetta guerra di Ferrara: firma i relativi capitolati. E’ accusato dal pontefice di avere trascurato gli interessi dello stato della Chiesa.

Nov.Romagna

Lascia la Lombardia e ritorna in Romagna. E’ ospitato a Bologna da Giovanni Bentivoglio. Si ritira a Civitella dove gode delle esenzioni e dei privilegi che gli sono stati concessi dal pontefice. Questi  gli saranno rinnovati anche dal  successore di Sisto IV il papa Innocenzo VIII. E’ minacciato di morte da Alfonso d’Aragona in un colloquio privato con l’ambasciatore fiorentino Giovanni Lanfredini.

1485
…………..RomagnaSi incontra più volte, tra Imola e Forlì, con Girolamo Riario e Gaspare da San Severino suscitando con ciò i sospetti dei fiorentini.
Nov.ChiesaNapoliLazio

Presenzia in San Pietro alla cerimonia in cui il papa Innocenzo VIII affida al  San Severino il bastone di capitano generale; nella stessa manifestazione ha il compito di consegnare a quest’ultimo il vessillo pontificio.

1486
…………..RomagnaTrascorre i mesi invernali a Civitella di Romagna.
Apr.Lazio

Sorveglia con 7 squadre di cavalli l’arrivo a Roma, via Tevere, di una nave carica di panni e di altre mercanzie del valore di 8000 ducati. Il convoglio è assalito da Paolo Orsini. Gian Francesco da Tolentino respinge gli attaccanti ed infligge loro alcune perdite.

Mag.LazioFronteggia a Ronciglione Paolo Orsini con l’ausilio del Faccendino.
Giu.Lazio

Si trova a Nepi con 3 squadre di lance; Niccolò e Virginio Orsini sono viceversa accampati con il duca di Calabria ad Isola Farnese con settantacinque squadre di uomini d’arme, diciotto di cavalli leggeri, 5000 fanti e 1000 cernite.

Lug.LazioStaziona nei pressi di Monterotondo, dove i suoi uomini fanno prigionieri e razziano bestiame.
Sett.

Segue Roberto da San Severino nella sua ritirata dal Lazio verso la Romagna; tocca Forlì. E’ ricevuto nel castello di Ravaldino da Girolamo Riario e da Caterina Sforza, che gli forniscono una buona scorta fino a Cervia per proteggerlo dagli aragonesi che lo stanno inseguendo.

Dic.Venezia
1487
Ago.VeneziaAustriaTrentino

Affianca ancora Roberto da San San Severino contro le truppe del duca Sigismondo d’Austria. Partecipa alla battaglia di Calliano: costretto ad indietreggiare per l’impeto dei lanzichenecchi, compie ogni sforzo per raccogliere i dispersi. Rimasto indietro, cerca scampo verso Beseno con una coperta addosso che gli nasconde la corazza. Catturato dai contadini viene ucciso da costoro a titolo di vendetta per le devastazioni subite nelle loro terre da parte dei veneziani. Secondo altre fonti sarebbe stato fatto prigioniero da 2 connestabili tedeschi: costoro litigano perché entrambi lo desiderano come loro prigioniero per via della ricca taglia. Nella successiva rissa è decapitato da uno dei contendenti. Sposa Paola  degli Ubertini, figlia del conte di Montedoglio.

 CITAZIONI

-“Insigne capitano di ventura, il più grande di sua famiglia, dopo Nicolò.” BENADDUCI

-“Huomo di grand’ardire, e di gran consiglio in far guerra.” ALBERTI

-“Qual fu nell’arme cotanto possente.” Da un cantare raccolto dal RAMBALDI

-“Singolare ornamento di questa famiglia.” SANSOVINO

-“Fu rinomato condottiere.” LITTA

-Con Lorenzo da Castello “Homines militari virtute clari.” FABRONIO

-“Bravissimo guerriero.” SANTINI

-“Nec minor his equidem gestis fuit ipse Joannes/ Franciscus, patriae gloria, lausque suae.” Da un poema di F. Panfili riportato dal SANTINI

-“Qual fu nell’arme cotanto possente/…/ Gian francesco il dignor da tolentino/ al forte passo fue sfracassato/ faccendo come un franco paladino/ fue da due conestaboli pigliato/ ognun volea prigione il guerrier fino/ & di qua & di la era tirato/ perché ciaschun lo volea prigione/ molti in fra lor fiseri & amazone.” Da “La guerra dei tedeschi contro i veneziani” in GUERRE IN OTTAVA RIMA

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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