GABRIELE DA MARTINENGO

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

GABRIELE DA MARTINENGO  (Gabriele Tadini da Martinengo) Di Bergamo. Fratello di Girolamo da Martinengo, cugino di Fabrizio da Martinengo. Di Martinengo.

1476 – 1543 (giugno)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

…………..LombardiaIl padre è medico della famiglia Colleoni. E’ avviato agli studi matematici e militari; partecipa come aiutante tecnico alla ristrutturazione delle mura di Bergamo.
1509
………….VeneziaFrancia Impero30 fantiVenetoA Venezia. Gli sono  dati una condotta e l’incarico di ingegnere addetto alle fortificazioni.
EstateVenetoAlla difesa di Padova.
1510VenetoAffianca Lucio Malvezzi e Renzo di Ceri nella loro azione testa alla conquista di Verona.
1511
Ago.Veneto

Combatte come lancia spezzata nella compagnia di Renzo di Ceri alla difesa di Treviso. Viene accusato dal Consiglio dei Dieci di non dedicarsi al suo lavoro, di mormorare nei confronti della Signoria e di volere disertare nel campo nemico.

1512
Feb.LombardiaAlla difesa di Brescia. E’ ferito e fatto prigioniero allorché i francesi riconquistano la città. Viene liberato in breve tempo.
1513
……………VeneziaSpagna MilanoVeneto e Lombardia

Si reca ancora a Venezia e gli viene dato il compito di supervisionare le difese delle piazzeforti riconquistate dai veneziani. Rientra nel cremasco.

Giu.LombardiaAlla difesa di Crema con Renzo di Ceri.
Sett.LombardiaCon il fratello Girolamo è sconfitto dagli sforzeschi nei pressi di Bergamo.
1514
Mag.Lombardia

E’ sempre alla guardia di Crema. Si scontra con gli uomini di Giovanni Gonzaga per recuperare un convoglio di vettovaglie; rimane ferito nello scontro.

Ago.LombardiaE’ presente alla battaglia di Ombriano.
Sett.Lombardia

Affianca Bartolomeo da Villachiara a Bergamo allorché i veneziani si impadroniscono di parte della taglia imposta dagli spagnoli alla città.

Nov.LombardiaAppoggia Renzo di Ceri alla difesa di Bergamo.
1515
Mag.

Su raccomandazione di Renzo di Ceri il Consiglio dei Savi, seppure con qualche esitazione, gli concede una provvigione di 20 ducati per paga (per otto paghe l’anno) con l’obbligo di servire la Serenissima con due cavalli.

…………..Milita agli ordini del capitano generale della Serenissima Bartolomeo d’Alviano.
Ott.LombardiaAll’assedio di Brescia.
1516
Mar.LombardiaSi ammala a Mantova.
Sett.200 fantiVeneto

Si sposta all’assedio di Verona. Agli ordini di Malatesta Baglioni dà un assalto al bastione di Porta Vescovo: il suo operato viene elogiato dai provveditori.

1517LombardiaRientra a Brescia. La sua abitazione si trova presso la chiesa di Santa Chiara, tra il Carmine e la chiesa di San Cristoforo.
1518

Apr. giu.Lombardia e Veneto

Coadiuva Camillo da Martinengo nel rapimento a Brescia di Luisa Caprioli, figlia di Giulio Averoldi. Convocato a Venezia, è arrestato in una sala del Collegio dei Pregadi. A giugno è privato della condotta e viene bandito per dieci anni da tutte le terre ad est del Mincio.

1519
Dic.Veneto

Con il ritiro della denuncia da parte degli Averoldi ritorna ancora a Venezia su convocazione del Collegio dei Pregadi. Viene assolto dal Consiglio dei Dieci.

1520
Mag.Croazia e Grecia

Il Consiglio dei Savi lo invia a Creta come capitano delle fanterie e governatore di Candia: gli è aumentata la provvigione da 25 a 50 ducati per paga (sempre per otto paghe l’anno). Raggiunge via mare Capodistria con il provveditore generale Sebastiano Giustinian;  si imbarca a Veglia su una galea diretta a Candia: con il Martinengo vi sono a bordo anche 20 connestabili, 20 capisquadra di schioppettieri e 30 provvigionati (pure schioppettieri). Fa costruire ad Hiraclion il bastione Martinengo, collocato tra quello di Betlemme  ed il bastione del Gesù.

Dic.Grecia

Esprime nuove direttive sulle fortificazioni del Monte di San Demetrio che discordano da quelle esposte in precedenza da  Giano Fregoso.

1521
Giu.Grecia

Ha ai suoi ordini 3500 uomini, di cui 500 schioppettieri: ne vuole licenziare alcuni. Il duca di Candia Antonio Morosini ed il provveditore Giustinian si oppongono alla sua decisione. Chiede ai veneziani altri schioppetti ed alabarde perché vuole raggiungere con le ordinanze un organico di 20000 uomini. Il suo compito è quello di sovraintendere alle fortificazioni di Canea (Iraklion), Retimo, Suda, Sinalunga, Carombrino.

1522
Lug.RodiImpero OttomanoGrecia

E’ persuaso da fra Antonio Bosio a passare alla difesa di Rodi minacciata dai turchi. Il gran maestro dell’ ordine gerosolimitano fra Philippe Villiers de L’Isle-Adam chiede invano alla Serenissima il suo operato: i veneziani rifiutano di dargli licenza per non inimicarsi gli ottomani. Nonostante ciò Gabriele da  Martinengo abbandona Candia a bordo di un brigantino con due amici (Giorgio di Conversalo e Benedetto di Scaramosa) e giunge di nascosto a Rodi. 2 galee cercano invano di intercettarlo: il duca di Candia fa mettere a sacco la sua casa e confisca tutti i suoi beni. Viene bandito.

Ago.Capitano g.leGrecia

Entra a far parte dell’ordine dei cavalieri di Rodi nella chiesa di Santa Maria della Vittoria;  gli è dato il comando di parte delle truppe con l’incarico di provvedere  alle fortificazioni dell’ isola. Gli è riconosciuta una provvigione annua di 1200 ducati ed ai suoi due capitani viene concesso uno stipendio annuo di 100 ducati. Gli è anche promesso un baliatico a sua scelta in Italia, non appena se ne liberi uno: il papa Adriano VI gli concede una rendita su benefici ecclesiastici in Ponente per 3000  ducati l’anno. Il Martinengo  focalizza la sua attenzione soprattutto su 4 aspetti: nel controbattere ogni azione offensiva, nei fuochi artificiati, nelle ritirate e nell’ allestimento di mine e contromine. E’ in tal modo che sono numerosi assalti. In particolare organizza  energiche contromanovre agli scavi di trincee parallele alle difese cittadine protetti da palizzate. Mentre le gallerie ottomane avanzano il Martinengo fa costruire ingegnosi strumenti di ascolto: membrane di pelli tese su telai alle quali sono attaccati campanelli così sensibili da tintinnare alle più piccole vibrazioni sotterranee. Fa pure collocare delle mine per intercettare i cunicoli ed uccidere nel buio gli scavatori; si avvale della polvere da sparo per costringere i minatori ad uscire dalle loro trincee; piazza elaborate trappole per colpire gli avversari con un micidiale fuoco incrociato. Per il caso in cui un cunicolo non sia tempestivamente identificato fa scavare buchi di aerazione a spirale nelle fondazioni delle mura per diminuire l’impatto delle cariche esplosive degli avversari. Scopre in tal modo che i turchi scavano una mina sotterranea presso la chiesa di San Giovanni della Fontana verso il fossato di Provenza: i guastatori nemici muoiono bruciati o affogati.

Sett.Grecia

Difende validamente il baluardo di Sant’Atanasio, collocato dietro il baluardo d’Inghilterra ove pure una forte esplosione ha permesso agli attaccanti di usufruire di un’apertura di nove metri nella cinta muraria; pure senza frutto risultano altri attacchi turchi portati al baluardo di Spagna.

Ott.Grecia

In un solo giorno sono ricacciati dal Martinengo cinque assalti nel cui corso sono fatte brillare dai cavalieri di Rodi 50 mine. Aumenta l’affanno dei cavalieri dell’ ordine gerosolomitano che chiedono invano soccorsi ai paesi cristiani. Viene respinto un ulteriore pesante assalto al baluardo di Spagna che costa la vita a 3000 turchi uccisi dal fuoco delle artiglierie e degli archibugi. Gli avversari si impossessano del barbacane della Posta di Spagna ed incominciano a fare crollare le mura con i guastatori. Il Martinengo fa costruire uno steccato ed altri ripari dietro le mura e vi posiziona molti pezzi di artiglieria in modo da disturbare i lavori: è ferito ad un occhio da un colpo di schioppetto mentre sta ispezionando le opere difensive. La palla gli esce dietro l’orecchio. Guarirà solo dopo un mese e mezzo; l’occhio è perso.

Dic.Grecia

I turchi conquistano le linee della prima e della seconda Mandra; il Martinengo ne fa costruire una terza; cade nelle mani dei nemici anche il barbacane del baluardo di Spagna. Il gran maestro chiede a lui ed a Prégeant de Bidoux un parere sulle possibilità di continuare a difendere Rodi con efficacia: la sua risposta è negativa.  Hanno così inizio le trattative per la resa. E’ rotta la tregua ed ha nuovamente inizio  il bombardamento della città; in pochi giorni i difensori sono costretti ad arrendersi a patti. Tra gli attaccanti si contano dagli 80000 ai 90000 morti, di cui 25000 a causa di malattie infettive e per la carenza d’acqua; tra i soli cavalieri sono uccisi 420 uomini sui 600 iniziali. Il Martinengo  si imbarca nottetempo su un brigantino perché teme giustamente che gli impegni presi dai turchi non siano da costoro rispettati.

1523
Gen.Puglia

Ai primi di gennaio il gran maestro lascia Rodi sulla grande caracca “Santa Maria”, che issa drappi neri a lutto sulle vele e l’immagine della Vergine Dolorosa con la scritta “Afflictis tu spes unica”. Insieme con tale nave salpano dall’isola le galee “San Giovanni” e “Santa Caterina”, la chiatta “Perla” ed una piccola galea, la  “Siciliana”. Accompagnano il gran maestro il metropolita di Rodi, 180 cavalieri sopravvissuti e circa 4000 isolani a bordo di 50 imbarcazioni minori. Il Martinengo tocca Zante;  giunge poi a Gallipoli da dove contatta il viceré di Napoli.

………….Campania e LazioDa Napoli si reca a Roma. Il papa Adriano VI lo conferma nella commenda di Santo Stefano a Conversano.
Ott. dic.Lazio e Spagna

Muore il pontefice. Durante il conclave lascia Roma e raggiunge Madrid con il priore di Castiglia fra Diego di Toledo e fra Antonio Bosio per chiedere all’ imperatore  l’utilizzo, come base logistica delle future azioni dell’ordine gerosolomitano, delle isole di Malta e di Gozo. A dicembre si incontra a Pamplona con Carlo V. Iniziano le trattative che si concluderanno l’anno seguente.

1524
Mag.Italia SpagnaA Roma. Ottiene dal gran maestro dell’ordine il permesso di militare al servizio degli imperiali. Rientra in Spagna.
Lug. sett.ImperoFranciaCapitano artiglieriaSpagna Francia e Portogallo

A Burgos con l’imperatore. Gli è affidato il comando delle artiglierie spagnole ed aragonesi con uno stipendio di 2000 ducati l’anno. Prende parte all’invasione della Provenza. All’assedio di Marsiglia. Il bombardamento effettuato dai pezzi si rivela inutile contro le difese approntate da Renzo di Ceri. Sono respinti vari attacchi. A fine settembre, con il fallimento delle operazioni, il Martinengo rientra in Spagna per studiare nuovi modelli di armi ed alla fusione di cannoni in sostituzione di quelli perduti. Riesce a produrre una polvere da sparo di migliore resa. Negli stessi giorni gli è concesso un priorato in Portogallo. Ne  raggiunge la sede ad agosto.  Deve rinunciare al beneficio perché, nel frattempo, se ne è appropriato un fratello del re lusitano.

Ott.Lombardia

Prende parte alla difesa di Pavia. Antonio di Leyva lo destina alla costruzione di nuovi ripari, trincee, cavalieri ed altre opere militari difensive. Il  Bonnivet decide di assalire la città dalla parte del Ticino: Gabriele da Martinengo utilizza tutti i cittadini per costruire nuovi ripari verso il fiume;  con l’ausilio di un’abbondante pioggia che ingrossa le acque del fiume scoraggia ogni velleità di attacco.

1525
Feb.LombardiaPrende parte alla battaglia di Pavia.
PrimaveraMarocco e Regno di Napoli

Ha l’incarico di preparare un piano per il rafforzamento delle difese di Melilla in Marocco; è ora nominato priore di Barletta ed ha il compito di provvedere alla difesa delle coste del regno di Napoli.

FranciaE’ impegnato a migliorare le strutture difensive di Perpignano.
Dic.SpagnaSovraintende alle opere di fortificazione di San Sebastian e di Fuenterrabia. Si avvale dell’operato degli ingegneri italiani Antonio Bagherotto, Antonio Bosis e Benedetto da Ravenna.
1526
Feb.PugliaA Barletta.
Sett.Liguria

E’ richiamato dalla Puglia per trasferirsi alla difesa di Genova: la città è assalita per mare dai francesi di Pietro Navarro, dai pontifici di Andrea Doria  e dalla flotta  veneziana di Alvise d’Armer.

Ott.Liguria

Con Greco Giustiniani assale da 5 punti il campo nemico di Portofino con 6000 fanti: respinto da 700 fanti e da 300 balestrieri e provvigionati, comandati da Filippino Doria, è costretto a ripiegare dopo sette ore di scontri con l’uccisione di 80 uomini ed il ferimento di altri 200.

Nov.LiguriaAumentano le difficoltà per le sue milizie a causa sia della mancanza di vettovaglie, sia per la peste entrata in Genova.
1527
Feb.LiguriaCostruisce a Portofino alcuni bastioni allo scopo di impedire l’ormeggio alla flotta nemica.
Ago.Liguria

Cesare Fregoso si avvicina a Genova; Gabriele da Martinengo esce dalla città per farglisi contro con 2500 fanti e 2 pezzi di artiglieria. Alla Porta di San Lazzaro cattura alcune sentinelle veneziane, recupera il monastero di San Benigno, in alto rispetto a Genova, e fa prigioniero il Borragino con l’intera guarnigione. Segue la controffensiva degli avversari, che risulta favorevole a questi ultimi: il condottiero si rifugia prima nella Lanterna, sale, successivamente, su una barca di pescatori e si dà alla fuga in mare. Inseguito, è catturato dal Fregoso che gli impone una taglia di 10000 scudi.

Sett.LombardiaViene incarcerato nel castello di Cremona.
1528
Mag.Lombardia

E’ trasferito nel castello di Brescia. La taglia è ridotta da Cesare Fregoso a 4000 ducati; è pure prevista la contemporanea liberazione  del fratello di quest’ultimo, Annibale, fatto prigioniero  dagli imperiali.

Lug.Lombardia

A causa di una sua malattia il castellano Giovan Francesco Mocenigo gli permette di uscire dalla fortezza per essere ospitato nella casa di Cesare  Fregoso: le autorità veneziane sono contrarie alla misura e lo fanno rientrare in una torre del castello dove viene controllato da numerose guardie.

Nov.Lombardia

Viene consegnato a Giano Fregoso. Gabriele da Martinengo è liberato secondo i patti in cambio del rilascio di Annibale Fregoso rilasciato, a sua volta, da Antonio di Leyva.

1529
Feb.SpagnaE’ segnalato a Toledo.
……………Puglia

Fronteggia in Puglia le milizie di Renzo di Ceri. Al termine del conflitto è coinvolto da Fernando Alarcon ai lavori di rafforzamento dei castelli di Barletta, Manfredonia e Trani.

…………..LombardiaHa il compito di provvedere alle artiglierie del ducato di Milano da Antonio di Leyva.
Ago.LiguriaA Genova, al fianco dell’imperatore Carlo V.
…………..SpagnaA San Sebastiano per rendersi conto dello stato dei lavori.
1530
Feb.EmiliaA Bologna per la cerimonia dell’incoronazione dell’imperatore da parte del papa Clemente VII.
1531
Dic.Lombardia

A Casalmaggiore, con il marchese di Vasto Alfonso d’Avalos, impegnato nel preparare le truppe da condurre nella prossima campagna contro i turchi.

1532
Giu.ImperoImpero OttomanoAustriaAlla difesa di Vienna contro i turchi del sultano Solimano.
Lug.Germania

Si muove tra Ratisbona e Norimberga; ritira alcuni pezzi di artiglieria da condurre a Vienna.

Ott.Friuli

Transita per  Chiusaforte e si incontra con l’amico Battistino Corso, che milita al servizio dei veneziani.

Nov. dic.Friuli e Veneto

Giunge a Spilimbergo con 4 sagri, 6 cannoni e 100 carri di polvere da sparo e munizioni varie; con il Martinengo vi sono anche 850 cavalli e 450 fanti ancora agli stipendi degli imperiali; lo  seguono pure 2000 fanti italiani licenziati a Villach. Nella sua marcia tocca Conegliano, guada il Piave, si dirige verso Treviso, Bassano del Grappa, Vicenza e Verona. Si porta a Mantova ed a dicembre è notata la sua presenza a Mirandola. Negli stessi giorni l’imperatore intercede sui veneziani a suo favore;  è perdonato per la sua diserzione da Candia.

1533
Mar. apr.Lombardia e Liguria

A Milano. Conduce le artiglierie a Genova. Ottiene da Carlo V il congedo dal servizio. Gli è riconosciuto un vitalizio sulle rendite di alcune terre di Otranto e di Bari.

Giu.LombardiaSi reca a Martinengo.
1535
……………ImperoImpero OttomanoLibia e Tunisia

A Barcellona, per un consiglio di guerra. Appoggia Andrea Doria alle espugnazioni di Tripoli, La Goletta e Bona.

…………..LazioAlla fine della campagna si ferma per qualche mese a Roma.
……………

Rientra nel veneziano, rinuncia alla milizia attiva ed ottiene dagli imperiali una pensione annua di 666 ducati, pari ad un terzo della provvigione goduta fino a quel momento.

1537Veneto e Grecia

A Venezia; il Senato vuole utilizzare la sua esperienza. Il Martinengo riceve l’incarico di rivedere le opere difensive dell’ arcipelago greco, nonché le fortificazioni di Crema e Cremona.

1543
………….BelgioE’ consultato dagli imperiali per le fortificazioni di Anversa.
Giu.Veneto

Muore ai primi di giugno a Venezia per un attacco apoplettico. E’ sepolto nella città nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo; l’arca che contiene le sue spoglie sarà più tardi demolita. Amico del matematico Niccolò Tartaglia che gli dedica la “Traduzione dell’Euclide Megarense” e lo fa interlocutore del dialogo “Quesiti et invention diverse”. I suoi studi sono oggetto di interesse da parte di Galileo Galilei. Ritratto del Tiziano (si trova in una collezione privata a New York; la Serenissima gli dedica pure una medaglia, opera di Giovanni da Cavino.  Martinengo gli ha dedicato la sua via principale.

 CITAZIONI

-“Huomo grande con barba lunga, et homo di gran fama.” SANUDO

-“Dotato di buone letture, e di bellissimo ingegno, e nelle cose della guerra esercitatissimo; e dilettandosi delle scienze matematiche, e particolarmente delle cose appartenenti alle fortificationi, alla difesa, e all’espugnatione delle città, era riuscito ingegniero rarissimo, sì ch’in quei tempi, pochi, o nessun pari haveva..Huomo di grandissima fatica, e travaglio; molto vigilante, e della persona sua oltra modo valoroso, e ardito.” BOSIO

-“Era riverito per nome di coraggioso valore.” SANSOVINO

-“Celeberrimo ingegnere bergamasco, a cui vuolsi attribuire l’invenzione delle parallele da lui messe in opera la prima volta all’assedio di Rodi.” BOSI

-“La cui perizia nella costruzione di militari macchine spiccò per tutto l’assedio (di Rodi), e specialmente in isventare le mine, le quali dopo grandissimo travaglio e per le sorgenti acque, o per l’interposizione di resistente fondo selcioso, loro riusciva di avvicinar alle mura.” A. MOROSINI

-“Personaggio dotato di perspicace talento nell’arte della guerra, assai perito nelle scienze matematiche, versatissimo particolarmente nella fortificazione, difesa ed espugnazione delle piazze, ingegnere rarissimo, sicché pochi, o nessuno pari al suddetto ritrovavasi in tutta l’Europa..Così grande era la stima, che in tutta l’Europa erasi acquistata il Tadino, che quasi tutti gli scrittori del decimo sesto secolo, e molt’altri ancora ne’ secoli posteriori ci lasciarono onorata ricordanza nelle loro istorie della dottrina, coraggio ed esperienza, unite alla nobiltà de’ natali di un tanto celebre eroe.” GALLIZIOLI

-“La vita intera trascorse nell’ingrandire i nobilissimi studi e nell’adoprare la mano e l’ingegno contro i nemici del nome Cristiano…Egli vivente gli fu coniata una assai cara medaglia di bronzo, col suo ritratto barbuto in abito di cavaliere Gerosolomitano, e scritto attorno Gabriel. Tadin. Berg. Eq. Hier. Caes. Tormen. Praef. Gen.: e nel rovescio quattro cannoni in batteria col motto Ubi Ratio, Ibi Fortuna Profugata, e la data del MCCCCCXXXVIII.” PROMIS

-“Inter vicinos heroas, et inclyta in armis/ Tadinus Gabriel nomina clarus erat./ Ipse auro quoties spoliisque Orientis onustus/ Traxit captivas in sua castra manus./ Praedones pelagi quoties, et robore, et astu/ Caepit, et affixit classica rostra thalis?/ Ille Rodum reliquos inter defendit ab hoste/ Custodis donec prodita fraude fuit./ Viribus hanc totis, et aperto Marte Tyrannus/ Tentaverat frustra subdere Turca sibi.” Da un sonetto di A. Muzio, ripreso dal GALLIZIOLI

-“Homo valente et de ingenio.” ULLOA

-“Cabriel di martinengo, il qual era/ in candia lo baron provisionato/ intese a Rhodi era giunta la fera./ Di andargli drento sì fa inanimato/ per provar s’el sapeva l’arte vera/ del martial ballo contra el renegato/ & forse che Dio lo inspirò nel core/ per salvar Rhodi da tanto dolore/…/ Fo facto capitaneo zenerale/ con lo stendardo in man del Crocifisso/ nel pecto una gran croce imperiale./ Sì gran maestro al baron gli ebbe misso/ al popul della terra triomphale/ quel per avanti in paura era misso/ stava in gaudio in festa e in canto sì riso/ che spera el suo nemico aver conquiso./…/Fe gran cose con la spada in mano.” PEROSINO DELLA ROTONDA

-Alla battaglia di Ombriano “Gabriel di martinengo s’adoprava/ virilmente da prodo cavalliero,/ e la sua propria vita non curava/ per acquistar honor su quel sentiero/ e questo, e quello morto al pian mandava/ tal ch’apena potea col suo destriero/ passar i corpi ch’eran su la terra/ in quella dispietata, e horribil guerra.” DEGLI AGOSTINI

-“Ma ‘l Martinengo, ingegner che s’adava,/ Come pratico in guerra e sapiente,/ Presto fé fare una contracava/ Che tutta la montagna dirupava.” Dal “Lamento di Rodi” di B. degli Alessandri riportato dal MEDIN-FRATI

-“Uomo ruvido, energico innovativo e coraggioso, Tadini valeva un migliaio di uomini. Si mise all’opera (alla difesa di Rodi) rafforzando le difese, calcolando distanze e campi di tiro e mettendo a punto le killing zones.” CROWLEY

-A Rodi. “Venne creato cavaliere di san Giovanni “honoris causa” al suo arrivo sull’isola, e divenne il geniale ideatore di soluzioni che contribuirono a fare del porto-città di Rodi il complesso meglio fortificato dell’intero mar Mediterraneo.” PELLEGRINI

-“Uno dei più famosi ingegneri militari dell’epoca..Durante l’assedio (di Rodi) diede un importante contributo ai difensori, costruendo ingegnosi strumenti in grado di individuare le gallerie in costruzione dei turchi e preparando contro-mine che fecero strage nell’esercito assediante. Inoltre, facendo costruire enormi sfiatatoi, sotto le fortificazioni, annullò gli effetti di molte esplosioni innestate dai nemici. Di lui abbiamo un ritratto eseguito da Tiziano nel 1538, che lo presenta nell’abito di cavaliere di San Giovanni, privo dell’occhio destro, perso per un proiettile di archibugio passato attraverso una feritoia mentre..ispezionava le fortificazioni di Rodi.” GIANI

-“Il più importante ingegnere militare dell’epoca.” NORWICH

-“Gabriele Tadino..merita di essere ricordato non solo per i suoi grandi meriti di studioso delle scienze militari, di coraggioso combattente, di eccellente architetto, di ardito e abile scopritore di mine e di ottimo fonditore di cannoni, ma anche e soprattutto perché fu un uomo d’armi che, malgrado i tempi e malgrado la professione, seppe ispirare la sua vita a un coerente e severo impegno morale.” TADINI

     BIOGRAFIE SPECIFICHE

-G. Gallizioli. Memorie per servire alla storia della vita di Gabriele Tadino priore di Barletta.

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