GABRINO FONDULO

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Last Updated on 2023/12/13

GABRINO FONDULO (Cabrino Fondulo) Di Soncino. Guelfo. Conte di Soncino e marchese di Castelleone. Signore di Cremona, Soresina, Robecco d’Oglio, Piadena, San Giovanni in Croce, Castelnuovo Bocca d’Adda, Maccastorna, Fidenza, Pizzighettone, Casalmaggiore, Castelleone e Gabbioneta.

1370 (marzo) – 1425 (febbraio)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
……………….Lombardia

Nasce nel quartiere ghibellino sito nei pressi della piazza del Monte di Pietà, detta piazza dei Guasti. Viene battezzato nella chiesa di San Giacomo. Compie i primi studi a Soncino.

1386
……………….Lombardia

Durante le feste di carnevale con i cugini Pranto offende i ghibellini Barbuò: ne nasce una rissa nella quale sono uccisi i suoi antagonisti; Gabrino Fondulo è invece ferito ad una spalla.

Giu.Lombardia

Si introduce nella casa di Filiberto Barbuò, corrompe uno stalliere ed uccide il rivale nella stalla a colpi di pugnale con alcuni suoi scherani. E’ fatto arrestare dal podestà di Soncino con il fratello Pagano;  viene condannato alla decapitazione. E’ salvato da un amico, Giuliano Chierasco, che induce le guardie della rocca a venire  meno ai propri doveri ed a farlo fuggire.

Sett.Lombardia

Si allontana travestito da Soncino, si ferma a Gallignano e vi uccide Luigi Barbuò; ripara a Cremona dove si unisce con l’amico Maffeo Moro ed il cugino Costanzo Fondulo. Si reca a Viadana e passa al servizio di Ugolino Cavalcabò.

1387
Apr.MilanoVeronaVeneto

Milita agli ordini di Ugolino Cavalcabò. Si trova al campo di Desenzano del Garda con Giovanni degli Ubaldini. Partecipa all’ espugnazione di Garda.

Ott.200 cavalliVeneto

Entra in Verona dopo un attacco portato alla Porta di San Massimo con Guglielmo Cavalcabò. Scorta Guglielmo Bevilacqua a Vicenza per incitare gli abitanti a darsi ai Visconti piuttosto che ai carraresi.

1388MilanoPadovaVenetoAffronta i carraresi agli ordini di Jacopo dal Verme.
1389MilanoFirenze200 cavalliToscanaPrende parte alla difesa di Siena.
1390
……………..ToscanaE’ segnalato sempre nel senese.
Stt.ToscanaCoadiuva l’azione di Jacopo dal Verme nel fiorentino.
1392
Sett.GuelfiMilanoLombardia

Si ribella al conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti. Si congiunge a Gazzuolo con i guelfi; al ritorno è catturato dal podestà di Cremona Giovanni Castiglione che lo fa incarcerare a Soncino; il fratello Pagano è  decapitato. Gabrino Fondulo riesce a fuggire dalla rocca con l’aiuto di Maffeo Moro, si porta a Castelletto e vi uccide Anselmo Barbuò della fazione avversa. Sorprende nottetempo l’avversario con la moglie nella loro stanza nuziale. Si rifugia a Viadana presso i Cavalcabò; stringe amicizia con Carlo Cavalcabò.

1395MilanoFirenze400 cavalliToscana

Viene inviato a Pisa con 400 cavalli per portare la città nell’orbita milanese; combatte in Toscana agli ordini di Alberico da Barbiano.

1396
Nov.ToscanaSi accampa nei pressi di Pisa con 500 cavalli. Ha l’occasione di diventare amico di Jacopo d’Appiano.
1397
……………..ToscanaGiunge sotto Firenze agli ordini di Alberico da Barbiano.
……………..MilanoMantovaLombardiaAffianca sempre il Barbiano nel mantovano ai danni di Francesco Gonzaga.
Ott.LombardiaDopo la battaglia di Borgoforte entra nel serraglio di Mantova.
……………….Lombardia

Ritorna a Soncino dove la madre sta per morire: durante la sua permanenza vi è una rivolta nella città. Gabrino Fondulo persuade gli abitanti a sottomettersi al duca di Milano: per il suo operato viene rimandato a Pisa alla corte di Gherardo d’Appiano.

1398GuelfiMilanoLombardia

Si sparge la notizia della morte del duca di Milano;  il condottiero si collega con altri guelfi ad Offanengo per devastare le terre dei ghibellini.

1399
Giu.Lombardia

Si impadronisce di Castelletto nei pressi di Soncino; vi uccide Luigi Barbuò e ne dà alle fiamme la casa; prosegue la sua azione con il devastare il territorio di Crema ove sono uccisi più di venti fautori della causa ghibellina.

1400
Mag.LombardiaCatturato dai viscontei, fugge dal castello di Soncino dove è stato incarcerato.
……………..GunigiLuccaToscanaCollabora con Ottobono Terzi in una spedizione ai danni di Lucca. Obiettivo è quello di permettere a Paolo Guinigi di insignorirsi della città
1401
……………..MIlanoFirenze ImperoLombardiaA Brescia, per fronteggiare le truppe dell’imperatore Roberto di Baviera.
Ott.MilanoBolognaEmiliaSegue Alberico da Barbiano contro i bolognesi. E’ tra i primi ad entrare in Dozza.
1402
……………..BolognaMilanoEmiliaUccide con le sue mani Antonio da Camerino, passato dagli stipendi del signore di Bologna Giovanni Bentivoglio a quelli del duca di Milano.
Giu.EmiliaPrende parte alla battaglia di Casalecchio di Reno.
AutunnoGuelfiGhibelliniLombardiaCon la morte di Gian Galeazzo Visconti si allea con gli altri guelfi lombardi per perseguitare gli aderenti della fazione ghibellina.
1403
Mar.Emilia

Con Giovanni da Vignate e Ottobono Terzi aiuta Manfredo Scotti ad entrare in Piacenza: la città è messa a sacco con le eccezioni della cittadella e delle fortezze di Sant’Antonio e di Sant’Antonino. Assedia nella cittadella Pietro da Bagno.

Apr.Lombardia

Ugolino Cavalcabò lo invia in soccorso dei guelfi di Crema; arriva vicino alla città con parecchi fanti e quattro spingarde, delle quali una è posta da Antonio Marchi nella chiesa della Santa Trinità di fronte al ponte del castello; le altre, davanti al castello della   piazza. Gentilino Suardi esce dalla fortezza e rimane ucciso da un colpo di artiglieria. Giorni dopo i ghibellini abbandonano il terreno.

Mag.CavalcabòCremonaLombardiaCoadiuva Ugolino Cavalcabò, di cui è divenuto amico da tempo,  e Giovanni Ponzoni, capo della fazione dei maltraversi, ad impadronirsi di Cremona.
Giu.  FirenzeMilanoLombardia

Con Ugolino Cavalcabò investe i castelli di San Luca e di San Michele;  si accampa intorno a quello di Santa Croce. Le prime due fortezze, mal presidiate e mal fornite di vettovaglie, gli si arrendono in meno di tre giorni:  la fortezza  San Luca sarà più tardi ampliata, mentre quella di San Michele sarà  distrutta. Ugolino  Cavalcabò si trova presto al comando di 2000 cavalli fornitigli dai fiorentini, di 800 fanti affidatigli dai carraresi, di 300 fanti di Viadana e di  altri 1200 fanti procuratigli dai guelfi locali; a costoro si aggiungono altri 2500 soldati delle compagnie di Ottobono Terzi,  600 di Bartolomeo Benzoni, 700 fanti e 700 cavalli guidati da Giovanni da Vignate,  1800 bresciani condotti da Pandolfo Malatesta,  altri 2000 bergamaschi capitanati da Francesco Suardi. Nel complesso si tratta di 12000 fanti e di 4000 cavalli senza contare le milizie rurali. Ugolino  Cavalcabò lascia il nipote Carlo all’assedio del castello di Santa Croce per incaricarlo in un secondo momento di assalire con 3000 fanti e 600 cavalli la fortezza di Pizzighettone ove hanno trovato rifugio molti ghibellini. Gabrino Fondulo prende d’assalto il castello di Santa Croce: nel combattimento restano uccisi più di 400 avversari. I prigionieri sono condotti a Cremona.

Lug.GuelfiGhibellini MilanoLombardia

Ai primi del mese Giovanni Ponzoni cambia partito, si collega con Rolando Pallavicini ed occupa di sorpresa Soncino: nell’ azione sono uccisi numerosi guelfi fra cui molti amici ed alcuni congiunti di Gabrino Fondulo. Il condottiero è segnalato invece a Pizzighettone. Lascia il comando del presidio di tale località a Maffeo Moro;  alla testa di 1000 fanti e di 500 cavalli scorre a Romanengo, entra in Castelleone uccidendo chiunque sia trovato con le armi in mano; fa decapitare Uguccione Pallavicini, fratello di Rolando, che ha cercato invano di nascondersi. Ne fa squartare il corpo e la sua testa sarà portata, infissa su una lancia, a Crema. Punta su Soresina e nei prati di Trigolo sorprende i ghibellini di Fontanella e di Soncino che si sono qui raccolti. 500 di costoro sono uccisi. Nel proseguo delle operazioni riscontra che Soncino è troppo munita rispetto alle forze che ha a disposizione;  ritorna pertanto a Cremona dove è richiesto da Ugolino Cavalcabò. Pietro Gambara, infatti, si è unito con i ghibellini fuoriusciti di Cremona capitanati da Corrado di Dovara. Gli avversari si accampano ad Isola Dovarese dopo avere distrutto e dato alle fiamme la terra di Carzago Riviera, appartenente ai Cavalcabò. Gabrino Fondulo ed Ugolino Cavalcabò prendono la strada di Cicognola e di Monticelli Ripa d’Oglio;  assalgono gli avversari nel loro campo. In tre ore i ghibellini sono disfatti. Sono ora attaccate le terre di Rolando Pallavicini.

Ago.Lombardia

Ritorna a Cremona e costringe alla resa a patti il capitano visconteo Giorgio Crivelli. Consiglia Ugolino Cavalcabò a convocare a Cremona Giovanni Ponzoni: costui poco dopo sarà fatto avvelenare.

Nov.Lombardia

A metà novembre Ugolino Cavalcabò viene nominato signore di Cremona nella cattedrale cittadina. Seguono festeggiamenti per più giorni ed un torneo in cui   Gabrino Fondulo ha modo di distinguersi. A fine mese è inviato in soccorso dei guelfi di Crema con 400 lance e quattro piccoli pezzi di artiglieria, dei quali, più tardi, uno sarà collocato sulla porta della chiesa della SS. Trinità di fronte al ponte del castello e gli altri tre al rastrello della piazza. Gentilino Suardi è ferito da un colpo di artiglieria alla coscia durante una sortita. I suoi  partigiani allora lasciano la difesa per accompagnarlo a Bergamo. Nello stesso momento della loro uscita dalla fortezza le milizie di Gabrino Fondulo approfittano dell’ occasione per scalare le mura e chiudere le porte alle loro spalle. Il condottiero preme per attaccarli; Giorgio Benzoni lo convince a far sì che  gli avversari ritornino incolumi a Bergamo.

1404
Gen.LombardiaPresta soccorso in Brescia ai guelfi attaccati dai ghibellini di Pietro Gambara.
Mar.EmiliaA metà mese entrano in Piacenza con le sue truppe Manfredo Scotti e Giovanni da Vignate. La città si rivolta ai danni dei ghibellini e dei seguaci dei filoviscontei Anguissola (i cosiddetti modoghesi).  Le case di questi ultimi sono sottoposte al saccheggio.
Nov.LombardiaViene inviato nel bresciano con 500 cavalli e 1000 fanti allo scopo di coadiuvare Pandolfo Malatesta.
Dic.Lombardia

Attraversa l’Oglio a Robecco d’Oglio; è sconfitto a Manerbio da Astorre Visconti. Dopo cinque ore di combattimento Ugolino Cavalcabò decide di andare a raggiungere di persona le forze di riserva, collocate in precedenza nelle vicinanze, con la sola scorta dei nipoti Cesare e Marsilio e di cinque uomini d’arme. Il Cavalcabò viene catturato da un folto manipolo di soldati bresciani nascosti in un bosco vicino. Gabrino Fondulo chiama l’esercito a raccolta; Carlo Cavalcabò ordina la ritirata dopo avere proposto una tregua ad Astorre Visconti: sarà l’Oglio a fare da confine alle terre controllate da guelfi e  da ghibellini. Carlo Cavalcabò si proclama signore di Cremona ed il condottiero lo accompagna nel rientro in città. Presto entrerà in urto con il nuovo signore perché costui non ha nessuna intenzione di intervenire sul duca di Milano a favore di Ugolino Cavalcabò allo scopo di mantenere il suo dominio in Cremona.

1405
Gen.MilanoLombardia

Per il suo appoggio a Carlo Cavalcabò ottiene da quest’ultimo in feudo Maccastorna. E’ inviato dal duca di Milano in soccorso del castello Cidneo di Brescia: giunto a Palazzolo sull’ Oglio decide di fermarsi. Rientra a Milano.

……………….Lombardia

Si muove nel cremasco per aiutare Giorgio Benzoni; si scontra con gli avversari ad Ombriano;  si sposta a Bergamo. L’ambizione spinge ora Gabrino Fondulo a cercare per sé la signoria di Cremona. Contatta i Rossi ed ottiene la mano di Giustina dei Rossi, nipote di Pietro. Conduce la donna per poterla sposare nel castello di Maccastorna dove si reca con una grossa squadra di cavalli. Nel contempo allarga il cerchio delle proprie amicizie sia tra i guelfi (i Rossi) che tra i ghibellini tramite Maffeo Moro ed il cugino Giovanni.

Mag.CremonaPallaviciniLombardia

Espugna la rocca di San Giovanni in Croce appartenente a Rolando Pallavicini. Sempre nel mese si reca a Lodi per il matrimonio di Carlo Cavalcabò con una figlia di Giovanni da Vignate.

Giu.Emilia

D’accordo con gli Scotti Pandolfo Malatesta e Carlo Cavalcabò si impadroniscono di Piacenza; anche il Fondulo   penetra  nella città con 200 lance cremonesi; cattura 160 ghibellini e mette a sacco molte case dei rivali di fazione  in particolare  quelle  di proprietà degli Anguissola. Dopo soli quattro giorni è costretto ad abbandonare la città per l’ ingresso in essa di 1000 cavalli condotti da Francesco Visconti, da Ottobono Terzi e da Facino Cane che approfittano dell’ occasione per massacrare, a loro volta, i guelfi.

Lug. ago.Lombardia

A Maccastorna muore la moglie a causa di una violenta febbre. A fine agosto ospita nel suo castello Pietro dei Rossi, scacciato da Ottobono Terzi da Parma. Gli è proposto un secondo matrimonio con la milanese Pomina dei Gavazzi della Somaglia, il cui padre è imparentato con i Rossi. Nel febbraio dell’ anno seguente avranno luogo le nozze dopo un viaggio a Milano di Pietro dei Rossi: la dote della moglie è di 1000 fiorini.

Dic.LombardiaStipula una tregua di un mese e quattro giorni con il duca di Milano Giovanni Maria Visconti.
1406
Gen. lug.CremonaParmaLombardia

Agli inizi del mese Ugolino Cavalcabò riesce a fuggire da Milano giovandosi del disordine generale;  rientra nel cremonese; giunge a Cava Tigozzi e vi viene arrestato dal congiunto Carlo: Gabrino Fondulo si pone come paciere e fa nominare come castellano del castello di Santa Croce il suo seguace Maffeo Moro. Trama a sua volta per insignorirsi di Cremona;  contatta il figlio di Giovanni da Vignate per conoscere il suo pensiero al riguardo; altri rapporti ha con Ottobono Terzi cui invia  Niccolò da Tolentino per proporgli un patto di alleanza; invia pure alla corte milanese il giurista Marco Zucco per spiare le intenzioni di Andreasio Cavalcabò favorevole alla causa del congiunto Carlo. Alla notizia che quest’ultimo ha fatto uccidere da Maffeo Moro Ugolino Cavalcabò  e che si è anzi accordato con il duca di Milano per fare ammazzare lo stesso Fondulo, Gabrino chiama a Maccastorna in segreto il Moro, il cugino Giovanni Fondulo ed i giuristi Raffaino Zaccaria e Bartolomeo Pesce; induce lo Sparapano, che gli è stato inviato da Ottobono Terzi, a recarsi a Cremona per entrare nel castello cittadino controllato dal medesimo Moro. Da parte sua raggiunge  Maccastorna con Niccolò da Tolentino ed il Biancarello. Allorché Carlo Cavalcabò lascia Milano (luglio), muove alla sua volta con il Biancarello e 50 lance e lo incontra a Codogno: con il signore di Cremona sono anche Andreasio Cavalcabò, i nipoti Ludovico e Giacomo Cavalcabò che militano agli stipendi viscontei, e Bolognino Boccatorta. Gabrino Fondulo accompagna tutti nel castello di Maccastorna, ove gli ospiti sono accolti dalla moglie e da Niccolò da Tolentino. E’ organizzato un convito per festeggiare la nascita del figlio avvenuta negli stessi giorni. Due versioni ora: nella prima Ugolino è ancora vivo e prende parte con gli altri Cavalcabò al banchetto. Al termine della festa Gabrino Fondulo ordina ai suoi scherani di uccidere tutti i convitati: Ugolino e Carlo Cavalcabò sono ammazzati in questa occasione con settanta dei principali cittadini di Cremona. Seconda versione: quando gli ospiti (Ugolino non compare perché già fatto uccidere dal nipote) si ritirano nelle loro stanze Gabrino Fondulo ordina a Niccolò da Tolentino di accompagnare la moglie a Cremona ed al Biancarello (con l’aiuto di tre sicari) di uccidere Carlo ed Andreasio Cavalcabò presenti al convito: il primo viene strangolato ed il secondo sgozzato. Sono pure scannati Giacomo e Lorenzo Cavalcabò ed un loro compagno di nome Bombeccari. Sono, da ultimo, trucidati due  camerieri e quattro soldati che dormono in stanze separate ( i primi  strangolati, gli altri pugnalati nel sonno). I corpi degli uccisi sono tutti buttati in una latrina; la medesima sorte tocca in particolare a Bolognino Boccatorta, capitano degli uomini d’arme di Carlo Cavalcabò, che anni prima ha partecipato all’ uccisione di Giovanni Bentivoglio a Bologna. Costui è  gettato vivo in un letamaio. Non stanco Gabrino Fondulo ordina a Maffeo Moro di uccidere anche Marsilio e Cesare Cavalcabò che non si trovano a Maccastorna. Il condottiero si reca subito dopo a Cava Tigozzi dove gli si fanno incontro Niccolò da Tolentino, Maffeo Moro, Giovanni Fondulo e lo Sparapano: entra con il primo capitano in Cremona per la Porta di San Luca;  ordina allo Sparapano di dividere le sue truppe in cinque squadre per sorvegliare le varie porte cittadine.  A questo punto vi sono ancora  due versioni. Nella prima il Fondulo proclama Ottobono Terzi, rappresentato dallo Sparapano, signore della città; il giorno seguente organizza una rassegna delle milizie parmensi fuori le mura di Cremona. All’ improvviso Gabrino Fondulo ritorna al galoppo in città, fa alzare il ponte levatoio e chiudere le porte agli uomini del Terzi. Si fa riconoscere signore di Cremona. Nella seconda versione entra in Cremona con i suoi uomini d’arme alla cui testa si trova Niccolò da Tolentino. E’ acclamato e festeggiato dal popolo. Convoca il consiglio generale e viene eletto, a maggioranza, signore della città. Ottenuto l’appoggio degli abitanti provvede a fare scacciare dalle porte le guarnigioni parmensi dello Sparapano per impedire ad Ottobono Terzi di divenire signore anche di Cremona. Leonardo di Sommo è creato presidente del consiglio di guerra (gli succederà il Moro); Maffeo Moro ha l’incarico del comando del presidio di Cremona; Giovanni Fondulo ha il compito della guardia del castello di Santa Croce; Niccolò da Tolentino è avviato alla conquista di Viadana. Fa radere al suolo le case dei Cavalcabò e dirocca il castello di Robecco d’Oglio. Del consiglio di guerra fanno parte anche Giovanni Fondulo, l’Ariberti, il Malombra e Niccolò da Tolentino.

Ago.Lombardia

Stipula una tregua di quattro mesi con Carlo Malatesta, che regge il ducato di Milano per conto di Giovanni Maria Visconti.  Ottiene nominalmente in feudo Soncino.

Sett.CremonaLodi ParmaLombardia

Assedia in Viadana la vedova di Ugolino Cavalcabò. Si collegano ai suoi danni Giovanni da Vignate, suocero di Carlo Cavalcabò ed Ottobono Terzi, deluso nelle sue speranze di impadronirsi di Cremona.

Ott.CremonaPallavicini Lodi ParmaLombardia ed Emilia

Giovanni da Vignate corrompe un suo uomo, il Bellino nativo di Bergamo, che introduce in Maccastorna 30 soldati travestiti da contadini. Costoro  catturano il Biancarello e si impadroniscono del castello. Gabrino Fondulo si allea con gli Scotti ed altri fuoriusciti di Piacenza; alla testa di 200 lance compie una scorreria nei territori  degli Anguissola e dei Landi; entra in Piacenza; i ghibellini si rifugiano nella cattedrale con i loro beni più preziosi. Gabrino Fondulo, incurante del luogo sacro, li fa derubare delle loro sostanze. Rientra a Cremona carico di bottino e di prigionieri anche perché Ottobono Terzi  si sta rivolgendo contro la città con numerose forze. Intima a Giovanni da Vignate la restituzione del castello di Maccastorna, di Castelnuovo di Bocca d’Adda e di Maleo senza alcun effetto. Lascia Maffeo Moro alla guardia di Cremona; Giovanni Fondulo alla guardia del castello di Santa Croce; il Malombra e Niccolò da Tolentino alla guardia delle minori rocche di San Michele e di San Luca; nomina governatori a Casalmaggiore Luchino Ponzoni e Lorenzino Ala a Castelleone. Si muove quindi con sei compagnie di cavalli, comandate da Bernardo Zaccaria, Gian Antonio Mainardi, Giacomino Sfondrati, Muzio Botta, Tebaldo Picenardi ed il marchese Antonio Pallavicini, nel complesso 1200 cavalli) e dodici compagnie di fanti. Vi è un intervento di Niccolò d’Este a favore dei Cavalcabò per cui egli firma con la signora di Viadana una tregua di otto anni. Devasta una volta di più le terre di Rolando Pallavicini, porta le sue depredazioni nei contadi di  Cortemaggiore, di Soarza, di Besenzone e di  San Martino. Solo nel 1407 farà erigere da Maffeo Moro il castello di San Giovanni in Croce.

1407
Feb.GuelfiGhibelliniLombardia

Si allea con il duca di Milano, i veneziani, il cardinale Baldassare Cossa, Pandolfo Malatesta contro Facino Cane ed altri capi ghibellini, come Francesco ed Antonio Visconti che controllano il castello di Cassano d’Adda, e Gabriele Maria Visconti, fratello naturale del duca. Invia nel bergamasco 200 fanti (agli ordini di Giacomo Offredo) per coadiuvare l’azione di Jacopo dal Verme e di Ottobono Terzi ai danni degli avversari. Jacopo dal Verme lo riconcilia nell’ occasione con il Terzi.

Mar.Viene aggregato dalla Serenissima alla nobiltà veneta.
Mag.CremonaSoncino PallaviiciniLombardia

Ottiene una tregua di sei mesi con il duca di Milano Giovanni Maria Visconti: come contropartita dichiara di essere interessato solo alla signoria di Soncino; di Cremona   ha solamente il deposito per conto del duca di Milano. Forte dell’ investitura raduna 600 cavalli e 2000 fanti che, agli ordini di Bernardo Zaccaria e di Niccolò da Tolentino,  si collocano sotto Soncino. I Barbuò, che controllano la città per conto dei Pallavicini, sono   informati del suo prossimo attacco da un  capitano dello stesso Fondulo, Tebaldo Picenardi.  Il condottiero invia a Soncino Tommaso Cropello per chiedere la capitolazione  ai Barbuò. La richiesta non ha esito positivo; tuttavia il suo consigliere riesce a scoprire il nome dei colpevoli del tradimento. Il Picenardi viene scoperto ed è subito decapitato a Cremona nella pubblica piazza con il fratello Comino ed il padre Pandolfo. Altri rivali politici saranno uccisi, chi strangolato (Giacomo Cadegnari), chi bruciato vivo a fuoco lento (Giovanni da Sesto, accusato di coniare moneta falsa). Più tardi il Fondulo domerà, pure, una ribellione suscitata a Gazzo da alcuni fuoriusciti che terminerà con la cattura e la decapitazione di 2 nobili ghibellini Lorenzo e Robertino Guazzoni.  Perseguita 20 persone sorprese a cantare una satira scritta in occasione della nascita del figlio Pandolfo. L’autore dell’operina (Giovanni Lautieri) sarà scoperto dopo sette mesi di indagini e sarà condannato ad essere sepolto vivo.

Sett.LombardiaStipula una tregua di otto anni con i Cavalcabò di Viadana su sollecitazione del marchese Niccolò d’Este.
1408
Apr.CremonaParma LodiLombardia EmiliaGiunge a Torricella per affrontare Ottobono Terzi. Dà alle fiamme numerose case, cattura molti uomini e razzia molto bestiame.
Mag.

Si allea con Gian Francesco Gonzaga, il marchese di Ferrara, il duca di Milano e Pandolfo Malatesta per abbattere Ottobono Terzi. Il Fondulo invia in soccorso degli alleati tre compagnie di fanti (comandate da Giacomo Ala, da Delfino Manara e da Cristoforo Piasio) e due squadre di cavalli condotte da Bernardo Zaccaria e da Muzio Botta. Il comando di tali truppe è affidato al podestà di Cremona Pietro Fusi.

Giu.Lombardia ed Emilia

Giunge con 6 galeoni sul Po fino a Dosolo e dà alle fiamme i mulini di Vianino. Batte Ottobono Terzi e Guido Torelli a Castelponzone in uno scontro nel quale tra gli avversari sono uccisi 200 uomini e ne sono catturati altri 300 tra cavalli e fanti. Le sue truppe avanzano fino alla riva del Po dove molti parmensi affogano nel tentativo di reimbarcarsi. Con il concorso di 4 galeoni estensi cerca di sbarcare a Brescello ed a Guastalla: azione analoga ha, invece, successo a Portiolo, località data più tardi alle fiamme. Raggiunge  Casalmaggiore. Con la vittoria il signore di Lodi  avvia trattative di pace con Gabrino Fondulo. Giovanni da Vignate gli promette di staccarsi dall’ alleanza col Terzi e di restituirgli Maccastorna, Castelnuovo di Bocca d’Adda e Meleti, località perse in precedenza dal signore di Cremona.

Lug.

Invia 300 fanti in soccorso di Pietro dei Rossi. Nello stesso mese è abbandonato da Bonifacio e da Boldrino da Gazzo che defezionano nel campo del Terzi.

Ago.EmiliaOttiene dai Pallavicini la bastia di Castione presso Borgo San Donnino (Fidenza).
Sett.LombardiaBordolano segue l’esempio dei da Gazzo e si dà al signore di Brescia Pandolfo Malatesta.
Ott.Viene investito di Castelvisconti dal duca di Milano.
1409
Mar.LombardiaSi rappacifica con Ottobono Terzi.
Apr.CremonaMilanoLombardia

Combatte Facino Cane. Viene  ancora investito  di Soncino dal duca di Milano;  ne è eletto conte con il consenso del governatore di Milano Carlo Malatesta. Nella realtà quest’ ultimo non gli permetterà mai di occupare Soncino per cui si dovrà accontentare  solo del titolo onorifico di conte di tale città.

Mag. giu.CremonaVeneziaLombardia

Si scontra con i veneziani che mirano al possesso di Viadana. Si collega con il  Boucicaut contro il duca di Milano. Recupera Casalmaggiore e si accosta a Viadana: la marchesa gli invia Angelo Balestrazzo; Gabrino Fondulo libera i veneziani da lui fatti prigionieri. Ai primi di giugno si impadronisce di Gazzo; distrugge il paese e decima gli abitanti che gli si sono ribellati.

Lug.CremonaMilanoLombardiaSi unisce a Fombio con le truppe del signore di Lodi Giovanni da Vignate e con quelle del signore di Crema Giorgio Benzoni. E’ pronto ad assalire il milanese.
Ago.Emilia e Lombardia

Entra in Piacenza dopo un assalto di tre ore; si dirige, quindi, a Lodi e, subito dopo, entra in Milano a fianco del Boucicaut e dei signori di Lodi e di Crema: a Porta Romana gli viene incontro il duca di Milano.

Sett.Lombardia

Viene armato cavaliere dal Boucicaut nella chiesa di Santa Tecla alla presenza del duca di Milano. Rinnova l’alleanza con i  da Vignate ed i Benzoni e fa pressione sulla guarnigione francese di Piacenza affinché la città pervenga in potere del signore di Lodi.

Nov.CremonaPallaviciniEmilia

E’ chiamato in soccorso da Antonio, Ambrogio, Niccolò e Giberto Terzi, assediati in Fidenza da Rolando Pallavicini; attraversa il Po con un buon numero di cavalli e di fanti ed entra nella città senza contrasti. Sconfigge le milizie dei Pallavicini, fa prigionieri  i Terzi facendoli rinchiudere nelle carceri di Cremona.  Prende possesso anche di Colorno, di Brescello e di Guastalla. Vende la rocca di Fidenza a Rolando Pallavicini, che, peraltro, ha già il possesso della città.

1410
Mar.LombardiaCon la mediazione della Serenissima firma una tregua di un anno con il signore di Soncino Giovanni da Terzo.
Ago.

Informa i veneziani che Brunoro della Scala e Marsilio da Carrara si sono rifugiati presso il duca d’Austria ed hanno in corso alcune trattative con cittadini di Verona e di Padova.

1411
……………….CremonaBresciaLombardia

Si collega con Facino Cane dopo averlo contattato tramite il suo capitano di fanti Giacomo Ala. Presa la strada di Castelleone tocca Mozzanica e giunge a Calcio sulle rive dell’ Oglio. Ordina a Muzio Botta di spostarsi  nel bergamasco, ad Urago d’Oglio, per unirsi con le milizie di Facino Cane: il conflitto continuerà per tutta la primavera.

EstateLombardia

Fa distruggere il piccolo castello di Villarocca sull’Oglio per impedire che cada nelle mani degli avversari. Invia Muzio Botta in soccorso di Uguccione Contrari che, per conto degli estensi, sta desolando le terre di Rolando Pallavicini.

Dic.Lombardia

Lascia a Cremona 200 fanti e 80 cavalli;  raggiunge Muzio Botta sotto Soncino.   Medita di passare all’ assedio di tale località. Richiama parte delle guarnigioni di Salvirola e Mozzanica; colloca un forte presidio a Fontanella ed a Calcio, si impadronisce dei castelli di Pumenengo (tramite il Grasso) e di  Gallignano ove cattura Cristoforo Barbuò con il figlio Lancillotto e Gabrino Barbuò: costoro sono fatti legare sul dorso di tre cavalcature, sono condotti a Cremona e fatti precipitare vivi dall’alto del Torrazzo. Acquistati dai veneziani 6 cannoni di ferro utilizza tali pezzi di artiglieria per battere le mura di Soncino. Prima di iniziare il bombardamento tenta di convincere alla resa il cugino Giacomo di Covo, che ha sostituito Giovanni da Terzo alla difesa della piazza.

1412
Gen.Lombardia

Hanno inizio le operazioni. Pandolfo Malatesta gli invia contro Giovanni da Terzo. Costui, alla testa di 300 cavalli, varca l’Oglio dalla parte di Orzinuovi, coglie  nottetempo impreparati gli uomini di Gabrino Fondulo che dovrebbero sorvegliare il campo, ed entra in Soncino. Nello scontro sono uccisi 200 cremonesi tra cui Muzio Botta, accorso in fretta  ai primi rumori. Il signore di Cremona abbandona l’assedio, rientra nella sua città e riordina le sue truppe in attesa della primavera.

Mar.LombardiaL’antipapa Giovanni XXIII (il cardinale Baldassarre Cossa) nomina il congiunto Costantino Fondulo vescovo di Cremona.
……………….Lombardia

Si allea con Taddeo da Martinengo ed Antonio Nassino; occupa tutti i castelli posti sulla sinistra dell’Oglio. Pandolfo Malatesta incarcera i due cospiratori.

Dic.LombardiaStipula una tregua con il nuovo duca di Milano Filippo Maria Visconti.
1413
…………….  Lombardia

Invia a Cividale del Friuli, dove si trova l’imperatore Sigismondo in guerra con i veneziani,  il Granello, espulso a suo tempo da Cremona da Ugolino Cavalcabò. Costui presenta all’ imperatore gli omaggi di Gabrino Fondulo ed esprime il desiderio del signore di Cremona per una sua presenza in Lombardia onde farsi incoronare re. Il Fondulo viene ricompensato con la carica di vicario imperiale di Cremona; gli sono confermati i titoli di conte di San Giacomo e di marchese di Castelleone già conferitigli dal duca di Milano. Altre onorificenze sono distribuite tra i  suoi famigliari.  Nel contempo tramite il vescovo cittadino contatta a Bologna l’antipapa Giovanni XXIII: si augura che antipapa ed imperatore si possano incontrare a Cremona per discutere del prossimo concilio.

Nov.LombardiaScorta a Robecco d’Oglio l’antipapa assieme con il vescovo di Cremona.
1414
Gen.LombardiaA metà mese giungono a Cremona l’imperatore e l’antipapa. Gabrino Fondulo li riceve splendidamente: d’altra parte proprio in previsione di tale visita ha imposto sin da novembre ai suoi sudditi una tassa speciale per fare fronte ai festeggiamenti. L’antipapa viene ospitato nel palazzo vescovile; l’imperatore nel palazzo di città in via Baldesio. Giovanni XXIII giunge da Castelnuovo ed entra in città per Porta Po; Sigismondo d’Ungheria vi entra per la Porta di Santa Lucia. Dopo due giorni gli ospiti lasciano Cremona per raggiungere Mantova: Gabrino Fondulo   accompagna gli ospiti verso Sabbioneta. Si racconta che in  occasione della loro visita abbia condotto antipapa ed imperatore  sul Torrazzo e che sia stato preso dalla tentazione di fare gettare entrambi dall’ alto. Negli stessi giorni si allea con Gian Francesco Gonzaga ai danni dei marchesi di Viadana.
Lug.CremonaBrescia Milano MantovaLombardia

Alla notizia di un accordo  stipulato a Milano fra Filippo Maria Visconti e Pandolfo Malatesta  rinnova tutte le guarnigioni delle rocche sottoposte al suo controllo;  fa perlustrare i confini del suo stato. Molesta il Malatesta muovendo da Acquanegra sul Chiese, Canneto sull’Oglio ed Ostiano; viene ripetutamente battuto finché il rivale gli toglie 18 castelli giungendo presso le mura di Cremona. Assediato nella città, il Fondulo esce con Luchino Ponzoni per il castello di Santa Croce mentre altre sortite sono portate dalla Porta di San Luca da Marsilio Fondulo e da Porta  Ognissanti da Antonio Pallavicini. In quattro ore il Malatesta viene sconfitto; è, inoltre, obbligato a ritirarsi a Robecco d’Oglio con la perdita di 300 uomini tra morti e feriti, di 4 cannoni di ferro e la cattura di 1000 soldati.

……………….Lombardia

Viene stipulata una tregua fra le parti. Gabrino Fondulo è costretto a riconoscere al rivale una forte somma a titolo di indennizzo per le spese di guerra ed a lasciare nelle sue mani le terre perse nel recente conflitto.

Sett.LombardiaOspita nuovamente a Cremona Giovanni XXIII, diretto al concilio di Costanza. Lo scorta sino a Lodi.
1415
Gen.Lombardia

Con la mediazione degli ambasciatori veneziani si rappacifica con Filippo Maria Visconti;  si reca a Milano; nel castello di Porta Giovia è investito dal duca di Castelleone e di Cremona. Il territorio della città è eretto a contea e comprende, oltre le località da lui effettivamente controllate, anche altri centri che gli sono stati tolti nell’ultimo conflitto dal signore di Brescia. Presta il giuramento di fedeltà e si impegna di mettere a disposizione del duca 300 cavalli per sei mesi, nonché ad armare sul Po alcuni galeoni. Testimoni dell’atto sono Filippo Arcelli, Guido Torelli ed Andreino degli Ubertini.

Mag.LombardiaL’imperatore Sigismondo  ristabilisce in Cremona l’università sciolta nel 1400.
Giu.LombardiaRinnova la tregua con Pandolfo Malatesta.
Lug.CremonaViadana BresciaLombardia

Si allea con i Gonzaga contro i Cavalcabò di Viadana ed occupa alcuni territori; ne segue un nuovo conflitto con Pandolfo Malatesta al cui termine acconsente di riconoscergli ancora una volta una certa somma di denaro.

AutunnoCremonaMilanoLombardia

Si allea con il signore di Piacenza Filippo Arcelli, Pandolfo Malatesta, Niccolò d’Este e Giovanni da Vignate ai danni del duca di Milano Filippo Maria Visconti.

1416
Mar.LombardiaI veneziani gli rinnovano i privilegi concessigli in precedenza.
Mag.LombardiaSi reca in visita a Soncino con Maffeo Moro. Rinuncia all’ alloggio d’onore per accettare l’ospitalità offerta dai congiunti.
Giu.Lombardia

Riceve in soccorso dagli estensi 6 grosse navi al comando di Niccolò da Baisio.

Lug.Lombardia

Viene firmata tra gli alleati ed il duca di Milano una tregua di due anni nella quale  Gabrino Fondulo viene dichiarato aderente del marchese di Ferrara. I patti verranno rotti dopo soli quindici giorni allorché Filippo Maria Visconti fa arrestare il figlio di Giovanni da Vignate, venuto a visitarlo, da Oldrado Lampugnani mentre sta uscendo dagli appartamenti del duca.  L’accusa è di avere cercato  di prendere possesso del castello di Melegnano. Il giovane è messo in catene. Il padre si reca a Milano per ottenerne la liberazione; è, a sua volta,   incarcerato. In breve i ducali si impossesseranno di Lodi con la forza ed i due da Vignate saranno strangolati in prigione. I loro cadaveri saranno fatti attaccare alle forche di Porta Vigentina.

1417
Gen.CremonaMilanoLombardiaIl duca di Milano rompe ufficialmente la tregua.
Giu.Lombardia

Il Carmagnola occupa Soncino. Allorché tale condottiero ritorna nel piacentino Gabrino Fondulo esce da Cremona dalla parte del castello di Santa Croce.

Lug. ago.Lombardia

Punta su Castelvisconti di cui cattura la guarnigione. Chiede soccorsi a Pandolfo Malatesta facendo presente i pericoli che stanno correndo il cremonese ed il bresciano. Da Quinzano d’Oglio si muove il Biancarello; da Pontevico Niccolò da Tolentino. I due condottieri in meno di sei giorni si collegano a Castelvisconti con le truppe di Gabrino Fondulo. Il signore di Cremona, da parte sua,  non si rivela certo  inoperoso  di fronte all’ offensiva degli avversari. Spedisce truppe a Castelleone; tiene un consiglio di guerra con il Biancarello e Niccolò da  Tolentino; decide di dividere l’esercito in due schiere lasciando nel campo di Annicco una forte riserva. Si pone al comando di una schiera mentre l’altra è condotta da Niccolò da Tolentino. Il Biancarello resta invece al fianco del Fondulo. Punta su Pieve Delmona alla cui difesa si trovano 500 cavalli: nello scontro sono fatti prigionieri 300 cavalli, 50 fanti e 100 fuoriusciti che sono condotti in catene nel castello di Cremona. Impossessatosi di una notevole quantità di vettovaglie, si sposta a Castelponzone ove penetra il Biancarello, mentre egli si impadronisce (dopo tre giorni di assedio) di Casteldidone. Subito dopo recupera Pescarolo, Soresina, Casalbuttano, Casalmorano, Grumello Cremonese. Dà l’incarico al Biancarello di espugnare San Giovanni in Croce: la popolazione proclama Pandolfo Malatesta per proprio signore. Il Biancarello ristabilisce l’ordine sostituendo il presidio composto di soldati bresciani con uno di armati cremonesi. Analoghi successi riporta Niccolò da Tolentino nella sua azione.

Sett.Lombardia ed Emilia

Occupa Pumenengo. Di seguito si reca a Parma per un consiglio di guerra con Bartolomeo Arcelli e l’estense Uguccione Contrari: nella città è alloggiato con 60 cavalli da Jacopo Fulchini. Punta su Castelguelfo.

Ott.EmiliaSi accampa nei pressi di Zibello con Bartolomeo Arcelli ed Uguccione Contrari.
Nov.LombardiaSi impadronisce di Bordolano. Espugna Maccastorna.
Dic.EmiliaE’ segnalato sempre nelle vicinanze di Zibello.
1418
InvernoLombardiaHa vari incontri con Pandolfo Malatesta a Robecco d’Oglio ed a Quinzano d’Oglio.
PrimaveraLombardia

Rimette in ordine le proprie truppe. Riconquista Bordolano ed occupa Fiesco le cui guarnigioni si arrendono a discrezione. Il marchese di Ferrara gli consegna Zibello.

Mag.Lombardia

Scorre verso Pumenengo (cattura di 60 contadini ed uccisione di altri 6); si accampa sotto Soncino e riconquista la località dopo un assedio durato quattro mesi.

Ott.LombardiaIl nuovo papa Martino V, reduce dal concilio di Costanza, si incontra a Brescia con Pandolfo Malatesta; si attiva per una pace separata tra il signore di Brescia ed il duca di Milano. Gabrino Fondulo si vede escluso e chiede la mediazione dei veneziani.
1419
Feb. mar.Lombardia

Tenta, invano, di essere incluso nella pace che si conclude tra il duca di Milano ed il signore di Brescia; a nulla serve l’ intercessione dei veneziani a suo favore (aprile, Maffeo Moro in missione  a Venezia). A marzo si riavvicina a Pandolfo Malatesta: i 2 signori comprendono che per sopravvivere devono combattere insieme il duca di Milano.

Mag. giu.Lombardia

Il Carmagnola invade ancora il cremonese; Gabrino Fondulo si attenda fra Pianengo e San Pedrengo; perde Pizzighettone e Soncino;  non è più in grado di difendere Cremona. Offre inutilmente la città ai veneziani; la propone in vendita anche a Pandolfo Malatesta. Gli sono inviate  truppe in soccorso agli ordini di Niccolò da Tolentino e del Biancarello.

……………….Lombardia

Il Fondulo attraversa l’Oglio ed infesta la sponda bresciana ove occupa le rocche di Ostiano, di Pontevico e di Quinzano d’Oglio; si rafforza sui prati di Vidiceto. Tramite Gian Francesco Gonzaga si accorda con Pandolfo Malatesta accettando lo scambio di signorie (la Riviera di Salò in cambio di Cremona). Il duca di Milano  Filippo Maria Visconti lo fa contattare da un suo amico, Oldrado Lampugnani, tra l’altro padrino di battesimo di uno dei suoi figli, che gli propone una tregua d’armi a tempo indefinito e la conservazione dei possessi bresciani.

Ott.Lombardia

I ducali rompono la tregua ed occupano Pontevico e Robecco d’Oglio; lo obbligano a ripiegare nel cremonese ove dispone una linea difensiva a San Giovanni in Croce.

Nov.Lombardia

Il Carmagnola lo assedia in Cremona: per meglio difendersi Gabrino Fondulo fa abbattere il convento domenicano di San Guglielmo, posto fuori Porta Pelusella (Porta Tentoria). Sparge la voce di voler resistere ad ogni costo agli avversari mentre, in realtà, è sempre più propenso alla  resa. Invia 500 lance contro 800 uomini d’arme viscontei con l’ordine di non cercare lo scontro campale; seguono varie scaramucce con perdite d’ambo le parti.

1420
Feb.Lombardia

Dopo quattro mesi il Carmagnola lo persuade a cedere Cremona ed il suo contado a Filippo Maria Visconti in cambio di 35000/ 40000 fiorini al momento della cessione; al Fondulo è assicurata la signoria di Castelleone (con le relative pertinenze di Gambito, di San Bassano e di Monte Collero) con il titolo di marchese e senza il pagamento di alcun tributo. Gli rimane, inoltre, la proprietà di tutti i beni immobili che possiede non solo a Soncino, ma in tutto il cremonese. Oldrado Lampugnani porta a Pavia i termini del trattato che è sottoscritto dal duca di Milano. A metà mese ritorna a Cremona il Lampugnani con la ratifica dell’ atto;  consegna al Fondulo la somma pattuita; i viscontei prendono possesso della rocca di San Luca e, dopo pochi giorni, del castello di Santa Croce e dell’ intera città. Gabrino Fondulo si dirige a Farfengo dove è ospitato da Maffeo Moro; da qui  raggiunge la  nuova signoria di Castelleone. Lo scorta con 300 lance il Grasso, che ha il compito della sorveglianza dei suoi territori.

Apr. mag.BolognaChiesaCapitano g.leEmilia

Lascia Maffeo Moro a Castelleone accanto alla moglie per curare la gestione corrente dello stato e passa al servizio di Antongaleazzo Bentivoglio contro i pontifici. Viene nominato capitano generale.  Esce spesso dalla città per improvvise sortite contro i pontifici.

Giu.Emilia

Sconfigge Angelo della Pergola. E’ costretto a rinchiudersi in Bologna per l’azione di Braccio da Montone. Il capitano perugino toglie l’acqua alla città e lo sconfigge nei pressi di Medicina. Gabrino Fondulo consiglia Antongaleazzo Bentivoglio di fare uscire dalla città tutte le persone inadatte alla difesa: nasce un tumulto al termine del quale è obbligato ad abbandonare il comando delle truppe ed a riparare a Firenze. La repubblica gli dona la propria cittadinanza e gli concede una condotta: il Fondulo, per l’intervento del Carmagnola, deve rinunciare agli stipendi dei fiorentini.

……………..LombardiaCede ai pontifici la rocca di Soriano da lui posseduta da quarant’anni.
1424
……………….Lombardia

Oldrado Lampugnani e Giannino Riccio, che hanno già tramato con successo ai danni del Carmagnola, decidono di rovinare anche Gabrino Fondulo. Insieme con il medico personale di Filippo Maria Visconti, Giovanni Barbuò, si dice, riescono a corrompere Venturino Fondulo, il nipote più caro a Gabrino, ed il suo più intimo consigliere Maffeo Moro. Costoro accusano il Fondulo di essere segretamente in contatto  con i nemici del duca (fiorentini e veneziani). In realtà sono il desiderio di liberarsi di tale vicino e, soprattutto, quello di appropriarsi delle sue ricchezze, necessarie per fare fronte alle continue guerre, i motivi che portano alla fine del Fondulo. Il Lampugnani si reca nel cremonese con l’intenzione apparente di visitare le terre del duca; giunge al castello di Annicco dove si trova in quel momento  il condottiero,  spedisce un uomo nella fortezza per chiedere l’ausilio di un maniscalco per ferrare la sua cavalcatura  e per porgergli i suoi saluti.  Il Fondulo esce disarmato per salutare l’amico ed è catturato.  Viene rinchiuso in carcere duro a Pavia; il suo processo dura otto mesi;  l’accusa è quella di avere complottato con fiorentini e veneziani al fine di  riottenere la  vecchia signoria di Cremona; è pure accusato dell’ assassinio dei Cavalcabò, di avere mancato di fede ai patti giurati nel castello di Milano nel 1415 e, perfino, di essere stato tentato di gettare dal Torrazzo antipapa e imperatore. Tale asserzione, in verità, non è riportata dai cronisti coevi;  compare per la prima volta nell’elenco delle accuse fatte da Filippo Maria Visconti per giustificare la sua condanna. Anche moglie e figli vengono   arrestati; i suoi beni sono sottoposti a  confisca.

1425
Feb.Lombardia

Condotto a Milano, a metà mese è decapitato nel Broletto, ora piazza dei Mercanti. Viene sepolto a Cremona a cura dei suoi famigliari presso la porta del duomo volta a San Gallo (sacrestia della chiesa di Sant’Agostino). Quando la notizia della sua morte si sparge a Soncino la popolazione insorge su istigazione dei Barbuò; corre nella piazza dove si trovano le case dei Fondulo per demolirle. A causa del loro abbattimento la piazza cambierà nome per assumere quello di piazza dei Guasti. Sposa Giustina dei Rossi, nipote di Pietro, e Pomina dei Gavazzi della Somaglia.

CITAZIONI

-“Cabrino fu uomo sempre valoroso, ingegnosissimo, prudentissimo, destrissimo, piisimo, giustissimo, religioso, riverente delle chiese, amico de’ luoghi pii. Ristaurò l’ospital grande di Cremona, tenne cura speciale dei bastardi e poveri, i quali furono il maggior nervo di sua possanza. Non fece morire mai alcuno senza il consiglio di Cremona e di sei dottori, se non i convinti di lesa maestà contro persona sua. Nemico de’ sviati e tagliacantoni; odioso ai nobili per avere dichiarato nulle le donazioni di tutti i beni (artifizio a que’ tempi trovato per sottrarsi delle contribuzioni sui fondi, e delle confische de’ partiti vincenti); e facea legar nudi alla berlina gli adulteri con due sassi grossi al collo; dare la corda spesso ai prestinari (usurai)…; pagare i luoghi pii, e provvedere a i poveri; portare un bollettino nel cappello ai falliti; tagliar la lingua ai bestemmiatori, i testicoli ai sodomiti, il naso ai testimoni falsi, le braccia ai tagliacantoni; allattare i bastardi da donne male che avevano partorito; sposare le giovani stuprate ai stuprandi, sferzar le ruffiane, tagliare il naso ai traditori, le mani ai sfrusabandieri (contrabbandieri), marcare e segnare in faccia i ladri con la sua arma (stemma), che era una gatta con la spada in mano, e poi un leone con spada.” FLAMMENO

-“Uomo prode del ferro e nelle militari discipline spertissimo..Antico militare e sicario di Giovanni Bentivogli; imperocché per le istanze di costui aveva ucciso Bolognino Boccatorta e Antonio da Camerino.” FABRETTI

-“Va ricordato l’episodio che, avendo ospitati l’antipapa Giovanni XXIII e l’imperatore Sigismondo d’Ungheria (nel 1414) ed avendo portati i due ospiti in cima al campanile del duomo ad ammirare dall’alto il panorama, pensò per un istante a precipitarli entrambi per acquistare con quel gesto clamoroso una gloria immortale.” VERCI

-“Ne’ suoi atti congiungeva una previsione miracolosa a un ateismo incomparabile.” ROBOLOTTI

-“Valoroso uomo e molto sperto nell’armigera disciplina.” CAVALCANTI

-“Cremona Cabrino Fondulo dominava/ da Soncino lu’ foe, cum gran sapia la reziò.” ALIPRANDI

-“Uno de’ più rinomati capitani del suo secolo, a gran valore ed a gran senno accoppiava un animo fiero e cupido oltre modo di signoria e d’impero.” MANINI

-“Per mantenersi in stato, non restò di usare tutte le crudeltà possibili, facendo morire, confinando tutti coloro che a qualche modo gli fossero potenti ostare.” TARCAGNOTA

-“Fu uomo valoroso in armi e astuto nei consigli, audace o prudente a seconda gli eventi.” BOSI

-“La storia da me sin qui descritta..offre due lati sì contrarii fra loro, che possono lasciare indeciso chi legge se in Cabrino e le scelleraggini o le virtù prevalessero. Gravi ed enormi furono le prime, splendide ed eminenti le seconde. Ma alle prime l’indole dei tempi, l’implacabil furore delle fazioni, l’esempio quotidiano di tutti gli altri regnanti d’Italia porgono efficacissima scusa; le seconde sono tutte particolari di lui.” LANCETTI

-“Vir fortissimus, arque invicta animi magnitudine preditus.” S. FIESCHI

-“Capitano d’armi e signore di Cremona, visse nella prima metà del secolo XV, quando le sopite fazioni civili risorgevano più accanite che mai e dappertutto erano uccisioni e rovine.” ARGEGNI

-Epitaffio per la sua morte “Cabrinus Fondulus a Soncino/ Tyrannus Cremonae, armis nulli secundus/ His sibi imperium adscripsit./ Peior pessimis Cremonae, melior optimis Castroleone/ non tam prudens, quam improbus/ Non tam improbus, quam prudens/ Prudentissimus, improbissimus./ Legionum Holofernes, urbium Enceladus, operum Briareus/ Quaesivit sceptrum, et feretrum invenit./ Vacum evanuit in auras fastus/ Mortalium omnium miserrimus-/ Decapitatus periit/ Requorum Tantalus, et fortunae lusus/ Discite audaces/ Nullum imperium violentum diuturnum esse.” FLAMMENO

BIOGRAFIE SPECIFICHE

-V. Lancetti. Gabrino Fondulo, frammento di storia della Lombardia.

-L. A. Minto. Cabrino Fondulo.

Fonte immagine: wikipedia

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