Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
GALEAZZO DA SAN SEVERINO Di Napoli. Detto il figlio della Fortuna. Marchese di Castelnuovo. Ghibellino.
Signore di Voghera, Bobbio, Colorno, Cittadella, Meunsur-Yèvre, Silvano d’Orba, Castelnuovo Scrivia, Zavattarello, Pianello Val Tidone, Romagnese, Castel San Giovanni, Gravellona Lomellina, Mirabello, Cusago. Cavaliere dell’ordine di San Michele. Figlio di Roberto da San Severino; fratello di Giovan Francesco da San Severino, Gaspare da San Severino, Antonio Maria; fratellastro di Ottaviano da San Severino, Giulio da San Severino e del Faccendino; zio di Roberto da San Severino, genero di Ludovico Sforza.
1458 (giugno) .– 1525 (febbraio)

Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1475 | |||||
Feb. | Firenze | 50 lance | Ottiene dai fiorentini con i fratelli Giovan Francesco e Gaspare una condotta di 50 lance il cui costo dalla repubblica è valutato in 5500 ducati | ||
1478 | |||||
Nov. | Firenze | E’ assunto dai fiorentini. Dal momento che il padre combatte nel campo avverso, a fine mese, con il fratello Giovan Francesco ottiene di essere esonerato da tale servizio. | |||
1481 | |||||
Nov. | Emilia | Prende parte a Ferrara ad una giostra vinta dal fratello Gaspare. | |||
Dic. | Lombardia | lascia all’improvviso Milano con i fratelli Gaspare ed Antonio Maria alla notizia della controversia che oppone il padre a Ludovico Sforza. | |||
1482 | |||||
Gen. | Svizzera | A Lugano, alla ricerca di soccorsi. Si dà alla fuga alla notizia che il padre è stato assalito dagli sforzeschi nelle sue terre in Piemonte. | |||
Apr. | Venezia | Ferrara Milano | Veneto | Si imbarca con il padre a Chioggia per dirigersi a Venezia. | |
Lug. | Veneto | Prende parte all’ assedio di Rovigo. Contatta il capitano Rames Spagnolo, lo persuade a disertare in cambio di una pensione mensile a vita di 20/25 ducati; ai capisquadra di quest’ultimo ne viene promessa una di dieci ducati. | |||
Sett. | Veneto | Ottiene a patti Badia Polesine alla cui difesa si trova Cristoforo da Montecchio. | |||
1483 | |||||
Giu. | Milano | Venezia Rossi | Lombardia ed Emilia | Il padre Roberto viene sostituito nel comando delle truppe dal duca Renato di Lorena ed è trasferito con i figli nel bresciano. Il San Severino assieme con il fratello Giovan Francesco decide di disertare e di passare agli stipendi di Ludovico Sforza. Appena si rende conto che il padre intende restare fedele ai veneziani abbandona con 100 cavalli il campo e raggiunge a Fontanella gli sforzeschi. Gli viene concessa una condotta e gli sono restituiti i castelli confiscatigli a suo tempo. Con il fratello si volge contro le terre di Guido dei Rossi: l’avversario viene costretto a lasciare il parmense. | |
Ott. | Lombardia | E’ sorpreso da alcuni stradiotti nelle vicinanze di Soncino. Ferito, riesce a stento a sfuggire alla cattura. | |||
1484 | |||||
………….. | Lombardia | E’ chiamato a far parte del consiglio segreto del ducato milanese. | |||
Giu. | Lombardia | Al campo di Quinzano d’Oglio. | |||
1485 | |||||
Gen. | Veneto | A Venezia con un seguito di 300 persone. Alloggia a San Samuele nel palazzo di Andrea Corner. Il doge Giovanni Mocenigo gli va incontro con il bucintoro. | |||
Feb. | Veneto | Partecipa a Venezia ad una grande giostra organizzata dal padre in piazza San Marco: vince il secondo premio dietro il fratello Gaspare (alcune braccia di un tessuto d’argento in cui ogni braccio ha il valore di 10 ducati). Rientra a Milano dopo diciotto giorni. | |||
Ott. | Lombardia | Ludovico Sforza lo infeuda di gran parte dei beni di Pietro dal Verme (Zavattarello, Rocca d’Olsizio e Romagnese) con l’eccezione di Bobbio e di Castel San Giovanni. Nel corso dell’anno la corte sforzesca si adopera affinché possa occupare la casa la casa già di Tommaso Tebaldi. Due anni dopo Gian Galeazzo Sforza farà in modo che il palazzo sia acquistato dalla camera ducale per essere adibito come abitazione dello stesso San Severino con la moglie Chiara Sforza. | |||
1487 | |||||
Mar. | Milano | Attendolo | Lombardia | Affronta Giovanni Attendolo, figlio di Matteo da Bologna, che si è ribellato alle autorità; costringe alla resa il castello di Sant’ Angelo Lodigiano; raggiunge il parco di Mirabello con 2000 fanti, 300 balestrieri, 200 schioppettieri e 2 grosse bombarde al fine di assalire il castello di Pavia. Giovanni Attendolo viene a più miti consigli e rimette nelle sue mani il castello. | |
………….. | Lombardia | Si riconcilia con il cardinale Ascanio Sforza e con il partito ghibellino allorché Ludovico Sforza sembra in fin di vita. | |||
1488 | |||||
Apr. | Milano | Chiesa | Capitano g.le | Romagna Lombardia | Con l’uccisione di Girolamo Riario a Forlì è inviato nella città in soccorso di Caterina Sforza. Si collega con Giovanni Bentivoglio (otto squadre di uomini d’arme, 2000 fanti e 200 cavalli leggeri), assedia la città ed induce in pochi giorni i congiurati alla fuga. Rientra a Milano ed è eletto capitano generale dell’esercito ducale. |
Ago. | Liguria | Punta su Genova dove il doge Paolo Fregoso è assediato dagli insorti nel castelletto. Ottiene per trattato la Porta d’Arco. | |||
Nov. | Genova viene riconquistata dagli sforzeschi. I cittadini giurano nelle sue mani fedeltà al duca di Milano. | ||||
1489 | |||||
Sett. | Lombardia | Prende parte in modo attivamente all’arresto di Filippo degli Eustachi e di Aloisio Terzaghi (accusati di tradimento), che fino a questo momento hanno preso parte al governo dello stato con lo Sforza. A fine mese si trova a Pavia impegnato in alcune giostre: rompe 19 lance e getta da cavallo Guido Torelli. Gli è dato il primo premio consistente in una pezza di broccato d’argento. | |||
1490 | |||||
Lug. | Piemonte | Si trova a Castello di Annone con Ludovico Sforza allo scopo di ispezionare le frontiere: il timore è quello di un possibile conflitto tra il ducato di Savoia ed il marchesato di Saluzzo. | |||
1491 | |||||
Gen. | Lombardia | Vince con Giberto Borromeo un’altra giostra a Milano, indetta in occasione delle nozze del legittimo duca Giovanni Galeazzo Sforza con Isabella d’Aragona. | |||
1492 | |||||
Feb. | Francia | In Francia, in missione diplomatica per la stipula di un trattato di alleanza tra il ducato milanese ed il re Carlo VIII. | |||
Apr. | Lombardia | A Mantova, per prendere parte ad un torneo organizzato dal marchese Francesco Gonzaga. Gli sono donate due cavalcature. | |||
Giu. | Lombardia | Risulta vincitore di una giostra che si svolge a Milano per il matrimonio di Alessandro Bentivoglio con Ippolita Sforza. | |||
1493 | |||||
Feb. | Emilia | Si reca a Ferrara con Ludovico Sforza. Anche in tale occasione ha modo di concorrere in un torneo. | |||
Mag. | Emilia | Sempre a Ferrara giostra con un uoomo d’arme armato alla turca. | |||
1494 | |||||
Apr. giu. | Francia | Si reca in Francia per convincere il re Carlo VIII a calare in Italia ed a dichiarare guerra al re di Napoli Alfonso d’Aragona. Lo accompagnano 300 cavalli; ha un colloquio con il sovrano a Lione. E’ notato il suo vestire alla francese, imitato da tutti i cortigiani milanesi che gli sono al fianco. E’ insignito del dell’ordine di San Michele. Segue il re in Borgogna con il cardinale Giuliano della Rovere (il futuro papa Giulio II). Rientra in Italia a giugno. Viene avvicinato da alcuni cittadini senesi che gli offrono la signoria della città in cambio dell’invio di 300 fanti. La congiura è scoperta. | |||
Lug. | Lombardia | A Vigevano. | |||
Ago. | Francia | Utilizzato per una nuova missione diplomatica in Francia. | |||
Sett. | Milano | Napoli | Liguria | Al comando di numerosi fanti assale con Giovanni Adorno ed i fratelli Gaspare ed Antonio Maria Obietto Fieschi sbarcato a Rapallo con 3000 fanti: lo affronta sul ponte che conduce al monastero di Vallecristi. Nel medesimo tempo l’alleato Luigi d’Orleans (il futuro Luigi XII) attacca gli aragonesi via mare. Respinto agli inizi, lo scontro è deciso dall’ azione dei partigiani di Giovanni Adorno e dall’artiglieria della flotta francese (18 galee, 6 galeoni e 9 grosse navi). Tra gli aragonesi vengono uccisi 100/200 uomini e sono fatti prigionieri Giulio Orsini, Fregosino ed Orlando Fregoso. | |
Ott. | Emilia e Romagna | Giunge al fiume Enza con 42 squadre di uomini d’arme, molti cavalli leggeri di cui numerosi sono i balestrieri a cavallo. Si trasferisce in Romagna. | |||
Nov. | Toscana | Affianca il re Carlo VIII a Pontremoli; interviene con il Ligny a seguito degli scontri che si ripetono tra gli abitanti ed i fanti svizzeri. Si sposta di seguito in Toscana; punta su Siena con 300 cavalli leggeri ed appoggia i pisani nelle loro aspirazioni autonomistiche nei confronti dei fiorentini. Obiettivo vero è procurare a Ludovico Sforza la signoria di tale città). Affianca pure il sovrano nel suo ingresso a Firenze. | |||
Dic. | Lazio ed Emilia | A Viterbo; fa pressioni sul papa Alessandro VI perché sia liberato dal carcere il cardinale Ascanio Sforza; nel suo rientro in Lombardia transita per Bologna dove è accolto sulle porte della città da Giovanni Bentivoglio. Negli stessi giorni chiede inutilmente ai francesi che Sarzana ritorni ai genovesi. | |||
1495 | |||||
Apr. | Milano | Francia | Capitano g.le | Piemonte | Con la nascita della Lega Italica staziona in Piemonte; ha il comando delle truppe sforzesche. Muove contro Asti alla cui difesa si trova Luigi d’Orleans con 700 uomini d’arme e 8000 fanti per lo più tedeschi (3000 cavalli e 4000 fanti per altre fonti). Promette una facile vittoria. |
Mag. | Piemonte Lombardia | Si accampa nei pressi di Asti per posizionare i pezzi di artiglieria. Vi sono alcune scaramucce con gli avversari con il cui esito si rivela alterno; nondimeno nella città la situazione si aggrava per la mancanza di vettovaglie. Ha luogo una richiesta di tregua da parte degli avversari. Ritorna al fronte dopo essersi recato a Milano per la nomina ufficiale dello Sforza a duca. Con la perdita di Valfenera si ritira a Castello di Annone; l’organico delle sue truppe diminuisce di numero per la mancanza di denaro e per le continue diserzioni, mentre quello avversario si rafforza giungendo a toccare 300 lance, 3000 fanti svizzeri e 3000 guasconi. | |||
Giu. | Piemonte Lombardia | Resta inattivo allorché il duca d’Orleans ed il marchese Ludovico di Saluzzo occupano con un colpo di mano Novara grazie anche ad un trattato a favore dei francesi di Manfredo Tornielli, di Obizzino Caccia di Mandello e di Obizzino Caccia di Caltignaga. Si sposta tra Vigevano ed Abbiategrasso dove gli giungono notevoli rinforzi inviatigli dal duca di Milano e dai veneziani: si rifiuta, nonostante tutto, di spingersi sotto Novara per liberare Filippino Fieschi che vi è assediato nella rocca. Sfida a battaglia campale l’Orleans; questi preferisce invece di allontanarsi dalla città con 3000 cavalli e 5000 fanti tra francesi e svizzeri. Tallona con le sue milizie i nemici che si ritirano. E’ in questi frangenti che viene rimproverato dallo Sforza perché si comporta come un uomo d’arme francese. | |||
Lug. | Piemonte | Invia 60 stradiotti e 40 balestrieri a cavallo ad incendiare un ponte gettato verso Asti da Luigi d’Orleans. Prende parte alla battaglia di Fornovo. Segue una pausa alla fine dello scontro quando gli uomini del re di Francia gli chiedono vettovaglie; spedisce agli avversari quanto richiesto sperando di entrare in possesso di Novara con le trattative. Carlo VIII lo lusinga con l’invio in dono di una cavalcatura; sono deluse invece le sue aspettative di una conclusione della guerra per via diplomatica. Escono da Novara per una sortita 100 lance, 600 arcieri a cavallo e 200 fanti tedeschi; Il San Severino invia loro contro le sue truppe e gli stradiotti veneziani agli ordini del provveditore Bernardo Contarini. Costoro si scontrano a Trecate con i francesi in una scaramuccia che ha termine con la morte di 10 uomini d’arme tra gli sforzeschi ed il ferimento grave di altri 4. Il San Severino pone il suo accampamento a Lumillogno per avere modo di tagliare il flusso dei rifornimenti diretti alla città provenienti da Vercelli. Espugna il castello di Chiesa con l’artiglieria: la divisione del bottino tra i fanti italiani ed i tedeschi è causa di una rissa che si conclude con la morte di diversi soldati. Giunge al campo Francesco Gonzaga che con la sua sola presenza mette termine ad ogni forma di ammutinamento. Contro il parere del fratello Giovan Francesco e quello di Virginio e di Niccolò Orsini convince Francesco Gonzaga a predisporre l’assedio di Novara da tutti i lati con l’eccezione della strada che conduce ai monti. | |||
Ago. | Piemonte | Assale nottetempo la Porta di Santa Marta di Novara. Con il Gonzaga accoglie Ludovico Sforza a Vespolate; con altri condottieri presenzia alla cerimonia in cui al marchese di Mantova vengono consegnati il bastone e lo stendardo di capitano generale della lega. Con l’ Orsini attacca di nuovo di notte i borghi della città alla testa di 5000 tedeschi e di 300 cavalli; trascorrono pochi giorni ed i fanti tedeschi del Cozanderle si ammutinano per il ritardo delle paghe. Il San Severino deve riconoscere loro quanto dovuto. | |||
Ott. | Piemonte | Ottiene la resa di Novara di cui è eletto governatore. Fa subito riattare le fortificazioni a spese dei cittadini e si mostra inesorabile nel punire con l’esilio gli abitanti che hanno parteggiato per i francesi. Con il Gonzaga scorta i soldati francesi di Luigi d’Orleans fuori la città: gli avversari sono ridotti in un tale stato di denutrizione che molti di costoro muoiono appena giunti a Vercelli. | |||
1496 | |||||
Feb. | Lombardia | A Milano. | |||
Lug. | Lombardia Alto Adige | Rende atto di omaggio, per conto dello Sforza, a Massimiliano d’Austria prima a Como e poi a Malles Venosta. Nello stesso anno si sposa con Bianca Sforza, figlia naturale del duca di Milano, che gli porta in dote Voghera. | |||
Ago. | Lombardia | E’ segnalato a Tirano. | |||
Sett. | Lombardia | Si ammala di febbre quartana a Vigevano: non può quindi presenziare all’incontro con l’imperatore allorché quest’ultimo si reca a Milano. | |||
1497 | |||||
Gen. feb. | Piemonte | Gian Giacomo da Trivulzio recupera Novi Ligure e Bosco Marengo; Galeazzo da San Severino cerca di sbarrargli la strada collocandosi ad Alessandria ed a Castellazzo con il fratello Giovan Francesco. Chiede in rinforzo 2000 fanti in quanto ne ha a disposizione solo 300 validi: tutti gli altri sono dispersi nei presidi delle varie fortezze. Con l’arrivo dei veneziani di Niccolò Orsini i francesi vengono obbligati ad addivenire ad una tregua. | |||
Primavera | Emilia | A Carpi con la moglie. A maggio è eletto podestà di Piacenza. Esercita tale incarico per interposta persona. | |||
Lug. | Capitano g.le 1000 cavalli | Lombardia | Viene riconfermato come capitano generale delle truppe del ducato. Gli sono concesse una condotta di 1000 cavalli ed una provvigione personale di 7000 ducati (3000 per il “bastone” e 7000 per il “piatto”. A parte gli sono riconosciuti altri 13000 ducati). A Bernate. | ||
Sett. | Lombardia ed Emilia | A Brescia per onorarvi l’ex-regina di Cipro Caterina Corner. E’ vestito ora alla tedesca e giunge nella città con un seguito di duecento persone. Alloggia con il fratello Gaspare nel palazzo di Giovan Francesco Gambara. Ha un colloquio con Niccolò Orsini. Con il fratello Gaspare prende parte ad una giostra organizzata in onore dell’ospite. Sempre nel mese viene segnalato a Pizzighettone per la rassegna degli uomini d’arme cremonesi e quelli lodigiani; a Parma per quelli originari di tale territorio; a Pavia per quelli stanziati nel pavese, nel tortonese e nell’alessandrino. Al termine delle varie rassegne rientra a Milano. | |||
Ott. | Piemonte e Lombardia | Supervisiona le postazioni sul confine svizzero e quelle del novarese con il fratello Gaspare. A Milano. | |||
Nov. | Lombardia | Prende parte con il fratello Giovan Francesco, Francesco Bernardino Visconti, Marchesino Stanga ed altri membri del consiglio segreto ad una riunione che è stata convocata dallo Sforza al fine di decidere in merito ad una condotta a favore di Francesco Gonzaga, licenziato negli stessi giorni dai veneziani. | |||
Dic. | Lombardia e Piemonte | A Milano per una messa in suffragio del figlio del re di Spagna. Riprendono le ostilità con i francesi dopo che il Trivulzio si è impadronito di Novi Ligure: segue un breve assedio al cui termine Galeazzo da San Severino ottiene la città per accordo. | |||
1498 | |||||
Feb. | Lombardia | A metà mese con il fratello Giovan Francesco accoglie a Milano Battistino Fregoso, diretto a Ferrara dove ha la sua residenza. | |||
Mar. | Lombardia | A Milano. Con il fratello, Galeotto della Mirandola ed il bolognese Carlo degli Ingrati accompagna in processione il cardinale Ippolito d’Este, fratello di Isabella d’Este, moglie del Gonzaga, dalla chiesa di Sant’ Eustorgio al duomo. | |||
Mag. | Lombardia | Organizza nelle sue stalle numerose giostre cui partecipano i giovani membri della corte sforzesca. Ad esse spesso presenzia il duca. A fine mese si trova a Vigevano per la rassegna delle sue compagnie. | |||
Giu. | Lombardia | Viene lasciato al governo di Milano in occasione di una visita del duca Ludovico Sforza a Mantova. Nella città organizza una giostra che viene vinta dal Corsetto. Nel corso del mese giace ammalato più giorni per un disturbo allo stomaco. 200 cavalli leggeri della compagnia sua e del fratello Giovan Francesco sono spediti in Toscana in soccorso dei fiorentini per lottare contro i veneziani. | |||
Sett. | Lombardia | E’ segnalato giocare al pallone a Milano con Borso da Correggio ed il cardinale Ippolito d’Este. Sempre nel mese si vocifera di un suo possibile matrimonio con la signora di Forlì Caterina Sforza. | |||
Ott. | Emilia | A Parma. Dichiara più volte la propria disponibilità di deporre la carica di capitano generale a favore del Gonzaga. | |||
Dic. | Lombardia | Su sollecitazione dello Sforza invita tutti gli ambasciatori accreditati nel ducato (tranne il veneziano) a vedere le stalle dove sono allevate le migliori cavalcature. Valletti e camerieri di corte cavalcano i corsieri. Tra i cavalieri si distinguono lo stesso Galeazzo da San Severino, Ludovico della Mirandola, Ludovico Bergamino e Giovanni da Casale. | |||
1499 | |||||
Gen. | Tratta con i veneziani la situazione di Pisa. E’ messo in preallarme da Ludovico Sforza. | ||||
Apr. | Piemonte Lombardia | In ispezione sulle frontiere occidentali dello stato; è segnalato a Milano ed a Novara; fa iniziare alcuni lavori di rafforzamento di opere difensive. Cerca di entrare in Pavia con 300 lance e 500 carri. Gli abitanti si rifiutano per cui è costretto ad alloggiare con le milizie nel parco di Mirabello. | |||
Mag. | Piemonte | A Novara per la rassegna delle sue truppe; fa demolire un borgo, spianare alcuni castelli inutili e costruire molti bastioni. Interviene lo Sforza, che fa sospendere i lavori fiducioso nella sua diplomazia. | |||
Lug. | Milano | Francia Venezia | Capitano g.le | Piemonte | Staziona nell’ alessandrino per controllare i movimenti delle truppe francesi sul confine: in una sola settimana ispeziona tutti i castelli. E’ convinto della bontà delle misure prese. E’ ancora una volta nominato capitano generale: la scelta è contestata prima dal Gonzaga e poi dal fratello Giovan Francesco. Muove contro i francesi alla testa di 1200/1600 lance, 1200/1500 cavalli leggeri e 5000 /10000 fanti (di cui 500 sono tedeschi): deve fronteggiare i nemici forti di 1600 lance, 5000 svizzeri, 4000 fanti guasconi ed altri 4000 francesi con 130 cannoni nonché i veneziani che dispongono, da parte loro, di 1200 lance, 2000 cavalli leggeri ed 8000 fanti |
Ago. | Piemonte Lombardia | Con la perdita di Rocca d’Arazzo e di Castello di Annone (difese da 400/500 fanti e da 500/600 fanti) si ritira in Alessandria con 1200 lance, 1200 cavalli leggeri e 3000 fanti: il suo comando è sempre più sottoposto a critiche ed anche il suo comportamento alimenta le voci più maligne. Dopo due soli giorni di assedio, infatti, fugge in modo vergognoso dalla città con Lucio Malvezzi, 100 uomini d’arme ed una parte dei cavalli leggeri; supera il Po a Bassignana e sposta le sue linee di difesa a Pavia. Più tardi, per difendersi dalle accuse di viltà esibirà alcune lettere di Ludovico Sforza (ritenute dei falsi del fratello Giovan Francesco) che lo invitano a rientrare a Milano. Si accampa nel parco di Mirabello nella più completa inattività; non ha il coraggio di assalire gli avversari, neppure quando a causa delle forti piogge alcuni contingenti si trovano isolati tra il Bormida ed il Tanaro. I francesi occupano con facilità Pavia: i pochi soldati che si difendono vengono massacrati; 1000 cavalli leggeri e 2000 fanti sono fatti prigionieri. | |||
Sett. | Lombardia | Con Lucio Malvezzi ed il cardinale Ippolito d’Este scorta lo Sforza nella sua fuga verso Carimate e Como; attraversa la Valtellina con 400 cavalli leggeri, 500 fanti tedeschi e 200 fanti italiani finché a Tirano gran parte delle truppe diserta dalle file ducali. A Milano il palazzo del San Severino è messo a sacco dalla popolazione insorta. Durante la fuga si sparge la notizia di un suo ferimento alla gamba da parte dello Sforza che lo ritiene il principale responsabile della sua disfatta: la voce è subito smentita dagli interessati. | |||
Ott. dic. | Lombardia Austria | Affianca lo Sforza a Bormio ed a Innsbruck. | |||
1500 | |||||
Gen. | Sforza | Francia | Lombardia | Appoggia lo Sforza nel suo tentativo di riconquista del ducato alla testa di 6000 fanti svizzeri e tedeschi, di 4000 fanti e di 2000 cavalli italiani. Occupa Musso, il cui castello viene dato alle fiamme. | |
Feb. | Lombardia | Entra in Milano con il cardinale Ascanio Sforza, fratello del duca di Milano. E’ poi a Vigevano. Cerca di impedire con la forza all’esercito sforzesco di mettere a sacco la città. | |||
Mar. | Piemonte | All’assedio di Novara. E’ colpito da un sasso al sopracciglio sinistro. | |||
Apr. | Piemonte | E’ assediato in Novara con lo Sforza (4000 cavalli, 5000 fanti svizzeri, un identico numero di fanti tedeschi nonché di numerosi italiani, contro 9000 cavalli francesi, 7000 fanti svizzeri, 3500 guasconi ed italiani. I francesi sono di molto superiori in termini di cavalleria ed inferiori per numero di fanti. Nella fanteria del San Severino sono presenti svizzeri che rappresentano lo scarto delle fanterie federali; anche i lanzichenecchi sono del pari infidi. Il San Severino convince 2000 soldati a rientrare nella città dopo che se ne sono allontanati per il ritardo delle paghe; ha la meglio in un primo scontro. Alla fine i suoi mercenari svizzeri si accordano con i connazionali che militano nel campo avverso e si rifiutano di lottare. I tedeschi uccidono i soldati italiani e lo costringono alla fuga. Viene catturato con lo Sforza dagli svizzeri mentre tenta di fuggire travestito da fante tedesco; trattenuto, è condotto in una stalla dove viene malmenato affinché consegni il denaro di cui è in possesso. Gli è imposta una taglia (almeno si dice) di 100000 ducati. | |||
Mag. | E’ ceduto dagli svizzeri per 2000 ducati al balivo di Digione Antonio di Baissay. Costui ne richiede 5000 al San Severino per fargli avere la libertà: è raggiunto l’accordo tra i due per un riscatto di 3000 ducati. | ||||
Lug. | Lombardia Trentino | Si rifugia a Mantova presso il Gonzaga; deve presto lasciare la città per le pressioni esercitate dai francesi. Fugge a Bozzolo dove è ospitato da Ludovico Gonzaga da Bozzolo; chiede ai veneziani di trasferirsi nei loro territori. Preferisce invece un’altra soluzione; in incognito con il fratello Gaspare tocca Torbole, Arco ed entra negli stati di Massimiliano d’Austria. A Venezia il Collegio dei Pregadi decide la confisca dei suoi beni a Montorio Veronese ed a Cittadella; analoga misura prendono i francesi per i suoi beni nel ducato che sono concessi al Ligny, al Sampré ed a Gianniccolò da Trivulzio, cui è data Castelnuovo Scrivia. | |||
Ago. | Alto Adige Austria | In fuga a Bolzano ed a Innsbruck. La moglie si trova invece a Ferrara dove versa in uno stato di relativa indigenza. | |||
1501 | |||||
Gen. Feb. | Austria Lombardia e Germania | Lascia l’Austria per portarsi a Castelleone. A febbraio è notata la sua presenza a Norimberga. | |||
Sett. ott. | Germania e Trentino | Ad Augusta con Giovanni Gonzaga. Ad ottobre si trova a Trento al fianco dell’ imperatore al fine di seguire le trattative di pace tra gli imperiali ed il cardinale di Rouen per conto dei francesi. | |||
1502 | |||||
Ott. | Austria | Ad Innsbruck con il fratello Antonio Maria ed il fratello Federico cardinale: quest’ultimo cerca di fare rientrare i due congiunti nelle grazie imperiali. A corte veste sempre di nero. | |||
1503 | |||||
Feb. | Austria e Germania | Segue la corte imperiali nei suoi movimenti in Austria ed in Germania. | |||
…………… | Francia | Eredita la contea di Caiazzo alla morte del fratello Giovan Francesco. Si trasferisce in Francia alla corte del re Luigi XII. Gli viene riconfermato il collare dell’ordine di San Michele. | |||
1505 | |||||
Sett. | Gran Scudiere | Francia | Ottiene la nomina di Gran Scudiere al posto di Pietro d’Urfé. Ludovico Sforza rimane sempre incarcerato nella torre di Loches. | ||
1507 | |||||
Apr. | Francia | Genova | Lombardia Liguria | Segue i francesi alla conquista di Genova. E’ accanto al sovrano ne nel solenne ingresso di quest’ultimo in Milano. | |
Giu. | Lombardia | Partecipa a Milano ad un grande torneo, il cosiddetto gioco del bastione tenuto nel Castello Sforzesco. Si batte con una spada a due mani con lo Chandée: costui è sul punto di scavalcarlo allorché interviene lo stesso sovrano a salvarlo. | |||
1509 | |||||
Apr. | Francia | Venezia | 50 lance | Emilia | A Piacenza, al comando di 50 lance che hanno già militato agli ordini del fratello Antonio Maria. |
Mag. | Lombardia | A Milano dove prova una cavalcatura regalata al re dal Gonzaga. Prende parte alla battaglia di Agnadello. A fine mese con Francesco Gonzaga e Gian Giacomo da Trivulzio accompagna Luigi XII nel suo solenne ingresso in Brescia per la Porta di San Giovanni. | |||
1510 | |||||
Gen. | Emilia | Giunge a San Donato nel parmense con la sua compagnia. I suoi uomini vengono distribuiti tra Marore, Porporano e Mariano: ovunque vivono a spese della popolazione locale. | |||
Mar. | 100 lance | Emilia e Veneto | Tocca San Secondo Parmense, Colorno ed attraversa il Po. Cavalca a Peschiera del Garda e passa alla difesa di Verona con 100 uomini d’arme e 200 arcieri a cavallo. | ||
Mag. | Veneto | I suoi uomini d’arme sono sconfitti presso Legnago dai turchi di Vanissa da Poliza e dagli stradiotti di Andrea Mauras. | |||
Ago. | Veneto | Alla difesa di Vicenza. | |||
Ott. | Veneto | A Verona: la sua compagnia presto si dissolve per cui si trova a disporre di pochi uomini. Nell’anno gli viene concessa dai francesi una pensione annua di 2100 lire tornesi. | |||
1511 | |||||
Gen. feb. | Francia | Venezia Chiesa | Emilia | Staziona con le sue truppe tra Colorno, Casalpo e Poviglio. A febbraio è segnalato nel parmense. | |
…………… | Viene inviato dal re presso l’imperatore per convincerlo ad allineare la chiesa tedesca su quella francese per la convocazione di un concilio straordinario | ||||
Giu. | 100 lance | Lombardia | Si muove nel bresciano con la sua compagnia. | ||
Sett. | Veneto | All’assedio di Treviso alla cui difesa si trova Renzo di Ceri. | |||
1512 | |||||
Gen. | Lombardia Piemonte | E’ costretto ad abbandonare il milanese con Gian Giacomo da Trivulzio. Si ritira in Piemonte di fronte alla pressione congiunta di svizzeri e veneziani. | |||
Feb. | Lombardia | A Mantova, per tentare di persuadere Francesco Gonzaga ad allearsi apertamente con il re di Francia. | |||
Apr. | Romagna | Viene scomunicato dal papa Giulio II con il fratello, il cardinale Federico. Prende parte alla battaglia di Ravenna. Opera in Romagna con 400 lance e 6000 fanti. | |||
Mag. | Romagna | Pressato da spagnoli e pontifici viene obbligato una volta di più a ripiegare. | |||
Giu. | Lombardia Piemonte e Francia | La sua compagnia è svaligiata sul Po dai contadini. Ottiene il passo dal duca di Savoia e ripara in Francia | |||
Ago. | Francia | Inghilterra | Francia | Combatte gli inglesi sbarcati in Francia. E’ sconfitto nella battaglia di Thérouanne nella quale è catturato il suo alfiere. | |
1513 | |||||
Mar. | Francia | E’ dichiarato ribelle dall’imperatore Massimiliano d’Austria. | |||
1514 | |||||
Nov. | Francia | A Parigi per una giostra indetta in onore dal nuovo re di Francia Francesco I. | |||
1515 | |||||
Mar. | Francia | Impero | 100 lance | Francia | Affronta in Borgogna con la sua compagnia le milizie imperiali. |
Sett. | Francia | Milano Impero | Lombardia | Prende parte alla battaglia di Melegnano. Assedia il Castello Sforzesco a Milano; con il la Palisse cerca di convincere gli uomini che ne sono alla difesa ad arrendersi a patti. | |
Ott. dic. | Lombardia Emilia | Al fianco del sovrano nel suo solenne ingresso in Milano. Dona al sovrano francese 20 cavalcature con i finimenti in oro; gli è dato in feudo il castello di Meun-sur-Yèvre. A metà dicembre affianca Francesco I nel suo solenne ingresso in Bologna. negli stessi giorni i francesi esercitano pressioni sui veneziani affinché gli venga concessa la signoria di Cittadella già del padre Roberto. La risposta è negativa. | |||
1516 | |||||
Gen. | Piemonte | Francesco I da Acqui Terme gli fa restituire i feudi di Zavattarello, Rocca d’Olgisio, Pianello Val Tidone e Romagnese tolti a Federico ed a Marcantonio dal Verme. | |||
Mar. | Lombardia | Alla difesa di Milano. Ha l’incarico della sorveglianza di una porta cittadina. | |||
Apr. mag. | Francia | dal Verme | Emilia | Esce da Milano; con il sostegno di fanti svizzeri occupa un castello dei dal Verme, che gli è stato concesso in signoria dal sovrano francese. A maggio assedia Rocca d’Olsizio con 2000 fanti, 200 lance ed alcuni pezzi di artiglieria; deve rientrare a Piacenza a causa delle forti piogge. Desiste infine da ogni iniziativa perché il Connestabile di Borbone lo richiama con le sue milizie per prendere parte all’ assedio di Brescia. | |
Lug. | Francia Venezia | Impero | Lombardia | A Castiglione delle Stiviere. Appoggia il Lautrec all’assedio di Verona. | |
Sett. | Veneto | Assedia Verona. Con il Lautrec e Teodoro da Trivulzio è presente al consiglio di guerra in cui si decide di spostare il campo a Villafranca di Verona a causa dell’arrivo nel capoluogo di rinforzi inviati ai difensori dall’imperatore. | |||
Ott. | Francia | Lascia Villafranca di Verona e rientra in Francia. | |||
Dic. | Francia | dal Verme | Emilia | Assedia Arcello nel piacentino per togliere tale castello ai dal Verme. L’azione fallisce per la mancanza di artiglierie. | |
1517 | |||||
Lug. | Ghibellini | Guelfi | Emilia | Suoi fautori muovono verso Mirandola da Boretto, Colorno e Parma in soccorso di Giovan Francesco della Mirandola. Sono sconfitti dalle truppe (di parte guelfa) del Trivulzio, scese in campo per difendere le ragioni su tale località della figlia del condottiero milanese Francesca. | |
Ott. | Francia | A Moulins per il battesimo del figlio del Connestabile di Borbone. Durante il suo soggiorno in terra transalpina i suoi beni sono amministrati dal fratello Giulio. | |||
Dic. | Francia e Lombardia | I francesi gli riconoscono la loro cittadinanza. A fine mese giunge a Milano. | |||
1518 | |||||
Gen. mar. | 90 lance | Piemonte Lombardia e Francia. | Resta in Italia solo tre mesi, durante i quali si sposa con Costanza del Carretto. Francesco I gli dona il parco di Pavia che comporta un’entrata annua di 3500 scudi e gli assegna anche Mirabello, il cui possesso è rivendicato dal Trivulzio come spettanza del superiore generale delle cacce, ufficio già del figlio Gianniccolò. Il sovrano, inoltre, gli assegna anche Castelnuovo Scrivia, anch’esso un tempo feudo del figlio del Trivulzio (entrate stimate in 7700 lire tornesi anno). Il Trivulzio si oppone a tale scelta: il consiglio della corona dà ragione al San Severino e condanna il rivale a pagare le spese. I suoi uomini d’arme alloggiano nell’astigiano. Molti di costoro son francesi. A metà marzo il San Severino riparte per la Francia. | ||
Giu. | Francia | Con altri dignitari presenzia all’incontro tra il re di Francia e quello d’Inghilterra (Enrico VIII), che si svolge il giorno del Corpus Domini in Val Doré, tra Guines ed Ardres. | |||
1519 | |||||
Apr. | Lombardia | Ospita per qualche giorno il Lautrec nel castello di Voghera. Da qui si trasferisce a Milano. | |||
Giu. | Lombardia e Francia | Prende parte ad un consiglio di guerra con il Lautrec ed i capitani francesi per approntare un piano di guerra contro gli svizzeri. In Francia gode di una rendita annua di 20000 scudi; gli è anche riconosciuta una pensione da parte del re. Rientra in Francia a corte. | |||
Nov. | Francia | Critica a corte la cattiva gestione del ducato di Milano da parte del Lautrec. Lo affiancano in tal senso il fratello Giulio, il Brion ed Anne de Montmorency. Nel corso dell’anno gli è concessa infeudo dal re di Francia Cusago. | |||
1520 | |||||
Giu. | Francia | Al seguito del re a Calais nell’incontro al Camp du Drap d’Or tra Francesco I ed il re d’Inghilterra Enrico VIII volto alla definizione di un trattato di pace tra i due stati. Nella circostanza prende parte ad un torneo. Nonostante l’età accetta la sfida del conte di Bedford, gli spezza le lance in tre assalti e lo sbalza da cavallo. | |||
Ott. | Lombardia | A Milano. | |||
1521 | |||||
Lug. | 60 lance | Lombardia | Sempre a Milano. Nell’imminenza del prossimo conflitto con gli imperiali gli è confermata la condotta di 60 lance. Suo luogotenente è il fratello Giulio. | ||
Dic. | Svizzera | A metà mese segue Francesco I in Svizzera dove il re si reca per tentare di riaggiustare con nuove leve le sorti del conflitto con gli imperiali a seguito della perdita di Milano. | |||
1522 | |||||
Gen. mar. | Francia | Impero Milano | 50 lance e 100 arcieri a cavallo | Piemonte Lombardia | Transita con Renato di Savoia ed il la Palisse per il San Bernardo ed il San Gottardo allo scopo di riconquistare il ducato di Milano. Il duca Francesco Sforza lo cita come ribelle. Costeggia il lago Maggiore; gli imperiali tentano di bloccare la sua marcia a Carbonara al Ticino; non vi riescono, sicché è in grado di raggiungere Monza e di assediare Milano. |
Apr. mag. | Francia | Sconfitto alla Bicocca segue gli svizzeri superstiti nella loro ritirata verso la Francia in compagnia dello zio del re Renato di Savoia e del la Palisse. | |||
1523 | Lombardia | Appoggia il Bonnivet all’assedio di Milano. | |||
1524 | |||||
Ott. | 100 lance | Lombardia | Asseconda il re in Lombardia nel suo ulteriore tentativo di riconquista del ducato di Milano. Tocca Vigevano, giunge a Pavia; con il duca di Alençon occupa il parco di Mirabello. | ||
1525 | |||||
Gen. | Lombardia | Galeazzo da San Severino è tra i generali francesi che consigliano Francesco I a lasciare Pavia ed a condurre l’esercito a Binasco o a Certosa di Pavia. | |||
Feb. | 100 lance | Lombardia | E’ presente alla battaglia di Pavia nella quale cade ucciso mentre tenta di difendere il re dalla cattura. Nello scontro muoiono con le armi in pugno o annegati nel Ticino mentre cercano una via di fuga, più di 8000 francesi contro 700 degli avversari. Galeazzo da San Severino è sepolto nella Certosa di Pavia: la sua tomba non è maoi stata trovata. Sue proprietà sono segnalate a Milano (un palazzo nel borgo delle Grazie, già appartenente a Tommaso Tebaldi, fuori Porta Vercellina e nei pressi del castello di Porta Giovia) ed una palazzina di caccia nelle vicinanze del castello di Bereguardo. Fa costruire a Vigevano la Rocca Nuova, trasformata nel 1495 in castello. Ritratto da Leonardo da Vinci (il dipinto si trova nella Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana di Milano) e da Alfred Durer. Ospita nel suo palazzo di Milano il matematico Luca Pacioli. Ricordato da Matteo Bandello in alcune novelle. Sposa Bianca Sforza, figlia naturale di Ludovico Sforza, e Costanza del Carretto, figlia del marchese del Finale Ludovico. |
CITAZIONI
-“El quale era bellissimo giostratore, ma per viltà e poca esperienza nella arte militare non punto atto a guidare uno campo.” GUICCIARDINI
-“Capitano di somma aspettazione.” PORZIO
-“Havia pocha reputation da’ soldati, né era amado perché non valeva un governo, tamen era valente di la sua lancia.” SANUDO
-“Di fortuna figliuolo.” ALBERTI
-“Il quale di tutti i fratelli Sanseverini era il meno esperto nell’armi e nell’arte militare il meno dotto.” ROSMINI
-“Celebre guerriero, che fiorì sul principio del secolo XVI; ebbe il soprannome di “Figlio della Fortuna”, ma piuttosto doveva chiamarsi “Figlio del valore e del coraggio”, avendo sempre dato luminosissime prove dell’uno e dell’altro.” MENSI
-“Beau parleur, adroit à la chasse et aux exercises du corps, fin courtisan..n’hésitant pas à se déshabiller pour jouer à la balle avec le roi (Carlo VIII). PERRENS
-“Grande huomo e bellicoso..Notabile nell’armeggiare.” SANSOVINO
-“Il était persuasif, élégant dans son langage comme dans ses habitudes, expert dans les choses de la guerre, et passait pour le plus habile jouter qu’on put voir.” DELABORDE
-“Signore illustre, in cui mostra natura/ Oggi sua gloria solo in farti onore/ Animo generoso, inclito core/ Chiaro intelletto, mente alta e sicura.” Da un’ode del Bellincioni riportata da MALAGUZZI-VALERI
-“Dall’altra parte el duca di milano/ Chiamò e dette el general bastone/ A maria galeazo e capitano/ El fe de le sue genti en su l’arcione/ Qual cavalcando poi di mano in mano/ Co lo stendardo al vento del biscione/ Honore e gloria de la lombardia/ Con molti gran signori in compagnia.” G. SENESE
-“..il duca di milano/…/ fece miser galeazo capitan/ che homo al fin parea assai prudente/…/ (Alla battaglia di Novara) Galeazo maria era valente/ ruppe la lanza e amatio (ammazzò) un francese/ e a mò un bon guerrier alto e possente/ la spada suo in man subito prese/ a chi tagliava braze a chi li dente,/ ne più persone morte a terra stese.” RINUCCINI
-“Ne l’arme dextro valoroso acorto/ per mantenire al so signor (il duca di Milano) el stato./…/Galeazo era in alexandria armato/ ne l’arme dextro valorosi acorti (accorto)/ per mantenire el so signor al stato/ ma poco l’arte val se (se è) chiuso el porto/ al bon nochier da schoge circundato/ e poco giova al rimedio e (è) el conforto/ quando el mal fonda nel cor la soa forza/ e sol riman le lor bella la scorza.” Da “La guerra del Turco e la presa di Modone” in GUERRE IN OTTAVA RIMA
-“Alla battaglia di Agnadello “Il gran scudiero da san severino/ che dir potrebbe quanto fu gagliardo/ col stocco in man coperto d’acial fino/ contra nemici lieve più che pardo/ …/ (Al seguito dl re Francesco I) Poi galeazzo da sanseverino/ honor de la sua degnia prole in terra/ sopra un destrier coperto d’acial fino/ con cento lancie de mastri da guerra/ seguiva armato come un paladino/ e ne le imprese sue giamai non erra.”/…/ (Alla battaglia di Ravenna) “Il gran scudiero di san severino/ seguitava costui ch’io vi ragiono/ sopra un destrier bardato d’acial fino/ che non altro non fu mai sì fiero & bono./ Era costui sì ardito, & peregrino/ che poneva la sua vita in abandono/ per acquistar ad ogni impresa honore/ riputando felice chi ben more.” DEGLI AGOSTINI
-“E degli uomini che noi oggidì conoscemo, considerate, come bene e aggraziatamente fa il signor Galeazzo Sanseverino, gran Scudiero di Francia, tutti gli esercizi del corpo; e questo, perché, oltre alla natural disposizione ch’egli tiene della persona, ha posto ogni studio d’imparare da buon maestri, ed aver sempre di sé uomini eccellenti.” B. Castiglione (da “Il Cortigiano”) Brano ripreso da A.D. ROSSI
-All’assedio di Rocca d’Olsizio. “E’ venuto il Gran Scudiero/ con suo gran bavaria,/ e cavalli e fantarie per la Rocca voler pigliare,/ ma in quella non potè intrare.” Da una canzone popolare riportata da ARCANGELI
-“Grand courtisan.” DUC
-Dal gennaio 1504 Sanseverino si trasferì in Francia, dove, in un primo tempo, fu accolto con diffidenza; le sue doti di perfetto cortigiano, che gli sarebbero valse le lodi di Baldassarre Castiglione (“Il libro del cortegiano”), ma soprattutto la necessità per il re di avere condottieri italiani alle proprie dipendenze, gli consentirono poi l’accesso alle cariche più esclusive della corte regia… Generoso mecenate, amava circondarsi di artisti, come attestano i suoi rapporti con Leonardo da Vinci, che nel 1491 organizzò una festa in costume nella sua dimora milanese, (e poi forse frequentato in Francia), oltre che con il matematico Luca Pacioli, alle cui lezioni di geometria sull’opera di Vitruvio era solito partecipare nella Milano degli Sforza; durante l’esilio in Germania si legò ad Albrecht Durer, che lo ritrasse a Norimberga nel 1503.” ALONGE
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