GENTILE DA LEONESSA

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Last Updated on 2023/08/18

GENTILE DA LEONESSA  (Gentile Colantonio Beccarini Brunori, Gentile Colantonio della Leonessa) Di Sant’Angelo in Trigillo, frazione di Leonessa; è meno probabile che sia originario di Orvieto come riportato da alcune fonti.

Signore di Monte Giove e di Sanguinetto. Figlio del Beccarino, cognato del Gattamelata, zio di Giovannantonio di Gattamelata, genero di Leonardo da Martinengo, suocero di Bertoldo d’Este.

1408 (gennaio) – 1453 (aprile)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1415Umbria

Alla morte del padre Beccarino, fatto decapitare del Tartaglia, si rifugia con la madre e le sorelle prima ad Amelia presso i parenti paterni, di seguito presso lo zio materno Pierantonio Monaldeschi nel castello di Monte Giove. Inizia la carriera militare come semplice fante nelle compagnie di Ceccolo Broglia.

1437/1438VeneziaMilano

Combatte i viscontei agli ordini del Gattamelata; con Tiberto Brandolini  sostituisce il capitano umbro nel comando in occasione delle sue malattie.

1441
Feb.VenetoA Venezia, ai festeggiamenti per le nozze del figlio del doge Francesco Foscari.
Mar.VeneziaMilanoLombardiaCon Tiberto Brandolini sbarra il passo a Niccolò Piccinino.
…………LombardiaAll’assedio di Martinengo con Francesco Sforza.
1442
Dic.Lombardia

Con Giovannantonio di Gattamelata ha il comando interinale della compagnia del Gattamelata a causa dell’ aggravamento delle condizioni di salute del cognato.

1443
Gen.VenetoA Padova per i funerali del Gattamelata.
Lug. ago.Veneto

Nel trevigiano. Sorgono disordini tra le sue truppe e la popolazione locale nei quali vengono uccisi tre soldati. Le sue truppe sono rapidamente trasferite in un’area meno popolata.

Nov.ChiesaSforzaMarcheCombatte gli sforzeschi agli ordini drl Piccinino. Prende parte alla battaglia di Montelauro.
1444
Gen.UmbriaAcquista da Pier Antonio Monaldeschi della Vipera metà feudo relativo al castello di Monte Giove.
1446
Mag.VeneziaMilanoLombardiaEsce dal padovano per trasferirsi in Lombardia.
Ago.Lombardia

Si muove a Manerbio, attraversa l’Oglio e si ferma a Robecco d’Oglio con Taddeo d’Este, Tiberto Brandolini, Guglielmo di Monferrato, Guido Rangoni, Jacopo Catalano e Cristoforo da Tolentino.

Sett.Lombardia

A Gentile da Leonessa ed al nipote Giovannantonio di Garramelata  è dato ufficialmente il comando delle milizie già militanti con il Gattamelata: la ferma è stabilita in due anni, più uno di rispetto. Sarà sempre riconfermata fino alla sua morte. Il Leonessa giunge a San Giovanni in Croce ed a Casalmaggiore dove si collega con il capitano generale Micheletto Attendolo. Vince sul Mezzano Francesco Piccinino: del bottino riportato gli toccano come preda 800 cavalcature sulle 4000 cadute nelle mani dei veneziani.

Ott. nov.Lombardia

Assedia Soncino. Durante le operazioni viene ucciso da un colpo di bombardella un suo caposquadra: per tale motivo persuade Micheletto Attendolo a non accettare la richiesta di resa a patti ma di espugnare il castello. Attraversato l’Adda a Spino con Tiberto  Brandolini alla testa di 700 cavalli e di 1300 fanti; vi si fortifica  permettendo in tal modo il compimento della costruzione di un ponte di barche. L’esercito veneziano può così varcare il fiume. I ducali reagiscono con ritardo. Nella notte ha inizio un duro scontro sulla sponda destra che termina dopo due ore con la fuga dei viscontei (Luigi dal Verme, Luigi da San Severino, la compagnia di Bartolomeo Colleoni). Sono catturati 600 cavalli, tra cui il Campanella, e molte cernite. Il Leonesssa assedia, quindi, Cassano d’Adda; conquistata la località ne viene lasciato alla guardia con 800 cavalli e 2000 fanti.

1447
Ago.VeneziaMilano1600 cavalliEmiliaAlla morte del duca di Milano Filippo Maria Visconti combatte la Repubblica Ambrosiana. E’ preposto alla difesa di Piacenza.
Dic.1500 cavalliLombardiaSverna nel bresciano.
1448
Sett.Lombardia

Affronta lo Sforza a Caravaggio. Spinge allo scontro Micheletto Attendolo con gli altri condottieri cosiddetti “marcheschi”. Appoggia Tiberto Brandolini nel suo assalto e lo salva dalla cattura allorché quest’ ultimo, ferito, sta per cadere nelle mani  degli avversari;  fa prigioniero, a sua volta, Manno Barile.  Lo fa condurre  nel suo padiglione dopo averlo ripreso con aspre parole. Nel proseguimento del combattimento viene respinto con Roberto da Montalboddo;  scende da cavallo e si rifugia nella palude vicina. Catturato a sua volta da Manno Barile (liberatosi nel frattempo), è condotto dallo Sforza che lo conforta a parole: le sue armi e le sue cavalcature sono donate allo stesso Barile. Gentile da Leonessa viene incarcerato a Cremona con il Montalboddo ed il provveditore Ermolao Donato.

Ott.VeneziaMilanoLombardiaE’ liberato a seguito del trattato di Rivoltella tra la Serenissima e lo Sforza.
Dic.EmiliaNel parmense a sostegno dell’azione di Alessandro Sforza.
1449
Ago.Lombardia

Entra in Crema, ceduta ai veneziani da Carlo Gonzaga. Si ferma nella città con Cesare da Martinengo, Sigismondo Pandolfo Malatesta ed il provveditore Andrea Dandolo.

1450
Apr.1500 cavalli e 400 fantiLombardiaNel bresciano.
1451
Mar.Lombardia

Si reca a Brescia dove possiede una casa. Pietro Avogadro ed Antonio da Martinengo gli presentano con altri nobili gli omaggi della cittadinanza.

Apr.Governatore g.le

Per la sua affidabilità viene preferito a Bartolomeo Colleoni nella nomina a governatore generale. Gli sono consegnate le insegne del comando a Brescia da Niccolò da Canal e da Andrea Dandolo. Il Colleoni si rifiuta di assistere alla cerimonia del suo insediamento.

Mag.Lombardia e Veneto

Ha l’ordine di unirsi con Jacopo Piccinino e di catturare ad Isola della Scala Bartolomeo Colleoni prima che il condottiero bergamasco possa defezionare nel campo sforzesco. Viene organizzata ufficialmente una giostra a Montichiari: il Leonessa si avvia ad Isola della Scala e vi sorprende la compagnia del suo emulo: il Colleoni, tuttavia, riesce a sfuggire alla cattura ed a riparare nel ducato di Milano.

Nov.LombardiaDue abitanti di Lodi, Berondio dell’Acqua e Bernardo Mammarella, propongono a Jacopo Piccinino di consegnare ai veneziani la porta della città che dà verso l’Adda e quella del ponte sul fiume. Il Leonessa si oppone al progetto, come ad un altro analogo proposto, sempre dal Piccinino l’anno precedente.
1452
Apr.VeneziaMilanoVeneto e Lombardia

Ha il comando delle truppe contro il nuovo duca di Milano Francesco Sforza. Pone il campo a Manerbio e vi raduna le truppe: queste vi affluiscono in otto giorni  devastando nel loro passaggio le terre della Serenissima.

Mag.2000 cavalliLombardia

Hanno inizio le ostilità. Alla testa di 15000 cavalli e di 6000 fanti si sposta verso Roccafranca, costruisce un ponte a Rivolta d’Adda, approfitta della negligenza di Tristano Sforza e lancia alcune scorrerie nel cremonese e nel lodigiano, occupa alcuni castelli (Covo, Antegnate, Barbata, Mozzanica). Si dirige verso Caravaggio e tocca Casirate d’Adda. E’ respinto da Cremona da Giacomo da Salerno.

Giu. lug.Lombardia

Il duca di Milano Francesco Sforza irrompe a sua volta nel bresciano;  minaccia  di prendere alle spalle Gentile da Leonessa con una manovra avvolgente; il capitano veneziano, saggiamente dal punto di vista tattico, non  reagisce direttamente continuando nella sua azione nel lodigiano; nella sostanza si ritira lentamente senza farlo intravvedere al capitano avversario. Ripiega tra Martinengo e Romano di Lombardia, tocca Calcio; si porta, quindi, a Gallignano ed a Soncino di cui ottiene a patti il castello; subito dopo vengono in suo possesso Romanengo, Treviglio e Genivolta. Si dirige verso Pontevico;  controlla le vie di accesso alle paludi. A metà mese è già tra Pompiano e Corzano. Lo Sforza muove decisamente in direzione di Orzinuovi. Il Leonessa lo tallona da vicino tra Villagana, Gabbiano e Rossa;  ha una grossa scaramuccia con gli avversari che termina con la morte di 600 uomini tra le parti, per lo più fanti. Lo Sforza deve ripiegare nel cremonese.

Ago.LombardiaSi rafforza tra Orzinuovi e Soncino, mentre lo Sforza si colloca a Quinzano d’Oglio.
Sett.

Il doge Francesco Foscari gli concede in feudo Sanguinetto, già feudo di Luigi dal Verme. Francesco Sforza rompe gli indugi e si colloca a Bagnolo Mella; il Leonessa si sposta a Bargnano. Entrambi gli eserciti si  fortificano e si sorvegliano a vicenda per quasi un mese.

Ott.Lombardia

Gli abitanti di Calvisano accolgono gli sforzeschi nella città; il loro esempio è subito seguito il giorno seguente da quelli di Carpenedolo. I veneziani si spostano a Ghedi e fanno uscire da Montichiari tutti gli uomini validi.

Nov.Lombardia

Interviene in soccorso di Tiberto  Brandolini;  blocca gli sforzeschi tra Gottolengo ed Iseo e li obbliga a riparare nelle vicine paludi. E’ battuto presso Asola. Francesco Sforza gli invia da Calvisano a Ghedi, dove si è fermato per un malanno, il guanto insanguinato e lo sfida a battaglia campale.  Leonessa accetta la sfida, stabilisce la data dello scontro in campo aperto nella località Tumulo, presso Montichiari. Il giorno stabilito, all’ appuntamento si presentano entrambi i contendenti; vi è una grande pioggia e lo Sforza viene abbandonato dalle sue milizie. Quelle veneziane, invece, aspettano in ordine l’ arrivo dei ducali, salvo a ritirarsi in un secondo momento nei loro alloggiamenti.  Sempre negli stessi giorni il Leonessa entra in contrasto con il Brandolini perché tale condottiero ha punito arbitrariamente alcuni uomini d’arme della sua compagnia, ignorando la competenza del  Leonessa in merito di giustizia militare.

Dic.Lombardia

Rimane a Ghedi;  rigetta  un attacco portato da Bartolomeo  Colleoni. Peggiora la situazione generale per l’esercito veneziano: mancano sia il foraggio, tanto che muoiono duemila cavalcature, che le vettovaglie per i soldati. Sorgono disordini al campo. Il Leonessa con altri capitani deve intervenire per domare una rivolta dei saccomanni privi di ogni genere di conforto. Distribuisce le sue milizie nella pianura, in Val Trompia, in Val di Sabbia, nella Riviera di Salò e nelle fasce pedemontane.

1453
Gen.Lombardia

Assale Castiglione delle Stiviere con 2000 cavalli e 400 fanti: un primo assalto si conclude con notevoli perdite tra i veneziani (300 uomini tra morti e feriti, tra quest’ultimi il nipote Giovannantonio)  Allorché si rompe una bombarda il Leonessa fa dare alle fiamme una grossa quantità di fieno vicina alle mura  costringendo i difensori ad arrendersi a patti. L’accordo convenuto non è rispettato;   grande è il bottino per i vincitori.

Mar.Lombardia

Assedia Manerbio con 1000 cavalli, 2000 fanti, 1000 saccomanni, cinque bombarde ed una briccola. Muore a metà mese in una scaramuccia sotto le mura per le ferite riportate da un colpo di schioppetto; secondo altre versioni, è ferito mortalmente da un verrettone all’omero tiratogli da Cristoforo Torelli. Condotto a Brescia nella sua casa posta nella contrada di Porta Macola, vi spira a metà mese il giorno di Pasqua dopo essersi comunicato e avere fatto testamento. Per il suo funerale sono utilizzati i medesimi apparati funebri, già disposti per il nipote Giovannantonio, dai medici dato per morto qualche tempo prima. E’ sepolto inizialmente nella chiesa di Sant’Alessandro i cui lavori di restauro, pochi mesi prima, aveva egli stesso sovvenzionato. La sorella Giacoma, vedova del Gattamelata, a causa della scarsità del legato lasciato per il rifacimento del coro della medesima chiesa (500 ducati), con il permesso ecclesiastico non adempie le sue ultime volontà.   Più tardi il corpo del Leonessa viene tumulato, sempre a Brescia, nella chiesa della SS. Annunziata. Un suo ritratto, a cavallo e con il bastone del comando nelle mani, è fatto dipingere dai priori di Leonessa, due secoli più tardi, nella sala del consiglio cittadino. L’affresco è scomparso nei primi anni del 1800.  Suoi  eredi sono il nipote Giovannantonio ed un figlio nascituro. Lorenzo Spirito lo ricorda in “Lamento di Perugia soggiogata”. Stemma di rosso ai tre nodi d’argento, derivato da quello del Gattamelata, d’argento ai tre nodi di rosso in fascia.

 CITAZIONI

-“Uomo saggio e prode.” MURATORI

-“La Repubblica perdette in lui un capitano generale veramente degno del suo dolore. Mai uomo non mostrò maggiore arte di lui nella scelta delle posizioni e nell’ordine delle delle marce militari. Opposto allo Sforza ebbe la sorte di arrestarlo coll’ardimento e prudenza de’ suoi movimenti. Questo è il maggior elogio che possa farsi alla sua abilità.” LAUGIER

-“Di humil fante, ch’era, in molte occasioni più facendo conoscere i meriti del valor suo, e ottenendo di grado in grado maggior carico in tal guerra, hebbe sotto di sé una grossa condotta di cavalli: con la quale non mancò sempre di portarsi honoratissimamente..Sarà ricordato da ogni secolo, e la sua morte nata d’una ferita, non harà forza di ferire il suo nome; mentre finché duri la cognitione del valore, si dirà sempre, che quell’ultimo sospiro, fu prima l’anima della sua vita e poscia della sua fama. Era Gentile di statura giusta e robusto assai; il volto hebbe bruno, gli occhi neri e il pelo castagniccio.” ROSCIO

-Con Roberto da Montalboddo, Guido Rangoni, Tiberto Brandolini, Jacopo Catalano “Viris omnibus in bello experti.” RIPALTA

-“Hujus mortem Senatus quam familiariter flevit, ac moleste tulit; erat enim dux maxima erga Senatum fide et observantia singularis.” PORCELLIO

-“Capitano della repubblica di grande stima.” VIANOLI 

-“Capitano di stima.” VERDIZZOTTI

-“Di statura giusta, molto robusto, ha il volto bruno, gli occhi neri ed i capelli castani.” BASSETTI

-“La salma di Gentile da Leonessa sepolta in S. Alessandro, ma sulla sua tomba non fu collocata nemmeno una semplice iscrizione che ricordasse ai posteri il valore militare e l’immatura morte del celebre capitano di ventura. La morte spezzava a soli 52 anni, un grande sogno di potenza e di gloria.” GUERRINI

-“Il quale salì alla gloriosa altezza dell’eccellenza militare con laude maravigliosa..Era Gentile di statura giusta; e robusto assai: il volto hebeb bruno: gli occhi neri: e il pel castagniccio.” CAPRIOLO

-Ottava trascritta nel palazzo dei Priori di Leonessa al fianco del suo ritratto “La Leonessa generosa e fiera/ Fa i suoi figli tremendi e valorosi/ Così Leonessa nobile e altera/ Genera i figli intrepidi e famosi./ Questo dei Veneziani l’armata schiera/ Ha comandato con trofei pomposi./ Questo grande e magnifico gentile/ Fu glorioso in arme, almo e gentile.

BIOGRAFIE SPECIFICHE

-R. Damiani-A. Di Nicola-A. Guerra- L. Nicoli- F. Silvestrini- F. Vitali- M. Zelli. Gentile da Leonessa

Immagine tratta da Ritratti di cento capitani illustri, con li lor fatti in guerra brevemente scritti intagliati da Aliprando Capriolo et dati in luce da Filippo Thomassino et Giovan Turpino

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